giovedì 17 maggio 2012

L'inflazione non è una maledizione


La FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) sempre  piu' in sintonia con la Bundesbank, avverte i tedeschi dell'inflazione in arrivo e rilancia i temi cari a Werner Sinn: il Club Med controlla la BCE, il sistema Target è il bancomat dei GIIPS e la Germania è sotto ricatto. Holger Steltzner, uno dei direttori del quotidiano.
La BCE è in trappola: se aumenta i tassi di  interesse, minaccia i paesi del sud. Se non lo fa, il nostro denaro perderà valore.

La Bundesbank si è piegata. Alla fine anche la banca centrale piu' intransigente del mondo è pronta ad accettare un'inflazione piu' alta in Germania, si rallegra da Londra il Financial Times. Su questa apertura si precipita da Berlino la Bild e lancia l'allarme inflazione in Germania. La Bundesbank sta indebolendo l'Euro. "Non ha senso accusarmi di una cosa come questa" risponde Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank.

Che cosa è successo allora? Nulla e tutto. La Bundesbank nella sua battaglia per i prezzi stabili non si è spostata - con il disappunto di chi a Berlino, Parigi, Brussel e Francoforte è impegnato nei salvataggi europei. Grazie alla sua condotta inflessibile, la Bundesbank e il suo presidente hanno migliorato la loro immagine presso la popolazione tedesca e aumentato il loro peso nel consiglio direttivo della BCE. E questo non piace a tutti nella Eurotower di Francoforte. Anche a Berlino nei palazzi del governo l'indipendenza di Weidmann fa innervosire non pochi. Il rifiuto della Bundesbank, di dare al fondo anti crisi europeo una licenza bancaria o di finanziare gli stati europei in crisi viene considerato da molti come un affronto.

Weidmann: "Non è nostro compito finanziare gli stati"

Contro il grande europeista al governo, il ministro delle finanze Wofgang Schäuble, il presidente della Bundesbank ha già combattuto piu' di una battaglia. Weidmann ha criticato il bilancio proposto da Schäuble definendolo insufficiente e si è augurato la fine del ricorso all'indebitamento, fatto che ha causato il risentimento del ministro delle finanze. Nel novembre dello scorso anno Weidmann si è immischiato perfino nella politica internazionale. Si è  infatti messo di traverso al piano proposto dal G-20: il piano prevedeva di cedere una parte delle riserve di valuta estera e di oro per il salvataggio dei paesi in crisi. "Non è il nostro compito, finanziare gli stati. Questo è espressamente vietato nei trattati EU, e sarebbe una minaccia per la stabilità dei prezzi", sostiene Weidmann. "Non dobbiamo essere al traino della politica fiscale"

Nel frattempo ogni mezzo sembra giusto per portare la recalcitrante Bundesbank in linea con la politica di salvataggio. Il capo economista della Bundesbank ha ripetuto recentemente, ciò che il suo presidente aveva annunciato in marzo in occasione della conferenza stampa annuale. La Bundesbank si aspetta un'inflazione piu' alta - e aggiunge, un livello superiore a quello dell'unione monetaria. Da qui è nato lo scoop un po' gonfiato: la Bundesbank è daccordo con tutto questo e non vuole fare nulla per impedirlo. Dietro gli attacchi mediatici si nasconde la dura lotta per gli Euro salvataggi.

Crescita invece di risparmio, suona così la nuova proposta politica dopo i risultati delle elezioni greche e francesi. Non è una contraddizione, ma riguarda qualcos'altro. I paesi europei in deficit non hannno piu' una loro moneta nazionale, che possono svalutare, in modo da recuperare la competitività di prezzo perduta. L'Euro richiede un adattamento delle strutture economiche. E alcuni paesi non sono pronti: hanno paura degli eccessivi costi sociali causati da una forte riduzione dei prezzi e dei salari. Preferiscono invece far finanziare i loro deficit dagli altri paesi europei o dalla BCE. Ma soprattutto richiedono un adeguamento nel nord attraverso un aumento dei salari e dei prezzi - prima di tutto in Germania. 

