domenica 24 marzo 2013

Schäuble: non mi lascio ricattare da niente e da nessuno


Wolfgang Schäuble nel pieno della crisi cipriota trova il tempo per rilasciare un'intervista a Die Welt e difendere la posizione del governo tedesco: non ci lasceremo ricattare da niente e da nessuno, la nostra è un'offerta che non potranno rifiutare. Da Die Welt
Welt: A Cipro le cose non stanno andando molto bene. Che cosa si aspetta dal governo di Nicosia?

Schäuble: I politici di Cipro dovrebbero raccontare ai loro cittadini la verità. La nostra proposta non è mai stata quella di coinvolgere i risparmiatori. La posizione tedesca era la stessa del FMI: se le 2 banche principali non hanno un modello di business sostenibile, i costi dovranno essere sostenuti dagli investitori. Naturalmente tenendo conto dei 100.000 € di limite previsti dalla garanzia sui depositi secondo il diritto EU.

Ma su questo tema i responsabili politici non hanno voluto discutere. Volevano che si continuasse a finanziare il loro modello di business non piu' sostenibile. Cio' va oltre ogni immaginazione. E dopo una notte molto lunga, alla fine abbiamo trovato un compromesso. Adesso il popolo è arrabbiato e si lamenta: aah, Frau Merkel! E il suo Ministro delle Finanze cosi' testardo! Riesco a convivere con cio'. Ma mi dispiace che il Parlamento di Nicosia abbia bocciato il piano di salvataggio. Questa decisione non è stata certo la migliore per Cipro.

Welt: Nel frattempo il parlamento di Cipro ha approvato la prima parte di un nuovo piano di salvataggio. Ne fanno parte un fondo di solidarietà da finanziare con con le risorse delle casse pensionistiche. E' stata decisa anche una separazione delle banche e una riduzione nel movimento di capitali. La votazione su di un prelievo forzoso sui depositi al contrario è stata rinviata. Su queste basi l'EU potrà dare il suo aiuto?

Schäuble: Qui ed  ora, mentre stiamo facendo questa conversazione, non posso dare una valutazione definitiva. A Cipro continuano le trattative mentre le negoziazioni della Troika con il governo cipriota non sono ancora terminate. Solo se la Troika arrivasse alla conclusione che c'è un programma in grado di risolvere i problemi di Cipro e coerente con le leggi in vigore, il piano potrebbe ricevere l'approvazione dell'Eurogruppo.

Per il momento posso solo dire che il punto centrale di un programma di aiuti per Cipro dovrà essere la sostenibilità del debito e la riduzione dei rischi risultanti da un settore bancario sovra dimensionato. E' ancora tutto da vedere se l'obiettivo sarà raggiunto con la proposta di cui si parla nelle ultime ore. Una cosa è certa...

Welt: Che cosa?

Schäuble: I paesi dell'Eurozona intendono aiutare i ciprioti, ma le leggi devono essere rispettate, gli aiuti devono essere sensati e il programma dovrà risolvere il problema alla radice. E lasciare fuori i depositi fino a 100.000 €uro. L'idea di risolvere il problema bancario scaricandolo  sui fondi pensione l'ho già rifiutata nell'incontro dell'Eurogruppo fra venerdi e sabato. Se nell'Eurogruppo ci fosse accordo sul fatto che nella proposta arrivata da Cipro questi criteri sono soddisfatti, saremmo pronti a chiedere il voto del Bundestag.

Se questo dovrà essere fatto con un voto speciale oppure nella prima seduta di aprile, dipenderà dal Bundestag. Entrambe le possibilità sono fattibili. Ma prima di parlare dei tempi e delle modalità, abbiamo bisogno di una proposta concreta dei ciprioti e di una valutazione positiva della Troika. Ed entrambi non sono ancora disponibili al momento della nostra conversazione.

Welt: Si avvicina la bancarotta del primo paese Euro?

Schäuble: Vorremmo possibilmente evitare che Cipro scivoli verso il fallimento. Le condizioni generali per un programma di aiuto non cambiano. La BCE potrà garantire i crediti di emergenza per le banche cipriote solo fino a lunedi. Cipro ha una strada difficile da percorrere - in entrambi i casi.

Ma non è il risultato della testardaggine europea, piuttosto un modello di business che non funziona piu'. Cipro dall'autunno 2011 non ha piu' accesso ai mercati finanziari. Le obbligazioni cipriote sono junk bond. E le due banche principali sono di fatto insolventi.

Welt: Come è entrato il paese nell'unione monetaria?

Schäuble: Cipro è entrato a far parte dell'EU nella speranza che il piano dell'allora segretario ONU Kofi Annan portasse al superamento della divisione sull'isola. E' diventato un membro dell'unione monetaria perché ha soddisfatto i requisiti economici di quel momento.

