Visualizzazione post con etichetta thomas mayer. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta thomas mayer. Mostra tutti i post

venerdì 16 settembre 2016

Il Gold-Euro tedesco

Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, dalle pagine di Handelsblatt lancia il Gold-Euro, una nuova moneta agganciata all'oro per difendere i patrimoni tedeschi dalla liquidità illimitata della BCE. Da Handelsblatt.com



L'introduzione del "Gold-Euro" proteggerebbe gli investitori dai tassi di interesse negativi e dai rischi di inflazione. Potrebbe funzionare anche come moneta d'emergenza in caso di rottura della zona Euro. Un contributo.


Mentre i profughi, la Turchia e il terrore islamista occupano le prime pagine dei giornali, la crisi Euro continua a covare sotto la cenere. Un fallimento dell'Euro è possibile, alcuni lo considerano addirittura probabile. In quest'articolo descriviamo l'idea di un moneta ombra, il "Gold-Euro", che in caso di rottura della zona Euro potrebbe essere usata immediatamente come valuta d'emergenza ed eventualmente anche come valuta permanente a livello nazionale oppure regionale all'interno della zona Euro.

Il Gold-Euro dovrebbe, soprattutto all'inizio, garantire la difesa del valore, proteggendo i risparmi dall'inflazione e dai tassi negativi. Il valore della moneta sarebbe infatti legato al suo contenuto in oro. I risparmiatori sarebbero soggetti alle fluttuazioni del prezzo dell'oro, ma nel lungo periodo avrebbero la possibilità di proteggersi dall'inflazione in arrivo nella zona Euro. In linea di principio il Gold-Euro potrebbe svolgere le altre 2 funzioni del denaro, vale a dire: unità di conto, e mezzo di pagamento. Soprattutto nel caso in cui le oscillazioni estreme dovute all'Euro-inflazione dovessero limitare queste funzioni della moneta unica.

Il Gold-Euro segue la stessa idea del Mark Banko del 18° secolo o del Goldmark durante l'iperinflazione degli anni '30. Anche queste valute erano state emesse come moneta privata d'emergenza in un sistema monetario ufficiale instabile. Oggi ci sono in Germania oltre 50 valute private - anche solo regionali - e se consideriamo anche le valute completamente elettroniche come il Bitcoin, l'Euro ha già una certa concorrenza. Inoltre, gli investitori usano già l'oro in forma fisica o in forma di quote di partecipazione ad un fondo che investe in oro come strumento per la difesa del patrimonio. Per il Gold-Euro sarebbe tuttavia utile un sostegno dello stato nella fase di definizione degli standard.


L'emissione del Gold-Euro

Nella legge sulla moneta del 16 dicembre 1999 è scritto che "il Ministero delle Finanze ha il potere per decreto di bloccare o approvare, senza il voto del Bundesrat, che medaglie e gettoni, per le quali c'è il rischio di confusione con monete tedesche in Euro commemorative, siano prodotte, vendute o introdotte oppure diffuse con qualsiasi altro scopo".

Il ministero potrebbe pertanto per decreto consentire l'emissione di una moneta reale o virtuale denominata in oro (Gold-Euro). Un provvedimento ufficiale non sarebbe necessario, se la moneta non avesse alcun riferimento all'Euro. Che invece nel caso del Gold-Euro è decisamente desiderabile. Un Gold-Euro fisico potrebbe contenere 1 grammo di oro fisico, un Gold-Euro virtuale il diritto ad un grammo di oro.

Le monete in Gold-Euro sarebbero coniate dalla zecca dei Laender che si dichiarano disponibili e che hanno ricevuto l’incarico dal governo federale. Il processo di emissione sarebbe regolato dal paragrafo 6 della legge sul conio del Ministero delle Finanze. Le monete potrebbero essere denominate in maniera diversa, ad esempio in 1, 5 o 10 Gold-Euro (pari a circa 38 €, 190€, 380€), oppure 10, 50 Goldcents ( pari a 3,8€, 19€). L’emissione dei Gold-Euro virtuali, garantita mediante il deposito della corrispondente quantità di oro, potrebbe essere gestita da istituti finanziari autorizzati e regolamentati.


La gestione del Gold-Euro

I Gold-Euro fisici sarebbero ceduti dalla Zecca al valore dell’oro più’ il costo di produzione. Il tasso di cambio nei confronti dell’Euro verrebbe definito sul mercato secondario secondo il prezzo di mercato dell’oro e secondo le oscillazioni dovute alla disponibilità fisica delle monete. Si potrebbero emettere anche monete virtuali, vale a dire moneta bancaria, definite in unità di Gold-Euro e coperte da una quota di partecipazione ad un fondo con dell’oro. Le monete virtuali sarebbero emesse secondo il prezzo offerto dal mercato, sulla base delle contrattazioni e del valore dell’oro. Gli emittenti si impegnerebbero a garantire uno spread massimo dell’1% fra domanda e offerta.

I vantaggi rispetto allo status quo 

La difesa del valore dei risparmi grazie alla detenzione di Gold-Euro reali e virtuali sarebbe più’ semplice e più’ sicura. Anche gli investitori senza un deposito titoli, acquistando delle monete potrebbero costituire i loro risparmi in oro. Se la domanda di Gold-Euro virtuali dovesse crescere, le banche di deposito potrebbero offrire prodotti semplici e standardizzati per la custodia degli Euro virtuali. Di fatto il Gold-Euro virtuale (come il Bitcoin) mediante la tecnologia Blockchain potrebbe trasformarsi in uno strumento efficiente per i pagamenti senza contanti.