Per la competitività dell'unione monetaria nei confronti dell'Asia o dell'America questo sarebbe fatale, se l'adattamento degli squilibri si dovesse realizzare attraverso un indebolimento del Nord. E il ministro delle finanze Schäuble non sembra voler impedire questo processo, visto che nella attuale negoziazione sul rinnovo contrattuale dei metalmeccanici ha richiesto un sostanzioso aumento salariale per i lavoratori.

La BCE è sotto il controllo del Club Med

Il ministro delle finanze si è immischiato anche nel dibattito interno al consiglio BCE sull'inflazione tedesca. Perchè non il 3% invece del 2% di inflazione in Germania, ha chiesto Schäuble. E i sindacati non si sono lasciati pregare. "Se il costo della vita per un lavoratore crescerà, noi non possiamo certo ignorarlo" ha dichiarato il leader della IG Metall Berthold Huber in un'intervista alla FAZ.

"Tutti gli economisti concordano sul fatto che i prezzi nel Nord Europa sono troppo bassi e nel sud troppo alti"

La soluzione è: inflazione in nord Europa o una riduzione dei prezzi nel sud o entrambi. La BCE tende verso l'inflazione: "perchè è dominata dai paesi del sud Europa", ci dice Hans Werner Sinn, il presidente dell'Istituto IFO di Monaco.   Che la BCE possa abbandonare una politica eccessivamente espansiva, a causa della recessione nel sud Europa, è da escludere. "Alla BCE manca la possibilità di inasprire la politica monetaria. Gli stati si finanziano in larga parte con scadenze a breve. Un aumento dei tassi di interesse renderebbe per i paesi indebitati il peso del debito insostenibile", ci dice Stefan Homburg della Leibnitz-Universität di Hannover.

La dominio del Club Med nel consiglio BCE con un peso del 70% è tanto piu' grave se consideriamo che il sistema di pagamento intraeuropeop Target è diventato la fonte di finanziamento principale dei paesi in deficit. Poichè i paesi in crisi possono ottenere solo con difficoltà denaro sul mercato dei capitali internazionali, la BCE finanzia una grossa parte dei loro deficit. Questo è chiaramente visibile nei saldi target della BCE. Attraverso le loro banche centrali i paesi del sud hanno accumulato passività per oltre 950 miliardi di Euro. La Bundesbank è di gran lunga il piu' grande creditore con 644 miliardi di Euro di crediti verso l'Eurosistema.

Siamo vulnerabili al ricatto

In senso figurato possiamo dire che il Sud paga i suoi deficit con il denaro auto stampato. La Bundesbank ha accumulato dei crediti verso la BCE, che non hanno scadenza, e che non saranno mai incassati. Siamo diventati ricattabili, perchè ognuno sa, che perderemmo 644 miliardi, se l'Euro dovesse dissolversi. "Siamo in trappola", avverte Hans Werner Sinn in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung.

"L'Europa ha messo in piedi 2 diversi sistemi di salvataggio, uno con il FMI per i piccoli paesi debitori. L'altro con il sistema Target, un bancomat self service, dal quale possono servirsi anche i grandi paesi indebitati", sostiene Thomas Mayer, capo economista della Deutschen Bank. Il secondo sistema potrà essere interrotto, solo se i politici interverranno con importanti riforme strutturali. E di questo si può dubitare dopo aver osservato i risultati delle recenti elezioni. I popoli intendono vivere ancora a debito.

La banca centrale può determinare il tasso di interesse nominale, ma non quello reale. Quello che segue, gli economisti lo definiscono repressione finanziaria. Un'inflazione più alta dei tassi nominali dovrebbero contribuire a ridurre l'eccessivo onere del debito. Se la banca centrale definisce il tasso di interesse vicino a zero e gli interessi sul mercato dei capitali vengono tenuti bassi grazie agli acquisti di titoli del debito, può infatti definire il tasso nominale, ma non quello reale. Appena le aspettative di inflazione crescono e i tassi di interesse diventano negativi, i risparmiatori fuggono dalla liquidità verso asset reali. Questo processo è già ben osservabile in città come Monaco, Amburgo o Francoforte, dove i prezzi per l'acquisto di immobili e gli affitti sono già saliti verso l'alto.

