giovedì 31 gennaio 2019

La "Lex Audi" e il dominio dell'industria dell'auto tedesca in Ungheria

Nel paese che non fa entrare i migranti e che grazie al Fiorino ha ancora il cambio flessibile, i lavoratori dell'Audi di Győr dopo appena 3 giorni di sciopero hanno portato a casa un aumento salariale del 18%. Le aziende tedesche tuttavia restano di gran lunga il principale investitore estero nel paese e le case automobilistiche continuano ad imporre i propri interessi suggerendo ad Orban la famosa legge sulle 400 ore di straordinario, ribattezzata anche "Lex Audi". Ne parla il sempre ben informato German Foreign Policy


Lotta dei lavoratori a Győr

Continua l'azione dei lavoratori negli stabilimenti Audi di Győr, in Ungheria. Gli operai lo scorso giovedì hanno iniziato uno sciopero di una settimana per ottenere un aumento salariale del 18%. Attualmente all'assemblaggio di Győr il salario medio è di 1.100 euro lordi al mese; secondo i sindacati si tratta del 28 % in meno rispetto allo stipendio medio presso lo stabilimento Audi in Slovacchia e il 39 % in meno rispetto a quanto guadagnano in media i dipendenti Audi in Polonia, mentre i lavoratori Audi in Belgio guadagnano in media 3,6 volte i loro omologhi in Ungheria - nonostante un costo della vita che nelle città ungheresi come Győr non è significativamente inferiore rispetto all'Europa occidentale. I lavoratori chiedono un aumento salariale del 18%, almeno 75.000 fiorini (circa 236 euro). Pur restando i dipendenti Audi peggio pagati di tutto il continente, la controllata del gruppo Volkswagen si rifiuta di cedere alle loro richieste. Ecco perché nella sede di Audi a Ingolstadt, in Germania, il lavoro è fermo da lunedì: mancano i motori prodotti a Győr.

Ungheria paese di produzione dell'industria dell'auto

Audi Ungheria è il più grande investimento diretto estero in Ungheria con un volume di quasi nove miliardi di euro investiti a partire dal 1993. A Győr non solo vengono prodotte più di 100.000 auto all'anno, ma anche circa due milioni di motori installati nei veicoli dei marchi Audi e VW. Lo stabilimento nel suo genere è considerato il più grande di tutto il mondo. Oltre ad Audi, anche Daimler dal 2012 gestisce uno stabilimento in Ungheria; a Kecskemét, dove nel 2017 sono stati assemblati circa 190.000 veicoli, più che in qualsiasi altro sito di produzione ungherese. Mentre Daimler a Kecskemét sta costruendo un secondo stabilimento con un investimento di circa un miliardo di euro, anche BMW, la terza casa automobilistica tedesca, ha annunciato di voler costruire uno stabilimento in Ungheria. Nel nuovo sito vicino a Debrecen sarà realizzato un investimento da circa un miliardo di euro. Parallelamente alle tre principali case automobilistiche tedesche, anche diversi fornitori tedeschi si sono stabiliti in Ungheria, fra questi Bosch, Continental, Schaeffler e ZF Friedrichshafen. Alcuni di questi stanno anche espandendo le loro attività; Bosch, ad esempio, ha annunciato di voler ampliare il proprio centro di ingegneria a Budapest con un investimento da 120 milioni di euro. FAG Magyarország, una filiale del gruppo tedesco Schaeffler, ha appena aperto un nuovo stabilimento produttivo a Debrecen.

Dominio tedesco

Gli investimenti in costante crescita da parte dell'industria automobilistica tedesca, che si avvantaggiano dei bassi salari ungheresi, hanno portato a un duplice effetto. Da un lato l'industria automobilistica domina l'economia del paese: attualmente rappresenta quasi il 30 % della produzione manifatturiera. Un settore egemonizzato dalle società straniere, mentre le piccole e medie imprese nazionali, come illustrato in una presentazione austro-tedesca dell'IHK, "agiscono più a livello locale e sono poco coinvolte nella filiera dei produttori internazionali".[1] Fra le aziende straniere a dominare è l'industria tedesca. Oltre ad Audi, Daimler e BMW c'è Suzuki che ad Estzergom produce circa 176.000 vetture l'anno, mentre Opel a Szentgotthárd produce circa 500.000 motori all'anno; entrambe restano significativamente indietro rispetto alla produzione complessiva delle aziende tedesche in Ungheria. Secondo i dati dell'agenzia di commercio estero Germany Trade & Invest (gtai), quasi un quarto (22,9%) dello stock degli investimenti diretti esteri in Ungheria arriva dalla Germania; l'ipotesi secondo cui anche l'investitore numero due (Paesi Bassi con il 18,6%) e numero tre (Austria con il 10,6%) nascondano imprese parzialmente tedesche è plausibile; entrambi i paesi sono noti come postazioni per il rilancio degli investimenti esteri tedeschi. 

