mercoledì 8 dicembre 2021

Da Hartz IV verso un nuovo reddito di cittadinanza: con la Ampelkoalition arriva il Buergergeld

Nelle città tedesche l'inflazione viaggia al 6% mentre i sussidi per i disoccupati di lungo periodo (ALG II) a partire da gennaio aumenteranno di appena 3 euro. Per questo i percettori di un sussidio Hartz sperano nella Ampelkoaltion e nella promessa fatta dai socialdemocratici in campagna elettorale di introdurre un Buergergeld, vale a dire un nuovo redditto di cittadinanza privo di sanzioni e con meno obblighi e meno burocrazia. Ne scrive T-Online


Un nuovo "Buergergeld" in futuro dovrà sostituire Hartz IV. T-online chiarisce che cosa nel dettaglio dovrà cambiare secondo il piano della Ampelkoalition e quali sono le principali differenze con il sistema attuale.

Nemmeno una parola, e questo la dice lunga. I leader della SPD, dei Verdi e della FDP mercoledì scorso alla presentazione dell'accordo di coalizione hanno parlato per circa 40 minuti - e non hanno nemmeno menzionato un argomento che invece non sarebbe mai potuto mancare in nessun dibattito da campagna elettorale: il cosiddetto reddito di cittadinanza o Buergergeld, il candidato alla successione dell'attuale Hartz IV.

Cosa era successo?

Prima delle elezioni, infatti, era stata soprattutto la SPD a preparare il terreno per superare Hartz IV. Per anni, infatti, il partito aveva lottato con se stesso. Durante la campagna elettorale, la leader della SPD Saskia Esken aveva annunciato in un'intervista alla "Taz" che il nuovo "Buergergeld" doveva essere "adeguato" e ricalcolato. I Verdi avevano anche fatto intendere di volere un aumento del sussidio previsto dall'Arbeitslosengeld II - e durante la campagna elettorale avevano anche indicato una cifra concreta: 50 euro in più.

Dopo le elezioni, tuttavia, sembrava ovvio che un aumento del sussidio per i disoccupati di lungo periodo sarebbe stato imminente. La domanda era piuttosto un'altra: a partire da quale importo le parti potranno rivendere un aumento come un successo?

Ma ora che l'accordo di coalizione è pronto, nessuno sembra esserne piu' cosi' convinto, come ad esempio sostiene Holger Schäfer, economista presso lo Institut der Deutschen Wirtschaft (IW), vicino ai datori di lavoro: "Prima di tutto, Burgergeld è solo il nuovo nome dato ad Hartz IV", ha dichiarato a t-online.

Wohlfartsverband sulle tariffe standard: "Eccezionalmente deluso".

Se date un'occhiata all'accordo di coalizione fra i tre partiti, noterete ciò che non viene affatto menzionato - vale a dire un aumento delle tariffe standard.

Anche Ulrich Schneider lo ha notato immediatamente. In un'intervista a t-online, l'amministratore delegato della Paritätischer Wohlfahrtverband ha detto: "Il Buergergeld non è ancora la soluzione promessa per il superamento di Hartz IV. La sua associazione, infatti, riunisce organizzazioni come il Kinderhilfswerk, il Sozialverband o le Tafeln locali, tra le altre. "Siamo estremamente delusi dal fatto che non ci sia stato alcun movimento verso l'alto delle tariffe standard", ha continuato Schneider.


Ma non è solo questo. In considerazione delle promesse fatte in campagna elettorale, molti disoccupati di lunga durata si auguravano un aumento dei sussidi. E le critiche, sempre piu' forti, ora arrivano anche dal mondo accademico. Martin Seeleib-Kaiser, professore di politica sociale all'Università di Tubinga, ad esempio, ha detto a t-online: "Il fatto che le tariffe standard non vengano aumentate dalla Ampelkoalition è alquanto deludente, perché a quanto pare non sarà possibile superare la soglia di povertà generalmente considerata - i beneficiari resteranno così in una situazione di povertà". E questa situazione sembrerebbe essere fatale alla luce del tasso di inflazione attuale, che si riflette anche sui prodotti alimentari di base, "e che quindi va a colpire in maniera massiccia proprio questi gruppi".

