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giovedì 21 marzo 2019

Una bella portaerei per la marina tedesca?

La marina tedesca potrebbe dotarsi di una bella portaerei nuova di zecca, almeno secondo le recenti promesse di AKK e Merkel. Riusciranno la Cancelliera e il nuovo leader della CDU a fare quello che né il Kaiser né il Führer erano riusciti a fare? Dopo i recenti fallimenti nella realizzazione di grandi progetti, in patria ci sono dei forti dubbi in merito. Ne scrive Jens Berger sulle Nachdenkseiten


Cosa sanno fare davvero bene i tedeschi? Costruire aeroporti e navi. E qual'è l’incrocio perfetto fra BER (aeroporto di Berlino) e Gorch Fock (nave a vela)? Una portaerei, esatto. E la sua costruzione è stata proposta con la massima serietà dal nuovo leader della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer in una recente riflessione sul futuro dell'Europa. La specialista di costruzioni navali della Saarland ha ricevuto un sostegno convinto e di spessore nientemeno che dalla Cancelliera stessa. Angela Merkel trova che l'idea di una portaerei tedesca sia "buona e giusta" e addirittura accetta l'idea di "lavorarci sopra". Se la Cancelliera avesse successo, riuscirebbe a fare quello che prima di lei né il Kaiser né il Führer erano riusciti a fare, i tedeschi finalmente avranno un posto al sole. Un testo di Jens Berger


Volevamo solo una pensione decente e dei salari onesti, e invece abbiamo ottenuto dei taxi volanti e una portaerei – un giorno potrebbe essere raccontato così il "bilancio" del governo dell’Unione. Tutti sanno ormai che la nostra Cancelliera divina non si occupa più di questioni terrene come la catastrofe dell’assistenza sanitaria, il malessere socio-economico dei suoi sudditi ingrati o persino di questioni banali come la politica climatica. Alla fine del suo mandato, Angela Merkel ambisce a qualcosa di più alto. Ora fa politica per entrare nei libri di storia! Ma cosa dovrebbe essere scritto nei libri di storia? Che porta sulla coscienza l’aver rovinato le relazioni tedesche e dell’UE con la Russia? Che ha sempre obbedito agli interessi delle compagnie automobilistiche e del vecchio alla Casa Bianca? Dal momento che tutto ciò non è così piccante, c'è bisogno almeno di una nave da guerra che porti il suo nome, una nave le cui dimensioni siano degne di lei. Se la marina tedesca dovesse intitolare il suo prossimo rimorchiatore a Gerhard Schröder, per la prima e migliore Cancelliera della Germania c’è bisogno di qualcosa di più!

Beh, la piu’ giovane fra le portaerei americane, la USS Gerald R. Ford, è costata circa 18 miliardi di dollari – facendo le dovute proporzioni per la Germania, incluso il moltiplicatore di Stuttgart-21 e quello della "Filarmonica dell'Elba" si raggiungerebbe probabilmente l'intero debito nazionale della Grecia. Ma la Cancelliera uscente dovrebbe valere almeno questa somma. Oppure? Potrebbe anche essere leggermente problematico il fatto che la Germania in realtà non ha alcun bisogno di una portaerei. Tali basi galleggianti sono elementi fondamentali di una dottrina chiamata "proiezione di potenza globale". Non hanno nulla a che fare con la difesa, ma con la possibilità di imporre i propri interessi in tutto il mondo per mezzo di una forza offensiva. Ma noi comuni mortali cosa ne sappiamo del genio strategico delle signore Kramp-Karrenbauer e di Merkel, entrambe GRÖCAZ (größten CDU-Vorsitzenden aller Zeiten)?

La storia delle portaerei tedesche non è affatto gloriosa. Nella Marina imperiale erano in servizio solo quattro piccole "navi portaerei" utilizzate principalmente per combattere contro gli idrovolanti russi nel Mar Baltico. I piani per il „Flugzeugdampfer I“, che avrebbe dovuto navigare contro "Engeland" e avrebbe dovuto assicurare ai tedeschi un legittimo posto al sole, furono abbandonati nell'ottobre del 1918. Venti anni dopo fu varata l'unica portaerei di Hitler utilizzata però solo come deposito di legname e abitazione galleggiante. Nemmeno la macchina da guerra di Hitler era riuscita a trovare una funzione per un simile mostro. Ma probabilmente il caporale boemo non pensava abbastanza in grande e in materia di proiezione di potenza su scala globale avrebbe dovuto prendere ripetizioni da AKK e Merkel.