La BCE per paura di una spirale verso il basso nel sud è costretta ad una politica di interessi zero. Le conseguenze potrebbero essere una rapida perdita di fiducia nell'Euro e un'inflazione fuori controllo. Come negli anni '70, quando dopo la fine della convertibilità del dollaro in oro, la fiduca nella valuta americana era svanita. Solo negli anni '80 quando il leggendario capo della FED Paul Volcker introdusse un obiettivo di offerta monetaria, riuscì a bloccare l'inflazione a 2 cifre, anche se a costo di una profonda recessione.

Lo studioso di finanza Homburg: "l'inflazione può arrivare all'improvviso". 

"In questo momento l'inflazione non è alta. Ma la situazione cambierà. L'inflazione può arrivare all'improvviso. E allora nessuna proprietà sarà sicura" ci dice stefan Homburg. Quando l'inflazione in Germania arriverà anche dal normale cittadino, l'establishment politico non potrà piu' sentirsi sicuro neanche qui nel nostro paese. E allora potrebbe arrivare rapidamente una svolta Euro, così come abbiamo avuto una svolta energetica. 

Ludwig Erhard, il padre del miracolo economico tedesco, ripeteva: "l'inflazione non ci arriva come una maledizione o come un tragico destino: viene sempre causata da una politica spensierata o addirittura criminale".

Crescono i flussi migratori dai paesi in crisi

Der Spiegel riporta i dati appena pubblicati dall'ufficio federale di statistica (Statistisches Bundesamt) sugli arrivi di migranti nel 2011 in Germania. In forte crescita gli arrivi da Grecia e Spagna.
Nel 2011, anno della crisi del debito, gli arrivi di migranti in Germania hanno raggiunto livelli che non si vedevano da 15 anni - in totale 960.00 persone. Soprattuto dalla Grecia e dalla Spagna è aumentato l'afflusso rispetto agli anni precedenti.

Allargamento EU, libertà di movimento nel mercato del lavoro, crisi del debito: una lunga lista di motivi è alla base dei crescenti flussi migratori. Lo scorso anno la crescita dei flussi ha riguardato soprattutto la Germania: il numero dei migranti è cresciuto nel 2011 al livello piu' alto  da 15 anni.
In totale lo scorso anno sono arrivati in Germania 960.000 nuovi migranti - 20 % piu' dell'anno precedente, secondo quanto comunicato dall'ufficio federale di statistica. Dai paesi EU sono arrivati in Germania piu' persone di quanto non sia accaduto l'anno precedente.

Il flusso migratorio verso la Germania è cresciuto soprattuto dai paesi toccati dalla crisi economica e dalla crisi del debito: dalla Grecia, secondo le statistiche, gli arrivi sono aumentati del 90 % rispetto al 2010 (piu' 11.000), dalla Spagna si è registrato un + 52% (piu' 7.000). Notevolmente aumentati sono gli arrivi anche dai paesi che hanno aderito all'UE nel 2004: l'aumento è stato del 43 %.

La popolazione in Germania cresce grazie all'immigrazione

L'aumento dell'immigrazione dai nuovi paesi EU è dovuto fra l'altro al fatto che dal maggio 2011 non ci sono piu' restrizioni per la libertà di movimento dei lavoratori. Soprattutto sono cresciuti gli arrivi dalla Polonia (+ 49.000) e dall'Ungheria (+ 12.000). Sempre di un 30 % sono cresciuti  gli arrivi da Bulgaria e Romania. Dai paesi UE gli arrivi sono cresciuti in media di un 13% rispetto all'anno precedente.

Secondo l'ufficio federale di statistica il numero totale di immigrati nel 2011 è cresciuto del 20 %. Poiché nello stesso periodo solo 680.000 persone hanno lasciato la Germania, la popolazione è cresciuta di 280.000 persone - vale a dire la cifra piu' alta dal 1996.

I due terzi degli stranieri arrivati in Germania, si sono stabiliti in  soli 4 Bundesländer : Nordrhein-Westfalen, Bayern, Baden-Württemberg e Hessen.

mercoledì 16 maggio 2012

Un voto di responsabilità

La troika SPD chiama così il suo voto favorevole al Fiskalpakt. In cambio del sì fa richieste poco concrete e di difficile attuazione. Un cambio di rotta a Berlino per ora resta improbabile. Da Tageszeitung.de
La cancelliera nella sua politica europea è molto inquieta, secondo la troika socialdemocratica. Che si propone invece come salvatrice.

