martedì 14 maggio 2019

Hartz IV: obbligati a stare a casa

Fra le assurdità di Hartz IV c'è anche l'obbligo di dimora che impedisce ai sussidiati, come accade anche ai richiedenti asilo, di assentarsi per piu' di 3 settimane all'anno dalla loro abitazione o dalla zona in cui risiedono abitualmente. Si tratta di un criterio non definito in maniera chiara dalla legge e quindi per il disoccupato è concreto il rischio di essere vessato dal Jobcenter. Ne scrive Susan Bonath su RT Deutsch



L’obbligo di dimora non riguarda solo i richiedenti asilo, ma anche i destinatari di Hartz IV, i quali in caso di violazione devono temere delle sanzioni. La zona "di prossimità alla residenza" viene interpretata in maniera diversa dai singoli Jobcenter. La norma doveva essere già modificata con un emendamento del 2011 che tuttavia il Ministero del lavoro non ritiene necessario. 


di Susan Bonath 

Si parla molto della libertà senza confini, soprattutto si parla molto della libertà di movimento nel sistema capitalista. Sfortunatamente questo vale soprattutto per il capitale e per i profitti arraffati in questo modo, non certo per la maggior parte della classe lavoratrice sfruttata. Quello che in molti tuttavia non sanno è che per milioni di persone in Germania vige un rigido obbligo di dimora. Fra questi ci sono i richiedenti asilo, ma anche sei milioni di destinatari di Hartz IV. Se vengono beccati al di fuori della loro "zona di prossimità alla residenza", rischiano il blocco totale dell'unica entrata in grado di assicurare loro la sopravvivenza, il sussidio appunto. 


Ogni assenza dal luogo di residenza deve essere approvata 

Mentre la libertà di movimento dei richiedenti asilo è limitata al distretto (Landkreis) in cui si trova il loro centro di accoglienza, la legge per i disoccupati e gli Aufstocker è formulata in maniera alquanto vaga. Si parla solo di "un'area temporalmente e geograficamente vicina". Purché "l'integrazione nel mondo del lavoro" delle persone oggetto delle misure - per quanto improbabile essa sia - non venga "compromessa". E i centri per l'impiego, su richiesta, possono concedere fino a tre settimane all'anno lontano da casa, sempre che l'inserimento nel mondo del lavoro non sia a rischio. L'enfasi è su "richiesta", "possono" e "sempre che". 

Il risultato: tutti i Jobcenter interpretano la legge in maniera diversa. Dove finisce esattamente la zona di prossimità alla residenza? In caso di visita alla madre malata residente nella città vicina c’è un rischio di interruzione della prestazione? Inoltre, gli uffici del lavoro autorizzano a proprio piacimento le richieste di allontanamento dal luogo di residenza - oppure le rifiutano, spiano e controllano in tutti i modi possibili i loro clienti, oppure effettuano controlli via posta, e a volte anche telefonici - senza considerare il fatto che l'obbligo di residenza esorta e incoraggia ogni forma di delazione. 

Nonostante la denuncia della Corte dei conti: il ministero non vede alcun problema 

In realtà, proprio per questa ragione, la legge sin dal 2011 avrebbe avuto bisogno di un chiarimento interpretativo. Ma l’emendamento non è mai entrato in vigore. Il motivo: il Ministero del lavoro e degli affari sociali (BMAS) non ha presentato alcuna ordinanza, ad esempio, per definire con piu’ precisione l'area di prossimità, oppure per limitare la durata oltre la quale le persone interessate dalle misure dei Jobcenter devono richiedere un permesso di congedo. 

La corrispondente richiesta con la quale la Corte dei conti federale ha chiesto al Ministero di prendere in considerazione questi elementi viene ignorata sin dal 2017. Il BMAS ipotizza che i singoli centri per l'impiego in materia abbiano stabilito degli standard diversi, accusa la Corte dei conti federale. Il BMAS "non vede alcuna necessità", ha recentemente spiegato una portavoce del ministero ad una domanda specifica. 

Carta bianca ai Jobcenter per vessazioni arbitrarie 

Ai Jobcenter piu’ che altro interessa garantire la raggiungibilità per posta, spiega Harald Thomé dell'associazione sociale Tacheles. Per questo motivo l’obbligo di residenza in realtà è totalmente superfluo. La corrispondenza infatti può essere trasmessa digitalmente, ci sono i telefoni cellulari e le e-mail, critica Thomé. La nuova legge non eliminerebbe affatto il divieto di allontanamento. Ma almeno potrebbe contenere l'arbitrarietà dei Jobcenter, secondo Thomé: "con la vecchia legge, infatti, per i centri per l’impiego è molto piu’ facile vessare i percettori di un sussidio Hartz IV". 

Il fatto che i Jobcenter puniscano solo sulla base di un puro sospetto è mostrato anche da un catalogo che fa parte di una direttiva dell'Agenzia federale per l'impiego (BA) e al quale la portavoce del BMAS gentilmente rinvia. Nella lista degli indizi di un allontanamento dalla residenza, sufficienti per giustificare delle "misure" punitive ci sono: addebiti sul conto corrente da parte di agenzie di viaggio, addebiti per pagamenti su stazioni di servizio fuori zona, non presentarsi agli appuntamenti, non raggiungibilità telefonica, posticipo continuo di un appuntamento, cassetta della posta permanentemente piena, serrande di casa sempre abbassate, delazioni anonime, avvisi da terze parti, chiamate da località fuori zona o mancata reazione all’offerta di una misura di integrazione.



3 commenti:

  1. Coloro che scrivono questi articoli dovrebbero contestualizzare il punto, ovvero che questo assegno deriva dalle imposte di altri cittadini, dal loro lavoro, con lo scopo di evitare una situazione di indigenza ed impossibilità di avere le minime necessità di sostentamento e al contempo di rendersi disponibili per un lavoro oltre che cercarlo per proprio conto, non di andarsene in giro o come scritto in un passato articolo di assistere ad un concerto il cui biglietto costa 50 euro o più (a meno che non si decide si sacrificare altra voce di spesa). Da qui le regole che solo a parassiti e fannulloni appaiono stringenti e severe.

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    1. Se si trattasse solo di fannulloni e parassiti, con l'aggravante etnica, cioè provenienti da Italia, Turchia, Polonia, Romania etc. ti potrei anche dare ragione, ma ovviamente le cose non stanno cosi'.

      Non ho mai avuto esperienza diretta, fortunatamente, ma mi è stato riferito che se hai la sfortuna di beccare un jobcenter o un addetto del jobcenter (il nostro navigator) a cui per qualche ragione non stai troppo simpatico puoi finire oggetto di vessazioni continue. Purtroppo chi fa ricorso ad Hartz IV spesso ha un passato difficile e come ho scritto piu' volte non si tratta di fancazzisti e fannulloni, come sostiene ad esempio la Bild Zeitung, ma di esistenze condotte ai margini della società con problemi anche seri. Comunque se vivi solo con i 400 euro al mese del sussidio difficilmente potrai allontanarti da casa per un viaggio di piacere, al massimo si tratta di una visita ad un parente o familiare in una città non troppo lontana.

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    2. Ma come Cocucci? Chi percepisce l'Hartz non ha neanche il diritto di scegliersi come spenderlo??? Lo Stato deve fargli i conti in tasca anche sul fatto che si muova per farsi gli affari propri? la Germania è proprio un paese incivile...

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