venerdì 22 maggio 2020

Perché i minijob sono un fallimento e perché dovrebbero essere aboliti

Ci avevano spiegato che i minijob alla tedesca erano una buona soluzione e che bisognava importarli anche in Italia. Ma con l'arrivo della crisi i minijob si sono mostrati per quello che sono: una forma di dumping salariale, non troppo diversa dalla legalizzazione del lavoro nero. Ne scrive David Gutensohn su Zeit.de





Prima della crisi, piu' di sette milioni di persone in Germania avevano un minijob, un cosiddetto "lavoro marginale". Marginale (Geringfügig) per il Duden è sinonimo di insignificante, irrilevante o esiguo. E proprio i lavori irrilevanti, apparentemente sono stati fra i primi ad essere colpiti dalla crisi da Coronavirus. Solo a marzo, infatti, sono stati licenziati 224.000 minijobber. Il periodo di preavviso di sei settimane, che si applica anche ai minijob, in molti casi è stato ignorato. La minijob-Zentrale parla di un "declino significativo" e  tra qualche settimana prevede anche una seconda ondata di licenziamenti. I minijob non sono a prova di crisi. È giunto il momento di liberarsene.

Chi ha un monijob guadagna fino a 450 euro mensili senza doverci pagare le tasse sopra. Non ci sono costi per l'assicurazione sanitaria, per quella contro l'invalidità o la disoccupazione. E il pagamento dei contributi pensionistici è solo su base volontaria. Per i dipendenti c'è un vantaggio decisivo: i salari lordi spesso corrispondono ai guadagni netti. Originariamente i minijob -  riformati in maniera sostanziale dal governo Schröder nel 2003 - erano stati pensati per contenere il lavoro nero nelle famiglie e nelle abitazioni private, ad esempio per le pulizie o le lezioni private.

4,4 milioni di persone dipendono dai minijob

Oggi, tuttavia, la maggior parte dei minijobber in Germania non lavora nelle abitazioni private, ma negli hotel, nelle fabbriche e nell'assistenza sanitaria. Per molti di loro il lavoro da 450 euro al mese non è affatto un piccolo reddito extra di cui facilmente possono fare a meno. 4,4 milioni di tedeschi, infatti, dipendono esclusivamente dalle entrate dei minijob, e non hanno nessun altro lavoro oltre a questo. Fra questi ci sono molti studenti, genitori single e pensionati.

Durante la crisi, tuttavia, il grande vantaggio dei minijob si è trasformato in uno svantaggio: perché i minijobber non pagano alcun contributo sociale, non hanno diritto a prestazioni sociali, né ai sussidi di disoccupazione, né alla cassa integrazione. Se perdono il lavoro, come sta accadendo a centinaia di migliaia di persone, hanno solo la sicurezza di base (Hartz IV). E la crisi attuale mostra anche che per i datori di lavoro alla fine il minijob non è redditizio: non è un caso che siano proprio questi lavoratori i primi ad essere stati scaricati. Contrariamente alla credenza popolare, il minijob per i datori di lavoro non è affatto più economico rispetto ai normali rapporti di lavoro. Per un normale dipendente, infatti, il datore di lavoro deve pagare circa il 20% in termini di tasse e imposte, per i minijob piu' del  30% sotto forma di tassa forfettaria. E questo anche se il minijobber non ha diritto alle prestazioni previste dalle assicurazioni sociali.

Le posizioni a tempo pieno sono state sostituite con dei minijob

Allo stesso tempo, un certo numero di datori di lavoro ha saputo sfruttare questo costrutto. Le imprese, alla ricerca di flessibilità, hanno sostituito le loro posizioni a tempo pieno con piu' minijob, sostiene il ricercatore in scienze sociali Stefan Sell della Hochschule Koblenz. Anche l'Institut für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung afferma che molti minijob alla fine sono serviti solo per sostituire dei dipendenti a tempo pieno. Per questa ragione i minijob  da molto tempo ormai sono diventati il bersaglio di molte critiche. Invece di creare lavori più sicuri, ci sono sempre più minijob sottopagati. Invece di una cassiera a tempo pieno, in molti luoghi di lavoro hanno messo tre mini-jobber. Invece di assumere in maniera corretta i camerieri, i ristoranti preferiscono assumere tre studenti non sindacalizzati, che non fondano un Betriebsrat e non chiedono aumenti salariali.

In tempi di crisi, i datori di lavoro utilizzano questa flessibilità per poter ridurre il personale piu' rapidamente. E questa è una minaccia esistenziale, soprattutto per quelle persone per le quali il mini-job non rappresenta solo un piccolo extra-reddito.

Non ci sono aumenti salariali

E i minijob hanno anche un altro svantaggio: se in qualche settore aumentano i salari, i minijobber devono comunque restare al di sotto dei 450 euro mensili. Questo può essere fatto solo riducendo l'orario di lavoro. Per questo motivo, ad esempio, un certo numero di imprese di pulizia all'inizio di quest'anno hanno chiesto che i minijob venissero aboliti. Dal 1 ° gennaio, infatti, i salari per il personale addetto alle pulizie sono aumentati. Ma poiché nessuno può guadagnare più di 450 euro con un minijob, oltre 100.000 addetti alle pulizie hanno dovuto ridurre l'orario di lavoro. Se fosse stato solo il loro stipendio a crescere, avrebbero superato i 450 euro e sarebbero stati assoggettati a dei contributi previdenziali. Ma a causa di tasse e imposte non sarebbe rimasto quasi nulla di quell'aumento salariale. Anche per questo motivo, molti dipendenti del settore della ristorazione, dopo l'aumento del salario minimo hanno dovuto ridurre l'orario di lavoro.

