domenica 11 settembre 2016

La strategia dello scoiattolo

La stampa tedesca celebra il nuovo record mondiale, nel 2016 la Germania tornerà ad avere il piu' grande saldo commerciale con l'estero. Da Manager Magazine, rivista manageriale del gruppo Der Spiegel, una riflessione sui rischi di questa strategia, di Daniel Stelter.

La Germania è il nuovo campione del mondo dell'export! Nell'ultima settimana i media giubilanti ci hanno informato che con un saldo commerciale positivo di 310 miliardi di dollari quest'anno supereremo la Cina. Notizia fantastica, almeno cosi' ci dicono. Niente meglio di questo dato ci mostra quanto la nostra economia sia ben organizzata. Le nostre industrie vanno bene, sono altamente innovative ed estremamente competitive. Le condizioni migliori per garantire in futuro pensioni più' alte o migliori prestazioni sociali. Riusciamo a gestire con tranquillità le ondate migratorie e la crisi Euro, ce lo possiamo permettere.

Purtroppo questo punto di vista è falso. In verità funziona un po' come con lo scoiattolo, raccoglie diligentemente le noci e le nasconde - quindi risparmia - ma durante il duro inverno ne ritroverà solo una parte. Anche se lo scoiattolo non dovesse ritrovare tutte le noci, per lui potrebbe non cambiare molto, l'importante è non morire di fame. Per noi non è la stessa cosa, perché se non dovessimo più' ritrovare tutte le nostre noci, potremmo andare incontro a notevoli sconvolgimenti politici e sociali.

Gli avanzi commerciali con l'estero significano export di capitali

Su queste pagine ho già spiegato più' volte come funziona il legame fra gli avanzi commerciali con l'estero e la creazione del risparmio. Tuttavia è utile chiarirlo ancora una volta. Quando un paese consegue un avanzo commerciale con l'estero questo significa inevitabilmente un export di risparmio verso l'estero. O sotto forma di prestiti o sotto forma di investimenti diretti. 

Per spiegarlo, supponiamo che non vi sia alcun commercio con l'estero. In questo caso l'economia è composta dalle famiglie, dalle imprese e dallo stato. Ognuno di questi settori può' risparmiare oppure fare debiti oppure aumentare il proprio capitale. La somma dei saldi finanziari dei 3 settori è per definizione zero. Se le famiglie risparmiano, come normalmente accade, le imprese avranno un deficit, perché per investire dovranno rivolgersi ai risparmi delle famiglie. 

Come la Germania esporta i suoi risparmi

La situazione è diversa se si introduce l'estero come nuovo settore. Cosi' puo' essere che un paese importi risparmio dall'estero, oppure esporti i propri risparmi. La somma dei saldi finanziari dei 4 settori, imprese, famiglie, stato ed estero deve comunque essere pari a 0.

Guardiamo ai dati della Germania nel 2015:

- saldo finanziario delle famiglie: 4.8% del PIL, vale a dire tutte le famiglie hanno risparmiato il 4.8% del PIL

- saldo finanziario delle imprese: 3.2% del PIL. Vale a dire un risparmio netto del 3.2%

- saldo finanziario dello stato, 0.6 % del PIL, il famoso "zero nero" (bilancio pubblico in attivo)

Se la Germania fosse un'economia chiusa ci troveremmo in una grave crisi. Ci sarebbe una mancanza massiccia di domanda, pari all'8.6% del PIL, perché tutti stiamo risparmiando. Ma della crisi non c'è traccia.  Di questo dobbiamo ringraziare l'estero, verso il quale abbiamo esportato i nostri risparmi in eccesso pari all'8.6% del PIL.

Questo significa anche che l'estero ha acquistato dalla Germania piu' merci di quante non ne abbia importate per un valore pari all'8.6% del PIL. Il titolo di principale esportatore mondiale si applica ai beni e ai risparmi allo stesso tempo.

La Germania investe i suoi risparmi in maniera stupida

Fino ad ora si poteva comunque dire che gli avanzi commerciali non sono poi' cosi' male. Alla fine sono crediti verso l'estero che potremo esigere nei prossimi anni o decenni, quando da noi si faranno sentire gli effetti dell'invecchiamento della popolazione. Per fare cio' sarebbe necessaria una diversificazione globale attraverso un fondo sovrano come accade in Norvegia.

Questo tuttavia non accade. Le nostre banche e assicurazioni nei decenni scorsi hanno preferito investire i nostri risparmi nei sub-prime americani oppure nei titoli di stato greci. Solo nella crisi finanziaria abbiamo perso fra i 400 e i 600 miliardi di Euro, stima DIW - circa il surplus estero di 2 anni interi! La somma degli avanzi commerciali degli ultimi anni è nettamente superiore alla crescita delle attività sull'estero. Come gli scoiattoli raccogliamo diligentemente ma poi non troviamo tutto quello che avevamo nascosto.

Nel migliore dei casi sui nostri risparmi non riceveremo alcun interesse

Questa politica non sembra voler cambiare. I credit Target-II della Bundesbank nati con l'alluvione di liquidità della BCE, momentaneamente finiti nell'oblio, continuano a crescere. Al momento sono oltre 600 miliardi di Euro. Sono crediti verso i paesi in crisi come Grecia e Italia, vengono remunerati secondo di tassi di finanziamento della BCE, quindi a tasso zero.

Nel migliore dei casi sui nostri risparmi non otterremo alcun interesse, nella peggiore delle ipotesi dovremo rinunciare ad una parte dei crediti in seguito alla ristrutturazione del debito nella zona Euro - sia attraverso un taglio del nominale oppure nascosto dall'inflazione. Avremmo potuto pure regalarle le nostre auto.

Il discorso sullo scoiattolo stupido vale anche indipendentemente dai crediti Target II. In un mondo super-indebitato non è una buona idea essere creditori. Per questo sarebbe molto meglio spendere di più' nel nostro paese e indirizzare meno credito verso l'estero.

Se la scelta è prestare il nostro denaro al ministro delle finanze spagnolo, italiano, o portoghese, oppure investire nel nostro paese, la risposta è chiara. Se i soldi prestati non dovessero tornare indietro, preferisco aver finanziato una buona infrastruttura e una buona rete a banda larga in Germania, piuttosto che in Italia.