Welt: Ed ora dovremo fare il possibile per tenere Cipro nella zona Euro?

Schäuble: Esatto. Sono un europeista convinto. Ed è risaputo che non faccio speculazioni su certe domande. Ma è anche risaputo che non mi faccio ricattare - da niente e da nessuno. Gli altri dovranno fare i conti con cio'. Sono consapevole delle mie responsabilità per la stabilità dell'Euro. Se prendiamo delle decisioni sbagliate, facciamo un cattivo servizio all'Euro.

Welt: Per il protocollo, i risparmi in tutti gli altri paesi Euro sono sicuri?

Schäuble: I depositi sono sicuri in Germania, come in tutti i paesi europei. La possibilità che un paese europeo diventi insolvente non sussiste. In Germania esistono i sistemi di garanzia bancaria nel caso molto improbabile che una banca finisca in difficoltà, e nel caso ancora piu' improbabile che questo sistema di salvataggio non fosse sufficiente, il governo federale sarebbe pronto ad intervenire. Per Cipro significa: con il programma di aiuti proposto, il paese puo' essere difeso dall'insolvenza. E cio' riguarda anche l'assicurazione sui depositi.

Welt: Il caso Cipro mette il vento nelle ali al nuovo partito anti-Euro "Alternative für Deutschland". Potrebbe costare la rielezione alla Cancelliera?

Schäuble: Naturalmente sono in molti ad essere preoccupati. E ci sono quelli che di queste preoccupazioni intendono approfittare. Ma la maggioranza ha fiducia nella Cancelliera e nel suo ministro, e nel fatto che continueremo a fare la cosa giusta. Negli ultimi 3 anni abbiamo avuto molti successi. Tutti gli scenari di apocalittici non si sono concretizzati. Al contrario. Abbiamo rafforzato l'Eurozona e i suoi meccanismi.

Tutta l'Europa è sulla strada del consolidamento, della stabilizzazione e del miglioramento della competitività. Sono fermamente convinto che l'Eurozona uscirà dalla crisi molto piu' forte di quando vi è entrata. In Germania la situazione è molto buona. Basta guardare al bilancio pubblico e ai dati sulla disoccupazione. Dobbiamo convincere la gente che stiamo realizzando una politica di grande responsabilità. Che possono fidarsi. Allora tali partiti resteranno senza argomenti.
-->

sabato 23 marzo 2013

Schäffler: la zona Euro è un club fondato sul ricatto


Frank Schäffler, deputato FDP euroscettico e ribelle, sempre piu' vicino agli eurocontrari di Alternative für Deutschland, torna ad attaccare gli eurosalvataggi e lancia un'accusa: l'Euro-club ormai si fonda sul ricatto e il mercanteggiamento a oltranza, la costruzione europea sta per crollare. Da Handelsblatt.de
Il caso di Cipro mostra: le politiche di salvataggio hanno trasformato l'Europa in un bazar. Se non si cambia, il progetto di integrazione europea è destinato a fallire.

Tutti minacciano tutti. Recentemente ho scritto che l'Irlanda si è trovata nelle condizioni di ricattare la Germania e l'intera zona Euro. In quel caso si trattava di ottenere nuove e piu' vantaggiose condizioni per le banche irlandesi. Ora la Troika ricatta Cipro con un'offerta da 10 miliardi di Euro: prendere o lasciare. Il governo ha accettato, ma il parlamento invece ha votato contro. Cipro allora ha tentato di migliorare la sua posizione negoziale mettendo sotto scacco la Troika con l'aiuto dei russi.

La BCE ha offerto immediatamente supporto minacciando l'interruzione dei prestiti ELA, con cui per oltre 2 anni nel totale silenzio ha rifinanziato le banche cipriote. Durante questo periodo ha assistito senza muovere dito al deflusso di capitali. Le politiche di salvataggio hanno trasformato l'Eurozona in un club fondato sul mercanteggiamento e il ricatto. 

Dalla costruzione europea esce fumo. Se la politica europea non cambia, presto vedremo uscire anche le fiamme e i salvatori europei resteranno fermi a fissare le rovine fumanti, che un tempo erano il progetto di integrazione europea. In piu' occasioni ho chiesto e descritto una diversa gestione politica. Voglio spiegare ancora una volta il mio piano C e poi entrare nel dettaglio del caso Cipro.

Abbiamo bisogno -  in termini generali - di un ritorno all'economia di mercato e allo stato di diritto. Vale a dire: lo stato puo' tollerare che le imprese vadano in bancarotta. Quello che va bene per Schlecker e Opel, deve essere valido anche per le banche. Se il fallimento di Schlecker è stato gestito senza il denaro del contribuente, lo stesso deve accadere anche per il fallimento di ogni banca.

