lunedì 21 novembre 2022

5 falsi miti sul reddito di cittadinanza tedesco (Bürgergeld) pompati ad arte dalle destre

Anche in Germania le destre e il padronato alimentano l'odio contro la riforma del reddito di cittadinanza o Bürgergeld introdotto dalla Ampel Koalition. Il copione è sempre lo stesso: si cerca di convincere chi guadagna 1500 euro netti al mese che la colpa è di chi prende 1200 al mese di sussidi pubblici. Ne scrive Der Freitag


Mito 1: Il centro per l'impiego si fa carico dei costi energetici. FALSO, l'elettricità deve essere pagata per intero facendo ricorso agli importi standard del Buergergeld. A tale scopo dal 2023 le tabelle prevedono poco meno di 40 euro al mese. Anche prima della crisi energetica, era quasi impossibile cavarsela con una tale somma. Molte persone quindi sono costrette ad accumulare debiti e devono chiedere continuamente dei prestiti al centro per l'impiego, prestiti che poi dovranno essere faticosamente ripagati con gli importi standard del sussidio. Ammesso che vengano concessi. Devono di conseguenza vivere permanentemente al di sotto del livello di sussistenza e rimanere intrappolati in una spirale di debiti. Risparmiano letteralmente soldi sul cibo. Questo spesso porta anche a delle interruzioni della corrente.

Mito 2: Il Jobcenter copre i costi per l'alloggio. FALSO, finora lo ha fatto solo se erano “adeguati”. Un prezzo al metro quadrato compreso tra quattro e nove euro è considerato ragionevole, a seconda della regione. Spesso è un'arte trovare un appartamento che soddisfi tali criteri. Il risultato è che molte persone continuano a dover pagare l'affitto ricorrendo al sussidio. Circa 400.000 alloggi non soddisfano tali criteri. A tale proposito i costi accessori effettivi non vengono coperti. La Ampel Koalition infatti vuole sospendere questo criterio per un periodo di carenza di due anni.

Mito 3: tutti le famiglie ricevono l'assegno di mantenimento per i figli. FALSO, l'ufficio per gli assegni familiari paga il Kindergeld anche alle persone che vivono o "integrano" tramite Hartz IV, ma il centro per l'impiego praticamente lo detrae dall'importo del sussidio standard. I ragazzi dai 6 ai 13 anni che percepiscono il sussidio di cittadinanza vivono con soli 348 euro al mese! Devono finanziare vestiti, cibo, elettricità, materiale scolastico e partecipazione alla vita culturale. Ci sono alcuni servizi aggiuntivi, ma molti genitori non si addentrano nella giungla amministrativa e quindi spesso non vengono utilizzati.

Mito 4: chi percepisce il sussidio può scaldare casa quanto vuole perché i costi aggiuntivi sono coperti. FALSO, finora le spese accessorie sono state coperte solo se considerate ragionevoli. I criteri variano da regione a regione e sono difficili da capire. Fino a fine 2022 si applicherà uno speciale regolamento pandemico, che rende trasferibili i costi accessori. Stiamo parlando di costi medi di riscaldamento di 66 euro per nucleo familiare nel mese invernale di gennaio 2022. Il regolamento speciale tuttavia scadrà presto e ora la Ampel Koalition prevede di ridurre i costi di riscaldamento - solo nei primi due anni di percezione del sussidio - e assumersene la piena responsabilità. Nel "compromesso" con l'Unione questa proposta tuttavia è stata ritirata.

Mito 5: un lavoro a tempo pieno al livello del salario minimo porta ad un reddito netto pari a quello del reddito di cittadinanza. FALSO, perché i redditi più bassi hanno diritto all'assegno abitativo (Wohngeld), agli assegni familiari e alle detrazioni, oltre alle prestazioni integrative che garantiscano il mantenimento di una certa distanza fra chi lavora e chi incassa il sussidio – si tratta di circa 250 euro. Per combattere efficacemente la povertà, nel complesso i salari devono essere aumentati. L'Unione tuttavia si è espressa contro il recente aumento del salario minimo.

Perché scegliere il quarto di pallet in plastica?



La prima idea che viene in mente quando si parla dei vantaggi dei pallet in plastica di dimensioni 400X600 è il risparmio di spazio. È vero che il quarto di pallet in plastica vi permette di ottimizzare lo spazio della vostra area di vendita o del vostro negozio. Tuttavia, l'utilità dell'accessorio non finisce qui. Il quarto di pallet in plastica offre molti vantaggi se si fa la scelta giusta. Ecco la luce su alcuni usi affascinanti dell'accessorio.

L'accessorio perfetto per l'esposizione dei prodotti in negozio

Il primo utilizzo dei pallet in plastica di formato 400X600 è la visibilità che danno ai vostri prodotti in negozio. Pochi modelli nidificabili di questo formato di pallet in plastica sono sufficienti per esporre un gran numero di prodotti nella vostra azienda. Investire in quarti di pallet in plastica è il modo migliore per incrementare le vendite e la notorietà del vostro marchio. È possibile, ad esempio, optare per progetti di quarti di pallet in plastica personalizzati e altamente personalizzabili. È anche un modo per aumentare il proprio profilo.

Strumento resistente e igienico

I pallet in plastica 400X600 sono durevoli grazie al loro rapporto ottimale tra peso e resistenza. Si tratta di modelli piuttosto robusti e stabili che offrono un'elevata sicurezza alle merci che supportano. La completa assenza di schegge e bordi sporgenti riduce notevolmente il rischio di deformazione e distacco. La struttura dei pallet in plastica 400X600 rimane intatta fino alla fine della loro vita utile. Anche dopo un uso prolungato e intensivo, sono quasi esenti da riparazioni. Inoltre, i quarti di pallet in plastica sono eccezionalmente igienici. Progettati secondo gli standard igienici, non richiedono alcuno sforzo particolare per la pulizia. Sono inoltre resistenti all'acqua e hanno una superficie che non attira la polvere. Non è quindi necessario preoccuparsi della contaminazione del'accessorio.

Accessorio altamente compatibile

I pallet in plastica 400X600 sono la chiave per facilitare tutte le operazioni di movimentazione. L'aspetto sorprendente di questi pallet di movimentazione è il loro grado di compatibilità. Possono essere utilizzati con tutte le attrezzature di movimentazione standard. Inoltre, possono essere impilati con estrema facilità. Se impilati, possono liberare fino al 60% dello spazio necessario per conservare i prodotti o per trasportarli. I quarti di pallet in plastica sono dotati di un sistema di ingresso a 4 vie per un'ergonomia eccezionale.

Una scelta ecologica

Per molti anni, la plastica ha sempre goduto di una cattiva stampa dal punto di vista ecologico. Ma i pallet in plastica sono riusciti a sfuggire a questa regola. Sono progettati per essere rispettosi dell'ambiente. Certificato a zero emissioni di carbonio, l'uso di pallet in plastica 400X600 è un passo avanti nella direzione della tutela dell'ambiente. Alla fine della loro vita, possono essere facilmente riciclati per la progettazione di nuove formule. Inoltre, i pallet in plastica 400X600 sono adatti alla produzione automatizzata. Grazie alle loro dimensioni fisse, presentano un rischio minore di danni. La progettazione di questi pallet in plastica è strettamente regolamentata per garantire la salute e la sicurezza delle merci e delle persone.

venerdì 4 novembre 2022

Anche in Germania i datori di lavoro contro il nuovo reddito di cittadinanza (Buergergeld)

Alcuni datori di lavoro si sono scagliati contro il nuovo reddito di cittadinanza tedesco (Buergergeld) sostenendo che è troppo alto e che non vale piu' la pena andare a lavorare. Ma discreditare una prestazione sociale riservata a chi molto spesso non è in grado di lavorare serve solo a mettere i disoccupati contro chi guadagna il salario minimo o poco piu'. I sindacati tedeschi ci spiegano perché gli argomenti del padronato sono strumentali. Dal sito della DGB

Differenze in termini di reddito netto fra percettori di Buergergeld e salario minimo


Molte persone sono in ansia. I costi per l'energia, per la mobilità e anche per il cibo sono in continuo aumento. Il governo federale ha già preso delle contromisure con diversi provvedimenti di sgravio, mentre alcune misure sono ancora in attesa di essere attuate. La situazione tuttavia resta grave. Per questa ragione non c'è mai stato un momento meno opportuno di questo per perseguire attivamente la divisione sociale mettendo gruppi di persone gli uni contro gli altri. Una parte del campo, quello dei datori di lavoro, tuttavia, non sembra preoccuparsene. Recentemente hanno anche dato vita a una discussione cinica.