Investimenti nazionali urgenti e necessari

Risparmiare dovrebbe servire ad aumentare lo stock di capitale di una economia e quindi ad aumentarne la prosperità nel lungo periodo. Come abbiamo visto questo purtroppo non sta accadendo. Il surplus commerciale dovrebbe essere più' un motivo di dolore che di gioia. 

Sarebbe molto meglio investire nel nostro paese:

- le industrie su cui si basa il nostro successo sono tutte nate in epoca imperiale. E' necessario affrontare le sfide imposte dal cambiamento tecnologico.

- L'infrastruttura pubblica cade a pezzi. Non c'è bisogno di alcun studio, uno sguardo sulle strade circostanti è sufficiente.

- Il sistema scolastico è lontano dal porre le basi per la società ad alta tecnologia del futuro. Nell'ultimo Ranking delle migliori università del mondo, non c'era una sola università tedesca fra le prime 50. La TU München è solo al 60° posto. Sulla qualità delle scuole, come Berlinese in questa sede non voglio esprimermi.

- Se si consente una immigrazione incontrollata, allora si deve anche mettere a disposizione il denaro necessario per mantenere più' basso possibile il danno a lungo termine.

- Poiché l'investimento all'estero dei risparmi, in considerazione dello sviluppo demografico, non è necessariamente uno sbaglio, dobbiamo investire meglio i nostri soldi. Idee per un fondo sovrano pubblico ce ne sono già molte e la Bundesbank dovrebbe seguire l'esempio della banca centrale svizzera e acquistare azioni.

Purtroppo il nostro governo federale nega queste considerazioni. L'adesione allo "zero nero" spinge il risparmio verso l'estero e rende possibile il surplus commerciale. Una illusione di prosperità da cui ci sveglieremo con una botta piuttosto dolorosa, quando i crediti esteri diventeranno inesigibili. La prossima volta che sentirete gli applausi e le lodi per i nostri avanzi commerciali con l'estero, pensate allo scoiattolo. Un animale grazioso, ma non particolarmente intelligente.

sabato 10 settembre 2016

L'Italia non puo' permettersi l'Euro

Su Die Welt, Holger Zschäpitz ricorda ai tedeschi quanto l'economia italiana sia inefficiente e quindi destinata al fallimento: la vacanza in Sardegna di un redattore economico che non stima gli italiani, ma forse li ama.

Holger Zschapitz die welt vacanza in italia

E' possibile? La cassa 3 è davvero libera? Il mio istinto tedesco mi dice che dove non c'è nessuno non si incassa un euro. Ma questo è un errore. Perché in Italia c'è ancora il cassiere che resta fermo alla cassa deserta. Il cassiere che aspetta i clienti invece di lasciare la cassa per mettere a posto gli scaffali quando non c'è nulla da fare. Mi fa un cenno amichevole. Mi trovo nel discount MD, in Italia, spingo il mio carrello verso la cassa 3 e metto i miei articoli sul nastro trasportatore.
 

Ognuno di noi in vacanza ha il proprio capriccio. Quando vado all'estero, la visita a un discount per me è un must. I discount in Italia hanno una quota di mercato dell'11%, da noi è quasi 4 volte superiore. Ma in nessun altro luogo è possibile osservare in pochi metri quadrati nuda e cruda la cultura di un altro paese.

Ancora una volta un bastone nelle ruote

Quello che ho vissuto alla cassa durante la mia recente vacanza in Sardegna, è simbolico per l'intero paese. Per diverse ragioni l'Italia è un paese amabile, ma troppo inefficiente per poter sopravvivere a lungo nell'eurozona. Il paese intero ti dà l'impressione che ci sia sempre qualcuno pronto a mettere un bastone negli ingranaggi economici per rendere impossibile lo sviluppo economico. 

Si inizia al supermercato, ma anche al discount, dove i prezzi sono in media del 20% più' alti di quelli tedeschi. Gli stessi prodotti locali come il prosciutto italiano o il Campari costano piu' che in Germania. Gli esperti del Fondo Monetario Internazionale parlano di strutture economiche incrostate, che non permettono una reale concorrenza.

Lo si vede chiaramente al distributore. Per la benzina il prezzo è di 1.44 Euro al litro, circa 14 centesimi sopra quello tedesco. Dipende naturalmente da una diversa tassazione. Ma anche al netto delle tasse, gli italiani devono pagare molto di più'. In media la differenza negli ultimi dieci anni è stata di circa il 10%. Soprattutto nei periodi di caduta dei prezzi delle materie prime, c'è bisogno di tempo prima che i prezzi bassi arrivino alla stazione di servizio. 


Durante il mio soggiorno in Sardegna i prezzi del petrolio sono scesi del 10%, ma alla pompa il calo si è appena notato. Si potrebbe pensare che i prezzi su di un'isola sono più' alti che sulla terraferma, perché il combustibile deve essere trasportato. Tutt'altro, nelle vicinanze della nostra casa si trova la raffineria Saras, l'azienda più' grande di tutta la Sardegna. 

L'Italia è il paese che in Europa spende meno per l'istruzione

Perché i prezzi sono cosi' alti, l'amichevole benzinaio purtroppo non è riuscito a spiegarmelo. Probabilmente anche perché io non parlo italiano e lui non parla inglese. Il suo unico commento è stato "scuola kaputt",  dovrebbe significare che il sistema scolastico italiano non può' essere considerato fra i migliori. Solo pochi italiani parlano inglese, come mi era accaduto di osservare durante la precedente vacanza in Sicilia o in nord Italia. Le statistiche ufficiali lo confermano. 

Solo il 15% degli italiani ha un titolo di studio universitario, in Europa la percentuale è piu' bassa solo in Romania e in Turchia. Anche sul livello medio di istruzione il paese ottiene un risultato basso. L'Italia è il paese che in Europa spende meno per la formazione, si investe molto poco nelle università.


E questo ha delle conseguenze, l'Italia non può' fare affidamento su di una crescita guidata dal capitale umano, perché serviranno decenni prima che un nuovo sistema educativo possa dare un impulso positivo. Per la crescita è catastrofale: "L'Italia ha avuto negli ultimi 30 anni uno dei tassi di crescita più' bassi fra tutti i paesi industrializzati", secondo gli economisti del FMI. Il paese non è stato in grado di adattarsi alle nuove esigenze tecnologiche globali.

