Visualizzazione post con etichetta mario monti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mario monti. Mostra tutti i post

lunedì 10 dicembre 2012

Farsa italiana


Tobias Piller, corrispondente FAZ da Roma, commenta il ritorno di Berlusconi e le dimissioni di Monti: una farsa italiana.
Con la partenza anticipata del molto apprezzato Mario Monti, l'Italia torna ad un periodo che molti ritenevano superato: il paese si dimostra ancora una volta politicamente instabile, con una legge elettorale inadeguata, un sistema dei partiti debole e istituzioni fragili.

Il primo ministro Mario Monti, un talento naturale per le apparizioni formali, avrebbe desiderato sicuramente una situazione piu' brillante per la sua uscita di scena. Silvio Berlusconi gli ha appena tolto il sostegno per poter prendere le distanze dalla sua politica europea e dagli aumenti delle tasse. E Monti si è rifiutato di fare il bersaglio per il populismo di Berlusconi. Populismo che ora invece sarà diretto verso l'unione monetaria e contro la Germania, con richieste di una garanzia della banca centrale sui debiti, piu' inflazione e piu' deficit. Poiché la cancelliera tedesca Merkel e la Bundesbank sono contrari a queste posizioni - chiaramente in violazione dei trattati -  già ora sono attaccati da B. Il mito dell'egemonia tedesca e altre accuse diffamatorie, come l'ingresso forzato nell'unione monetaria ad un cambio svantaggioso o il presunto finanziamento della riunificazione tedesca da parte dell'Italia, sono gli argomenti utilizzati da Berlusconi e dai suoi seguaci. 

Il miglioramento di immagine sulla scena mondiale portato da Monti è andato perduto rapidamente. L'Italia ancora una volta si è mostrata politicamente instabile, con una legge elettorale inadeguata, un sistema partitico debole e istituzioni fragili. In questo modo sarà molto difficile realizzare le riforme di cui il paese e l'Europa hanno bisogno.  Monti paga il prezzo per non aver avuto all'inizio del mandato il coraggio di andare a fondo sulle debolezze italiane, quando l'emergenza lo avrebbe permesso: la lentezza della giustizia e dell'amministrazione, la stagnazione delle piccole imprese e i rapporti di lavoro eccessivamente conflittuali.

Monti ha messo a posto le finanze con un aumento delle tasse, ha riformato le pensioni e poi si è perso in tante piccole riforme. Affinché l'Italia possa uscire dalla crisi e tornare competitiva, sono necessarie molte piu' riforme di quanto gli attuali leader intendano fare.

Il ritorno di B. in politica e la sua trasformazione in un leader di un partito di protesta di destra aprono pero' anche delle nuove chance: Monti ha la possibilità e la legittimazione per ottenere il consenso degli elettori di centro destra delusi e in questo modo interrompere la farsa del ritorno berlusconiano.

martedì 26 giugno 2012

Lunga vita alla cancelliera?


Merkel lascia intendere che di Euro-bonds, fino a quando ci sarà lei, non se ne parla proprio. Stroncati i sogni di Monti e Hollande? Da Der Spiegel
La cancelliera non si era mai pronunciata così chiaramente contro gli Euro-bonds o simili. Non ci sarà una messa in comune dei debiti, almeno fino a quando resto in vita, ha detto Angela Merkel davanti al gruppo FDP. Con questa dichiarazione i piani degli strateghi EU sono stati bocciati.

Prima del vertice EU, Merkel ha chiaramente bocciato la proposta di condivisione dei debiti europei. Una responsabilità comune sui debiti - ad esempio con gli Euro-bonds - non ci sarà, "fino a quando resto in vita", ha detto la cancelliera martedi in una riunione del gruppo parlamentare FDP. I partecipanti confermano questa dichiarazione secondo i racconti di molte agenzie. Anche Spiegel Online ha avuto una conferma della citazione. Alcuni deputati liberali avrebbero poi esclamato ad  alta voce verso la cancelliera: "Le auguriamo una lunga vita!".

Merkel ha poi detto chiaramente davanti ai deputati FDP che dopo 60 anni non abbiamo ancora in Germania una responsabilità comune sui debiti - e quindi non la vedremo neanche in Europa.

La frase della cancelliera giunge come una sorpresa. Merkel e i suoi ministri si sono sempre espressi contro gli Euro-bonds, e fino ad oggi la linea ufficiale era: una messa in comune del debito "al momento" non sarebbe la soluzione migliore per risolvere la crisi. In maniera categorica come oggi, gli Euro-bonds non erano mai stati esclusi.

