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venerdì 25 gennaio 2013

Non disturbate il contribuente tedesco


Deutsche Mittelstands Nachrichten, ci spiega perché i salvataggi greci sono scomparsi dai giornali tedeschi e perchè i politici della CDU e della FDP  hanno smesso di bulleggiare gli eurodeboli.  
Alla Grecia servono ancora altri miliardi. La Troika ha tuttavia deciso di non imporre ulteriori misure di austerità in modo da evitare nuovi disordini ad Atene.  E Bruessel non intende in alcun modo compromettere la rielezione di Angela Merkel. Per questa ragione non si parlerà di aiuti finanziari per un po' di tempo.

La Grecia avrà un'altra possibilità per applicare le riforme già negoziate. Nei mesi scorsi di fatto non è successo nulla. Per poter dare una veste di ufficialità a questa situazione di stallo, i rappresentanti del FMI, della BCE e della EU (Troika), hanno deciso di non chiedere al governo Samaras ulteriori misure di austerità.

Ufficialmente la Troka ha concesso la moratoria sul risparmio per dare ai greci la possibilità di mantenere gli impegni sottoscritti. Cosi' scrive il quotidiano greco Kathimerini. I creditori internazionali sono particolarmente insoddisfatti per il sistema fiscale. Lo scorso anno infatti il fisco greco è riuscito a raccogliere appena il 30% delle imposte dovute. Con la pausa sui programmi di risparmio, il governo greco potrà elaborare una possibile soluzione per il problema dell'evasione. 

Di fatto l'intenzione dell'EU è influenzare gli sviluppi in Germania. A Bruessel si teme che i tedeschi, prima delle elezioni politiche, possano rendersi conto che il salvataggaio greco non sta funzionando come dovrebbe. Per poter risanare le finanze greche, infatti, dovranno essere applicati ulteriori programmi di risparmio oppure nuovi miliardi dovranno essere pompati verso Atene, affinché il governo greco possa continuare a servire il debito. Recentemente è emerso che la Grecia per poter raggiungere gli obiettivi di risparmio concordati, avrà bisogno di ulteriori miliardi di aiuto e di un taglio del debito del 25%.

Le forze politiche piu' estreme in Grecia uscirebbero rafforzate da nuove misure di risparmio. E questo è cio' che si teme maggiormente a Bruessel, visto che tali sviluppi non sarebbero controllabili.

Ma soprattutto la Troika vuole evitare che in Germania il malcontento per i pagamenti senza fine verso i paesi in crisi possa sfociare in un movimento euro-scettico. Angela Merkel a Bruessel non è molto apprezzata, tuttavia resta un fattore calcolabile. La cancelliera è infatti nota per la sua capacità di reagire in maniera flessibile alle diverse situazioni.

Negli ambienti internazionali si teme anche che la SPD possa seguire un percorso simile a quello di Francois Hollande e con misure contro le banche e i milionari possa introdurre nel paesaggio europeo un nuovo scenario di lotta di classe. Per i francesi le cose non vanno poi cosi' male: la loro economia è ancora in larga parte controllata dallo stato e il progetto di Hollande è il prototipo di una comunità del debito europea. Dalla Germania, il cassiere dell'EU, a Bruessel ci si aspetta una gestione dell'economia solida.

Se le preoccupazioni sulla lotta di classe, di fronte ai milioni di Euro di onorari di Peer Steinbruck sembrano infondate, a Bruessel si preferisce affidarsi a cio' che è stato già testato. Percio' la moratoria sul risparmio in Grecia significa prima di tutto: il contribuente tedesco per alcuni mesi non dovrà piu' essere disturbato con temi spiacevoli come i pagamenti miliardari o i pacchetti di salvataggio.