La "Lex Audi"

L'espansione delle fabbriche automobilistiche tedesche in Ungheria è dovuta non solo ai bassi salari, ma anche alla debolezza dei sindacati, almeno fino ad ora, e alle altre condizioni molto favorevoli per i gruppi industriali presenti nel paese. Ad esempio nel 2017 il governo del primo ministro Viktor Orbán ha ridotto i contributi per la sicurezza sociale dal 27,5% al 19,5% e abbassato l'aliquota dell'imposta sulle società al 9%; il secondo valore più basso dell'UE. La produzione totale dovrebbe aumentare da poco meno di 500.000 automobili nel 2015 a più di 710.000 nel 2025, fino ad oltre 780.000 nel 2027. La forza lavoro tuttavia scarseggia. E dato che il governo di Orbán non vuole l'immigrazione - compresa l'immigrazione di forza lavoro [2] - ha scelto una strada diversa e a dicembre ha approvato una legge che aumenta drasticamente l'orario di lavoro come sostituto dell'immigrazione. In futuro le aziende potranno obbligare i propri dipendenti a fare non 250 ore di straordinario, ma bensì fino a 400 ore di straordinario all'anno; la compensazione non dovrà avvenire entro un anno, ma entro tre anni. Gli osservatori concordano sul fatto che la legge entrata in vigore, di fatto consente la reintroduzione della settimana di sei giorni. Poiché la legge difende principalmente l'interesse delle case automobilistiche tedesche, in Ungheria è stata ribattezzata non solo la "legge schiavitù", ma anche come "Lex Mercedes" o "Lex BMW" o "Lex Audi". [3] 

Il sistema Orbán

La gestione dell'Ungheria secondo gli interessi delle aziende tedesche di fatto permette al primo ministro ungherese di portare avanti il corso repressivo dello Stato [4]. ​​I siti automobilistici danno al paese un ruolo importante nel sistema dell'economia continentale - mentre la crescente volontà di cooperare da parte dell'industria tedesca garantisce ad Orbán un certo livello di supporto presso la potenza centrale dell'UE.

Messo in discussione

A causa delle recenti proteste in Ungheria, per la prima volta questo modello tuttavia viene messo in discussione. L'opposizione era già scesa in piazza contro la nuova legge sugli straordinari con una forza e una unità mai viste prima in Ungheria. A dicembre i lavoratori dello stabilimento Daimler di Kecskemét, lottando hanno ottenuto un aumento salariale del 22% per quest'anno, e di un altro 13% per il prossimo anno. L'attuale sciopero presso la Audi di Győr aumenta la pressione per ridurre i super-profitti delle aziende tedesche nell'Ungheria di Orban.
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31 commenti:

  1. Cosa intendi con "l'Ungheria ha il controllo della propria moneta"? L'Ungheria ha sottoscritto tutti i trattati, Fiscal Compact incluso. L'unica differenza con i Paesi dell'Eurozona è che ha il cambio flessibile.

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    1. Il Fiorino è una moneta che ha la naturale tendenza a svalutarsi nei confronti dell'euro, basta guardare lo storico, e se non fosse cosi', i tedeschi non avrebbero localizzato le loro belle fabbrichette in terra magiara. Mi pare peraltro ci siano ovunque prove evidenti del fatto che il cambio forte disciplina i sindacati mentre il cambio debole gli dà sicuramente una mano. Comunque c'è sempre da imparare, e quindi ho modificato il testo facendo riferimento al Fiorino e al cambio flessibile, il concetto di fondo tuttavia resta lo stesso.

