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venerdì 18 agosto 2023

Daniel Stelter - Dobbiamo utilizzare il saldo Target tedesco da oltre 1.000 miliardi di euro per risanare le infrastrutture

Dalla sua rubrica sulle pagine di Handelsblatt l'economista tedesco Daniel Stelter lancia una proposta interessante: utilizzare gli oltre 1000 miliardi di crediti Target-2 della Bundesbank per portare avanti il risanamento delle infrastrutture del paese, ormai logore e consumate dopo 2 decenni di austerità e mancanza di investimenti pubblici. Ne scrive Daniel Stelter su Handelsblatt.com

Nell'arco degli ultimi 20 anni, il bilancio della Bundesbank è cresciuto di un fattore dodici, passando da 240 miliardi di euro alla fine del 2002 a 2904 miliardi alla fine dell'anno scorso. Ciò corrisponde a una crescita annuale del 13 percento. ISopra la media, sono cresciuti anche i cosiddetti crediti Target-2 nell'ambito del sistema di pagamento europeo Target2. Sono cresciuti passando da cinque miliardi a 1267 miliardi di euro con un tasso di crescita del 32 percento all'anno.

Il Target 2 è una sorta di conto di compensazione gestito dalla Banca centrale europea (BCE) per le richieste delle banche centrali nazionali dell'area euro tra loro nell'ambito del commercio internazionale e finanziario. Chi guadagna denaro attraverso vendite di merci o di titoli di stato transfrontalieri riceve un accredito presso la BCE, mentre l'acquirente riceve un addebito.

Le banche centrali di Italia, Spagna, Grecia e Francia hanno alti debiti Target-2 nei confronti della BCE, mentre Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno dei crediti molto alti.

Statistik: Target2-Salden der Länder des Eurosystems im Juni 2023 (in Milliarden Euro) | Statista
Mehr Statistiken finden Sie bei Statista

Ad oggi i saldi Target della Bundesbank corrispondono quasi alla metà del patrimonio netto estero della Germania e a circa la metà dell'attivo nel bilancio della Bundesbank. Nonostante tale entità, il valore dei saldi Target-2 è oggetto di un acceso dibattito.

Mentre l'ex presidente dell'Ifo-Institut, Hans-Werner Sinn, considera i saldi in crescita come una spostamento di ricchezza dalla Germania verso altri paesi e una perdita sostanziale di ricchezza, altri economisti come Martin Hellwig considerano invece il Target 2 come una posizione contabile irrilevante.

L'attuale membro tedesco del direttorio della BCE, Isabel Schnabel, ha dichiarato nel 2019 in un'audizione al Bundestag su questo tema che il valore dei crediti è pari a zero, poiché tale saldo non conferisce alla Deutsche Bundesbank alcun diritto. Seguendo questa argomentazione, si verrebbe a creare un'enorme lacuna nel bilancio della Bundesbank.

Daniel Stelter


Il saldo Target può essere un valore patrimoniale sfruttabile

Ma anziché discutere se gli elevati saldi Target rappresentino o meno una riserva di valore e se questa sia o meno in pericolo, dovremmo piuttosto riflettere su come possiamo sfruttare i saldi Target per il nostro paese.

Che sia possibile trasformare i saldi Target-2 in un valore patrimoniale sfruttabile è stato spiegato in diverse pubblicazioni dall'investitore di Monaco Hans Albrecht. Se la Germania invia denaro all'Italia, ad esempio, il saldo Target tedesco diminuisce e aumenta quello italiano.

Se da lì viene poi trasferito su un conto al di fuori dell'area euro, ad esempio a Londra, ciò non avrà ulteriori conseguenze sul saldo Target, poiché tali trasferimenti non passano attraverso il sistema Target. Avremmo quindi dei fondi a Londra che potremmo utilizzare liberamente.

Date le considerevoli sfide che abbiamo di fronte - dalla ristrutturazione dell'infrastruttura alla trasformazione green - si tratta di una prospettiva molto attraente. Il volume mobilitabile corrisponderebbe infatti a più di due bilanci statali e supera di gran lunga tutte le somme che potrebbero essere raccolte attraverso aumenti fiscali in altre aree.

Il fascino di queste considerazioni è che potrebbero essere implementate autonomamente dalla Bundesbank, senza la necessità di laboriose trattative con i partner dell'euro e senza mettere a rischio l'integrità dell'euro.

1267 miliardi di euro sono un importo troppo grande per non renderlo utilizzabile per la Germania, soprattutto nelle attuali condizioni economiche. La svalutazione del valore dei saldi dovuta all'inflazione nel 2022 è stata di oltre 1000 euro per abitante.

Quindi, anziché pensare a tasse sempre più alte - sotto qualsiasi forma - è ora che il Ministero delle Finanze lavori con la Bundesbank per trovare una soluzione. Invece di spendere energia per negare l'argomento o dimostrare che non è possibile, dovremmo fare tutto il possibile per valorizzare questo tesoro.


Leggi  gli altri articoli sul sistema Target2 -->>

giovedì 9 luglio 2020

I crediti Target della Bundesbank a un passo dal trilione di euro

I crediti Target della Bundesbank e i debiti Target di Banca d'Italia continuano a crescere senza sosta e se è vero, come molti sostengono, che i saldi Target dell'eurosistema possono essere considerati il termometro in grado di misurare la febbre dell'eurozona, allora è anche probabile che la moneta unica non goda di ottima salute. Ne scrive Tichys Einblick


A giugno, il cosiddetto saldo Target-2 della Bundesbank ha raggiunto i 995 miliardi di euro - una crescita molto forte nel giro di pochi mesi. Il 30 giugno 2020 il saldo si è attestato esattamente a 995.082.753.544 euro.

Ancora a marzo il conto di compensazione all'interno dell'eurosistema denominato Target 2 registrava per la Germania un saldo a credito di 935 miliardi di euro. I saldi Target (Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Express Transfer System) sono un sistema per il regolamento delle operazioni di pagamento tra le banche centrali dell'Eurosistema. Se, ad esempio, un cliente in Italia acquista un macchinario da un produttore tedesco, il denaro per il pagamento passa dalla Bundesbank tedesca alla banca del produttore del macchinario; in cambio, la Bundesbank crea un credito nei confronti della banca centrale italiana, che sarà poi liquidato quando il cliente pagherà. Quando si esporta dall'Italia alla Germania, avviene lo stesso processo, ma con il segno opposto. Quando il sistema Target fu istituito, sistema peraltro non menzionato nel Trattato di Maastricht, la maggior parte degli economisti non si aspettava dei saldi cosi' elevati, ma si supponeva che ci sarebbe stato un riequilibrio costante attraverso dei flussi di pagamento reciproci. In realtà, invece, la Bundesbank ha accumulato molto rapidamente un saldo sotto forma di crediti nei confronti delle altre banche centrali. La Bundesbank di fatto ha concesso alle altre banche centrali dell'eurozona una linea di credito senza interessi e senza limiti di scoperto.

"Il sistema Target è un accordo tra le banche centrali e per la sua istituzione non sono mai stati sottoscritti dei trattati internazionali nei quali siano stati coinvolti anche i parlamenti nazionali", critica l'economista Hans-Werner Sinn, che da anni chiede un limite ai saldi Target 2 e una corrispondente collateralizzazione.