I datori di lavoro si oppongono al reddito di cittadinanza (Buergergeld)

Che cosa è successo? Nel gennaio 2023, il nuovo reddito di cittadinanza dovrebbe sostituire l'attuale regime Hartz IV. Il piano prevede un aumento della tariffa standard pari a 53 euro per un totale di 502 euro (per i single), una maggiore considerazione per i risparmi, il pagamento integrale delle spese di riscaldamento e la riduzione delle sanzioni. A quanto pare, per i datori di lavoro si tratta di aspetti troppo positivi. A turno la Confederazione delle associazioni tedesche dei datori di lavoro, la Gesamtmetall e la Confederazione tedesca dell'artigianato si lamentano e parlano addirittura di un "dichiarazione di bancarotta", oppure parlano in modo irrispettoso di "assistenzialismo" e temono la "demotivazione" dei lavoratori dipendenti nei settori a basso salario. Il tono di fondo: andare a lavorare non vale piu' la pena.


Anche con il salario minimo restano più soldi

A parte il fatto che l'aumento del Reddito di Cittadinanza compensa solo in modo approssimativo l'inflazione, questi ragionamenti comunque sono grossolanamente sbagliati. I fatti invece vanno nella direzione opposta. Già i lavoratori dipendenti che percepiscono il salario minimo di 12 euro lordi l'ora hanno a disposizione a seconda della composizione del nucleo familiare e del volume di lavoro, un reddito in parte significativamente superiore rispetto a quello delle persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza. Con ogni euro in più di salario, il divario aumenta ulteriormente. Senza considerare gli sgravi fiscali previsti per l'anno prossimo e la riforma dell'indennità di alloggio.

Allo stesso modo, la richiesta delle associazioni imprenditoriali di mantenere le possibilità di comminare sanzioni non ha avuto seguito. Il primo studio di lungo periodo su questo tema è stato appena pubblicato. In ultima analisi, le sanzioni finora non sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo, vale a dire quello di far rientrare le persone nel mondo del lavoro. Al contrario, hanno spinto verso una cultura generale di sfiducia. Le persone colpite sono esposte a rischi finanziari significativi a causa dei tagli che invece possono favorire l'isolamento sociale e causare malattie mentali.


Una buona retribuzione assicura il personale

In effetti, il tentativo dei datori di lavoro di mettere i disoccupati contro i lavoratori a basso reddito la dice lunga sulle loro intenzioni. Se le aziende considerano il reddito di sussistenza come una minaccia, perché secondo loro farebbe sì che i lavoratori non vogliano piu' andare a lavorare, allora significa che hanno un problema serio con il loro modello di business, modello basato sul dumping salariale e sul lavoro precario. Se volete attirare il personale, dovete puntare su una buona retribuzione, preferibilmente attraverso dei salari agganciati ai contratti collettivi. Il principio resta quello della domanda e dell'offerta.

La divisione sociale è irresponsabile

Conclusione: le manovre di disturbo dei datori di lavoro contro il reddito di cittadinanza non hanno alcun fondamento. Soprattutto in un periodo di crisi, quando molte persone sono afflitte da paure esistenziali, screditare un beneficio sociale indispensabile è un atto di freddezza sociale. Le aziende che vogliono davvero garantire la loro attrattività hanno i mezzi migliori nelle loro mani, possono farlo offrendo dei salari più alti!

mercoledì 2 novembre 2022

Heiner Flassbeck - Perchè la politica monetaria della BCE è sbagliata

Il grande economista tedesco Heiner Flassbeck ci spiega perché il rialzo dei tassi operato dalla BCE è sbagliato e perché non servirà a combattere l'inflazione ma invece ci sta portando dritti verso la recessione. Ne scrive Heiner Flassbeck da Relevante Oekonomik

Heiner Flassbeck

La Banca Centrale Europea apparentemente ha deciso di voler seguire con convinzione il percorso restrittivo avviato in estate, anche se ogni giorno diventa sempre più chiaro che questo percorso è sbagliato. Persino le grandi istituzioni fondate sulla razionalità, come la BCE, possono portare avanti un programma di sfida così infantile quando la loro leadership è sopraffatta dal punto di vista intellettuale e dopo essersi arresa alle pressioni politiche. Christine Lagarde giustamente è diventata il simbolo di questo fallimento in quanto a causa della sua mancanza di competenza non è stata e non è in grado di contrastare in alcuno modo una comprensione collettiva dell'inflazione e della politica monetaria alquanto primitiva.

In definitiva possiamo affermare che la politica in senso lato è altrettanto impotente di fronte al secondo aumento dei prezzi derivante da una combinazione fra shock globali dell'offerta e speculazione, come del resto era accaduto per la prima volta negli anni Settanta. Certo, i politici vengono sostituiti ed eletti più che altro per caso, ma ciò che spaventa è la totale incapacità del sistema di imparare dall'esperienza.

Cosa c'è da sapere?

I pochi passaggi logici necessari per riconoscere gli errori fatali che attualmente vengono commessi dovrebbero essere facili da capire per qualsiasi studente di economia del terzo semestre. Gli shock dell'offerta nei paesi prevalentemente consumatori di beni creano un problema di redistribuzione e un problema di domanda. Complessivamente, l'economia dispone di meno reddito da consumare o investire. I sindacati non possono risolvere mediante il conflitto il problema della redistribuzione in loro favore, in quanto i datori di lavoro hanno dalla loro parte la forza della leva dei prezzi. La politica fiscale, tuttavia, può fare qualcosa per disinnescare questo conflitto redistributivo.

Anche la politica monetaria naturalmente non può risolvere il problema della redistribuzione, ma può aggravarlo drasticamente se parte dal presupposto (come sta facendo la BCE) che i sindacati saranno comunque irragionevoli e riusciranno a trasformare uno shock temporaneo dei prezzi in una inflazione permanente. Perché sta aumentando i tassi di interesse senza dare alle parti in causa (e alla politica fiscale!) la possibilità di trovare una soluzione ragionevole al problema della distribuzione. Tutto ciò è semplicemente stupido.

È particolarmente stupido se si ignora il fatto che tutti i segnali nell'UEM indicano in modo chiaro una recessione. Il modo in cui una banca centrale può frenare l'aumento dei prezzi è sempre quello di indebolire l'attività di investimento attraverso degli alti tassi di interesse i quali avranno poi un effetto recessivo rallentando la politica salariale. Di conseguenza, la banca centrale implicitamente ritiene che una recessione abbia un effetto frenante sulle richieste e sugli accordi salariali, ma allo stesso tempo finge che la recessione già in atto non abbia alcun effetto sulle trattative salariali.


La posizione della banca centrale è irresponsabile, poiché sono già presenti i primi e chiari segnali che sotto la pressione della recessionee sono possibili da parte dei partner della contrattazione collettiva delle soluzioni ragionevoli. Nell'industria chimica tedesca, ad esempio, esiste un accordo che esclude senza alcuna ombra di dubbio uno sviluppo inflazionistico nel senso di una spirale prezzi-salari (con aumenti salariali regolari di un massimo del 3,25% per ciascuno dei prossimi due anni) e allo stesso tempo prevede una certa perequazione del reddito attraverso dei pagamenti una tantum (2 volte 1500 euro per tutti i gruppi salariali). Se le previsioni di inflazione contrattata per il 2024 si rivelassero troppo alte, i lavoratori avrebbero fatto un ottimo affare.

In questo modo le parti negoziali hanno risolto il problema della distribuzione senza generare pressioni inflazionistiche. Se lo Stato si unisce a questo processo e lo fa in modo intelligente, cioè sostenendo direttamente i redditi di coloro che guadagnano poco ma non beneficiano di tali accordi collettivi, allora si potrà dire che ciò che può essere fatto in modo sensato per alleviare il conflitto distributivo è stato fatto.