L'Italia ha bisogno di una svalutazione

Me ne sono accorto anche io con il mio Smartphone. Senza dubbio in Sardegna c'è segnale anche sulla spiaggia più' remota. Ma quando nel fine settimana gli italiani affollano le strade e le piazze, il trasferimento dei dati si blocca.

Il grande amore degli italiani per il loro cellulare, è probabilmente dovuto anche al fatto che in Italia l'Iphone è del 40 % più' caro che da noi. Queste differenze di prezzo hanno spinto la banca d'investimento Nomura a creare un iPhone-Index, un indice che compara il prezzo di un Iphone fra i diversi paesi, in grado di dirci se una valuta è sopravvalutata oppure sottovalutata. Secondo l'Iphone-index, l'Euro Italiano è sopravvalutato del 5% nei confronti di quello tedesco. Secondo la mia esperienza in vacanza, la sopravvalutazione sarebbe del 20%.

Nel periodo pre-Euro, la crescita dei salari superiore alla media era regolarmente corretta con le svalutazioni della Lira. Dall'introduzione della moneta unica il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto del 40%, e una correttura verso il basso sarebbe più' urgente che mai. Chi viaggia nel nord del paese, nota immediatamente i molti capannoni vuoti. Le cifre ufficiali confermano il quadro preoccupante: la produzione industriale italiana è tornata al livello degli anni '80. Molte imprese hanno dovuto presentare istanza di fallimento.

Più' banche che pizzerie

La difficile situazione del settore industriale ha trascinato il sistema bancario in una crisi profonda, come in nessun'altro paese europeo. Solo in Grecia la quota di crediti inesigibili nei bilanci delle banche è più' alta. E i profitti delle banche non sono sufficienti per coprire con le proprie forze buchi di bilancio. "In Italia ci sono più' banche che pizzerie", ci ha detto il proprietario dell'appartamento delle vacanze in un francese stentato.

In effetti, anche Monte dei Paschi, la banca in crisi, nel piccolo paese dove ho trascorso la vacanza in Sardegna si è potuta permettere un piccolo palazzo. L'istituto, che in borsa vale appena 700 milioni di Euro, ha ancora oggi oltre 1900 filiali. Nonostante cio' la banca viene puntualmente salvata dalle altre banche, in stile italiano. Gli istituti si aiutano a vicenda, e sperano di fare buoni affari.

La mia impressione è che in Italia ci sia sempre qualcuno pronto a mettere un bastone negli ingranaggi e in questo modo a mettere a repentaglio la permanenza del paese nell'euro. La mia vacanza è stata meravigliosa, e sono riuscito a restare sull'isola qualche ora in più' del previsto. Alla fine delle ferie sono rimasto bloccato in aereo perché in aeroporto non c'era un numero sufficiente di addetti al carico dei bagagli. E questo in un paese con un tasso di disoccupazione dell'11.6% ed una disoccupazione giovanile del 36.5%. 10 anni fa la disoccupazione era più' bassa di quella tedesca. Questo pensiero ha attraversato la mia mente, mentre fissavo l'asfalto. Ancora una volta, il mio istinto tedesco. 

venerdì 9 settembre 2016

AfD è il figlio tardivo dell'Agenda 2010

Christoph Butterwegge, professore all'Università di Colonia, politologo e ricercatore sul tema della povertà, politicamente vicino alla Linke, intervistato da deutschlandfunk.de prova a spiegare le ragioni della rapida ascesa di AfD. Da deutschlandfunk.de



AfD in forte ascesa, la SPD perde voti. Per il politologo Christoph Butterwegge c'è un collegamento diretto. "AfD è il figlio tardivo dell'Agenda 2010", ne parla il professore di Colonia in un'intervista a Deutschlandfunk (DLF). Il salario minimo o la pensione a 63 anni non cambieranno la situazione, queste riforme molto spesso non raggiungono le persone per le quali erano state pensate.

DLF: La SPD nei sondaggi raggiunge il minimo storico del 21 %. Questo dato esprime probabilmente gli effetti di una politica sociale sbagliata, di questo parlero' con il professor Christoph Butterwegge, politologo e ricercatore sul tema della povertà all'Università di Colonia che recentemente ha pubblicato anche un libro sul tema: "Reichtumsförderung statt Armutsbekämpfung". La SPD celebra se stessa per i suoi successi politici - è stato introdotto un salario minimo, la pensione a 63 anni e recentemente sono stati proposti miglioramenti per i contratti interinali. Anche questa è politica sociale - perché il messaggio non arriva agli elettori?

Butterwegge: Sono miglioramenti solo marginali. Il salario minimo ad esempio non cambia la situazione per la maggior parte dei percettori di un sussidio Hartz IV. Riesce forse a migliorare le condizioni in alcuni casi, nelle fasce salariali piu' basse, ma il cosiddetto settore a basso salario (Niedriglohnsektor) comprende ormai quasi un quarto dei lavoratori. E questa situazione non è cambiata con il salario minimo, per questa ragione non c'è fiducia nella SPD e nella sua capacità di fare qualcosa per i piu’ bisognosi. Anche le politiche di contenimento degli affitti (Mietpreisbremse) sono modeste, la pensione a 63 anni di cui lei parlava è un provvedimento che riguarda i lavoratori con 40 anni di contributi, vale a dire persone che sono state impiegate continuativamente per 40 anni, con tutti i contributi previdenziali pagati per decenni, e che non sono minacciate dalla povertà. Per evitare che nella nostra società aumenti il rischio povertà, soprattutto fra gli anziani, la SPD non ha fatto niente. Al contrario, con la riforma delle pensioni questa paura si è ulteriormente diffusa. Per me AfD è il figlio tardivo di questa agenda di riforme.

DLF: di questi dubbi, di queste paure, sta beneficiando AfD, almeno questo è quanto lei ci fa intendere. La SPD è quindi il principale responsabile dell'ascesa di AfD?