A giugno non è cresciuto solo il saldo Target 2 della Bundesbank, sfiorando il trilione di euro. Anche il passivo della banca centrale italiana ha raggiunto i 537 miliardi di euro. La banca centrale italiana, nell'ambito del sistema Target 2, ormai è il principale debitore della Bundesbank .

Nel 2019 il saldo Target-2 tedesco era addirittura sceso in modo significativo fino a toccare gli 837 miliardi di euro nell'ottobre di quell'anno. Il motivo non era stato un miglioramento dei flussi di capitale verso l'Italia, ma un afflusso di denaro dalle banche commerciali tedesche verso l'Italia - anche se la causa di fondo non era quella di un'ambiente attraente per gli investimenti internazionali. Il motivo era stato piuttosto il cosiddetto tiering della Banca centrale europea: la BCE non imponeva interessi negativi su tutte le eccedenze di liquidità delle banche commerciali, ma consentiva una franchigia fino ad una certa somma. Poiché le grandi banche tedesche avevano esaurito la loro franchigia a causa delle elevate eccedenze, e molte banche italiane invece non si trovavano nella stessa situazione, gli istituti di credito tedeschi avevano depositato denaro in Italia per evitare di pagare degli interessi negativi. Questo flusso di denaro ha portato ad una riduzione puramente aritmetica dei crediti tedeschi.

Ancora più degno di nota è il forte aumento del saldo Target della Bundesbank nel 2020, che nell'arco di soli sei mesi è salito di diverse centinaia di miliardi di euro. Evidentemente questo andamento riflette anche il calo di produzione e la riduzione della forza dell'export di molte aziende italiane durante la crisi causata dal Coronavirus.

Sinn, ma anche altri economisti come Marcel Fratzscher del DIW, sottolineano che i rischi finanziari per la Germania aumentano al crescere degli importi dei saldi Target della Bundesbank: se l'Italia dovesse uscire dall'euro, i crediti Target andrebbero quasi certamente perduti.


martedì 7 aprile 2020

I crediti Target della Bundesbank verso il trilione di euro

Mentre a Berlino la politica si sforza di concedere qualche decina di miliardi di euro di prestiti condizionati attraverso il MES e fa di tutto per non perdere la faccia davanti agli elettori tedeschi, i crediti Target della Bundesbank nel solo mese di marzo e dopo appena un mese di crisi sono cresciuti di 113,6 miliardi di euro raggiungendo i 935 miliardi. Secondo la Bundesbank il trilione è dietro l'angolo.  Da Handelsblatt.de


Con l'ampliamento del programma di acquisto di obbligazioni da parte della BCE, i crediti della Bundesbank nei confronti del sistema di pagamento delle banche centrali dell'eurozona si avvicina alla soglia del trilione. L'indicatore, noto con il nome tecnico di saldo Target-2, a marzo è aumentato di 113,6 miliardi di euro raggiungendo i 935,1 miliardi di euro complessivi, il livello più alto da giugno 2019, come annunciato martedì dalla Bundesbank.

I saldi Target 2 mostrano le passività e i crediti fra le banche centrali nazionali emersi nell'ambito delle transazioni transfrontaliere fra i diversi istituti di credito, che nella zona euro vengono gestiti tramite il sistema di compensazione Target. La Germania è il principale creditore.

Alcuni esperti considerano i saldi Target un pericolo: temono che la Bundesbank possa subire delle perdite su quei crediti nel caso di una rottura dell'area valutaria. Altri economisti invece pensano che queste paure siano esagerate.

La Bundesbank riconduce l'aumento del saldo Target-2 di marzo a diversi fattori: "Fra questi ci sono i consueti effetti tecnici alquanto pronunciati legati alla fine del trimestre", afferma la banca centrale tedesca. "Inoltre, anche gli effetti delle misure di politica monetaria, in particolare l'estensione del programma di acquisto titoli, hanno contribuito all'aumento." La Bundesbank, infatti, si aspetta che i crediti della Bundesbank nell'ambito del sistema di pagamento fra le banche centrali dell'euro continuino ad aumentare: "Nel medio termine, la politica monetaria e le condizioni di mercato restano decisive".

La Banca centrale europea (BCE) a marzo ha comprato titoli di stato dell'eurozona per un valore di 33,75 miliardi di EUR nell'ambito del suo programma di acquisto titoli attivo dal 2015. Le obbligazioni italiane da sole hanno rappresentato circa il 35 % degli acquisti complessivi. Per il paese duramente colpito dalla crisi causata dal coronavirus, è significativamente molto più di quanto stabilito dalle regole della BCE. Con gli acquisti le autorità monetarie tengono sotto controllo i rendimenti delle obbligazioni. In tal modo, fanno in modo che i paesi dell'eurozona possano continuare a rifinanziarsi sul mercato dei capitali ad un costo relativamente basso.
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domenica 22 dicembre 2019

H. W. Sinn - Perché i saldi Target stanno scendendo

Dalle colonne della FAZ, il professore H. W. Sinn prosegue la sua battaglia sulla natura dei saldi Target e questa volta risponde a chi nei giorni scorsi, dopo una inattesa riduzione dei saldi tedeschi, aveva subito ipotizzato una normalizzazione della situazione sui mercati finanziari europei. Dalla FAZ.net, il professore Hans Werner Sinn


Dopo anni di saldi Target in crescita, nell'ottobre 2019 c'è stato un primo calo dei saldi che a molti è sembrata quasi un'inversione di tendenza. Il solo saldo Target della Bundesbank, che nel mese precedente era stato di 915 miliardi di euro, è sceso di 78 miliardi arrivando a 837 miliardi di euro. A novembre questo crollo è stato parzialmente compensato da un nuovo aumento fino a 871 miliardi di euro, ma resta comunque un calo considerevole.

Alcuni commentatori hanno individuato in questa svolta un segno della normalizzazione della situazione sui mercati finanziari. È stato "un duro colpo per tutti i critici della moneta unica e per i profeti della crisi dell'euro", si poteva leggere su Internet, e parole simili erano riportate anche nelle cronache dei giornali. Questa valutazione è errata, se non completamente sbagliata.

Lo è perché implicitamente equipara il rischio di un crash con l'esistenza stessa dei saldi Target. In realtà il sistema Target protegge l'economia da un'improvvisa fuga degli investitori privati ​​e aiuta a evitare il crollo del sistema. I crediti pubblici all'interno dell'eurosistema, misurati dai saldi target, in caso di emergenza sostituiscono i prestiti dei privati ​​ed evitano in questo modo  dei possibili fallimenti.




Il problema con i saldi target in realtà non è il rischio di un crash, ma il rischio di credito implicito per la Germania. I beni, le azioni, le società, i beni immobili e i titoli di debito che sono diventati di proprietà estera o che sono stati estinti in cambio dei crediti target della Bundesbank sono ormai andati, resta solo da vedere se il corrispettivo equivalente verrà mai rimborsato. Il rischio di credito non riguarda solo l'eventuale uscita di un paese dalla zona euro, ma ciò che  spesso viene trascurato, è che quando uno stato fallisce, fallisce anche il sistema bancario locale.