Va aggiunto che ci sono chiari segnali di allentamento anche dal lato dell'offerta. I prezzi di quasi tutte le materie prime che erano al centro degli shock originari dell'offerta ora sono in netto calo. Non è nemmeno necessario fare riferimento alla spettacolare inversione di tendenza del prezzo del gas per rendersi conto che alcune bolle speculative sono scoppiate e l'offerta di molte materie prime sta tornando alla normalità. Se non ci saranno nuovi shock, possiamo aspettarci che i tassi d'inflazione l'anno prossimo scendano significativamente, anche senza l'intervento della banca centrale.


Il mandato della banca centrale

Ignorare questi elementi è un fallimento della Banca Centrale Europea che difficilmente potrà essere condannato con sufficiente severità. Un'istituzione a cui è stata concessa una così grande indipendenza deve anche avere il coraggio di opporsi al mainstream politico e mediatico sulla base di una diagnosi chiara e ben comunicata della situazione.

Dopo l'aumento dei tassi di interesse, Christine Lagarde ha dichiarato di non voler commentare i dibattiti politici per una questione di principio. Ma questo è proprio l'atteggiamento sbagliato. Chi, se non la BCE, può contrastare oggettivamente i pregiudizi troppo facili dei politici? Non commentare e cedere con troppa facilità quando la pressione politica diventa forte è un'accusa di prim'ordine.

Anche l'ingenua convinzione della signora Lagarde secondo la quale la BCE ha un mandato chiaro, ossia quello di ripristinare la stabilità dei prezzi, indipendentemente dalle cause dell'aumento dei prezzi, è sbagliata. Mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine non significa combattere ogni aumento dei prezzi. Può solo significare fermare i processi inflazionistici che hanno il potenziale di minare la fiducia della popolazione nella moneta.

Bisogna ammetterlo: la Banca Centrale Europea sta lottando per la sua credibilità e la fiducia su molti più fronti rispetto ad una normale banca centrale nazionale. Ma proprio per questo motivo è molto più importante discutere con il pubblico e con i politici dell'intera area valutaria trovando argomenti convincenti e analisi fattuali fondate. Le sentenze della Corte costituzionale federale e l'ignoranza politica derivata sono i migliori esempi della necessità di comunicare in modo molto più aggressivo.

Ed è proprio quello che la BCE sta facendo sempre di meno. Si trincera dietro il suo mandato e insiste sulla sua indipendenza formale. Ma questa è una strategia destinata a fallire, perché alla fine l'unica cosa che conta è vincere la battaglia per conquistare la mente di coloro che sono in grado di difendere la politica monetaria ai più alti livelli della politica attraverso dei buoni argomenti fattuali.


lunedì 31 ottobre 2022

Vale ancora la pena andare a lavorare?



In Germania chi guadagna di piu' fra un percettore di Buergergeld e chi prende il salario minimo di 12 euro lordi l'ora? Vale ancora la pena andare a lavorare?

Dati alla mano la differenza è sostanziale, dati forniti dalla DGB





venerdì 28 ottobre 2022

Il motore franco-tedesco si è inceppato

A Berlino nelle stanze della Cancelleria federale si dà sempre meno importanza all'alleanza strategica con i francesi. In ballo ci sono il riarmo tedesco e il protagonismo di Berlino nell'Europa dell'est. La spinta propulsiva del motore franco-tedesco sembra essersi definitivamente esaurita ora che Berlino ambisce ad un nuovo ruolo sulla scena internazionale. Ne scrive Junge Welt

Aereo da caccia franco-tedesc FCAS 2019

Quando non si sa piu' cosa fare, si istituisce un gruppo di lavoro: sembra quasi che le relazioni tra Germania e Francia, tra la potenza dominante dell'UE e il suo concorrente più forte sul continente abbiano raggiunto lo stadio dell'impotenza. Le consultazioni governative bilaterali, che ancora una volta avrebbero dovuto mostrare la presunta "amicizia" stretta tra i due Stati si sarebbero dovute svolgere mercoledì ma invece sono state cancellate con un preavviso minimo. La conferenza stampa prevista dopo l'incontro di crisi tra il Presidente Emmanuel Macron e il Cancelliere Olaf Scholz è stata cancellata. Il risultato delle tre ore di colloquio a Parigi: molte parole, niente di concreto. Il riavvicinamento invece dovrà avvenire con dei gruppi di lavoro. Il tanto citato motore dell'UE sta perdendo colpi, vacilla sempre di piu'.


Le controversie da sempre sono il modus vivendi delle relazioni tra Germania e Francia, con i loro interessi nazionali divergenti. La guerra e la crisi, tuttavia, stanno facendo emergere delle contraddizioni sempre piu' forti. Parigi in particolare non sopporta l'attivismo militare e il riarmo tedesco. Non si erano forse accordati anni fa per sviluppare congiuntamente armi e forze armate a livello europeo al fine di rendersi indipendenti dagli Stati Uniti? E ora invece i progetti franco-tedeschi sono bloccati - come il nuovo sistema di combattimento aereo FCAS - o sono addirittura falliti, come il nuovo aereo da ricognizione marittima di fabbricazione congiunta. Berlino invece preferisce fare i suoi acquisti per la difesa direttamente dagli Stati Uniti, con il vantaggio di acquistare prodotti rapidamente disponibili, ma allo stesso tempo mette in pericolo la tanto invocata "autonomia strategica" dell'UE. È stato un grave affronto alla Francia anche il fatto che la Germania sta attuando i suoi piani di difesa aerea europea principalmente con gli alleati dell'Europa settentrionale e orientale, utilizzando sistemi tedeschi, statunitensi e israeliani - ma non i sistemi esistenti di produzione franco-italiana.

Non aiuta molto anche il fatto che il governo tedesco dimostra sempre più apertamente il suo disinteresse per la Francia. Il 28 settembre, un giorno prima che Scholz annunciasse il pacchetto "Doppelwumms" da 200 miliardi di euro, il ministro della Cancelleria Wolfgang Schmidt si trovava a Parigi per dei colloqui; non ha fatto una sola parola del pacchetto, un provvedimento di vasta portata con gravi conseguenze per l'intera UE. Scholz a sua volta, ha cancellato quasi contemporaneamente una videochiamata con il Primo Ministro francese Élisabeth Borne a causa di una presunta indisposizione, ma è apparso davanti alla telecamera poche ore dopo di buon umore per annunciare il "Doppelwumms", un provvedimento alquanto problematico per Parigi. Poco prima della riunione di crisi di mercoledì, Berlino ha continuato a fare la voce grossa, annunciando dopo la riunione una conferenza stampa senza essersi coordinata con Parigi. Sarebbe difficile comunicare a un alleato in maniera ancora piu' chiara il livello di serietà con il quale viene preso in considerazione.

mercoledì 26 ottobre 2022

Die deutsch-französische „Freundschaft“

Francia e Germania fanno sempre piu' fatica a comprendersi e non riescono a trovare la quadra su di una lunta lista di dossier molto importanti: difesa, energia, aiuti di stato. Parigi e Berlino sempre piu' distanti mentre il governo Scholz sta portanto il paese verso l'isolamento. Ne scrive il sembre ben informato German Foreign Policy

Amicizia franco-tedesca


Scontro sui jet da combattimento

Uno dei conflitti ancora irrisolti tra Berlino e Parigi resta lo scontro sul progetto del Future Combat Air System (FCAS), vale a dire l'innovativo caccia di sesta generazione e i droni da combattimento che insieme agli sciami di droni lo accompagnano. Il costo del progetto sarà probabilmente di circa 100 miliardi di euro, forse anche di più, e dovrebbe essere pronto per l'impiego al più tardi nel 2040. Anche questo progetto però ora viene messo in discussione. Originariamente l'FCAS doveva essere costruito congiuntamente dalla società francese Dassault e dalla divisione militare tedesca di Airbus. Successivamente si è aggiunta anche la spagnola Indra Sistemas. L'allargamento del progetto, tuttavia, ha portato a un calo degli ordini per Dassault e per Airbus Defence and Space, causando un forte risentimento, soprattutto in Dassault. L'azienda francese, infatti, ritiene che l'industria della difesa francese sia in grado di costruire l'FCAS da sola, il fallimento dell'intero progetto tuttavia viene annunciato da mesi; i ritardi sono ormai considerevoli. [1] Simili controversie riguardano anche il Main Ground Combat System (MGCS) di nuova generazione, un altro progetto franco-tedesco, di cui non si sa se verrà effettivamente realizzato. Il fallimento di uno o di entrambi i progetti sarebbe un duro colpo per i piani di rafforzamento dell'industria della difesa dell'UE.

