Martin Höpner, grande intellettuale tedesco e professore di scienze politiche al prestigioso Max-Planck-Institut für Gesellschaftsforschung di Colonia, prova a ipotizzare cosa accadrebbe se la BCE desse ascolto agli unionisti piu' facinorosi e ignorasse la sentenza della Corte di Karlsruhe. Ne scrive Martin Höpner su Makroskop.eu
Diversi critici della sentenza della Corte costituzionale tedesca chiedono di ignorare il verdetto del 5 maggio. Ma sono consapevoli che alla fine di questa sequenza, con la quale in realtà vorrebbero punire Karlsruhe, potrebbe esserci proprio la fine dell'Eurozona?
Nell'ambito del dibattito sulla recente sentenza della Corte costituzionale federale sull'operato della BCE, i critici chiedono alla Banca centrale europea di ignorare qualsiasi richiesta del Bundestag di presentare una prova della proporzionalità del programma di acquisto delle obbligazioni PSPP: la BCE non dovrebbe ricevere alcuna linea di indirizzo dai parlamenti nazionali.
Gli autori di tali proposte e di altre simili vorrebbero una ulteriore intensificazione del conflitto. È chiaro o meno ai critici (decisamente filo-europeisti) che alla fine di questa sequenza, con la quale vorrebbero punire Karlsruhe, potrebbe esserci la fine dall'Eurozona? È davvero quello che vogliono?
Qui sotto potete leggere come potrebbe andare avanti il conflitto se le parti in causa dovessero persistere senza compromessi sulle loro posizioni:
3 giugno 2020: sulla base dei risultati delle audizioni pubbliche del parlamento tedesco del 25 maggio, il governo federale e il Bundestag rispettano i loro obblighi ai sensi dell'orientamento numero 9 della sentenza di Karlsruhe e pertanto chiedono alla BCE di preparare un'analisi in merito alla proporzionalità degli acquisti di obbligazioni effettuati nell'ambito del PSPP.
9 giugno 2020: il Consiglio della BCE si riunisce e respinge le richieste arrivate da Berlino. Le istruzioni provenienti dagli organi degli Stati membri non sono accettate. Il non dover seguire le indicazioni dei parlamenti e dei governi, è la garanzia ultima dell'autonomia della banca centrale. I fautori della linea morbida restano una minoranza isolata.
5 agosto 2020: il termine stabilito dalla Corte costituzionale federale è scaduto senza che la BCE abbia presentato l'analisi richiesta in merito alla proporzionalità del PSPP.
6 agosto 2020: la Bundesbank interrompe la sua partecipazione alla realizzazione del PSPP.
7 agosto 2020: la Commissione rilascia una dichiarazione in cui invita la Germania ad accettare il primato del diritto europeo sul diritto costituzionale degli Stati membri e ad ordinare alla Bundesbank di riprendere con l'attuazione dei programmi.
10 agosto 2020: data la gravità della crisi costituzionale europea, i membri del governo tedesco annullano le loro vacanze estive.
11 agosto 2020: un vertice anti-crisi a Bruxelles si conclude senza risultati. La Germania afferma di essere vincolata dalle sentenze della Corte costituzionale federale.
12 agosto 2020: la BCE annuncia che d'ora in poi effettuerà autonomamente la parte tedesca degli acquisti di titoli.
1 settembre 2020: dopo che da settimane cresce la pressione sul presidente tedesco della Commissione, la von der Leyen alla fine cede e annuncia una procedura di infrazione contro la Germania.
1 novembre 2020: si apre la procedura.
5 maggio 2021: la Corte di giustizia europea annuncia la sua sentenza sulla causa "Commissione contro Germania". La Commissione vince. La Germania è condannata a pagare una penale per ogni giorno aggiuntivo in cui ha violato i suoi obblighi ai sensi del diritto europeo.
6 maggio 2021: il governo federale annuncia che accetterà la multa con riserva e che lavorerà ad una soluzione politica al conflitto.
13 maggio 2021: un gruppo comprendente Markus Kerber, Peter Gauweiler e Johann Heinrich von Stein fa un ricorso alla Corte costituzionale federale contro il pagamento della penale.
12 marzo 2022: la Corte costituzionale federale accoglie il ricorso e giudica il verdetto del caso "Commissione contro Germania" come "ultra vires". La Corte dà alla BCE un altro periodo di tre mesi per presentare una valutazione della proporzionalità degli acquisti nell'ambito del PSPP. In caso contrario, la partecipazione della Germania all'unione monetaria, mette in chiaro la corte di Karlsruhe, non è compatibile con la Legge fondamentale.
12 giugno 2022: la scadenza fissata viene superata senza che la BCE abbia presentato una prova della proporzionalità.
1 ottobre 2022: la Germania lascia l'euro. Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Austria, Estonia, Lettonia e Slovenia annunciano che seguiranno l'esempio tedesco.
Magari!!!!
RispondiEliminaSi potrebbe ipotizzare una timeline alternativa con un esito simile anche in caso di "sottomissione" della BCE al diktat della corte tedesca, con altre corti nazionali che chiedessero conto "opposto" alla BCE e/o che reagissero su altri temi vs la corte europea (magari a partire dall'Ungheria).
RispondiEliminaBah, essere grande intellettuale tedesco e professore di scienze politiche al prestigioso Max-Planck-Institut für Gesellschaftsforschung di Colonia, ti rende mago Otelma?