A ciò si aggiunge il fatto che i crediti target minano la democrazia, rendono la Germania ricattabile, hanno effetti redistribuivi significativi e rallentano la crescita economica. In primo luogo, senza chiedere il loro consenso e senza la partecipazione dei loro parlamenti, i cittadini vengono resi  responsabili per i rischi di credito. Se l'Eurosistema fosse stato costruito sulla base dei sistemi di pagamento privati, consentiti dal Trattato di Maastricht, i rischi sarebbero stati spostati sugli investitori privati. In secondo luogo i rischi Target rappresentano una potenziale minaccia da parte dei paesi debitori, grazie ai quali possono forzare un'unione di trasferimento e l'introduzione di una garanzia congiunta sui depositi bancari. In terzo luogo, la copertura assicurativa gratuita garantita dai contribuenti riduce il premio al rischio con il quale i paesi con un indebitamento eccessivo possono indebitarsi. Ciò provoca ulteriore debito aggiuntivo e priva i paesi esportatori di capitali di una parte dei loro proventi derivanti dagli investimenti all'estero. In quarto luogo, i saldi Target non proteggono solo le banche, le aziende e gli stati sani da una possibile irrazionalità dei mercati, ma consentono anche agli stati in difficoltà e alle aziende zombie che non possono più far fronte ai debiti di astenersi dal fare le riforme necessarie per il proprio risanamento.

È perciò errato ipotizzare che il calo dei saldi Target indichi una "normalizzazione" della situazione sui mercati finanziari. In realtà il calo è il risultato dell'introduzione degli interessi negativi sui depositi bancari introdotti da parte delle rispettive banche centrali nazionali. E ciò non deriva dalla crescente fiducia del mercato, ma da una mossa draconiana da parte del Consiglio direttivo della BCE per indirizzare i capitali privati nei paesi della zona euro colpiti dalla crisi.

Con la decisione del consiglio direttivo del settembre 2019, il tasso di interesse negativo sui depositi delle banche è stato fissato allo 0,5% e allo stesso tempo è stata introdotta una soglia molto alta al di sotto della quale non si applicano gli interessi per l'eccesso di liquidità delle banche (superiori al requisito di riserva), pari a sei volte il requisito minimo di riserva. L'importo di questa soglia corrisponde a circa la metà della liquidità in eccesso complessiva all'interno dell'Eurosistema, vale a dire circa 900 miliardi di euro.

Se la liquidità in eccesso fosse stata distribuita uniformemente in tutti i paesi, gli interessi negativi non avrebbero avuto alcun effetto sui saldi Target. Tuttavia non è stato così. Piuttosto, l'estrema disparità nella distribuzione della liquidità all'interno della zona euro, misurata e resa possibile anche dai saldi target, ha creato tra le banche europee delle transazioni di arbitraggio reciprocamente vantaggiose che hanno ridotto nuovamente questi saldi. A causa di questa disparità nella distribuzione, si sono resi disponibili nei paesi in crisi dell'area mediterranea dell'eurozona  degli importi significativi inutilizzati di liquidità in eccesso, che potevano essere riempiti con della liquidità aggiuntiva senza dover pagare interessi negativi. Contemporaneamente le banche tedesche detenevano enormi somme di liquidità in eccesso rispetto agli importi di esenzione al di sopra dei quali devono pagare degli interessi negativi. Prestando una parte di tali eccedenze all'Europa meridionale a un tasso di interesse che si trovava da qualche parte tra meno 0,5% e 0, sia le banche tedesche che le banche dell'Europa meridionale sono state in grado di realizzare un profitto: le prime perché hanno dovuto pagare meno interessi negativi, le seconde perché avevano dei prestiti di rifinanziamento che avevano ottenuto dalla loro banca centrale allo 0%, e che erano in grado di rimborsare con prestiti concessi dalle banche tedesche a tassi di interesse negativi. Il prestito di denaro all'Europa meridionale, ottenuto in modo quasi forzoso, ha ridotto i saldi Target tedeschi perché in questo modo si è ridotta la somma dei trasferimenti netti verso la Germania, misurata dal saldo target tedesco. 

Sarà necessario capire fino a che punto si spingeranno le misure finalizzate ad evitare gli interessi negativi. Sicuramente in Germania non porteranno alla completa eliminazione della liquidità in eccesso tramite la soglia priva di interessi negativi, perché in qual caso gli interessi negativi sarebbero dovuti anche al sud. Ad un certo punto l'effetto si esaurirà. Ovviamente, ciò non significa, come si potrebbe pensare, che i saldi target non possano scendere ulteriormente, dato che i profitti della Bundesbank derivanti dagli interessi negativi pagati dalle banche tedesche vengono condivisi all'interno dell'Eurosistema e accreditati alle banche centrali del sud grazie al sistema Target. I crediti Target tedeschi diminuiscono a causa del trasferimento degli interessi negativi sui depositi alle altre banche centrali dell'Eurosistema, e in questo modo scendono anche i debiti Target dei paesi in crisi. Analogamente a quanto accade nel caso di partner privati in un contratto di credito, l'accumulo dei tassi di interesse negativi porta a una riduzione sia dei crediti che delle passività.

La riduzione dei saldi target legata agli interessi negativi ovviamente è solo un effetto di lungo termine, che nel breve periodo non è molto significativo. In futuro i saldi potrebbero anche essere sommersi dall'effetto dei nuovi acquisti di titoli di stato appena decisi dalla BCE. Ma qualunque cosa accada: da un punto di vista economico è difficile interpretare un declino dei saldi, che è stato e sarà causato dai tassi di interesse negativi e dagli sconti sugli interessi negativi, come una qualche forma  di normalizzazione del mercato dei capitali o anche come una pillola calmante per gli investitori e i contribuenti tedeschi.



giovedì 13 giugno 2019

Bundesbank: "il sistema Target2 resta un elemento irrinunciabile dell'unione monetaria"

In Germania prosegue il dibattito sulla natura dei saldi Target2 e in una recente audizione presso la commissione finanze del Bundestag, la Bundesbank conferma la sua piena fiducia nel sistema Target2 e nei suoi giganteschi saldi contabili. Per le banche tedesche invece il tema resta alquanto controverso. Ne scrive Finanztreff.de


Il sistema di pagamento Target 2, secondo la Bundesbank, resta un elemento indispensabile dell'Unione monetaria europea, le cui potenzialità non dovranno essere in alcun modo limitate. Secondo quanto emerge dal testo di un'audizione pubblica della Commissione finanze del Bundestag, la Bundesbank tuttavia ritiene che la recente crescita dei saldi Target2 debba essere considerata il sintomo di una politica economica sbagliata. Le banche tedesche, come emerge dalla stessa audizione, suggeriscono invece di considerare i saldi Target2 di segno positivo, quelli della Bundesbank, come un aiuto offerto alla bilancia delle partite correnti dei paesi con un saldo negativo. 

Secondo la Bundesbank, l'unione monetaria si fonda sul principio della libera circolazione dei capitali, e il Target2 contribuisce a ciò garantendo un mercato monetario unico. "Le misure che potrebbero limitare la libera circolazione dei capitali tra i paesi europei, in linea di principio sarebbero in conflitto con i principi dell'Unione monetaria europea", si legge nella dichiarazione. Target2 resta "un elemento irrinunciabile della nostra unione monetaria". 