Ora una marina che fallisce miseramente nel tentativo di riparare una nave a vela, in futuro dovrebbe difendere l'Europa da tutto il mondo? Bene, se questo non è un piano audace. Qual è la prossima idea delle grandi menti della CDU? I taxi aerei e le portaerei sono difficili da eguagliare e superare. Che ne dite di una missione tedesca su Marte? O forse sarebbe meglio con Alpha Centauri? E perché allora non costruire una Torre di Merkel alta mille metri nella bellissima Uckermark? Fino a quando l'Unione non avvierà un gigantesco e irrealistico progetto come la copertura delle buche sulla B192, sarà il cielo l'unico limite per dei piani audaci che possano aiutare veramente il paese. In questo modo - considerando il moltiplicatore Stuttgart-21 e e quello della "Filarmonica dell'Elba" (2 progetti clamorosamente andati male) - nell'anno 2139 la nipote di Philipp Amthor (giovane della CDU) nel suo ruolo di cancelliera tedesca potrà battezzare la nuova portaerei con il nome "MS Angela Merkel" - naturalmente da un taxi aereo.


domenica 17 marzo 2019

Perché con AKK ci sarà un cambio di paradigma nella politica europea tedesca

"Per Annegret Kramp-Karrenbauer, la pressione per ricostruire l'Europa non deriva più dalla fragilità delle sue istituzioni, ma dalla mutata situazione mondiale", scrive Ulrich Speck sulla Neue Zürcher Zeitung, per questo con AKK dovremmo aspettarci un cambio di paradigma della politica europea tedesca. Ne scrive Ulrich Speck sulla NZZ.ch


L'Europa come cantiere permanente, la casa europea come una visione guida per il futuro: il discorso sull'UE degli ultimi decenni è stato guidato da un'idea federalista che mirava agli "Stati Uniti d'Europa". Nel suo sbocco piu' felice, gli stati odierni non sarebbero scomparsi del tutto, ma sarebbero stati messi in ombra da un super-stato europeo.


Ciò che distingueva i pro-europei nelle loro sfumature non era la visione, ma solo il radicalismo con cui queste venivano perseguite. Alcuni volevano accelerare il progetto e riorganizzare le istituzioni dell'UE di Bruxelles il più alla svelta possibile, seguendo l'esempio delle istituzioni nazionali: la Commissione al governo e il Parlamento come potere legislativo e organo di controllo. L'introduzione dell'euro sembrò rendere inevitabile un tale sviluppo: solo un'entità statale dotata di sovranità avrebbe potuto stabilizzare la moneta.

Nel suo manifesto europeo, il nuovo leader della CDU ha dato a questo  discorso europeo tradizionale un approccio e un tono completamente diverso («Europa richtig machen»). Per Annegret Kramp-Karrenbauer, che si posiziona come successore di Merkel anche alla Cancelleria, la pressione per ricostruire l'Europa non deriva più dalla fragilità delle istituzioni, ma dalla mutata situazione mondiale. La questione è se l'Europa ha la volontà di "modellare attivamente" le regole della futura convivenza globale, oppure accetta di diventare una palla da gioco nella nuova competizione fra le grandi potenze.

Si tratta di una auto-affermazione in un mondo che sta cambiando radicalmente nel quale a proteggere l'Europa dalle tempeste non c'è piu' un'America "egemone benevolente". L'Europa dovrà essa stessa mettere in risalto i suoi interessi globali.

Da una parte c'è il lato interno: "assicurare le basi della nostra prosperità" attraverso l'innovazione e il progresso tecnologico. Dall'altro c'è il lato esterno, ovvero "la capacità di agire in materia di politica estera e di sicurezza", capacità da sviluppare attraverso l'introduzione di "un consiglio europeo di sicurezza": con il Regno Unito e con un ampio portafoglio che non comprenderà solo la politica di sicurezza, ma anche la politica estera nel suo complesso.

L'auto-affermazione europea in un mondo di poteri fra loro in competizione può essere basata solo sugli stati nazione già esistenti i quali dispongono delle risorse in termini di legittimità e potere. Il "peso internazionale degli europei" deriva dal fatto che gli stati "formulano e riconciliano a livello europeo i propri interessi", scrive il presidente della CDU.