Attualmente i singoli beneficiari del sussidio sociale ricevono 446 euro al mese, nel gennaio 2022 l'importo sarà aumentato di tre euro secondo quanto previsto dalle tariffe. Il presidente dell'associazione delle Wohlfahrtsverband, Ulrich Schneider, chiede un "adeguamento delle tariffe standard, secondo le necessità, ad almeno 600 euro".

La SPD ha cercato di prendere le distanze dalle riforme Hartz

Tutte queste dichiarazioni probabilmente nei prossimi giorni faranno sentire la loro eco tra i partner della Ampelkoalition, soprattutto tra i socialdemocratici. Erano stati proprio loro, infatti, sotto l'allora cancelliere Gerhard Schröder, a introdurre le riforme Hartz.

Da allora Hartz IV è sempre stato collegato alla freddezza sociale e alla paura del declino sociale. Anche se i Verdi all'epoca erano al governo - e anche se la CDU/CSU ha sostenuto queste riforme - esse generalmente vengono attribuite solo alla SPD. E i risultati deludenti dei socialdemocratici ottenuti nel corso degli anni vengono spesso spiegati da questa politica. Ecco perché al partito sembrava così importante segnalare una vera e propria rottura con Hartz IV.

La riforma che ora viene presa in considerazione dalla SPD, dai Verdi e dalla FDP, tuttavia, sembra più che altro essere una ridenominazione - che, tuttavia, trova anche qualche approvazione. L'economista dello IW Holger Schäfer, ad esempio, trova la parola "Buergergeld", sulla quale i partner della coalizione si sono accordati sin dall'inizio, molto meglio del termine "Hartz IV", ormai carico di connotazioni negative.




Le opportunità per guadagnare un reddito aggiuntivo dovranno essere migliorate

Ci sono tuttavia dei cambiamenti positivi su piccola scala, come ci spiega lo scienziato sociale Seeleib-Kaiser. La Ampelkoalition ad esempio promette di migliorare le opportunità di reddito aggiuntive, anche se non è ancora chiaro in che modo ciò sarà possibile.

Anche il fatto che nei primi due anni la dimensione degli appartamenti dei destinatari di un sussidio non venga presa in esame (come era già avvenuto durante la pandemia) è positivo: "A seconda del Jobcenter, infatti, sembra che in passato ci sia stata una gestione molto rigida di questo aspetto - con conseguenze fatali per le persone colpite", dice Seeleib-Kaiser. Ad esempio, c'è stato chi dopo essere diventato disoccupato ha dovuto abbandonare il proprio appartamento perché misurava qualche metro quadrato in più del consentito.

Anche l'economista dello IW Schäfer elogia alcuni dei cambiamenti. Con le maggiori opportunità di poter guadagnare un reddito aggiuntivo e un miglioramento del sostegno, le richieste centrali della comunità imprenditoriale sembrano essere state soddisfatte. Considera anche ragionevole, inoltre, l'annunciata riduzione della burocrazia attraverso l'erogazione di prestazioni forfettarie - cioè il pagamento di somme forfettarie invece dei calcoli sui casi individuali.

Al contrario l'economista resta critico nei confronti di altri cambiamenti, come ad esempio l'abolizione della priorità nel collocamento. L'obiettivo primario deve rimanere quello di reintegrare le persone nel mercato del lavoro, ha detto Schäfer. Considera quindi opportuno mantenere l'obbligo di cooperare.

Se la logica del nuovo Buergerld sarà effettivamente diversa dal precedente Hartz IV resta tutto da vedere, dice Seeleib-Kaiser, professore di politica sociale. Questo perché si tratta di una riforma che dovrà coordinare le varie prestazioni sociali - compreso il Buergergeld - e deve essere ancora elaborata da una commissione. "Questo significa che ancora non sappiamo esattamente come sarà il nuovo Buergergeld", dice Seeleib-Kaiser.

Moratoria sulle sanzioni: "Un passo nella giusta direzione".