La Bundesbank riconduce l'aumento dei saldi Target2, avvenuto sulla scia della crisi finanziaria, alla fuga di capitali dalla periferia verso i paesi core dell'area valutaria. La crescita registrata a partire dal 2015, d'altro canto, viene spiegata come un effetto collaterale degli acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali dell'Eurosistema, che in larga misura sono stati effettuati tramite la Germania. Secondo la Bundesbank, tuttavia, il fatto che i capitali arrivati in Germania successivamente non siano stati redistribuiti ha delle cause politiche. 

Bundesbank: gli investitori preferiscono evitare alcuni paesi 

"Ad esempio, vi possono essere dei dubbi in merito alla sostenibilità della politica economica e delle finanze pubbliche, alla mancanza di competitività oppure al fatto che i problemi di rifinanziamento bancario possano impedire la realizzazione dei corrispondenti investimenti sul mercato dei capitali del paese in questione" si legge nella dichiarazione. 

Per ridurre i saldi Target2 secondo la Bundesbabk è di importanza decisiva il fatto che l'area dell'euro nel suo complesso e, in particolare, gli stati membri con dei saldi negativi molto elevati tornino ad essere percepiti dagli investitori internazionali come dei paesi attraenti per gli investimenti. "In questo ambito svolgeranno un ruolo decisivo una politica di bilancio orientata alla stabilità che assicuri la sostenibilità delle finanze pubbliche in linea con le regole di bilancio europee e nazionali, ed una politica economica che rafforzi la capacità di crescita economica e la resilienza delle rispettive economie e che in questo modo contribuisca a ridurre i saldi contabili accumulati", è scritto nel documento. 

Le banche tedesche propongono di trattare i saldi Target2 positivi, come quelli della Bundesbank, come un aiuto di conto corrente per i paesi con dei saldi negativi. Nella presa di posizione delle banche private si afferma infatti: "In definitiva, i saldi Target2 sono una sorta di "stabilizzatore integrato" per i problemi di bilancia dei pagamenti". 

Banche: il meccanismo Target2 è uno stabilizzatore automatico 

Secondo l’associazione bancaria tedesca BdB, questo punto dovrebbe godere di maggiore considerazione nell’ambito del dibattito attualmente in corso sull'ulteriore sviluppo dell'unione monetaria. "In primo luogo, in questo modo sarà possibile ridurre le preoccupazioni in merito al fatto che l'unione monetaria non dispone ancora di strumenti automatici di stabilizzazione, e in secondo luogo, servirà a relativizzare l'ammontare finanziario necessario per la costruzione degli ulteriori stabilizzatori automatici di cui spesso si parla”. 

Le casse di risparmio, le banche cooperative e le banche pubbliche si spingono ancora oltre: secondo il loro punto di vista, nel caso di una nuova condivisione del rischio transnazionale (Fondo monetario europeo, fondi di risoluzione, assicurazione sui depositi Edis), i saldi Target2 dovranno essere esplicitamente considerati e ricalcolati come una copertura. "Ciò spingerebbe verso un uso piu’ ragionevole dei saldi e porterebbe ad una loro potenziale riduzione evitando un doppio onere", sostengono gli istituti di credito. 

I saldi positivi esistenti potrebbero quindi essere calcolati come dei contributi già versati. E continua: "Solo i paesi in deficit sarebbero quindi obbligati attivamente a riempire i nuovi fondi di garanzia. Alla luce delle situazioni di rischio sarebbe adeguato e compatibile con gli incentivi. Perché sono questi paesi e i loro sistemi bancari a generare anche i rischi più significativi, a dare luogo a fughe di capitali oppure a creare la necessità di interventi di stabilizzazione da parte della banca centrale" .





lunedì 6 agosto 2018

H.W. Sinn: perché non possiamo banalizzare i saldi Target (parte seconda)

Sulle pagine della FAZ.net va in onda l'ennesima puntata dell'interminabile dibattito sulla natura dei saldi Target. Questa volta il prof. Sinn risponde a Martin Hellwig e a tutti gli economisti tedeschi che continuano a minimizzare l'importanza dei saldi Target, si arriva da qui. Dalla Faz.net


Le regole per il rimborso dei saldi sono state dimenticate


Nell'euro le regole per il rimborso dei saldi Target sono state "dimenticate". E' quindi perfettamente comprensibile che i vertici dei paesi attualmente in crisi abbiano trovato molto vantaggioso farsi stampare sempre piu' denaro dalla propria banca centrale, invece di farselo prestare negli altri paesi alle normali condizioni di mercato. Centinaia di miliardi di euro sono stati prestati alle banche commerciali locali mediante i crediti Ela e Anfa, con una decisione presa in proprio, e allo stesso tempo i paesi in crisi grazie ai loro voti nel consiglio BCE hanno deciso che le banche centrali nazionali per la concessione dei prestiti di rifinanziamento potevano accontentasi di garanzie sempre peggiori. Hanno potuto accettare perfino titoli spazzatura con un rating BBB. Il margine discrezionale per la definizione dei criteri è stato molto ampio.


Le banche commerciali dei paesi sovra-indebitati hanno poi trasferito all'economia privata, a condizioni estremamente favorevoli rispetto a quelle di mercato, tutta questa liquidità stampata nella tipografia nazionale. Cio' ha permesso di fare sempre piu' trasferimenti netti verso gli altri paesi senza che la liquidità nazionale si prosciugasse. Si tratta di un aspetto decisivo di cui Hellwig non si occupa. Le banche centrali del sud, con la loro enorme creazione di credito, hanno marginalizzato gli investitori internazionali i quali hanno sviluppato una sempre maggiore riluttanza a finanziare il crescente debito pubblico e privato nell'Europa meridionale.

La marginalizzazione del mercato dei capitali privato attraverso la rinuncia ad un premio di rischio adeguato per uno specifico paese rappresenta una distorsione fondamentale nella allocazione del capitale che nel lungo periodo rende l'Europa piu' debole. Non è un problema transitorio e nemmeno una questione di eredità del passato, piuttosto un problema strutturale e permanente che puo' affondare l'Europa se non viene risolto.

La creazione asimmetrica di moneta è solo una delle ragioni della crescita dei saldi Target. Dal 2015 si sono poi aggiunti gli acquisti nell'ambito del programma di QE che nel frattempo hanno raggiunto i 2.4 trilioni di euro e che per circa la metà del loro importo hanno riguardato investitori non appartenenti all'area dell'euro. Poiché gli investitori hanno trasferito i loro proventi soprattutto in alcuni paesi del nord dell'eurozona, soprattutto in Germania, per poter poi investire il loro denaro in questi paesi, le  banche centrali coinvolte si sono trovate costrette a fornire la liquidità richiesta, fatto che ha portato ad un ulteriore aumento dei saldi Target.

Scambio fra i titoli di debito pubblico cartolarizzati e debiti Target

Il procedimento tecnico di cui la BCE in questo contesto parla volentieri implica che nel portafoglio degli investitori di tutto il mondo una grande quantità di titoli di stato del sud-Europa sia stata sostituita da attività di ogni tipo provenienti dalla Germania, mentre i venditori residenti in Germania, incluse le banche, che hanno messo a disposizione dei loro clienti i conti bancari hanno ricevuto in cambio dei pagamenti in euro dalla Bundesbank, la quale a sua volta è stata compensata con dei crediti Target nei confronti dell'eurosistema. Si tratta di una enorme azione di ristrutturazione del debito a cui la Bundesbank ha dovuto partecipare forzosamente.