La EU da tempo ha un occhio molto vigile sui governi nazionali: in Grecia, il non eletto Lucas Papademos è diventato il salvatore, in Italia l'alunno di Goldman Mario Monti. E' quindi solo una logica conseguenza il fatto che a Bruessel si prenda in considerazione con la stessa attenzione il paesaggio politico interno tedesco.

giovedì 1 novembre 2012

Oltre 5 milioni di tedeschi ricevono un sussidio di disoccupazione.



La disoccupazione ufficiale è ai minimi storici, ma a guardare bene si scopre che le statistiche sulla disoccupazione nascondono una parte della verità: oltre 5 milioni di tedeschi ricevono mensilmente un sussidio di disoccupazione (Arbeitslosengeld I oder II). Da Deutsche Mittelstands Nachrichten.



La cifra ufficiale di 2.7 milioni di disoccupati è solo una parte della reatà: di fatto oltre 5 milioni di tedeschi ricevono un sussidio di disoccupazione (Arbeitslosengeld I oder II). Il numero dei disoccupati in Germania resta invariato rispetto a un anno fa.


Secondo l'agenzia federale per il lavoro (Bundesagentur für Arbeit) a settembre 2012 il tasso ufficiale di disoccupazione è del 6.5 %. Un quadro piu' realistico del mercato del lavoro lo si ottiene però se si rifiuta la definizione ufficiale di disoccupazione, e si considera il numero delle persone in grado di lavorare che ricevono un sussidio.

Il tasso di disoccupazione diffuso dall'Agentur für Arbeit non è altro che il rapporto fra il numero delle persone disoccupate e il numero di tutte le persone in grado di lavorare. L'agenzia calcola a settembre 2,78 milioni di disoccupati. Allo stesso tempo l'agenzia comunica che in totale 5.089 milioni di persone in età lavorativa ricevono un sussidio di disoccupazione (Arbeitslosengeld I oder II). Con questi numeri si arriva ad un tasso di circa l'11.9 %.

L'agenzia federale fornisce anche il motivo per cui circa 2.3 milioni di persone in grado di lavorare, destinatarie di un sussidio di disoccupazione, non siano incluse nel tasso di disoccupazione ufficiale. Non vengono considerati disoccupati tutti coloro che si trovano all'interno di un programma di politica del mercato del lavoro (formazione e inserimento) organizzato del governo federale o dell'agenzia del lavoro (889.000 nel settempre 2012).

Anche coloro che hanno un basso reddito e che per questo ricevono un'integrazione (Arbeitslosengeld II) non vengono considerati disoccupati (655.000 nel maggio 2012, nessun dato piu' recente disponibile). I destinatari dei sussidi di disoccupazione che crescono dei figli, si prendono cura dei parenti oppure vanno a scuola, vengono considerati come non disponibili e non rientrano nel numero dei disoccupati (630.000 nel maggio 2012). A questi si aggiungono le persone non capaci di lavorare perché malate e quindi destinatarie di un sussidio di disoccupazione (248.000 nel maggio 2012).

Ma la cosa piu' sorprendente è il trattamento dei dati relativi agli anziani beneficiari di un'indennità di disoccupazione. Chi ha oltre 58 anni, non viene considerato disoccupato, se nei precedenti 12 mesi non ha avuto una occupazione coperta da assicurazione sociale (235.000 in maggio).

Di fatto, piu' della metà dei destinatari dei sussidi di disoccupazione in grado di lavorare, per diversi motivi non vengono considerati come disoccupati. La vera causa del basso tasso ufficiale di disoccupazione è l'arbitraria definizione di cosa sia la disoccupazione nelle corrispondenti leggi.

mercoledì 18 luglio 2012

Stabilitätsunion! Was?


Angela Merkel, nell'intervista estiva alla ZDF, ribadisce che non ci sarà solidarietà senza avere in cambio riforme concrete. E intanto prende tempo sul controllo bancario europeo. Torna a farsi viva la parola magica: Stabilitätsunion. Da Deutsche Mittelstands Nachrichten
La cancelliera Angela Merkel nell'intervista estiva alla ZDF ha bocciato la proposta italiana e spagnola: un salvataggio diretto delle banche, ci sarà solamente con la creazione di un controllo bancario europeo. Per realizzarlo, sarà necessario ancora un po' di tempo.