E questo sembra essere particolarmente vero per quanto riguarda le sanzioni: più volte, infatti, è stato criticato il fatto che le prestazioni, in determinate circostanze, possono essere ridotte. Dopo tutto, il sostegno al reddito di base è già per definizione il minimo sociale, quindi pagare ancora di meno non sembra appropriato. Anche la Corte costituzionale federale la vede allo stesso modo e ha stabilito che questa pratica sanzionatoria in parte è incostituzionale.

Questo è probabilmente uno dei motivi per cui la Ampelkoalition intende sospendere le sanzioni almeno per un anno. "La moratoria sulle sanzioni è un passo nella giusta direzione", dice Schneider. Dopo di che, ci sarà il cosiddetto obbligo di cooperazione.

Ci sono già oggi molti obblighi per i beneficiari di Hartz IV: devono essere disponibili per il centro per l'impiego, devono presenziare agli appuntamenti, devono rivelare la loro situazione finanziaria. L'accordo di coalizione non chiarisce esattamente cosa dovrebbe accadere se questi "doveri di cooperazione" non venissero rispettati. Alla fine forse saranno solo delle sanzioni con un nuovo nome.

A questo punto, però, è probabile che anche le associazioni giovanili della SPD e dei Verdi facciano pressione: la riforma del sistema Hartz IV era una tema molto importante per entrambi i gruppi, anche prima delle elezioni. Per la portavoce della Gioventù Verde, Sarah-Lee Heinrich, "Hartz IV resta un sistema disumano".

"Fino a quando le tariffe standard non saranno aumentate, una vita da Hartz IV resta una vita al di sotto del livello di sussistenza minimo e quindi non vi sarà nessuna sicurezza sociale", ha detto a t-online. Chi veramente intende contrastare la "crisi sociale" deve fare in modo che lo stato sociale riesca veramente ad aiutare le persone - e non è questo il caso. Si sta solo risparmiando deliberatamente "sui più poveri della società", dice Heinrich, lei stessa cresciuta in Hartz IV.




sabato 4 dicembre 2021

Heiner Flassbeck - La transizione energetica tedesca non è credibile e i Verdi lo sanno bene

Nel mese di novembre, con poco vento e poco sole, le fonti di energia rinnovabile in Germania hanno garantito un livello minimo di copertura dei fabbisogni. Il grande economista tedesco Heiner Flassbeck ci spiega perché la transizione energetica di cui tanto parlano i Verdi, nella realtà dei fatti non è credibile e sta solo creando problemi alle famiglie tedesche vessate da bollette sempre piu' care. Ne scrive Heiner Flassbeck su relevante-oekonomik.com



La Ampelkoalition è arrivata e ovviamente vorrebbe dare nuovo slancio alla transizione energetica attualmente in fase di stallo. L'eolico e il solare dovranno essere potenziati in maniera massiccia. E questo è senza dubbio un buon momento per passare in rassegna i primi vent'anni della transizione energetica tedesca e porsi due domande centrali. In primo luogo, perché nessun paese al mondo ha seguito la Germania su questa strada, sebbene l'intenzione e il desiderio di tutti i governi sin dall'inizio del millennio fosse proprio quello di avere la Germania come modello? Il futuro cancelliere Scholz ritiene che la Germania debba solo mostrare come si fa, poi molti la seguiranno e la Germania potrà vendere la sua tecnologia in tutto il mondo. In secondo luogo, però, sarebbe molto più importante farsi un'altra domanda: che senso ha espandere un sistema in cui nessun incremento di capacità può garantire che il sistema non collassi da un momento all'altro senza alcun preavviso a causa delle condizioni metereologiche?