C'è una domanda che desta preoccupazione al leader della SPD Frank-Walter Steinmeier. Ed è se la SPD dopo la vittoria del socialista Francois Hollande in Francia e quella della candidata SPD Hannelore Kraft in Nordrhein-Westfalia debba porre delle condizioni molto precise alla CDU per il suo sì al Fiskalpakt. "Non siamo la Linke" dice Steinmeier nell'atrio della sala per le conferenze stampa a Berlino. Non assumiamo comportamenti da "opposizione rituale", in gioco c'è molto di piu'. "Anche all'opposizione siamo responsabili".

La troika SPD composta da Sigmar Gabriel, Frank Steinmeier e l'ex ministro delle finanze Peer Steinbrück si è incontrata con la stampa a Berlino per chiarire la via di uscita alla crisi proposta dalla SPD. Il messaggio: qui non ci sono 3 maschi alfa che lottano per il lavoro di candidato cancelliere, qui ci sono 3 strateghi che propongono insieme una Europa migliore.

Nessun ritorno al debito.

La SPD appoggia in principio il corso di risparmio di Merkel nella EU. Non ci deve essere "nessun ritorno all'indebitamento" ci dice Steinmeier. Ma ci devono essere impulsi alla crescita, che impediscono il ritorno in recessione. Questi investimenti devono essere finanziati con la tassa per le transazioni finanziarie, che nella EU può portare oltre 50 miliardi Euro di entrate. Questa tassa, secondo Steinbrück "la possiamo introdurre nella EU con altri nove paesi".

Il governo Merkel non sarebbe in difficoltà con la resistenza dei britannici, ma con l'opposizione della FDP (liberali). Il capitale della Banca Europea per gli Investimenti deve essere aumentato, in modo da poter sostenere gli investimenti con dei prestiti. Inoltre, secondo Steinbrück, 232 miliardi di Euro di mezzi non utilizzati dei fondi strutturali EU devono essere resi disponibili per i paesi in crisi. E' necessario un programma contro la disoccupazione.

La SPD, come il presidente francese Hollande, vuole "un programma economico di ricostruzione, in modo che il Fiskalpakt e il rientro dal debito possano funzionare" chiarische Gabriel. Il leader SPD è sicuro che Hollande e i nuovi equilibri politici in Europa faranno in modo che Merkel "alla fine non si opporrà a queste misure".

La signora Merkel ha bisogno di noi

Secondo la descrizione dei 3 leader socialdemocratici, Merkel sarebbe molto inquieta. Ha infatti molti dilemmi. Poiché sono i länder federali, a cui il Fiskalpakt già dal 2014 sottrae ogni spazio di manovra, a dover approvare il provvedimento nel consiglio federale (Bundesrat) con una maggioranza dei due terzi. In Europa ci sono i malumori francesi. E nel parlamento federale (Bundestag) Merkel ha bisogno del voto favorevole della SPD. Steinbrück alla fine grida felice in sala: "la signora Merkel ha bisogno di noi".

Che cosa i socialdemocratici vogliano ottenere da questa situazione per loro vantaggiosa non è ancora chiaro. Condizioni indispensabili per il loro appoggio al Fiskalpakt al momento non sembrano porle. Piuttosto si parla di stimoli aggiuntivi alla crescita. Cosa la SPD intenda fare, per rendere concreti obiettivi importanti come la tassa sulle transazioni finanziarie, resta  ancora un interrogativo. Apparentemente per ora preferisce solo aspettare.

martedì 15 maggio 2012

La SPD vota il Fiskalpakt? Ja, genau.

Un articolo su Zeit.de della settimana scorsa, prima del voto in Nordreno - Westfalia, ci racconta a che punto sono le trattative sul Fiskalpakt. Al di sotto delle Alpi ci si illude che una volta sconfitta Merkel, il rigorismo sarà messo in cantina: a leggere i giornali pare che le cose andranno diversamente.
La SPD vuole portare a casa qualcosa, in cambio del voto favorevole al programma di consolidamento fiscale europeo. Ma nella coalizione non sembra esserci molto spazio per la trattativa.

