venerdì 30 giugno 2023

Così l'estremismo green dei Verdi tedeschi sta alimentando il successo di AfD

Domenica scorsa per la prima volta nella sua storia AfD è riuscita ad eleggere un amministratore distrettuale (Landrat). E’ accaduto a Sonneberg in Turingia e a quanto pare non resterà un caso isolato, perché l’estremismo green dei Verdi, l’inflazione e il nuovo militarismo tedesco stanno alimentando lo straordinario successo di Alternative fuer Deutschland che negli ultimi sondaggi viene data stabilmente sopra la SPD. Ne scrive Maritta Adam-Tkalec sulla Berliner Zeitung

"Oggi non c'è più una Turingia rossa (...), la gente lì vuole il nazionalismo e il socialismo", così parlava nel 1932 Fritz Sauckel, un impiegato postale generico della Bassa Franconia. Il suo partito, la NSDAP, aveva vinto le elezioni regionali in Turingia del 31 luglio 1932 con il 42,5% dei voti. Sauckel era diventato così il capo del governo del Land della Turingia. La presa di potere in quel Land aveva anticipato quella in Germania.

La Alternative für Deutschland del 2023, tuttavia, non è il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi di 90 anni fa e la Repubblica Federale non è la Repubblica di Weimar, ma la premessa storica non deve passare inosservata dopo che l'avvocato Robert Sesselmann, originario di Sonneberg, è diventato il primo amministratore distrettuale tedesco eletto nelle fila di AfD - con il 52,8% dei voti. Gli altri partiti ora guardano con una certa trepidazione alle prossime elezioni regionali in Turingia, Brandeburgo e Sassonia. È molto probabile che i Völkisch diventino la forza più importante. È improbabile però che riescano a formare maggioranze di governo contro le coalizioni degli altri partiti.



Ma escludere permanentemente il gruppo più numeroso di elettori non è una soluzione, o peggio è la soluzione per soffocare la fiducia nella democrazia. I partiti dovranno trovare una soluzione: in nessun caso comunque possono continuare a ignorare con la solita arroganza la volontà di un numero crescente di persone insoddisfatte, come del resto hanno fatto finora.

Le decisioni politiche, soprattutto quelle di enorme portata, come lo sono in questo momento quelle relative al cambiamento climatico, alla guerra e allo spostamento degli equilibri di potere globali, hanno bisogno di maggioranze reali, non solo matematiche. Al momento però sembra essere fuori discussione: il governo rosso-verde-giallo  all'interno della sua coalizione semaforo continua a produrre una giustapposizione di posizioni minoritarie senza un approccio comune.

Ultimo sondaggi elettorali disponibili danno AfD intorno al 20% a livello nazionale

Il risultato elettorale di Sonneberg non può essere spiegato facendo riferimento solo alla questione sociale. Il tasso di disoccupazione nel distretto, pari al 5,1%, è inferiore a quello della Turingia (5,8) e federale (5,5). Non si tratta nemmeno di una questione di classe, quella in basso contro quella in alto. In campagna elettorale, sia la postina che l'uomo d'affari hanno augurato buona fortuna ad AfD. Ci si può avvicinare a una possibile spiegazione se si osservano gli slogan elettorali di AfD: "Carburante più caro, elettricità più cara, gas più caro, cibo più caro - solo le scuse diventano sempre più economiche", "diplomazia invece di armi", "Germania, ma pacifica", ecc.

Si tratta del panettiere che sta fallendo a causa del costo dell'energia, delle scuse per le misure anti-Corona eccessive, dell'alloggio ai rifugiati e della Russia. Sono tutti problemi reali. Lo slogan "L'Est si sta sollevando" suona come una minaccia, e infatti AfD si ostina a fare riferimento "al grande gruppo di popolazione sottorappresentato" e in questo modo  colpisce un nervo scoperto. Ed era andata allo stesso modo quando ha lanciato lo slogan "Completare la svolta" nel Brandeburgo. Invece di rimuovere le discriminazioni nei confronti dell'Est, hanno preferito persistere nel disprezzo.