Butterwegge: Se non è colpevole è comunque responsabile, assistiamo a due curve che si muovono in maniera opposta, da un lato l’ascesa di AfD e dall’altro la caduta della SPD. E’ evidente che una parte degli elettori della SPD si sono spostati verso AfD: persone senza un lavoro, lavoratori non specializzati, persone che non hanno più fiducia nella SPD e nella sua capacità di garantire la giustizia sociale e di contrastare le disuguaglianze sociali. A causa della loro delusione si rivolgono ad AfD, sebbene io non credo che questa forza politica sia per una maggiore giustizia sociale.

DLF: volevo chiederle anche questo, se c’è un legame con il voto dei poveri, dei disoccupati e degli Hartz IV – si puo’ dire che votano per AfD?

Butterwegge: soprattutto se e quando vanno a votare – e questo fra gli Hartz IV e fra gli indigenti delle grandi città non accade spesso. La partecipazione al voto è scesa di molto, ma se e quando vanno a votare, sono naturalmente molto frustrati, e guardando al risultato elettorale in Sachsen-Anhalt, è facile capire che i disoccupati e i lavoratori non specializzati hanno votato anche per AfD, e che la SPD, che un tempo era il partito dei lavoratori, oggi non lo è piu’. E’ un trend naturalmente presente anche in altri paesi europei. Se penso all’Austria, anche la FPÖ a Vienna, da sempre la capitale della socialdemocrazia, prende molti voti dai lavoratori. E’ ormai evidente: dalla SPD o dalla SPO in Austria gli elettori non si aspettano molto. A causa di questa delusione ci si rivolge a una forza nuova, AfD, perché si spera che possa opporsi all’establishment. Io non credo che questi elettori possano realmente credere ad una effettiva capacità di AfD di difendere i loro interessi, perchè leggendo il programma politico, è chiaro che non c'è nulla per gli indigenti, per i disoccupati e per le persone socialmente svantaggiate.

DLF: ma leggendo il programma AfD potrebbe anche sembrare un partito per le persone svantaggiate? Per quanto riesco a capire, propongono ad esempio un salario minimo, la difesa dello stato sociale, l'ammodernamento di Hartz IV con ulteriori possibilità di guadagno - non suona poi cosi' male.

Butterwegge: se si guardano le altri parti del programma, si nota subito l'abolizione della tassa di successione. Si tratta di un punto evidentemente a favore delle persone abbienti, non certo dei nullatenenti. Soprattutto per gli imprenditori, che potranno ereditare aziende intere senza dover pagare alcuna tassa. Sono punti del programma che mi fanno pensare che AfD è il partito di chi ha paura di perdere la propria situazione privilegiata. Un partito della piccola borghesia che nella crisi teme di finire schiacciata dall'alto e dal basso. Posso fare un parallelo storico con la Repubblica di Weimar, senza voler fare un paragone con l'ascesa dei nazisti, è evidente che la piccola borghesia in Germania, quando è travolta dalla paura, si sposta politicamente a destra. Io penso che nell'Ovest, mi riferisco alle elezioni regionali del Baden-Württemberg, non sono stati i disoccupati a dare slancio elettorale alla AfD, sono stati soprattutto gli elettori della classe media, della piccola borghesia, che temono di perdere il loro benessere.

DLF: ma le paure sono veramente così grandi? Se guardiamo agli ultimi dati, l'economia tedesca e i consumi crescono, i timori non dovrebbero essere poi cosi' fondati.

Butterwegge: beh ma queste statistiche e queste indagini ci dicono che le prospettive per l'economia e per l'industria sono positive. Ma lo stato d'animo personale e la paura di una vecchiaia in povertà, dovuta all'indebolimento del sistema pensionistico, questi timori sono presenti. E' piu' probabile che le persone votino secondo il loro stato d'animo che non secondo le stime sugli utili di Siemens, di Allianz o Daimler. Probabilmente è cosi'...

DLF: e questo secondo le sue valutazioni significa che AfD ha ancora un grande potenziale ed è qui per rimanere a lungo.

Butterwegge: temo di sì, anche perché si stanno muovendo in maniera molto professionale. Basta guardare al modo in cui con la loro politica anti-euro sono riusciti a raccogliere consenso sulla paura che i paesi in crisi ci portino via i nostri risparmi e il nostro benessere, oppure la campagna anti-rifugiati e la capacità di catalizzare le paure di una invasione straniera. Oppure in primavera quando hanno avviato un nuovo corso politico anti-islam dopo aver preso atto che la politica anti-rifugiati non tirava piu' come prima, visto che ne arrivavano sempre meno. E' evidente che la politica viene fatta in maniera professionale, per questo credo che AfD non sia un partito effimero destinato a scomparire in fretta.

mercoledì 7 settembre 2016

Oskar Lafontaine sul successo elettorale di AfD

Da FB l'interessante commento di Oskar Lafontaine sul successo elettorale di AfD alle elezioni regionali nel Mecklenburg-Vorpommern




Le elezioni regionali nel Mecklenburg-Vorpommern sono state un voto di protesta nei confronti delle politiche sui rifugiati di Merkel e contro i tagli al welfare. Molti degli elettori di AfD hanno voluto esprimere il loro dissenso nei confronti delle politiche di accoglienza di Merkel e verso le politiche neo-liberiste degli ultimi anni e i conseguenti tagli allo stato sociale. Sarebbe un errore fatale considerare questo voto di protesta come un voto di destra.

I corresponsabili del successo di AfD sono invece i politici di tutti i partiti e i giornalisti che hanno definito come “vicina alla AfD” ogni forma di critica alla politica dominante. Hanno involontariamente aiutato i populisti di destra. Ogni critica alla globalizzazione, all’Euro, all’UE, all’interventismo militare degli Stati Uniti, oppure le richieste di riconciliazione con la Russia sono ogni volta etichettate come una “politica vicina alla AfD”. In questo modo consegnano ad AfD il monopolio su ogni forma di critica verso la politica dominante. Secondo questa logica gli studenti che negli anni ’60  protestavano contro la guerra in Vietnam sarebbero vicini alla AfD.  Willy Brandt e Egon Bahr, che hanno promosso un riavvicinamento alla Russia, dovrebbero difendersi dalla stessa accusa. I critici della globalizzazione dovrebbero ricevere lo stesso distintivo, sebbene fossero attivi ben prima della fondazione di AfD. Critiche all’Euro e alle istituzioni UE ce ne sono da molti anni, ma per gli involontari gregari della AfD ogni critica è diventata populismo di destra.

