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venerdì 20 ottobre 2017

Perché la disuguaglianza sociale in Germania non è frutto del caso ma il risultato di una precisa scelta politica



Uno studio molto interessante pubblicato dalla Hans-Böckler-Stiftung e realizzato da due ricercatori del prestigioso Institut Arbeit und Qualifikation (IAQ) di Duisburg (disponibile qui per intero) ci spiega perché la disuguaglianza sociale in Germania non è frutto del caso ma è il risultato di precise scelte politiche adottate negli ultimi decenni. Una breve presentazione dell'analisi dal sito della Hans-Böckler-Stiftung




Poiché il mondo del lavoro è sempre piu' complesso le aziende si farebbero la guerra fra di loro per accaparrarsi i dipendenti piu’ qualificati. I lavoratori con una scarsa preparazione sarebbero esclusi da questo mercato e di conseguenza le differenze in termini di reddito continuerebbero ad aumentare. La maggior parte degli economisti tenta di spiegare in questo modo l'aumento della disuguaglianza sociale. Ma per Gerhard Bosch e Thorsten Kalina dell'
Institut Arbeit und Qualifikation
 (IAQ) non si tratta di una spiegazione convincente. Secondo l’analisi condotta dai 2 studiosi, il declino in termini quantitativi del lavoro meno qualificato, iniziato negli anni '70, non puo' spiegare il crollo dei salari orari medi avvenuto due decenni dopo. Soprattutto perché la teoria economica standard ignora l'influenza delle mutate relazioni di potere e i cambiamenti nelle istituzioni di mercato. Bosch e Kalina sostengono che l'aumento della disuguaglianza sociale sia da ricondurre in primo luogo all'indebolimento della contrattazione collettiva. Nel loro studio identificano 6 fattori che nel corso degli anni hanno indebolito il ruolo di equilibrio in precedenza svolto dai contratti collettivi:

- Dopo il 1990 non si è riusciti ad estendere ai nuovi Laender il sistema della contrattazione collettiva in vigore nella Germania occidentale

- La possibilità data alle imprese dell'est di sottrarsi temporaneamente alla contrattazione collettiva, nel corso degli anni si è trasformata in una regola valida per tutta la Germania. Le piccole e medie imprese nel settore dei servizi nel giro di pochi anni sono uscite dal sistema dei contratti di categoria.

- Le aziende hanno esternalizzato una parte sempre maggiore delle loro attività per risparmiare sul costo del lavoro

- La deregolamentazione avviata dall'UE ha aperto la strada alla concorrenza low cost che ha messo sotto pressione molte aree economiche regolamentate dalla contrattazione collettiva, è avvenuto ad esempio nelle telecomunicazioni, nel trasporto pubblico locale oppure nella raccolta dei rifiuti

- La corsa al ribasso nelle retribuzioni è stata facilitata dalle liberalizzazioni dell'UE nell'ambito della fornitura di servizi, soprattutto nel settore nelle costruzioni.

- A causa della forte pressione politica i sindacati hanno siglato accordi di categoria con clausole aperte che permettevano alle imprese economicamente piu' deboli di ridurre temporaneamente gli standard retributivi. Nella pratica cio' ha portato ad una riduzione permanente dei salari in molti settori.


Cio' è potuto accadere, secondo Bosch e Kalina, perché le imprese dopo la vittoria del capitalismo “nello scontro fra i sistemi economici", nell’ambito del conflitto redistributivo hanno avuto "poco rispetto nei confronti della stabilità del sistema politico". Una parte delle "élite, soprattutto nelle grandi aziende, ha iniziato a rifiutare i compromessi raggiunti dallo stato sociale nel dopoguerra".

Secondo i ricercatori anche le “riforme Hartz” avrebbero contribuito a consolidare la crescente diseguaglianza sociale. E' sicuramente vero che l'ampliamento della forbice dei redditi è iniziato prima del 2005. Ma l'aumento della pressione esercitata sui disoccupati affinché accettassero qualsiasi lavoro, anche i piu’ precari, ha fatto si' che i salari nella parte piu’ bassa della scala abbiano continuato a scendere anche durante le fasi di buona congiuntura. A cio' si deve aggiungere che il ruolo redistributivo dello stato si è ridotto: mentre la tassazione per gli imprenditori e per i redditi piu' alti scendeva, l'aumento della tassazione indiretta e la riduzione delle pensioni e delle indennità di disoccupazione gravava sulle famiglie a basso reddito in maniera piu’ che proporzionale.

Il fatto che le disuguaglianze sociali non aumentino in maniera automatica e che lo sviluppo della redistribuzione sia fortemente influenzato da fattori politici, per i 2 ricercatori deve essere considerato un elemento incoraggiante. Significa soprattutto che la disuguaglianza sociale "puo' essere ancora frenata". Con il salario minimo per legge si è fatto un primo passo in questa direzione.

martedì 10 dicembre 2013

Mi' cuggino all'abbiemmevvu (parte seconda)

Seconda parte dell'inchiesta giornalistica sullo stabilimento BMW di Leipzig, da "Die Zeit" 

I contratti d'opera e il loro abuso sono stati uno dei temi di discussione durante i negoziati per la nascita della Grosse Koalition.

Il membro del consiglio di fabbrica Köhler ha cercato di sfruttare la risonanza avuta dal caso Daimler di Untertürkheim, e ha ottenuto un incontro con uno degli ex-direttori di stabilimento di Leipzig. "Da noi avrebbero potuto fare dei filmati molto simili", gli ha detto. Non proprio cosi' sfacciati e senza avere i dipendenti BMW che lavorano accanto a quelli delle società esterne. Ma anche nell'impianto di Leipzig i dipendenti di BMW e quelli mal pagati degli appaltatori esterni "montano pezzi per la stessa auto uno accanto all'altro, separati solo da un divisorio" 

Dietro la sottile parete si nascondono i perdenti nella divisione del lavoro, la classe inferiore dello stabilimento.

Ma perché i lavoratori svantaggiati non si ribellano? "Ho paura di perdere il mio lavoro", si sentono dire sempre piu' spesso i sindacalisti della IG Metall Bernd Kruppa e Jens Köhler. Chi si mette troppo in mostra perde ogni possibilità di salire alla classe successiva. La paura e la speranza fanno tenere la bocca chiusa.

Ma ci sono delle eccezioni. Christian Graupner è una di queste. Il 36 enne con un diploma di geometra ne ha parlato perfino alla Cancelliera. Durante una programma elettorale sulla ARD, poco prima delle elezioni di settembre, ha preso la parola: "sono interinale dal 2003", ha raccontato ad Angela Merkel, "ho lavorato sempre per la stessa azienda". "10 anni da lavoratore interinale?", si è meravigliata la Cancelliera, a me sembra un "caso davvero eccessivo". Non era il modo in cui era stato pensato. E ha promesso di esaminare la questione.

Graupner a Leipzig è sempre disponibile per spiegare le caratteristiche della struttura. Lui e i suoi 200 colleghi lavorano per il prestatore di servizi Wisag Produktionsservice (WPS), che a sua volta ha solo un cliente, ThyssenKrupp Automotive Systems. La controllata del gruppo Thyssen Krupp monta le assi delle auto di Leipzig: dal 2002 davanti all'ingresso dello stabilimento Porsche, dal 2004 anche per BMW ma direttamente all'interno dello stabilimento.

"A fronte di 30-40 persone direttamente dipendenti da Thyssen Krupp, ci sono 500 lavoratori esterni a tempo indeterminato", ci dice Christian Graupner, e cioè i dipendenti WPS piu' i 300 delle agenzie di lavoro interinale.