Durante la riunione del gruppo CDU, invece, secondo i racconti dei partecipanti, Merkel non avrebbe pronunciato la frase "fino a quando sarò in vita". Ma anche in quell'occasione ha parlato dei suoi dubbi sui piani degli strateghi UE per una responsabilità comune sui debiti. 

In concreto la critica del governo si dirige verso il documento del presidente Van Rompuy. Nel documento, Van Rompuy insieme a Mario Draghi, al presidente della commissione Barroso, e al presidente dell'Eurogruppo Juncker, propongono una condivisione dei debiti nell'Eurozona. Oltre a questo, il piano prevede una unione bancaria con dei fondi di garanzia comuni ed una garanzia europea sui depositi. Le proposte dovranno essere discusse al vertice UE che avrà inizio giovedì.

Il governo federale ha già detto martedi in maniera chiara che il piano dei 4 strateghi sarà respinto. Non ci sarebbe un equilibrio sufficiente fra una gestione comune necessariamente piu' forte e una responsabilità condivisa sui debiti. Il documento è formulato in modo che la messa in comune dei debiti possa arrivare in tempi rapidi. Di questo la cancelliera non è soddisfatta, avrebbe detto Merkel davanti ai deputati dell'Unione.

Merkel al vertice sarà messa sotto pressione

Ci si aspetta che al vertice di Brussel, Merkel venga messa sotto pressione dal presidente francese Hollande e dal primo ministro italiano Monti. Soprattutto Monti sta facendo pressione sul governo federale con sempre nuove richieste in materia di Euro-salvataggio.

Martedi anche il responsabile per la politica europea nel governo nero-giallo, Michael Georg Link, ha criticato duramente il piano EU. "Siamo impegnati per garantire la coesione della zona Euro, ma contro una messa in comune dei debiti, perché questo non crea alcuna fiducia", ha detto Link. Il rapporto " io lo leggo come un libro dei desideri", ha continuato Link. Ma "iniziare dalla messa in comune dei debiti, la consideriamo una strada sbagliata".

lunedì 25 giugno 2012

Weidmann boccia Monti


Weidmann, capo della Bundesbank, dopo aver detto no agli Eurobonds, all'unione bancaria, al fondo di estinzione dei debiti proposto dalla SPD, ora dice no anche all'ultima proposta montiana: acquistare debito con il fondo salva stati. Da Süddeutsche Zeitung
Il capo della Bundesbank Weidmann respinge la richiesta italiana di finanziamento attraverso il fondo salva stati. La richiesta fatta dal primo ministro Monti equivarrebbe ad un finanziamento dello stato attraverso la stampa di moneta. L'Italia ha già cercato di finanziarsi con lo  stesso metodo negli anni '70 - senza riuscirci.

La discussione sugli aiuti europei alla superindebitata Italia si fa sempre piu' intensa. Il capo della Bundesbank Jens Weidmann ha respinto la richiesta del primo ministro Mario Monti: il paese avrebbe dovuto ricevere miliardi dal fondo di salvataggio EFSF e ESM, senza dover rispettare i necessari requisiti: "La proposta di Monti si scontra con il divieto di finanziamento attraverso la stampa di denaro, stabilito dai trattati UE ", ha detto Weidmann alla Süddeutsche Zeitung.

I rendimenti sui titoli decennali italiani nelle ultime settimane sono saliti fino al 6%. Il finanziamento del paese europeo con il secondo maggiore indebitamento in rapporto al PIL dopo la Grecia, in questo modo diventa sempre piu' difficile. Il premier Monti propone che sia la BCE per conto del fondo di salvataggio ad acquistare il debito pubblico dei paesi  sotto pressione come Spagna e Italia. In questo modo i costi di finanziamento per i paesi in difficoltà potrebbero scendere. Il fondo salva stati per quest'operazione dovrebbe dare delle garanzie alla BCE .

Il vantaggio per Monti: il suo governo non dovrebbe piu' soddisfare i severi requisiti di risparmio e riforma, come quelli previsti per Grecia, Portogallo e Irlanda che già ora sono sotto la protezione del fondo di salvataggio. Weidmann ha bocciato questa scorciatoia, che nella stessa forma anche il governo spagnolo qualche settimana fa ha cercato di imporre: "Questa politica monetaria avrebbe lo scopo di ridurre i costi di finanziamento dei paesi membri e bloccare i meccanismi di mercato", ha chiarito Weidmann. In questo modo si avrebbe un'ampia condivisione della responsabilità sul debito e il quadro normativo dell'unione monetaria sarebbe minacciato.

