Il grande economista Adam Posen intervistato da Handelsblatt lo dice senza giri di parole: i paesi del nord-Europa hanno causato sofferenze inutili ai paesi del sud. Da Handelsblatt.de
HB: Herr Posen, lei è un critico molto severo della politica economica tedesca. Perché?
Posen: Si', in primo luogo lo stato e le imprese tedesche investono poco. Secondo, pagano i loro lavoratori troppo poco. Entrambi i fattori causano squilibri globali e mettono gli altri paesi in difficoltà - soprattutto in Europa. Negli ultimi 15 anni gli aumenti salariali in Germania non hanno quasi mai recuperato gli aumenti di produttività.
HB: Ma se paragonati ai colleghi americani, i lavoratori tedeschi non se la passano male...
Posen: Questo non è il punto. In rapporto alla produttività i salari in Germania sono troppo bassi. I lavoratori vengono truffati. La Germania non fa concorrenza sulla qualità, ma sui prezzi, altrimenti i salari non sarebbero cosi' bassi.
HB: Gli avanzi commerciali tedeschi non sono il risultato di un piano statale. I salari sono determinati dalla contrattazione collettiva tra datori di lavoro e sindacati. Lo stato non puo' fare molto.
Posen: Invece è proprio una pianificazione statale. Lo stato in Germania ha una forte influenza sulle parti sociali. Puo' aumentare i salari nel settore pubblico oppure rafforzare la competitività nel settore privato. Al momento gli investimenti sono troppo bassi e c'è troppo denaro che resta fermo nelle aziende.
HB: Perché i sindacati tedeschi avrebbero accettato dei salari troppo bassi?
Posen: I sindacati avevano paura di perdere iscritti. Molte aziende hanno spostato una parte della loro produzione verso l'Europa orientale, per questa ragione i sindacati si sono trovati sotto pressione ed hanno dovuto fare delle concessioni. Per poter mantenere il loro numero di iscritti, hanno sacrificato tutto il resto
HB: Salari piu' alti indebolirebbero la competitività tedesca. Non è certo nell'interesse della Germania...
Posen: Fondamentalmente possiamo dire che l'economia tedesca avrebbe dei grandi benefici se il lavoratore medio avesse piu' denaro in tasca da spendere. Sarebbe un aiuto anche per gli investimenti delle imprese.
HB: La popolazione tedesca è sempre piu' anziana. Molti economisti tedeschi sostengono che gli avanzi commerciali attuali sono necessari per compensare i deficit futuri dovuti all'invecchiamento della popolazione. Non c'è qualcosa di vero?
Posen: E' un errore, se si tengono i salari dei lavoratori troppo bassi e si investe troppo poco, il reddito futuro è destinato a calare
HB: Il nuovo governo tedesco potrebbe introdurre un salario minimo di 8.5 € l'ora. Molti economisti tedeschi mettono in guardia dalla perdita di posti di lavoro - soprattutto nella Germania dell'est. Che cosa ne pensa?
Posen: Da un aumento salariale cosi' piccolo non vedo alcun rischio per la competitività della Germania dell'est. Esiste già un mercato del lavoro unico per l'intera Germania. Se al governo sta a cuore la Germania dell'est, potrà garantire maggiori trasferimenti finanziari a queste regioni
HB: Secondo le stime di alcuni economisti, circa un terzo degli occupati nella Germania dell'est guadagna meno di 8.5 € lordi l'ora. Lei non crede che molti posti di lavoro sarebbero a rischio se i salari fossero aumentati in un colpo solo come accadde dopo la riunificazione?
Posen: Le stime degli economisti variano molto. Guardi cosa dice il DIW (Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung). Sono molto piu' moderati, ed io credo ai loro dati.
HB: Ma anche gli economisti del DIW avvertono che un salario minimo troppo alto potrebbe costare posti di lavoro.
Posen: In alcuni casi il salario minimo costerà dei posti di lavoro - in altri casi invece, grazie ad una domanda aggiuntiva, si creeranno nuovi posti di lavoro. Una cosa del genere è normale in una economia di mercato. Introdurre un salario minimo ha delle conseguenze, come del resto evitare di introdurlo. Tutte le democrazie sviluppate del mondo hanno un salario minimo. E' impensabile che un salario minimo possa causare danni solo in Germania.
HB: Secondo lei cosa deve ancora cambiare nella politica economica tedesca - oltre ai salari piu' alti?
Posen: In primo luogo sono necessari piu' investimenti. La Germania poi, attraverso l'UE, dovrebbe mettere a disposizione piu' denaro per i progetti pubblici europei. In secondo luogo dovrebbe tassare di piu' le aziende che dispongono di grandi riserve di liquidità. Terzo, i tedeschi dovrebbero finalmente capire che la BCE ha un mandato per la difesa della stabilità dei prezzi.
HB: Nessuno lo mette in dubbio...
Posen: No, stabilità dei prezzi significa che la BCE deve garantire un'inflazione vicina al 2%. I tedeschi dovrebbero finalmente smetterla di tentare di impedire alla BCE di aumentare l'inflazione in Europa. Io pero' temo: non riusciranno mai a capirlo.
HB: I tedeschi sono molto critici verso una politica monetaria molto espansiva. Temono che sui paesi in crisi si possa ridurre la pressione per fare le riforme. Lei non vede questo pericolo?
Posen: Se il governo tedesco vuole imporre una politica di riforme, lo deve fare fare a livello dei ministri delle finanze europei oppur nel Consiglio europeo. Non puo' certo nascondersi dietro la BCE. Si tratta di una decisione politica, che devono prendere rappresentanti eletti democraticamente - e non i rappresentanti non eletti della BCE. Se la Germania mina le fondamenta della BCE per imporre la sua politica economica, tradisce l'Europa.
HB: Nella crisi Euro ci sono dei progressi. Paesi periferici come la Spagna, il Portogallo o la Grecia hanno portato le loro partite correnti in pareggio. Questo non dimostra forse che il corso intrapreso ha avuto successo?
Posen: No, la Germania e gli altri paesi del nord con le politiche imposte agli altri paesi, Portogallo, Spagna o Irlanda, hanno solo causato sofferenze inutili.
HB: Perché?
Posen: In tutti i paesi periferici c'era un eccesso di debito nel settore privato. Si doveva offrire la possibilità di tagliare una parte di questi debiti. Invece si è preferito imporre ai paesi colpiti degli aggiustamenti troppo rapidi ed una politica di austerità eccessiva. Nella valutazione di una strategia non si tratta solo di raggiungere un obiettivo. Ma è anche importante capire se il percorso scelto è il migliore fra quelli disponibili.
HB: Sui temi importanti di politica economica, lei ed alcuni dei suoi colleghi americani avete posizioni molto diverse da quelle della maggioranza degli economisti tedeschi. Lei pensa che le posizioni possano presto convergere?
Posen: Lo stato delle cose è il seguente: nessuno in Germania crede al main-stream economico. Gli argomenti di cui abbiamo discusso, ad esempio l'invecchiamento della popolazione, sono utilizzati come un pretesto per spostare piu' avanti i veri problemi. Per questo ho poca speranza che qualcosa possa cambiare nella politica tedesca. Non dovrebbe pero' impedire almeno di tentarci.