Con il suo manifesto, Kramp-Karrenbauer spinge programmaticamente verso un cambio di paradigma nella politica europea della Germania. Trae le conseguenze da una situazione geopolitica radicalmente cambiata. Se l'Europa vuole mantenere il suo ordine liberale interno contro il crescente nazionalismo e la nuova concorrenza delle grandi potenze, allora non potrà limitarsi a prendersi cura solo degli aspetti interni perfezionando le sue istituzioni, ma dovra riorganizzarsi in termini di politica della forza. Le capitali, così come i principali azionisti della cooperazione europea, non possono delegare questo compito a Bruxelles, ma devono mettere tutto il loro peso dietro il perseguimento di questa nuova Europa.




martedì 12 marzo 2019

L'europeismo tiepido di AKK

Qual'è la posizione di Annegret Kramp-Karrenbauer sull'Europa? A giudicare dalla risposta al manifesto di Macron, secondo Der Spiegel, quello di AKK è un europeismo tiepido, lontano dai temi sociali e che soprattutto non prende in considerazione la possibilità di mettere in comune con gli altri paesi una parte del benessere tedesco. Ne scrive Stefan Kuzmany su Der Spiegel


Annegret Kramp-Karrenbauer è già una quasi Cancelliera. Sebbene Angela Merkel  continui a mantenere calda la sedia della Cancelleria di Berlino, non passerà molto tempo prima che il nuovo leader della CDU prenda il controllo anche del governo. Se fosse per la oscura "Werteunion" della CDU, Merkel avrebbe già dovuto lasciare il suo posto alla donna della Saarland.

Non è un caso che sia proprio questo raggruppamento conservatore di politici dell'Unione, tra i quali c’è il conoscitore dei Pegida Werner Patzelt e  l'intimo nemico di Merkel Hans-Georg Maassen, a pronunciarsi apertamente per Kramp-Karrenbauer. Se ai tempi della campagna elettorale per la segreteria del partito c'era ancora il sospetto che si trattasse di una mini-Merkel, e cioè solo di una copia in dimensione ridotta di una Cancelliera ormai troppo progressista, ora tutti i dubbi si sono dissipati: questa donna vuole tornare al passato.

Salario minimo? Sicurezza di base? Non con AKK

Ci è voluto un po' per rendersene conto, perché non è sempre facile capire quello che Annegret Kramp-Karrenbauer vorrebbe dirci quando parla a ruota libera. Questa volta per fortuna ha commentato per iscritto. Nel fine settimana la quasi Cancelliera ha risposto sulla "Welt am Sonntag” all'appello pro-Europa del presidente francese Emmanuel Macron.

Mentre Angela Merkel con i suoi silenzi eloquenti non faceva capire se intendeva o meno sostenere i francesi nella loro missione di riorganizzare e riavvicinare l'Europa, con Kramp-Karrenbauer a capo del governo la posizione della Repubblica Federale sarebbe decisamente piu' chiara. E anche se ha ricoperto la sua risposta con una retorica europeista che almeno superficialmente suona melodiosa, il senso è chiaro: no, lei non vuole.

Macron propone un sistema sociale comune in cui tutti in Europa abbiano diritto alla sicurezza sociale di base, alla stessa retribuzione nello stesso luogo di lavoro e in ogni paese ad un salario minimo adeguato. Kramp-Karrenbauer senza troppi indugi toglie la polvere da queste proposte: per lei sono "la strada sbagliata".

Un “consiglio di sicurezza nazionale” su carta europea

Macron vorrebbe ridurre a zero le emissioni di CO2 entro il 2050 e ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2025. Annegret Kramp-Karrenbauer non ha una grande considerazione di queste proposte: "nulla è stato raggiunto con una definizione ambiziosa degli obiettivi europei e dei valori limite". Bene e allora in che modo? Mentre Macron vorrebbe subordinare tutti gli sforzi politici e tutte le istituzioni dell'UE all'obiettivo della protezione del clima, Kramp-Karrenbauer ha in mente soprattutto la protezione dell'economia. Macron ha compreso che senza una seria difesa del clima, presto non ci saranno piu’ le condizioni di base per avere un’economia di successo. Kramp-Karrenbauer apparentemente no.

Se Macron enfatizza l'idea di un consiglio di sicurezza europeo, all’interno del quale organizzare la difesa comune dell'Europa, Kramp-Karrenbauer argomenta che anche un "consiglio di sicurezza nazionale" in Germania sarebbe "un’idea degna di essere presa in considerazione”.

Il francese vorrebbe mettere più cose in comune, la tedesca difficilmente riesce a scrivere "Europa" senza immediatamente dover puntualizzare che "se manca lo Stato nazionale" nulla può funzionare.

