sabato 7 settembre 2013

Mayer: l'Euro danneggia la Germania

Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, da sempre molto critico verso la moneta unica, dal suo blog su FAZ.net lancia una tesi singolare: l'Euro ci danneggia perché ci impone prezzi di vendita sui mercati esteri troppo bassi. da FAZ.net
In molti ritengono che per la Germania sia un vantaggio avere una moneta piu' debole rispetto a quanto accadrebbe con il D-Mark. E' una sciocchezza. Con un cambio debole gli esportatori vendono sui mercati mondiali i loro prodotti a un prezzo piu' basso. Quando i prodotti non sono attraenti, è necessario un basso prezzo di vendita per ottenere una quantità di valuta estera sufficiente a finanziare le importazioni.

Ma se i prodotti invece sono richiesti, la domanda è alta, e i proventi delle esportazioni superano la spesa per le importazioni. E questo è quanto è accaduto in Germania dopo l'introduzione dell'Euro. All'epoca in cui il Marco poteva ancora apprezzarsi nei confronti delle altre valute, fra il 1977 e il 1998, in media l'avanzo delle partite correnti è stato dell'1%. Tra il 2006 e il 2013, a causa del corso troppo debole dell'Euro, l'avanzo con l'estero in media è stato del 6.5 %. Con l'Euro vendiamo i nostri prodotti ad un prezzo troppo basso e spendiamo troppo per le importazioni (per questa ragione compriamo poco).

Una parte del surplus delle partite correnti è andato perduto a causa di investimenti sbagliati all'estero

Ma questo non basta. Le eccedenze derivanti dai proventi delle esportazioni devono in parte essere reinvestite all'estero. E su questi investimenti abbiamo subito delle forti perdite. Lo si deduce dal fatto che, nello stesso periodo di tempo, gli avanzi cumulati delle partite correnti sono superiori all'aumento del nostro patrimonio netto estero. Questa discrepanza indica che una parte del surplus delle esportazioni è andata perduta a causa di investimenti sbagliati. Nei 14 anni dall'introduzione dell'Euro fino al 2012, questa differenza è stata di 291 miliardi di Euro, vale a dire piu' del 10% del PIL tedesco. Analizzando la stessa differenza, si puo' notare che gli avanzi delle partite correnti cumulati anno dopo anno per lo stesso periodo di 14 anni, a partire dal 2008, superano sistematicamente l'aumento della posizione netta sull'estero, e nel 2011 con 382 miliardi di Euro raggiungono il loro picco. Precedentemente, le differenze positive e negative si alternavano, il che suggerisce che prima del 2008 non ci siano state perdite sistematiche.

Per evitare ulteriori perdite in futuro, dovremmo vendere l'export tedesco ad un prezzo superiore e acquistare l'import ad un prezzo inferiore, oppure dovremmo cercare di investire all'estero le nostre eccedenze in maniera piu' produttiva. Senza una moneta propria, potremo raggiungere una rivalutazione del nostro cambio reale, solo se i prezzi dei beni e dei servizi prodotti in Germania e i redditi dei tedeschi cresceranno piu' velocemente di quanto facciano quelli dei nostri partner europei. Per evitare perdite di competitività nei confronti dei nostri concorrenti all'esterno dell'unione monetaria, l'Euro dovrebbe deprezzarsi per un valore corrispondente. I nostri partner nell'unione monetaria non dovrebbero trasmettere pero' questa svalutazione ai loro prezzi e salari, piuttosto dovrebbero utilizzarla per recuperare competitività nei nostri confronti e verso i paesi all'esterno dell'unione monetaria. Si tratta di un esercizio molto difficile, perché noi dovremmo tollerare per un certo periodo di tempo un'inflazione superiore, e i nostri partner, nonostante la svalutazione dell'Euro, mantenere i prezzi e i costi stabili. Allo stesso tempo la BCE dovrebbe imporre una tale svalutazione sul mercato delle valute. Le possibilità che tutto questo si realizzi come descritto, non sono molto elevate. Nel nostro paese gli aumenti di prezzo sono estremamente impopolari, mentre i nostri partner in passato hanno tentato di raggiungere la stabilità dei prezzi senza successo.

In alternativa si potrebbe provare a investire in maniera piu' ragionevole le nostre eccedenze commerciali. Poiché le nostre banche, le assicurazioni e gli investitori privati hanno avuto risultati deludenti, in un articolo precedente ho suggerito la costituzione di un fondo pubblico per gli investimenti secondo l'esempio di altri paesi con elevati avanzi commerciali. Le esperienze mostrano che un rendimento attraente è possibile quando lo stato raccoglie il risparmio privato e organizza gli investimenti all'estero in concorrenza con i gestori privati. Secondo alcune fonti, i fondi pubblici di Norvegia e Singapore negli ultimi 10 o 20 anni hanno avuto un rendimento annuo del 3 o 4% superiore all'inflazione. Nel nostro paese, come al solito,  gli scettici vorrano mettere in discussione questa proposta. Dovremo tuttavia rassegnarci al fatto che l'Euro ci impone dei prezzi peggiori sui mercati esteri, e genera perdite nell'investimento all'estero delle nostre eccedenze commerciali. La politica dovrebbe essere sufficientemente onesta da riconoscerlo...