Disputa sulla difesa aerea

C'è anche un'altra disputa sui piani di espansione della difesa aerea e missilistica europea; il piano ha preso forma il 13 ottobre con la firma di un memorandum d'intesa per la European Sky Shield Initiative (ESSI). Nel progetto sono coinvolti quindici Stati europei, tra cui la Repubblica Federale Tedesca, che svolge un ruolo di primo piano. [2] L'intenzione è quella di acquistare congiuntamente tre sistemi. Per fornire protezione a distanza fino a 40 chilometri sarà utilizzato il sistema di difesa aerea IRIS-T SLM prodotto da Diehl Defence (Überlingen). Per le distanze maggiori è previsto l'utilizzo del sistema statunitense Patriot e, in aggiunta, del sistema israeliano Arrow 3, in grado di agganciare bersagli a circa 100 chilometri di altitudine e fino a 2.400 chilometri di distanza, considerato adatto anche per la difesa da attacchi nucleari. Il sistema di difesa italo-francese SAMP/T non sarà incluso nell'ESSI, il che significa che i produttori di armi francesi e italiani presumibilmente non parteciperanno al progetto, progetto che riceverà ingenti somme di denaro. In segno di protesta contro la decisione, sia Parigi che Roma finora non hanno preso parte all'ESSI. A Parigi, in particolare, si dice che è incomprensibile che i sistemi statunitensi e israeliani vengano acquistati per un progetto europeo, mentre quelli franco-italiani no.

Controversia sul gasdotto MidCat

Ci sono  conflitti enormi anche sulle questioni energetiche. Una riguarda le valutazioni sulla ripresa dei lavori del gasdotto MidCat (Midi-Catalonia) dalla regione spagnola della Catalogna verso la Francia meridionale. Il MidCat è destinato a trasportare il gas naturale dalla Spagna e dal Portogallo, paesi ben riforniti dai gasdotti provenienti dall'Algeria e con un totale di sette terminal per il gas naturale liquefatto, verso ovest, alleviando così la carenza di gas, soprattutto in Germania. I lavori per la realizzazione del gasdotto sono stati interrotti alcuni anni fa, per motivi di costi e perché il gasdotto avrebbe attraversato e danneggiato delle aree naturali protette e delle zone vinicole, ad esempio nei Pirenei francesi. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, Berlino però ha fatto ogni sforzo per rilanciare il piano, cercando di mettere Spagna e Portogallo contro la Francia; a Berlino, recentemente, si è parlato in maniera alquanto insolita di una "amicizia tedesco-spagnola". [3] Le manovre tattiche di Berlino hanno suscitato il risentimento di Parigi, come del resto la convinzione che la Germania stesse spingendo per la costruzione di costose infrastrutture per il gas naturale che non sarebbero state redditizie o avrebbero prolungato in modo significativo l'uso dei combustibili fossili. [4] Il presidente Emmanuel Macron non ha accettato la ripresa dei piani MidCat.

Disputa sul gas naturale

Giovedì scorso, invece, i capi di Stato e di governo di Francia, Spagna e Portogallo hanno concordato un progetto sostitutivo: un gasdotto che si snoderebbe da Barcellona attraverso il Mediterraneo fino a Marsiglia (BarMar) e che inizialmente potrebbe trasportare gas naturale, ma nel lungo termine soprattutto idrogeno verde. La costruzione del gasdotto richiederà molto più tempo di MidCat e probabilmente non sarà completato prima del 2030, se davvero si realizzerà. Molte cose non sono ancora chiare: non c'è un calendario concreto; il fondale marino tra Barcellona e Marsiglia è considerato ecologicamente molto sensibile; le modalità di produzione dell'idrogeno verde in Spagna sono lungi dall'essere chiarite in maniera definitiva. [5] Ciò che è certo, tuttavia, è che nel breve termine la Germania non può sperare di ricevere forniture di gas naturale dai terminali di GNL spagnoli.

Controversia sul "Doppelwumms"

L'annuncio del governo tedesco di uno scudo protettivo da 200 miliardi di euro contro le conseguenze del drammatico aumento dei prezzi dell'energia („Doppelwumms“) ha suscitato un forte disappunto anche in Francia. Berlino non solo si è affrettata a procedere senza alcun coordinamento con gli altri Stati dell'UE. Sta anche raccogliendo molti più fondi di quelli che la maggior parte degli altri paesi è in grado di stanziare, dando così all'economia tedesca un vantaggio rispetto ai suoi concorrenti intraeuropei [6]. Anche in Francia questa misura ha suscitato aspre critiche. "Aspettiamo di capire come saranno utilizzati i 200 miliardi di euro", afferma il ministro francese dell'Economia e delle Finanze Bruno Le Maire: "In ogni caso, questi piani devono essere conformi alle regole del mercato interno comune per evitare una concorrenza leale. " 7] Alcuni ambienti governativi parigini si sono detti "sorpresi dal metodo usato da Berlino per annunciare un piano del valore di miliardi" senza allo stesso tempo "spiegare a cosa sarebbero servite le ingenti somme"; sembra "che la Germania stia decidendo da sola e non si preoccupi nemmeno di rendere partecipi i suoi alleati più stretti dei suoi piani". 8] Il presidente Emmanuel Macron è stato addirittura citato per aver apertamente avvertito che non sarebbe "un bene né per la Germania  né per l'Europa" se Berlino si "isolasse". 9]


>

[1] S. dazu Streit um das Luftkampfsystem.

[2] Raketenschirm für Europa. Frankfurter Allgemeine Zeitung 14.10.2022.

[3] Staatsbankett zu Ehren des spanischen Königspaares. bundespraesident.de 17.10.2022.

[4] Christian Geinitz, Hans-Christian Rößler, Michaela Wiegel: Pipeline in ferner Zukunft. Frankfurter Allgemeine Zeitung 22.10.2022.

[5] Davide Basso, Paul Messad: France trades MidCat pipeline for an already controversial new project. euractiv.com 21.10.2022.

[6] S. dazu „Doppelwumms” mit Folgen.

[7] Michaela Wiegel, Niklas Záboji: „Kritik an der französischen Atomkraft ist unangebracht“. Frankfurter Allgemeine Zeitung 21.10.2022.

[8], [9] Thomas Gutschker, Michaela Wiegel: Ist Scholz isoliert? Frankfurter Allgemeine Zeitung 21.10.2022.


lunedì 24 ottobre 2022

Yanis Varoufakis - Il modello economico tedesco è al capolinea

"...il modello economico tedesco sta crollando. Questo modello si basava sull'energia a basso costo proveniente dalla Russia, sulla vendita di prodotti alla Cina e sui bassi salari in Germania. Ma la situazione attuale è questa: l'inflazione ha reso impossibile comprimere i salari, il gas è diventato costoso e la Cina come mercato di sbocco per la Germania sta perdendo importanza..." cosi' risponde il grande economista e politico greco Yanis Varoufakis intervistato da N-TV.



tv.de: Come descriverebbe il ruolo della Germania all'interno dell'Unione Europea in questo momento?

Yanis Varoufakis: C'è un grande cambiamento: il modello economico tedesco sta crollando. Questo modello si basava sull'energia a basso costo proveniente dalla Russia, sulla vendita di prodotti alla Cina e sui bassi salari in Germania. Ma la situazione attuale è questa: l'inflazione ha reso impossibile comprimere i salari, il gas è diventato costoso e la Cina come mercato di sbocco per la Germania sta perdendo importanza a causa di una nuova guerra fredda tra Cina e Stati Uniti che l'amministrazione Biden sta intensificando

E che cosa è rimasto uguale in Germania?