I paesi sovra-indebitati dell'Eurozona hanno potuto sostituire il loro debito pubblico cartolarizzato verso investitori privati, i quali a volte possono anche diventare noiosi, con dei comodi debiti Target nei confronti dell'eurosistema e quindi sostituire indirettamente i creditori privati con la Bundesbank. Allo stesso tempo gli investitori di tutto il mondo hanno avuto la possibilità di scambiare i loro titoli di stato del sud-Europa con delle azioni, delle aziende, delle partecipazioni o altre attività. Certamente fra i portafogli salvati ce n'era anche qualcuno tedesco, cosa che avrà sicuramente fatto rallegrare alcuni gestori di fondi tedeschi. Questi tuttavia avrebbero potuto essere salvati in maniera diretta risparmiando molto denaro, se solo lo si fosse voluto. Non era certo necessario salvare tutti i fondi pensione investiti nell'Europa del sud. Il giubilo che il programma di QE ha scatenato a Wall Street e a Londra dovrebbe destare qualche preoccupazione.

Draghi: l'Italia deve saldare per intero il debito Target

In particolare il pericolo si materializzerebbe se un paese o piu' paesi dovessero lasciare l'eurosistema. Se l'eurosistema nel complesso dovesse collassare, la parte tedesca dell'area valutaria si troverebbe su di un enorme montagna di moneta creata dalla banca centrale, troppo grande per un solo paese e con enormi rischi di inflazione. La Bundesbank dovrebbe quindi avviare una riforma monetaria oppure incassare il denaro per poi bruciarlo, ad esempio vendendo titoli pubblici che in precedenza aveva ricevuto in regalo dal tesoro tedesco. Questo scenario è la minaccia con l'aiuto della quale la Germania nei prossimi anni potrebbe essere costretta ad entrare in una unione di trasferimento. Le perdite in quel caso si manifesterebbero nel bilancio dello stato.

Sarebbe molto scomodo anche se un singolo paese come l'Italia dovesse minacciare l'uscita. In una lettera a 2 deputati Cinque Stelle Mario Draghi ha dichiarato che l'Italia in caso di uscita dalla moneta unica avrebbe dovuto saldare interamente il suo debito Target. Secondo Martin Hellwig, tuttavia, non vi è alcuna base giuridica per fare cio', e anche se fosse obbligata a farlo, di fatto Banca d'Italia potrebbe anche non adempiere ai suoi obblighi perché i suoi attivi sarebbero costituiti da lire svalutate e sul lato del passivo del bilancio ci sarebbero i debiti Target in euro. In un modo o nell'altro la Germania dovrebbe sopportare una perdita in proporzione pari al 31% del debito Target italiano mentre non sarebbe possibile annullare né l'acquisto dei titoli di stato fatto da Banca d'Italia né il trasferimento di merci e attività tedesche agli stranieri.

Che lo stato italiano in questo caso sia solvente o meno, contrariamente all'opinione di Hellwig, non ha alcuna importanza, perché i titoli di stato italiani che Banca d'Italia ha acquistato appartengono solo a lei, e non sono garantiti dall'eurosistema. Si tratta in primo luogo degli stessi saldi Target.

Avrei preferito che ad occuparsi dei saldi Target al posto dei tecnocrati dell'eurosistema almeno una volta nella storia dell'eurozona vi fossero stati dei rappresentanti eletti democraticamente affinché l'opinione pubblica possa finalmente capire cosa sta realmente accadendo.

H.W. Sinn: non possiamo banalizzare i saldi Target (prima parte)

Sulle pagine della FAZ.net va in onda l'ennesima puntata dell'interminabile dibattito sulla natura dei saldi Target. Questa volta il prof. Sinn risponde a Martin Hellwig e a tutti gli economisti tedeschi che continuano a minimizzare l'importanza dei saldi Target . Dalla Faz.net


La crescita dei saldi Target obbliga la BCE a fare chiarezza. Il suo presidente cerca di schivare le domande relative al loro rimborso, ad una loro limitazione o alle garanzie e accusa ogni critico di volere la fine l'euro. Il presidente del DIW nonché ex-dipendente della BCE Marcel Fratzscher ritiene invece che i critici della BCE siano vicini ad AfD e li accusa di voler creare il panico. Altri ipotizzano almeno un sentimento anti-europeo. Molti giornalisti in previsione del superamento del limite del trilione di euro hanno preso parte ad un'azione di rassicurazione concordata e preventiva. Evidentemente il nervosismo sta crescendo. 

Anche  Martin Hellwig si unisce alle loro fila. Quando il tema dei saldi Target emerse per la prima volta egli lavorava alla BCE come responsabile per il monitoraggio dei rischi macroeconomici. Anche allora per lui si trattava solo di banali saldi. Ora si difende, ma senza portare argomenti convincenti.


I crediti Target della Bundesbank sono un attivo, ovvero un credito non garantito nei confronti dell'eurosistema sul lato sinistro del bilancio (dare), compensato dalle passività delle altre banche centrali sul lato destro (avere). Cosi' la banca centrale spagnola al momento conta circa 400 miliardi di euro e quella italiana circa 500 miliardi di euro di debiti Target. La stessa Francia si trova con 80 miliardi di euro in terreno negativo.

I saldi Target sono molto piu' di semplici operazioni di compensazione

Continuare a parlare di semplici operazioni di compensazione nel contesto del sistema di pagamento Target è una banalizzazione fuorviante, in quanto i saldi Target misurano i trasferimenti netti da altri paesi verso la Germania. Trasferimenti che hanno obbligato la Bundesbank ad eseguire degli ordini di pagamento per conto delle altre banche centrali. Sono stati rimborsati dei debiti in Germania e poi con il denaro incassato sono stati realizzati degli acquisti nel paese. In questo modo è finita in mani estere una quantità netta di beni e attività come azioni, titoli di debito, società, case e conti bancari per un valore complessivo di circa 1.000 miliardi di euro, senza che per questo sia tornata indietro alcuna sostanza reale. I crediti della Bundesbank nelle statistiche della bilancia dei pagamenti sono registrati come una parte del patrimonio estero tedesco e corrispondono alla metà delle attività estere nette complessive della Germania.

La Bundesbank con gli ordini di trasferimento produce del cosiddetto "denaro esterno" (Außengeld), per il quale a differenza del "denaro interno" (Innengeld), prestato alle banche nazionali, riceve un credito Target nei confronti dell'eurosistema e quindi indirettamente nei confronti delle altre banche centrali dell'eurosistema. Dal punto di vista dei singoli beneficiari tedeschi dei pagamenti, l'origine del denaro è indifferente, tuttavia quello che ricevono è denaro della banca centrale: un credito nei confronti della propria banca centrale e quindi nei confronti di un'istituzione che appartiene a loro in quanto cittadini.

Se i crediti Target nei confronti delle altre banche centrali dovessero venire meno, la Germania non sarebbe in alcun modo rimborsata per i beni e le attività, compresi i titoli di debito rimborsati, che sono stato trasferiti agli stranieri. In questo caso i contribuenti tedeschi avrebbero rimborsato i debiti degli stranieri e avrebbero pagato per gli stessi beni e le attività patrimoniali consegnate. Per le eventuali perdite della Bundesbank sarà il contribuente tedesco a dover essere responsabile, sia rinunciando alla distribuzione degli utili che attraverso una ricapitalizzazione della Bundesbank, fra loro equivalenti.