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    2. Costo medio orario del lavoro in Germania €34, in Ungheria €9. Quasi un terzo dell'export è indirizzato verso la Germania, export che rappresenta una porzione rilevante del PIL.

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    3. Cioè in Germania il salario MEDIO sarebbe indicativamente di oltre 5000 euro mensili lordi? Nei sogni forse. Dai Maurizio, per favore...

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  2. possono anche chiamarla LEX AUDI ma sappiamo che non è così... se tieni gli straordinari bassi, con la mancanza di lavoratori, dove li prendi ? migranti ? NO! quindi si deve lavorare di più o farsi invadere ...

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    1. Mi spiace deluderti, ma se guardi la cartina scoprirai che Gyor è a poco piu' di un'ora di treno da Vienna, quindi gli ungheresi della zona possono tranquillamente fare i pendolari o emigrare nella vicina Austria per andare a guadagnare il doppio o piu' del doppio in Austria. Mi risulta poi che l'immigrazione ungherese nel resto dell'UE negli ultimi anni sia stata di oltre 600.000 unità, quindi se i tedeschi aumentano un po' gli stipendi nei loro stabilimenti in Ungheria qualche ungherese scieglie anche di rientrare in patria. Questo blog non si schiera dalla parte degli industriali tedeschi e appoggia in pieno un aumento salariale del 18% OTTENUTO DOPO SOLI 3 GIORNI DI SCIOPERO,

      spiace molto per i piddini e gli importatori di cianfrusaglie dalla Germania

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  3. Bentornato, per qualche giorno il blog era sparito ;)
    Ma sei anche su Twitter?

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    1. Ciao, il blog è ripartito, c'era una pagina FB ma è stata eliminata, conto di farne un'altra o di aprire un account instagram, ore ci penso...

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  4. Concordo, bentornato... iniziavo a preoccuparmi per la scomparsa del blog, sempre molto interessante. Loco from Milan.

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  5. Grazie a tutti per l'interesse, a breve il blog dovrebbe ripartire con nuove traduzioni...

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  6. Buon giorno, mi presento mi chiamo Mario non so se la mia richiesta è pertinente al sito se è no mi scuso anticipatamente.Desideravo sapere se c'è qualcuno che vuole guadagnare 1000 euro aiutandomi a poter lavorare in regola in Germania con il versamento dei contributi solo 3/4 giorni i primi giorni di luglio 2019 logicamente i contributi li pago io. Per chi desidera tutti gli approfondimenti e i chiarimenti mi può contattare sulla mia mail emoticon1961@libero.it.Grazie anticipato a chi vorrà contattarmi sulla mia mail. Buona giornata. Mario

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  7. (off-topic) Metti il bottone per fare una donazione al blog?

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    1. In verità le donazioni in tutti questi anni sono state trascurabili, in 7 anni di blog poco piu' di 100 €, il bottone secondo me puo' anche aspettare...

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Volkswagen, premio produzione annuale di € 4.750.

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    1. ...che sono però 4.750 euro LORDI. Significa 341 euro al mese.
      A questi vanno sottratti: Contributi pensionistici (18,60 %); Contributo disoccupazione (2,50 %); Contributo inabilità lavorativa (3,30 %); Contributo Malattia (15,50 %); a ciò che resta vanno tolti: Tassa sul reddito (5 aliquote diverse), contributo di solidarietà ex-DDR (5,5%), Kirchensteuer (tra l'8 e il 9% a seconda del Land).
      Cosa è rimasto dei 341 euro?

      Ah, un altro piccolissimo particolare: il premio di produzione annuale (Anerkennungsprämie) vale solo per 120.000 dipendenti di Volkswagen in soggetti all'Haustarifvertrag (Contratto Aziendale) tedesco. Non per i dipendenti ungheresi e il resto dei 642.292 dipendenti totali.

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    2. Per i dipendenti degli stabilimenti in Germania, certo. Ma le aliquote citate per quanto corrette vanno considerate al 50% perché i premi produzione come qualsiasi compenso sono al netto dei contributi a carico dell'impresa. Cosa quindi significa 4.750 euro lordi? Circa 2.300-2.400 in media netti. Non le dicono niente? Forse ai lavoratori in Italia non dispiacerebbero dato che quando va bene percepiscono un quinto o un quarto di quell'importo.

