Il ministro delle finanze Scholz nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di sostenere insieme ai francesi un'assicurazione europea contro la disoccupazione. E' stato immediatamente impallinato dai colleghi di governo della CDU, da Merkel e da buona parte della stampa. Dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, Manfred Schaefers nel suo dottissimo pistolotto ci spiega perché i tedeschi non devono aiutare chi se ne frega delle regole, cioè gli italiani.
L'Italia se ne frega delle regole. La proposta di Scholz per un'assicurazione europea contro la disoccupazione arriva nel momento sbagliato, crea dei falsi incentivi e fa delle promesse sbagliate.
Come fanno a stare insieme le cose? Ogni giorno è sempre piu' chiaro che il governo italiano se ne frega delle regole europee. Allo stesso tempo il ministro delle finanze tedesco lavora ad un concetto che porterebbe gli stati membri a non essere piu' responsabili del loro operato.
A Olaf Scholz si può sicuramente attribuire il merito di aver sviluppato a un livello astratto un bellissimo modello teorico: i paesi dell'UE in crisi ricevono dei prestiti in modo da non dover aumentare i contributi sociali nelle fasi economiche piu' difficili, fatto che aggrava ulteriormente ogni recessione.
Ma ogni teoria notoriamente è grigia. L'idea non funzionerà: se l'aiuto esterno è prevedibile, nel paese diminuisce ogni spinta a provvedere con le proprie forze a organizzare il mercato del lavoro nazionale in modo da poter affrontare autonomamente una crisi. E se la situazione dovesse davvero superare le possibilità nazionali, già oggi ci sono gli aiuti europei - anche se a determinate condizioni.
Applicando quanto suggerito da Scholz, Roma avrebbe ancora meno motivi per ridurre il suo indebitamento eccessivo. In breve: momento sbagliato, incentivi sbagliati, promesse sbagliate. L'Unione deve fermare la SPD.
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