Il succo della questione è che i minjobs possono essere usati per evitare gli aumenti salariali. Sostituiscono i lavori regolari e in tempi di crisi rappresentano un onere per i datori di lavoro. È arrivato il momento di rinunciare a questo modello di lavoro. Esperti come Enzo Weber  dell'Institut für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung e i Verdi, ad esempio, suggeriscono di sostituire i minijob con dei lavori soggetti a dei contributi previdenziali. E questa è anche l'unica strada giusta.

Il lavoro dovrebbe prevenire la povertà in vecchiaia

Affinché le persone in futuro possano avere una maggiore protezione dai rischi, è necessario che i lavoratori versino dei fondi nelle casse della previdenza sociale in modo da maturare un diritto a delle prestazioni future. Sono necessari dei posti di lavoro in grado di prevenire la povertà in vecchiaia, perché con questi impieghi sarà possibile riempire le casse della previdenza sociale. E c'è bisogno anche di un altro modo di guadagnare un secondo reddito aggiuntivo, che sia anche esente da imposte e quindi attraente per i pensionati, gli studenti e i genitori single.

Per fare si' che ciò sia possibile, ogni ora lavorata dovrà essere coperta dalle assicurazioni sociali. Allo stesso tempo, lo stato dovrà sovvenzionare chi guadagna poco rinunciando a tassare queste persone, come fa ad esempio per i cosiddetti midijobs. Dal 2019 infatti è possibile guadagnare tra i 450 e 1.300 euro lordi al mese, con una bassa tassazione e con pochi contributi sociali, che però crescono all'aumentare dello stipendio. Contrariamente ai mini-jobs, questi posti di lavoro sono a prova di crisi: le aziende possono fare domanda per la cassa integrazione invece di licenziare i lavoratori. Alla fine tutti ne traggono un beneficio.



10 commenti:

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  2. I Minijob esistono dal 1977, precisamente dal 01.07.1977. Si è dato il nome di Minijob, che deriva dall'inglese "Job" e che in tedesco identifica un lavoro secondario (quindi "mini lavoro secondario"), in quanto sono state apportate delle modifiche, la prima delle quali il tetto del compenso che prima era di 325 euro in quanto riferito a 630 DM dal 1999 e portato a 400 euro dato che con il precedente limite era pressoché poco utilizzato generando o comunque incentivando il 'lavoro nero'. I Minijob, che sono di due tipi, anche qui grazie alla modifica (non introduzione) del 2003, sono la regolarizzazione dei cosiddetti lavori atipici. Delle due l'una: o si deregolarizzano i lavori atipici oppure si eliminano questi ultimi. Tu per cosa sei propenso VdG?

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    1. vedo che ti sei scaldato e te la sei presa sul personale.
      Immagino che la frase conclusiva corretta fosse :
      Tu per cosa sei propenso , David Gutensohn da Zeit.de ?

      E sempre il signor David aggiunge qualcosa inerente le assicurazioni sociali

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    2. Sono pienamente d'accordo con il contenuto dell'articolo, forse il titolo del post è un po' pompato, ma succede. Diciamo che invece di abolirli io sarei per limitarne fortemente l'uso ad una ristretta fascia di fattispecie ed impieghi, e penso appunto alle pulizie di casa presso le famiglie o alle ripetizioni, o a chi ogni tanto va a potare le siepi o fare i giardini nel vicinato, per tutto il resto invece, camerieri, baristi, commessi, assistenza alle persone malate, pulizie negli uffici etc si tornano ad applicare i contratti di lavoro tipico con i normali contributi sociali, è una proposta sovversiva?

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    3. Mi serve sapere il monte ore mensile per capire se le tue considerazioni hanno un senso. Esempio: un cameriere che lavora 4 ore il sabato e altrettante la domenica fanno 32 al mese, applicheresti un contratto tipico full time (l'unico tipico assieme a quello autonomo)? Uno atipico part-time?

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    4. Ma guarda la questione è molto piu' semplice di quanto non possa sembrare, non è la mia proposta ma è quella della DGB tedesca e basta andarla a cercare, ad esempio:

      https://www.dgb.de/themen/++co++ca6dc942-acb8-11e6-97f0-525400e5a74a

      Ma poi se hai o avete del tempo da perdere, basta cliccare sul tag minijob in fondo all'articolo per vedere che c'è una lunga lista di traduzioni sull'argomento che partono dal 2012, e sono indicate anche diverse soluzioni possibili al problema di fondo dei minijobs, un problema che riguarda milioni di persone: la mancanza di contributi previdenziali.

      E comunque mi fa piacere sapere che portare avanti la tua agenda economica decisamente confindustriale hai scelto questo umile blog di provincia, che invece resta un blog decisamente pro-labour...

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    5. Purtroppo non ho tempo da perdere perché un conto è apportare modifiche alle forme di contratto atipiche, altro è la loro abolizione. Se per i Minijob il tetto di 450 euro è ad oggi basso basta proporre di innalzarlo come avvenuto prima nel 2003 da 325 a 400 e poi a 450 euro in seguito. Ma eliminarli, come qui si sono voluti abolire i voucher, genera solo lavoro sommerso con tutto ciò che comporta: sfruttamento e zero diritti oltre a zero contributi.

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    6. @vocidallagermania... Che vuoi... Il suo non se lo filava nessuno... 😅

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  3. Ciao! grazie per l'articolo, volevo segnalare che il link al testo originale in tedesco è sbagliato.

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