Le funzioni del Gold-Euro

Nella situazione attuale il Gold-Euro sarebbe prima di tutto una riserva di valore per proteggere gli investitori dagli effetti dei tassi negativi e dai rischi di una imminente inflazione. Probabilmente sarebbe utilizzato per la difesa dei grossi patrimoni finanziari e anche per transazioni commerciali di grandi dimensioni. Poiché il suo valore si muoverebbe con il prezzo dell'oro espresso in Euro, i pagamenti di tutti i giorni continuerebbero probabilmente ad essere effettuati ancora in Euro.


La situazione potrebbe ovviamente cambiare se l'inflazione dovesse aumentare in maniera significativa e il valore dell'Euro diventasse instabile, oppure in caso di fine della moneta unica. In quel caso il Gold-Euro si imporrebbe anche come unità di conto e mezzo di pagamento, come accadde storicamente per il Goldmark. I prezzi e i salari sarebbero allora definiti in Gold-Euro e non più' in Euro. 

A ciò' si aggiunge la possibilità di consentire diverse valute private e quindi la concorrenza fra gli emittenti. La concorrenza nel settore monetario darebbe ai partecipanti al mercato la possibilità di richiedere la moneta più' attrattiva e sicura e con il minimo costo di gestione. Non ultimo, le possibilità di abuso del sistema monetario europeo da parte della politica sarebbero fortemente limitate. Già questo, di per sé, sarebbe un grande risultato economico.

lunedì 28 ottobre 2013

L'illusione dell'OMT

Sul programma OMT della BCE pende ancora il giudizio della Corte costituzionale tedesca che potrebbe cassarlo perché incostituzionale. Sulla FAZ Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, ci ricorda quanto è fragile la calma sui mercati finanziari. Da FAZ.net
Di questi tempi parlando con gli investitori internazionali si nota un ampio accordo almeno su un punto: gli investimenti in obbligazioni della periferia dell'Eurozona sono attrattivi. Solo una minoranza fra di loro pero' ritiene che la causa sia un significativo miglioramento nelle condizioni economiche di questi paesi. Per la maggior parte è stato decisivo il fatto che la BCE abbia promesso di sostenere in caso di emergenza i paesi Euro vacillanti, e a tale scopo abbia istituito un apposito programma: "Outright Monetary Transactions“ (OMT).

Gli investitori pero' ignorano un fatto importante: la Corte costituzionale tedesca potrebbe considerare questo programma incompatibile con la sovranità che in materia di bilancio federale la Costituzione tedesca garantisce al Bundestag.

Che la Corte costituzionale possa occuparsi di un programma della BCE è una circostanza singolare dovuta al ricorso che alcuni cittadini hanno presentato nei confronti del trattato ESM. Nel suo giudizio precedente sullo stesso tema, la Corte costituzionale aveva deliberato che l'ESM puo' essere considerato compatibile con la Costituzione tedesca, a patto che il Bundestag sia coinvolto nelle decisioni prese dal fondo ESM che abbiano un effetto sul bilancio federale tedesco, e che gli impegni definiti dal fondo ESM siano limitati. I ricorrenti hanno tuttavia sostenuto che il programma della BCE per l'acquisto di titoli sul mercato secondario non ha un volume limitato come l'ESM. La Corte ha accettato di verificare la compatibilità dell'OMT con la sovranità tedesca in materia di bilancio federale. Nell'udienza di giugno davanti alla Corte si è già discusso se il programma di acquisto di titoli possa prevedere un volume illimitato, e se da questi acquisti possano nascere degli oneri per il bilancio tedesco. Se la Corte dovesse rispondere affermativamente a questi ricorsi, non potrebbe proibire il programma, ma potrebbe tuttavia impedire al governo federale di sostenere il programma ESM e quindi l'acquisto di titoli da parte della banca centrale. Poiché il programma ESM difficilmente puo' essere implementato senza la garanzia tedesca, di fatto il programma OMT perderebbe ogni efficacia.

Un nuovo nervosismo sui mercati

Fin dal suo annuncio il programma ha lavorato in background ed è stato sufficiente per calmare i mercati. Non è certo, ma è possibile, che la fine del programma possa portare nuovo nervosismo sui mercati. E cio' è piu' probabile quanto piu' precaria sarà la situazione dei paesi in crisi. Se la crisi dovesse riaccendersi, la BCE potrebbe essere perfino costretta a riattiavare il precedente "Securities Markets Program" e a intervenire senza alcun legame con il programma ESM. Cio' sarebbe legittimo secondo lo statuto della BCE, ma secondo la Corte probabilmente in contrasto con l'ordinamento tedesco. Ed è difficile pensare che la Germania possa accettare nel lungo periodo simili violazioni.

Durante l'estate dello scorso anno avevo proposto di consentire all'ESM, in caso di necessità, di chiedere dei prestiti di emergenza alla BCE. Ma questa proposta è stata politicamente respinta dalla parte tedesca. Se la BCE dovesse decidere di sostenere l'ESM sul mercato secondario in seguito ad una richiesta presentata dal fondo, la sovranità di bilancio tedesca verrebbe rispettata. In quel caso sarebbero i governi, e quindi il Bundestag, a decidere se richiedere una linea di credito alla BCE. Di fatto la decisione sul volume degli impegni tedeschi resterebbe una priorità del Parlamento tedesco. Inoltre, sarebbe salvaguardata anche l'indipendenza della BCE: il board della banca centrale potrebbe decidere liberamente se concedere o meno una linea di credito.