Non adottare i temi dell'AfD? Sbagliato!



Da quando è nata AfD, gli altri partiti hanno continuato a ripetere che non devono rilanciare i temi cari alla destra. È un'assurdità. È vero il contrario: bisogna sottrarli ad AfD. Le preoccupazioni del popolo erano già ben presenti, e ora stanno marciando incustodite per le strade e sotto i tetti tedeschi. AfD ha capito come si fa ad intercettare gli interessi, le emozioni e le paure della gente e a girarli a destra tramite delle tesi accattivanti. "Siamo al vostro fianco", ha scandito AfD.

I "buoni", invece, prendono in giro le proteste contro il "gender gaga" perché ci sono cose più importanti. È vero: il cambiamento climatico è più importante, lo sono anche una buona scuola, gli alloggi, la salute - ma chi ha creato questo folle campo di battaglia? In ogni caso, sembra essere stato appositamente preparato per AfD. Non sono i tanti problemi che creano l'attuale situazione di grandi e multipli sconvolgimenti a essere esasperanti, ma il fatto che potrebbero diventare dei temi per AfD. 


Essere sinceri. Sul serio

La netta maggioranza degli elettori di Sonneberg ha scelto la protesta - contro il disinteresse. Un elettorato rurale, conservatore, familiare, legato alla propria terra e alle proprie tradizioni, si sente messo in difficoltà da politiche rivolte a un pubblico urbano, libertario e in parte amante del lusso. Si oppongono con i mezzi di cui dispongono come popolo: Il voto sovrano.

Si può solo consigliare ai partiti: siate sinceri. Fermate le guerre culturali. Sonneberg non offre motivi di panico, ma ragioni per una nuova serietà.


Articoli recenti sul successo elettorale di AfD:

Perché AfD vola nei sondaggi elettorali



martedì 27 giugno 2023

Perchè la crisi del mercato immobiliare tedesco fa sempre piu' paura

Situazione sempre piu' difficile sul mercato immobiliare tedesco dove l'aumento dei tassi di interesse, l'inflazione galoppante dell'ultimo biennio e l'arrivo di 1.5 milioni di immigrati nel corso del 2022 hanno creato le condizioni per una crisi sempre piu' profonda che presto si farà sentire anche nei bilanci delle grandi banche tedesche. La stampa popolare ovviamente non poteva fare a meno di addossarne la colpa al Mario Draghi e allla lunga stagione dei tassi a zero. Ne scrive Gabor Steingart su Fokus.de



Investitori e inquilini sono condannati a vivere una "crisi al rallentatore". Almeno così la pensa l'economista Thomas Mayer. Il motivo: gli alloggi stanno diventando sempre più costosi e allo stesso tempo sempre più scarsi.

Il mercato immobiliare tedesco offre uno spettacolo desolante. Narcotizzati dalla simultaneità di inflazione e aumento dei tassi d'interesse - e quindi senza possibilità di contromisure politiche - gli investitori e gli inquilini sono condannati a vivere "una crisi al rallentatore", secondo le previsioni del Prof. Thomas Mayer, ex capo economista di Deutsche Bank e ora a capo del think tank di Flossbach von Storch.

Il contesto: le forze economiche sembrano essersi messe all'opera con una meccanica quasi diabolica, alla quale non può sfuggire nessun costruttore, nessun proprietario di immobili e nemmeno il consiglio di amministrazione di una grande società immobiliare.

Gli effetti di questa crisi al rallentatore sul settore bancario e sul mercato immobiliare saranno avvertiti da tutti e, in ultima analisi, avranno un impatto sensibile anche sulla sfera privata dei cittadini, ovvero sulle loro case.

Andamento prezzo degli immobili in Germania primo trimestre 2023

La parola "carenza di alloggi" sarà presto sulla bocca di tutti.

Perchè gli spazi abitativi diventeranno contemporaneamente più costosi e più scarsi in un Paese che è cresciuto di circa 1,5 milioni di immigrati nel 2022 e che continuerà a crescere in considerazione delle tensioni globali.