La costante insistenza dell'attuale governo tedesco - e di quelli precedenti - nell'agire unilateralmente, sostenendo così la strategia fiscale di un surplus delle esportazioni - in sostanza il neo-mercantilismo. D'altra parte, la Germania si rifiuta di permettere al resto dell'Eurozona di agire allo stesso modo e di attuare misure equivalenti.

La Germania si comporta da bullo?


Non mi piace questa parola. Ma la Germania insiste solo sul suo potere in termini di politica fiscale, che gli altri paesi dell'UE non hanno. Per dirla in altro modo: la Germania non rispetta le condizioni di parità all'interno dell'Unione europea.

Condivide e capisce le critiche al pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro della Germania? Altri paesi dell'UE vi vedono una mancanza di solidarietà...

Posso benissimo capire le critiche, certo. Si tratta di un doppio standard. La Germania insiste sul mercato unico e su una presunta parità di condizioni, ma allo stesso tempo spinge in favore di aiuti di Stato per l'industria e i consumatori. Aiuti di Stato che il resto dell'UE non può introdurre a causa delle regole fiscali che si applicano a tutti tranne che alla Germania.

L'Unione Europea dovrebbe decidere un vero e proprio tetto al prezzo del gas a livello europeo oppure condivide l'avvertimento di Olaf Scholz su questo punto, secondo il quale ciò potrebbe portare a una minore quantità di gas venduta all'UE?

Capisco l'argomentazione di Olaf Scholz. Ma ancora una volta dimostra che Scholz non è in grado di concepire una linea politica europea comune. Altrimenti capirebbe che l'UE potrebbe procurarsi il gas in maniera comune sfruttando il suo immenso potere monopolistico sulla domanda. In questo caso non ci sarebbero problemi di approvvigionamento. Naturalmente, se si introduce un semplice tetto al prezzo del gas senza utilizzare il potere d'acquisto collettivo dell'UE, allora Scholz ha ragione. Quindi Scholz fa un'osservazione giusta, ma poi persegue una politica sbagliata.

In questi tempi di crisi l'UE è unita oppure sta fallendo?

Io la metterei in maniera un po' piu' chiara: il problema dell'Unione europea è che non esiste un'Unione europea. Di nome sì, ma non di fatto. Quando si tratta di rifugiati o migranti, ognuno fa come vuole. Anche per quanto riguarda il gas. Per quanto riguarda il passaggio alle tecnologie verdi, non abbiamo nemmeno un Unione Verde. Nel settore bancario, non abbiamo ancora una garanzia comune sui depositi e non c'è nemmeno l'Eurobond. Mancano tutti gli elementi che renderebbero reale l'Unione europea. E naturalmente questo tipo di cose si vedono ancora più chiaramente in tempi di crisi.



Crede che l'UE riuscirà a superare questa crisi energetica? Molte persone sono preoccupate in vista dell'inverno.

Il fallimento è garantito. In Europa stiamo già assistendo a una rapida deindustrializzazione. Le aziende dell'UE pagano il gas dieci volte più dei loro concorrenti negli Stati Uniti o in Cina. Si sta già verificando un'interruzione della produzione e molto presto vedremo le fabbriche cercare nuove sedi negli Stati Uniti o in altri Paesi. L'UE è in profonda crisi. Probabilmente non si vedrà quest'inverno, ma il prossimo. Gli impianti di stoccaggio del gas sono stati riempiti in estate, ma ciò potrà essere rifatto solo la prossima estate a costi molto più elevati.

Lei ha già citato la Cina. Anche in Germania è in corso un dibattito controverso: il cancelliere Scholz pare voglia consentire la vendita di una parte del porto di Amburgo ai cinesi. La Germania non ha imparato nulla dal passato e dal pericolo della dipendenza? Cosa ne pensa?

La situazione è complessa e non è semplicemente bianca o nera. Il modello commerciale tedesco si basa, almeno per un terzo, sulla vendita di prodotti alla Cina. Mi sembra tuttavia che Berlino stia ovviamente chiudendo un occhio, proprio come ha fatto con il gas russo. In questo caso, ignorano la nuova guerra fredda che si sta sviluppando tra Stati Uniti e Cina e si limitano a fare quello che facevano prima.

Per quanto riguarda Scholz e il porto: se Scholz dovesse svolgere il ruolo di mediatore tra Washington, Pechino e Berlino, e la vendita a Cosco fosse parte di questo processo di pace, allora sarei favorevole. Ma sono dell'opinione che Olaf Scholz politicamente sia un nano che non ha affatto la capacità di pensare in questo modo. Ecco perché la cessione a Cosco non sarebbe una strategia per rendere il mondo più stabile, ma in definitiva solo un altro caso di miopia.

Infine, le faccio questa domanda: come vede l'eredità di Angela Merkel oggi?

Era una negoziatrice straordinariamente abile e un gestore di crisi che pensava nel breve termine, con l'abilità unica di assicurarsi che nulla cambiasse, anche quando le cose dovevano essere cambiate. In questo senso, ha sprecato un'enorme quantità di capitale politico. Nessun altro cancelliere avrà mai più la capacità di creare un simile capitale politico per far progredire l'Europa. Per questo motivo dobbiamo criticarla per aver sprecato questo capitale.


sabato 22 ottobre 2022

Il silenzio del governo tedesco sugli attacchi ai gasdotti Nord Stream

Svezia, Danimarca e soprattutto Germania si rifiutano di cooperare nelle indagini sugli attacchi ai gasdotti Nord Stream e portano avanti delle inchieste separate nazionali. Il governo tedesco non risponde alle interrogazioni parlamentari del Bundestag e si trincera dietro il segreto di stato. Eppure ormai è di dominio pubblico che ad agosto e settembre nelle acque del Mar Baltico, non lontano dall'isola svedese di Bornholm, si sono svolte esercitazioni navali e sottomarine della Nato. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

Attentato del 29 settembre ai gasdotti Nord Stream davanti all'isola svedese di Bornholm


"Troppo delicato"

Gli sforzi per chiarire la natura degli attacchi ai due gasdotti Nord Stream suscitano un certo scalpore in seguito alla decisione della Svezia di rifiutare l'indagine congiunta inizialmente prevista insieme a Danimarca e Germania. Il governo svedese, infatti, ha respinto l'istituzione di una squadra investigativa comune (JIT): il motivo addotto è che il livello di segretezza delle conoscenze acquisite nel frattempo è diventato troppo alto per essere condiviso con altri Stati. [1] E questo è alquanto sorprendente, anche perché tutti e tre gli Stati cooperano in maniera stretta nell'UE e la Svezia si sta preparando per l'adesione alla NATO. Già il 6 ottobre, la Procura di Stoccolma si era rifiutata di rivelare alcuni dettagli della sua indagine: la Danimarca, a sua volta, ha colto al volo il rifiuto svedese di avviare un'inchiesta congiunta considerandola un'opportunità per dire addio, da parte sua, alla cooperazione sul caso con la Germania. [3] Da quel momento, infatti, tutti e tre i Paesi stanno portanto avanti in maniera separata le indagini a livello esclusivamente nazionale.

"Sabotaggio anticostituzionale"

In Germania, la Procura federale nel frattempo ha avviato le indagini. Una delle ragioni addotte è che gli attacchi rappresentano un "grave e violento attacco all'approvvigionamento energetico"; è forte il sospetto di un "sabotaggio anticostituzionale". [4] Non è del tutto chiaro, tuttavia, per quale motivo le autorità tedesche dovrebbero essere responsabili dello svolgimento delle indagini su attacchi avvenuti in acque danesi o svedesi. La scorsa settimana la Polizia Federale e la Marina Militare Tedesca hanno avviato le indagini sul luogo delle esplosioni. Secondo quanto riferito, la nave antimine "Dillingen" e la nave multiuso "Mittelgrund" sono state inviate nelle acque delle esplosioni per scattare delle foto con un drone subacqueo "Sea Cat". [5] Le foto mostrerebbero dei crateri e, almeno in un punto, una falla lunga otto metri; la forza esplosiva necessaria per causare un danno così grave viene stimata dalle autorità in 500 chilogrammi di TNT. Non si conoscono ulteriori dettagli.