Nell'intervista estiva alla ZDF, Angela Merkel ha affossato le speranze italiane e spagnole di un salvataggio bancario incondizionato. Il presupposto necessario per una tale misura sarà il controllo bancario a livello europeo. Fino ad allora, i singoli stati dovranno garantire per le loro banche. Alla domanda sulla Grecia, la cancelliera non si scopre troppo: dopo la determinazione mostrata nei mesi scorsi, è una nuova interessante sfumatura.

Angela Merkel gioca di nuovo con il tempo. Nell'intervista alla ZDF ha detto: "Il programma di salvataggio delle banche spagnole, che la prossima settimana approveremo al Bundestag, come concordato, sarà erogato attraverso il governo spagnolo. Queste sono le nostre condizioni. Ed ora occupiamoci di una domanda: che cosa accadrà, se avremo un controllo bancario europeo, se questa autorità europea potrà controllare l'attività bancaria, se potrà imporre una ristrutturazione delle banche, e se potrà pretendere delle condizioni; come saranno gestite le responsabilità? Su questo non ci siamo ancora espressi. Ma quando accadrà, il controllo sarà ad un livello completamente diverso. Questo è il compito del futuro. Su questo stiamo lavorando, e il Bundestag dovrà esprimersi"

Merkel nell'intervista ha insistito che non ci sarà nessuna solidarietà senza un controllo. "Da quando siamo impegnati con la crisi Euro, viene richiesta solidarietà senza nessun controllo e senza condizioni - questi tentativi, in Germania, con me non avranno alcun successo".

E' interessante il fatto che Merkel sembra aver paura di aprire un vaso di pandora con i salvataggi bancari diretti attraverso l'EFSF e l'ESM. Già nel fine settima, il presidente designato dell'ESM Regling aveva dichiarato che in caso di un salvataggio bancario mediante il fondo ESM, gli stati sarebbero stati esclusi dalla responsabilità - e che la Germania si sarebbe assunta il 27 % delle garanzie per tutti i rischi collegati ai salvataggi bancari.

La scelta delle parole: il controllo bancario è un "compito per il futuro", chiarisce che secondo Merkel ci sarà bisogno di tempo prima di averlo in funzione - se mai verrà istituito. Fino ad allora la politica di salvataggio si dovrà fare in maniera provvisoria: sarà così con il Memorandum sui salvataggi bancari e sulle condizioni che le banche dovranno soddisfare. Il Memorandum è considerato molto tecnocratico: anche se alcuni meccanismi di controllo suonano bene, probabilmente nella pratica non saranno di grande valore. La Commissione EU dovrà avere piu' poteri per controllare in ogni momento la gestione delle banche spagnole. Se la Commissione sarà in grado di capire che cosa ci sia nei libri contabili delle banche spagnole, questa è un'altra domanda. Senza una comprensione dei fatti, è possibile che i miliardi approvati questa settimana dal Bundestag - per la Germania sono circa 10 miliardi di Euro - possano irrimediabilmente disperdersi nelle nebbie dei provvedimenti di salvataggio.

La reticenza di Merkel lascia ipotizzare che la cancelliera non sia piu' così sicura che il salvataggio dell'Euro possa avere successo con le misure decise fino ad ora. I 100 miliardi  previsti dal Memorandum EU per la Spagna, saranno effettivamente pagati, solo dopo aver fatto ulteriori stress test e audit da parte delle società di revisione. Gli osservatori dubitano che le banche spagnole possano avere così tanto tempo. Soprattutto, c'è da attendersi che il deficit di bilancio spagnolo, cresciuto attraverso i salvataggi bancari, possa provocare ulteriore preoccupazione sui mercati finanziari. Ma in questo modo un salvataggio totale della Spagna potrebbe essere inevitabile - e così il fondo esistente EFSF potrebbe raggiungere i suoi limiti. Il presidente della Bundesbank Weidmann in un'intervista con il Börsen-Zeitung ha dichiarato che gli alti tassi sui titoli pubblici da soli non sono un motivo per portare l'Italia sotto la protezione del fondo di salvataggio. Piuttosto gli italiani, come gli spagnoli, dovrebbero intraprendere un forte piano di risanamento per riconquistare la fiducia dei mercati.

