lunedì 21 novembre 2022

5 falsi miti sul reddito di cittadinanza tedesco (Bürgergeld) pompati ad arte dalle destre

Anche in Germania le destre e il padronato alimentano l'odio contro la riforma del reddito di cittadinanza o Bürgergeld introdotto dalla Ampel Koalition. Il copione è sempre lo stesso: si cerca di convincere chi guadagna 1500 euro netti al mese che la colpa è di chi prende 1200 al mese di sussidi pubblici. Ne scrive Der Freitag


Mito 1: Il centro per l'impiego si fa carico dei costi energetici. FALSO, l'elettricità deve essere pagata per intero facendo ricorso agli importi standard del Buergergeld. A tale scopo dal 2023 le tabelle prevedono poco meno di 40 euro al mese. Anche prima della crisi energetica, era quasi impossibile cavarsela con una tale somma. Molte persone quindi sono costrette ad accumulare debiti e devono chiedere continuamente dei prestiti al centro per l'impiego, prestiti che poi dovranno essere faticosamente ripagati con gli importi standard del sussidio. Ammesso che vengano concessi. Devono di conseguenza vivere permanentemente al di sotto del livello di sussistenza e rimanere intrappolati in una spirale di debiti. Risparmiano letteralmente soldi sul cibo. Questo spesso porta anche a delle interruzioni della corrente.

Mito 2: Il Jobcenter copre i costi per l'alloggio. FALSO, finora lo ha fatto solo se erano “adeguati”. Un prezzo al metro quadrato compreso tra quattro e nove euro è considerato ragionevole, a seconda della regione. Spesso è un'arte trovare un appartamento che soddisfi tali criteri. Il risultato è che molte persone continuano a dover pagare l'affitto ricorrendo al sussidio. Circa 400.000 alloggi non soddisfano tali criteri. A tale proposito i costi accessori effettivi non vengono coperti. La Ampel Koalition infatti vuole sospendere questo criterio per un periodo di carenza di due anni.

Mito 3: tutti le famiglie ricevono l'assegno di mantenimento per i figli. FALSO, l'ufficio per gli assegni familiari paga il Kindergeld anche alle persone che vivono o "integrano" tramite Hartz IV, ma il centro per l'impiego praticamente lo detrae dall'importo del sussidio standard. I ragazzi dai 6 ai 13 anni che percepiscono il sussidio di cittadinanza vivono con soli 348 euro al mese! Devono finanziare vestiti, cibo, elettricità, materiale scolastico e partecipazione alla vita culturale. Ci sono alcuni servizi aggiuntivi, ma molti genitori non si addentrano nella giungla amministrativa e quindi spesso non vengono utilizzati.

Mito 4: chi percepisce il sussidio può scaldare casa quanto vuole perché i costi aggiuntivi sono coperti. FALSO, finora le spese accessorie sono state coperte solo se considerate ragionevoli. I criteri variano da regione a regione e sono difficili da capire. Fino a fine 2022 si applicherà uno speciale regolamento pandemico, che rende trasferibili i costi accessori. Stiamo parlando di costi medi di riscaldamento di 66 euro per nucleo familiare nel mese invernale di gennaio 2022. Il regolamento speciale tuttavia scadrà presto e ora la Ampel Koalition prevede di ridurre i costi di riscaldamento - solo nei primi due anni di percezione del sussidio - e assumersene la piena responsabilità. Nel "compromesso" con l'Unione questa proposta tuttavia è stata ritirata.

Mito 5: un lavoro a tempo pieno al livello del salario minimo porta ad un reddito netto pari a quello del reddito di cittadinanza. FALSO, perché i redditi più bassi hanno diritto all'assegno abitativo (Wohngeld), agli assegni familiari e alle detrazioni, oltre alle prestazioni integrative che garantiscano il mantenimento di una certa distanza fra chi lavora e chi incassa il sussidio – si tratta di circa 250 euro. Per combattere efficacemente la povertà, nel complesso i salari devono essere aumentati. L'Unione tuttavia si è espressa contro il recente aumento del salario minimo.

Perché scegliere il quarto di pallet in plastica?



La prima idea che viene in mente quando si parla dei vantaggi dei pallet in plastica di dimensioni 400X600 è il risparmio di spazio. È vero che il quarto di pallet in plastica vi permette di ottimizzare lo spazio della vostra area di vendita o del vostro negozio. Tuttavia, l'utilità dell'accessorio non finisce qui. Il quarto di pallet in plastica offre molti vantaggi se si fa la scelta giusta. Ecco la luce su alcuni usi affascinanti dell'accessorio.