RispondiEliminaE tu invece anonimo di cosa ti occupi nella vita e nel tuo tempo libero? Grazie
EliminaNon credo sia importante sapere nome e cognome e cosa si fa nella vita. Qualche idea su come funzioni il mondo ce l’ho. I sistemi complessi evolvono secondo paradigmi probabilistici stimabili in lassi di tempo molto brevi. Onestamente a me sembra il calendario di mago Merlino, poi per carità potrebbe aver ragione lui. A quel punto vorrebbe dire che vivremmo un universo di tipo deterministico ( tipo newtoniano). IMHO
EliminaPienamente d'accordo su tutta la linea, è molto difficile fare previsioni quando si tratta del futuro. Però Hopner non è uno stolto e conosce la natura del problema sollevato dalla Corte e sa bene che c'è una larga parte dell'opinione pubblica e una parte degli apparati statali in piena sintonia con la sentenza della Corte di Karlsruhe.
EliminaIn realta' e' una frase volgarotta: si parla di sistemi complessi in maniera generalistica, senza entrare nello specifico. In questo caso esistono elementi giuridici e vincoli economici di carattere deterministico.
EliminaIl tizio non e' uno scienziato od un mediocre scienziato.
L'unico commento possibile ad una simile follia è "auguri". Comunque mi pare che la Merkel abbia già trovato la soluzione, se non lo farà la BCE lo farà la commissione con i finanziamenti al bilancio comunitario votati dal Bundestag e dagli altri Parlamenti nazionali.
RispondiEliminaCredo che questo politologo sia troppo ottimista, l'euro non può resistere ancora 2 anni, le spinte centrifughe, date le crescenti asimmetrie interne vanno verso una risoluzione rapida dell'euro. La sentenza di Karlsruhe è un catalizzatore, e il bilancio dell'Unione non sarà mai votato: già prima del CV non erano riusciti a mettersi d'accordo per coprire i contributi dell'uscente GB, allora le spese del CV, aspetta e spera, rêve toujours...
RispondiEliminaPerché illudi i tuoi lettori? Sei cinico. :)
RispondiEliminaPer gli importatori dalla Germania sarebbe una tragedia...
EliminaSarcastico presumo? o altrimenti qualche esempio di prodotto tedesco che non sarebbe rimpiazzabile con l'importazione da altri paesi del mondo eccetto le loro macchinette? Piuttosto come se la passerebbero gli esportatori tedeschi? Si sa che la Germania ha fatto la sua fortuna degli ultimi 10 anni con le esportazioni, ma di paesi che hanno prosperato grazie alle importazioni tedesche non ho mai sentito parlare. Riguardo alla visione dell'intellettuale di turno, nutro scarsissima stima degli intellettuali in generale, figurarsi quelli tedeschi, quindi non m'illudo che ci stia azzeccando nello specifico, ma ovviamente me lo auguro eccetto che per la tempistica, due ulteriori anni d'accanimento terapeutico su questa fallimentare unione monetaria sarebbero drammatici
EliminaLa Germania avrebbe fatto la sua fortuna negli ultimi 10 anni? Questa è bella! :)
EliminaLa Germania è da sempre tra le nazioni leader del commercio internazionale dai primi del '900, è prima per PIL in Europa dagli anni '70, cioè più o meno 25 anni dopo essere partita da 'zero' letteralmente. Negli anni delle singole monete nazionali deteneva stabilmente la terza posizione mondiale nell'export, oggi scesa al quinto essendo superata da Cina e India.
È vero che nessuno si arricchisce con le impostazioni, tranne i rivenditori, come tu non ti arricchisci quando fai acquisti.
e chissà quanti miliardi di sanzione verrebbero inflitti alla Germania per una violazione del genere
RispondiEliminairrilevante, tanto non pagherebbero mai un euro
EliminaNell'aria rimane sempre la domanda senza risposta...
RispondiEliminaSe i Paesi nordici sono così indignati dai PIIGS, e dall'Italia in particolare, perché non ci cacciano a pedate ovvero escono loro dalla moneta unica?
A.
È uno scenario ipotetico, ma vale la pena di studiarlo: chissà... . A proposito, sarebbe sicuro che tutti i Paesi minori ipotizzati da Hoepner seguirebbero la Germania? Molti tra di essi sono stati occupati o annessi nel ‘900 dai tedeschi. Le convenienze (supposte) economiche sono importanti, ma quando il gioco si fa duro riaffiorarano memorie e paure collettive apparentemente sepolte. E allora la politica estera ritorna. Il problema dal 1870, resta lì. Un Paese troppo grande, troppo bravo, troppo...tutto, ha bisogno di maturare la convivenza con gli altri e con se stesso.
RispondiEliminaBisognerebbe chieder lumi a Romano Prodi, che si è già occupato del problema. Saputone il parere, basterebbe fare l'esatto contrario per uscire dal tunnel. Siamo arcistufi di codesti cacasenno che, fieri di aver superato gli studi imparando a memoria testi e faldoni, vogliono applicare il loro "sapere" alla realtà, sfasciando tutto ciò che industriali, artigiani e commercianti hanno creato LA VO RAN DO!
RispondiEliminaBisognerebbe chieder lumi a Romano Prodi, che si è già occupato del problema. Saputone il parere, basterebbe fare l'esatto contrario per uscire dal tunnel. Siamo arcistufi di codesti cacasenno che, fieri di aver superato gli studi imparando a memoria testi e faldoni, vogliono applicare il loro "sapere" alla realtà, sfasciando tutto ciò che industriali, artigiani e commercianti hanno creato LA VO RAN DO!
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