"Nessuna informazione"

Nel frattempo il governo federale sul tema si rifiuta persino di fornire informazioni pubbliche, come si evince dalle risposte date dal Ministero federale dell'Economia e dal Ministero federale degli Esteri alle interrogazioni del Bundestag. Ad esempio, il Ministero dell'Economia ha affermato: "Finora non è stato possibile effettuare indagini sul campo". Il governo federale pertanto "non dispone di informazioni affidabili sulle possibili cause dell'attentato" [6]. Non è chiaro come questa affermazione si colleghi alle attività della Polizia federale e della Marina militare sulla scena del crimine. Il governo federale non ha ancora riverlato nulla sulle misure adottate per indagare sugli attacchi.

Interesse alla segretezza

Per giustificare il suo ferreo silenzio, il governo federale afferma che "dopo un'attenta considerazione è giunto alla conclusione che ulteriori informazioni non possano essere fornite per motivi di sicurezza dello Stato". [7] "Le informazioni richieste", si legge in merito alla interrogazione parlamentare della deputata Sahra Wagenknecht (Die Linke), "toccano ... interessi di riservatezza tali che ... il diritto dei deputati di porre interrogazioni deve eccezionalmente passare in secondo piano rispetto all'interesse del governo federale alla segretezza". Anche semplici informazioni in merito a "quali navi e quali unità di truppe della NATO" si trovassero nelle zone di mare vicine alla scena del crimine nei giorni immediatamente precedenti agli attacchi "comporterebbe la divulgazione di informazioni che riguardano in particolare il benessere e la sicurezza dello Stato", sostiene il Ministero dell'Economia guidato dai Verdi. Le informazioni non possono essere fornite in nessun modo, né pubblicamente né al Parlamento, "poiché anche il minimo rischio che vengano rese note è da considerarsi inaccettabile".

Esplosivi fittizi al largo di Bornholm

La risposta è ancora più irritante in quanto la presenza di diverse navi da guerra nel periodo in questione, non lontano dalla scena del crimine, è da tempo di dominio pubblico. Ad esempio, dall'inizio di agosto al 22 settembre, un'unità della flotta statunitense è stata in navigazione nel Mar Baltico - "la più grande unità da combattimento della Marina statunitense dalla fine della Guerra Fredda", come riportano i media. [8] Pochi giorni prima di lasciare il Mar Baltico, l'unità vicina alla nave da sbarco anfibio USS Kearsarge era ancora al largo di Bornholm. La USS Kearsarge aveva già preso parte alla manovra BALTOPS (Baltic Operations) nel giugno di quest'anno, operazione che ha coinvolto più di 45 navi, oltre 75 aerei e 7.000 soldati di 14 Paesi NATO e di due futuri Paesi della NATO (Finlandia e Svezia) e viene interpretata come un gesto di minaccia nei confronti della Russia. [9] Nell'ambito della BALTOPS, le unità statunitensi si sono esercitate al largo di Bornholm nello sminamento, con dei sommozzatori che hanno piazzato ordigni esplosivi fittizi che poi sono stati disinnescati. Secondo la NATO, le operazioni hanno testato gli ultimi sviluppi tecnologici nella guerra con i droni subacquei. L'obiettivo dell'esercitazione, si dice, è stato anche quello di aumentare la portata della trasmissione dei dati ai droni per ottenere una maggiore flessibilità nel loro utilizzo. [10] Gli esperti hanno ripetutamente affermato che gli ordigni esplosivi potrebbero essere stati piazzati sui gasdotti Nord Stream anche da navi civili. L'eccessiva segretezza del governo tedesco tuttavia sulla questione solleva dei dubbi sulle sue origini.





[1] Schweden lässt gemeinsame Pipeline-Ermittlungen platzen. spiegel.de 14.10.2022.

[2] Malte Kirchner: Nord Stream 1 und 2: Ermittlungen am Tatort erhärten Sabotageverdacht. heise.de 06.10.2022.

[3] Michael Götschenberg: Keine gemeinsamen Ermittlungen. tagesschau.de 14.10.2022.

[4] Bundesanwaltschaft leitet Ermittlungen ein. tagesschau.de 10.10.2022.

[5] Deutsche Marine: Boote zurück von Nord-Stream-Aufklärungsmission. handelsblatt.com 14.10.2022.

[6], [7] Christine Dankbar: Sahra Wagenknecht: Regierung verweigert Informationen zu Pipeline-Anschlägen. berliner-zeitung.de 16.10.2022.

[8] US Navy zeigt Flagge in der östlichen Ostsee. ndr.de 03.08.2022.

[9] Manöver BALTOPS 22 startet im Juni. marineforum.online 07.06.2022.

[10] BALTOPS 22: A perfect opportunity for research and testing new technology. sfn.nato.int 12.06.2022.


giovedì 20 ottobre 2022

Martin Hoepner - Perché le ingerenze tedesche nella formazione del governo italiano non sono accettabili

"In sostanza, tre politici tedeschi chiedono di non tenere conto del risultato elettorale italiano. È intollerabile. Ogni italiano di buon senso non può che respingere con indignazione l'invasione di campo degli scriventi tedeschi e difendere il mandato democratico della Meloni. I mittenti della lettera confermano così tutti i pregiudizi popolari sull'arroganza dei tedeschi nei confronti dei loro vicini" scrive il grande intellettuale tedesco Martin Hoepner in merito alla lettera di 3 importanti eurodeputati tedeschi inviata al capogruppo del PPE Weber. Da Makroskop.eu


Il 4 ottobre, tre eurodeputati tedeschi, Katarina Barley, Daniel Freund e Moritz Körner, hanno scritto una lettera aperta al Presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, invitandolo a intervenire nella formazione del governo italiano.(...)

In Italia, tuttavia nessuno dubita che Meloni, e con lei i partiti dell'alleanza di destra, abbiano ricevuto dagli elettori un mandato chiaro per formare il nuovo governo. Tre eurodeputati tedeschi, tuttavia, pensano di saperne di più. Si tratta di Katarina Barley del gruppo socialdemocratico S&D, che è anche vicepresidente del Parlamento europeo, Daniel Freund del gruppo dei Verdi (Greens/EFA) e Moritz Körner del gruppo liberale (Renew) - non a caso sono rappresentanti proprio dei partiti che attualmente formano il governo tedesco.

Cosa vogliono gli autori

In una lettera aperta datata 4 ottobre, i tre eurodeputati chiedono a Manfred Weber, anch'egli leader tedesco del gruppo cristiano-democratico del PPE, di utilizzare le sue risorse di potere per garantire che Meloni non venga eletta Presidente del consiglio italiano. Secondo la lettera, infatti, Weber dovrebbe minacciare Forza Italia di essere espulsa dal gruppo del PPE se dovesse formare un governo con la Meloni. La lettera è così fuori luogo, strana, goffa e inquietante che vale la pena di dargli un'occhiata da vicino.

La lettera aperta è disponibile qui. I lettori possono essere certi che la riassumo in modo coerente ed equo nella maniera seguente: la signora Meloni ha posizioni che non sono compatibili con i valori fondanti europei. In particolare, nega i crimini più atroci della storia europea (lo si legge nel primo dei sei paragrafi). Se Forza Italia, che fa parte del PPE, formerà un governo con lei, il risultato sarà un governo di estrema destra. In questo caso, il partito di Berlusconi sacrificherebbe i valori europei fondanti (paragrafi 2 e 3). L'Italia dovrebbe prendere a modello la Germania, dove AfD viene esclusa dalla formazione dei governi (paragrafo 4). Se Forza Italia non seguisse l'esempio, non dovrebbe più avere un posto nel PPE (paragrafo 5). Il PPE deve essere un elemento essenziale di difesa contro i nemici della democrazia di destra (paragrafo 6).