La direzione del gruppo Thyssen Krupp di Essen non contesta le cifre, e anche il fatto che la costruzione fosse stata pianificata in questo modo sin dall'inizio. "Le richieste specifiche dei clienti e l'andamento altalenante degli ordini rendono necessaria una gestione flessibile del personale", si dice da Essen. Senza questa costruzione non sarebbe stato possibile mantenere i posti di lavoro in Germania. Il confine con l'Europa dell'est è molto vicino.

L'attuale Wisag Produktionsservice nasce come una società interna per la fornitura di lavoratori interinali collegata al gruppo Thyssen Krupp. Nel 2009 è stata venduta ad una società di fornitura di servizi dell'Assia. E' rimasto pero' il contratto collettivo firmato con 3 sindacati. E un consiglio di fabbrica il cui presidente è il leader della IG Metall Christian Graupner. Per questo motivo i dipendenti WPS "in media arrivano a 10.65 € lordi". Vale a dire 1.800 € lordi al mese, dice Graupner. Dietro la parete divisoria i colleghi della BMW ricevono qualche centinaio di Euro in piu'. Il lavoro è molto simile. "Che cosa giustifica questa differenza?" si chiede Graupner.

Ma per i dipendenti Wisag non c'è solo uno stipendio piu' basso rispetto ai colleghi del reparto accanto. Per il pranzo alla mensa BMW i dipendenti Wisag sono considerati ospiti e devono pagare 6 €, i dipendenti BMW 3 €, uno dei tanti svantaggi. Il divario diventa molto evidente quando una volta all'anno ai dipendenti BMW viene pagato il premio di produzione. "Quest'anno è stato pari a due stipendi", dice molto soddisfatto il dipendente BMW Köhler. Gli interinali e i dipendenti delle altre aziende se ne sono andati pero' a mani vuote.

"Anche noi abbiamo dato il nostro contributo ai guadagni di BMW", dice il collega Graupner.

Secondo BMW Thyssen Krupp è un "classico fornitore" che fa montaggio direttamente nello stabilimento. Non un partner con un contratto d'opera nel senso stretto del termine. Come per altre società partner, la vicinanza spaziale permette di evitare il trasporto di moduli pesanti su lunghe distanze. Sostenibilità appunto. Per i sindacalisti di IG Metall le ragioni decisive sono altre: "Le case automobolistiche vogliono risparmiare sui costi e spostare la responsabilità altrove". Nella maggior parte degli stabilimenti automobilistici della Germania dell'ovest come quelli Daimler, VW, BMW oppure Porsche, le parti delle auto sono montate da lavoratori con un contratto a tempo indeterminato direttamente dipendenti dall'azienda.

Anche se ora vengono definiti "partner logistici" (citazione BMW) con un contratto d'opera, l'interdipendenza è molto elevata - all'interno di una rete di produzione, in cui le singole parti di un auto devono essere montate in un ordine preciso, una dietro l'altra. Un'operazione di montaggio nello stabilimento in media dura 76 secondi, ogni movimento deve essere preparato, ogni parte deve essere disponibile. Tutti i fornitori di servizi industriali, sia vicino alla fabbrica che al suo interno, devono modificare il loro ritmo di lavoro e allinearlo a quello della fabbrica.

Il rovescio della medaglia di questa interdipendenza è diventato ben visibile nel marzo di quest'anno. Il contratto collettivo dei dipendenti Wisag era scaduto. Graupner e colleghi, tesserati IG Metall all'80%, hanno proclamato uno sciopero di 4 ore per reclamare una tariffa migliore. "Dopo mezz'ora la linea BMW si è fermata", dice Graupner, "poco dopo si è fermata anche la Porsche".

Questi stop di produzione, molto dolorosi per le aziende automobilistiche, in futuro potrebbero diventare piu' freuquenti, almeno per i sindacalisti di IG Metall di Leipzig. "Bassi salari a tempo indeterminato", secondo Kruppa, non sono adeguati per un produttore di "auto del segmento premium". 

"Entrare in BMW era il nostro sogno"

Fino ad ora Maik Zschoche, il cui vero nome è un altro, non c'è ancora riuscito. Ma Zschoche ha organizzato una elezione del consiglio di fabbrica. Il meccanico qualificato lavora per una società che monta le ruote per le auto prodotte nello stabilimento BMW, "anche per la nuova auto elettrica I3". Zschoche è uno dei 93 dipendenti a tempo indeterminato, a questi si aggiungono i "40 lavoratori interinali".

La sua società lavora sui cicli BMW. Il produttore di auto indica esattamente di quali gomme c'è bisogno e su quali cerchi dovranno essere montate. Con poche ore di anticipo Zschoche e i suoi colleghi conosceranno quali ruote e in quale sequenza saranno utilizzate nella fabbrica. Un camion speciale trasporta le gomme per 200 metri fino allo stabilimento. "Entrare in BMW per molti era il lavoro dei sogni", dice Zschoche.

Il giovane di Leipzig ha avuto una carriera tipica per la sua generazione. Non assunto dopo il tirocinio, disoccupato, poi interinale per 6-7 € lordi l'ora. "Anche da single non bastano per vivere", ci dice. Nel suo lavoro attuale ha iniziato come interinale, dopo due anni è riuscito ad entrare come lavoratore a tempo indeterminato, la paga oraria è arrivata fino ai 9 - 10 € lordi l'ora. 

I successi ottenuti dai lavoratori di alcune società appaltatrici hanno incoraggiato anche ai lavoratori degli altri fornitori - il che significa che i manager di BMW dovranno essere pronti ad affrontare presso i loro fornitori di servizi una forza lavoro molto piu' consapevole. Gli effetti si vedono già: con i contratti d'opera non si sta facendo "un dumping salariale", precisa l'azienda. Per le nuove offerte fatte sulle varie fasi della produzione, le aziende esterne saranno obbligate "a pagare i lavoratori secondo i contratti collettivi validi per quella determinata categoria", continua l'azienda. Inoltre, i lavoratori interinali dovranno essere pagati secondo il contratto di categoria e non secondo quello del settore interinale. L'epoca del salario di 8 € lordi l'ora è davvero finita nello stabilimento BMW?

I sindacalisti di IG Metall sono alquanto scettici. Fino ad ora la situazione dei colleghi non è cambiata, dice Bernd Kruppa. Secondo Köhler, invece, BMW potrebbe rinunciare senza troppi problemi ad una piccola parte dei suoi guadagni, e pagare qualcosa in piu' i suoi fornitori esterni. Per gli azionisti BMW non sarebbe una tragedia, "se invece di un dividendo di 2.16 € ne ricevessero uno di 2.10 €".

Forse un aiuto lo puo' dare anche il legislatore. Il leader del consiglio di fabbrica di Wisag, Graupner, ha inviato la pratica relativa alla sua esperienza decennale di lavoratore interinale al Ministero del lavoro di Berlino. Ha saputo che il suo dossier è stato inoltrato al cancellierato. "Ora sto solo aspettando una risposta".

giovedì 28 novembre 2013

8,5 € l'ora, meno l'inflazione

Come funzionerà il salario minimo? Per ora il contratto di coalizione resta alquanto vago, ma una cosa è certa: fino al 2017 non c'è un recupero dell'inflazione né un adeguamento alla produttività. La proposta degli 8.5 € lordi risale al 2010. Da Die Zeit
C'è un accordo sul salario minimo, ma non è previsto il recupero dell'inflazione. Quali saranno i vantaggi reali per il lavoratore?

Michael Sommer è il sindacalista piu' potente del paese. Vorrà dire qualcosa, se il numero uno della Deutsche Gewerkschaftsbund (DGB) considera l'accordo di coalizione fra Unione e SPD un grande successo. Dopo tutto una vecchia richiesta della DGB finalmente è diventata realtà: il salario minimo orario di 8.5 € l'ora.

