domenica 19 luglio 2020

Il paese della disuguaglianza

Secondo i dati appena pubblicati dal prestigioso DIW (Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung) di Berlino, la disuguaglianza sociale in Germania sarebbe estrema. Dati alla mano, secondo il DIW, in Germania il 10% piu' ricco della popolazione detiene il 67 % della ricchezza privata, mentre il 50 % piu' povero della popolazione possiede solo l'1% della ricchezza privata. Ne scrive su Die Zeit il direttore del DIW Marcel Fratzscher



Finora non si sapeva con esattezza quanto noi tedeschi fossimo realmente ricchi, oppure poveri. Lo Stato tedesco non raccoglie statistiche pubbliche sulla ricchezza dei cittadini - e poiché i tedeschi benestanti raramente partecipano a dei sondaggi rappresentativi, era anche impossibile sapere quale fosse in Germania la ricchezza privata effettivamente disponibile. Una nuova e piu' specifica indagine del Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung, condotta fra i milionari di questo paese, sta cambiando però la situazione: lo studio dimostra che la ricchezza dei tedeschi piu' facoltosi finora è stata grossolanamente sottovalutata.


In Germania ad esempio la ricchezza totale a disposizione dei cittadini non è di 8,2 trilioni di euro, come precedentemente ipotizzato, ma di oltre 10,3 trilioni di euro. La differenza di circa 2.1 trilioni di euro equivale a circa due terzi del PIL annuo tedesco.

Non sorprende poi che le persone con un patrimonio netto molto elevato siano anche riluttanti a farsi intervistare in merito alla loro ricchezza, tanto più che in Germania essere ricchi di solito viene visto come qualcosa di negativo. I ricchi pertanto sono molto riluttanti nel rivelare la loro ricchezza effettiva. E sono ancora meno inclini nel partecipare a dei sondaggi sull'argomento. A causa di ciò, la nostra indagine socio-economica sulle famiglie, abitualmente molto rappresentativa, vale a dire il Panel socio-economico del DIW di Berlino - per il quale dal 1984 ogni anno vengono intervistate quasi 30.000 persone in oltre 20.000 famiglie - ha sempre avuto il difetto di poter individuare troppi pochi soggetti con un elevato patrimonio netto e quindi di rilevarne la loro ricchezza.



I miei colleghi Carsten Schröder, Charlotte Bartels, Markus Grabka, Johannes König e Konstantin Göbler sono invece riusciti a correggere questa situazione. Utilizzando un database contenente informazioni sugli assetti proprietari delle aziende, hanno identificato persone residenti in Germania che detengono quote significative di almeno una società nel mondo e gli hanno chiesto se potevano intervistarle. Non tutti i soggetti titolari di un patrmonio elevato sono stati d'accordo nel farsi intervistare. Ma sono stati un numero sufficientemente elevato per riuscire ad avere per la prima volta un quadro rappresentativo della ricchezza privata in Germania. Il nuovo set di dati, infatti, comprende anche 700 tedeschi con un patrimonio di oltre 250 milioni di euro, secondo quanto riportato dalla lista dei ricchi di Manager Magazin.

Due terzi della ricchezza apartien al 10% più ricco

I risultati sono decisamente interessenti: il patrimonio netto privato complessivo - composto da beni immobili, attività finanziarie, assicurazioni sulla vita, beni aziendali e beni di consumo durevoli come le automobili, detratte le passività - non solo è di almeno un quarto superiore rispetto a quanto era noto fino ad ora, ma è anche distribuito in modo molto più diseguale: il 10% più ricco non possiede il 59 % del patrimonio netto totale, come precedentemente ipotizzato, ma ne detiene il 67 %. Soprattutto l'1 % al top della distribuzione è notevolmente più ricco di quanto si pensasse: invece della precedente stima di poco inferiore al 22%, questi pochi individui, con poco più del 35%, possiedono più di un terzo del patrimonio netto privato complessivo.

In confronto, il 50 % più povero della popolazione possiede solo l'1 % circa del patrimonio netto privato. Espresso in numeri concreti, ciò significa che un milionario medio ha un patrimonio netto di circa tre milioni di euro. Per contro, un cittadino medio che si trova nella metà inferiore della distribuzione ha un patrimonio netto medio di 3.682 euro. Più di una persona su quattro non ha praticamente alcun patrimonio netto o è addirittura indebitata.

Nel confronto internazionale la disuguaglianza nella distribuzione dei patrimoni privati è quindi insolitamente elevata. In Europa, la Germania è uno dei paesi con la distribuzione degli attivi piu' disuguale. Il coefficiente di Gini, una misura comunemente usata per misuare la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza (un valore pari a zero significa una distribuzione uniforme della ricchezza, un valore di 1 una disuguaglianza massima), con i dati aggiuntivi arriva a 0,83, ed è comunque ancora più alto di quanto non lo fosse prima (0,78).

È giusto?

Ora si aprirà un acceso dibattito sul fatto che questa disuguaglianza sia giusta o ingiusta, economicamente vantaggiosa o dannosa, socialmente equilibrata o socialmente sbilanciata - e questo sarà il punto centrale del prossimo commento. Ciò che è preoccupante, tuttavia, è che così tante persone in Germania abbiano così pochi attivi e siano quindi esposte a dei grandi rischi, soprattutto nell'attuale crisi causata dal coronavirus. Già oggi, molte persone con un reddito e un patrimonio basso hanno dovuto attingere ad una parte significativa dei loro risparmi. Le persone a basso reddito e con pochi risparmi sono state particolarmente colpite dalla crisi. La loro percentuale fra i quasi dieci milioni di uomini e donne che hanno perso il lavoro o hanno dovuto lavorare a orario ridotto è sproporzionatamente alta.

Non deve quindi sorprenderci il fatto che in molti non stiano spendendo il bonus per i figli (Kinderbonus) ma preferiscano risparmiare, e  scelgano di non consumare nonostante i possibili risparmi derivanti dalla riduzione dell'IVA. Per le persone con una ricchezza e un reddito molto elevati, invece, questi trasferimenti aggiuntivi da parte dello Stato non fanno alcuna differenza nei loro comportamenti di consumo, in quanto avrebbero potuto finanziarli anche senza i trasferimenti. Ciò dimostra ancora una volta che un'elevata disuguaglianza in termini di reddito e di ricchezza è un ulteriore ostacolo alla ripresa economica, soprattutto in tempi di crisi come questi.


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