Questo treno tuttavia potrebbe essere già passato: una riorganizzazione dei rapporti fra BCE ed ESM non è piu' possibile. Di conseguenza, per gli attori dei mercati finanziari non resta che una speranza, che i giudici della Corte costituzionale chiudano un occhio e confermino la legittimità costituzionale del programma di acquisto titoli. Oppure, se i giudici dovessero considerare il programma incostituzionale, dovrebbero allora sperare che i mercati finanziari si accontentino delle poche riforme strutturali realizzate nei paesi in crisi.

venerdì 13 settembre 2013

E' difficile fare previsioni, soprattutto quando c'è di mezzo il futuro.

FAZ.net intervista 12 economisti di spicco per sapere quale sarà il futuro della moneta unica. Tra questi Hans Werner Sinn, Jürgen Stark, Thomas Mayer e altri, le risposte sono soprendenti...

Hans-Werner Sinn

Quanto durerà ancora la crisi?

La causa è stata la bolla inflazionistica generata dall'Euro, e la conseguente perdita di competitività del sud Europa. L'unica soluzione è una svalutazione interna da realizzarsi mediante il contenimento dei prezzi. Solo l'Irlanda ci è riuscita, perché la bolla irlandese è esplosa prima delle altre e perché nessuno ha aiutato l'Irlanda. I salvataggi hanno al contrario ridotto la pressione verso l'aggiustamento, e ritardato il recupero di competitività

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Non avrebbe dovuto violare il trattato d Maastricht e non avrebbe dovuto approvare i salvataggi fiscali, piuttosto lasciare che i paesi in crisi uscissero dall'Euro. La Grecia avrebbe già superato la fase peggiore se nel 2010 la si fosse fatta uscire con il supporto della comunità internazionale. E gli altri paesi si sarebbero dati da fare molto di piu'.

Siamo finiti in una unione debitoria?

La BCE ha iniziato con i prestiti per il rifinanziamento e con l'acquisto di titoli governativi, poi saranno gli stati a dover salvare la BCE. I Parlamenti sono stati degradati al ruolo di assistente del board BCE.

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

E' stato un errore introdurre l'Euro, ma dal momento che esiste, si dovrebbe trovare il modo di ripararne i difetti. Per fare cio' si dovrebbe limitare il ruolo della BCE e rafforzare l'unione politica.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Non so se l'Euro sopravviverà. Se dovesse sopravvivere, l'Eurozona sarà trasformata in una unione di trasferimento. Che ci possano essere ancora tutti i paesi, mi pare abbastanza improbabile.


Kenneth Rogoff


Quanto durerà ancora la crisi?

Ci sono stati progressi in alcune aree, ma resta il problema fondamentale della mancanza di una significativa integrazione politica. Quanto durerà ancora la crisi? Restano aperti troppi problemi per poter fare una previsione ragionevole.

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

I veri grandi errori sono stati fatti negli anni '90. L'idea che le cose durante la crisi si sarebbero sviluppate in maniera positiva, se solo i tedeschi avessero tollerato dei deficit maggiori, di fatto ignorava i rischi di un eccesso di indebitamento nel lungo periodo.

Siamo finiti in una unione debitoria?

L'eccesso di debito frena la crescita nella periferia dell'Euro. Una parte del debito probabilmente non sarà mai ripagato. Sarebbe meglio riconoscere quanto prima questo fatto inevitabile.

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

E' stato un grande errore introdurre l'Euro prima di aver completato una unione fiscale, l'unione bancaria e un notevole livello di integrazione politica. Non c'era alcuna necessità di introdurre l'Euro per godere dei benefici del mercato unico. E se i politici europei avessero proprio voluto introdurre l'Euro, allora iniziare con un gruppo piu' piccolo e piu' integrato sarebbe stato decisamente meglio.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Alcuni dei membri attuali dell'Euro saranno fatti uscire dall'unione monetaria e messi in una sorta di orbita esterna. Saranno protetti da controlli severi sui movimenti di capitali, fatto che renderà il valore dell'Euro greco inferiore a quello dei paesi centrali.


Marcel Fratzscher


Quanto durerà ancora la crisi?

In Europa siamo sulla strada giusta, anche se questa via è molto lunga e pietrosa. Sono state realizzate molte piu' riforme di quanto l'opinione pubblica non abbia percepito. Altre riforme centrali come l'uione bancaria e il Fiskalpakt hanno ancora delle carenze, oppure sono inadeguate.

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

La Germania ha superato la crisi economica in buone condizioni. Il nuovo governo federale dovrebbe assumersi maggiori responsabilità nei confronti dell'Europa: non assumendo nuovi rischi, piuttosto progettando una visione dell'Europa di lungo periodo e cercando di svilupparla con i partner europei.

Siamo finiti in una unione debitoria?

E' chiaro che qualsiasi unione monetaria, per definizione, prevede anche una messa in comune dei rischi e delle garanzie, che portano con sé anche dei costi. Importante è cio' che si ottiene - e per la Germania i vantaggi economici sono chiari. Nella crisi attuale non dobbiamo perdere di vista il quadro generale e la prospettiva di lungo periodo.

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

Sono stati fatti grandi errori nell'introduzione dell'Euro. Tuttavia non dobbiamo cadere in una forma di nostalgia per il D-Mark e sperare che il tempo torni indietro. Piuttosto dovremmo guardare al futuro e cercare di compensare le mancanze strutturali per rendere l'Euro sostenibile nel lungo periodo.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

L'Europa uscirà rafforzata dalla crisi. Molti investitori e governi se lo aspettano già oggi - l'Euro è rimasto sorprendentemente stabile, e paesi come la Lettonia e la Lituania vogliono introdurre l'Euro. Altri seguiranno.


