Dopo un anno di coronavirus, per il giornalista tedesco Eric Bonse, solo una cosa è certa: l'UE nella sua forma attuale non può essere la soluzione alla crisi causata dal coronavirus. Una riflessione semplice ma non banale del sempre interessante Eric Bonse da Bruxelles su Lost in Europe
Nella guerra contro il Coronavirus sempre più paesi dell'UE stanno facendo da soli senza Bruxelles. L'Austria e la Danimarca stanno addirittura cercando di costruire un'alleanza con Israele. Non è bello, ma è comprensibile: l'UE non è il quadro giusto all'interno del quale poter risolvere questa crisi.
Gli ultimi 12 mesi lo hanno dimostrato con chiarezza. La Commissione europea - che non ha quasi nessuna competenza in materia di politica sanitaria - quando è intervenuta, ha agito troppo lentamente o nel modo sbagliato.
Anche le autorità dell'UE responsabili per le epidemie e i medicinali, l'ECDC e l'EMA, sono irrimediabilmente sovraccariche di lavoro. Dovranno essere riformate prima di poter assegnare loro nuovi compiti.
Non è nemmeno utile che Bruxelles pretenda di coordinare l'approvvigionamento dei vaccini e di portare avanti la vaccinazione. La verità è che dietro le quinte sono i paesi dell'UE a tirare le fila.
Abbiamo a che fare con un approccio intergovernativo senza base giuridica e senza che nessuno prenda l'iniziativa e/o la responsabilità. E questo effettivamente alla fine non potrà funzionare.
Abbiamo inoltre un Parlamento europeo che non esercita nemmeno le funzioni di controllo di base. Ed è per questo che non può correggere gli errori commessi dalla Commissione e dalle autorità UE preposte.
Conclusione: la UE nella sua forma attuale non è il quadro giusto all'interno del quale poter gestire e risolvere la crisi. Non è stata creata con questo scopo e non ha né l'esperienza necessaria né le risorse.
Per fare passi in avanti nella crisi causata dal Coronavirus e recuperare il ritardo, quello che serve ora è un'avanguardia di paesi UE senza rallentatori e senza ostacoli burocratici - in altre parole senza Bruxelles.
La Germania, la Francia e l'Italia dovrebbero fare da apripista; Bruxelles potrebbe poi garantire che tutti siano considerati e che nessuno venga lasciato fuori.
Soprattutto, però, la Commissione UE dovrebbe finalmente concentrarsi sugli ambiti per i quali è effettivamente responsabile: il mercato interno, la libertà di movimento nell'area Schengen e i diritti fondamentali dei cittadini.
Tutto questo però nella crisi causata dal Coronavirus è andato perduto. La Von der Leyen deve finalmente fare il suo lavoro e far rispettare i diritti garantiti dai trattati - se necessario contro Berlino, Parigi o Roma.
Questa è la classica divisione del lavoro nell'UE - e questo è l'unico modo in cui può funzionare...
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