Grazie a questa propaganda involontaria è stata nascosta la natura neoliberista di AfD, un partito che rifiuta una giusta tassazione dei redditi, dei patrimoni e delle eredità dei milionari, che sostiene il dumping salariale e le basse pensioni, e considera una buona cosa l’interventismo militare se finalizzato alla difesa degli interessi tedeschi. Chi vuole combattere la AfD, deve prima impegnarsi a ricostruire lo stato sociale partendo dalle sue macerie e rifiutare le politiche neoliberali degli ultimi anni.

martedì 10 dicembre 2013

Mi' cuggino all'abbiemmevvu (parte seconda)

Seconda parte dell'inchiesta giornalistica sullo stabilimento BMW di Leipzig, da "Die Zeit" 

I contratti d'opera e il loro abuso sono stati uno dei temi di discussione durante i negoziati per la nascita della Grosse Koalition.

Il membro del consiglio di fabbrica Köhler ha cercato di sfruttare la risonanza avuta dal caso Daimler di Untertürkheim, e ha ottenuto un incontro con uno degli ex-direttori di stabilimento di Leipzig. "Da noi avrebbero potuto fare dei filmati molto simili", gli ha detto. Non proprio cosi' sfacciati e senza avere i dipendenti BMW che lavorano accanto a quelli delle società esterne. Ma anche nell'impianto di Leipzig i dipendenti di BMW e quelli mal pagati degli appaltatori esterni "montano pezzi per la stessa auto uno accanto all'altro, separati solo da un divisorio" 

Dietro la sottile parete si nascondono i perdenti nella divisione del lavoro, la classe inferiore dello stabilimento.

Ma perché i lavoratori svantaggiati non si ribellano? "Ho paura di perdere il mio lavoro", si sentono dire sempre piu' spesso i sindacalisti della IG Metall Bernd Kruppa e Jens Köhler. Chi si mette troppo in mostra perde ogni possibilità di salire alla classe successiva. La paura e la speranza fanno tenere la bocca chiusa.

Ma ci sono delle eccezioni. Christian Graupner è una di queste. Il 36 enne con un diploma di geometra ne ha parlato perfino alla Cancelliera. Durante una programma elettorale sulla ARD, poco prima delle elezioni di settembre, ha preso la parola: "sono interinale dal 2003", ha raccontato ad Angela Merkel, "ho lavorato sempre per la stessa azienda". "10 anni da lavoratore interinale?", si è meravigliata la Cancelliera, a me sembra un "caso davvero eccessivo". Non era il modo in cui era stato pensato. E ha promesso di esaminare la questione.

Graupner a Leipzig è sempre disponibile per spiegare le caratteristiche della struttura. Lui e i suoi 200 colleghi lavorano per il prestatore di servizi Wisag Produktionsservice (WPS), che a sua volta ha solo un cliente, ThyssenKrupp Automotive Systems. La controllata del gruppo Thyssen Krupp monta le assi delle auto di Leipzig: dal 2002 davanti all'ingresso dello stabilimento Porsche, dal 2004 anche per BMW ma direttamente all'interno dello stabilimento.

"A fronte di 30-40 persone direttamente dipendenti da Thyssen Krupp, ci sono 500 lavoratori esterni a tempo indeterminato", ci dice Christian Graupner, e cioè i dipendenti WPS piu' i 300 delle agenzie di lavoro interinale.

La direzione del gruppo Thyssen Krupp di Essen non contesta le cifre, e anche il fatto che la costruzione fosse stata pianificata in questo modo sin dall'inizio. "Le richieste specifiche dei clienti e l'andamento altalenante degli ordini rendono necessaria una gestione flessibile del personale", si dice da Essen. Senza questa costruzione non sarebbe stato possibile mantenere i posti di lavoro in Germania. Il confine con l'Europa dell'est è molto vicino.

L'attuale Wisag Produktionsservice nasce come una società interna per la fornitura di lavoratori interinali collegata al gruppo Thyssen Krupp. Nel 2009 è stata venduta ad una società di fornitura di servizi dell'Assia. E' rimasto pero' il contratto collettivo firmato con 3 sindacati. E un consiglio di fabbrica il cui presidente è il leader della IG Metall Christian Graupner. Per questo motivo i dipendenti WPS "in media arrivano a 10.65 € lordi". Vale a dire 1.800 € lordi al mese, dice Graupner. Dietro la parete divisoria i colleghi della BMW ricevono qualche centinaio di Euro in piu'. Il lavoro è molto simile. "Che cosa giustifica questa differenza?" si chiede Graupner.

Ma per i dipendenti Wisag non c'è solo uno stipendio piu' basso rispetto ai colleghi del reparto accanto. Per il pranzo alla mensa BMW i dipendenti Wisag sono considerati ospiti e devono pagare 6 €, i dipendenti BMW 3 €, uno dei tanti svantaggi. Il divario diventa molto evidente quando una volta all'anno ai dipendenti BMW viene pagato il premio di produzione. "Quest'anno è stato pari a due stipendi", dice molto soddisfatto il dipendente BMW Köhler. Gli interinali e i dipendenti delle altre aziende se ne sono andati pero' a mani vuote.

"Anche noi abbiamo dato il nostro contributo ai guadagni di BMW", dice il collega Graupner.

Secondo BMW Thyssen Krupp è un "classico fornitore" che fa montaggio direttamente nello stabilimento. Non un partner con un contratto d'opera nel senso stretto del termine. Come per altre società partner, la vicinanza spaziale permette di evitare il trasporto di moduli pesanti su lunghe distanze. Sostenibilità appunto. Per i sindacalisti di IG Metall le ragioni decisive sono altre: "Le case automobolistiche vogliono risparmiare sui costi e spostare la responsabilità altrove". Nella maggior parte degli stabilimenti automobilistici della Germania dell'ovest come quelli Daimler, VW, BMW oppure Porsche, le parti delle auto sono montate da lavoratori con un contratto a tempo indeterminato direttamente dipendenti dall'azienda.