Jürgen Stark


Quanto durerà ancora la crisi?

Ci sono stati progressi nel consolidamento di bilancio e nelle riforme strutturali. Ma il tempo che la BCE è riuscita a guadagnare, è stato utilizzato in maniera insoddisfacente. Solo in pochi paesi è stata realizzata una massa critica di riforme. Autocompiacimento e mancanza di volontà riformatrice minacciano quanto è stato raggiunto. Meno della metà della strada è ancora da fare

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Già nel 2003 il governo federale tedesco aveva violato le regole di bilancio europee. Nella gestione della crisi la Germania ha sacrificato importanti principi e regole del trattato di Maastricht.Tutte le decisioni successive sono l'applicazione di questo cambio di paradigma.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Si', oggi abbiamo una unione monetaria diversa da quella prevista dal Trattato di Maastricht. Si', dall'unione di stabilità si è passati ad una garanzia comune sul debito e ad una unione di trasferimento. Ma anche altri paesi volevano questo.

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

Introdurre l'Euro è stata la cosa giusta. Tuttavia, con l'introduzione dell'Euro, era chiaro che ad alcuni paesi stavamo chiedendo troppo.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Dobbiamo fermare l'espansione fino a quando non si avrà una chiara prospettiva per lo sviluppo europeo. E' ancora probabile che alcuni paesi lascino l'unione monetaria, i paesi che non riescono a rispettare i requisiti e che non potranno contare per sempre sul sostegno esterno. Cio' rafforzerebbe la credibilità dell'Euro.


Barry Eichengreen


Quanto durerà ancora la crisi?

La fase acuta della crisi è superata, la crisi in sé pero' no. Io credo che sintomi come l'elevata disoccupazione, l'assenza di crescita e l'insicurezza continueranno ancora per molti anni

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Sarebbe stato meglio sfruttare l'occasione per fare delle riforme: porre fine alla crisi bancaria (ricapitalizzazione degli istituti bancari), alla crisi di debito pubblico (con la sua ristrutturazione), e alla crisi di crescita (con una politica fiscale piu' favorevole).

Siamo finiti in una unione debitoria?

No, i crediti che le banche francesi e tedesche, con molta leggerezza, hanno concesso ai paesi del sud-Europa, dovranno essere ristrutturati - anche adesso, che sono finiti sul bilancio BCE. Ma c'è una grande differenza con un'unione debitoria

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

E' stata prematura. Oggi sappiamo che una unione monetaria ha bisogno di una unione bancaria. E l'Europa nel 1999 non era pronta per una unione bancaria.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Dipende dalla strategia che la politica deciderà di seguire - non da ultimo in Germania


Walter Krämer


Quanto durerà ancora la crisi?

La terapia applicata fino ad ora ha smorzato solamente il dolore, ma non ha combattuto la malattia. La vera malattia è la mancanza di competitività dei paesi in crisi. Fino a quando non sarà risolta, quei paesi resteranno in crisi.

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Non si dovrebbero salvare le banche già fallite e si dovrebbero rispettare le regole, vale a dire: lasciare che la Grecia fallisca.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Naturalmente ci troviamo in una unione del debito

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

L'Euro soffre prima di tutto per gli errori di progettazione e realizzazione. E naturalamente ci sono 3 o 4 paesi che non hanno ragione di essere nell'unione monetaria.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Temo lo stesso numero di oggi. A meno che il big bang non arrivi prima del previsto


Nouriel Roubini


Quanto durerà ancora la crisi?

Alcuni sintomi sono stati trattati, come ad esempio la riduzione dei deficit delle partite correnti della periferia. Purtroppo questi cambiamenti sono in gran parte ciclici e dovuti alla forte recessione. La maggior parte dei problemi strutturali resta irrisolta: la mobilità del lavoro è ancora bassa, i passi verso l'unione bancaria, l'unione fiscale e l'unione politica sono troppo lenti e timidi. Solo nel caso di una nuova crisi potenzialmente letale, il processo di integrazione potrà accelerare

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Il governo tedesco ha due facce: da un lato ha finanziato i paesi in crisi e ha comprato tempo per l'aggiustamento strutturale. Dall'altro c'è invece un lato molto piu' duro che ha vincolato gli aiuti all'austerità. Ma il tentativo di riguadagnare la fiducia degli investitori in questo modo è stato auto-distruttivo.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Ci sono elementi di una unione di trasferimento, ma solo in parte

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

La decisione di introdurre l'Euro non è stata né buona, né cattiva. Era parte di un progetto politico. L'idea era: se uniamo gli europei con una moneta comune e un destino economico comune, saranno costretti ad andare verso l'unione politica. Naturalmente era rischioso. Ma col senno di poi probabilmente era la sola strada possibile per arrivare ad un'area valutaria ottimale

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Nessun paese, né della periferia né del centro, ha alcun incentivo ad uscire dall'unione monetaria


Jagdish Bhagwati


Quanto durerà ancora la crisi?