L'accessorio perfetto per l'esposizione dei prodotti in negozio

Il primo utilizzo dei pallet in plastica di formato 400X600 è la visibilità che danno ai vostri prodotti in negozio. Pochi modelli nidificabili di questo formato di pallet in plastica sono sufficienti per esporre un gran numero di prodotti nella vostra azienda. Investire in quarti di pallet in plastica è il modo migliore per incrementare le vendite e la notorietà del vostro marchio. È possibile, ad esempio, optare per progetti di quarti di pallet in plastica personalizzati e altamente personalizzabili. È anche un modo per aumentare il proprio profilo.

Strumento resistente e igienico

I pallet in plastica 400X600 sono durevoli grazie al loro rapporto ottimale tra peso e resistenza. Si tratta di modelli piuttosto robusti e stabili che offrono un'elevata sicurezza alle merci che supportano. La completa assenza di schegge e bordi sporgenti riduce notevolmente il rischio di deformazione e distacco. La struttura dei pallet in plastica 400X600 rimane intatta fino alla fine della loro vita utile. Anche dopo un uso prolungato e intensivo, sono quasi esenti da riparazioni. Inoltre, i quarti di pallet in plastica sono eccezionalmente igienici. Progettati secondo gli standard igienici, non richiedono alcuno sforzo particolare per la pulizia. Sono inoltre resistenti all'acqua e hanno una superficie che non attira la polvere. Non è quindi necessario preoccuparsi della contaminazione del'accessorio.

Accessorio altamente compatibile

I pallet in plastica 400X600 sono la chiave per facilitare tutte le operazioni di movimentazione. L'aspetto sorprendente di questi pallet di movimentazione è il loro grado di compatibilità. Possono essere utilizzati con tutte le attrezzature di movimentazione standard. Inoltre, possono essere impilati con estrema facilità. Se impilati, possono liberare fino al 60% dello spazio necessario per conservare i prodotti o per trasportarli. I quarti di pallet in plastica sono dotati di un sistema di ingresso a 4 vie per un'ergonomia eccezionale.

Una scelta ecologica

Per molti anni, la plastica ha sempre goduto di una cattiva stampa dal punto di vista ecologico. Ma i pallet in plastica sono riusciti a sfuggire a questa regola. Sono progettati per essere rispettosi dell'ambiente. Certificato a zero emissioni di carbonio, l'uso di pallet in plastica 400X600 è un passo avanti nella direzione della tutela dell'ambiente. Alla fine della loro vita, possono essere facilmente riciclati per la progettazione di nuove formule. Inoltre, i pallet in plastica 400X600 sono adatti alla produzione automatizzata. Grazie alle loro dimensioni fisse, presentano un rischio minore di danni. La progettazione di questi pallet in plastica è strettamente regolamentata per garantire la salute e la sicurezza delle merci e delle persone.

venerdì 4 novembre 2022

Anche in Germania i datori di lavoro contro il nuovo reddito di cittadinanza (Buergergeld)

Alcuni datori di lavoro si sono scagliati contro il nuovo reddito di cittadinanza tedesco (Buergergeld) sostenendo che è troppo alto e che non vale piu' la pena andare a lavorare. Ma discreditare una prestazione sociale riservata a chi molto spesso non è in grado di lavorare serve solo a mettere i disoccupati contro chi guadagna il salario minimo o poco piu'. I sindacati tedeschi ci spiegano perché gli argomenti del padronato sono strumentali. Dal sito della DGB

Differenze in termini di reddito netto fra percettori di Buergergeld e salario minimo


Molte persone sono in ansia. I costi per l'energia, per la mobilità e anche per il cibo sono in continuo aumento. Il governo federale ha già preso delle contromisure con diversi provvedimenti di sgravio, mentre alcune misure sono ancora in attesa di essere attuate. La situazione tuttavia resta grave. Per questa ragione non c'è mai stato un momento meno opportuno di questo per perseguire attivamente la divisione sociale mettendo gruppi di persone gli uni contro gli altri. Una parte del campo, quello dei datori di lavoro, tuttavia, non sembra preoccuparsene. Recentemente hanno anche dato vita a una discussione cinica.

I datori di lavoro si oppongono al reddito di cittadinanza (Buergergeld)

Che cosa è successo? Nel gennaio 2023, il nuovo reddito di cittadinanza dovrebbe sostituire l'attuale regime Hartz IV. Il piano prevede un aumento della tariffa standard pari a 53 euro per un totale di 502 euro (per i single), una maggiore considerazione per i risparmi, il pagamento integrale delle spese di riscaldamento e la riduzione delle sanzioni. A quanto pare, per i datori di lavoro si tratta di aspetti troppo positivi. A turno la Confederazione delle associazioni tedesche dei datori di lavoro, la Gesamtmetall e la Confederazione tedesca dell'artigianato si lamentano e parlano addirittura di un "dichiarazione di bancarotta", oppure parlano in modo irrispettoso di "assistenzialismo" e temono la "demotivazione" dei lavoratori dipendenti nei settori a basso salario. Il tono di fondo: andare a lavorare non vale piu' la pena.