La parola "carenza di alloggi" sarà presto sulla bocca di tutti. Nelle città - e non solo in quelle grandi - gli alloggi a prezzi accessibili stanno diventando la nuova questione sociale. Il cancelliere tedesco, che ha promesso personalmente 400.000 nuovi appartamenti all'anno, in nessun caso potrà mantenere la promessa fatta.

La BCE è responsabile dell'aumento dei prezzi a causa del rialzo dei tassi d'interesse, mentre gli investitori sono responsabili della carenza di alloggi, in quanto non hanno altra scelta se non quella di ridurre le loro attività a causa dell'aumento dei prezzi di costruzione e dei costi di finanziamento significativamente più elevati.

Grafico Vonovia a 5 anni


Da aprile 2022, gli ordini in entrata sono scesi in doppia cifra

La contrazione del mercato può essere osservata come se fosse una radiografia:

nel mercato immobiliare commerciale tedesco, questo movimento a tenaglia di aumento dei prezzi e sarsità può essere studiato con la massima chiarezza: da gennaio a marzo di quest'anno sono affluiti nel settore immobiliare commerciale tedesco solo 7,8 miliardi di euro, il che corrisponde a un calo del 67% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questa cifra rappresenta il valore più basso degli ultimi 12 anni per quanto riguarda il 1° trimestre.

Si tratta di una crisi al rallentatore, perché i problemi di finanziamento portano inizialmente a un calo delle transazioni e a perdite in termini di valutazione a bilancio e solo con un certo ritardo - ad esempio, quando gli immobili devono essere venduti - portano a una reale riduzione dei prezzi. Solo allora il dramma si ripercuote sui prezzi di mercato.

Dall'aprile 2022, e quindi in 12 mesi esatti, i nuovi ordini nell'edilizia residenziale sono diminuiti in doppia cifra. Per il primo trimestre del 2023 si parla addirittura di un calo del 36%.

L'immobilismo della crisi ha già infiammato il mercato azionario

Il più grande gruppo immobiliare europeo, Vonovia, ha già venduto immobili per un valore di oltre 1 miliardo di euro per ripianare le perdite. L'attività di costruzione per il 2023 è stata completamente bloccata.


I prezzi per gli immobili ad uso residenziale nelle grandi città sono scesi del 25-30%. Ad esempio, il prezzo al metro quadro per un edificio residenziale a Berlino nel 2021 era ancora di 3.000 - 3.500 euro; attualmente è di 2.000 - 2.500 euro, riferisce Jürgen Michael Schick, intermediario di appartamenti ed edifici commerciali a livello nazionale nonché presidente dell'Associazione immobiliare tedesca (IVD). Si può ipotizzare che questo calo dei prezzi almeno stia attirando investitori finanziariamente forti per i quali il finanziamento non gioca un ruolo importante.

Le richieste di nuovi progetti edilizi - che comprendono sia nuove costruzioni che nuovi appartamenti in edifici esistenti - sono drasticamente diminuite: Nel 2022 in Germania sono state approvate 354.400 abitazioni, con un calo del 6,9%, vale a dire di 26.300 abitazioni in meno rispetto all'anno precedente. L'ultima volta in cui il numero di permessi di costruzioni era stato così basso è stato nel 2018.

La calma della crisi si è già trasformato in una forte crisi sul mercato azionario. Dall'inizio dell'anno, i titoli immobiliari europei hanno registrato perdite significative, fra questi Vonovia (-23%) in Germania e Aroundtown (-53%) in Lussemburgo.

Anche le banche sono colpite

Anche le banche ne risentono. Deutsche Bank prevede di ridurre le sue attività di finanziamento al settore delle costruzioni. Si prevede il taglio di diverse centinaia di posti di lavoro.

Il contesto di questa decisione è chiaro: il calo della domanda e la riduzione dei margini di profitto stanno causando problemi alle banche che operano nel settore del finanziamento delle costruzioni. Nel 2022 i margini lordi sono scesi al livello più basso degli ultimi dieci anni e per il 2023 si prevede un ulteriore calo.

