domenica 17 marzo 2019

Perché con AKK ci sarà un cambio di paradigma nella politica europea tedesca

"Per Annegret Kramp-Karrenbauer, la pressione per ricostruire l'Europa non deriva più dalla fragilità delle sue istituzioni, ma dalla mutata situazione mondiale", scrive Ulrich Speck sulla Neue Zürcher Zeitung, per questo con AKK dovremmo aspettarci un cambio di paradigma della politica europea tedesca. Ne scrive Ulrich Speck sulla NZZ.ch


L'Europa come cantiere permanente, la casa europea come una visione guida per il futuro: il discorso sull'UE degli ultimi decenni è stato guidato da un'idea federalista che mirava agli "Stati Uniti d'Europa". Nel suo sbocco piu' felice, gli stati odierni non sarebbero scomparsi del tutto, ma sarebbero stati messi in ombra da un super-stato europeo.


Ciò che distingueva i pro-europei nelle loro sfumature non era la visione, ma solo il radicalismo con cui queste venivano perseguite. Alcuni volevano accelerare il progetto e riorganizzare le istituzioni dell'UE di Bruxelles il più alla svelta possibile, seguendo l'esempio delle istituzioni nazionali: la Commissione al governo e il Parlamento come potere legislativo e organo di controllo. L'introduzione dell'euro sembrò rendere inevitabile un tale sviluppo: solo un'entità statale dotata di sovranità avrebbe potuto stabilizzare la moneta.

Nel suo manifesto europeo, il nuovo leader della CDU ha dato a questo  discorso europeo tradizionale un approccio e un tono completamente diverso («Europa richtig machen»). Per Annegret Kramp-Karrenbauer, che si posiziona come successore di Merkel anche alla Cancelleria, la pressione per ricostruire l'Europa non deriva più dalla fragilità delle istituzioni, ma dalla mutata situazione mondiale. La questione è se l'Europa ha la volontà di "modellare attivamente" le regole della futura convivenza globale, oppure accetta di diventare una palla da gioco nella nuova competizione fra le grandi potenze.

Si tratta di una auto-affermazione in un mondo che sta cambiando radicalmente nel quale a proteggere l'Europa dalle tempeste non c'è piu' un'America "egemone benevolente". L'Europa dovrà essa stessa mettere in risalto i suoi interessi globali.

Da una parte c'è il lato interno: "assicurare le basi della nostra prosperità" attraverso l'innovazione e il progresso tecnologico. Dall'altro c'è il lato esterno, ovvero "la capacità di agire in materia di politica estera e di sicurezza", capacità da sviluppare attraverso l'introduzione di "un consiglio europeo di sicurezza": con il Regno Unito e con un ampio portafoglio che non comprenderà solo la politica di sicurezza, ma anche la politica estera nel suo complesso.

L'auto-affermazione europea in un mondo di poteri fra loro in competizione può essere basata solo sugli stati nazione già esistenti i quali dispongono delle risorse in termini di legittimità e potere. Il "peso internazionale degli europei" deriva dal fatto che gli stati "formulano e riconciliano a livello europeo i propri interessi", scrive il presidente della CDU.

Con il suo manifesto, Kramp-Karrenbauer spinge programmaticamente verso un cambio di paradigma nella politica europea della Germania. Trae le conseguenze da una situazione geopolitica radicalmente cambiata. Se l'Europa vuole mantenere il suo ordine liberale interno contro il crescente nazionalismo e la nuova concorrenza delle grandi potenze, allora non potrà limitarsi a prendersi cura solo degli aspetti interni perfezionando le sue istituzioni, ma dovra riorganizzarsi in termini di politica della forza. Le capitali, così come i principali azionisti della cooperazione europea, non possono delegare questo compito a Bruxelles, ma devono mettere tutto il loro peso dietro il perseguimento di questa nuova Europa.




2 commenti:

  1. La Germania quindi non ci farà l'elemosina di 60 mld per permetterci di introdurre la flat tax dal prossimo anno? Peccato. :)

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  2. Credo in realta’ che il nocciolo della questione così come intesa dai tedeschi sia la creazione di un “esercito europeo” con cooptazione dell’arsenale atomico francese : possiamo quindi fidarci di un’Europa a trazione teutonica ?

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