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    3. L'affermazione è condivisibile -è comune invidiare chi sta meglio- ma non conferisce: lei parla di un beneficio di cui godono solo i lavoratori tedeschi soggetti all'Haustarif, sotto un articolo che parla dei lavoratori di Audi in Ungheria.
      I dipendenti di Gyor NON sono soggetti all'Haustarif tedesco, NON percepisco il premio, e percepiscono un salario medio lordo di 1100 euri.
      In Italia stiamo meglio.
      Con rispetto: tutto quello che Lei dice é bello e bravo, ma non è pertinente con l'articolo.

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    4. E per inciso, non so in che Germania viva Lei, ma nella mia Germania i Premi di produttività sono soggetti alla tassazione normale: "La tassazione che viene applicata agli stipendi in Germania riguarda la totalità degli stessi, vi rientrano perciò anche i compensi per il lavoro straordinario e i premi di produttività."

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    5. Se non interessa il commento perché non coerente con l'articolo non ci faccia caso. Articolo che comunque nella parte finale menziona riconoscimenti economici di tutto rispetto. Si vogliono descrivere i tedeschi come 'schiavisti' ma sempre nell'articolo è fatto presente che se non fosse per loro molte migliaia di ungheresi farebbero la coda all'ufficio di collocamento e anziché percepire un salario, per quanto considerato non in linea con altri Paesi limitrofi, pur sempre meglio dell'assegno di disoccupazione. È coerente così?

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    6. La tassazione uniforme di tutte le forme di compenso per un lavoratore dipendente è così dappertutto, anche in Italia. Ho calcolato infatti un 20% di contributi più un 30% stimato di imposta fiscale. Il contributo religioso è volontario. È chiaro che un bonus, perché va ad aggiungersi al compenso per il lavoro, è soggetto all'aliquota maggiore di cui è soggetto il lavoratore a cui comunque vanno riconosciute le detrazioni fiscali previste.

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    7. Mi scusi, ma c'é sempre qualcuno che sta meglio e qualcuno che sta peggio. Come io certo non devo insegnare a lei. Allora non capisco che senso abbia dire che in Ungheria stanno meglio così piuttosto che in disoccupazione: certo, applicando il suo principio i lavoratori stanno meglio oggi in Cina piuttosto che tremila anni fa nell'antico Egitto. Siamo tutti d'accordo, credo. E posto il fatto che su questo siamo tutti d'accordo, il principio dell'articolo non mi sembra fare un paragone, "si sta meglio schiavi che disoccupati", ma che si sta meglio retribuiti dignitosamente piuttosto che schiavi, mi pare; mi sfugge perciò il senso dell'apporto di tutti i suoi interventi, ma non contesto che chi chi sta meglio, stia meglio di chi sta peggio! Ci mancherebbe, non vorrei che lei mi mal interpretasse. Buona giornata

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    8. L'otto per mille italiano era un contributo VOLONTARIO. Il contributo religioso tedesco non è altresì volontario bensì "automatico": a partire dal battesimo o da qualsivoglia altro rito o modo di iscrizione nelle liste di una delle religioni riconosciute, l'individuo è automaticamente soggetto -soggetto: aggettivo- al prelievo del contributo in busta paga; è d'altra parte VOLONTARIA la richiesta di cancellazione dalle liste suddette, che però ha il piccolissimo inconveniente di rappresentare una abiura della fede rilevante per il diritto canonico -facciamo l'esempio della religione cattolica: se lei si cancella dalle liste, risulta espulso dalla "ecclesia" cattolica, non é più considerato membro della comunità, quindi non può più sposarsi in Chiesa o essere sepolto in un cimitero consacrato al Rito Romano, oltre a poter essere soggetto a scomunica (sic!) dalla Santa Sede.
      Come vede, la volontarietà è un concetto assai abusato.

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    9. Certo che avete la polemica come vocazione... se io Maurizio Cocucci sono ateo (vero!) e mi trasferisco in Germania e denuncio tale condizione la tassa non la pago. Se sono aderente ad una religione concordo che non è come in Italia (vedasi il caso di Luca Toni il calciatore durante la permanenza al Bayern Monaco) ma per non andare eccessivamente fuori tema non ho approfondito l'argomento. Se però interessa quale forma di esame sul sistema tedesco posso aggiungere che le norme che regolano l'imposta rientrano nell'art.140 della Legge Fondamentale tedesca che a sua volta recepisce gli artt.136-137-138-139-140-141 della Costituzione di Weimar.