9 commenti:

  1. Però non è una tesi singolare! :)

    E' la tesi sostenuta da goofynomics, vista dall'altra parte.

    Qui il danno deriva, se ho capito bene, dal fatto che la Germania in effetti non ha gestito bene i suoi avanzi commerciali, cioé i capitali che ha accumulato.

    Mantenendo la moneta unica ed essendo difficile che i prezzi tedeschi possano aggiustarsi per compensare una moneta sottovalutata, cioé aumentare, anche perché questo romperebbe il meccanismo di accumulazione, la soluzione proposta, una gestione pubblica del reinvestimento nella periferia dei capitali, è la prefigurazione di una dominazione del capitale finanziario tedesco sulla zona euro gestita dallo stato tedesco.

    RispondiElimina
  2. In alternativa si potrebbe a investire in maniera più ragionevole i nostri avanzi commerciali, è un eufemismo per non dire idioti di Dusseldorf?

    RispondiElimina
  3. Mi sembra che quanto sostenuto da Meyer non abbia assolutamente senso.
    In pretica Mayer sostiene che l'avanzo delle partite commerciali è stato alto e che gli investimenti sbagliati all'estero hanno eroso un po' di questo gadagno: vista così sarebbe da PAZZI cambiare strada. Io penso che invece l'avanzo troppo elevato abbia causato l'erosione degli investimenti all'estero, erosione che potrebbe arrivare a cancellare tutti i guadagni sinora accumulati, che potrebbe essere fermata solo riequilibrando la bilancia, e dando respiro ai debitori...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ovvero consumando di + in Germania (+ import e meno export), evitando di massacrare gli altri di austerità (meno import e + export) e punendo comportamenti macroeconomici difformi con multe sui bilanci degli stati scostanti (tipo procedura x deficit eccessivo).

      Basterebbe un extra al compact come proposto da Bagnai o una clearing Union come indicato 50 anni fa da Keynes.

      Elimina
  4. A parte che con un prezzo + alto chi lo dice che la domanda di prodotti tedeschi sarebbe rimasta la stessa, la domanda è stata alta e i prodotti richiesti proprio grazie a un cambio favorevole in questi anni, che ha eliminato paesi concorrenti che pagavano di più il lavoro(vedi mini jobs) per cui erano meno competitivi.
    Poi c'è da considerare che i pagamenti di molti paesi debitori della Germania sono stati coperti dal MES (vedi Grecia). Questi soldi, via MES, sono arrivati direttamente nelle casse delle banche tedesche che avevano fatto prestiti incauti a paesi che sapevano bene non sarebbero stati in grado di restituire. Questi prestiti incauti sono stati coperti dai soldi di paesi come l'Italia che di prestiti incauti ne avevano fatti decisamente molti meno. Francamente la teoria in questione mi pare faccia acqua da tutte le parti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. diciamo che la proposta di Mayer, un fondo pubblico per reinvestire all'estero i surplus commerciali, oltre ad istituzionalizzare la "german dominance", ci ricorda ancora una volta quanto sul fronte nord sia limitata la volontà di cooperare...

      Elimina
    2. Già... Non c'è proprio dubbio che le proposte tedesche siano sempre rivolte a portare acqua al loro mulino....mi cchiedo anche se sia strano che facciano i loro interessi o piuttosto se sia strano aspettarsi che facciano i nostri.....

      Elimina
  5. Non sono " idioti", sono i " servi" del "grande capitale apolide" messi a gestire un paese occupato e sconfitto. Possible infatti che nessuno si domandi chi "guadagna" dai cattivi investimenti" tedeschi ? NOn certo il popolo tedesco che alla fine quando questa gigantesca idrovora finanziara scoppiera' sara' chiamato a rispondere da " colpevole" per i danni inflitti a tutti gli altri.
    Ma purtroppo non si tratta solo di servilismo delle elites ma di una vera furberia a cui molti in germania ( compreso purtroppo AfD ) inclinano. L'idea cioe' che alla fine questo " lager" "tedeschizzera" l' europa a spese degli altri ; e questo viene retro-pensato senza una reale riflessione sul perche' sia finita male le altre due "volte" che questo scopo e' stato tentato.
    Sfortunatamente infatti se cento anni fa " tedeschizzare l' europa" era quasi un diritto di un popolo superiore oggi sarebbe solo la velenosa e limitata " ricompensa" data ad un " Kapo'" e quindi finira' MALISSIMO , nel senso stavolta al contrario delle altre due manchera' alla germania ANCHE "l' onore".
    Mi dispiace caro " voci" ma questa e' una indelebile verita'... e adesso cancellala pure , perche' a me interessa che te ne renda conto almeno tu che mi sembri in buona fede.
    ciao.
    ws

    RispondiElimina