Anche la determinazione di Merkel per un salvataggio greco a tutti i costi sembra essersi un po' raffreddata. Alla domanda se la Grecia deve avere piu' tempo per soddisfare le condizioni richieste, Merkel ha risposto: "Penso che il carattere vincolante degli accordi sia un bene prezioso. Aspetto la relazione della troika. Solo sulla base di questa relazione, potremo dire che cosa fare.  Per questa ragione dobbiamo aspettare ancora un paio di settimane".

La fiducia in una permanenza della Grecia nell'unione monetaria non sembra essere così solida. E' molto improbabile che Merkel non abbia ricevuto relazioni intermedie dalla troika  -  le poche dichiarazioni rilasciate al pubblico dai membri della troika parlano la lingua della disillusione: la Grecia non avrebbe mantenuto quasi nessuna delle promesse fatte, e il programma di risanamento nelle ultime settimane si è di fatto arenato.

Apparentemente Merkel ha ora uno sguardo piu' realistico sulla crisi dell'Euro. Ha parlato molto spesso di "Europa" e stranamente molto poco di "Euro" come sinonimo di Europa. Nella prossima campagna elettorale "si voterà anche sulla domanda: che ruolo ha l'Europa e quali idee abbiamo per l'Europa" Per Merkel questa sarà una "Stabilitätsunion". Ma Merkel non sembra essere completamente convinta dell'Euro e della sua forma attuale. Questo scetticismo riguarda anche la frase in cui all'inizio inizia a parlare dell'Euro e poi prosegue sull'Europa: "La moneta unica ci ha portato così tanti vantaggi. Siamo il mercato piu' grande al mondo - in un mondo dove 500 milioni di  individui non sono nemmeno molti, quanti siamo nell'unione europea. Siamo in competizione con Cina e India. Senza Europa, credo, non potremo difendere i nostri valori, le nostre idee, i nostri ideali". Se Merkel fosse ancora convinta delle virtu' della moneta unica avrebbe detto: "senza l'Euro non potremo difendere i nostri valori etc". Ma sul fatto che l'Europa sia unita sulla base di determinati valori, anche il critico piu' feroce dell'unione monetara, sarebbe pronto a confermarlo senza esitazione.

giovedì 28 giugno 2012

Gli industriali tifano Euro

Su Deutsche Mittelstands Nachrichten scopriamo che gli industriali tedeschi spingono verso una rapida unione politica. L'obiettivo è chiaro: non perdere i vantaggi ottenuti grazie al cambio bloccato con i vicini di casa.
Il presidente della BDI (Confindustria tedesca), Hans Peter Keitel, con una lettere alle associazioni confederate, ha richiesto una unione politica in Europa. Sarà necessario gestire a livello europeo la politica di bilancio. Un Euro possibilmente piu' debole sarebbe di grande aiuto per le esportazioni tedesche. 

Il presidente di BDI Hans Peter Keitel in una lettera alle associazioni aderenti ha indicato i capisaldi della nuova unione economica: "ci sono motivi politici ed economici tangibili" per il mantenimento della moneta unica.

Dal punto di vista dell'industria orientata all'export, grazie all'Euro il commercio è cresciuto: le barriere come i rischi di cambio sono state annullate. Questo per la Germania ha avuto una grande importanza. I fatti indicati da Keitels: "Solo l'anno scorso, l'export nell'area Euro è cresciuto dell'8.6%. In totale nel 2011 circa il 40% dell'export tedesco è andato nell'Eurozona...circa 3 milioni di posti di lavoro in Germania dipendono dall'export verso la zona Euro".