L'Italia ha già avuto esperienza con il finanziamento diretto dello stato attraverso la banca centrale: negli anni '70 la Banca d'Italia ha finanziato lo stato italiano - periodo in cui l'inflazione è cresciuta oltre il 10%.

lunedì 28 maggio 2012

Eurobond: whisky per l'alcolizzato

Sulla Sueddeutsche Zeitung, quotidiano progressista di Monaco, scopriamo che Brüderle, leader liberale, definisce gli Eurobond come il "whisky per l'alcolizzato". Al di là dell'espressione da campagna elettorale, anche il quotidiano bavarese si allinea alle posizioni di Berlino e rifiuta la proposta di Hollande. Un commento di Claus Hulverscheidt, capo redattore Economia.
"Stupidaggini" o "socialismo degli interessi" ha definto Brüderle, capogruppo della FDP, la richiesta di emettere obbligazioni europee comuni  - i cosiddetti Eurobond. Anche se ormai se ne discute, e non sono piu' un tabu. Ci sono argomenti a loro favore, ma anche contro. Per questo gli Eurobond non devono essere all'inizio, ma alla fine del processo di integrazione.

Rainer Brüderle mercoledi ha preso una lunga rincorsa, prima di riuscire a dire una verità sorprendente. La richiesta del presidente Hollande, di emettere Euro-bond, è una "stupidaggine" e un "socialismo degli interessi", ha detto il capo del gruppo liberale in un'intervista alla radio.

Si potrebbe allora "regalare ad un alcolizzato una cassa di whisky". E questo lo sapevamo. Ma poi ha aggiunto con naturalezza: "Non escludo, che alla fine uno sviluppo ci possa essere". E questo giunge nuovo.

Ora bisognerebbe dire che la frase di Brüderle era un po' lunga e conteneva una lista di cautele. E' tuttavia sorprendente la dichiarazione, che la FDP fino ad ora aveva considerato gli Eurobond un tabu'.

Nel merito ci sono molte buone argomentazioni contro gli Eurobond. E queste possono essere formulate solamente da chi prende parte al dibattito, e non da chi cerca di soffocare la discussione. Se sempre piu' stati chiedono alla Germania di emettere gli Eurobond, allora la saggezza politica consiglerebbe, di discuterne con i paesi che si fanno portatori della proposta, Francia e Italia prima di tutto, invece di ignorarli.

Che cosa sono gli Eurobond? Detto in parole semplici, la Germania deve offrire degli interessi molto bassi, la Spagna al contrario molto alti. Se in futuro gli stati potessero vendere titoli del debito comuni, per alcuni paesi i costi di finanziamento salirebbero, per altri scenderebbero. E i mercati finanziari inoltre non potrebbero speculare contro i singoli stati. 

Inoltre, un altro problema di mercato sarebbe eliminato: i paesi Euro offrono le loro obbligazioni in una moneta straniera, in Euro esattamente. Poichè alla loro banca centrale manca la sovranità monetaria, in caso di insolvenza non possono semplicemente stampare denaro. Gli investitori non hanno la sicurezza al 100% di rivedere il loro capitale per intero. 

Tutto questo parla a favore degli Eurobond. Ci sono tuttavia degli argomenti contrari molto forti. Una condivisione del debito per paesi come la Germania, i cui costi di finanziamento crescerebbero, è accettabile solo nella misura in cui gli altri partner si obbligano ad una stretta disciplina di bilancio. Volersi opporre al Fiskalpakt come fa Hollande, e nello stesso momento chiedere gli Eurobond - non può funzionare.

Di piu': chi vuole gli Eurobond deve essere pronto a trasferire a livello UE il controllo sulle entrate e le uscite del proprio stato. Altrimenti potrebbe accadere, che al contribuente francese un giorno venga presentato il conto di un abbassamento delle tasse in Grecia finanziato con il ricorso al debito. 

Per un tale trasferimento di competenze - per quello che sappiamo - anche Hollande non è pronto. Infine: gli Eurobond libererebbero i paesi oggi in difficoltà dalla pressione di realizzare delle riforme dolorose ma necessarie. Detto altrimenti: le turbolenze non sarebbero eliminate, ma addirittura prolungate.

Da tutto questo segue, che le obbligazioni europee comuni, non dovranno essere all'inizio - come anche Brüderle dice giustamente - ma alla fine di un ulteriore processo di integrazione europeo. La loro introduzione allora sarebbe anche logica. La cancelliera Merkel dovrebbe inviare questo segnale anche nelle altre capitali europee: la Germania è pronta a parlarne - sei il percorso per arrivarvi è quello giusto.