La SPD è disposta a votare il Fiskalpakt per l'Europa, con il quale si intende porre un limite all'indebitamento di 25 dei 27 stati europei, ma solo a certe condizioni. Il portavoce del gruppo parlamentare SPD al Bundestag, Carsten Schneider, ha chiesto ulteriori provvedimenti per stimolare l'economia. Solo in questo modo si potrà ridurre la disoccupazione nei paesi europei in crisi, ha dichiarato alla radio RBB. La SPD pretende perciò che il governo completi il provvedimento con ulteriori emendamenti. In caso contrario, i socialdemocratici non sarebbero disponibili ad approvare il provvedimento nel voto del 25 maggio.

La coalizione giallo-nera (CDU-FDP) in parlamento ha bisogno dei voti della SPD, perchè il Fiskalpakt puo' essere ratificato solo con una maggioranza dei due terzi al Bundestag e al Bundesrat. Per questo motivo la SPD può dettare le condizioni. Il leader della SPD Sigmar Gabriel ha confermato la sua richiesta di una tassa sulle transazioni finanziarie. Gli introiti attesi, pari a 50 miliardi, potrebbero essere utilizzati per "ammortizzare socialmente" le misure di consolidamento dei bilanci pubblici, ha dichiarato alla Ruhr-Nachrichten. Il segretario generale della SPD, Andrea Nahles, ha invece richiesto maggiori iniziative per la regolamentazione dei mercati finanziari.

I Grünen non mettono in dubbio il Fiskalpakt, ma la sua pianificazione. Il 25 maggio sarebbe un giorno non adatto per la votazione, dichiara il capogruppo Renate Künast. Il suo partito non intende trattare il provvedimento in fretta, prima di aver chiarito i dettagli piu' importanti.

La coalizione nero-gialla  nelle prossime settimane, dopo il voto in Nordreno - Westfalia, vuole proseguire le negoziazioni con l'opposizione sul Fiskalpakt. I politici della coalizione hanno chiarito che non intendono concedere molto: "La SPD farebbe bene a non iniziare le trattative come farebbe un commerciante di tappeti magrebini", ha dichiarato il capo della delegazione parlamentare della CDU Peter Altmaier. La ratifica del Fiskalpakt sarebbe alla fine nient'altro che il trasferimento  ad un livello europeo dei freni all'indebitamento (Schuldenbremse) concordati dalla SPD . Il patto sarebbe "di primario interesse per la SPD".

Anche il responsabile per le politiche di bilancio della CDU, Norbert Barthle, ha detto a Zeit Online: "Non mi posso immaginare, che la SPD non voti la ratifica del Fiskalpakt". Alla fine si tratta del futuro dell'Europa. Per quanto riguarda i provvedimenti per la crescita richiesti dalla SPD, Barthle rimanda ai provvedimenti europei firmati in marzo e finalizzati al rafforzamento della competitività, denominati Euro-Plus-Pakt.

Come possibile offerta alla SPD, negli ambienti dell'Unione (CDU) si è pensato ad una ridefinizione della Banca Europea per gli Investimenti. Anche il denaro dei fondi strutturali europei potrebbe essere reindirizzato ad esempio, verso la riduzione della disoccupazione giovanile. Nel fondo ci sono ancora risorse che fino ad ora non sono state utilizzate, ci dice Barthle. Tutto questo deve però essere negoziato a livello europeo, dichiara ancora Barthle. C'è bisogno di tempo. Per questa ragione i provvedimenti potrebbero non essere ancora pronti per l'approvazione nel Bundestag o nei parlamenti regionali. 

La SPD vuole di piu'.

Per la SPD molti di questi provvedimenti non vanno sufficientemente lontano. Schneider descrive i provvedimenti europei come "Peanuts". Nahles dice, che alla politica attuale non si deve solo attaccare un'etichetta di crescita. E' necessario un nuovo inizio, che possa  guadagnarsi sul serio questo nome.

La CDU esclude in linea di principio la possibilità di accettare ulteriore debito per dei programmi di crescita.  Una politica di deficit per questo scopo non sarebbe possibile: ogni paese che vuole andare in questa direzione, dovrà fare i conti con conseguenze negative sui mercati finanziari, ha dichiarato Altmaier.