Dovrebbe arrivare ad inizio 2015. "Una richiesta di lunga data della DGB finalmente diventa realtà", si rallegrava mercoledi Sommer, dopo che Unione e SPD avevano presentato l'accordo di coalizione. Secondo gli economisti ad avvantaggiarsi della nuova legge saranno fra i 5 e i 7 milioni di occupati. Il salario minimo in futuro dovrà essere applicato anche ai mini-jobber.

Qual'è il vero valore della proposta? Unione e SPD si sono messi d'accordo su di un salario di 8.5 € lordi l'ora. Ma chi guarda con attenzione a pagina 68 dell'accordo di coalizione nota subito eccezioni e scappatoie.

Cosi' la maggioranza rosso-verde vuole concedere ad alcuni settori un periodo di transizione di due anni. Soprattutto ai servizi di sicurezza, alle lavanderie, ma anche il lavoro interinale dovrebbe avere piu' tempo per aumentare il livello dei salari. In tutti questi settori vengono applicati salari minimi inferiori agli 8.5 € lordi l'ora. Anche i contratti collettivi in vigore, che già prevedevano un minimo salariale, dovranno restare validi. Il salario minimo sarà applicato in maniera estensiva solo dal 2017.

Di recupero dell'inflazione fino ad ora non si parla

Tutto cio' accadrà fra piu' di 3 anni. 8.5 € lordi avranno quindi un valore sicuramente inferiore rispetto a quello attuale, perché il livello dei prezzi sale e il potere di acquisto scende. Ipotizzando un tasso di inflazione del 2%, come quello previsto dalla BCE, gli 8.5 € odierni nel 2017 avranno un potere di acquisto pari a 7.85 € di oggi.

Si potrebbe anche fare un calcolo diverso. Se accanto ad un aumento dei prezzi del 2% si considera un aumento della produttività di un punto e mezzo annuo, allora il salario minimo nel 2017 dovrebbe essere di almeno 9.4 €.

Ma SPD e Unione fino ad ora non hanno previsto un adeguamento del salario minimo all'inflazione o alla produttività. Secondo l'accordo di coalizione a metà giugno del 2017 una commissione appositamente costituita dovrà discutere del salario minimo. Il gruppo sarà composto dalle parti sociali e da esperti, e dovrà verificare se il salario minimo previsto è ancora adeguato oppure se la politica nel 2018 dovrà rivedere il limite degli 8.5 €.

Per i sindacati il periodo previsto è troppo lungo. L'esperto di contratti collettivi Reinhard Bispinck dell'istituto WSI, vicino ai sindacati, chiede che la nuova legge possa fornire chiari punti di orientamento alla commissione sui salari: "Il salario minimo deve restare almeno stabile e crescere in linea con la produttività", ci dice. Inoltre si dovrà indicare esplicitamente che è compito della commissione rivedere ogni anno il livello salariale. Fino ad ora Unione e SPD nell'accordo di coalizione prevedono solo una "verifica ad intervalli regolari".

Ma se guarda alla propria politica, la DGB forse dovrebbe essere un po' meno schizzinosa: la richiesta di un salario minimo di 8.5 € l'ora per tutta la Germania risale al 2010 - e da allora non è cambiata.

giovedì 31 ottobre 2013

Sulle tracce della nuova schiavitu'

Arrivano dalla Romania e dalla Bulgaria e lavorano con salari da fame, spesso in condizioni di semi-schiavitu': è il nuovo boom del lavoro nero legalizzato. I mattatoi, i cantieri e i fornitori di servizi ne approfittano, la Germania è sempre piu' competitiva. Il salario minimo per legge servirà a qualcosa? Da FAZ.net



Per Adrian Galea la felicità ha un luogo: Rheda-Wiedenbrück. Nel centro dell'industria della macellazione tedesca c'è il lavoro alla catena. A casa sua in Valacchia manca addirittura la corrente. Con la lavorazione della carne in Germania puo' sfamare l'intera famiglia rimasta in Romania. Con lo stipendio tedesco puo' finanziare l'accquisto di una casa di proprietà: "Ci siamo guadagnati il rispetto dei colleghi tedeschi".

Le lodi nei confronti della Germania suonano un po' strane di questi tempi, proprio mentre la Cancelliera vorrebbe regolare ogni contratto d'opera utilizzato per dare lavoro a questa nuova ondata verso l'ovest: lavoratori migranti dall'Europa dell'est verso i macelli e i cantieri tedeschi - pagati con stipendi da fame. Pochi giorni fa il re dei mattatoi tedeschi Clemens Tönnies si è trovato a discutere di salario minimo, anche il ministro del lavoro del Nord Rhein Westfalia era presente: fra i lavoratori migranti ci sono "condizioni simili a quelle del primo capitalismo", ha denunciato il politico della SPD. Ora Tonnies vorrebbe introdurre un salario minimo e "condizioni minime per gli alloggi, i servizi di consulenza e integrazione come per i rimborsi dovuti ai lavoratori impiegati mediante un contratto d'opera".

Vivere in un alloggio di fortuna

Diversamente dai turchi e dai greci arrivati negli anni '60, i lavoratori in arrivo dalla Romania e dalla Bulgaria vorrebbero restare solo per un periodo limitato. Considerando la situazione in cui vivono e lavorano, la discussione sul salario minimo di 8.5 € l'ora, per loro appartiene ad un altro pianeta. I rumeni scoperti questa estate nei boschi vicino a Cloppenburg vivevano sotto ripari di fortuna fatti con dei rami, teli di plastica e coperte. Le autorità li hanno fatti sgomberare, come è accaduto in decine di ristoranti dove i lavoratori migranti erano ospitati in maniera illegale. Per i due rumeni impiegati con un contratto d'opera al cantiere navale di Papenburg, carbonizzati da un incendio nel loro alloggio di fortuna, le forze dell'ordine purtroppo sono arrivate troppo tardi.

Il piu' grande mattatoio d'Europa è Tönnies, con sede a Rheda-Widenbrück, e 4.9 miliardi di Euro di fatturato. Due terzi degli occupati sono forniti dagli appaltatori esterni.

Un contratto d'opera si ha quando un'impresa acquista da un'altra impresa una determinata prestazione. Una determinata quantità di carne pulita e tagliata, ad esempio, che deve essere fornita in un determinato periodo di tempo. Che il lavoro sia fatto da mille macellai oppure da un centinaio, secondo la legge, per il committente è indifferente, come del resto il salario pagato. Per i lavoratori impiegati è responsabile il subappaltatore. E secondo quanto racconta la lavoratrice Petronela in un programma televisivo trasmesso dall'emittente rumeno MDI, TV rumena partecipata da Nimbog SRL, subfornitore di Tonnies, per i rumeni la Westfalia sarebbe il vero paese dei sogni.

„Deutsche gut, Rumänen scheiße“

Chi si mette sulle tracce dei lavoratori migranti e delle loro storie di moderna schiavitu', ne troverà ovunque in Germania: stranieri, la cui situazione è cosi' precaria, che con le loro forze non riescono a difendersi dalle attività criminali di persone che non raramente sono anche loro connazionali. „Deutsche gut, Rumänen scheiße“, dice Andrej, rumeno 45enne, nel caffé della stazione di Rheda-Wiedenbrück, e sorride educatamente. Clemens Tönnies, il re dei mattatoi e presidente del club calcistico Schalke, Andrej l'ha visto solo una volta. Una delegazione lo ha guidato attraverso la fabbrica, dice Andrej, e guarda preoccupato verso la porta. L'uomo ha paura di perdere il lavoro. Ha 45 anni e non vuole che si scriva il suo vero nome: "non so per quanto tempo restero' ancora". Non vuole lasciarsi fotografare: "Tra i lavoratori ci sono delle spie".