La politica deve concentrarsi sul quadro generale, lo stato deve mettere a disposizione i giudici fallimentari. Le insolvenze sono basate su procedimenti stabiliti dalle leggi. Se ne occupano i curatori fallimentari e i giudici preposti, non una Troika o un governo. L'economia di mercato significa: chi prende rischi ha la possibilità di avere un guadagno. L'economia di mercato significa anche: i rischi possono concretizzarsi. Questo vale sia per gli investitori che per gli obbligazionisti bancari. Lo stesso vale per chi investe in titoli di stato.

Nel caso specifico di Cipro significa che le banche cipriote devono essere trattate in maniera separata rispetto ai problemi dello stato cipriota. La Troika sostiene che il settore bancario cipriota abbia bisogno di 10 miliardi di Euro di ricapitalizzazione. Si riferisce alla sua generalità, ma questo è semplicemente assurdo. Non è il settore bancario ad avere bisogno di denaro, piuttosto alcune banche. In un'economia di mercato non esiste un settore collettivo. Al contrario, ogni impresa agisce in maniera individuale ed è responsabile per se stessa. E questo è vero soprattutto in considerazione della sua struttura di finanziamento.

Se una banca è in difficoltà finanziarie, devono essere coinvolti prima di tutto i diversi gruppi di creditori e azionisti. Questi hanno sottoscritto contratti molto complessi. Dai quali risulta, in caso di insolvenza, in quale grado di priorità si troveranno. Da questi contratti risulta anche la procedura necessaria in caso di insolvenza. Per i creditori e gli azionisti potrebbe anche risultare vantaggioso versare altro denaro. Se ad esempio gli investitori russi o i creditori delle banche cipriote lo ritengono opportuno, potrebbero fare un aumento di capitale. Ci sono già riflessioni in questa direzione.

A volte è necessario aggiungere denaro buono dopo averne perso un po' con un investimento cattivo. In questo caso i creditori e gli azionisti stringono i denti e incassano la perdita. E' l'economia di mercato, e nelle banche cipriote dovrebbe funzionare allo stesso modo.

Se la politica lasciasse funzionare l'economia di mercato, allora il destino delle banche non graverebbe sul bilancio dello stato cipriota. In una economia di mercato, i salvataggi bancari sono realizzati senza il denaro dei contribuenti. Se il denaro dei contribuenti è coinvolto, significa: lo stato si immischia nell'economia e interferisce con il funzionamento del mercato. Ne consegue che il problema della banche in crisi è indipendente dal bilancio dello stato. 

Se il problema delle banche fosse gestito in questo modo e se i il loro fallimento fosse lasciato al finanziamento fatto attraverso i mercati, allora i problemi di Cipro sarebbero di gran lunga piu' piccoli.

Secondo i dati della Troika, saranno 7 i miliardi di Euro destinati al finanziamento del bilancio pubblico e al rimborso dei titoli di stato in scadenza. Cipro nel terzo trimestre del 2012 aveva circa 15 miliardi di debito pubblico, pari all'84% del suo PIL. Supponendo che Cipro fino al proprio risanamento dovrà fare altri 5 miliardi di Euro di debito aggiuntivi, l'onere del debito salirebbe fino al 110 % del PIL.

Il danno per l'Europa è già smisurato

Questi debiti sarebbero sostenibili, soprattuto perché i creditori di Cipro sanno che il paese non intende gettare il denaro nel salvataggio delle proprie banche e che non intende garantire per i debiti bancari. Per gli investitori in titoli pubblici le necessità di finanziamento sarebbero prevedibili, in quanto lo stato non sarebbe costretto a farsi carico degli imponderabili rischi bancari. Nella partita doppia di Cipro, sul lato Avere, ci sarebbero anche i potenziali ricavi dei giacimenti di gas davanti alle sue coste.

La mia tesi: Cipro non ha piu' accesso al mercato dei capitali perché gli investitori ritengono che dovrà garantire per le sue banche. E nel peggiore dei casi anche Cipro dovrà trovare un accordo negoziale con i suoi creditori. Per i creditori degli stati le cose non dovrebbero essere molto diverse rispetto a quelli delle banche. Ogni investitore si sceglie il proprio debitore, e deve sopportarne le perdite in caso di errore oppure se valuta in maniera sbagliata il merito di credito.

Queste sono le regole fondamentali dell'economia di mercato. Le politiche di salvataggio hanno sostituito queste leggi con un mercanteggiamento politico. Hanno trasformato il semplice eccesso di indebitamento di una banca - negli Stati Uniti dal fallimento di Lehmann il 15 settembre 2008 sono state smantellate 458 banche - in una farsa politica di dimensioni gigantesche.