A peggiorare la situazione ci sono anche le persone con un reddito elevato in quanto i ricchi esitano ad acquistare immobili e si spingono sempre più verso il mercato degli affitti. Questo sta portando a un pericoloso circolo vizioso per la politica. Gli alloggi, che già scarseggiavano, ora stanno diventando sempre più costosi a causa di nuovi potenti gruppi di inquilini. La carenza di alloggi aumenterà in modo significativo.

I piccoli pagano per la strategia dell'inondazione di denaro

Conclusione: i piccoli cittadini stanno pagando un prezzo elevato per la strategia del denaro in abbondanza e con un'inflazione elevata - che li priva del loro potere d'acquisto - e con alloggi sempre più scarsi e più costosi - che ne riducono la felicità complessiva. E la politica sta pagando il prezzo con una società sempre piu' polarizzata che non riesce più a contenere con ulteriori programmi di indebitamento.

Il "whatever it takes" di Mario Draghi non è stato un colpo di fortuna, come è stato ribadito recentemente alla celebrazione dell'anniversario della BCE, ma l'errore del secolo.



Articoli precedenti sulla crisi immobiliare:


giovedì 22 giugno 2023

Heiner Flassbeck - Mancanza di lavoratori qualificati e inflazione, le bugie e i gravi errori della BCE

"Quello che veramente ci interessa è mantenere le nostre gerarchie salariali. Dove saremmo se un operaio guadagnasse un quarto di quello che porta a casa il direttore del personale di un'azienda automobilistica? O se un capotreno guadagnasse la metà di un direttore di cassa di risparmio? O un'infermiera tre quarti dello stipendio di un insegnante? Sarebbe davvero insopportabile. Non vogliamo davvero spingere l'economia di mercato a tanto...". Il grande economista tedesco Heiner Flassbeck ci spiega perché il dibattito sui tassi di interesse e sulla presunta mancanza di lavoratori qualificati serve piu' che altro a nascondere gli interessi delle classi dominanti. Da Telepolis

Heiner Flassbeck


A volte un'affermazione molto semplice può dirci in che modo una società mente a se stessa per nascondere delle relazioni alquanto spiacevoli. Così accade anche per l'inflazione e così accade per la disoccupazione.

Un anno di forte aumento dei prezzi, solitamente chiamato "inflazione", ha fatto tremare la società e la politica; quarant'anni di disoccupazione, invece, vengono semplicemente messi da parte perché non rientrano nella propria visione del mondo.

In una intervista straordinaria, il membro del Comitato esecutivo della BCE Isabel Schnabel ha offerto un punto di vista approfondito della sua visione del mondo economico.

Il risultato è scioccante. La signora Schnabel non solo difende la dottrina totalmente fallimentare del cosiddetto monetarismo, ma la sua visione storica della disoccupazione è anche caratterizzata da una grande ignoranza. Entrambi i fatti sono fatali, perché le false lezioni che si traggono dalla storia spesso ci spiegano in maniera diretta gli errori che si commettono nel presente.

È più che sorprendente il modo in cui la signora Schnabel vede la situazione sul mercato del lavoro negli anni '70 rispetto a quella odierna. E dice:

"Soprattutto, abbiamo un mercato del lavoro insolitamente forte. La disoccupazione - e questa è un'enorme differenza rispetto agli anni '70 - è ai minimi storici nell'area dell'euro. Abbiamo una grande carenza di manodopera. Allo stesso tempo, naturalmente, ciò significa che in questo processo negoziale i lavoratori hanno un maggiore potere contrattuale (...)"

Isabel Schnabel, BCE

Questo è più che problematico per il suo giudizio sulla reazione dei lavoratori agli attuali aumenti temporanei dei prezzi. Se questo punto di vista (completamente errato) dovesse prevalere in tutto il Comitato esecutivo della BCE, ciò spiegherebbe anche l'errata valutazione della durata e della pericolosità degli aumenti temporanei dei prezzi.