Anche se ora vengono definiti "partner logistici" (citazione BMW) con un contratto d'opera, l'interdipendenza è molto elevata - all'interno di una rete di produzione, in cui le singole parti di un auto devono essere montate in un ordine preciso, una dietro l'altra. Un'operazione di montaggio nello stabilimento in media dura 76 secondi, ogni movimento deve essere preparato, ogni parte deve essere disponibile. Tutti i fornitori di servizi industriali, sia vicino alla fabbrica che al suo interno, devono modificare il loro ritmo di lavoro e allinearlo a quello della fabbrica.

Il rovescio della medaglia di questa interdipendenza è diventato ben visibile nel marzo di quest'anno. Il contratto collettivo dei dipendenti Wisag era scaduto. Graupner e colleghi, tesserati IG Metall all'80%, hanno proclamato uno sciopero di 4 ore per reclamare una tariffa migliore. "Dopo mezz'ora la linea BMW si è fermata", dice Graupner, "poco dopo si è fermata anche la Porsche".

Questi stop di produzione, molto dolorosi per le aziende automobilistiche, in futuro potrebbero diventare piu' freuquenti, almeno per i sindacalisti di IG Metall di Leipzig. "Bassi salari a tempo indeterminato", secondo Kruppa, non sono adeguati per un produttore di "auto del segmento premium". 

"Entrare in BMW era il nostro sogno"

Fino ad ora Maik Zschoche, il cui vero nome è un altro, non c'è ancora riuscito. Ma Zschoche ha organizzato una elezione del consiglio di fabbrica. Il meccanico qualificato lavora per una società che monta le ruote per le auto prodotte nello stabilimento BMW, "anche per la nuova auto elettrica I3". Zschoche è uno dei 93 dipendenti a tempo indeterminato, a questi si aggiungono i "40 lavoratori interinali".

La sua società lavora sui cicli BMW. Il produttore di auto indica esattamente di quali gomme c'è bisogno e su quali cerchi dovranno essere montate. Con poche ore di anticipo Zschoche e i suoi colleghi conosceranno quali ruote e in quale sequenza saranno utilizzate nella fabbrica. Un camion speciale trasporta le gomme per 200 metri fino allo stabilimento. "Entrare in BMW per molti era il lavoro dei sogni", dice Zschoche.

Il giovane di Leipzig ha avuto una carriera tipica per la sua generazione. Non assunto dopo il tirocinio, disoccupato, poi interinale per 6-7 € lordi l'ora. "Anche da single non bastano per vivere", ci dice. Nel suo lavoro attuale ha iniziato come interinale, dopo due anni è riuscito ad entrare come lavoratore a tempo indeterminato, la paga oraria è arrivata fino ai 9 - 10 € lordi l'ora. 

I successi ottenuti dai lavoratori di alcune società appaltatrici hanno incoraggiato anche ai lavoratori degli altri fornitori - il che significa che i manager di BMW dovranno essere pronti ad affrontare presso i loro fornitori di servizi una forza lavoro molto piu' consapevole. Gli effetti si vedono già: con i contratti d'opera non si sta facendo "un dumping salariale", precisa l'azienda. Per le nuove offerte fatte sulle varie fasi della produzione, le aziende esterne saranno obbligate "a pagare i lavoratori secondo i contratti collettivi validi per quella determinata categoria", continua l'azienda. Inoltre, i lavoratori interinali dovranno essere pagati secondo il contratto di categoria e non secondo quello del settore interinale. L'epoca del salario di 8 € lordi l'ora è davvero finita nello stabilimento BMW?

I sindacalisti di IG Metall sono alquanto scettici. Fino ad ora la situazione dei colleghi non è cambiata, dice Bernd Kruppa. Secondo Köhler, invece, BMW potrebbe rinunciare senza troppi problemi ad una piccola parte dei suoi guadagni, e pagare qualcosa in piu' i suoi fornitori esterni. Per gli azionisti BMW non sarebbe una tragedia, "se invece di un dividendo di 2.16 € ne ricevessero uno di 2.10 €".

Forse un aiuto lo puo' dare anche il legislatore. Il leader del consiglio di fabbrica di Wisag, Graupner, ha inviato la pratica relativa alla sua esperienza decennale di lavoratore interinale al Ministero del lavoro di Berlino. Ha saputo che il suo dossier è stato inoltrato al cancellierato. "Ora sto solo aspettando una risposta".

venerdì 6 dicembre 2013

Mi' cuggino all'abbiemmevvu (prima parte)

Molto spesso si confrontano gli stipendi dei dipendenti Fiat con quelli delle case automobilistiche tedesche. Peccato che ogni volta ci si dimentichi di parlare dei lavoratori precari e degli appaltatori esterni. Lo stabilimento BMW di Liepzig è un esempio perfetto: una piccola società su 5 livelli. Un'altra grande inchiesta giornalistica da Die Zeit. (prima parte)


Dov'è la migliore fabbrica tedesca? A Leipzig. E dov'è il piu' grande divario salariale fra i lavoratori permanenti dell'azienda e quelli delle ditte esterne?

A Leipzig.

Il luogo è lo stesso - la fabbrica anche. E' la fabbrica BMW alle porte della fiera. 

Qui il gruppo di Monaco ha costruito dal nulla il piu' moderno impianto automobilistico tedesco. Quattro turbine eoliche ben visibili rappresentano la sostenibilità, l'edificio centrale è stato progettato dal famoso architetto britannico Zaha Hadid.


Davanti alla porta c'è un'annoiata guardia di sicurezza con un giubbotto arancione, la receptionist nell'ampia hall di ingresso chiede i documenti con fare amichevole. Dietro a sinistra, nella caffeteria aperta, si muove un popolo colorato: gli operai con le tute da lavoro, a volte grige, a volte blu, a volte grige e blu, alcune con il nome, altre senza. Uomini in giacca e donne in tailleur sorseggiano un cappuccino o mangiano uno snack. A destra c'è uno shop per i fan della BMW. Oltre il parapetto del piano intermedio si vedono le maniglie dei tapis roulant della palestra. Un gruppo di visitatori stupiti segue la  guida verso i capannoni di produzione.

