Handelsblatt: Professor Sinn, dopo mesi di turbolenze il 2012 volge al termine: il Presidente del consiglio italiano Mario Monti ha annunciato le sue dimissioni, non è ancora chiaro se la Spagna chiederà l'intervento del fondo salva stati, i tempi per il riacquisto del debito greco si allungano. Quale paese europeo la preoccupa di piu'?
Sinn: Sicuramente la Spagna. Perché il debito estero del paese è piu' alto di quello di tutti gli altri paesi in crisi messi insieme. A questo si aggiunge la situazione disastrosa nel mercato del lavoro, sui livelli greci. La combinazione è spaventosa
Handelsblatt: Quello che sta succedendo in Italia la spaventa?
Sinn: Aspettiamo di vedere se Monti si presenterà alle elezioni del 2013. Sarebbe una benedizione. E' un professore di economia ed è stato commissario europeo - una combinazione migliore fra competenze specialistiche e politiche è difficile da trovare. Le sue riforme si sono pero' arenate quando il presidente BCE, Mario Draghi, con la usa "dicke Bertha“ ha annunciato acquisti illimitati prospettando una diversa via di uscita. I sindacati hanno rallentato le riforme, realizzabili solo in condizioni di emergenza.
Handelsblatt: Anche lei si sente di lodare la gestione della crisi dei nostri politici?
Sinn: Prendo atto con grande interesse che il Ministro delle finanze procede in maniera molto decisa verso l'unione bancaria e che le preoccupazioni espresse dagli economisti e dall'associazione delle casse di risparmio saranno accolte nella sua decisione finale. Vuole una rappresentanza dei Lander secondo il loro peso nell'organo decisionale della vigilanza bancaria e la separazione dell'autorità di controllo dalla BCE. Entrambi i punti mi fanno stare piu' tranquillo.
Handelsblatt: Wolfgang Schäuble (CDU) riuscirà ad imporsi?
Sinn: Se lo vuole, la Germania puo' imporsi. Poiché le decisioni devono essere unanimi e si tratta di denaro tedesco, se il risultato non le sta bene, la Germania dovrà dire solo no.
Handelsblatt: Ma è una questione di pressione politica...
Sinn: E' vero. Ma il presidente francese François Hollande ha bisogno del nostro denaro. Dovrà acconsentire.
Handelsblatt: Se guardiamo indietro al 2012, la crisi nel corso dell'anno si è intensificata oppure calmata?
Sinn: La crisi finanziaria per la prima volta sembra essersi assestata. Ma la crisi ha ancora una seconda dimensione irrisolta: la mancanza di competitività di alcuni paesi.
Handelsblatt: La crisi finanziaria si è in parte calmata grazie alla BCE?
Sinn: La BCE ha chiarito agli investitori che il contribuente tedesco e di altri paesi ancora sani risponderà per il debito dei paesi in crisi, garantendo per gli altri. Ma l'allentamento della crisi mi preoccupa. I problemi di competitività dei paesi in crisi non saranno risolti dalle promesse di Draghi. La sola via per ridurre i deficit delle partite correnti, senza che i paesi siano trascinati in recessione o depressione, consiste nello spostare la domanda dai beni esteri a quelli nazionali, facendo in modo che i prezzi calino rispetto a quelli degli altri paesi. Ad eccezione dell'Irlanda, cio' non è ancora accaduto.
Handelsblatt: Che cosa dovrebbe succedere invece?
Sinn: Nella zona Euro cio' potrà accadere solo con una lunga fase di stagnazione, durante la quale il tasso di inflazione sarà spinto ad un livello inferiore rispetto a quello tedesco. Non possiamo posticipare ulteriormente questa fase di adattamento, approvando sempre nuovi trasferimenti. Fino a quando il denaro pubblico continuerà a fluire, i paesi coinvolti non saranno pronti per una dolorosa svalutazione reale da realizzare con un contenimento dei prezzi. Alla fine, chi non intende ridurre i prezzi, dovrà uscire dall'Euro. I paesi fuoriusciti dovranno essere aiutati con un taglio del debito e ulteriori crediti per il sistema bancario. Quanto piu' a lungo si attenderà per applicare le misure radicali, sempre di piu' saranno gli investitori che riusciranno a vendere i loro titoli tossici ai fondi di salvataggio e sempre piu' cara diventerà l'operazione per i contribuenti e i pensionati tedeschi.