Tutta l'Europa sta discutendo sul futuro delle banche cipriote. Fino a poco tempo fa nessuno le conosceva e nemmeno c'era bisogno di conoscerle. Per il normale cittadino non avevano alcuna reale importanza. Ma i salvatori europei hanno trasformato in un dramma il destino imprenditoriale di alcune banche estere di medie dimensioni, come se si trattasse di una catastrofe naturale.

Il danno per il progetto di pace europeo già oggi è immenso. Le politiche di salvataggio sono la negazione dell'economia di mercato e dello stato di diritto.
-->

Colpirne uno, per educare tutti gli europei del sud


Lost in Europe, un interessantissimo blog di analisi politica ed economica, propone un'interpretazione della condotta tedesca sul caso cipriota: era necessario un caso esemplare da usare come avvertimento per gli europei del sud. Da Lost in Europe
Nella crisi di Cipro le parti si preparano a tutte le opzioni. Piano A, Piano B, uscita o espulsione - tutto è possibile. Gli osservatori a Bruxelles hanno un senso di dejà-vu: come è accaduto un anno fa con la Grecia, Berlino vuole trasformare Cipro in un caso esemplare.

Ricordiamocelo: Schäuble, Söder, Rösler - nell'estate 2012 hanno invitato ripetutamente la Grecia ad uscire. Solo un raid del segretario del tesoro americano Geithner sull'isola di Sylt aveva portato ad una svolta.

Ancora una volta è stato necessario un americano per salvare la Germania e l'Europa da un disastro economoco e da un grande incidente di politica estera. Se lasciamo che Cipro esca, ci saranno dei danni enormi.

E' chiaro che Merkel, Schäuble & Co. intendono usare questa crisi per farne un caso esemplare. Lo ha spiegato in maniera molto chiara il Ministro delle Finanze maltese Scicluna, quando sul "Times of Malta" ha descritto la riunione di venerdi' scorso. Citazione dal "Times of Malta":


"So the package had to create the precedent of penalising the depositor rather than the taxpayer. Of course, like all attacks, the collateral damage to be suffered by the Cypriot people could not be avoided. The €18 billion financial gap had to be filled in partly by a €10 billion EU bail- out and a matching €8.5 billion bail- in. This includes gold sales, privatisation, a stiff levy on interest from bank deposits covering both guaranteed and non guaranteed ones, and an ambitious 4.5 per cent of GDP consolidation which will cut Cyprus’s enormous debt back to 100 per cent by 2020. More questionable for a micro state is a proposed downsizing of their domestic banking sector to European average proportions.

All this was “agreed” to by the Cypriot government representative who, with a pistol to the head, was naturally unusually co- operative. But it took nearly 10 long hours before the Cypriot minister’s body and soul became exhausted enough for him to assent to this accord. As soon as that happened Schauble demanded that all wire transfers to and from the Cypriot banks would cease forthwith.

The feeling one got on exiting the meeting in the early hours of the day was that never in one’s life would one like to dream the experience let alone live it. That is indeed salutary to any finance minister who needs to be reminded that any fiscal slippage in the country’s public finances is done at a great risk to the country’s economic welfare"


Scicluna parla di un'aggressione, di una "pistola puntata alla testa" e di una lezione di vita che Schäuble ha dato agli "amici ciprioti" e agli altri ministri delle finanze. L'insegnamento: ogni situazione finanziaria difficoltosa puo' essere rischiosa per la vita!

Alcuni dei lettori di questo blog e molti tedeschi saranno soddisfatti per questa lezione. Finalmente la Germania è rimasta inamovibile, finalmente un paradiso fiscale è stato smantellato! Perfino Verdi e SPD applaudono.

Ma la gioia naturalmente è destinata a durare poco. Da un lato Schäuble è corresponsabile della crisi, come già scritto (“Schäubles Schuld”). La questione poteva essere risolta amichevolmente già in autunno.

Dall'altro ha imposto a Cipro condizioni impossibili da soddisfare. Ha preteso un "bail-in", vale a dire una partecipazione dei risparmiatori al salvataggio. Ma le casse sono vuote. E' come cercare di rubare qualcosa a un povero - per poi meravigliarsi di non aver trovato nulla.

Ma soprattutto Schäuble è stato arbitrario. Perché Cipro deve cambiare il suo modello di business, se i paradisi fiscali Lussemburgo, Irlanda e Olanda possono andare avanti tranquillamente?

Perché gli investitori russi sono cattivi, mentre quelli britannici, americani e tedeschi (pesantemente esposti in Irlanda) sono buoni? Perché i britannici e i tedeschi hanno potuto salvaguardare i loro investimenti a Cipro, al contrario i russi non hanno potuto?

