martedì 14 luglio 2020

E se l'oro tedesco a Londra e New York fosse perduto?

Metà dell'oro tedesco ancora oggi è custodito a New York e Londra, e anche se la Bundesbank fra il 2013 e il 2016 ha cercato di riportare in patria quanto piu' oro possibile, britannici ed americani, dopo una breve collaborazione iniziale, dal 2016 hanno bloccato le consegne. Solo i francesi hanno acconsentito a far rimpatriare tutto l'oro tedesco custodito a Parigi. Dopo la recente sentenza dell'Alta corte britannica che impedisce la consegna dell'oro venezuelano al governo Chavista di Maduro, il giornalista di Handelsblatt Norbert Haering si chiede se dopo questo verdetto, anche le oltre 1.600 tonnellate di oro tedesco custodite fra New York e Londra non siano ormai irrecuperabili. Ne scrive l'ottimo Norbert Haering


Non dovrebbe esserci piu' alcun dubbio ormai sul fatto che la Bundesbank nel 2013 con il suo "concetto sul deposito dell'oro all'estero", di fatto ha rinunciato a metà delle riserve auree tedesche immagazzinate a New York e a Londra. E comunque ogni dubbio sull'argomento è stato messo da parte da quando un tribunale britannico ha deciso che il governo del Venezuela non potrà piu' riavere indietro l'oro immagazzinato presso la Banca d'Inghilterra - semplicemente perché così ha deciso il governo britannico.


Le riserve ufficiali d'oro tedesche ammontano a circa 3.367 tonnellate e al prezzo odierno di 1.581 euro per oncia, valgono ben 170 miliardi di euro .

Con circa 1.656 tonnellate, quasi la metà dell'oro è immagazzinata all'estero, tre quarti a New York e un quarto a Londra. L'oro all'estero vale attualmente circa 84 miliardi di dollari.

Ma per la Bundesbank qual'è il valore effettivo dell'essere titolare di questo patrimonio, se poi di fatto non ne è in possesso, non può accedervi, e non può nemmeno andare a controllare se l'oro è ancora lì? Non è poi molto di più che una bella voce sullo stato patrimoniale della banca centrale.


L'Alta Corte di Londra (più o meno l'equivalente della Corte Suprema Federale) recentemente ha stabilito che il governo venezuelano non avrà indietro il suo oro perché il governo britannico, invece del governo Maduro, riconosce il contro-governo fantoccio istituito e appoggiato dagli USA sotto l'autoproclamato "presidente ad interim" Juan Guaidó.

Il quale, per dare una minuscola parvenza di legalità all'intera operazione, ha nominato appositamente per l'Alta Corte britannica un consiglio di amministrazione della contro-banca centrale, un'azione totalmente ridicola, se non fosse così triste.

Ora si potrebbe argomentare che la Germania non è il Venezuela. I nostri amici di Londra, Washington e New York, non ci tratterebbero mai in questo modo. Ma sarebbe molto ingenuo, per almeno due motivi.




- In primo luogo, basta guardare all'uso che il governo degli Stati Uniti fa del diritto internazionale quando minaccia il sindaco di Ruegen con sanzioni economiche e l'arresto se dovesse far entrare una nave posatubi russa in un porto di cui è responsabile. Non vi è stata alcuna significativa resistenza da parte del governo tedesco. Ci sono innumerevoli esempi del modo in cui gli Stati Uniti hanno messo la propria legislazione al di sopra del diritto internazionale. È un programma che gli Stati Uniti hanno chiarito già da molto tempo.

- In secondo luogo, invece, è dal 2016 che la Bundesbank ha smesso di ritirare oro, a parte delle piccole dosi omeopatiche di oro estero che negli anni scorsi hanno potuto lasciare i depositi della Federal Reserve di New York. In tre anni e mezzo un totale di 47 tonnellate (su 7.800 tonnellate). Sospetto che questo stop alle spedizioni valga anche per Londra. In ogni caso, secondo quanto riportato dalla stampa, Guaidó non vuole avere l'oro indietro, ma intende lasciarlo alla Banca d'Inghilterra.

Probabilmente il principale delitto di Maduro in questo caso è stato quello di non aver tenuto conto dell'indicazione informale secondo la quale tutto l'oro estero custodito a New York e Londra, di fatto è come se fosse stato congelato. Nel caso di Maduro, questa ammissione può essere evitata tirando in ballo la farsa del contro-governo. Quando la Bundesbank, sotto la pressione di una perizia - forse ordinata - dalla Corte dei conti federale, ha chiesto pubblicamente di riavere indietro l'oro da New York, non ci è riuscita. Pertanto, dopo lunghe e difficili trattative, gli Stati Uniti tra il 2013 e il 2016 hanno fatto uscire dai loro depositi 300 tonnellate di oro tedesco. In cambio hanno ricevuto una promessa pubblica da parte della Bundesbank, ridefinita poi "concetto sul deposito dell'oro all'estero", di non fare più una simile richiesta così sfacciata.


Il valore dell'oro che gli Stati Uniti e il Regno Unito sottraggono al controllo dei loro proprietari è considerevole, ma in realtà non si tratta di questo, tranne in casi come quello del Venezuela, dove si possono fare dei danni enormi al governo debole di un paese povero. In altri casi, come nel caso della grande quantità di oro tedesco, si tratta di mantenere sotto il proprio controllo delle enormi riserve auree.

Non è del resto un caso il fatto che il prezzo dell'oro espresso in dollari abbia segnato dei nuovi record, perché sempre meno persone si fidano di un sistema monetario fondato sul dollaro nel quale la Federal Reserve statunitense mette in circolazione un numero quasi illimitato di dollari per acquistare titoli di stato statunitensi. Così tanti dollari che la Federal Reserve, e quindi in ultima analisi il governo degli Stati Uniti, sono diventati di gran lunga il maggiore detentore di titoli di Stato statunitensi.

Controllando grandi quantità di oro di proprietà di altre nazioni, si potrebbe impedire che questi paesi si facciano venire in mente l'idea di coprire la propria valuta con l'oro offrendola come alternativa al dollaro. Gli Stati Uniti potrebbero anche fare riferimento ad una sorta di diritto, nel caso in cui dovessero negare pubblicamente a questi paesi l'accesso al loro oro. Su richiesta degli Stati Uniti, infatti, già mezzo secolo fa tutti i Paesi membri del Fondo monetario internazionale si erano impegnati a "demonetarizzare" l'oro, cioè a rinunciare a coprire la moneta con l'oro.

E se le cose si mettessero davvero male, il dollaro o la moneta che gli dovrebbe succedere potrebbe essere garantita dall'oro di cui ci si è impossessati. Per farlo non c'è nemmeno bisogno di espropriare ufficialmente i proprietari dell'oro. È sufficiente avere un accesso informale all'oro. I proprietari hanno tutte le ragioni per tacere. Perché solo fino a quando non ammetteranno di non avere più accesso all'oro, potranno continuare ad elencarlo nei loro bilanci e nelle loro riserve monetarie.

Questo probabilmente è anche il motivo per cui la Bundesbank dal 2016 sull'argomento ha fatto buon viso a cattivo gioco.

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