Un fido bancario

Secondo la mia interpretazione i crediti Target della Bundesbank sono paragonabili ad un fido bancario nell'ambito dei rapporti dell'eurosistema, simili ai diritti speciali di prelievo del FMI oppure ai limiti di credito concessi alle banche centrali nell'ambito dei sistemi a cambio fisso.

Hellwig mette in dubbio la natura creditizia dei saldi Target in quanto egli ritiene che la Bundesbank sia una filiale della BCE, e considera "semanticamente priva di senso" un'analisi dei flussi di pagamento internazionali basata sull'economia tedesca, in quanto, dietro ai pagamenti ci sono sempre delle persone e delle istituzioni, la cui classificazione per nazionalità, secondo lui, non è importante.

In questo modo egli porta il corso della storia molto avanti, perchè lo stato europeo, che forse consentirebbe una tacita rinuncia nei confronti delle rivendicazioni verso gli altri paesi, in Europa non è stato ancora fondato. Fino ad ora i beni della Bundesbank appartengono ancora allo stato tedesco. La Corte Costituzionale tedesca ha ripetutamente sottolineato che la Bundesbank non deve sottomettersi ad un meccanismo di pagamento a favore di altri paesi.

Anche gli Stati Uniti, che sono uno stato unico, vengono divisi in ulteriori 12 distretti della banca centrale con un proprio bilancio. I saldi Target (li' denominati saldi Isa) negli Stati Uniti vengono compensati annualmente attraverso il trasferimento di titoli fruttiferi negoziabili. Di conseguenza molti trasferimenti inter-distrettuali per compensare i deficit di finanziamento locali vengono realizzati dalle banche commerciali alle condizioni di mercato.

Le regole per i rimborsi sono state dimenticate

Nell'euro le regole per il rimborso dei saldi sono state "dimenticate". E' quindi comprensibile che i vertici dei paesi attualmente in crisi abbiano trovato molto attraente farsi stampare sempre piu' denaro dalla propria banca centrale, invece di farselo prestare negli altri paesi alle normali condizioni di mercato. Centinaia di miliardi di euro sono stati prestati alle banche commerciali locali mediante i crediti Ela e Anfa, con una decisione propria, e allo stesso tempo i paesi in crisi grazie ai loro voti nel consiglio BCE hanno deciso che le banche centrali nazionali potevano accontentasi di garanzie sempre peggiori per la concessione dei prestiti di rifinanziamento. Hanno potuto accettare perfino titoli spazzatura con un rating BBB. Il margine discrezionale per la definizione dei criteri è stato molto ampio.

CONTINUA (parte seconda)>>



sabato 4 agosto 2018

Flassbeck: qual'è la vera agenda politica di Hans Werner Sinn?

Hans Werner Sinn è solo un professore in pensione con la libertà di dire tutto quello che gli passa per la testa oppure l'ideologo di una campagna anti-euro e nazionalista che serve solo a portare acqua al mulino di AfD? Risponde il grande economista Heiner Flassbeck, il quale consiglia ai suoi colleghi di prendere le distanze da Sinn e dai suoi toni nazionalisti e razzisti. Da Makroskop.eu


Avevo già posto questa domanda nel contesto della nostra discussione sui saldi Target, e cioè: qual'è il senso dei continui avvertimenti lanciati dagli economisti allarmisti i quali tuttavia non parlano mai delle cause della miseria? Questa volta è il leader indiscusso di questa specie, il prof. Hans Werner Sinn, a prendere ancora la parola in occasione del ventennale dell'euro per affermare apparentemente senza senso che l'euro non sarebbe stata una storia di successo. Bisogna pertanto chiedersi a questo punto: qual'è l'agenda politica seguita dall'uomo che ama profilarsi come uno scienziato neutrale?

Sinn nella suo commento su Handelsblatt scrive:

"Se consideriamo come punto di inizio la fissazione dei tassi di cambio nel maggio 1998, l'euro ha 20 anni. Nel primo decennio nel sud-europa c'è stato un lungo party, nel secondo invece a dominare sono state le conseguenze della sbornia - il terzo decennio inizia invece nel segno di una crescente radicalizzazione politica".

I quattro quinti delle osservazioni dell'uomo, che ricordiamolo voleva imporre alla Germania una radicale riduzione salariale, sono rivolte al sud-Europa, che per lui è composto da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Il sud-Europa con i suoi "party", secondo Sinn, nei primi 10 anni avrebbe gettato le basi per la crisi dell'Eurozona che poi è continuata fino ad oggi, soprattutto a causa della politica irresponsabile della BCE e a causa dei saldi Target, chiaramente a spese dei tedeschi. 

Sulla Francia non fa una parola e il disastroso ruolo tenuto dalla Germania durante tutta la crisi viene ovviamente taciuto dal "grande" economista tedesco. Solo gli altri - secondo Sinn - con una certa leggerezza avrebbero perso la loro competitività e ora non ne vogliono sapere di assumersi la responsabilità delle conseguenze.

Dove a "governare sono i socialisti radicali"

Che l'analisi economica di Sinn sia priva di senso, lo abbiamo mostrato  molte volte (qui ad es.), motivo per cui non voglio ripeterlo. L'analisi fatta dal professore emerito di macroeconomia tuttavia è alquanto grottesca. Si rammarica per la situazione economica ancora miserabile nei 4 paesi del sud-Europa riferendosi soprattutto al basso livello di produzione industriale e all'ancora elevato livello di disoccupazione giovanile. Ma poi arriva ad una valutazione politica che ci mostra una volta per tutte quale sia il suo orientamento politico. Egli scrive:

"in questi paesi governano dei socialisti radicali che non vogliono saperne della disciplina di bilancio, in Italia i vecchi partiti sono stati spazzati via. Il governo radicale composto da Lega e Cinque Stelle con la protezione degli altri paesi della zona euro vorrebbe prendere in prestito molto piu' denaro di quanto non stia già facendo e minaccia di lasciare l'euro, se l'UE dovesse negarglielo".

E' piu' che assurdo, si tratta di una perfida e senza dubbio deliberata distorsione della situazione politica. In Grecia, come sanno anche i bambini, da tempo non governano più' i socialdemocratici eletti democraticamente per la prima volta nel gennaio 2015, ma la Troika, che ha allontanato i socialisti da ogni forma di socialdemocrazia e ha imposto una rigorosa politica neoliberista. In Portogallo, il partito socialista di Antonio Costa è salito al potere nel 2015 perché il precedente governo conservatore stava spingendo il paese sempre piu' in crisi. Da allora l'economia per la prima volta ha iniziato a stabilizzarsi. Il ministro delle finanze di questo governo nel frattempo è diventato il capo dell'Eurogruppo, fatto che sicuramente non avvalora la tesi che in questo paese vi siano al potere i socialisti radicali.

Ancora piu' incredibile è l'analsi delle condizioni politiche in Spagna fatta da Sinn. Li' i socialdemocratici di Pedro Sánchez, poco meno di due mesi fa, hanno preso il potere dai conservatori (con un voto di sfiducia), i quali erano rimasti al potere dal 2011 al 2018 con Mariano Rajoy. Ma non è tutto. Anche il nuovo governo italiano viene considerato fra i socialisti perché vorrebbe aumentare l'indebitamento.