Ancora una volta, il mese di novembre è stato particolarmente significativo, perché novembre alle nostre latitudini spesso è caratterizzato da poco vento e da poco sole, fatto conosciuto nei circoli degli esperti come "Dunkelflaute". Il cosiddetto Agorameter interattivo di Agora-Energiewende lo mostra in tutta la sua chiarezza (Figura 1). Il 16 novembre a mezzogiorno, dei circa 70 gigawatt di cui la Germania ha permanentemente bisogno, il sole e il vento ne hanno forniti solo una parte trascurabile. La parte grigia relativa alle fonti di energia convenzionale è stata enorme e solo con ulteriori importazioni di elettricità (la curva rossa si trova sopra la zona grigia) è stato possibile soddisfare la domanda tedesca. E tutto accade venti anni dopo che in Germania è iniziata la transizione energetica. Come si fa a dire a un paese in via di sviluppo che deve cambiare, quando in Germania non siamo stati in grado di raggiungere una vera svolta neanche dopo cosi' tanto tempo?

Figura 1

Questo è il motivo, diranno i lobbisti del solare-eolico, per spingere ancora di piu' l'espansione delle rinnovabili. Ma qual è il punto? Diamo uno sguardo al futuro con una simulazione. Agora-Energiewende calcola quale sarà nei prossimi vent'anni il contributo del vento e del solare secondo i diversi possibili livelli di sviluppo delle rinnovabili, ma con condizioni meteorologiche comparabili a quelle attuali. Per quanto riguarda l'espansione dell'approvvigionamento elettrico tedesco, i risultati sono più che sorprendenti - direi spaventosi.

Se inserite nell'agorametro "Futuro" perchè volete immaginare un (coraggioso nuovo) mondo in cui l'approvvigionamento elettrico tedesco arriva in media (un anno, credo) all'80 per cento da fonti rinnovabili, otterrete in pochi secondi un grafico che mostra l'approvvigionamento elettrico negli stessi giorni del 2040 con le stesse condizioni meteo di oggi. Chi pensa che le aree blu e gialle in quella data saranno particolarmente grandi, tuttavia resterà deluso. Se non c'è vento e il sole non splende in cielo, anche la capacità massima non servirà a nulla (Figura 2).


Al contrario: poiché la Germania avrà bisogno di molta più energia elettrica nel 2040 di quanta ne abbia bisogno oggi, cioè circa 100 gigawatt, la lacuna in termini di approvvigionamento elettrico il 16 novembre 2040 sarà molto più grande di oggi. Alla Germania mancheranno a mezzogiorno di quella data circa 80 gigawatt di elettricità. 80 gigawatt equivalgono alla produzione garantita da 40 grandi centrali nucleari, se esistessero. Ma oggi possiamo dire con certezza che non esisteranno nemmeno nel 2040.


80 gigawatt non potranno essere importati da nessun paese, soprattutto se gli altri paesi seguiranno "l'esempio" tedesco ed espanderanno anch'essi le rinnovabili. Ci sono spesso periodi con poca luce nello stesso momento in tutta l'Europa settentrionale, il che significa che le lacune nell'approvvigionamento potrebbero essere enormi un po' ovunque. Non esiste nemmeno un impianto di stoccaggio che possa garantire 80 gigawatt per diverse ore. Tutte e sette le centrali idroelettriche della Baviera hanno una capacità totale di circa 550 megawatt, che è poco più di mezzo gigawatt. Si dovrebbe probabilmente pompare metà del Mediterraneo sulle Alpi per generare una simile quantità di energia.




È incredibile che questi fatti e queste previsioni non vengano discussi in maniera più approfondita. L'industria automobilistica tedesca, ad esempio, già ora (obbedendo in anticipo, per così dire) sta pubblicizzando solo auto elettriche. Ragazzi giovani e belli che attraversano il quartiere in auto, raggianti di gioia ricaricano le loro auto alle innumerevoli stazioni di ricarica. Ma nessuno che si chiede da dove arrivi l'elettricità. E quando un fornitore di energia per una volta parla chiaro, la sua voce sparisce rapidamente nell'ampio flusso di applausi per la svolta energetica. L'amministratore di Eon, Leonhard Birnbaum, qualche giorno fa ha lanciato l'allarme. Ha dichiarato infatti: "Anche se nel nostro paese venisse installato il triplo dell'energia eolica, in una settimana come questa non so come avremmo fatto senza carbone, senza energia nucleare e senza gas naturale. Se il carbone e l'energia nucleare venissero completamente eliminati dalla rete, ci sarebbe un vuoto gigantesco da riempire. Da colmare con una fonte che produce energia in modo affidabile. Non abbiamo solo bisogno di abbastanza elettricità in media in un anno, ne abbiamo bisogno ogni singolo giorno". Mi sembra non ci sia nulla da aggiungere.