Non si parlava di sorveglianza e spionaggio quando un amico gli ha consigliato il lavoro in Westfalia. Il salario è buono e arriva puntuale, dicevano. Queste erano le belle storie raccontate in televisione. Quell'emittente Andrej non lo guarda piu'. L'amicizia nel frattempo è terminata.

L'uomo arriva dalla campagna rumena. Nel suo paese è autista di camion, ma lo stiepndio non era sufficiente per il vitto e l'alloggio. "Il cibo in Romania costa quasi quanto in Germania", dice Andrej. Ha una moglie e 2 bambini oltre l'età della scuola elementare. Spedisce 600 € al mese a casa, 300 € gli restano per la vita in Germania. Vuole rientrare a casa il piu' presto possibile. Teme per la sua salute.

Straordinari non pagati non sono una rarità

Un anno fa è atterrato a Dortmund con un volo low cost, ora prenderebbe il volo di ritorno molto volentieri, se non fosse per la speranza di ottenere prima o poi il denaro per il mantenimento dei figli. All'inizio lavorava le salsicce, ora taglia i pezzi di maiale. Ha portato con sé la busta paga. Se si considera una settimana di 40 ore, il salario orario supera gli 8 € lordi. Andrej ci dice che il suo datore di lavoro non ha le schede per timbrare l'ingresso e l'uscita e che lo fanno lavorare anche fino a 12 ore al giorno, invece delle 8 ore promesse in Romania, senza straordinari pagati. Ci dice che nei primi mesi ha avuto una retribuzione di 4.5 € lordi all'ora. Il datore di lavoro non è raggiungibile. Ma il gruppo Tönnies smentisce al loro posto, sebbene non siano responsabili per gli stipendi dei dipendenti assunti dai subappaltatori: "un salario di 4.5 € lordi sarebbe in contraddizione con le nostre regole. Ci risulta dalle analisi fatte da società di revisione indipendenti che il salario minimo in questa impresa sia decisamente superiore ai 4.5 € lordi l'ora".

4.5 € lordi l'ora, per chi arriva da un paese in cui il salario medio è di 500 € lordi, sono pochi o molti? Che cos'è un salario da fame?

Molto piu' a sud della Westfalia, nella bavarese Murnau, il lavoratore edile Gheorghe Pavel è davanti alla sua abitazione spartana e sta calcolando quanto ha ricevuto fra agosto, settembre e ottobre per lavorare all'allargamento della clinica per gli infortuni di Murnau. Gheorghe Pavel è il suo vero nome. Si lascia fotografare, anche di fronte, insieme ad altri tre colleghi. I rumeni non hanno alcuna paura di farsi licenziare da questo cantiere, se ne vogliono andare al piu' presto. 

Affidare il lavoro ai subfornitori è piu' conveniente.

Pavel arriva da un villaggio nei pressi di Bucarest. Fa il muratore da 30 anni. Ha 45 anni. Insieme ai suoi 3 colleghi è stato assunto da un'impresa ungherese, guidata da un rumeno.


A Murnau è arrivato con un pulmino. L'impresa committente nel cantiere di Murnau è la tedesca Riedel Bau di Schweinfurt, ma la maggior parte dei costruttori tedeschi affida il lavoro a dei subappaltatori perché è piu' conveniente. All'una di notte il loro superiore rumeno ha avvisato Pavel e colleghi che il mattino seguente se ne sarebbero potuti andare. Che cosa ha fatto negli ultimi 3 mesi e mezzo, oltre a mangiare e dormire? Per i mesi di agosto, settembre e ottobre Pavel si è annotato 415 ore di lavoro. Ha già lavorato nel cantiere della Elbphilharmonie di Amburgo e presso la Audi di Ingolstadt. La clinica per gli infortuni di Murnau è ugualmente famosa, chiunque sulle Alpi abbia un incidente viene portato qui. Pavel nelle 415 ore lavorate ha tirato su' pareti interne dalle 7 del mattino fino alle 7 di sera.

Fino ad oggi ha ricevuto 254 € in contanti dal suo capo. Vale a dire un salario orario di 61 centesimi.

Niente soldi per il cibo, l'elettricità e il gas

Diversamente da quanto accade nei mattatoi, nei cantieri tedeschi è previsto un salario minimo per legge, che ogni impresa deve pagare, anche se è straniera e se impiega lavoratori stranieri. E' pari a 13.7 € l'ora lordi. Il subappaltatore Radu Bau ci dice che i 4 colleghi avrebbero ricevuto senza eccezione "il salario minimo". 

Il collega di Pavel, Florin Bazan, ci dice che la moglie dal suo paese nei pressi di Bucarest l'ha chiamato: rischia il taglio dell'elettricità e del gas per tutta la famiglia. Pavel ci dice che si è fatto prestare denaro dai parenti, perché non aveva piu' denaro per comprarsi qualcosa da mangiare a Murnau. Se le cifre fornite da Pavel sono esatte, l'espressione "salario da fame" per il cantiere di Murnau è perfetta.

14 metri quadrati per 1070 €

Il portavoce dell'impresa Riedel Bau al telefeono è agitato. Essere un contractor nei cantieri è molto diverso dall'esserlo nell'industria della carne, dove non c'è alcun salario minimo. Se Riedel Bau fosse a conoscenza del fatto che nei cantieri non viene pagato il salario minimo, potrebbe essere pericoloso. Axel Siebrandt ci dice che il rispetto dei salari minimi è stato documentato con delle certificazioni: "non abbiamo alcun pagamento in sospeso nei confronti dell'appaltatore". 

Pavel e i suoi colleghi si sono rassegnati a condividere questi 14 metri quadrati con 4 letti in ferro. Guardano la TV rumena, il corridio fuori dalla porta è lungo e buio, e accanto a loro c'è un impianto per il trattamento dei rifiuti. Sulle pareti serpeggiano i cavi elettrici. Il datore di lavoro per il mese di settembre gli ha detratto 267.6 € dallo stipendio. La camera costa 1.070 €. Pavel e i suoi colleghi sono arrabbiati. C'è anche un'altra detrazione da 308.8 € che non sanno per quale motivo sia stata fatta. Non hanno idea di cosa potrà loro accadere. Non hanno i soldi per tornare in Romania, e i familiari in patria hanno bisogno del loro denaro.

Il bulgaro Dimcho, invece, lavora a Coblenza e non è cosi' coraggioso come i rumeni di Murnau: non vuole fare il nome dell'impresa per cui consegna pacchi. "Se lo facessi avrei dei problemi". Lui dice di essere bravo, in magazzino gli basta vedere da lontano una scatola per sapere se deve andare al quinto piano. L'altro giorno c'erano 3 casse da 8 bottiglie di vino ciascuna. Quinto piano di un vecchio palazzo, ovviamente senza ascensore. "Era scontato", dice Dimcho.

Una poesia per gli ispettori

Conduce un mezzo per un subappaltatore di un grande gruppo. Lo hanno registrato come lavoratore autonomo. Ovviamente è una sciocchezza, è un dipendente dell'azienda. I dipendenti devono suonare una sola volta all'indirizzo del destinatario, e se la porta non si apre, possono riportare il pacco al magazzino. Per Dimcho ci sono altre regole. Non puo' tornare con dei pacchetti. Deve suonare ai vicini di casa. Il distretto postale che gli hanno assegnato è molto grande, a volte il giro dura 14 ore. Alle 10 di sera deve suonare ai vicini di casa. Dimcho ha paura che prima o poi qualcuno una sera finisca per menarlo.