Keitel ritiene che il D-mark avrebbe dato la possibilità ai sud-europei di rendere i prodotti tedeschi piu' cari attraverso una svalutazione. Questo ora non puo' piu' accadere. Anche in rapporto al dollaro, l'Euro è in una migliore condizione di quella del D-mark. La tesi di Keitel: "L'Euro ha effetti asimmettrici: se il suo valore scende sotto il valore dei suoi fondamentali, si hanno effetti positivi per l'economia tedesca. Al contrario se cresce, ci sono effetti negativi per le imprese tedesche nella competizione internazionale".

Anche per quanto riguarda l'inflazione, la Germania avrebbe avuto dei vantaggi: "Di fatto, con l'introduzione dell'Euro, l'inflazione in Germania dal 1999 al 2011 è rimasta vicina all'1.5% annuo. In confronto, i prezzi al consumo con il D-mark negli anni '70 erano cresciuti di oltre il 5%, negli anni '80 e '90 del 2.6 % annuo".

I bassi tassi di interesse sono stati positivi per l'economia, scrive Keitel; anche se il capo della BDI ammette che questo ha portato gli stati e i privati ad un "eccessivo consumo a debito". Keitel sulla situazione attuale del mercato obbligazionario: "I mercati ritenevano la clausola di No-bailout non applicabile a causa degli effetti potenzialmenti disastrosi di una bancarotta statale. Dall'inizio della crisi del debito, i tassi nei paesi della periferia sono cresciuti molto. Non è chiaro quale effetto avrà l'aumento dei tassi sulla crescita futura dell'Eurozona. In ogni caso le possibilità di una politica finanziaria responsabile, durante la crisi sono cresciute. Queste opportunità devono essere utilizzate consequentemente".

E' interessante come Keitel veda la situazione della Germania ad una svolta cruciale, che a lui non appare così rosea: l'Euro non ha dato alla Germania il peso economico per poter plasmare in ambito internazionale il futuro politico. "La percentuale tedesca sul PIL globale è in diminuzione. Mentre la quota tedesca sul totale mondiale è solo del 4%, la quota dell'Eurozona è del 14.5 %. Nel nostro continente solo la EU può essere un vero competitore globale: con circa mezzo miliardo di cittadini, produce un quarto del PIL mondiale. Ogni paese singolo non può diventare un player globale, anche la stessa Germania".

Per questo motivo una forte unione politica è nell'interesse dell'industria tedesca: "Noi europei dobbiamo trasformare l'unione monetaria in una unione politca. Solo attraverso l'inserimento in un quadro istituzionale stabile, le misure di stabilizzazione potranno far crescere la fiducia. La crisi ha mostrato che una politica monetaria comune richiede la messa in comune di importanti elementi di politica economica e finanziaria. L'obiettivo centrale del trasferimento di ulteriori competenze nazionali a livello europeo è quello di promuovere il consolidamento delle politiche di bilancio e delle riforme strutturali". Secondo Keitel, queste misure comprendono il Fiskalpakt, l'ESM e il freno all'indebitamento (Schuldenbremse).

Keitel vuole che queste misure vengano adottate rapidamente. Il leader BDI è inoltre consapevole " che lo sviluppo ulteriore del processo di integrazione europeo deve essere accompagnato  da una legittimazione democratica". 

domenica 3 giugno 2012

Come Merkel intende salvare l'Europa


Deutsches Mittelstands Nachrichten ci ricorda il piano della cancelliera per salvare l'Europa dalla crisi del debito: strategia vincente oppure ennesimo fallimento?
La cancelliera Angela Merkel vuole far approvare l'ESM in maniera rapida: si aspetta un accordo con le opposizioni prima della pausa estiva. Se fosse così, il Bundestag potrebbe approvare in poche settimane l'ESM. Merkel considera l'ESM lo strumento principale per i salvataggi Euro, per questo ha rifiutato la proposta degli Eurobond. Una strategia rischiosa - che potrebbe essere superata dalla realtà.