Ma la politica ancora una volta è guidata più dai sentimenti che dal calcolo razionale. Credono forse sia impossible far accettare la verità al loro stesso elettorato? Ciò che è indiscutibile oggi, lo era anche cinque anni fa. Il governo dell'epoca presumibilmente sapeva anche questo e quindi scelse di rallentare in maniera complice il ritmo della svolta energetica. Il nuovo governo, ancora una volta con i Verdi, vuole forse tornare indietro con la stessa ingenuità di venti anni fa e portare avanti l'espansione delle rinnovabili senza un serio dibattito politico sulla propria esperienza con la transizione energetica?

Credo che andrà esattamente allo stesso modo, perché la gente teme una riflessione complessiva più di quanto il diavolo tema l'acqua santa: se si vuole sostituire il carbone, il gas e il petrolio, è necessaria una fonte di energia che sia in grado di garantire una fornitura di energia stabile e affidabile senza emissioni di CO2 (garantire il carico di base, come lo chiamano i tecnici). E questo è possibile, allo stato attuale della tecnologia, nei paesi dell'emisfero nord, solo con la tecnologia nucleare, vale a dire proprio quello che molti paesi hanno riconosciuto e stanno sviluppando.

Probabilmente sarebbe possibile ottenere molto di più dal vento e dal sole se al Nord Africa fosse data la possibilità di garantire l'approvvigionamento energetico dell'Europa. Ma questo ovviamente non è desiderabile dal punto di vista politico, perché i paesi europei non vogliono tornare ad essere di nuovo dipendenti. Restiamo comunque dipendenti. Come ho mostrato qui e qui recentemente, ci possono essere solo soluzioni globali. Quelli che, come la Ampelkoalition, pensano che la Germania debba solo fare da apripista e gli altri seguiranno, fondamentalmente hanno torto. Se non andiamo tutti nella stessa direzione, non servirà a nulla se qualcuno devia credendo di aver trovato una soluzione nazionale. Se poi si scopre che questa soluzione nazionale non è sostenibile, non ha salvato il mondo, ma ha reso un enorme disservizio ad esso e a se stesso.

È giunto il momento di seppellire l'illusione che si riflette al meglio nella citazione popolare di Franz Alt secondo il quale "il sole non manda mai una fattura". Da un lato, ci sono gli utenti dell'energia elettrica che sin dalla svolta energetica sono costretti a pagare dei prezzi record e purtroppo non possono in alcun modo sottoscriverla, e del resto non è affatto un sollievo perché il sole a volte non ci manda nulla, anche se avremmo bisogno della sua energia in maniera assolutamente continua.

mercoledì 1 dicembre 2021

Perché solo Lindner può far indebitare la Germania

Se è vero che „Only Nixon could go to China“ allora è anche vero che nella Germania di oggi "solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti fatta su larga scala". Una riflessione molto interessante del giornalista tedesco Sebastian Puschner su Der Freitag.


È successo. Christian Lindner sarà il Ministro federale delle finanze della nuova Ampelkoalition. La presentazione mercoledi' scorso dell'accordo di coalizione rosso-verde-giallo lo ha confermato: la FDP avrà la responsabilità delle Finanze; il leader del partito avrà la posizione centrale. E questo significa che sta accadendo esattamanete proprio quello da cui in molti nelle scorse settimane - soprattutto a sinistra - ci avevano messo in guardia.