Handelsblatt: In questo momento il processo non sembra pero' molto rapido...
Sinn: Chiaro. Gli obbligazionisti guadagnano tempo, i contribuenti e i pensionati lo perdono. Se il governo intende guadagnare tempo in questo modo, la conclusione è che sta assumendo la posizione degli investitori. La potenza di fuoco dell'industria finanziaria sa influenzare l'opinione pubblica con grande successo. Per questa ragione la politica ritiene una buona soluzione calmare i creditori dei paesi del sud con il denaro dei contribuenti del nord.
Handelsblatt: Come sarà il 2013 per noi?
Sinn: Fino alle elezioni probabilmente tranquillo, perché la BCE continuerà la politica dei bassi tassi di interesse e il governo federale spera di essere rieletto in una situazione di calma generale. Dopodiche' saranno prese nuove decisioni. Nel lungo periodo la politica BCE potrebbe sfociare in una fase di inflazione europea. Soprattutto in Germania, perche il capitale resterà in un porto sicuro e i segnali ci lasciano ipotizzare una fase di crescita nel breve e nel lungo periodo.
Handelsblatt: La situazione di bassi tassi di interesse ha causato un boom nel mercato immobiliare tedesco. E' una bolla?
Sinn: Dopo aver superato la prima fase di crisi, la Germania ha vissuto una meravigliosa fase espansiva. Il settore delle costruzioni ha spinto la domanda interna creando crescita economica e posti di lavoro. L'industria delle costruzioni si indebolirà un po' nel 2012. Ma anche se questo non succedesse, non siamo di fronte ad una bolla, perchè i prezzi degli immobili in Germania sono ancora piuttosto bassi. Un boom immobiliare dura in media 17 anni. Alla fine del decennio ci potremo chiedere se si è formata una bolla immobiliare.
Handelsblatt: La fase di debolezza dell'economia tedesca durerà o sarà solo di breve periodo?
Sinn: Cosi' sembra. La Germania ha una situazione strutturalmente migliore rispetto agli altri paesi europei. La domanda mondiale dei nostri prodotti è ancora molto alta.
Handelsblatt: Le elezioni federali riusciranno ad influenzare la congiuntura?
Sinn: La previsione è molto difficile, perchè il governo di solito fa il contrario di quanto annunciato - per togliore vento alle vele dell'opposizione. Schröder ha abbassato le tasse e con l'Agenda 2010 ha tagliato il welfare. Merkel ha introdotto il salario minimo e ha deciso l'uscita dal nucleare.
Handelsblatt: Quale candidato alla cancelleria ha maggiori competenze economiche: il socialdemocratico Peer Steinbrück oppure il leader della CDU Angela Merkel?
Sinn: Peer Steinbrück è un economista di grande esperienza e come ministro delle finanze ha introdotto in Costituzione un limite all'indebitamento (Schuldenbremse), è stato sicuramente un grande risultato. Ma se da un punto di vista economico sia il miglior candidato è ancora in discussione, perchè non è chiaro se saprà liberarsi dai desideri del suo partito - a volte ci sono richieste che in quanto economista non possono essere tollerate.
".... hanno rallentato le riforme, realizzabili solo in condizioni di emergenza."
RispondiEliminaNon ho parole.....
E noi ci lamentiamo di quel grullerello di Berlusconi.
Scusate il breve intervento. Adesso vedo se riesco a leggerlo tutto 'sto pezzo.
Questi intellettuali tedeschi sono fuori dalla logica della cooperazione europea e dunque "de facto" fuori dai trattati, che d'altro canto hanno preso in modo assai elastico al momento di finanziare l'unificazione.