Io credo che Mario Draghi, mio studente al MIT, abbia preso esempio da Ben Bernanke salvando la moneta unica. Troppa austerità non è positiva, come abbiamo visto in Europa. Mi aspetto che in Europa la normalità sia ripristinata in 3 anni

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

La Cancelliera ha fatto bene a non promettere alla Grecia e ad altri paesi in crisi un salvataggio incondizionato. A parte il fatto che senza condizionalità difficilmente avrebbero tirato la cinghia, senza considerare che il governo deve considerare l'opinione pubblica tedesca. Non dobbiamo trascurare il fatto che il governo tedesco ha già dato ai paesi in crisi piu' denaro di quanto abbiano fatto gli Stati Uniti con il piano Marshall.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Una unione debitoria? Non per sempre..

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

E' chiaro che l'introduzione dell'Euro non era una decisione economica - i criteri per un'area monetaria comune indicati da Robert Mundell non erano stati soddisfatti - ma politica. Io credo sia stato un errore credere che l'integrazione politica dipendeva dalla moneta comune.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Si puo' solo provare ad indovinare. Nell'Eurozona per poter andare avanti, gli stati dovranno rinunciare alla loro autonomia fiscale. L'Eurozona è diventata poco attrattiva per i nuovi membri. Molti resteranno solo nell'EU, invece di di lottare per entrare nell'Euro.


Joachim Starbatty


Quanto durerà ancora la crisi?

Fino ad ora abbiamo curato solo i sintomi. Non si aiuta un debitore insolvente dandogli il denaro per ripagare i suoi creditori. La crisi è una storia infinita

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Wolfgang Schäuble e Angela Merkel all'inizio del 2010 erano d'accordo con l'uscita della Grecia dalla zona Euro. Sarebbero dovuti restare di questa opinione.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Si', passo dopo passo.  Peer Steinbrück accusa la Cancelliera di voler nascondere all'opinione pubblica tedesca che la Germania è finita nella palude del debito. Se fosse stato per lui, nella palude saremmo sprofondati fino al collo

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

L'introduzione dell'Euro è stata un errore. Helmut Kohl diceva che una unione monetaria senza unione politica è un'illusione. La garanzia politica nel trattato di Maastricht non è stata voluta - e senza la clausola di "No-bail-out" Maastricht è morto.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

O ci sarà una unione monetaria consolidata con membri che saranno in grado di sopportare un Euro forte, oppure non ci sarà alcun Euro.


Beatrice Weder di Mauro


Quanto durerà ancora la crisi?

I paesi in crisi sono nel mezzo dell'aggiustamento. Le loro partite correnti, il loro costo del lavoro per unità di prodotto e i deficit di bilancio stanno migliorando rapidamente. Ma la strada per restaurare la loro competitività è ancora lunga

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

La Germania ha garantito la coesione dell'Eurozona e cio' è stato giusto. Il tema centrale resta sempre quello di creare le condizioni per la stabilità di lungo periodo della moneta unica e dell'Europa.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Non ancora. Ma per evitarla sarà necessario rafforzare le istituzioni europee. I grandi cantieri sono: un procedimento per una gestione credibile delle ristrutturazioni e delle insolvenze bancarie, e dall'altro lato le crisi debitorie degli stati.

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

Lamentarsi del passato è inutile, e Maastricht non è stato ancora superato. Si dovrebbe prendere atto che un sostanziale rafforzamento delle regole di bilancio e di monitoraggio c'è già stato. Il Six-Pack, il Two-Pack, l'ESRB e gli altri nuovi strumenti funzioneranno? Ad oggi restano domande aperte

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Mi auguro quelli di oggi o anche di piu'. In caso contrario l'Europa si troverebbe bloccata in una crisi ancora maggiore

Christoph Schmidt


Quanto durerà ancora la crisi?

L'attuale tentativo di costruire un'architettura stabile, cercando di portare sotto lo stesso tetto responsabilità e controllo, affronta le cause della crisi. Una previsione accurata sulla durata della crisi è improbabile, dal momento che alcuni stati in crisi sono bloccati nel tentativo di recuperare il terreno perduto

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

La linea del governo federale, collegare la solidarietà con condizioni severe, è stata corretta. Per poter finalmente uscire dalla crisi, sarebbe necessario un passo ancora piu' coraggioso, ad esempio il fondo per il riscatto del debito proposto dai saggi economici.

Siamo finiti in una unione debitoria?

Anche senza le politiche di salvataggio la Germania non avrebbe potuto evitare dei costi molto alti, anche a causa della politica monetaria comune in Europa. Adesso si tratta di limitare i danni, mantenendo la necessaria pressione sui partner europei, affinché le riforme siano portate a termine.

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

No, l'errore non è stato nell'introdurre l'Euro, ma nella fragile architettura dell'unione monetaria. Per il futuro ritengo necessario far applicare della clausola di "no-bail-out" ed introdurre un procedimento per il fallimento degli stati in maniera ordinata all'interno dell'unione monetaria, una "Maastricht 2.0

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

Un numero esatto non posso darlo, perché non sappiamo quali stati EU in futuro intenderanno adottare l'Euro. La politica non ha pero' lasciato alcun dubbio: intende difendere la permanenza dei membri attuali e terminare le speculazioni sull'eventuale fine della moneta unica. Non accadrà.


Thomas Mayer


Quanto durerà ancora la crisi?

La lotta contro le cause - strutture economiche rigide e mancanza di disciplina fiscale - è appena iniziata e durerà ancora molti anni, come la crisi.

Il governo federale ha fatto la cosa giusta?

Si dovevano limitare nel tempo gli aiuti finanziari, e in caso di insolvenza si doveva lasciar fallire gli stati e farli uscire dalla moneta unica. Invece, si è preferito costruire un governo ombra non democratico, per poter mantenere tutti gli stati

Siamo finiti in una unione debitoria?