"Atene non se lo merita", aveva scritto l'economista britannico Adam Tooze sul Guardian e su Der Freitag, evocando le conseguenze fatali per l'Europa di una politica finanziaria tedesca orientata al mercato e liberista, e poi aveva proseguito con il suo collega Joseph E. Stiglitz su Die Zeit: "Sarebbe un errore dare seguito ai suoi desideri". Sulle piattaforme social come Twitter, alcuni ne avevano già disegnato lo spettro sulla parete subito dopo le elezioni per il Bundestag: un ministro delle finanze come Lindner nelle ultime settimane sembrava essere un freno per tutti i progetti progressisti di questo governo. Un duro difensore del pareggio di bilancio in una fase in cui c'è la massima necessità di investimenti, non solo per la politica climatica, ma anche il rappresentante di una politica fiscale in favore dei ricchi in un'epoca di forte polarizzazione della disuguaglianza - le accuse contro Christian Lindner sembravano ovvie.

La gelosia della sinistra

La nomina del leader della FDP è diventata una profezia che si autoavvera, e l'economista Jens Südekum ("I debiti alleviano il peso per le generazioni future!") nel suo avvertimento nei confronti di chi metteva in guardia dal pericolo aveva ragione: più i critici di Lindner alzano il volume delle loro critiche, maggiore sarà la pressione su di lui nei negoziati di coalizione per fargli mettere le mani sul ministero delle finanze, "ora più che mai". Ad un certo punto, dalle sue stesse fila, avrebbero interpretato qualsiasi altra cosa come nient'altro che una sconfitta colossale e forse anche messo in dubbio l'ingresso dei liberali in questo governo.

Soprattutto tra fra gli esperti in materia di politica finanziaria a sinistra ha preso piede una gelosia più o meno inconscia: mentre fra i politici di sinistra l'interesse interno nei confronti della politica fiscale è alquanto latente, è invece un argomento della massima importanza per la FDP. Era accaduto lo stesso alla SPD dopo essere entrata nella Grande Coalizione del 2017/2018, il suo colpo piu' importante era stato proprio quello di sottrarre il Ministero delle finanze alla CDU e a Wolfgang Schäuble.

E da lì ora Olaf Scholz si sta spostando alla Cancelleria. Il suo successore Christian Lindner ridurrà in macerie di tutto quello che l'uomo della SPD aveva cominciato a costruire sotto la pressione delle necessità emerse durante la crisi causata dal Covid? Anche il primo passo verso la messa in comune del debito in Europa, il tanto citato "Hamilton Moment", dal nome del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti che aveva fatto lo stesso per l'Unione degli Stati Uniti? Stiamo tornando all'egemnonia della casalinga sveva, allo Schwarze Null, al regime del pareggio di bilancio?


Garante dei crediti Corona

E questo è tutt'altro che garantito. Fino a quando la pandemia avrà in pugno la Germania e comporterà chiusure parziali o di vasta portata, non c'è alternativa all'aiuto di Stato, sempre che il nuovo governo non voglia provocare un'esplosione sociale. Persino Christian Lindner non potrà evitarlo e lo Schuldenbremse del resto negli ultimi due anni non ha impedito l'indebitamento necessario - peraltro molto vantaggioso per lo Stato tedesco.

La situazione si è fatta molto simile con la crisi climatica: anche se al momento è improbabile che la Ampelkoalition cominci improvvisamente a far pagare un prezzo maggiore in termini di politica fiscale a chi ne è la causa principale - famiglie ricche e ad alto reddito -, c'è sicuramente ancora molto lavoro da fare. Le vie d'uscita dal collasso climatico fondate sull'innovazione e la tecnologia, tuttavia, come invece chiede la FDP, costano molto - proprio come la digitalizzazione e tutto ciò che dovrebbe rappresentare "un nuovo inizio" o "la modernizzazione" - e il successo della Ampelkoalition si deciderà nei prossimi anni proprio in base alla capacità di realizzare queste promesse.

Potrebbe quindi avere senso usare il motto „Only Nixon could go to China“ per sintetizzare il mandato di Lindner: così come solo un repubblicano convinto come Richard Nixon poteva realizzare un'offensiva diplomatica degli Stati Uniti contro la Cina comunista, oggi solo un ministro delle finanze con un'immagine "solida" sarà in grado di conciliare l'elettorato tedesco, molto attaccato alla "stabilità delle finanze pubbliche", con una spesa per investimenti su larga scala.

