Alla vigilia del probabile annuncio da parte della BCE di un nuovo QE e di una ulteriore riduzione dei tassi, vale la pena andare a rileggere quello che l'ottimo Marcel Fratzscher, economista e direttore del prestigioso Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung, scriveva qualche settimana fa su Die Zeit: i tedeschi dovrebbero solo ringraziare la BCE a guida italiana perché senza i tassi a zero non avrebbero mai avuto un mercato del lavoro cosi' florido e non avrebbero mai avuto la riduzione della pressione fiscale degli ultimi anni. Ne scrive Marcel Fratzscher su Die Zeit
Sembra che la storia del piccolo risparmiatore tedesco espropriato dei suoi risparmi a causa dei bassi tassi di interesse e dalla cattiva politica monetaria della BCE, ormai sia riuscita ad entrare nella nostra testa come se fosse una forma di antica saggezza popolare. Non incassa piu' alcun interesse per il suo denaro faticosamente risparmiato, e per questo deve risparmiare ancora di più. E nonostante ciò quando andrà in pensione non avrà un reddito pensionistico sufficiente per la vecchiaia. Questo esproprio porterà alla miseria e ad una vecchiaia in povertà e punirà duramente i tedeschi per il loro comportamento virtuoso. Peggio ancora, la politica monetaria finisce per aumentare le disuguaglianze, poiché colpisce i deboli e aiuta i ricchi, almeno secondo la percezione comune.
Ma il mito del risparmiatore quale vittima della politica monetaria e dei bassi tassi di interesse, corrisponde davvero alla realtà?
I critici della politica monetaria della BCE spesso e volentieri evitano di menzionare il fatto che il 40 % dei tedeschi adulti non dispone di alcun patrimonio. In quasi nessun'altra economia sviluppata esiste una percentuale così elevata di persone che non risparmiano e che quindi non mettono soldi da parte, nemmeno sotto forma di previdenza pensionistica integrativa. Può anche darsi che molti scelgano di risparmiare poco o nulla perché nel nostro paese abbiamo ancora uno stato sociale forte che garantisce una buona copertura dei bisogni, almeno rispetto alla maggior parte degli altri paesi occidentali.
La maggior parte, tuttavia, non riesce a risparmiare perché i salari sono bassi e le tasse e i contributi sociali alti e quindi devono utilizzare l'intero reddito disponibile per le esigenze quotidiane. A queste persone non importa molto se i tassi di interesse sono pari a zero o sono al 10%. Perché chi non ha nulla da parte, non può beneficiare dei tassi di interesse.
I prezzi sono stabili
È strano che quando si inizia a parlare di politica monetaria, i politici e i media pensino ai tedeschi soprattutto come a dei risparmiatori. I tedeschi non sono solo dei risparmiatori, ma sono molto più spesso dei lavoratori e quindi dipendono dal fatto che esista un mercato del lavoro forte e sicuro. La politica monetaria, grazie ai bassi tassi di interesse, ha decisamente aiutato le aziende ad espandersi, ad assumere personale e a farle lavorare.
Negli ultimi anni pertanto molti milioni di posti di lavoro in Europa e in Germania sono stati creati grazie alla politica monetaria espansiva della BCE. La forte crescita economica del nostro paese, dovuta anche alla politica monetaria della BCE, in Germania ha garantito aumenti salariali in quasi tutte le fasce di reddito. Molti tedeschi sono anche genitori o nonni e desiderano che anche tra dieci o venti anni i loro figli e nipoti possano trovare un posto di lavoro degno di questo nome .
Ogni tedesco è anche un consumatore e vuole essere sicuro che anche in futuro le sue esigenze di base possano essere coperte dalle entrate. La politica monetaria della BCE ha svolto un ruolo chiave nel mantenere l'euro stabile, e quindi nel mantenere i prezzi stabili per i consumatori.
Molti tedeschi sono anche dei contribuenti. Coloro che si lamentano dei bassi tassi di interesse preferiscono ignorare un fatto molto semplice: ogni anno lo stato tedesco può risparmiare 45 miliardi di euro grazie a minori spese per interessi sul debito. Ciò ha alleviato il carico per il contribuente tedesco e negli ultimi dieci anni ha permesso allo stato di aumentare significativamente la spesa sociale. L'abolizione del "Soli", che costerà quasi dieci miliardi di euro all'anno, non sarebbe mai stato possibile senza i bassi tassi di interesse.
E ogni tedesco è anche un europeo. È vero che i paesi in crisi come l'Italia o la Spagna hanno beneficiato della politica monetaria espansiva ancora di più di quanto abbia fatto la Germania. Ma è davvero un male se a beneficiarne sono anche gli altri, cioè i paesi in crisi? Non si tratta forse di solidarietà, non solo all'interno della Germania, ma all'interno dell'Europa? Soprattutto perché non sarà mai possibile sottolineare a sufficienza che la Germania è fra i paesi vincitori che beneficiano dei bassi tassi di interesse
Chi ancora non si è convinto del fatto che la politica monetaria sia nell'interesse di tutti i tedeschi, forse potrà essere convinto da questo argomento: i bassi tassi di interesse non sono esclusivamente il risultato della politica monetaria della BCE, ma la conseguenza di un eccesso di risparmio, soprattutto da parte dei tedeschi. Come per tutti i beni, il prezzo del denaro è il risultato dell'incontro fra domanda e offerta.
Spendere di più, risparmiare di meno
Diamo un'occhiata al surplus delle partite correnti tedesche: l'economia tedesca ha un risparmio netto di oltre il 7% del PIL. Sono circa 240 miliardi di euro, vale a dire in media circa 3.000 euro pro capite o 12.000 euro all'anno per una famiglia di quattro persone. Se noi cittadini e le nostre imprese non spendiamo il denaro e se l'offerta di risparmio aumenta, allora il prezzo del denaro, cioè l'interesse, deve necessariamente scendere.
La BCE con la sua politica monetaria cerca di facilitare l'incontro fra domanda e offerta e di porre rimedio a un malfunzionamento del mercato. Al contrario, ciò significa anche che i tassi di interesse in Germania riprenderanno ad aumentare solo quando le persone e le aziende investiranno di più, spenderanno piu' soldi e risparmieranno di meno.
I tedeschi non sono solo dei risparmiatori, ma anche dei padri o delle madri, dei lavoratori, dei consumatori, dei contribuenti e parte di una comunità solidale. La Germania non è fra le fila dei perdenti della politica dei bassi tassi di interesse della BCE, al contrario, il nostro paese è fra i vincitori. E non solo il nostro paese, ma ognuno di noi in un modo o nell'altro ha tratto vantaggio dalla politica monetaria e dall'euro.
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