Mihan Balan parla tedesco e rumeno. Aiuta i lavoratori migranti. Balan ci racconta dei documenti in bianco che i rumeni devono firmare, altrimenti il datore di lavoro non paga. Cosi' sarà in grado di dichiarare che viene corrisposto un salario minimo. Se gli ispettori dovessero poi presentarsi sul cantiere, gli operai devono recitare la solita poesia: "io ricevo 13.70 € lordi all'ora". 

Lo sfruttamento dei lavoratori migranti ha una sua logica. Il contractor rumeno e il lavoratore rumeno formano un cartello: l'appaltatore non vuole far lavorare l'operaio al salario minimo - che quindi accetta il dumping salariale, ma che alla fine è sempre piu' di quanto potrebbe guadagnare in Romania.

La via della giustizia è senza speranza

Almeno nella maggior parte dei casi. L'avvocato del lavoro di Offenbach, Frederic Raue, ha segnalato un centinaio di casi in cui i lavoratori migranti per mesi non hanno visto un soldo. Chi si ribella perde il letto di ferro ed è costretto a prendere la via di casa. Chi riesce ad andare dall'avvocato invece non parte da una buona posizione. Se Raue cita in giudizio il contraente generale, l'avvocato avversario risponde in forma scritta formulando dei dubbi. La guerra a colpi di carte bollate richiede tempo, e prima o poi il querelante deve tornare a casa. Che in nessun'altro paese UE ci siano cosi' pochi accessi ad internet come in Romania, rende poi il processo ancora piu' difficile.

In considerazione di tali pratiche, fra i sindacalisti ci sono già dei dubbi: un salario minimo non aiuterebbe i lavoratori migranti. Un modo per aggirarlo lo si troverebbe sempre. Ma l'avvocato del lavoro di Munster Peter Schüren vede le cose in maniera diversa. Il professore sta attualmente preparando per il ministero del lavoro del Nord Rhein Westfalia uno studio sulle modalità di protezione dei lavoratori migranti - fondato sul salario minimo e la rigida applicazione della legge: "chi non paga un salario minimo o non versa interamente i contributi sociali oppure non rispetta la legge in qualsiasi altro modo, allora è necessario che sia colpito da dure conseguenze economiche che lo scoraggino seriamente dall'intraprendere tali comportamenti".

Un salario minimo - a qualsiasi livello - potrebbe rafforzare il potere contrattuale dei lavoratori, ci dice il professore di diritto del lavoro di Monaco Volker Rieble. Non riusciremo mai tuttavia a mandare la polizia in ogni mattatoio e in ogni cantiere.

I lavoratori edili di Murnau, in ogni caso, nel frattempo sono tornati in Romania.


mercoledì 16 ottobre 2013

Il sogno del salario minimo e la Grosse Koalition

Le consultazioni per formare un nuovo governo vanno avanti senza successo, la Grosse Koalition è ancora lontana. Al centro delle trattative fra SPD e CDU resta il salario minimo: sarà la volta buona? Bert Rürup, economista ed ex membro della commissione dei saggi, su Die Zeit.
Finalmente c'è la possibilità di mettere mano ai difetti congeniti dell'Agenda 2010: ovvero, come la politica potrebbe finalmente trovare un accordo sul salario minimo.

Il risultato delle elezioni federali ha dato alla politica tedesca un'opportunità storica. Otto anni dopo il grande sconvolgimento nel mercato del lavoro, probabilmente al Bundestag c'è una maggioranza per rimuovere il difetto di nascita delle riforme: la mancanza di un salario minimo fissato dalla legge. Negli ultimi 8 anni la sua assenza ha screditato l'intero impianto dell'Agenda 2010 e ha fatto sì che il nucleo delle riforme - l'Arbeitslosengeld II - abbia funzionato peggio di quanto avrebbe dovuto.

L'Arbeitslosengeld II (ALG II) - diversamente da quanto ritiene l'opinione pubblica - è un "salario combinato" (Kombilohnmodell). Vale a dire: se i lavoratori non riescono a vivere del loro salario, non è corretto definirli "Aufstocker". Di fatto lo stato non sta pagando un sostegno al reddito, ma contribuisce al salario del lavoratore. A voler essere precisi, il contributo puo' essere considerato anche una rinuncia: nel momento in cui lo stato calcola il contributo dovuto al lavoratore, non sta prendendo in considerazione il salario definito dal mercato del lavoro.

L'OCSE già da tempo ha sottolineato che un "salario combinato" senza un salario minimo ha una debolezza cruciale: i datori di lavoro, praticando dei bassi salari, avranno sempre maggiori incentivi ad appropriarsi di una parte del sostegno al reddito originariamente pensato per il lavoratore. Un salario minimo fissato dalla legge, sostengono gli esperti OCSE, invece, lo impedirebbe. Ed hanno perfettamente ragione.

Affiancare un salario minimo all'Arbeitslosengeld II tedesco sarebbe utile anche per un altro motivo: chi riceve ALG II e guadagna piu' di 100 € al mese aggiuntivi, subisce una detrazione sui trasferimenti sociali. Un destinatario di ALG II percio' non ha nessun incentivo a chiedere un salario piu' alto, oppure a cercarsi un lavoro meglio retribuito. Un salario minimo ridurrebbe questo effetto.

Gli oppositori del salario minimo sostengono invece che in questo modo si finirà per distruggere posti di lavoro. Ma la letteratura scientifica non chiarisce in maniera univoca l'effetto che l'introduzione di un salario minimo ha sull'andamento dell'occupazione. Pertanto la politica dovrebbe basarsi su di una legge ferrea dell'economia: ogni occupato deve guadagnarsi il costo del suo lavoro attraverso la propria produttività. In caso contrario sarebbe licenziato oppure non assunto. Sarà quindi decisivo il livello del salario minimo.

L'obiettivo centrale della politica tedesca dovrebbe pertanto essere quello di migliorare il reddito del maggior numero possibile di lavoratori - senza metterne in pericolo il posto di lavoro. Un salario minimo un po' piu' alto puo' ridurre i divari salariali. Ma se poi alla fine ci saranno piu' individui senza un lavoro, crescerà di fatto la diseguaglianza.

Le negoziazioni in corso fra SPD e CDU offrono la possibilità di un buon compromesso. La SPD vuole un salario minimo di 8.5 € l'ora per tutta la Germania, da adeguare periodicamente secondo le raccomandazioni di un comitato di esperti. L'Unione invece si affida a dei salari minimi specifici per ogni settore, che dovranno essere fissati dalle parti sociali per ogni differente settore e per ogni regione.

Entrambe le posizioni hanno delle debolezze. Contro la proposta dell'Unione gioca il fatto che la Germania verrebbe ricoperta da un complesso mosaico di salari minimi regionali e di categoria. L'impatto di un tale provvedimento sulle contrattazioni salariali sarebbe incalcolabile. Lo svantaggio della proposta SPD sarebbe invece: con un salario di 8.5 € l'ora per tutta la Germania, uno strumento di per sé corretto, perderebbe credibilità soprattutto nei nuovi Länder. Con un salario minimo di questo livello ci sarebbero molti licenziamenti.

Un compromesso sensato e che puo' salvare la faccia ad entrambe le parti potrebbe essere quello di iniziare con un salario minimo di 7.5 € l'ora nella Germania dell'ovest, e di 7 € al massimo nella Germania dell'est. Il presidente dell' Institut für Arbeitsmarkt-und Berufsforschung, Joachim Möller, ipotizza che un salario minimo di questo livello possa migliorare la situazione di almeno 1.5 milioni di lavoratori - senza che sia necessario arrivare a dei licenziamenti.