L'agenda politica è nazionalista

E' tutto cosi' assurdo che non c'è altro da dire in merito. Ma cio' mostra chiaramente quale sia l'agenda politica di chi scrive tali assurdità. Non diversamente da quanto accade con il dibattito sui saldi Target, sotto l'apparenza delle scienziato, il vero obiettivo è quello di fare campagna contro l'euro. In questo modo pero' sta facendo propaganda, sicuramente in maniera consapevole, per coloro che da una prospettiva tedesco-nazionalista chiedono la fine dell'euro e che sulle loro bandiere hanno scritto un programma economico neoliberista. L'intero vertice di AfD con Meuthen, Gauland e Weidel saluta e ringrazia.

Negando ogni colpa tedesca, alimentando il risentimento oggettivo nei confronti delle altre nazioni e dando tutte le colpe ai socialisti si prendono piu' piccioni con una fava. Se lo fai dietro dall'apparenza di uno scienziato funziona particolarmente bene, perché la grande massa della popolazione è entusiasta quando i suoi pregiudizi possono essere confermati scientificamente. 

Di quanto tempo ancora avranno bisogno gli scienziati attivi nelle università tedesche per capirlo e per prendere le distanze da uno di loro che da sempre è al limite della serietà ma che ora sembra aver palesemente superato questo limite e che si è messo alla guida di una campagna politica nazionalista?

venerdì 20 luglio 2018

Hans Werner Sinn sui saldi Target (seconda parte)


Il prof. Hans Werner Sinn dalle pagine della Frankfurter Allgemeine Zeitung torna ad infiammare il dibattito tutto tedesco sulla natura dei saldi Target e rilancia la sua versione dei fatti: la Germania sarebbe ormai un self-service dove gli europei si riforniscono di merci senza saldare il conto mentre i sud-europei grazie alla liquidità illimitata garantita dalla banca centrale hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi. A pagare il conto alla fine saranno i tedeschi, amen. Parte seconda, si arriva da qui



Cosi' la Bundesbank, ad esempio, ha dovuto eseguire gli ordini di addebito in arrivo dalla banca centrale spagnola, i quali avevano l'obiettivo di riportare a casa i titoli di stato spagnoli riacquistati dagli assicuratori sulla vita tedeschi. Ha dovuto creare nuovo denaro e darlo al venditore del titolo affinché il titolo potesse tornare nelle mani della banca centrale spagnola, una istituzione dello stato spagnolo. Si è trattato sicuramente di un buon affare per la Spagna, in quanto un titolo di debito pubblico nelle mani di un investitore privato, che in alcuni casi puo' anche diventare problematico, veniva comodamente sostituito da un semplice debito contabile nei confronti dell'eurosistema e indirettamente verso la Bundesbank. Un debito contabile senza scadenza e al momento senza nemmeno un tasso di interesse. Per la Germania l'affare sicuramente non è stato molto vantaggioso. Non c'è dubbio che i venditori tedeschi siano stati pagati con il denaro della Bundesbank, ma questo in realtà è solo un credito nei confronti di un'istituzione dello stato tedesco che in cambio ha ricevuto un credito Target nei confronti dell'eurosistema.

La Bundesbank ha inoltre aiutato i sud-europei a liberarsi dai loro debiti verso gli investitori di tutto il mondo e a sostituirli con un debito contabile verso l'eurosistema, che ha sua volta costituisce un debito contabile nei confronti della Bundesbank. Per restare sullo stesso esempio: se la banca centrale spagnola riacquista i titoli di stato spagnoli da un investitore di Shanghai il quale poi, dato che questa transazione ha portato ad una svalutazione dell'euro, con i proventi realizzati dalla vendita acquista un'azienda tedesca, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un buon affare per gli spagnoli. Un debito cartolarizzato nei confronti di un investitore privato cinese è stato sostituito da un debito contabile verso l'eurosistema. L'investitore cinese per la cessione del titolo spagnolo è stato ricompensato con l'azienda tedesca, mentre il venditore dell'azienda tedesca ha ricevuto degli euro che rappresentano tuttavia un credito nei confronti della Bundesbank per il quale la Bundesbank è stata ricompensata a sua volta con un credito Target.

Naturalmente si tratta solo di esempi. Puo' anche darsi che l'investitore straniero abbia acquistato azioni o altri titoli o immobili tedeschi, dato che come accadeva nel sistema di Bretton Woods la Germania resta a buon mercato e offre buone merci e buone possibilità di investimento. Oppure l'investitore straniero ha trasferito il proprio denaro sui conti bancari tedeschi in attesa di opportunità di acquisto favorevoli. Anche il denaro affluito in questo modo rappresenta tuttavia un credito nei confronti della Bundesbank coperto solo dai saldi Target. Assurdo è invece il fatto che questa volta sul banco non venga messo dell'oro.

I rischi

I crediti Target significano oneri e rischi per lo stato tedesco, il quale è il proprietario della Bundesbank e ha il diritto di incassare all'infinito gli interessi sui saldi target. Cosi' come accadrebbe ad un'azionista in caso di mancato pagamento dei dividendi, lo stato tedesco in caso di una perdita sui crediti Target dovrebbe sopportare gli stessi oneri nei confronti dell'eurosistema. Cio' è indipendente dal fatto che lo stato tedesco debba ricapitalizzare o meno la Bundesbank.

Il rischio di una perdita diventa concreto nel momento in cui le altre banche centrali, a causa dei loro debiti Target, non possono piu' far fronte ai loro impegni di pagamento all'interno dell'eurosistema. Cosi' ad esempio un fallimento dello stato italiano, insieme ai suoi effetti indiretti sul sistema bancario a causa dell'elevato debito Target della Banca d'Italia, quasi mezzo trilione di euro, anche nel caso di pignoramento degli utili provenienti dal signoraggio, oppure di utilizzo di tutte le riserve disponibili, si trasformerebbe in una perdita per diverse centinaia di miliardi di euro per il resto dell'eurosistema, di cui la Germania dovrebbe sostenere il 31%. La situazione sarebbe molto simile se l'Italia dovesse uscire dall'euro e smettesse di onorare i suoi debiti Target. 

Si spera che questi scenari estremi non si materializzino mai, tuttavia sono rilevanti per l'ulteriore sviluppo dell'eurozona nella misura in cui forniscono ai paesi in crisi una potenziale arma di minaccia finalizzata alla creazione di una unione di trasferimento. Il nuovo governo italiano ha giocato apertamente questa carta. O i paesi del nord mettono mano al borsellino oppure dovranno farlo con l'uscita dalla moneta unica, se necessario tramite il fallimento della propria banca centrale.

Ad un esame più attento, tuttavia, questo minaccia potenziale non è così forte come potrebbe sembrare inizialmente, perché i crediti Target della Bundesbank, anche in normali circostanze, non manterranno il valore con il quale sono stati iscritti a bilancio. Un normale istituto finanziario privato dovrebbe svalutare completamente un credito con un interesse pari a zero e che forse solo in un secondo momento potrà generare un tasso di interesse reale determinato dagli stessi debitori. Da questo punto di vista la metà delle attività nette sull'estero della Germania, accumulate tramite gli avanzi delle partite correnti, già oggi probabilmente dovrebbero essere considerata come un banale pro memoria.

