mercoledì 22 maggio 2019

La trappola dei bassi salari

Otto milioni di persone in Germania si guadagnano da vivere con un lavoro a basso salario, cioè per meno di 10.80 € lordi l'ora. Ad attenderli c'è una vecchiaia in povertà. Ne scrive su Die Zeit Marcel Fratzscher, il direttore del prestigioso DIW di Berlino.


La Germania ha uno dei più grandi settori a basso salario in Europa. Nonostante il boom dell'occupazione e la forte crescita economica, in questo paese un dipendente su quattro - circa otto milioni di persone - guadagna meno di € 10,80 lordi l'ora, vale a dire la soglia al di sotto della quale si percepisce un basso salario. A livello europeo la proporzione è di uno a sei. In Germania ad essere colpiti sono soprattutto i genitori single, i tedeschi dell'est, le donne e i migranti.

Ancora più deprimente è il fatto che per queste persone la mobilità sociale sia insolitamente bassa e che la stragrande maggioranza abbia poche possibilità di uscire dal settore a basso salario e di migliorare la propria condizione. Si tratta del risultato centrale di uno studio condotto da due dei miei colleghi del DIW di Berlino.


La politica da tempo discute di come si possa riformare e migliorare il welfare state tedesco. Il governo federale sta mettendo mano al portafoglio per aumentare le pensioni dei redditi piu' bassi e per ampliare le prestazioni sociali - dai sussidi per l'alloggio, al miglioramento delle prestazioni per i genitori single.

Il lavoro deve essere retribuito in maniera adeguata

Ma la politica spesso si trova ad affrontare solo i sintomi di un problema che ha le sue radici da qualche altra parte, vale a dire nel mercato del lavoro e nel fatto che stranamente in Germania molti lavoratori percepiscono un basso salario orario. Chi percepisce un basso stipendio ha difficoltà a pagare l'affitto e dipenderà quindi dai sussidi per l'alloggio. Salari bassi implicano anche delle pensioni basse in età avanzata. A ciò bisogna aggiungere che molti in Germania lavorano part-time e hanno delle carriere lavorative discontinue.

Se non si riesce a vivere del proprio lavoro, allora non bisogna sorprendersi se sempre più persone dipendono dai sussidi dello stato sociale. Ma allo stesso tempo lo stato sociale per il singolo individuo è sempre meno efficiente. Il lavoro deve essere adeguatamente remunerato sia per poter fornire alle persone una maggiore sicurezza e autosufficienza, che per alleggerire il peso che grava sullo stato sociale.

I dati relativi al settore a basso salario tedesco sono preoccupanti: ci sono nove milioni di posti di lavoro a bassa retribuzione, di cui circa otto milioni sono lavori principali. In altre parole, otto milioni di persone devono guadagnarsi da vivere con questi bassi salari. L'argomento secondo il quale il fenomeno del basso salario colpirebbe principalmente i lavoratori part-time o gli studenti non corrisponde alla verità.

La percentuale di coloro che a metà degli anni '90 lavoravano nel settore a bassa retribuzione era del 16% sul totale dei dipendenti, oggi è del 24%. Ciò non è dovuto al fatto che la mediana, cioè il valore di riferimento per i salari orari, sia cresciuta e le persone con un basso salario siano rimaste indietro. È vero il contrario: il salario orario reale della mediana degli anni '90 è cresciuto a malapena. La forte espansione del settore a basso reddito è  dovuta piuttosto ad una riduzione dei salari reali in quel terzo dei dipendenti con i salari orari più bassi. Dal 1995 ad oggi i salari reali del 10% dei dipendenti con i salari orari più bassi sono diminuiti del 10%. Al contrario, i salari reali del 50% superiore sono cresciuti in maniera significativa.



Non bisogna dimenticare che l'introduzione del salario minimo nel 2015 ha contribuito a ridurre, almeno temporaneamente, il settore a basso salario. Anche per molti di coloro che all'epoca guadagnavano piu' del salario minimo iniziale di 8,50 euro lordi l'ora, il salario orario di fatto è aumentato. Questo miglioramento tuttavia sembra essere stato solo temporaneo, nel 2017 il settore a basso salario ha ripreso a crescere.

Chi percepisce un basso salario? Sono soprattutto donne - il 28 % delle donne lavoratrici, il 17 % degli uomini. Inoltre, nel settore a basso salario si possono facilmente trovare il 40% di tutti i genitori single, il 30% dei dipendenti con un background di immigrazione, un terzo dei lavoratori dipendenti della Germania dell'est e le persone con un basso livello di istruzione.