RispondiEliminaInsomma è singolarissimo vedere l'Unione e la moneta unica solo in un quadro di vanti NAZIONALI: è internamente contraddittorio
solo di *vantaggi Nazionali
RispondiEliminagrazie dell'ottimo lavoro, vorrei solo segnalare una "voce dalla Svizzera"
RispondiEliminahttp://www.nachrichten.at/nachrichten/wirtschaft/Euro-Krise-So-ist-die-EU-ein-Anti-Friedens-Projekt;art15,1026448
Qui stiamo a discettare sull'opacità democratica del MVS o della ridiscesa in campo della Mummia, e quelli si preparano a farci a fette. "...riforme realizzabili solo in condizioni di emergenza", la necessità di "una lunga fase di stagnazione" (deflazione)... tutto questo che rischia di essere "compromesso" dall'allentamento della crisi. Siamo alla più pura espressione della Shock Economy Doctrine, espressa senza nemmeno il pudore dell'ipocrisia!
RispondiEliminaFermate questa Europa, voglio scendere!
Sinn: «I problemi di competitività dei paesi in crisi non saranno risolti dalle promesse di Draghi».
RispondiEliminaSante parole! Ma facciamo attenzione: la Germania impersonata da Sinn, dipinta come l'orco cattivo che vuole costringere gli europaesi a importare i propri prodotti, lamenta i problemi di competitività degli europaesi!
Sinn: «La sola via per ridurre i deficit delle partite correnti, senza che i paesi siano trascinati in recessione o depressione, consiste nello spostare la domanda dai beni esteri a quelli nazionali, facendo in modo che i prezzi calino rispetto a quelli degli altri paesi».
Ancora! Il problema non è il debito pubblico, ma il deficit delle partite correnti. Soluzione: spostare la domanda dai beni esteri (anche tedeschi!) a quelli nazionali. Sarebbe questa la Germania che intende usare l'euro per accumulare surplus commerciali contro gli europaesi?
Sinn: «Nella zona Euro cio' potrà accadere solo con una lunga fase di stagnazione, durante la quale il tasso di inflazione sarà spinto ad un livello inferiore rispetto a quello tedesco [...] Fino a quando il denaro pubblico continuerà a fluire...».
E qui Sinn sbaglia. Ora i prezzi italiani si stanno un po' calmando, ma sono comunque già saliti troppo grazie a un Mario Monti che è riuscito sia ad aggravare la recessione, sia a far salire i prezzi. Non "facendo fluire il denaro pubblico", ma aumentando l'IVA e le accise sulla benzina.
Ma questo vuol dire solo una cosa: i rimedi per i nostri guai sono un problema nostro, non può essere un altro a trovarli su procura. Per il resto, il nocciolo del discorso di Sinn è chiarissimo: non vuole un'Europa succube della Germania, vuole un'Europa capace quanto la Germania di esportare verso il resto del mondo.
E non si tratta di "mercantilismo monetario", ma di una semplice realtà: nel mondo ci sono molti paesi che esportano molto più di quanto importano. Tra questi anche la Cina, ma non solo: la Russia, i paesi arabi produttori di pretrolio, il Brasile e anche l'Argentina. Se importiamo - e siamo a volte costretti a importare - da questi paesi, possiamo «ridurre i deficit delle partite correnti» solo esportando. Cioè facendo quello che fa la Germania, il cui surplus commerciale viene per circa metà dagli scambi con paesi extraeuropei e che NON VUOLE che l'altra metà venga dagli scambi con l'eurozona. Sinn lo dice chiaramente: non serve a nulla un appartente surplus che da una parte non viene pagato (si riduce a evanescenti crediti TARGET2) e dall'altra comporta deficit di partite correnti al punto che «sempre piu' cara diventerà l'operazione per i contribuenti e i pensionati tedeschi».
Attribuire alla Germania la causa dei nostri problemi sarebbe come attribuire la causa della bronchite al medico che ci ha prescritto l'aerosol.
grazie anonimo per il lungo e interessante commento. posso solo dirti che di Sinn ho letto e tradotto molto, ma lui stesso è molto scettico sulla sostenibilità dell'intero processo. Come è possibile che Francia, Spagna, Italia, Portogallo, etc, possano sostenere una svalutazione del 20-25% rispetto alla Germania. E' politicamente ed economicamente realizzabile? non siamo sicuri...e nemmeno lui lo è, tanto che sostiene l'uscita temporanea: i paesi in crisi escono, svalutano, risolvono i loro problemi, e poi in futuro si riagganciano. Non credo che il mondo finanziario sarebbe d'accordo...
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