venerdì 21 dicembre 2018

Perché senza lo stato nazione non puo' funzionare

"Il futuro dell'Europa si decide nella forza delle nazioni europee. Più forti saranno i singoli stati dell'Europa, più forte sarà l'Europa", scrive Klaus-Rüdiger Mai, storico, scrittore e giornalista tedesco. Per l'autore lo stato nazione è l'unico garante delle libertà civili e della giustizia sociale, perchè "la vera libertà puo' esistere solo nella ricchezza delle relazioni umane, nella consapevolezza della cultura e della tradizione". Ne scrive Klaus-Rüdiger Mai su Deutschlandfunk Kultur


La Germania sta cambiando. Una frattura profonda si muove nella società, non è quella fra destra e sinistra, ma quella fra globalisti e comunitari. La domanda è se l'idea di stato nazione e di patria debba essere considerata obsoleta e se nel futuro si possano ipotizzare delle strutture sovranazionali sconfinate, oppure no.

La socialdemocrazia si sta sgretolando, perché nessuno sa piu' quale sia il suo significato. La questione sociale non riguarda un euro in più o in meno di salario minimo, ma la promessa di un miglioramento sociale che la SPD non è più in grado di formulare. Una sorta di garanzia sociale affinché per te le cose non vadano peggio, ma che soprattutto per i tuoi figli possano andare meglio. Dato che è così importante per l'equilibrio della società, chi altro se ne deve occupare, se non i conservatori progressisti?


Ma essi devono competere anche per un'altra eredità, quella del liberalismo, che con i neoliberisti è sempre stata in cattive mani, perché la libertà nel senso liberale classico non significa atomizzazione, né abbandono, ma la libertà esiste solo se viene messa in equilibrio con la coscienza e la responsabilità; la libertà da qualcosa deve essere collegata alla libertà per qualcosa. La vera libertà esiste solo nella ricchezza delle relazioni umane, nella consapevolezza della cultura e della tradizione.

Rendere la propria cultura sostenibile

Il conservatorismo autosufficiente e politicamente superato richiede un rinnovamento. Non ci si può più limitare al metodo di usare il vecchio per misurare tutto ciò che è nuovo, ma è necessario inserire nella discussione un'idea della direzione in cui la Germania si dovrà sviluppare. Ogni analisi parte da un punto di vista, che sia un'utopia, cioè da un'idea di come l'uomo deve essere - come fanno i Verdi - o dalle persone reali nel loro ambiente di vita e nella loro cultura - come invece fanno i conservatori.

Il conservatorismo progressista non deve smantellare la nostra cultura, ma renderla adatta al futuro. Inizia dal cittadino e difende lo stato nazionale come garante delle libertà civili e della giustizia sociale. Perché lo stato non è un'istituzione morale, ma funzionale.

Il conservatorismo progressista si pone come avvocato del centro politico tra i Verdi ed AfD. Se fallisce, il conflitto tra i Verdi da una parte e AfD dall'altra si radicalizzerà, e il centro diventerà politicamente volatile. Si differenzia da AFD, perché rifiuta ogni esagerazione nazionalista, e contesta l'illiberalismo dei Verdi che trasforma il cittadino in un oggetto di pedagogia.

Non è compito dello stato tedesco salvare il mondo

Secondo il conservatorismo progressista lo stato tedesco agisce secondo due massime: primo, non è compito dello stato tedesco salvare il mondo. È tuttavia fuori discussione che vi debba essere un'assunzione di responsabilità nell'ambito di possibilità molto ben definite. Garantisce la sicurezza interna ed esterna, impone i suoi poteri sovrani, la legge e l'ordine, non trasferisce a terzi i suoi diritti nazionali e adempie ai suoi compiti in materia di infrastrutture, istruzione e assistenza sanitaria.

In secondo luogo, ha una politica economica attiva che elimina gradualmente la dipendenza dalle esportazioni dell'economia tedesca, perché solo in questo modo potrà essere creata una base economica per la vita dei nostri figli, e perché non solo, ma anche l'ascesa della Cina mostra che al piu' tardi nel 2023 le esportazioni saranno sempre piu' problematiche.

I conservatori progressisti sono comunitaristi nel senso di Charles Taylor. Il futuro dell'Europa si decide nella forza delle nazioni europee. Più forti saranno i singoli stati dell'Europa, più forte sarà l'Europa. I conservatori progressisti devono creare le condizioni quadro che renderanno l'Europa ancora una volta il motore della cultura, della scienza e della tecnologia in un mondo che cambia radicalmente.



3 commenti:

  1. Grazie per la traduzione, molto interessante!

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  2. Concordo istruttiva ed interessante.Chissà chi vincerà tra il bene comune od il male bella lotta come sempre sempre!

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  3. Bella e condivisibile riflessione.....esercizio di difficile equilibrismo però...non vedo all'orizzonte forze politiche in grado di fare questa sintesi....non gli attuali progressisti, mentre flebili segnali di consapevolezza dell'importanza dello stato nazione arrivano da una certa parte della sinistra.

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