A quanto pare - ancora una volta - si trattava di farne un caso esemplare per gli europei del sud. Probabilmente si vuole dare anche a Italia e Spagna una dimostrazione di forza. Il nord invece è escluso - e questo non va bene.

venerdì 22 marzo 2013

Il dumping salariale tedesco

Il governo Belga accusa la Germania di dumping salariale e ricorre presso la Commissione Europea. Il salario minimo non esiste e quando esiste non viene rispettato, le nostre aziende stanno chiudendo per colpa vostra: in Germania è tutto permesso. Da FAZ.net






Il governo belga solleva delle dure accuse contro i vicini tedeschi: nei settori a basso salario, i vostri lavoratori sono sottopagati. Il Belgio annuncia un ricorso alla Commissione Europea.

Il governo belga intende portare la Germania davanti alla Commissione Europea accusandola di dumping salariale. Il governo tedesco, infatti, permette che lavoratori provenienti principalmente dall'est Europa siano sfruttati e sottopagati nei cosiddetti settori a basso salario (Niedriglohnsektor), accusano il Ministro del Lavoro Monica de Coninck e il Ministro dell'Economia Johan Vande Lanotte. Poiché non esiste un salario minimo, le macellerie, le aziende di giardinaggio o le segherie tedesche possono offrire i loro servizi ad un prezzo cosi' basso che i concorrenti belgi finiscono fuori mercato.

Questa concorrenza sleale spingerebbe le imprese a delocalizzare dal Belgio alla Germania. "Non cerchiamo lo scontro", ha dichiarato De Coninck. Ma le pratiche indegne devono essere fermate. Già lo scorso anno, la Commissione nelle sue raccomandazioni specifiche per gli stati membri, aveva criticato la Germania a causa dei salari troppo bassi in rapporto alla produttività.


Tutto è permesso

La Germania deve impegnarsi affinché la situazione cambi. Anche fra i 7.5 milioni di minijobber sono ancora troppo pochi quelli che riescono a fare il salto verso un lavoro full time regolare. Indipendemente da questo, il portavoce ha chiarito che la Commissione europea da tempo spinge i diversi paesi ad introdurre per legge un salario minimo. Sarebbe un importante contributo per evitare che le persone con un posto di lavoro finiscano per vivere in povertà.

La critica belga riguarda prima di tutto l'utilizzo nei macelli tedeschi di lavoratori dall'Europa dell'Est con una paga oraria di pochi Euro all'ora. Per questa ragione, invece di farla macellare in Belgio, è diventato piu' economico far lavorare la carne in Germania per poi reimportarla in Belgio, secondo il ministro Vande Lanotte. Poiché in questi settori non esiste un salario minimo, la bassa paga oraria finisce per non infrangere alcuna legge. "Tutto è permesso", ha detto il Ministro dell'Economia. Anche i sindacati europei sostengono lo stesso argomento da molto tempo.

Di fatto la situazione secondo gli esperti è un po' piu' complessa. Molti dei lavoratori dall'Europa dell'Est sono occupati illegalmente: o come pseudo-lavoratori autonomi oppure come dipendenti di società fittizie. Tuttavia anche nel settore edile, dove esistono i minimi salariali, i lavoratori vengono pagati meno di quanto previsto dai contratti.

Si tratterebbe prima di tutto di applicare meglio le regole già esistenti, si dice alla Commissione Europea. Le autorità europee già l'anno scorso hanno presentato proposte concrete, che pero' secondo il parere dei Verdi e dei Socialdemocratici al Parlamento Europeo avrebbero portato ad un indebolimento dei controlli.

Che la Commissione possa avviare un'azione legale contro la Germania per dumping salariale è abbastanza improbabile. L'introduzione di un salario minimo è una responsabilità esclusiva degli stati. Manca la base giuridica, ha detto il portavoce di Andor. Semmai, le raccomandazioni specifiche fatte per ogni paese potranno essere utilizzate come un primo passo per ulteriori azioni contro la Germania. La loro funzione è stata rafforzata all'interno delle piu' ampie riforme europee introdotte dopo lo scoppio della crisi Euro.

In questo contesto gli stati membri con un avanzo delle partite correnti saranno chiamati a fornire un contributo alla riduzione degli squilibri macroecnomici con un aumento dei salari. Se gli stati non dovessero rispettare la decisione, la Commissione potrà tuttavia infliggere solo sanzioni molto contenute.

Münchau: senza unione bancaria l'Euro ha i giorni contati


Münchau, nel suo piu' recente commento su Der Spiegel, torna a parlare della crisi cipriota e lancia un avvertimento: senza l'unione bancaria l'Euro è destinato a fallire. Cipro è solo l'inizio. Da Der Spiegel.
Il Parlamento di Nicosia con il suo rifiuto di espropriare i clienti delle banche ha evitato il peggio. Il pessimo escamotage proposto dai paesi EU è fallito. Ecco perché un'insolvenza dello stato non sarebbe la cosa peggiore.

