Una recente analisi dell'Institut Arbeit und Qualifikation ci ricorda ancora una volta le dimensioni del cosiddetto settore a "basso salario": quasi un occupato su quattro ne fa parte e la sola via di uscita resta il salario minimo fissato per legge. Dalla Hans-Böckler-Stiftung
Anche se il mercato del lavoro negli ultimi mesi ha avuto uno sviluppo positivo, quasi un occupato su quattro continua a lavorare per un "basso salario". Lo mostra un'analisi del panel socio-economico realizzata da Thorsten Kalina e Claudia Weinkopf dell'Institut Arbeit und Qualifikation (IAQ). Nel 2011, secondo gli ultimi dati disponibili, 8.1 milioni di lavoratori guadagnavano meno dei due terzi del salario orario mediano, cioè meno di 9.14 € lordi l'ora, vale a dire il 23.9% degli occupati. Rispetto al 2010 la quota è leggermente diminuita - dello 0.7%. Dal 1995 il numero dei lavoratori coinvolti è invece cresciuto di 2.6 milioni.
La paga oraria media degli occupati nel settore a "basso salario" è ancora inferiore: nel 2011 la media era di 6.46 € lordi l'ora nella Germania dell'ovest e 6.21 € nell'est. In tutta la Germania circa 1.8 milioni di occupati si sono dovuti accontentare di un salario orario inferiore ai 5 € lordi l'ora, 2.9 milioni guadagnavano meno di 6 € lordi e 4.4 milioni meno di 7 € lordi. A ricevere una bassa paga molto spesso sono i minijobber: nel 2011 oltre la metà di loro lavorava per meno di 7 € lordi l'ora, un terzo per meno di 5 € lordi. Con l'introduzione di un salario minimo per legge di almeno 8,5 € lordi l'ora, circa un quinto della forza lavoro complessiva vedrebbe salire la propria busta paga. Secondo i ricercatori dello IAQ sarebbero quasi 7 milioni i lavoratori ad avere diritto ad un aumento salariale.
Percentuale fra tutti gli occupati che nel 2011 lavorava per un salario orario lordo inferiore alla soglia indicata |
Oltre ai minijobber, fra gli occupati a rischio di ricevere un basso salario ci sono i lavoratori senza formazione professionale, nel 2011 4 su 10 guadagnavano meno di 9.14 € lordi l'ora, Anche i giovani, i lavoratori a tempo determinato e gli stranieri sono sovrarappresentati in questo gruppo.
Aumentano rispetto a 10 anni fa i lavoratori qualificati che ricevono un "basso salario": il rischio è cresciuto del 16.8 % dal 2001 al 2011. Nel complesso il 69.8% di tutti i lavoratori a "basso salario" ha completato una formazione professionale, l'8.7 % perfino uno studio di livello universitario.
Tra i lavoratori full time la crescita fra il 2001 e il 2011 è stata del 13.9 %. Fra le donne la quota è leggermente scesa - dal 29.9 al 29.6 %. Tuttavia in ogni forma lavorativa e ad ogni livello di qualificazione le donne rispetto agli uomini hanno maggiori probabilità di ricevere una bassa paga oraria: anche dopo aver concluso una formazione professionale il rischio resta doppio.
Le conseguenze per Kalina e Weinkopf sono molto chiare: i salari minimi settoriali non sono evidentemente sufficienti a bloccare il fenomeno dei "bassi salari" in Germania. "Con l'introduzione di un salario minimo per legge, ci sarebbe una soglia minima non superabile e valida per tutti gli occupati", scrivono i ricercatori dello IAQ. Inoltre, l'altissima percentuale di bassi salari fra i minijobbber metterebbe alla prova lo status speciale di questa forma di occupazione: "per limitare in maniera efficace le dimensioni del settore a basso salario, un contributo ulteriore potrebbe essere infatti dato dall'abolizione dei minijob".
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