Interferenze nel processo democratico

Tra le obiezioni che emergono, quella strategica è ancora la più innocua: durante la campagna elettorale, Meloni aveva chiaramente attenuato le sue critiche all'Unione europea, presentandosi invece come sostenitrice dell'UE. Certamente, potrebbe essersi trattenuta deliberatamente. Forse la sua avversione all'UE è più profonda di quanto abbia mostrato di recente. Tuttavia, la lettera aperta è un'opportunità per una maggiore, non minore, dissociazione. Gli autori non rappresentano solo il loro Paese d'origine e le rispettive famiglie politiche, ma anche il Parlamento europeo in quanto una delle tre principali istituzioni della legislazione dell'Unione. Spingere verso un maggiore distanziamento prima ancora che il nuovo governo italiano sia riuscito a presentare un programma di governo che possa essere valutato in termini di compatibilità con l'Europa è strategicamente poco saggio.

L'interferenza nelle procedure democratiche è molto più grave. Anch'io credo che ai politici non dovrebbe essere impedito di sostenere i rappresentanti dei loro partiti gemelli europei nelle campagne elettorali, altrimenti come sarebbe possibile stringere dei legami fra i gruppi dei partiti europei? Ma una cosa è la campagna elettorale, un'altra è la gestione dei risultati elettorali e dei processi di formazione del governo che ne seguono. In sostanza, tre politici tedeschi chiedono di non tenere conto del risultato elettorale italiano. È intollerabile. Ogni italiano di buon senso non può che respingere con indignazione l'invasione di campo degli scriventi tedeschi e difendere il mandato democratico della Meloni. I mittenti della lettera confermano così tutti i pregiudizi popolari sull'arroganza dei tedeschi nei confronti dei loro vicini.

Per gli scienziati politici, inoltre, è tutt'altro che chiaro se esiste o meno una strategia ottimale per combattere il populismo di destra e in caso affermativo, quale sia: escluderlo o fargli perdere attrattività attraverso l'inclusione. In Germania si è optato per l'esclusione, in altri casi si è agito diversamente: si pensi all'Austria e alla Svizzera, ai Paesi Bassi, alla Finlandia e alla Danimarca. A volte si è trattato di partecipazione al governo, altre volte di accordi per sostenere governi di minoranza. I nostri vicini europei hanno il diritto di trovare il proprio modo per affrontare i partiti di destra, senza tuttavia dover ricevere istruzioni dalla Germania. A proposito, anche i Democratici di Svezia stanno diventando un partito di governo: la Barley e il co-autore Manfred Weber chiederanno che anche i moderati svedesi siano cacciati dal PPE?

L'Italia non ristagna per sua volontà

Nella lettera dei tre tedeschi manca anche la sensibilità verso le vere ragioni della situazione politica italiana. Invece delle accuse, sarebbe auspicabile un gesto di auto-analisi. Recentemente, Lucio Baccaro ha descritto la politica italiana degli ultimi due o tre decenni come uno stato di emergenza permanente, in cui governi d'emergenza composti da tecnocrati e gabinetti politici di emergenza sembrano alternarsi in un ciclo senza fine: da un governo di esperti che prescrive pillole amare sotto forma di liberalizzazione e austerità al populismo anti-elitario che pone le basi per il prossimo governo di tecnocrati - e così via.



Che questo accada non ha certo solo, ma anche a che fare con il fatto che l'economia italiana dall'introduzione dell'euro praticamente ha smesso di crescere e una delusione ha seguito l'altra. L'UE e in particolare la Germania in questa situazione non sono innocenti. Costringono l'Italia a un corsetto fiscale che spinge la politica di bilancio verso dei costanti avanzi primari. Ciò può essere compatibile con la crescita se allo stesso tempo si registrano anche degli elevati avanzi delle partite correnti. Ma l'Italia, a differenza della Germania, non si trova in una costellazione di sottovalutazione che glielo rende possibile.

Di conseguenza, la combinazione fra svalutazione bloccata e austerità forzata sul bilancio pubblico inibisce l'afflusso di domanda dall'interno e dall'esterno. Chi vuole spezzare il ciclo italiano di tecnocrazia-populismo dovrebbe considerare quali condizioni quadro europee sarebbero necessarie per aiutare l'Italia a imboccare un percorso di crescita sano. E chi come tedesco vuole sostenere l'Italia in questo cammino, dovrebbe prima di tutto riconoscere il proprio contributo alla soppressione degli impulsi di crescita economica in Italia, cioè ammettere e riflettere sui propri errori. Non una parola in questo senso da parte della signora Barley e dei 2 coautori.

Un orrendo fallimento

Come se tutto ciò non bastasse, gli autori della lettera coronano la loro esposizione con un'accusa particolarmente oscura, addirittura ignobile, senza alcuna prova a sostegno: la signora Meloni nega i crimini più atroci della storia europea. Quali siano stati i crimini più atroci della storia d'Europa è fuori discussione. Si tratta dei crimini tedeschi dell'era nazista, culminati nella Shoah. Il futuro capo di governo italiano sarebbe quindi un negazionista dell'Olocausto - chiunque ritenga appropriata, o addirittura possibile, un'interpretazione diversa di questo passaggio della lettera aperta è pregato di farcelo sapere.

Il fatto che la negazione dei crimini nazisti non solo in Germania sia giustamente considerata moralmente riprovevole, ma sia anche un reato penale (si veda il paragrafo 3 del §130 del Codice Penale), conferisce un ulteriore peso all'affermazione. Chissà cosa pensavano gli autori quando hanno formulato la loro accusa (confrontate l'accusa, per esempio, con il contenuto di questa lunga intervista che il giornale israeliano Israel Haymon ha condotto con la signora Meloni). È evidente che i tre eurodeputati tedeschi non hanno il controllo né della loro bocca né della loro scrittura. Si può solo sperare che si scusino formalmente per il loro grossolano errore e che gli italiani sappiano che i tre autori non parlano in nome del popolo tedesco.

mercoledì 19 ottobre 2022

Situazione difficile per le Tafel tedesche a causa dei troppi utenti

A causa dell'inflazione e dell'economia di guerra un numero sempre piu' elevato di persone bisognose si rivolga alle Tafel tedesche (banchi alimentari): ormai si parla di oltre 2 milioni di utenti, non ci sono solo profughi ed emarginati ma anche molte persone con un lavoro. Ne scrive Die Welt


Secondo una recende indagine, in Germania più di un milione di persone è costretta a rifornirsi di generi alimentari presso le Tafel. L'Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW) nei giorni scorsi ha indicato un numero di utenti pari a circa 1,1 milioni, facendo però riferimento a un'indagine del 2020.

I banchi alimentari stessi, tuttavia, ipotizzano numeri significativamente più alti. "La situazione è estremamente tesa in tutte le Tafel", ha dichiarato una portavoce dell'organizzazione nazionale Tafel Deutschland. L'organizzazione infatti ritiene di avere ormai ben più di due milioni di utenti, un numero mai visto prima. Sullo sfondo ci sono la guerra in Ucraina e l'aumento dei prezzi. "Arrivano anche molte persone con un lavoro".

I circa 960 banchi alimentari presenti sul territorio nazionale distribuiscono ai bisognosi alimenti che non possono più essere messi in commercio. Le associazioni locali hanno ripetutamente lanciato l'allarme: i rifornimenti stanno diventando difficili perché i negozi di alimentari sprecano meno cibo che altrimenti sarebbe andato alle Tafel. Ne sono un esempio le offerte di "cibo in scadenza" sugli scaffali dei negozi. Di recente si è discusso anche di acquisti provenienti da donazioni per sostenere i piu' bisognosi.

Il DIW ha chiesto ai partecipanti alla serie di indagini del Socio-Economic Panel 2020 se qualcuno della loro famiglia nell'anno precedente si fosse rivolto a un banco alimentare. Sono arrivati cosi' a stimare poco meno di 1,1 milioni di persone che hanno usufruito dei servizi.

"Naturalmente, l'attuale situazione di alta inflazione sta avendo un impatto anche sugli utenti dei banchi alimentari", ha spiegato Markus Grabka, ricercatore del DIW, a proposito della situazione attuale. I costi elevati per l'energia portano anche persone con un reddito non proprio basso ad accedere alle strutture. Ci sono inoltre molti rifugiati arrivati dall'Ucraina.