Angela Merkel e Wolfgang Schäuble erano le menti dietro  l'attentato ai risparmi ciprioti. Trovo incredibile il modo in cui i bravi partiti di opposizione tedeschi commentano lo scampato pericolo. All'inizio mentre la casa stava bruciando, hanno parlato a bassa voce. Cosi' Wolfgang Schäuble ha potuto ripetere indisturbato sui media la storia secondo cui sarebbe tutta colpa del presidente cipriota Nikos Anastasiades. Sarebbero stati i ciprioti alla fine ad aver deciso il prelievo dai depositi dei piccoli risparmiatori. Al contrario, è stato prima di tutto il ministero di Schäuble ad aver messo in campo l'imposta patrimoniale.

La partecipazione dei piccoli risparmiatori è il risultato della proposta tedesca, sommata ai vincoli di politica interna a Cipro. L'economista spagnolo José Carlos Diaz ha commentato: in Europa non ci sono segni di vita intelligente.

Cipro si dirige verso un default sovrano - a meno che una delle parti non decida di arretrare dalle proprie posizioni. Una bancarotta di stato ed un'uscita dall'Euro non sarebbero in ogni modo lo scenario peggiore. Ancora peggio è lasciare che la Germania e Cipro continuino a vivere insieme all'interno di una unione monetaria che entrambi realmente non supportano.

Cipro non vuole un'interferenza negli affari interni

La crisi di Cipro è un chiaro esempio: mostra che ogni unione monetaria ha necessariamente bisogno di una unione bancaria. Non sto parlando del controllo bancario che si sta centralizzando a Francoforte, piuttosto di una gestione centrale delle crisi bancarie e di una garanzia europea sui depositi. In una vera unione monetaria non sarebbe arrivato Putin in aiuto, se veramente arriverà, ma i signori e le signore del controllo bancario.

Arriverebbero nel paese in gran segreto, muniti di pieni poteri esecutivi. Prenderebbero in consegna le banche, metterebbero i sigilli alle porte e rimborserebbero il piccolo risparmiatore fino al limite della garanzia sui depositi in vigore. Tutto il resto del patrimonio ancora disponibile verrebbe liquidato - prima le azioni, poi le obbligazioni subordinate, poi le senior e alla fine i depositi superiori al limite della garanzia.

L'importo della garanzia a Cipro è di 100.000 €. Io credo si dovrebbe ridurre a 50.000 €, ovviamente non va bene se fatto a posteriori. In questo modo molti problemi sarebbero risolti.

Il problema in Europa è che la Germania non sostiene l'unione bancaria e Cipro impedisce un'ingerenza nelle questioni interne. Per questa ragione io credo il problema sia irrisolvibile, almeno all'interno di una unione monetaria.

La banche cipriote hanno bisogno di capitale, non di credito

Anche un ulteriore prestito dalla Russia non sarebbe di grande aiuto, perchè Cipro resterebbe schiacciato dal peso degli interessi. Le banche cipriote hanno bisogno di capitale, non di crediti. Una volta bocciata la tassa patrimoniale, non è chiaro da dove dovrebbe arrivare il denaro. A meno che i russi non considerino l'aiuto a Cipro come un investimento militare strategico che gli offre una base navale all'interno della zona Euro. A coloro che caldeggiano questa soluzione, auguro buon divertimento.

Piu' realisticamente si dovrebbe lentamente iniziare a prendere confidenza con l'idea di un default sovrano. Senza una garanzia comune sui depositi e una gestione comune delle crisi bancarie, l'Euro non potrà essere tenuto insieme ancora a lungo. Non c'è via di uscita dalla desolante situazione di Cipro, Grecia, Spagna e Portogallo. Questi paesi sono troppo deboli per risanare il loro settore bancario. E i fondi di salvataggio europei non saranno di aiuto. Le somme previste sono troppo piccole.

In Germania la crisi di Cipro è il terreno di coltura ideale per il nuovo partito anti-Euro "Alternative für Deutschland". Io non condivido le loro posizioni - al contrario. Ma almeno le loro idee hanno una cerca consistenza. L'uscita dall'Euro paventata dal partito è una diretta conseguenza dell'evidente limite alla solidarietà mostrato da Merkel. Quello che invece non è affatto coerente, è la combinazione fra la politica europea di Merkel e la promessa di voler mantenere l'Euro ad ogni costo. 

Non ci sarà una rottura dell'Euro sul caso Cipro. E' un paese troppo piccolo. Ma Cipro ci mostra il modo in cui l'Euro si dissolverà.

giovedì 21 marzo 2013

Tutti gli errori di Herr Schäuble

Herr Schäuble, nel tentativo di usare la crisi debitoria a Cipro per fare campagna elettorale interna, ha commesso una serie di errori. Da Lost in Europe

La crisi di Cipro si estende. Dopo che gli Eurosalvatori hanno fallito nel tentativo di introdurre un prelievo obbligatorio sui depositi, si inizia a parlare di un possibile collasso dell'isola. Il ministro Schäuble dice di essere preparato per ogni evenienza - ma è lui il solo ad avere molto da perdere.