La richiesta della SPD di una tassa sulle transazioni finanziarie, con la quale finanziare le possibili iniziative, nella CDU la si considera come frastuono per la campagna elettorale. La SPD sa bene che una decisione a livello nazionale in questa direzione non avrebbe alcun senso. Per la tanto famosa tassa sulle transazioni finanziarie, sia nella variante debole che in quella forte, in Europa non ci sarebbe alcuna maggioranza disponibile. 

Freno ai debiti (Schuldenbremse) per i Länder già dal 2014

Anche il calendario secondo l'Unione dovrà essere molto serrato. L'approvazione del Fiskalpakt è collegata con l'approvazione del sistema di salvataggio permanente ESM. Questo dovrà essere effettivo dal primo di Luglio 2012 e per questo dovrà essere approvato dalla Germania al piu' tardi al 30 giugno. L'ultima seduta del Bundesrat prima di quella data sarà il 15 giugno. Il parlamento dovrà perciò votare prima di quella data.

Per i diversi Länder la ratifica del Fiskalpakt significa che già dal 2014 non potranno piu' fare nuovi debiti. Il provvedimento tedesco di freno al debito (Schuldenbremse) gli avrebbe dato tempo fino al 2020. Su questo argomento sono pero' in corso trattative fra il ministero e i diversi Länder. Siamo certi che riusciremo a trovare una soluzione, si dice negli ambienti dell'Unione (CDU).

lunedì 14 maggio 2012

L'inflazione è fra noi


Dopo la timida apertura della Bundesbank verso un'inflazione un po' piu' alta della media europa, la stampa conservatrice riparte con i suoi mantra antiinflazione. Dopo Bild.de, questa volta è WirtschaftsWoche, il settimanale economico piu' letto, a mettere in guardia i tedeschi. 
Malte Fischer - La Bundesbank e il governo federale preparano i tedeschi a un'inflazione piu' alta, per poter salvare l'Euro. Ma in questo modo agiscono contro gli interessi dei cittadini. E' giunto il momento di porre fine all'avventura fallita dell'Euro.

E' già passato un po' di tempo da quando la crisi del debito sembrava aver coinvolto solo i paesi del Sud Europa. Mentre le economie di Grecia, Portogallo e Italia sono in difficoltà e la disoccupazione dilaga, la Germania festeggia un record di export dopo l'altro. I lavoratori qui da noi possono perfino scegliersi il lavoro che preferiscono.

Ma ora gli effetti della crisi si avvicinano. "Allarme inflazione! La Bundesbank indebolisce l'Euro" titola la Bild. E la FAZ avverte: la Bundesbank si aspetta un'inflazione superiore alla media.

Che cosa è successo? Nel corso di un'audizione della commissione finanze del Bundestag sulla crisi Euro, la Bundesbank ha chiarito che in relazione al processo di adeguamento all'interno dell'unione monetaria, in futuro la Germania avrà un tasso di inflazione superiore alla media. E' importante che "l'inflazione aggregata della zona Euro corrisponda all'obiettivo di stabilità e che le aspettative di inflazione restino invariate".

Dietro di ciò c'è la considerazione, che la competitività di prezzo dell'area Euro si è sviluppata in maniera molto diversa fra i diversi paesi. Mentre nei paesi del sud, alimentati dai bassi tassi di interesse, si festeggiavano dei divertenti party, e il costo del lavoro saliva, la Germania grazie all'Agenda 2010 con una lunga stagione di moderazione salariale ha reso piu' efficiente la propria economia e migliorato la propria competitività di prezzo.

Ma ora le differenze economiche minacciano di lacerare l'unione monetaria. Per salvare l'Euro, secondo le ipotesi del governo e della Bundesbank, la competitività dei singoli paesi deve tornare su livelli simili. In concreto significa: i paesi in crisi devono moderare i loro salari, ridurre il costo del lavoro, rallentando così l'inflazione.

Affinché non sia solo il sud a dover sopportare il costo dell'aggiustamento, i salari, il costo del lavoro per unità di prodotto e i prezzi al consumo devono crescere piu' rapidamente di quanto non sia accaduto fino ad ora. La Germania, secondo questa ipotesi, deve, per il bene della causa europea, rinunciare a una parte della propria competitività di prezzo.