Una responsabilità comune sul debito? Ufficialmente no, segretamente si'. In seguito i debiti saranno trasferiti sul bilancio BCE e finiranno per indebolire il potere d'acquisto dell'Euro

L'introduzione dell'Euro è stata un errore?

Il trattato di Maastricht voleva un Euro come moneta merce, simile all'oro. Durante la crisi l'Euro segretamente è stato trasformato in una moneta legale (fiat). Questo è stato un errore.

Quanti saranno gli stati membri dell'unione monetaria fra 10 anni?

L'unione monetaria sarà ridotta ad una unione per il denaro contante. Sui conti avremo delle valute parallele.

sabato 7 settembre 2013

Mayer: l'Euro danneggia la Germania

Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, da sempre molto critico verso la moneta unica, dal suo blog su FAZ.net lancia una tesi singolare: l'Euro ci danneggia perché ci impone prezzi di vendita sui mercati esteri troppo bassi. da FAZ.net
In molti ritengono che per la Germania sia un vantaggio avere una moneta piu' debole rispetto a quanto accadrebbe con il D-Mark. E' una sciocchezza. Con un cambio debole gli esportatori vendono sui mercati mondiali i loro prodotti a un prezzo piu' basso. Quando i prodotti non sono attraenti, è necessario un basso prezzo di vendita per ottenere una quantità di valuta estera sufficiente a finanziare le importazioni.

Ma se i prodotti invece sono richiesti, la domanda è alta, e i proventi delle esportazioni superano la spesa per le importazioni. E questo è quanto è accaduto in Germania dopo l'introduzione dell'Euro. All'epoca in cui il Marco poteva ancora apprezzarsi nei confronti delle altre valute, fra il 1977 e il 1998, in media l'avanzo delle partite correnti è stato dell'1%. Tra il 2006 e il 2013, a causa del corso troppo debole dell'Euro, l'avanzo con l'estero in media è stato del 6.5 %. Con l'Euro vendiamo i nostri prodotti ad un prezzo troppo basso e spendiamo troppo per le importazioni (per questa ragione compriamo poco).

Una parte del surplus delle partite correnti è andato perduto a causa di investimenti sbagliati all'estero

Ma questo non basta. Le eccedenze derivanti dai proventi delle esportazioni devono in parte essere reinvestite all'estero. E su questi investimenti abbiamo subito delle forti perdite. Lo si deduce dal fatto che, nello stesso periodo di tempo, gli avanzi cumulati delle partite correnti sono superiori all'aumento del nostro patrimonio netto estero. Questa discrepanza indica che una parte del surplus delle esportazioni è andata perduta a causa di investimenti sbagliati. Nei 14 anni dall'introduzione dell'Euro fino al 2012, questa differenza è stata di 291 miliardi di Euro, vale a dire piu' del 10% del PIL tedesco. Analizzando la stessa differenza, si puo' notare che gli avanzi delle partite correnti cumulati anno dopo anno per lo stesso periodo di 14 anni, a partire dal 2008, superano sistematicamente l'aumento della posizione netta sull'estero, e nel 2011 con 382 miliardi di Euro raggiungono il loro picco. Precedentemente, le differenze positive e negative si alternavano, il che suggerisce che prima del 2008 non ci siano state perdite sistematiche.

Per evitare ulteriori perdite in futuro, dovremmo vendere l'export tedesco ad un prezzo superiore e acquistare l'import ad un prezzo inferiore, oppure dovremmo cercare di investire all'estero le nostre eccedenze in maniera piu' produttiva. Senza una moneta propria, potremo raggiungere una rivalutazione del nostro cambio reale, solo se i prezzi dei beni e dei servizi prodotti in Germania e i redditi dei tedeschi cresceranno piu' velocemente di quanto facciano quelli dei nostri partner europei. Per evitare perdite di competitività nei confronti dei nostri concorrenti all'esterno dell'unione monetaria, l'Euro dovrebbe deprezzarsi per un valore corrispondente. I nostri partner nell'unione monetaria non dovrebbero trasmettere pero' questa svalutazione ai loro prezzi e salari, piuttosto dovrebbero utilizzarla per recuperare competitività nei nostri confronti e verso i paesi all'esterno dell'unione monetaria. Si tratta di un esercizio molto difficile, perché noi dovremmo tollerare per un certo periodo di tempo un'inflazione superiore, e i nostri partner, nonostante la svalutazione dell'Euro, mantenere i prezzi e i costi stabili. Allo stesso tempo la BCE dovrebbe imporre una tale svalutazione sul mercato delle valute. Le possibilità che tutto questo si realizzi come descritto, non sono molto elevate. Nel nostro paese gli aumenti di prezzo sono estremamente impopolari, mentre i nostri partner in passato hanno tentato di raggiungere la stabilità dei prezzi senza successo.

In alternativa si potrebbe provare a investire in maniera piu' ragionevole le nostre eccedenze commerciali. Poiché le nostre banche, le assicurazioni e gli investitori privati hanno avuto risultati deludenti, in un articolo precedente ho suggerito la costituzione di un fondo pubblico per gli investimenti secondo l'esempio di altri paesi con elevati avanzi commerciali. Le esperienze mostrano che un rendimento attraente è possibile quando lo stato raccoglie il risparmio privato e organizza gli investimenti all'estero in concorrenza con i gestori privati. Secondo alcune fonti, i fondi pubblici di Norvegia e Singapore negli ultimi 10 o 20 anni hanno avuto un rendimento annuo del 3 o 4% superiore all'inflazione. Nel nostro paese, come al solito,  gli scettici vorrano mettere in discussione questa proposta. Dovremo tuttavia rassegnarci al fatto che l'Euro ci impone dei prezzi peggiori sui mercati esteri, e genera perdite nell'investimento all'estero delle nostre eccedenze commerciali. La politica dovrebbe essere sufficientemente onesta da riconoscerlo...

lunedì 26 agosto 2013

Consumate di piu'!

Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, dal suo blog su FAZ.net ci racconta un incontro-scontro fra economisti italiani e tedeschi. "Consumate di piu'!", chiedono gli italiani, "fate ordine a casa!" rispondono gli altri. Dal FAZ.net
La Villa Vigoni sul Lago di Como è una delle perle meno conosciute nel portafoglio immobiliare dello stato tedesco. Costruita nel diciannovesimo secolo come residenza estiva da un uomo d'affari e banchiere italo-tedesco, negli anni ottanta del secolo scorso l'ultimo membro della famiglia l'ha trasformata in un luogo di incontro fra Italia e Germania. Il donatore lo sapeva: solo quando durante la notte le luci provenienti dalla riva del lago brillano in cielo, e i riflessi del vino rosso splendono nei bicchieri, è possibile esplorare le profondità dell'anima italiana e tedesca.

Fate ordine a casa!

"Se vogliamo mantenere l'Euro come moneta comune, alla fine dovrete fare ordine a casa vostra!", esorta la parte tedesca. "Cio' di cui avete bisogno è un' "Agenda 2020". Il mercato del lavoro deve essere flessibilizzato, le vostre normative devono essere riviste - secondo la Banca Mondiale non siete molto meglio dei paesi in via di sviluppo - e soprattutto dovete organizzare la vostra politica in maniera migliore". "C'è qualcosa di vero", ammette la parte italiana. "E infatti ci sforziamo di affrontare i problemi. E invece voi cosa fate? Niente. Siete fieri della vostra competitività e vi vantate di essere i campioni del mondo dell'export. I vostri avanzi delle partite correnti minacciano di distruggere l'Unione Europea. Se voi non ci date la possibilità di esportare, non potremo permetterci il vostro import. Se compriamo a debito, non dovete meravigliarvi se poi alla fine non saremo in grado di rimborsare, e voi non rivedrete il vostro denaro. Siate un po' piu' rilassati, concedetevi dei salari un po' piu' alti, un po' piu' di tempo libero, e consumate di piu'!".

Ma cosi' non si vincono le elezioni

La parte tedesca non vuole sentirne nemmeno parlare: "I salari non devono crescere piu' della produttività, se vogliamo che la moneta resti stabile. Siamo disponibili a far crescere i nostri salari secondo la produttività. Voi pero' dovrete tenere la crescita salariale al di sotto della produttività, affinché possiate recuperare competitività nei nostri confronti. Sin dall'inizio dell'unione monetaria avete accettato che accadesse il contrario". "La nostra crescita della produttività è cosi' bassa, che abbiamo già avuto dei tagli salariali per poter recuperare competitività nei vostri confronti. I tagli salariali, pero', non sono politicamente sostenibili". "Allora aumentate la produttività riformando la vostra economia!". La parte italiana fa un respiro profondo: "Non è cosi' facile. Prima di tutto c'è bisogno di tempo, che noi adesso non abbiamo. Secondo, i nostri elettori non sono convinti che con le riforme strutturali si possa aumentare la crescita. Cio' che voi definite rigidità, sono strutture cresciute nel corso degli anni, che non possono semplicemente essere spazzate via dall'oggi al domani. Dietro ogni regolamentazione c'è un gruppo di interesse, che con la sua cancellazione finirà per perderci. La perdita è concreta, e viene percepita immediatamente, mentre il ritorno in termini di crescita arriva molto tempo dopo. In questo modo da noi non si vincono le elezioni, come dimostra l'esempio di Mario Monti".

La parte tedesca fa un altro tentativo: "Ma Monti ha perso le elezioni perché ha aumentato le tasse". "Non solo, ma anche per questo. C'è anche dell'altro. Gli italiani in generale non hanno fiducia nello stato. Per questo pagano a malincuore le tasse. Ma sono pronti a prestare denaro allo stato". "Ma questo non fa che aumentare il debito pubblico in maniera gigantesca". "Ma fino a quando siamo noi a finanziarlo senza fare debiti con l'estero? Voi pagate diligentemente allo stato le vostre tasse, noi invece preferiamo prestargli il nostro denaro". "Se voi aveste ancora la vostra moneta, potrebbe ancora andare bene; sebbene in questo modo state solo scaricandone il peso sui vostri figli. Ma in una unione monetaria il vostro debito pubblico minaccia la stabilità della nostra moneta comune. Se lo stato non è piu' in grado di rifinanziarsi sul mercato, la banca centrale deve intervenire". "Che c'è di male? La FED, la Bank of Japan o la Bank of England comprano già i titoli di stato. Aiutano lo stato a finanziarsi a basso costo, si occupano di tenere bassi i tassi  di interesse e indeboliscono il  cambio, in modo da aumentare la competitività. Perché la BCE non dovrebbe farlo anche per noi?" "Ma allora la politica monetaria per noi sarebbe troppo espansiva. I prezzi e i salari salirebbero". "Sarebbe solo auspicabile". Quando la conversazione sembra essere tornata al punto di partenza, c'è una pausa. "Perchè con i britannici non abbiamo queste discussioni?", chiede una parte. "Semplice, perché loro con la loro moneta possono fare ancora beatamente quello che vogliono", risponde l'altra.