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  10. Prima di tutto, io sono cattolico, sono stato soggetto alla Kirchensteuer, mi sono cancellato dalle Liste e mi sono trovato a fare le spese con le conseguenze previste.
    Io so di cosa sto parlando. Ma soprattutto: io non ho fatto alcuna polemica. Le ho dedicato parte del mio tempo, e Le ho elencato dati, fatti e discipline legislative e funzionamento di argomenti che Lei ha tirato in ballo ex abrupto; sono stato estremamente preciso ed aderente alla natura della materia, sono stato sempre "sachlich", come si dice. Per tutta risposta ora Lei si prende la libertà di rispondere a me "avete la polemica come vocazione": "avete, CHI? Io sono una prima persona singolare, Lei sta parlando con me e io sto parlando con Lei.
    Se il Suo é invece soltanto il solito tentativo all'italiana di buttarla in cagnara perché si é reso conto di "non avere approfondito l'argomento", allora sa bene che esistono modi più eleganti.
    Ad esempio, tacere é spesso un gesto sottovalutato. Ora me viene un dubbio: o lei è ateo, quindi non è mai stato soggetto alla Kirchensteuer, e quindi non si è mai dovuto cancellare dalla liste, e quindi non ha la più pallida idea di cosa stiamo parlando, ma ne parla lo stesso; oppure lei non ha approfondito l'argomento, quindi non ha la più pallida idea di cosa stiamo parlando, ma ne parla lo stesso. Si tenga la polemica per sé e cortesemente, non prenda in giro le persone che conversano con Lei, se non ha la voglia di fare la fatica di informarsi di ciò di cui Le stanno parlando. Grazie, buona serata.

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    1. Se premettiamo che è a conoscenza dei temi affrontati allora sarebbe interessante sapere perché ha, a mio avviso volutamente ed in mala fede, voluto far credere che l'ammontare complessivo degli oneri sociali (in questo caso del premio Volkswagen ai dipendenti in Germania) siano a carico del lavoratore mentre, come penso, sa bene che sono ripartiti a metà. Per cercare di ridimensionare un premio a mio parere (e forse non solo a mio) decisamente generoso? Mi tira in ballo la Haustarif (più precisamente la Haustarifvertrag o anche Firmentarifvertrag) sostenendo che esiste solo in Germania. Con questo termine e nelle sue specifiche condizioni sì, ma in generale e presente in tutto il mondo e sono convinto anche in Ungheria, perché si tratta degli accordi economici specifici definiti all'interno di una singola azienda, al di fuori quindi del contratto collettivo nazionale. Anche in Italia è uguale, i premi produzione e bonus vari sono concordati da contratti interni. Poi per quanto riguarda l'Ungheria, prima di giungere a conclusioni affrettate e premature, sarebbe bene informarsi e vedere che il salario lordo medio annuo è di circa 3,4 milioni di fiorini, pari al cambio attuale a 900 euro mensili. In produzioni come quelle nel settore auto i salari sono più alti. Bene, dato che si parla di 1.100 euro lordi che i lavoratori hanno a loro avviso considerato insufficiente, hanno richiesto un aumento e sono, come loro diritto, ricorsi anche allo sciopero con il risultato di ottenerlo. Personalmente sono contento per loro. Ma in questo quadro si può definire che Audi si comporta da 'schiavista'? La 'Lex Audi' è una tesi a mio avviso poco verosimile. Mia opinione. Ma ognuno può esprimere la sua. Per concludere mi fa un paragone del tutto insostenibile per quanto riguarda la tassa verso la propria fede religiosa: in Italia l'otto per mille prima e il 5 per 1000 poi non sono facoltative, non puoi rifiutare di pagare, puoi solo decidere a chi devolvere le due quote. In Germania no, se uno vuole può rifiutarsi e non la paga sapendo quali sono le conseguenze. Non può sposarsi in chiesa? Sa quanti si sposano con solo rito civile. Può comunque recarsi in chiesa la domenica, mica si deve mostrare un documento. Che le regole siano tali che inibiscano il rifiuto è una cosa, altro è dire che sono tasse (o contributi se si preferisce) obbligatori.

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