La forza trainante di questo processo di aggiustamento è la politica monetaria della BCE. Questa con un tasso dell'1% e una disponibilità illimitata di liquidità è finalizzata a evitare il collasso delle finanze statali nei paesi in crisi e a tenere in vita in maniera artificiale le banche zombie. Per la Germania la politica della BCE è troppo espansiva.

I bassi tassi di interesse stanno alimentando un boom economico, spingono i salari verso l'alto e lasciano crescere l'inflazione. Questo processo per ora è solo all'inizio. In aprile il tasso di inflazione è stato del 2.1 %. Sicuramente l'inflazione arriverà fra un po' e lo farà di corsa, quando le imprese trasferiranno gli aumenti salariali appena firmati nei prezzi dei loro prodotti. 

Questo processo di adeguamento è la conseguenza di un progetto di unione monetaria pasticciato e incapace di sopravvivere - ed è un tradimento degli interessi della Germania. I cittadini tedeschi hanno da sempre una giustificata preferenza per i prezzi stabili e per finanze statali sane. E non vogliono nessuna inflazione.

Ma che cosa pretendono i banchieri centrali e i governi dai cittadini? Prestiti miliardari ai paesi in crisi, di cui non rivedremo un centesimo, garanzie per i debiti, che se fossero utilizzate porterebbero alla bancarotta dello stato, e ora pretendono anche piu' inflazione?

Il governo federale e la Bundesbank che stanno preparando il terreno per l'inflazione, non si dovranno poi meravigliare quando questa sfuggirà di controllo.  Una volta che le aspettative di inflazione si sono consolidate presso i cittadini, i sindacati e le imprese, la banca centrale non riuscirà piu' a tenerle sotto controllo. E questo è vero, quando la banca centrale - come fa ora la BCE - fa partire la stampante di denaro.

L'inflazione è "l'arma piu' terribile" (Ludwig von Mises), di cui dispongono il governo e la sua banca centrale. Riduce i debiti dello stato spendaccione a spese dei propri cittadini. Erode i risparmi dei cittadini, priva i lavoratori dei frutti del proprio lavoro, e prepara il terreno per gli esteremismi politici. Non c'è da stupirsi che il premio Nobel per l'economia Friederich August von Hayek ha definito la gestione del denaro da parte dello stato come "una storia di incessanti menzogne e truffe". Ma ora proprio la Bundesbank e il governo federale confermano quanto il grande economista austriaco sosteneva; è un segno inequivocabile del fatto che è arrivato il momento di uscire dall'Euro e pensare ad un nuovo sistema monetario, diverso dalla moneta cartacea dello stato.

domenica 13 maggio 2012

Il ritorno dell'inflazione al 5 o 10%

La popolarissima Bild, il quotidiano piu' letto in Germania, ma anche il tabloid del trash, lancia l'allarme inflazione: il costo della vita aumenterà del 5 o 10 % e si mangerà salari e risparmi. Da Bild.de


Con quale velocità il nostro denaro sarà eroso?  L'ufficio federale di statistica corregge verso l'alto i dati sull 'inflazione di aprile.

Milioni di tedeschi preoccupati: l'inflazione ritorna.

Nei prossimi anni i prezzi saliranno molto piu' rapidamente di quanto non sia accaduto fino ad ora. E la nostra venerabile Bundesbank, il guardiano della stabilità dei prezzi, non vuole fare nulla per contrastare questa tendenza, considera l'inflazione gestibile!

Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann alla Bild: "L'obiettivo di stabilità per l'Eurozona è intorno al 2%. La Germania per molti anni è stata sotto la media. In considerazione delle buone prospettive economice e della bassa disoccupazione, potremmo per un periodo restare sopra la media".

Tradotto significa: invece di un aumento del 2% all'anno potremmo averne uno piu' alto. Oggi l'ufficio federale di statistica (Statistische Bundesamt) ha corretto i dati preliminari di uno 0.1% verso l'alto. Questo significa: i prezzi al consumo in aprile rispetto allo scorso anno sono cresciuti di piu' del 2%. Il tasso di inflazione da febbraio 2011 è costantemente sopra il 2%, dichiarano gli statistici.

Bild risponde alla importante domanda: perchè i prezzi crescono così alla svelta?