Lo studio mostra anche che fra i lavoratori con un basso salario, due su tre rimangono in questo settore a basso reddito anche nel medio termine. Ciò confuta la tesi di coloro i quali sostengono che molte persone riceverebbero un basso salario solo transitoriamente e che in seguito riuscirebbero ad uscirne. Basso salario come trampolino di lancio, per così dire. È vero il contrario, dal momento che sono pochissimi quelli che grazie ad una qualifica professionale riescono ad uscire dal settore a basso salario o a migliorare la propria situazione finanziaria. E per la maggior parte delle persone l'impiego a basso salario non è un secondo lavoro.

Per la società e lo stato sociale questa mancanza di mobilità è un boomerang. Le persone che per un lungo periodo di tempo lavorano per un basso salario finiscono in una situazione di dipendenza permanente dallo stato sociale. Nel corso della loro vita lavorativa dipendono fortemente dai servizi sociali e in età avanzata dovranno subire un ulteriore taglio al loro tenore di vita, perché difficilmente potranno permettersi di fare della previdenza sociale integrativa e nel corso della vita lavorativa hanno acquisito solo i requisiti pensionistici minimi.

Nessun contratto collettivo

Perché così tante persone in Germania lavorano così a lungo per degli stipendi così bassi? Un motivo importante sono i minijob, che da un lato sono prevedono una paga insolitamente bassa e dall'altro, tengono imprigionati molti lavoratori dipendenti in un rapporto lavorativo minore. In termini di reddito lordo i lavoratori coinvolti dovrebbero fare un grande balzo in avanti, affinché per loro possa diventare finanziariamente vantaggioso.

Anche l'importanza decrescente delle parti sociali gioca un ruolo importante. Nel settore a basso reddito quasi nessun rapporto di lavoro ha un contratto collettivo alle spalle e molti dipendenti di fatto hanno poco potere contrattuale nei confronti dei loro datori di lavoro. A ciò bisogna aggiungere la scarsa qualificazione di molte persone che lavorano per un basso salario. Troppe persone non hanno alcuna qualifica professionale o lavorano in occupazioni per le quali non sono previste qualifiche.

Anche se la qualificazione e la formazione sono misure essenziali, non bisogna comunque aspettarsi dei miracoli. Il successo registrato con l'introduzione del salario minimo - tre milioni di lavoratori hanno sperimentato un aumento sostanziale del loro stipendio, e contro tutti gli allarmismi non è stato distrutto quasi nessun posto di lavoro - ci mostra che per far uscire le persone dal cosiddetto settore a basso salario sono necessarie delle parti sociali forti.

L'ampio settore a basso salario è sicuramente uno dei punti deboli più problematici per la nostra economia sociale di mercato. Sociale non è ciò che crea lavoro, sociale è ciò che crea un buon lavoro. L'aspirazione ad un buon lavoro dovrebbe includere sia il salario con il quale le persone possono guadagnarsi da vivere, che l'opportunità di un avanzamento professionale e sociale. Diversamente la nostra economia di mercato non merita piu' il titolo di economia sociale di mercato.




5 commenti:

  1. Leggendo così come ha presentato i dati ne viene fuori una situazione fuorviante rispetto a quella vera e propria. Per l'autore del blog, come per chi conosce il tedesco, suggerisco l'analisi a cui fa riferimento il prof. Fratzscher: https://www.diw.de/documents/publikationen/73/diw_01.c.620814.de/19-19-3.pdf leggendo accuratamente le 12 pagine si possono capire molti aspetti. Al prof.Fratzscher ho anche fatto presente che la mediana di reddito lordo orario è passata da € 9,58 del 2013 ai 10,80 del 2017 qui menzionati, ergo un aumento medio del 3% annuo. Questo incremento non indifferente ha sicuramente influito sul dato della quota di lavoratori che rientrano tra coloro che guadagnano meno, in quanto gli aumenti salariali della fascia più bassa difficilmente hanno seguito il medesimo incremento. In ogni caso la distribuzione del reddito in Germania è migliore di quella riscontrabile in Italia, quantomeno è ciò che emerge dall'indice (o coefficiente) di Gini e da un suo derivato: il rapporto 90:10 (il rapporto tra il decile che guadagna di più rispetto a quello che guadagna meno).

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  2. http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=earn_ses_pub1s&lang=en

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    1. Quando si suggeriscono link a dati economici sarebbe il caso di conoscerne il significato prima:
      http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=ilc_di12&lang=en

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  3. È divertente come te, cocucci, ti affanni a farci vedere come sia virtuosa la germagna : i dati sono chiarissimi, pensi di capirli solo te? Inutile che ti dimeni...

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