Macron sta lavorando a una vera integrazione europea. Kramp-Karrenbauer sembra voler fare un passo indietro: verso una cooperazione prevalentemente economica e con una difesa comune delle frontiere. Un ritorno alla CEE ma con una difesa comune, senza avere in mente il grande progetto di riconciliazione e di pace europea, come faceva Kohl, e senza la volontà di mettere in comune la prosperità tedesca. La parola "solidarietà" nella sua risposta non si trova da nessuna parte, preferisce parlare di un "mercato unico per le banche".

ll braccio destro dello stato

La politologa Ulrike Guérot ha giustamente osservato che Kramp-Karrenbauer sembra guardare all'UE in maniera unilaterale: fondamentalmente in Europa “vorrebbe il braccio destro dello Stato (la sicurezza, le frontiere, il controlli, i militari), ma non quello sinistro (solidarietà, sicurezza sociale, responsabilità)". Questo approccio esclusivamente orientato agli interessi economici e alla sicurezza non crea un'identità europea, ma mira semplicemente alla cooperazione interessata fra Stati nazionali. Kramp-Karrenbauer tutt'al più ha un'idea tiepida e poco entusiasta dell'Europa.

Bisogna tuttavia essere grati ad Annegret Kramp-Karrenbauer: a differenza di Merkel ci spiega chiaramente dove lei e dove una CDU sotto la sua guida si posizionerebbero. Una SPD che dovesse appoggiarla come Cancelliera non solo si sarebbe completamente arresa, ma avrebbe anche abbandonato l'obiettivo di un'Europa sociale e solidale.




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lunedì 10 dicembre 2018

Lafontaine: l'elezione di AKK è il proseguimento del merkelismo con un altro volto

Oskar Lafontaine si rallegra per la mancata elezione di Friedrich Merz alla presidenza della CDU e avverte: l'elezione di Annegret Kramp-Karrenbauer rappresenta il proseguimento del merkelismo, con un altro volto. Oskar Lafontaine dal suo profilo FB.



È positivo che il lobbista degli squali finanziari, Friedrich Merz, non sia stato eletto. La sua "Agenda per le persone laboriose" non era un programma per i molti che lavorano nel settore a basso salario, nelle costruzioni, nei macelli, nella raccolta degli asparagi, nella pulizia degli esercizi commerciali, o nella consegna dei pacchi, da Amazon, ecc. Chi, come Merz, è contrario ad un salario minimo decente, sostiene Hartz IV e consiglia alle persone povere di fare previdenza sociale investendo in azioni, non conosce le preoccupazioni e le difficoltà di queste persone realmente laboriose.

Annegret Kramp-Karrenbauer rappresenta la continuazione della politica di Angela Merkel. La politica di Merkel viene considerata dal mainstream giornalistico come la "socialdemocratizzazione della CDU". E' evidente: i commentatori sono vittime della loro stessa propaganda, altrimenti non scriverebbero tali assurdità. In effetti, a parte la Linke, tutti i partiti negli ultimi anni sono diventati neoliberisti. La CDU ha perso la sua corrente sociale e la SPD per questa ragione sta morendo.



Fare politica socialdemocratica un tempo significava: costruire, non smantellare lo stato sociale


Mentre Schröder si inchinava davanti alle associazioni dei datori di lavoro e imponeva il "più grande smantellamento dello stato sociale del dopo guerra" (FAZ), la CDU di Merkel rafforzava ulteriormente le sue "leggi di riforma".

Fare politica socialdemocratica un tempo significava: buon vicinato in Europa

Il nazionalismo dell'export ampiamente presente in tutti i partiti, unito al Sacro Graal dello Zero Nero, divide l'Europa e ci porta ad una situazione in cui dopo la Brexit ora viene minacciata anche l'uscita dell'Italia dall'Unione Europea.

La politica socialdemocratica si basava sulla pace e il disarmo.

Il suo punto forte è stata la Ostpolitik di Willy Brandt. Merkel ha invece permesso che le truppe tedesche tornassero a ridosso del confine russo. Lei è il fedele vassallo dell'imperialismo americano, che circonda la Russia e la Cina, è uscito dal trattato ABM, vuole sospendere unilateralmente il trattato INF e con le guerre commerciali, le operazioni segrete delle sue forze speciali e le guerre a suon di bombe destabilizza tutto il mondo.

Il neoliberismo praticato da Merkel - "democrazia conforme al mercato" - distrugge la coesione della società, porta al rafforzamento di AFD e alla fine mina le basi della democrazia.



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