Ora la BCE ha addirittura aumentato un'altra volta i tassi di interesse, anche se il pericolo di un'inflazione reale nel frattempo è stato ampiamente scongiurato (come mostrato qui di recente).

La denuncia di una carenza di lavoratori qualificati

La BCE non è affatto sola in questo errore di valutazione. Si sente spesso dire, soprattutto in Germania, che attualmente si registra una carenza particolarmente grave di lavoratori qualificati e che anche i posti di lavoro che richiedono solo basse qualifiche sono difficili da occupare.

Questo può essere vero agli occhi delle aziende da tempo abituate ad essere "rifornite" alla svelta delle qualifiche di cui avevano bisogno dall'ufficio di collocamento. Agli occhi di un imprenditore che ha vissuto gli anni '70, però, l'affermazione secondo la quale oggi ci sarebbe carenza di manodopera è uno scherzo di cattivo gusto.

Il mercato del lavoro: la differenza elementare rispetto agli anni '70

Prima dell'esplosione del prezzo del petrolio nel 1973, la Germania e mezzo mondo avevano attraversato 20 anni di super boom che, come l'Ufficio federale di statistica ha appena mostrato nelle statistiche storiche, la Germania aveva ripreso a crescere all'inizio degli anni Settanta.

La situazione sul mercato del lavoro era molto chiara. In Germania c'erano circa 100.000 disoccupati e circa un milione di posti vacanti, un rapporto di uno a dieci. Non c'era praticamente lavoro da cercare o trovare, perché la maggior parte delle 100.000 persone registrate come disoccupate si era appena iscritta all'ufficio di collocamento, poco prima di trovare un nuovo lavoro.



Oggi ci sono circa 2,5 milioni di disoccupati secondo le statistiche ufficiali e circa 800.000 posti di lavoro (anch'essi secondo il conteggio ufficiale) vacanti. Si tratta di un rapporto di tre a uno. Chiunque paragoni un rapporto di uno a dieci con un rapporto di tre a uno giungendo alla conclusione che nel secondo caso vi sia una carenza "storica" di manodopera e che quindi i lavoratori oggi abbiano un maggiore potere contrattuale si sta fondamentalmente sbagliando.

Il timore di una spirale salari-prezzi viene fomentato in maniera artificiale

Sulla base di questa diagnosi errata, la BCE arriva addirittura a fomentare la paura di una spirale salari-prezzi, che invece è completamente infondata. Non solo a causa del rapporto inverso tra posti di lavoro e disoccupati, ma anche a causa di molte azioni politiche deliberate durante i decenni del neoliberismo: il movimento sindacale in Germania e in tutta Europa è stato massicciamente indebolito.

Non da ultimo, all'inizio di questo secolo, sotto i rosso-verdi, con la legislazione Hartz IV, il movimento sindacale e la capacità dei sindacati di mobilitare i propri iscritti in occasione di uno sciopero, proprio nel più grande Paese dell'Unione monetaria, hanno subito un duro colpo.


Tutto questo è passato inosservato a Isabel Schnabel? Se fosse così, allora non ha nulla a che fare con il luogo in cui siede.

Ci si chiede, tuttavia, come abbia fatto l'economia all'inizio degli anni Settanta a crescere in modo così sostenuto, quando a differenza di oggi non c'era la possibilità di reclutare manodopera dall'esterno

La risposta è semplice.

Vale e dire: le aziende hanno dovuto trasformare internamente tutti i lavoratori disponibili in lavoratori qualificati con l'aiuto di una formazione intensiva.

Chi non riusciva a trovare dipendenti doveva rassegnarsi alla possibilità di espandere il business solo alle attività che potevano essere realizzate escllusivamente con la forza lavoro esistente. E c'erano tutte le ragioni per investire in attività fisse, più in quelle che aumentavano la produttività che in quelle che aumentavano la capacità.


Le lamentele dei datori di lavoro sulla carenza di competenze, che vengono lanciate nel dibattito pubblico ogni pochi mesi, sono piu' che altro l'espressione di una mentalità dell'offerta da parte dei datori di lavoro che non può essere giustificata da nulla e che ha potuto emergere nei decenni passati perché la disoccupazione è rimasta costantemente alta.