In considerazione della crescita continua dei saldi Target di Italia e Francia è arrivato il momento per la politica di entrare in azione e porre fine alla strategia del silenziatore e della banalizzazione. Anche molti giornalisti non dovrebbero farsi imbrigliare da questa strategia. La Germania, a differenza della Francia, dovrà affrontare dei gravi problemi demografici che comunque a partire dagli anni '30 causeranno serie difficoltà finanziarie. Non puo' restare ferma a guardare la dissoluzione del suo patrimonio causata dal sistema Target.

Esistono delle possibilità per contenere i saldi Target. Si potrebbero rimuovere le cause sopra indicate da individuare nella eccessiva creazione asimmetrica di credito all'interno dell'eurosistema, ma ciò presuppone che i potenti debitori Target all'interno del consiglio BCE siano disposti a rinunciare ai loro privilegi. Sarebbe invece piu' efficace se i tribunali e i parlamenti affrontassero il tema e mettessero in piedi un sistema per il rimborso annuale dei saldi Target, come accade fra i 12 distretti della banca centrale americana. Si potrebbe anche introdurre un massimale senza necessariamente dover limitare i pagamenti in quanto le banche potrebbero effettuare fra di loro, attraverso le clearing house private, i trasferimenti internazionali, oppure ricorrere a delle specifiche fusioni all'interno delle loro reti. Al fine di dare il tempo necessario per la costruzione di tali reti, il superamento del limite massimo dovrebbe essere consentito solo dietro il pagamento di una penalità. Le misure da adottare richiedono certamente ulteriori discussioni. Solo una cosa è chiara: non possiamo andare avanti in questo modo.

domenica 15 luglio 2018

Thomas Mayer: verso il Target 3

Thomas Mayer, professore di economia, ex capo-economista di Deutsche Bank nonché abituale commentatore sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, nella sua rubrica settimanale sulla FAZ getta altra benzina sul fuoco del ben noto dibattito sui saldi Target. Per Mayer la Bundesbank dovrebbe forzare un'uscita dal Target 2 e imporre un nuovo sistema Target 3 in cui i debitori del sud dovrebbero garantire con l'oro o altre riserve i trasferimenti fra le banche centrali dell'eurosistema.. Dalla FAZ.net


In quale altra banca i clienti possono ottenere un credito di qualsiasi importo senza nessuna garanzia, senza scadenza e a tasso zero? Si dovrebbe pensare, da nessuna parte. Ma invece questo è proprio quello che la BCE offre ai suoi membri. Nel sistema di pagamento interbancario Target2 i membri del sistema europeo delle banche centrali possono finanziare il loro paese per un tempo illimitato, senza alcun limite e a tasso zero. In questo sistema la Bundesbank tedesca si è involontariamente trasformata nel principale creditore: alla fine del mese scorso aveva prestato 976 miliardi di euro alla BCE. Banca d'Italia è invece il piu' grande debitore. A fine maggio aveva 465 miliardi di debito verso la BCE.

Le voci equilibrate della BCE cercano di calmare le acque. Secondo queste voci si tratterebbe solo di saldi contabili di compensazione senza alcun significato economico. Non è vero. I saldi Target riflettono i differenziali di tasso di interesse fra i paesi della zona euro, che sono molto piu' bassi rispetto alla valutazione del rischio data dagli investitori. L'Italia è il caso piu' evidente.

Poiché il livello dei rendimenti sui  titoli di stato italiani a 10 anni non compensa l'esposizione al rischio degli investitori, essi utilizzano il programma di acquisto della BCE per scambiare un rischio di credito italiano con uno tedesco. Per fare questo offrono un bond italiano alla BCE a Francoforte. Una banca tedesca accredita il denaro al cliente e in cambio del titolo ottiene il denaro della riserva della Bunesbank. La Bundesbank trasferisce quindi il titolo a Banca d'Italia. In cambio riceve un credito della BCE mentre per Banca d'Italia si crea un debito corrispondente, un debito che non fa male. L'investitore si è liberato del rischio italiano, che ora invece è in carico alla BCE. Poiché questa non ha abbastanza capitale proprio per coprire il rischio di un default italiano, il rischio resta in capo alla Bundesbank. All'interno dell'eurozona tramite il sistema Target 2 vengono quindi redistribuiti rischi per importi giganteschi a scapito della Bundesbank.

Il meccanismo di trasferimento del rischio incorporato nel sistema Target 2 è unico e probabilmente in un primo momento non è stato compreso a fondo da nessun politico tedesco. Perché altrimenti non si spiega come mai la parte tedesca abbia accettato che nel copiare il sistema di pagamento americano Fedwire sia stata omessa la parte che limita questi trasferimenti. Nel Fedwire infatti i saldi derivanti dai pagamenti fra le diverse regioni americane ogni anno devono essere saldati con trasferimenti di attività da parte delle banche centrali la cui regione ha accumulato un deficit. Questo incentiva le banche centrali regionali a fare in modo che le banche della loro area di responsabilità non prestino troppo facilmente denaro ai clienti a rischio.

La BCE non ha le risorse necessarie e non sarà in grado di incassarle dai propri debitori per poter estinguere i suoi debiti nei confronti della Bundesbank. Questa pertanto probabilmente resterà con il cerino in mano di tutti i crediti maturati in passato. Tuttavia c'è un modo per impedire alla montagna di continuare a crescere: in futuro dovrà insistere per ottenere un saldo annuale delle posizioni. A tal fine le banche centrali dei paesi della zona euro con un deficit delle partite correnti dovrebbero su base mensile impegnare presso la BCE riserve e capitale proprio per un valore equivalente al deficit. Per arrestare la fuga di capitali e per non perdere quanto versato in pegno, queste banche centrali dovrebbero fare in modo che le banche commerciali sotto il loro controllo aumentino il premio al rischio sui loro tassi di prestito e deposito. Gli investitori che oggi per i loro affari evitano alcune borse, perché li' possono scambiare solo obbligazioni rischiose in cambio di depositi bancari ancora piu' rischiosi, verrebbero attratti da un tasso di interesse piu' allettante. In altre parole sarebbe piu' lucrativo vendere titoli di stato italiani a Milano rispetto a Francoforte.

Sarebbe da ingenui aspettarsi che le altre banche centrali e i loro governi possano acconsentire volontariamente alla sostituzione del sistema Target 2 con un sistema esteso per la liquidazione dei saldi, chiamiamolo Target 3. Per poterlo imporre la Bundesbank dovrebbe dichiarare unilateralmente di voler uscire dal Target 2 e che i pagamenti futuri saranno gestiti solo attraverso il Target 3. Per fare cio' tuttavia ci sarebbe bisogno del sostegno della politica.

Nella loro "dichiarazione di Meseberg" la Cancelliera e il presidente francese hanno sproloquiato di un "meccanismo di riassicurazione", di una "garanzia congiunta sui depositi" e di un "budget per l'eurozona". Della piu' grande pentola finanziaria, Target 2 appunto, non se ne è parlato affatto. Di fatto non si puo' parlare di "condivisione del rischio" e di "solidarietà" all'interno dell'eurozona, senza prendere in considerazione questo polipo finanziario.