Anche con il salario minimo restano più soldi

A parte il fatto che l'aumento del Reddito di Cittadinanza compensa solo in modo approssimativo l'inflazione, questi ragionamenti comunque sono grossolanamente sbagliati. I fatti invece vanno nella direzione opposta. Già i lavoratori dipendenti che percepiscono il salario minimo di 12 euro lordi l'ora hanno a disposizione a seconda della composizione del nucleo familiare e del volume di lavoro, un reddito in parte significativamente superiore rispetto a quello delle persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza. Con ogni euro in più di salario, il divario aumenta ulteriormente. Senza considerare gli sgravi fiscali previsti per l'anno prossimo e la riforma dell'indennità di alloggio.

Allo stesso modo, la richiesta delle associazioni imprenditoriali di mantenere le possibilità di comminare sanzioni non ha avuto seguito. Il primo studio di lungo periodo su questo tema è stato appena pubblicato. In ultima analisi, le sanzioni finora non sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo, vale a dire quello di far rientrare le persone nel mondo del lavoro. Al contrario, hanno spinto verso una cultura generale di sfiducia. Le persone colpite sono esposte a rischi finanziari significativi a causa dei tagli che invece possono favorire l'isolamento sociale e causare malattie mentali.


Una buona retribuzione assicura il personale

In effetti, il tentativo dei datori di lavoro di mettere i disoccupati contro i lavoratori a basso reddito la dice lunga sulle loro intenzioni. Se le aziende considerano il reddito di sussistenza come una minaccia, perché secondo loro farebbe sì che i lavoratori non vogliano piu' andare a lavorare, allora significa che hanno un problema serio con il loro modello di business, modello basato sul dumping salariale e sul lavoro precario. Se volete attirare il personale, dovete puntare su una buona retribuzione, preferibilmente attraverso dei salari agganciati ai contratti collettivi. Il principio resta quello della domanda e dell'offerta.

La divisione sociale è irresponsabile

Conclusione: le manovre di disturbo dei datori di lavoro contro il reddito di cittadinanza non hanno alcun fondamento. Soprattutto in un periodo di crisi, quando molte persone sono afflitte da paure esistenziali, screditare un beneficio sociale indispensabile è un atto di freddezza sociale. Le aziende che vogliono davvero garantire la loro attrattività hanno i mezzi migliori nelle loro mani, possono farlo offrendo dei salari più alti!

mercoledì 2 novembre 2022

Heiner Flassbeck - Perchè la politica monetaria della BCE è sbagliata

Il grande economista tedesco Heiner Flassbeck ci spiega perché il rialzo dei tassi operato dalla BCE è sbagliato e perché non servirà a combattere l'inflazione ma invece ci sta portando dritti verso la recessione. Ne scrive Heiner Flassbeck da Relevante Oekonomik

Heiner Flassbeck

La Banca Centrale Europea apparentemente ha deciso di voler seguire con convinzione il percorso restrittivo avviato in estate, anche se ogni giorno diventa sempre più chiaro che questo percorso è sbagliato. Persino le grandi istituzioni fondate sulla razionalità, come la BCE, possono portare avanti un programma di sfida così infantile quando la loro leadership è sopraffatta dal punto di vista intellettuale e dopo essersi arresa alle pressioni politiche. Christine Lagarde giustamente è diventata il simbolo di questo fallimento in quanto a causa della sua mancanza di competenza non è stata e non è in grado di contrastare in alcuno modo una comprensione collettiva dell'inflazione e della politica monetaria alquanto primitiva.

In definitiva possiamo affermare che la politica in senso lato è altrettanto impotente di fronte al secondo aumento dei prezzi derivante da una combinazione fra shock globali dell'offerta e speculazione, come del resto era accaduto per la prima volta negli anni Settanta. Certo, i politici vengono sostituiti ed eletti più che altro per caso, ma ciò che spaventa è la totale incapacità del sistema di imparare dall'esperienza.

Cosa c'è da sapere?

I pochi passaggi logici necessari per riconoscere gli errori fatali che attualmente vengono commessi dovrebbero essere facili da capire per qualsiasi studente di economia del terzo semestre. Gli shock dell'offerta nei paesi prevalentemente consumatori di beni creano un problema di redistribuzione e un problema di domanda. Complessivamente, l'economia dispone di meno reddito da consumare o investire. I sindacati non possono risolvere mediante il conflitto il problema della redistribuzione in loro favore, in quanto i datori di lavoro hanno dalla loro parte la forza della leva dei prezzi. La politica fiscale, tuttavia, può fare qualcosa per disinnescare questo conflitto redistributivo.