-->

mercoledì 30 gennaio 2013

La presunta sistemicità di Cipro


Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung si scaglia contro l'ennesimo Eurosalvataggio: Cipro non è sistemica e il contribuente europeo non puo' essere chiamato in causa. Da FAZ.net
Fino ad ora gli Eurosalvataggi sono sempre stati giustificati ipotizzando presunti rischi sistemici per l'intera Eurozona. In quest'ottica il salvataggio di Cipro potrebbe sembrare solo una consuetudine. Con la stessa motivazione si sono finanziati i deficit di bilancio di Grecia e Portogallo, si è convinto il governo irlandese a sostenere in maniera permanente le sue banche, e aiutato la Spagna a ricapitalizzare le casse di risparmio. Per Cipro, che ora ha bisogno di aiuti finanziari, lo stesso ragionamento è difficile da giustificare. Probabilmente anche in questo caso il contribuente europeo sarà chiamato ad intervenire. Nel frattempo, la pretesa dei  paesi Euro in difficoltà di ricevere aiuti finanziari si è trasformata in consuetudine.

Dopo le perdite causate dalla ristrutturazione del debito pubblico greco e quelle derivanti dai crediti concessi al settore privato greco, le banche cipriote lo scorso anno sono finite nei guai. I fondi necessari per la loro ricapitalizzazione, pari a 10 miliardi di Euro, hanno messo in difficoltà il bilancio pubblico e ora Cipro chiede di entrare sotto la protezione del fondo di salvataggio ESM. Il ministro delle finanze cipriota si aspetta dall'Europa la stessa solidarietà che Cipro ha mostrato in occasione del taglio del debito greco. Nel frattempo, si stima che il governo abbia bisogno di 6.5 miliardi di Euro aggiuntivi per rifinanziare i titoli di stato in scadenza e di altri 1.5 miliardi di Euro per tappare i buchi di bilancio. Con 17.5 miliardi di Euro il pacchetto di salvataggio sarebbe uguale al valore del PIL del paese, e sempre in relazione al PIL segna il record fra i prestiti concessi fino ad ora.

Con il salvataggio europoeo il debito di Cipro salirebbe al 190 % del PIL

Secondo la Commissione il rapporto debito/PIL già lo scorso anno aveva raggiunto il 90%. Con il nuovo piano di auti si arriverebbe al 190% del PIL. Sarebbe davvero un miracolo se il paese fosse in grado di rimborsare tutto il debito con le proprie forze. Ma il salvataggio non è lontano, se come nelle intenzioni dei paesi del sud Europa il fondo ESM si accollerà i costi dei salvataggi bancari, e se la BCE dal prossimo anno avrà anche il controllo bancario. Cipro potrebbe scaricare 10 miliardi di Euro di debiti bancari sul fondo ESM  in cambio di una partecipazione senza alcun valore nelle banche, lasciando al contribuente europeo l'onere di saldare il conto.

L'intera operazione viene motivata sostenendo che dalla crisi delle banche cipriote potrebbero nascere rischi sistemici per l'intera Eurozona. Bisogna avere un bel po' di fantasia per vederla in questo modo. Il totale degli attivi delle banche nazioniali nel 2011 era di circa 110 miliardi di Euro - pari all'1.2 % del PIL dell'Eurozona o al 5% del totale degli attivi di Deutsche Bank. Poichè gli attivi sono finanziati per il 72% dai depositi bancari, i collegamenti con le altre banche europee non sono cosi' importanti - i debiti verso le altre banche sono circa 15 miliardi di Euro. A cio' si aggiunge il fatto che solo 32 miliardi di Euro di depositi bancari appartengono ai ciprioti. Il resto appartiene a clienti greci (17 miliardi) e altri stranieri (23 miliardi), la maggior parte russi o di altre repubbliche ex sovietiche. Con una tale struttura di finanziamento sarebbe molto sorprendente se una partecipazione dei creditori al risanamento delle banche in misura del 10%, pari ai 10 miliardi necessari, mettesse in pericolo l'intera zona Euro.

Oneri a carico degli stranieri

I fautori del bail-out sostengono che se si decidesse di far pagare i creditori delle banche, negli altri paesi si scatenerebbe il panico. Secondo le leggi europee sono assicurati solo i depositi fino a 100.000 €. Per gli importi che superano questa soglia, deve essere ragionevolmente previsto un rischio. Sarebbe pertanto coerente con le condizioni vigenti se almeno i depositi superiori a questo importo fossero chiamati a partecipare. Poiché probabilmente la maggior parte dei conti degli stranieri rientrano in questa classe, alla fine si potrebbe raccogliere una somma considerevole. Si potrebbe quindi coprire la mancanza di capitale delle banche, convertendo in azioni i crediti dei depositanti e degli obbligazionisti coinvolti.

Allo stato attuale l'assistenza finanziaria a Cipro è congelata. L'Eurogruppo si riunirà il 24 febbraio e prima di decidere preferisce aspettare il secondo turno delle elezioni presidenziali. Si spera che al presidente uscente Christofias, un comunista dichiarato, possa succeddere il candidato conservatore Anastasiades. Il suo compito sarà eliminare gli ostacoli sulla strada che separa l'isola dal salvataggio europeo. E cosi' cio' che per gli altri paesi è stato giusto e opportuno, per Cipro sarà  solo a buon mercato