Se il salario minimo dovrà essere ridotto oppure aumentato - secondo l'esempio britannico - potrebbe poi essere una apposita commissione a deciderlo. Gli inglesi con la loro "Low Pay Commission", composta da esperti, datori di lavoro e rappresentanti sindacali, hanno avuto una buona esperienza. Una tale commissione indipendente potrebbe anche assicurare che la definizione del salario minimo resti depoliticizzata. Anche il rischio che la politica possa aumentare il salario minimo solo per ragioni di tattica elettorale, in questo modo verrebbe meno.

E' auspicabile che l'Unione e la SPD possano utilizzare la finestra appena aperta, e finalmente decidano di completare l'Agenda 2010.

giovedì 10 ottobre 2013

Quasi un lavoratore su quattro ha un "basso salario"

Una recente analisi dell'Institut Arbeit und Qualifikation ci ricorda ancora una volta le dimensioni del cosiddetto settore a "basso salario": quasi un occupato su quattro ne fa parte e la sola via di uscita resta il salario minimo fissato per legge. Dalla Hans-Böckler-Stiftung
Percentuale di occupati che riceve un "basso salario"
Anche se il mercato del lavoro negli ultimi mesi ha avuto uno sviluppo positivo, quasi un occupato su quattro continua a lavorare per un "basso salario". Lo mostra un'analisi del panel socio-economico realizzata da Thorsten Kalina e Claudia Weinkopf dell'Institut Arbeit und Qualifikation (IAQ). Nel 2011, secondo gli ultimi dati disponibili, 8.1 milioni di lavoratori guadagnavano meno dei due terzi del salario orario mediano, cioè meno di 9.14 € lordi l'ora, vale a dire il 23.9% degli occupati. Rispetto al 2010 la quota è leggermente diminuita - dello 0.7%. Dal 1995 il numero dei lavoratori coinvolti è invece cresciuto di 2.6 milioni.

La paga oraria media degli occupati nel settore a "basso salario" è ancora inferiore: nel 2011 la media era di 6.46 € lordi l'ora nella Germania dell'ovest e 6.21 € nell'est. In tutta la Germania circa 1.8 milioni di occupati si sono dovuti accontentare di un salario orario inferiore ai 5 € lordi l'ora, 2.9 milioni guadagnavano meno di 6 € lordi e 4.4 milioni meno di 7 € lordi. A ricevere una bassa paga molto spesso sono i minijobber: nel 2011 oltre la metà di loro lavorava per meno di 7 €  lordi l'ora, un terzo per meno di 5 € lordi. Con l'introduzione di un salario minimo per legge di almeno 8,5 € lordi l'ora, circa un quinto della forza lavoro complessiva vedrebbe salire la propria busta paga. Secondo i ricercatori dello IAQ sarebbero quasi 7 milioni i lavoratori ad avere diritto ad un aumento salariale. 


Percentuale fra tutti gli occupati che nel 2011 lavorava per un salario orario lordo inferiore alla soglia indicata

Oltre ai minijobber, fra gli occupati a rischio di ricevere un basso salario ci sono i lavoratori senza formazione professionale, nel 2011 4 su 10 guadagnavano meno di 9.14 € lordi l'ora, Anche i giovani, i lavoratori a tempo determinato e gli stranieri sono sovrarappresentati in questo gruppo.

Il 71.2% dei minijobber nel 2011 riceveva un "basso salario"

Aumentano rispetto a 10 anni fa i lavoratori qualificati che ricevono un "basso salario": il rischio è cresciuto del 16.8 % dal 2001 al 2011. Nel complesso il 69.8% di tutti i lavoratori a "basso salario" ha completato una formazione professionale, l'8.7 % perfino uno studio di livello universitario.

Tra i lavoratori full time la crescita fra il 2001 e il 2011 è stata del 13.9 %. Fra le donne la quota è leggermente scesa - dal 29.9 al 29.6 %. Tuttavia in ogni forma lavorativa e ad ogni livello di qualificazione le donne rispetto agli uomini hanno maggiori probabilità di ricevere una bassa paga oraria: anche dopo aver concluso una formazione professionale il rischio resta doppio.

Le conseguenze per Kalina e Weinkopf sono molto chiare: i salari minimi settoriali non sono evidentemente sufficienti a bloccare il fenomeno dei "bassi salari" in Germania. "Con l'introduzione di un salario minimo per legge, ci sarebbe una soglia minima non superabile e valida per tutti gli occupati", scrivono i ricercatori dello IAQ. Inoltre, l'altissima percentuale di bassi salari fra i minijobbber metterebbe alla prova lo status speciale di questa forma di occupazione: "per limitare in maniera efficace le dimensioni del settore a basso salario, un contributo ulteriore potrebbe essere infatti dato dall'abolizione dei minijob".


mercoledì 2 ottobre 2013

1,59 € lordi all'ora

Un altro caso di dumping salariale in Germania, questa volta fra i corrieri dei pizza-service nel nord-est. Il modello è sempre lo stesso: quando il salario è da fame è lo stato a dover intervenire (Hartz IV) e ad usare il denaro dei contribuenti per garantire i margini di profitto dei datori di lavoro. Anche la stampa conservatrice non puo' far finta di nulla. Da FAZ.net
Un tedesco su cinque lavora con un basso salario. I Jobcenter aiutano i lavoratori, e se ce n'è bisogno vanno fino in tribunale.

Nella lotta contro i salari immorali i lavoratori non dovranno piu' presentarsi da soli in tribunale. Sempre piu' spesso questo compito viene svolto dalle agenzie per il lavoro: recentemente il Jobcenter di Uckermark è riuscito ad avere successo davanti al giudice. "L'azione offensiva contro il dumping salariale è un segnale importante, serve a far capire che cosa deve essere considerato illecito" ci dice Heinrich Alt, responsabile dell'Agenzia per il lavoro. I funzionari pubblici hanno l'obbligo di garantire un uso responsabile del denaro dei contribuenti utilizzato per finanziare il sistema di sussidi pubblici (Hartz IV), e il compito di proteggere i datori di lavoro che pagano salari onesti.

Secondo i calcoli fatti da diversi istituti, piu' di un tedesco su cinque lavora nel cosiddetto settore a basso salario (Niedriglohnsektor). Una definizione generale non esiste. Il limite nella maggior parte delle ricerche è fissato a circa 9 € lordi l'ora. L'Institut Arbeit und Qualifikation (IAQ) arriva a contare 1.4 milioni di occupati che guadagnano meno di 5 € lordi l'ora. Di per sé stipendi cosi' bassi non sono illegali. Secondo la giurisprudenza della Corte Federale per il Lavoro un salario puo' essere considerato immorale "quando c'è una evidente disparità fra prestazione e ricompensa", cioe' quando il salario non raggiunge i due terzi del salario abituale applicato in quel settore e in quella regione. 

Il Jobcenter chiede il rimborso  dei sussidi pubblici

I Jobcenter di solito possono facilmente notare il basso salario quando il beneficiario si presenta per richiedere un sussidio pubblico (Arbeitslosengeld II o Hartz IV) necessario a raggiungere il livello minimo di sussistenza: una pratica  conosciuta come "aufstocken". Quando il datore di lavoro viene condannato in tribunale, il centro per l'impiego gli chiede di passare alla cassa. L'ultimo esempio è stato un giudizio del tribunale del lavoro di Eberswalde, che a metà settembre ha dichiarato immorali i salari orari inferiori ai 3 € lordi l'ora pagati nel Brandeburgo ai corrieri dei pizza express (Az.: 2 Ca 428/13). Ad iniziare l'azione legale non sono stati i lavoratori, ma il Jobcenter di Uckermark. Con l'azione legale è stato richiesto un rimborso di 11.000 €, equivalente alla somma con la quale il magro salario era stato portato al livello minimo stabilito da Hartz-IV. I destinatari dell'Arbeitslosengeldes II (Hartz IV) ricevono attualmente 382 € al mese piu' il rimborso per l'affitto e le bollette. I datori di lavoro che pagano un salario inferiore a questo livello possono chiedere una sovvenzione da parte dello stato.