Debiti in ombra

Ma da dove dovrebbero arrivare i soldi se la FDP si dovesse rifiutare di fare debito pubblico oppure di introdurre ogni aumento delle tasse sui ricchi o se invece non intendesse introdurre nuove tasse come quella sullo zucchero nelle bevande particolarmente zuccherate - e ci sarebbero state fin troppe buone ragioni per mettere una tassa simile, anche al di là delle esigenze fiscali dello Stato. Naturalmente, tali entrate non sarebbero state sufficienti per finanziare la trasformazione della Repubblica.



Quello che serve veramente, e gli uccellini già da tempo lo stavano fischiettando sui tetti, e del resto anche l'accordo di coalizione lo conferma: gli investimenti saranno semplicemente spostati su società statali e fondi pubblici al di fuori del bilancio federale.

Una tale procedura è discutibile in termini democratici - in quanto limita effettivamente le prerogative del Parlamento in materia di finanze. Ma già da tempo si è diffuso uno stato d'animo che considera l'azione dello Stato ormai in ampio ritardo, soprattutto a causa della crisi climatica, tanto da far pensare che non ci sia piu' tempo da perdere a preoccuparsi degli standard democratici. Almeno la Ampelkoalition promette di "espandere il controllo parlamentare, pubblico e dell'esecutivo nei confronti delle aziende statali".

Così ora il Fondo per l'energia e il clima diventerà un fondo per il clima e la trasformazione, ma soprattutto il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), di proprietà statale, dovrà "agire con maggiore incisione nel ruolo di agenzia per l'innovazione e l'investimento". Garanzie statali per il denaro preso a prestito da un'istituzione pubblica, compresa la leva del capitale privato - il leader della SPD Norbert Walter-Borjans aveva già delineato durante i negoziati di coalizione il percorso che la KfW avrebbe dovuto intraprendere "per diventare un'agenzia di investimenti e innovazione nell'ambito delle nuove infrastrutture, della digitalizzazione e della decentralizzazione" e su questo tema sa di essere in sintonia con Olaf Scholz, che da tempo fa lavorare il suo staff proprio su questo progetto. Economisti progressisti come Mariana Mazzucato, del resto, da tempo sottolineano il potenziale che la Germania avrebbe a disposizione con un attore come la KfW.



Lo Stato costruisce in autonomia

Inoltre, sempre secondo l'accordo di coalizione, i partner di governo intendono rafforzare "le imprese statali già esistenti come la Deutsche Bahn AG (settore delle infrastrutture) o la BImA" sorpattutto per quanto riguarda le loro possibilità di finanziamento: "a tale scopo, gli strumenti come le autorizzazioni al credito e il rafforzamento del capitale potranno essere utilizzati caso per caso".

La BImA, l'Agenzia federale per gli investimenti immobiliari, dovrà "investire e costruire autonomamente" - è lo Stato stesso che diventa costruttore e questo significa che non sono stati solo i liberali a prevalere nei negoziati di coalizione. Di conseguenza è proprio la SPD ad aver assunto il Ministero per l'edilizia. Per inciso, Olaf Scholz ha messo delle persone fidate e che conosce bene ai vertici della KfW e del BIma.

Nel frattempo, ci sono altre posizioni cruciali in materia di politica finanziaria, oltre a quella di Ministro delle finanze, ancora in attesa di essere occupate - è improbabile ad esempio che la FDP sia in grado di esercitare un'influenza decisiva sulla nomina del futuro capo della Bundesbank, proprio ora che è riuscita a nominare il Ministro delle finanze. Sarà emozionante vedere in che modo riuscirà a gestire il personale che si troverà in casa. Durante il suo periodo da ministro, Olaf Scholz ha portato nella Wilhelmstrasse 97 un certo numero di dirigenti finanziariamente progressisti con delle qualifiche abbastanza alte - per esempio, Jakob von Weizsäcker come capo-economista. E molte persone un tempo consideravano Scholz una testa dura in materia finanziaria.