Coloro che nei loro discorsi domenicali invocano l'auto-guarigione dell'economia attraverso le sole forze di mercato diventano improvvisamente sostenitori dell'interventismo statale quando si tratta di disponibilità di manodopera. Lo Stato tuttavia non ha alcun obbligo di garantire un'offerta regolare di manodopera.

La mentalità orientata all'offerta dei datori di lavoro è particolarmente evidente quando suppongono che questa offerta di manodopera debba avvenire sempre alle stesse condizioni salariali.

Se si ha urgente bisogno di manodopera, si deve fare quello che si è sempre fatto quando non si riesce a procurarsi facilmente un bene scarso: spendere più soldi. E questo è l'unico modo per sfruttare le potenzialità del mercato del lavoro non altrimenti disponibili.

Ma quando si tratta di aumentare i salari, i datori di lavoro dimenticano volentieri che si trovano in un'economia di mercato e non in un'istituzione statale.


La colpa è solo dei politici. Quando i ministri federali viaggiano dall'altra parte del mondo per reclutare lavoratori in un Paese in via di sviluppo, devono avere l'impressione che si tratti di una questione squisitamente politica.

Risolvere la carenza di lavoratori qualificati con l'immigrazione è tuttavia di un cinismo senza pari in una società che fa di tutto per chiudere quanto piu' possibile le proprie frontiere all'immigrazione in fuga dalla povertà, anche in barba ai diritti umani.

Va da sé che ci è permesso, per "nostre ragioni economiche", sottrarre ai Paesi in via di sviluppo i lavoratori qualificati di cui hanno urgente bisogno. Allo stesso tempo, però, facciamo tutto il possibile per fermare o impedire l'immigrazione per ragioni economiche.

Difficilmente si può essere più schizofrenici di così. Gli immigrati possono anche essere istruiti, ma ovviamente costano di più che andare a caccia di lavoratori già formati nei loro Paesi a spese dei contribuenti.

La soluzione al problema è semplice: in un Paese ci sono tanti lavoratori quanti sono gli abitanti.

Da dove arriva l'arroganza di dire che dobbiamo crescere più di quanto siamo effettivamente in grado di fare e che il divario deve essere colmato dall'immigrazione di lavoratori qualificati e ben istruiti?


Se la società è in grado di aumentare la propria prosperità attraverso l'aumento della produttività, tutto bene. Se non ci riesce, deve adattarsi a ciò che ha. Dovrebbe essere un tabù assoluto, soprattutto per le nazioni "basate sui valori", quello di manomettere il potenziale lavorativo di altri Paesi.

Cosa ci interessa davvero

Quello che ci interessa veramente è mantenere le nostre gerarchie salariali. Dove saremmo se un operaio stipendiato guadagnasse un quarto di quello che porta a casa il direttore del personale di un'azienda automobilistica?

O se un capotreno guadagnasse la metà di un direttore di cassa di risparmio? O un'infermiera tre quarti dello stipendio di un insegnante? Sarebbe davvero insopportabile.

Non vogliamo davvero spingere l'economia di mercato a tanto. I lavoratori qualificati devono semplicemente essere disponibili in abbondanza e a basso costo, in modo che il quinto superiore della gerarchia dei redditi possa continuare a vivere nel lusso non solo in termini assoluti, ma anche in termini relativi.