Il Pizza-service impiegava lavoratori che con un orario lavorativo settimanale di 14 ore guadagnavano dai 100 ai 165 € lordi mensili. I dipendenti a tempo pieno con una settimana lavorativa di 40 ore ricevevano 430 € lordi mensili. Il proprietario del pizza service pagava quindi un salario lordo di 1.59 € , 1.65 € e 2.72 € per ora. Per otto di questi lavoratori il Jobcenter aveva garantito i sussidi necessari al raggiungimento del minimo previsto da Hartz IV. I salari erano inferiori alla metà del salario medio previsto per lo stesso lavoro in quella zona, quindi evidentemente immorali.

"I salari immorali non sono un fenomeno di massa"

Casi come questo alimentano la proposta di un salario minimo garantito dalla legge come richiesto dalla SPD. Anche in campagna elettorale il dibattito sui salari minimi ha avuto un ruolo importante. Cifre esatte sulle dimensioni del fenomeno non esistono. "I salari immorali non sono un fenomeno di massa", chiarisce Heinrich Alt della Agenzia per il lavoro. "Parliamo di casi limitati", soprattutto nella Germania dell'est.

Non a caso 3 anni fa il Jobcenter di Stralsund è stato il primo a percorrere questa strada insolita, quando ha chiesto un rimborso per i 6.000 € erogati come sussidio aggiuntivo per un salario definito immorale. Anche allora si trattava di un Pizza-service che pagava i suoi dipendenti 1.32 € lordi all'ora. Anche l'Agenzia per il lavoro si è mossa in questa direzione e nella sua "guida contro lo sfruttamento" ha spiegato ai suoi uffici regionali come procedere contro i salari troppo bassi. Ha messo a disposizione anche un modello per un'azione legale nei casi di sfruttamento.

domenica 29 settembre 2013

Il programa economico del nuovo governo federale

Quale dovrebbe essere il programma economico del nuovo governo federale? Risponde André Kühnlenz, redattore del Financial Times, sul suo interessantissimo blog WeitwinkelSubjektiv: basta con la moderazione salariale, basta con i giganteschi trasferimenti di capitali all'esteroDa WeitwinkelSubjektiv.com
Sviluppo nominale dei salari (arancione) e sviluppo della produttività + inflazione.
Fin dalla prima "Alleanza per il lavoro" (Bündnis für Arbeit) del 1996, i sindacati, già di per sé indeboliti, hanno iniziato ad accettare tutte le richieste fatte dai datori di lavoro. E' dal 1996, infatti, che i lavoratori rinunciano al cosiddetto margine di distribuzione garantito dalla crescita della produttività. Gli aumenti salariali si sono infatti orientati esclusivamente al recupero dell'inflazione (quando ci sono riusciti). Sebbene per molti anni i datori di lavoro abbiano goduto di condizioni favorevoli, per un lungo periodo in Germania non sono stati creati nuovi posti di lavoro. 

Solo quando i nostri risparmi (o meglio, i profitti cresciuti grazie alla moderazione salariale e alla riduzione delle tasse) - hanno causato bolle del credito in paesi come la Spagna o gli Stati Uniti, il tasso di disoccupazione ha iniziato a scendere. Stavamo vendendo i nostri beni in tutto il mondo come non era mai successo prima - 10 anni dopo la prima "Alleanza per il lavoro". Era un miglioramento del mercato del lavoro cresciuto sul debito.

Ancora oggi le cose non vanno molto diversamente. Nel frattempo, noi tedeschi (o meglio quelli che fra noi hanno un patrimonio) impieghiamo all'estero una somma annua pari al 9% del nostro PIL come investimento di breve o di lungo periodo, stiamo di nuovo inondando il mondo con il nostro denaro a buon mercato. Nei 12 mesi terminati a luglio, erano 250 miliardi di Euro. Anche la nostra magra crescita deriva quasi esclusivamente dal questo credito, la domanda interna in questo paese resta poco piu' di uno scherzo.

Export di capitali tedeschi nei 12 mesi precedenti in % del PIL, dati Bundesbank
Fatto che naturalmente ha delle conseguenze molto pericolose. Ogni eccesso di credito puo' crescere solo fino a quando viene alimentato. Stiamo consegnando il combustibile in grado di far surriscaldare qualsiasi macchina del credito. Fino a quando il carburante continua a fluire, si riescono anche a trovare macchinisti in grado di regolare il motore e di mettere un po' d'olio. Ma prima o poi ogni motore  si incepperà se resta acceso per troppo tempo, oppure se va troppo veloce.

Vogliamo solo aspettare un'altra crisi (e potrebbe essere pericoloso), oppure possiamo sperare che il prossimo governo federale agisca immediatamente? Se il nuovo governo non sarà capace di affrontare questo pericolo, dovrà essere considerato il peggiore governo di tutti i tempi. La situazione attuale è simile a quella pre-Lehman, avverte l'oracolo William White, che in passato, in qualità di capo-economista presso la Banca per i Regolamenti Internazionali, era in grado di avvertire con largo anticipo ogni sintomo di un eccesso di credito.

Potrebbe anche essere tutto abbastanza facile - senza che la SPD (o i Verdi) siano costretti a discussioni estenuanti sul programma del nuovo governo con l'Unione. Cio' di cui abbiamo bisogno è un accordo fra tutte le parti per smetterla di inondare il mondo intero con il combustibile del credito, e l'impegno ad utilizzare il risparmio per rifornire e rilanciare il motore dell'economia nazionale.

Questi dovrebbero essere gli elementi piu' importanti del nuovo accordo fra le parti:

1) I salari devono tornare ad allinearsi alla crescita della produttività piu' l'inflazione obiettivo del 2%. L'abbandono dell'economia sociale di mercato non ha portato nulla di buono - a parte una lunga serie di crisi. Anche se oggi nel mercato del lavoro non lo percepiamo, arriverà il momento, sicuramente, e ce ne accorgeremo presto!

2) All'interno di una nuova alleanza tripartita fatta da lavoratori, datori di lavoro e governo, si dovrà necessariamente arrivare ad un accordo: la Germania è disposta a fare di tutto per ridurre i suoi enormi avanzi delle partite correnti. In realtà avremmo bisogno di andare in deficit, se vogliamo che Italia e Spagna vadano in avanzo con l'estero.

3) Fino a quando gli avanzi con l'estero non saranno ridotti, saranno applicati automaticamente aumenti salariali corrispondenti al doppio degli aumenti della produttività e dell'inflazione - senza eccezione e in tutti i settori. Anche i salari minimi dovranno tornare a crescere. Nessuna paura - ci sono ancora 2 vie di uscita con le quali i datori di lavoro potranno sfuggire a questo destino e quindi mantenere la loro competitività.

4) I datori di lavoro potranno evitare l'applicazione del punto 3, solo se gli investimenti in Germania raggiungeranno il 3% del PIL. Vale a dire un terzo di quello che al momento investiamo all'estero. Si tratta di 75 o 80 miliardi di Euro, come proposto dal DIW (Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung) con il suo patto per gli investimenti. Se necessario si potrebbe pensare ad una suddivisione fra investimenti pubblici e privati.

5) Se gli imprenditori non riuscissero ad investire questa somma nel nostro paese, oppure il governo federale non riuscisse a destinare piu' denaro alle infrastrutture, all'istruzione e alla politica energetica, allora i datori di lavoro e il governo federale avranno la possibilità di investire questa somma in un "Fondo per il futuro". Questo fondo sarà gestito congiuntamente dai manager del settore privato e pubblico. Gli interessi sui depositi saranno legati all'aumento nominale del PIL, che il governo dovrà pagare con il gettito fiscale.