La Germania dopo la Grecia è il secondo creditore di Cipro.  Le banche tedesche hanno investito 5.9 miliardi di Euro nel paradiso fiscale (dati International Bank of Settlements) - ci sa spiegare il motivo, Herr Schäuble?

Ma questa non è la sola preoccupazione che affligge il ministro. Molto piu' grande è la paura di perdere l'aurea dell'invincibile Eurosalvatore - e innescare una reazione a catena.

Se Cipro dovesse dichiarare l'insolvenza e lasciare l'Euro, la Grecia e il Portogallo seguirebbero a breve. Poi sarebbero l'Italia e la Spagna ad essere sotto pressione. Alla fine potrebbe essere tutto il sud Europa a crollare - nel peggiore dei casi proprio durante la campagna elettorale tedesca. 

E ora arriva la punizione per la scelta fatta da Schäuble di posticipare la decisione sul caso Cipro. Non è stato il suo unico errore. Di fatto tutta la politica tedesca sul caso Cipro è un fallimento:

Errata analisi delle cause: Cipro è finito nei guai a causa degli errori fatti con il salvataggio greco, soprattutto dopo il taglio del debito. Ma Schäuble sostiene che un settore bancario troppo grande ne sia la causa.

Manovra populista diversiva: invece di affrontare il problema concretamente, l'opinione pubblica tedesca è stata distratta con i ricchi oligarchi, la mafia russa e il riciclaggio di denaro. Per la prima volta la scorsa settimana Schäuble ha ammesso di non averne nessuna prova. 

Tattica del rinvio: Cipro ha presentato la sua richiesta di aiuto già nel giugno dello scorso anno. Nel mese di novembre la Troika aveva presentato un "Memorandum of Unterstanding" (MOU) - ma Schäuble aveva detto no. E cosi' del tempo prezioso è andato perduto. 

Diktat di Berlino: il MOU prevedeva tasse immobiliari piu' alte, ma nessun prelievo forzoso. La Troika non aveva chiesto nessun "contributo" di 5.8 miliardi di Euro. E' stato Schäuble ad escogitarlo - con le famose conseguenze.

Violazione delle regole EU: probabilmente il governo cipriota era libero di decidere come ottenere questi 5.8 miliardi di Euro. Ma il prelievo di denaro dal piccolo risparmiatore era in contrasto con il diritto comunitario. E questo Schäuble lo sapeva, e poteva evitarlo.

Naturalmente anche i ciprioti sono corresponsabili per la debacle. Ma se siamo finiti nella crisi, se c'è stata una escalation, dobbiamo prima di tutto ringraziare il nostro tesoriere supremo. Sull'isola dei giocatori d'azzardo...è stato fregato!

Chiunque legga il MOU, vi troverà numerose alternative alle attuali richieste dell'Eurogruppo. IL FMI aveva inoltre proposto una ristrutturazione del debito cipriota. E poi naturalmente c'era la possibilità di ricapitalizzare le banche direttamente con il fondo ESM, come proposto da Y. Varoufakis. Schäuble non puo' certo dire che la sua politca è la sola possibile - al contrario è solo un intralcio per ogni altra possibile soluzione.

Arrivano i russi?


Merkel e Schauble, troppo impegnati nel preparare la campagna elettorale, non hanno compreso le dimensioni della crisi cipriota. Ora entrano in scena i russi, ed inizia un braccio di ferro. Da Der Spiegel.
Cipro ha respinto il piano di salvataggio di Bruessel - ora Mosca dovrà aiutare l'isola, ormai sull'orlo della bancarotta. Ma Putin potrebbe chiedere un prezzo molto alto. 

 
Gli abitanti di Limassol chiamano la loro città la "piccola Mosca", per via dei tanti uomini d'affari russi. Nella parte sud di Cipro sono domiciliate molte holding degli oligarchi. Ora che il parlamento di Nicosia ha rifiutato il piano degli europei, il governo di Cipro cerca aiuto nella stessa direzione da cui negli anni scorsi sono arrivati sull'isola mediterranea tanti miliardi: verso est, verso la Russia.

 
Il presidente Nikos Anastasiades si tiene in contatto telefonicamente con il capo di stato russo Wladimir Putin. Il ministro delle finanze Michael Sarris martedi sera è arrivato a Mosca. Sarris sta trattando con il Cremlino e altri funzionari il sostegno russo. I vertici di uno stato membro dell'EU e dell'Eurozona vanno a Mosca per elemosinare aiuto - per il Cremlino ci sono stati sicuramente momenti peggiori.

 
Qual'è la posizione di Mosca nella crisi di Cipro?