Articoli precedenti di Heiner Flassbeck:


La fine dell'inflazione in Germania 


Le gravi responsabilità della BCE nel crollo del settore immobilare tedesco


Perché la politica monetaria della BCE è sbagliata





martedì 20 giugno 2023

Perché AfD sta volando nei sondaggi elettorali

Gli ultimi sondaggi elettorali danno Alternative fuer Deutschland ormai vicina al 20%, un dato incredibile alimentato soprattutto dall'arroganza dei partiti di governo che su temi come l'immigrazione, il clima e la guerra in Ucraina sono molto distanti dal sentire dell'uomo comune. L'ottimo Malte Heidorn su Cicero.de ci spiega perchè i veri artefici dell'ascesa elettorale di AfD devono essere cercati nelle file della maggioranza di governo, da Cicero.de

Sostenitori di Alternative fuer Deutschland

AfD sta vivendo una fase di grande popolarità. Friedrich Merz aveva promesso che l'avrebbe "dimezzataa", sembra invece che il cancelliere la consideri un "partito del malumore". La reazione del governo federale, che da tempo ha perso il sostegno della maggioranza dei cittadini, sembra essere di natura più moralista. I risultati dei sondaggi, che indicano un 19% di consenso elettorale per AfD, dovrebbero essere un segnale d'allarme per tutti i partiti rappresentati al Bundestag. Quanto dovrà rafforzarsi AfD prima che i politici si rendano conto della situazione?

Sulle questioni politiche fondamentali come il clima, la guerra e la migrazione, le posizioni della maggioranza della popolazione vengono spesso ignorate o addirittura discreditate. E questa è una spinta per AfD, che a quanto pare al momento non deve fare cosi' tanto per raccogliere consensi. Immaginate se avesse dei leader di partito carismatici e simpatici. Fortunatamente questa carenza di personalità la condivide con gli altri partiti.

Al momento però gli basta che nel Paese ci siano una serie di dibattiti che hanno poco a che fare con i reali problemi della gente comune. I cittadini sono lasciati soli e abbandonati dall'intero spettro politico dei partiti. La tendenza a votare per AfD spesso sembra un atto di autodifesa e allo stesso tempo una richiesta disperata di attenzione. Anche i media svolgono un ruolo importante in tutto ciò. Lo spettro delle opinioni in Germania sembra restringersi di crisi in crisi: rifugiati, Covid-19, Ucraina.

Diversi sondaggi danno AfD ormai vicina al 20% a livello federale


Il dibattito in merito al decreto sul riscaldamento varato da Habeck si è rivelato un regalo di primavera per AfD. Raramente le politiche governative hanno suscitato cosi' tanta paura e rifiuto in tutto il Paese. Attualmente, nessuno sa quali saranno le regole sul riscaldamento che entreranno in vigore nel 2024. Si tratta di un fallimento totale del governo, nel quale solo la FDP fino ad ora ha evitato il peggio. La svolta del governo sulla questione del riscaldamento è solo la punta dell'iceberg di una politica climatica che ha commesso numerosi errori nel corso degli anni, facendo lievitare i prezzi al massimo e che ha fatto il minimo per proteggere l'ambiente.

L'introduzione della tassa sulla CO2 nel 2021 ha già dimostrato ai cittadini quanto la protezione del clima possa essere costosa e inefficace. Questo approccio ecologista, che sembra rivolgersi esclusivamente al cittadino comune, alimenta il flusso di voti verso AfD. I cittadini desiderano proteggere la natura e l'ambiente, e la maggior parte di loro è a favore di politiche climatiche ragionevoli. Reagiscono tuttavia in modo negativo all'arroganza di coloro che vorrebbero affrontare la crisi climatica globale con l'uso delle pompe di calore, ma non riescono nemmeno a proteggere i pesci dell'Oder.

La guerra russa contro l'Ucraina si protrae da 16 mesi senza che se ne possa intravedere la fine. La Germania ha abbandonato la sua posizione inizialmente cauta e sta fornendo sempre più armi all'Ucraina. Circa la metà della popolazione tedesca, tuttavia, si oppone a questa decisione e non crede che l'invio di armi possa porre fine alla guerra. Milioni di persone temono un'ulteriore escalation e addirittura una terza guerra mondiale. Esiste una grande discrepanza tra le celebrazioni di Selenskyi nella politica e nei media, da un lato, e dall'altro il sentimento contrario alla guerra presente nella popolazione.