Il mito del disoccupato pigro

Secondo le Tafel dall'inizio dell'anno a livello nazionale il numero di visitatori è aumentato di circa la metà. A Berlino, dove sono arrivati molti rifugiati ucraini, il numero è ancora più alto. All'inizio dell'anno, circa 40.000 persone al mese si rivolgeva ad uno dei 47 banchi alimentari di Berlino, mentre ora sono ben più di 70.000, come ha dichiarato la direttrice Antje Trölsch. Molti di questi sono fuggiti dalla guerra in Ucraina. Ci sono poi molti tedeschi che non riescono più a far fronte al forte aumento dei prezzi. "Anche le persone che in qualche modo prima ce la facevano, ora vengono da noi".

Tre quarti delle persone che hanno utilizzato le Tafel nel 2019 vivevano con un'assistenza sociale di base (Hartz IV), ha rilevato il DIW. Molti erano a rischio povertà e avevano problemi di salute. Anche i genitori single e le coppie con figli ricorrono sempre piu' spesso alle Tafel. Un quarto delle persone che beneficiano dei banchi alimentari sono bambini.

"Ogni settimana dobbiamo mandare a casa delle persone"

Secondo il DIW, gli utenti dei banchi alimentari spendono circa 210 euro al mese pro capite per l'alimentazione - 30 euro in meno rispetto a chi non ne usufruisce. In termini di reddito netto, invece, è  quasi il doppio. I ricercatori concludono che i banchi alimentari vengono utilizzati principalmente per compensare un reddito insufficiente.

La sofferenza invisibile dei pensionati vicini alla soglia di povertà

A causa dell'aumento dei prezzi, per un numero sempre maggiore di persone il reddito disponibile è diventato insufficiente, dicono dalle Tafel. "Mandiamo a casa persone ogni settimana", ha riferito recentemente la struttura di Potsdam, considerando l'aumento delle richieste. Secondo l'organizzazione nazionale, infatti, in Germania un banco alimentare su tre entro la fine dell'estate ha smesso di accogliere persone nuove per mancanza di cibo o di personale.

Finora Berlino è riuscita a impedire il blocco delle Tafel. Sono stati aperti invece nuovi punti di distribuzione dove i bisognosi possono ritirare i sacchetti del cibo.

Servono tuttavia dei volontari. "Siamo sempre alla ricerca di persone che ci supportino: che guidino per fare le consegne, che preparino le borse e che le distribuiscano", ha detto Trölsch.

Secondo il ricercatore del DIW Jürgen Schupp, i banchi alimentari non possono sostituire la lotta dello Stato contro la povertà. "Il fatto che le famiglie in particolare debbano ricorrere ai banchi alimentari non mette in buona luce le condizioni di sicurezza sociale per i bambini", ha detto Schupp. "La Ampel Koalition dovrà far decollare in maniera rapida lo schema di base degli assegni familiari".



giovedì 13 ottobre 2022

Dal primo ottobre 6,6 milioni di occupati beneficiano del salario minimo a 12 euro lordi l'ora

Il primo di ottobre in Germania è entrato in vigore il salario minimo di 12 euro lordi l'ora, a beneficiarne sono stati circa 6.6 milioni di lavoratori che fino al 30 settembre guadagnavano meno di quella somma. A conti fatti è molto probabile che chi in Germania va a pulire i pavimenti con un salario minimo di 12 euro lordi l'ora a fine mese guadagni di piu' di un impiegato di concetto italiano dipendente di una delle tante piccole e medie aziende del nostro belpaese. Ne scrive la Hans Böckler Stiftung

Il primo ottobre è entrato in vigore il salario minimo a 12 euro lordi l'ora


Sono circa 6,64 milioni i lavoratori che hanno beneficiato dell'aumento del salario minimo entrato in vigore il 1° ottobre 2022 e che quindi fino al 30 settembre guadagnavano meno di 12 euro lordi l'ora. Ciò corrisponde al 17,8% di tutti i dipendenti (esclusi quindi gli apprendisti e gli studenti con un mini-jobs, esentati dalla legge sul salario minimo). Nella Germania orientale il tasso è del 29,1%, in quella occidentale, compresa Berlino, del 16,1%. In un confronto nazionale, la percentuale più alta di dipendenti che hanno avuto diritto ad un aumento della retribuzione nell'ambito dell'aumento del salario minimo è quella registrata nei distretti di Sonneberg in Turingia (44,0%), Teltow-Fläming (Brandeburgo; 43,1%), Saale-Orla (Turingia; 40,0%) e Vorpommern-Rügen (39,0%). La percentuale più bassa di dipendenti che attualmente guadagnano meno di 12 euro lordi l'ora si trova a Wolfsburg (7,9%), Erlangen (8,1%), nel distretto di Monaco (9,7%) e Stoccarda (10,3%). E' il risultato che emerge da un nuovo studio realizzato dall'Istituto per la Ricerca Economica e Sociale (WSI) della Fondazione Hans Böckler, e che fornisce dati dettagliati per tutte le regioni federali e per circa 400 distretti tedeschi e le relative città capoluogo. La distribuzione regionale è in linea con i risultati di uno studio WSI del 2021, il quale dimostrava che l'aumento del salario minimo avrebbe migliorato in primo luogo la retribuzione dei lavoratori senza contratto collettivo. Tra i 6,64 milioni di persone con una retribuzione oraria inferiore ai 12 euro ci sono poco meno di 2,55 milioni di lavoratori a tempo pieno, 1,81 milioni di lavoratori a tempo parziale e poco meno di 2,29 milioni di persone il cui unico impiego è un mini-job.



"Il salario minimo di 12 euro ha garantito a molti lavoratori un sensibile aumento salariale in un momento in cui questo si è rilevato particolarmente importante a causa dei prezzi elevati di energia e cibo. E questo senza alcun prevedibile impatto sull'occupazione, come dimostra, ad esempio, un recente sondaggio tra i centri per l'impiego", afferma l'esperto di mercato del lavoro del WSI Dr. Eric Seils, autore dello studio insieme al collega Dr. Toralf Pusch. "L'aumento del salario minimo contribuisce alla stabilizzazione del potere d'acquisto in un'ampia gamma di regioni", aggiunge Pusch. Si tratta della continuazione di un effetto che il WSI aveva già dimostrato in uno studio recentemente pubblicato e richiesto dalla Commissione per il salario minimo in merito agli anni successivi all'introduzione del limite inferiore per legge: sono evidenti miglioramenti sensibili del reddito che hanno un effetto soprattutto nelle regioni più povere, vale a dire dove il salario minimo è molto significativo e quindi contribuisce a rafforzare i consumi.

Nel loro studio, Pusch e Seils hanno utilizzato il Socio-Economic Panel (SOEP) e gli ultimi dati disponibili dell'Ufficio Federale di Statistica e dell'Agenzia Federale del Lavoro, estrapolandoli fino a settembre 2022. Ciò ha consentito ai ricercatori del WSI di presentare una proiezione del numero di dipendenti che attualmente lavorano per meno di 12 euro e di ripartirlo a livello di Stati federali, città indipendenti e distretti.

Per quanto riguarda le regioni federali, il Meclemburgo-Pomerania Occidentale ha la quota più alta di dipendenti che beneficiano del salario minimo di 12 euro l'ora, il 31,2%, seguito dalla Turingia (30,8%). In cifre assolute, e non sorprende, il numero più alto riguarda gli stati federali più popolosi della Renania Settentrionale-Vestfalia (circa 1,3 milioni di dipendenti; tasso del 16,8%) e della Baviera (ben 930.000, tasso del 14,7%). Tra le città tedesche, Berlino ha in assoluto il numero più alto di persone che beneficiano dell'aumento, con il 17,8% e poco meno di 305.000 persone. In termini di proporzione, seguono Amburgo (14,7%; ben 160.000), Colonia (14,5%; ben 94.000 persone) e Monaco (11,1%; ben 107.000).

L'analisi mostra anche che l'applicazione di un basso salario varia notevolmente in base al tipo di occupazione e all'orario di lavoro: la quota di gran lunga maggiore è quella dei mini-jobber senza altri rapporti di lavoro: quasi l'80% di loro guadagnava meno di 12 euro lordi l'ora. Tra i lavoratori part-time è del 20,1% e tra i lavoratori a tempo pieno del 9,9%.