Perchè la BCE dall'inizio della crisi ha inondato i mercati con denaro a buon mercato, così ci dice il Prof. Stefan Homburg (Università di Hannover). Le banche prestano questo denaro ai propri clienti (ad es. aziende, consumatori) che in questo modo possono acquistare merci - facendo salire i prezzi.

Qual'è la minaccia?

Gli esperti ci mettono in guarda da una cosiddetta "inflazione Ketchup".

L'esperto Homburg: "come in una bottiglia di Ketchup, che viene agitata, all'inizio non esce nulla, ma poi tutto insieme arriva un grosso getto, che non è più possibile fermare". Significa: dopo una prima fase di calma, i prezzi salgono all'improvviso verso l'alto. Homburg avverte che la crescita dei prezzi potrebbe superare il 5%. Se la crisi Euro dovesse peggiorare, potremmo avere perfino un 10% di inflazione.

Chi ne sarà coinvolto?

I lavoratori: sono minacciati da aumenti contrattuali negativi! Un aumento salariale del 3% ad esempio sarebbe eroso completamente da un'inflazione al 5%

Pensionati: anche loro alla fine avrebbero meno in portafoglio. L'aumento previsto del 2.18% (Ovest) e del 2.26% (Est) - scomparirebbe completamente

Risparmiatori: il risparmio si restringe! Perderà valore. 

A quale velocità il risparmio sarà eroso?

Dipende, un esempio: con un 5 % di inflazione 1.000 Euro dopo 10 anni valgono solamente 614 €. Se i prezzi crescono del 10%, il valore rimanente è solamente di 386 €.

E' possibile fermare l'inflazione?

Il capo della Bundesbank Weidmann: "Il consiglio direttivo della BCE decide sulla politica monetaria. In quella sede sostengo sempre la stabilità della moneta nell'area Euro. Per questo ora è decisivo, che le autorità monetarie non si facciano trasportare dalla politica finanziaria. Se ci atteniamo ai nostri principi, non ci sarà alcun pericolo che l'inflazione possa sfuggire di mano".

Ci sono anche vincitori con l'inflazione?

Sì. Chi ha debiti (consumatori, proprietari di casa, stati) sarà felice - perchè anche i debiti con l'inflazione perdono una parte del loro valore. Homburg: "I paesi non riescono a controllare il loro debito con le sole le misure di risparmio. Con l'inflazione potranno liberarsi dalla trappola del debito".

sabato 12 maggio 2012

7 tedeschi su 10 vogliono l'uscita della Grecia dall'Euro

Un sondaggio pubblicato dalla Frankfurter Rundschau ci ricorda quanto l'unione di trasferimento sia inaccettabile. Chi continua a ripetere il mantra "piu' Europa", non ha fatto i conti con il contribuente germanico.
Il 73 % dei tedeschi sono per un'uscita della Grecia dalla moneta unica.

"Risparmiate o uscite" - questa affermazione corrisponde all'opinione della maggioranza dei cittadini. Per il bene dell'Euro, 7 tedeschi su 10 si augurano che Atene lasci la moneta unica e vada verso un'insolvenza ordinata.

Circa il 60% dei cittadini valutano i segnali contro la politica di austerità emersi dalle elezioni greche come una seria minaccia per la moneta unica. Questo è il risultato di un sondaggio rappresentativo online della società di ricerca di mercato Toluna und Thöring Heer & Partner. A 1.000 cittadini è stata chiesta la loro opinione sulle conseguenze dei risultati delle elezioni in Grecia e Francia.

I tedeschi sono in maggioranza convinti che con la sola disciplina fiscale non si possa ottenere molto. La politica di austerità deve essere accompagnata da una strategia per la crescita che possa creare posti di lavoro - di questo è convinto un cittadino su due. Solo una minoranza è convinta che il risparmio da solo sia la ricetta per il successo (25% degli intervistati).

Nonostante tutti gli obblighi di bilancio molti tedeschi mostrano comprensione per la rabbia dei greci. Molti cittadini ritengono che gli impegni di risparmio siano ormai inaccettabili per la popolazione greca. Ma i tedeschi non intendono diventare i finanziatori della Grecia: meno del 30% sono dell'opinione che gli stati europi debbano garantire il debito dei paesi piu' deboli. Al contrario il 70% auspica che la Grecia interrompa le misure di austerità, esca dalla zona Euro e vada verso un'insolvenza ordinata.