In una conferenza stampa a Berlino, la cancelliera Merkel ha dichiarato che prima della pausa estiva si aspetta un accordo con l'opposizione sull'ESM e il Fiskalpakt. Per questa ragione la cancelliera vuole che l'ESM al Bundestag sia approvato piu' in fretta possibile. In parlamento il provvedimento non troverà tuttavia una grande opposizione: secondo le nostre informazioni, i membri del Bundestag osserveranno una rigida disciplina di partito. I pochi dissidenti non avranno un peso rilevante.

Durante la conferenza Merkel ha confermato la bocciatura  degli Eurobond: gli stati devono risparmiare, è stato un errore portare gli interessi in Europa sugli stessi livelli. Il Sud Europa ha consumato troppo a debito e ha trascurato le riforme. Merkel ha poi richiesto una maggiore integrazione. In un certo senso vorrebbe modificare il Fiskalpakt: vuole un diritto di azione contro i paesi debitori; una richiesta che era già presente in altre versioni del Fiskalpakt, ma che per la pressione dei francesi era stata eliminata.

La strategia della Merkel sull'ESM, sembra andare verso una centralizzazione delle politiche fiscali. La decisione su chi in Europa dovrà essere salvato e chi no, Merkel non intende lasciarla ai mercati. La separazione dei titoli del debito pubblico, la considera come una frusta che i mercati continueranno ad usare.  Ma se necessario, gli stati saranno salvati attraverso il fondo ESM. Allo stesso tempo, è necessario aumentare la pressione sugli stati, per fare in modo che le loro finanze siano portate in sicurezza.

Questa strategia è ovviamente piena di rischi. Le necessità di finanziamento in Europa sono  un multiplo  della potenza di fuoco del fondo ESM. Se la Spagna dovesse essere salvata, secondo le stime di JP Morgan, servirebbero 350 miliardi - piu della metà del fondo ESM. Di Italia e Francia non è nemmeno il caso di parlarne.

A parte la mancanza di legittimità democratica dell'ESM, Merkel ignora il fatto che la Germania nell'ESM potrà essere messa in minoranza. Allo stesso tempo l'idea di portare gli stati alla disciplina di bilancio con delle azioni legali è alquanto stravagante. Le formulazioni nel Fiskalpakt mostrano come sulla stessa definizione di deficit possano nascere delle differenze di interpretazione. Il risultato di queste azioni resta tuttavia sconosciuto. E tali azioni di regola durano meno della reazione dei mercati. E soprattutto se si ritiene che la Germania ha il compito di garantire i debiti di tutta Europa, il fondo ESM non potrà funzionare: le dimensioni dell'economia tedesca non sono sufficienti per far fronte a tutti i debiti accumulati in Europa. Il nuovo indebitamento dovrà comunque essere fatto sul mercato - un compito che sta diventando sempre piu' difficile, come i tassi per l'Italia e la Spagna mostrano.

Decisivo sarà il fattore tempo: tutte le idee di Merkel hanno bisogno di mesi, prima che la corrispondente modifica dei trattati sia ratificata. In alcuni stati è necessario chiedere al popolo di ratificare il trattato. Ma la crisi del debito, a causa dello sviluppo esponenziale dei tassi di interesse, ha assunto le dimensioni di uno Tsunami. E uno tsunami non lo si può fermare con dei raffinati meccanismi politici. Uno sguardo alla drammatica fine dell'Unione Sovietica e della DDR può aiutare molto, anche se non lo si vuole ammettere. Uno sguardo illuminato alla storia può aiutare a comprendere. Una visione naive del futuro, data l'entità del debito, è politicamente sciocca. A proposito dei rischi e degli effetti collaterali, Michael Gorbatschow ed Egon Krenz potrebbero aiutarci molto.