6) Le risorse del fondo dovranno essere investite nel futuro della Germania, ma anche dell'Europa. Idee ce ne sono già abbastanza. In questo modo avremmo una sorta di unione di trasferimento privata, che naturalmente come ogni unione di trasferimento aiuterebbe il nostro export. Con i trasferimenti - dall'ovest all'est e poi di nuovo verso pochi portafogli nell'ovest - in Germania abbiamo già una certa esperienza.

7) Nessuno chiede ai nostri campioni dell'export di ridurre le loro vendite nel mondo. Ma dobbiamo essere onesti: se riduciamo il trasferimento di risparmio all'estero, le aziende finiranno per vendere meno in quei paesi. Ma con l'unione di trasferimento privata menzionata al punto 6, le imprese orientate all'export potranno compensare una parte delle perdite - se non tutte.

8) Non appena il surplus delle partite correnti sarà scomparso (o forse anche prima), tutti, investitori privati e stranieri, potranno investire nel "fondo per il futuro". Gli interessi continueranno a crescere anche nel lungo periodo poiché il fondo investe nel futuro del paese e quindi le opportunità di crescita e la competitività della Germania non potranno che migliorare. 

9) Se l'avanzo delle partite correnti dovesse superare di nuovo il 3% - entrerà in vigore il punto 3 e tutto ricomincia da capo.

Sarebbe sicuramente un piano molto bello che potrebbe garantire un futuro alla Germania. E sarebbe anche urgente, se i paesi della zona Euro vogliono mantenere le loro partite correnti in equilibrio. Per fare cio' abbiamo ovviamente bisogno di una pressione molto piu' forte nei confronti dei sindcati, dei datori di lavoro e del nuovo governo. SPD e Verdi dovrebbero mostrare un po' di coraggio - che in campagna elettorale non hanno fatto vedere. Se dovesse mancarci la volontà di metterlo in atto, allora le prospettive sarebbero cupe, sia per il nostro paese che per l'Europa. Oppure sarebbe ancora meglio se Frau Merkel finalmente scoprisse la sua vera vocazione - sapete di cosa parlo - e poco prima dell'impatto riuscisse a cambiare rotta: Frau Merkel - la donna dell'est che in un colpo solo salva l'economia sociale di mercato e l'Europa. Speriamo solo non si svegli troppo tardi.

E non venite a parlarmi della libertà, dell'autonomia contrattuale, e dell'economia di mercato! Questo è  il punto, l'economia sociale di mercato prima o poi dovrà essere salvata! 

sabato 21 settembre 2013

E' nelle vostre mani...

NachDenkSeiten, interessantissimo sito di analisi politica ed economica, a poche ore dal voto lancia un appello: se volete un cambiamento, allora votate un rosso-rosso-verde. Pensateci bene, è nelle vostre mani. Questo blog condivide l'appello. Da Nachdenkseiten.de

Se pensate che l'austerità imposta dal governo attuale debba proseguire e che il numero dei disoccupati in Europa continui a salire, oppure scenda molto lentamente nel corso dei prossimi anni:

Disoccupati in Europa


- che la Germania, invece di aumentare i salari e la domanda interna, prosegua con la solita dipendenza dall'export che distrugge i posti di lavoro dei nostri vicini di casa:

Quota dell'export sul PIL

- che gli avanzi commerciali e i profitti da record delle imprese orientate all'export continuino a crescere indisturbati a spese delle retribuzioni e dei consumi interni, vale a dire la prosperità generale del popolo tedesco:

Andamento dell'export (rosso), in rapporto ai consumi delle famiglie tedesche e alle retribuzioni. Fonte Querschuesse.de

- se volete che i nostri avanzi commerciali continuino a crescere affinché anche altri paesi, oltre a Grecia, Portogallo, Spagna, Italia e Francia si debbano indebitare per acquistare i beni prodotti in Germania, senza poi essere in grado di rimborsare i prestiti:

Saldo tra import ed export

- notate, i crediti tedeschi verso l'estero provenienti dai surplus delle partite correnti, corrispondono ai debiti degli altri paesi:

Crediti tedeschi verso l'estero, imprese e banche

- che si continui a fare concorrenza ai nostri vicini europei a colpi di moderazione salariale:

Costo del lavoro per unità di prodotto in Europa
- che fra i nostri vicini in Europa sia sempre piu' popolare l'immagine del "tedesco cattivo":


- che i nostri futuri "successi nell'export" siano raggiunti con una ulteriore estensione del settore a basso salario, che già oggi conta circa 8 milioni di lavoratori: 

Numero di occupati nel settore a basso salario (meno di 2/3 del salario mediano).



- che le nostre imprese possano accrescere  la loro competitività con una ulteriore diffusione del lavoro interinale (ed ora anche dei contratti d'opera):

Crescita del numero di lavoratori interinali.


- che un numero sempre maggiore di occupati che vorrebbero lavorare full time, siano relegati in lavori a tempo parziale:

Percentuale di lavoratori part-time sul totale (rosso)


- che un numero sempre maggiore persone occupate debba ricorrere ai sussidi pubblici (ALG II) per raggiungere il livello minimo di sussistenza. Mentre lo stato, dal 2007 al 2011, ha speso 53 miliardi di Euro di sussidi salariali per i datori di lavoro, invece di introdurre un salario minimo:

Numero in milioni (blu scuro) di lavoratori che ricevono un sussidio pubblico (ALG II) per raggiungere il minimo di sussistenza. In blu chiaro il numero complessivo dei destinatari di sussidi pubblici, in rosso il rapporto fra i due numeri.

- che gli alti redditi e i patrimoni paghino sempre meno tasse:

Percentuale di gettito proveniente dalla tassazione delle diverse fonti di reddito.

- che gli investimenti pubblici e le risorse finanziarie per il mantenimento dello stato sociale nel nostro paese continuino a scendere:

Investimenti pubblici  complessivi 1960-2012

- che i poveri siano sempre piu' poveri e i ricchi sempre piu' ricchi, e che in questo modo lo sviluppo economico sia sempre piu' instabile:

Aumento/riduzione del reddito disponibile delle famiglie suddivise per decili di reddito, dal 1999 al 2009

- che le possibilità di successo nell'educazione siano cosi' fortemente dipendenti dallo status dei genitori, come in nessun altro paese del mondo:

Quanti sono i giovani che accedono alle università o Fachhochschule, su 100 figli di laureati (arancioni) e non laureati (giallo). Il sistema educativo tedesco resta profondamente classista ed elitario.

Se siete rassegnati a questo stato di cose e volete che tutto continui nello stesso modo, allora domenica potrete votare Angela Merkel, la CDU/CSU oppure la FDP.

Se invece pensate che la Germania abbia bisogno di un corso economico ancora piu' liberista, allora votate „Alternative für Deutschland“ (AfD).

Se invece volete che su alcuni punti ci possano essere dei piccoli cambiamenti, ma in sostanza nulla cambi, allora potete sperare in una Grosse Koalition fra CDU/CSU e SPD, oppure un nero-verde.

Se invece sperate in un'alternativa al solito coro del "le cose da noi vanno bene" e in una maggioranza a sinistra del cosiddetto centro, dovreste segnalare con la vostra scheda elettorale che in quanto cittadino, dal nuovo governo vi aspettate qualcosa di diverso.

Un segnale veramente molto forte sarebbe votare per una coalizione rosso-rosso-verde, in modo da mettere una spina nel fianco dei poteri economici, e dare una rappresentazione politica ai milioni di cittadini che a causa della loro esperienza di vita hanno smesso ormai da tempo di votare. Forse riusciremmo ad evitare una ulteriore divisione della nostra società








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