Sembrerebbe l'anticamera del paradiso del lavoratore

All'interno c'è il portavoce della fabbrica Jochen Müller, pieno di buone notizie: è in corso l'allestimento di una parte degli impianti per la produzione della BMW-coupé, li' accanto sarà prodotta la prima auto elettrica con il marchio BMW, la city car con la sua rivoluzionaria carrozzeria in carbonio. Lo stabilimento BMW dà lavoro a sempre piu' persone. "Negli ultimi 2 anni abbiamo assunto oltre 1.000 nuovi lavoratori", racconta Mueller, "la forza lavoro permanente è cresciuta fino a 3.700 occupati". E quanti sono gli occupati in tutta la fabbrica? "Oltre 6.000", dice Mueller.

L'impianto BMW è stato premiato con il riconoscimento di "Migliore fabbrica del 2013"

Non c'è dubbio, il nuovo stabilimento tedesco di BMW, che nel 2005 ha lanciato la produzione di serie, è una storia di successo. Gli impianti di produzione ultra-moderni di Leipzig sono stati premiati con il riconoscimento di "Migliore fabbrica 2013" (tedesca ed europea) dalla famosa scuola di management Insead e dal WHU. Lo stabilimento di Lipsia permette a BMW di essere una delle case automobilistiche piu' redditizie al mondo.

Ma c'è anche un altro lato: in nessun'altro stabilimento automobilistico tedesco la percentuale di forza lavoro dipendente da aziende esterne è cosi' alta come nei 200 ettari dello stabilimento BMW. I lavoratori impiegati nella costruzione delle stesse vetture sono trattati in modo molto diverso - a seconda di chi li ha assunti.

La IG Metall ha appena calcolato i dati nazionali relativi al settore automobilistico: 763.000  lavoratori sono impiegati dai produttori, 100.000 sono lavoratori interinali, e 250.000 sono impiegati con un contratto d'opera.

A Leipzig la quota di interinali e contratti d'opera è particolarmente alta. Lo stabilimento è il precursore di un fenomeno che presto o tardi si estenderà a tutte le fabbriche tedesche?

"Nello stabilimento BMW c'è una società su cinque livelli", critica Bernd Kruppa, 50 anni, rappresentante della IG Metall a Leipzig. Cio' che differenzia le classi cono soprattutto gli stipendi e il livello di precarietà del loro posto di lavoro. Klasse 1: gli occupati a tempo indeterminato di BMW. Klasse 2: gli interinali che lavorano per BMW. Klasse 3: gli occupati delle aziende che lavorano con contratto d'opera. Klasse 4: interinali che lavorano per le ditte appaltatrici. Klasse 5: lavoratori interinali impiegati presso le ditte esterne il cui contratto è a tempo determinato.

Come funziona e come puo' andare d'accordo con la buona immagine dell'azienda?

Le richieste inoltrate a BMW non ci forniscono molte informazioni sulle condizioni specifiche. A Leipzig "BMW ha dimostrato che anche nel nuovo millennio si puo' costruire una fabbrica di automobili in Germania gestendola con successo", recitano le dichiarazioni ufficiali. "L'elemento fondamentale è la concentrazione sul core business della produzione, ed un elevato livello di flessibilità in caso di fluttuazione della domanda". Tradotto: gli interinali delle aziende appaltatrici rendono il lavoro flessibile.

Numeri precisi sugli interinali impiegati da BMW "generalmente non li forniamo" dice Jochen Müller. Dopo tutto il numero di imprese esterne non è un segreto: "al momento nel nostro stabilimento ci sono 22 aziende che operano con un contratto d'opera ".

La guardia, la receptionist, i camerieri nella caffetteria, i fitness trainer, e le guide nello stabilimento sono impiegati da ditte esterne. E questa è ormai la normalità nelle aziende industriali tedesche.

E' interessante invece il modo in cui a Leipzig si producono le vetture del marchio: si tratta di lavori come il montaggio delle assi, delle porte, delle cabine di guida, del tettino oppure del cablaggio.

Per avere qualche informazione in piu' si deve chiedere al Betriebsrat (consiglio di fabbrica). Il presidente Jens Köhler, 49 anni, meccatronico e sindacalista IG Metall, conta in totale: "tra i 3.700 e i 3.800 hanno un impiego stabile, in piu' ci sono circa 1.500 lavoratori interinali impiegati da BMW". Inoltre sulla superficie dello stabilimento ci sono altre "1800 persone" che lavorano per altre aziende. La maggior parte nella logistica e nel montaggio.

Che funzioni come la sorveglianza o le pulizie siano esternalizzate, secondo Köhler, non c'è da stupirsi. "A noi del Betriebsrat ci innervosisce il fatto che le attività classiche della produzione di auto, come il montaggio delle porte, degli assi o della trasmissione, siano dati all'esterno con dei contratti d'opera".

Un lavoratore BMW impiegato alla catena, di base guadagna uno stipendio di 14 € l'ora lordi, piu' altri benefici, ci dice Köhler del consiglio di fabbrica: sin dall'inizio è stata applicata la tariffa dei metalmeccanici sassoni. "Ai nostri dipendenti viene chiesto molto, ma per questo sono anche adeguatamente pagati, per noi va bene cosi'", dice Köhler. E i lavoratori interinali impiegati direttamente da BMW dal 2008, grazie ad un'indennità di settore, ottengono lo stesso stipendio dei dipendenti. Per un lavoratore dipendente sono in media 2.650 € lordi , per un interinale 2.200 € lordi. Questi lavoratori interinali non danno grandi preoccupazioni al Betriebsrat. Spesso i nuovi assunti vengono scelti fra di loro.

Nelle due classi superiori la situazione è abbastanza trasparente. Molto piu' difficile è per chi sta in basso. Köhler sa bene che le cose non vanno bene per tutti i lavoratori: "Abbiamo anche lavoratori di aziende esterne con un contratto permanente che guadagnano meno di 8 € l'ora lordi". Fra questi ci sono anche lavoratori che devono chiedere un'integrazione salariale all'ufficio del lavoro, perché hanno figli oppure il partner non ha un lavoro.

Hartz-IV che costruiscono costose BMW - è possibile?

Jens Köhler lavora per BMW da 23 anni e dal 2002 è a Leipzig. Il sassone è fiero del suo stabilimento, non certo pero' del fatto che "il divario fra i redditi si stia allargando sempre di piu'".