L'emittenza pubblica divide il Paese

Anche il presunto quarto potere dello Stato dovrebbe chiedersi quale responsabilità abbia avuto nell'ascesa di AfD. Recentemente ha colpito in modo particolare la diffamazione mediatica nei confronti di semplici cittadini scesi in piazza per la pace, la diplomazia e i negoziati, nonché il corteggiamento mediatico verso una setta climatica che disprezza i cittadini comuni e ora, dopo quasi un anno di coercizione, si lamenta quando lo Stato di diritto pone finalmente dei limiti.

Nell'attuale configurazione, l'emittenza pubblica non rappresenta una difesa contro l'estrema destra e non è un pilastro della democrazia, ma al contrario contribuisce a dividere il Paese. Il canone radiotelevisivo è eccessivamente oneroso per le persone a basso e medio reddito. La coercizione non ne aumenta certo l'accettazione. Il canone radiotelevisivo è socialmente ingiusto, in quanto tutti pagano la stessa cifra, sia che si tratti di un milionario che di un netturbino. Inoltre, gli stipendi e le pensioni dei dirigenti delle emittenti pubbliche sono scandalosamente elevati. Non è chiaro perché Tom Buhrow guadagni molto di più di Olaf Scholz. La gestione responsabile delle risorse dei contribuenti viene messa in discussione più che mai, come dimostra il caso RBB e altri casi simili.


Il programma e la missione delle emittenti pubbliche sono spesso in conflitto. Un numero crescente di cittadini nutre giustamente dubbi sull'equilibrio del giornalismo. Le posizioni da direttore non dovrebbero essere assegnate agli ex portavoce del governo. Le emittenti pubbliche stanno fallendo nel gestire le crisi del nostro tempo e di fatto stanno fornendo più argomenti contro se stesse che contro AfD. È necessaria una riforma radicale dell'emittenza pubblica, e nessun soldo in piu'! La mentalità della "protezione totale", che sembra essere un pozzo senza fondo, deve essere abbandonata.

Un altro tema che alimenta il boom di AfD è l'immigrazione. I cittadini si trovano in una situazione sostanzialmente simile a quella del 2015. Non c'è un dibattito razionale sul numero di rifugiati che il Paese può accogliere e sulla quantità di immigrazione che i cittadini sono disposti ad accettare. Nel 2022, in Germania sono arrivati circa 1,3 milioni di rifugiati, principalmente dall'Ucraina. Il Paese è sovraccarico. La disponibilità di alloggi, scuole e asili nido è insufficiente. Le strutture sul territorio sono al limite, se non addirittura oltre il limite. Il governo federale non presta attenzione al problema e i comuni devono lottare per ottenere ogni singolo euro in piu'. Un dibattito onesto dovrebbe affrontare le seguenti questioni: limitazioni e controlli sono requisiti fondamentali per garantire le condizioni inderogabili per l'umanità, rotte di transito sicure e libertà di movimento all'interno dell'UE.

I cittadini comuni devono tornare al centro dell'azione politica

È importante evitare che si ripetano gli errori del passato, come quelli di Weimar nel 1933. Coloro che difendono la democrazia e la libertà devono agire con fermezza e non restare in silenzio. Attualmente, due terzi degli elettori votano per AfD in quanto delusi dagli altri partiti, non per convinzione. Questo rapporto minaccia di invertirsi sempre più e la tendenza verso la destra è pericolosa. Il fatto che AfD attualmente raggiunge il 19% non è un segnale d'allarme isolato. In Brandeburgo, Sassonia e Turingia, AfD potrebbe diventare il partito più forte l'anno prossimo. Cosa si dovrebbe fare in tal caso?

La politica e i media non devono allontanarsi ulteriormente dalla popolazione. È necessario che le decisioni prese al Bundestag e nelle redazioni della capitale siano strettamente connesse alla vita e alle esperienze dei cittadini di tutto il Paese. È indispensabile sviluppare una strategia per raggiungere gli elettori di AfD e cercare di riconquistare quella parte di elettorato. Ciò può essere realizzato mediante una politica equilibrata e ragionevole che ponga al centro del dibattito il cittadino comune, che rappresenta la maggioranza del Paese, e che non lasci più la verità solo nelle mani della destra.