Anche la politica monetaria naturalmente non può risolvere il problema della redistribuzione, ma può aggravarlo drasticamente se parte dal presupposto (come sta facendo la BCE) che i sindacati saranno comunque irragionevoli e riusciranno a trasformare uno shock temporaneo dei prezzi in una inflazione permanente. Perché sta aumentando i tassi di interesse senza dare alle parti in causa (e alla politica fiscale!) la possibilità di trovare una soluzione ragionevole al problema della distribuzione. Tutto ciò è semplicemente stupido.

È particolarmente stupido se si ignora il fatto che tutti i segnali nell'UEM indicano in modo chiaro una recessione. Il modo in cui una banca centrale può frenare l'aumento dei prezzi è sempre quello di indebolire l'attività di investimento attraverso degli alti tassi di interesse i quali avranno poi un effetto recessivo rallentando la politica salariale. Di conseguenza, la banca centrale implicitamente ritiene che una recessione abbia un effetto frenante sulle richieste e sugli accordi salariali, ma allo stesso tempo finge che la recessione già in atto non abbia alcun effetto sulle trattative salariali.


La posizione della banca centrale è irresponsabile, poiché sono già presenti i primi e chiari segnali che sotto la pressione della recessionee sono possibili da parte dei partner della contrattazione collettiva delle soluzioni ragionevoli. Nell'industria chimica tedesca, ad esempio, esiste un accordo che esclude senza alcuna ombra di dubbio uno sviluppo inflazionistico nel senso di una spirale prezzi-salari (con aumenti salariali regolari di un massimo del 3,25% per ciascuno dei prossimi due anni) e allo stesso tempo prevede una certa perequazione del reddito attraverso dei pagamenti una tantum (2 volte 1500 euro per tutti i gruppi salariali). Se le previsioni di inflazione contrattata per il 2024 si rivelassero troppo alte, i lavoratori avrebbero fatto un ottimo affare.

In questo modo le parti negoziali hanno risolto il problema della distribuzione senza generare pressioni inflazionistiche. Se lo Stato si unisce a questo processo e lo fa in modo intelligente, cioè sostenendo direttamente i redditi di coloro che guadagnano poco ma non beneficiano di tali accordi collettivi, allora si potrà dire che ciò che può essere fatto in modo sensato per alleviare il conflitto distributivo è stato fatto.

Va aggiunto che ci sono chiari segnali di allentamento anche dal lato dell'offerta. I prezzi di quasi tutte le materie prime che erano al centro degli shock originari dell'offerta ora sono in netto calo. Non è nemmeno necessario fare riferimento alla spettacolare inversione di tendenza del prezzo del gas per rendersi conto che alcune bolle speculative sono scoppiate e l'offerta di molte materie prime sta tornando alla normalità. Se non ci saranno nuovi shock, possiamo aspettarci che i tassi d'inflazione l'anno prossimo scendano significativamente, anche senza l'intervento della banca centrale.


Il mandato della banca centrale

Ignorare questi elementi è un fallimento della Banca Centrale Europea che difficilmente potrà essere condannato con sufficiente severità. Un'istituzione a cui è stata concessa una così grande indipendenza deve anche avere il coraggio di opporsi al mainstream politico e mediatico sulla base di una diagnosi chiara e ben comunicata della situazione.

Dopo l'aumento dei tassi di interesse, Christine Lagarde ha dichiarato di non voler commentare i dibattiti politici per una questione di principio. Ma questo è proprio l'atteggiamento sbagliato. Chi, se non la BCE, può contrastare oggettivamente i pregiudizi troppo facili dei politici? Non commentare e cedere con troppa facilità quando la pressione politica diventa forte è un'accusa di prim'ordine.

Anche l'ingenua convinzione della signora Lagarde secondo la quale la BCE ha un mandato chiaro, ossia quello di ripristinare la stabilità dei prezzi, indipendentemente dalle cause dell'aumento dei prezzi, è sbagliata. Mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine non significa combattere ogni aumento dei prezzi. Può solo significare fermare i processi inflazionistici che hanno il potenziale di minare la fiducia della popolazione nella moneta.

Bisogna ammetterlo: la Banca Centrale Europea sta lottando per la sua credibilità e la fiducia su molti più fronti rispetto ad una normale banca centrale nazionale. Ma proprio per questo motivo è molto più importante discutere con il pubblico e con i politici dell'intera area valutaria trovando argomenti convincenti e analisi fattuali fondate. Le sentenze della Corte costituzionale federale e l'ignoranza politica derivata sono i migliori esempi della necessità di comunicare in modo molto più aggressivo.

Ed è proprio quello che la BCE sta facendo sempre di meno. Si trincera dietro il suo mandato e insiste sulla sua indipendenza formale. Ma questa è una strategia destinata a fallire, perché alla fine l'unica cosa che conta è vincere la battaglia per conquistare la mente di coloro che sono in grado di difendere la politica monetaria ai più alti livelli della politica attraverso dei buoni argomenti fattuali.