Per molto tempo nessuno si è interessato ai lavoratori interinali

Ma una cosa lo sorprende: " La situazione del novembre 2013 è la stessa del maggio 2005, quando lo stabilimento ha iniziato ufficialmente con la produzione", dice Kohler. "Già allora si pensava che BMW dovesse occuparsi dell'assemblaggio finale mentre i fornitori e i partner lavoravano nello stabilimento. Ma per un lungo periodo questo non ha interessato nessuno, né la politica, né i sindacati o i media", critica Köhler.

Ma le cose sono cambiate. "Salari da fame alla catena di montaggio" era il titolo di un reportage della ARD di metà maggio. Un giornalista si è camuffato da lavoratore interinale in un'azienda logistica, che per conto di Daimler confeziona cilindri. Il giornalista ha lavorato accanto ad una dipendente Daimler sulla manovia ed il compito di caricare delle parti pesanti nelle casse di trasporto. Lui con un salario di 8.19 € lordi l'ora, lei con uno stipendio quasi triplo. Ancora oggi non è chiaro se impiegare forza lavoro in questo modo sia legale. Indiscutibile invece è la incredibile differenza nei salari.

L'intero settore è rimasto scioccato. I gruppi automobilistici tedeschi con un'immagine brillante e profitti record sono sospettati di fare "dumping salariale". In tutti questi casi i costi e i salari venivano compressi con i contratti d'opera: l'azienda A compra una prestazione di servizio presso un'azienda B ad un determinato prezzo. In che modo la società B debba fornire questo servizio, quante persone debba impiegare e quanto le debba pagare, non interessa alla società A. La cosa fondamentale è che la società B sia in grado di garantire il lavoro concordato nella qualità concordata e nel tempo previsto.

giovedì 5 dicembre 2013

Contabilità made in germany: lo strano caso della KfW

La Kreditanstalt für Wiederaufbau è un istituto di credito pubblico che sfugge alle statistiche sul deficit e sul debito e se necessario non si tira indietro quando il governo ha bisogno di nascondere un po' di deficit. Da blog di Bill Mitchell


C'è un'istituzione che è posseduta al 100% dal governo. Prende a prestito miliardi di Euro e i suoi debiti sono garantiti al 100% dal governo federale. Spende, nel senso che presta ogni anno miliardi ad un tasso di interesse molto basso ad ogni tipo di azienda o organizzazione e costruisce perfino infrastrutture. E' titolare di azioni (fornisce capitale) in numerose imprese. Non paga tasse perché ha lo stesso status della banca centrale. Non è un'anatra, ma somiglia ad un'organizzazione fiscale governativa. Benvenuti nella Kreditanstalt für Wiederaufbau (Istituto di credito per la ricostruzione) oppure meglio conosciuta come KfW. Questa banca è stata creata nel 1948 come un veicolo tedesco per facilitare la ricostruzione delle infrastrutture durante il Piano Marshall. Sin da allora è cresciuta (e si è diversificata) in una delle piu' grandi banche tedesche pompando miliardi di Euro nell'economia domestica e nel settore dell'export (attraverso l'IPEX, una sua controllata al 100%). E' la ragione principale per cui in Germania il rapporto deficit/pil è all'80% invece di essere vicino al 100%. E' uno dei motivi per cui il deficit federale è stato ridotto senza danneggiare l'economia tedesca. E' una storia di contabilità fatta di pistole e specchi, ovviamente made in Germany.

Secondo la legge che regola la Kreditanstalt für Wiederaufbau:

"Il capitale nominale della KfW ammonta a 3 miliardi e 750 milioni di Euro. La repubblica federale (Bund) partecipa al capitale nominale per un ammontare di 3 miliardi di Euro, e gli stati federali (Länder) per un importo di 750 milioni di Euro"

Cosi' l'80 % è posseduto dal governo federale e il 20% dai Laender.

L'articolo 1 sulle garanzie della Repubblica federale:

"La repubblica federale garantisce tutte le obbligazioni della KfW in relazione ai prestiti erogati e al debito emesso dalla KfW, agli altri crediti concessi alla KfW nonché i crediti concessi a terzi nella misura in cui sono garantiti dalla KfW"

Non necessariamente risk-free visto che la Germania in teoria ha un rischio default come risultato dell'uso dell'euro, una moneta straniera.

All'articolo 2 scopriamo che la KfW ha un ampio spettro di soggetti a cui presta, che include "piccole e medie imprese, liberi professionisti, e start-up", "housing", "protezione ambientale", "infrastrutture".

L'articolo 4 indica che puo' "emettere debito e concedere prestiti".

La società è gestita da un comitato esecutivo "nominato e revocato" dal consiglio di amministrazione e vigilanza (articolo 6).

Indovinate chi è l'onnipotente presidente del Board di sorveglianza? 

Niente meno che il giocatore di sudoku e ministro delle finanze Dr. Wolfgang Schäuble. Il board è pieno di ministri del governo federale, fatto normale visto che la banca è di proprietà dello stato.

Altre caratteristiche dello status giuridico della KfW:

1) Non distribuisce alcun profitto ma alloca le eccedenze in riserve assegnabili agli azionisti (pubblici), (articolo 10).

2) Ha lo stesso status della banca centrale in matera di tasse - vale a dire, non le paga.

La KfW è dunque inequivocabilmente un ente statale che fornisce prestiti ad un tasso piu' basso rispetto a quello di mercato, visto che le sue obbligazioni sono considerate sullo stesso livello di rischio rispetto a quelle emesse dal governo tedesco.

E' una delle banche tedesche piu' grandi, nel 2012 aveva attivi per 510 miliardi di Euro. 

Anche altri paesi hanno banche per lo sviluppo di proprietà statale. In Italia c'è la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), in Francia la Banque publique d’investissement (BPI). 

Ci sono tre ragioni principali per guardare da vicino alla KfW:

1) Ha avuto un ruolo importante nella privatizzazione di Deutsche Telekom, servita al governo tedesco per uscire da una imbarazzante procedura per disavanzo eccessivo nel 2004. 

2) Sta certamente giocando un ruolo importante sin dall'inizio della crisi in qualità di agente fiscale del governo: permette a quest'ultimo di registrare un deficit ed un livello di indebitamento piu' bassi

3) Recentemente ha concluso un accordo con il governo irlandese che ha coinciso con l'annuncio fatto dal governo di Dublino di voler uscire dal programma di salvataggio che stava crocefiggendo la sua economia.