 
Per la Russia, fra i paesi EU, Cipro e la Grecia hanno un ruolo speciale. Molti ciprioti e greci appartengono alla chiesa ortodossa, da sempre in rapporti molto stretti con il patriarca di Mosca. L'Arcivescovo di Cipro Chrysostomos ha perfino chiesto al patriarca Kirill di intercedere presso Putin in favore di Cipro.

 
I colloqui a Mosca non saranno facili, il Ministro delle Finanza russe Anton Siluanow è molto arrabbiato: Mosca è stata informata troppo tardi sui salvataggi e sulla tassa patrimoniale. Il predecessore di Siluanow, l'uomo di fiducia di Putin Alexej Kudrin, parla addirittura di "mancanza di rispetto".
 
 
La Russia deve temere la crisi di Cipro?

 
Si' e no. Insieme ai britannici, i russi sono gli investitori piu' grandi sull'Isola. Le somme esatte non le conosce nemmeno il governo di Mosca. Ma secondo le diverse stime i depositi degli investitori russi sarebbero tra i 20 e i 40 miliardi di dollari. La banca pubblica Sberbank ha stimato essere pari al 40 % la quota russa nei 5.8 miliardi di Euro da incassare con la tassa patrimoniale. I media moscoviti ipotizzano perfino un possibile contagio della crisi verso il grande paese: nel loro racconto i sistemi bancari dei due paesi sarebbero "legati come gemelli siamesi".

E' una paura esagerata. Un aggravamento della crisi cipriota o addirittura un fallimento di stato colpirebbe duramente le banche russe. Si fa il nome della banca statale VTB, a causa di una controllata cipriota. Ma considerando le riserve valutarie pari a 530 miliardi di Euro, lo stato russo e la sua economia sembrano essere abbastanza forti da poter sostenere le perdite di tutti i depositi russi a Cipro.

Che cosa vuole ottenere la Russia?

Primo: limitare i danni per gli investitori russi. A differenza del predecessore Boris Jelzin, Putin non tiene a distanza gli oligarchi. Il Cremlino prende in considerazione i loro interessi e cerca di tutelarne gli investimenti, secondo Alexej Muchin, direttore del Centro per l'Informazione politica. Putin non ha "alcun interesse a farsi nuovi nemici". 

Secondo: usare la crisi per migliorare l'immagine del paese. Il Cremlino vorrebbe dare alla Russia un'immagine di stabilità durante la crisi e proporre il paese come un sicuro rifugio finanziario, sia verso l'esterno sia verso i suoi cittadini. I media russi fanno a gara nel dare già spacciata l'Unione Europea. Si parla di "Euro-bolscevismo", perfino la columnist di opposizione Julija Latynina parla di "parassiti europei, che si nutrono di Cipro e Russia". Mentre l'Europa è schiacciata da una montagna di debiti, il Cremlino brilla per il suo successo finanziario. Grazie ai grandi introiti dovuti alla vendita di gas e petrolio, il deficit nel 2012 è rimasto all'0.8% del PIL, il debito pubblico è inferiore al 10%.

La Russia aiuterà Cipro?

Piu' si' che no. Mosca ha già concesso a Nicosia lo scorso anno 2.5 miliardi di Euro di credito. Cipro spera di posticipare la scadenza al 2021 e di aumentare l'importo fino a 5 miliardi di Euro. Mosca pero' vuole concedere l'aiuto solo a determinate condizioni.

Gli obiettivi di Mosca

Piu' trasparenza: Mosca vuole avere piu' informazioni sul denaro russo e sulle aziende russe nell'isola. Cipro è una sorta di lavatrice per il denaro russo. Anno dopo anno vengono trasferiti sull'isola decine di miliardi, che poi sono reinvistiti subito dopo nella stessa Russia. Nel 2010 Cipro è stato il piu' grande investitore estero in Russia con oltre 50 miliardi di dollari. Gli investimenti dalla Germania sono stati solo 21 miliardi di Euro.

I criminali e gli oligarchi amano Cipro perché permette loro di risparmiare tasse e ripulire il denaro. Numerose grandi aziende russe appartengono formalmente a piccole società con sede a Cipro. Il Cremlino vuole cambiare queste regole.

Gas: in cambio del sostegne russo, Cipro potrebbe dare la priorità al colosso del gas russo Gazprom nello sfruttamento dei giacimenti davanti alla costa.

Controllo sulle società cipriote: le imprese russe, in caso di privatizzazione delle imprese statali cipriote, potrebbero essere favorite. 

Presenza militare: la Russia ha piani ambiziosi per la creazione di una flotta del Mediterraneo. Nel Mediterraneo pero' dispone solo di un porto: una piccola base navale marina nella città siriana di Tartus. Non è da escludere che in cambio di auti finanziari la Russia possa pretendere una cooperazione militare piu' stretta.