A scriverlo non è un foglio estremista dell'est ma il prof. Thomas Straubhaar sulla liberale e liberista Die Welt. Dopo il recente accordo fra SPD e Unione per una legge sull'immigrazione che favorisce l'arrivo di lavoratori extra-UE (qui e qui), per quanto ancora questo governo possa andare avanti, è lecito porsi una domanda: perché la Germania del 2018, invece di puntare sulla digitalizzazione e gli aumenti di produttività, ha deciso che il suo futuro risiede nell'importazione in massa di lavoratori stranieri a basso costo? Ah saperlo... Ne parla un ottimo prof. Thomas Straubhaar su Die Welt
Al fine di superare il problema della carenza di lavoratori qualificati, il governo tedesco ha deciso di puntare sull'arrivo di lavoratori dall'estero. In realtà, la Germania dovrebbe risolvere un altro problema. Altrimenti l'umore generale potrebbe cambiare rapidamente.
Quando in gioco ci sono interessi personali, i punti di vista scientifici generalmente accettati vengono rapidamente dimenticati. E al momento ciò è particolarmente vero per quanto riguarda la tanto discussa carenza di lavoratori qualificati. Ovunque nel nostro paese si sostiene che la mancanza di manodopera qualificata costi molti miliardi di euro all'economia e diversi punti percentuali di benessere alla società.
In ogni libro di testo si può leggere che in una situazione di carenza simile a quella attuale, cioè se la domanda è maggiore dell'offerta, il prezzo dovrebbe aumentare. Questo vale per tutti gli oggetti di uso quotidiano, dal caffè ai biglietti per i concerti.
Per questo la domanda centrale è una: perché in Germania i salari dei lavoratori qualificati non aumentano molto più rapidamente? Salari più alti avrebbero un duplice effetto: da un lato, per molte persone sarebbe più attraente lavorare più di quanto non facciano già oggi, e dall'altro lato costringerebbe i datori di lavoro a ripensare il loro modo di lavorare. Per questi imprenditori sarebbe molto più interessante sostituire le persone con delle macchine.
La qualità è più importante del semplice numero dei dipendenti
E forse si risolverebbe anche la questione relativa ai lavoratori qualificati provenienti dall'Unione europea (UE). Grazie alla libera circolazione, infatti, i cittadini dell'Unione europea provenienti dai paesi con un'elevata disoccupazione potrebbero effettivamente mettersi in viaggio verso la Germania. In realtà al momento c'è solo un debole "effetto aspiratore" che non corrisponde nemmeno lontanamente ai bisogni del paese. Se gli stipendi fossero piu' alti, i lavoratori qualificati dei paesi UE non verrebbero forse piu' volentieri a lavorare in Germania?
Ovviamente retribuzioni più elevate potrebbero portare le aziende tedesche a perdere competitività rispetto agli altri paesi. Ma questo non accadrebbe se i dipendenti venissero pagati per i soldi che valgono, come dimostrato dalla loro alta produttività lavorativa. Se così fosse, probabilmente sarebbe solo la redditività del capitale a diminuire, non la competitività tedesca. Il valore aggiunto del lavoro sarebbe quindi redistribuito in maniera diversa rispetto a oggi - alcuni direbbero in maniera "più giusta" - di quanto non accada aggi.
Sostituire le persone con delle macchine aumenterebbe la produttività del lavoro di coloro che restano occupati. Poiché lo sviluppo della produttività del lavoro si rifletterebbe nello sviluppo delle retribuzioni, il livello dei salari aumenterebbe ulteriormente, rendendo le ore di straordinario ancora più attraenti.
Cosi' si solleva un'altra domanda: perché nell'era della digitalizzazione la Germania ritiene che il suo futuro risieda nell'immigrazione di manodopera? La qualità, ovvero la produttività del lavoro misurata dal valore aggiunto per unità di tempo, e non la quantità, cioè il numero totale di dipendenti, è la base della prosperità.
La produttività del lavoro, tuttavia, non è un destino dato da Dio. È determinata dagli investimenti, sia nel capitale umano, cioè nella formazione, sia nel capitale fisico, cioè nei macchinari. Persone sempre piu' istruite che lavorano mano nella mano con dei robot sempre più moderni. Questa è la divisione del lavoro che nell'era della digitalizzazione rende i dipendenti più produttivi e che permette di pagare dei salari più alti.
L'immigrazione mantiene i salari bassi
Nella politica economica, inoltre, ci sono leve piu' che sufficienti per compensare l'aumento del costo del lavoro, ad esempio riducendo la burocrazia, semplificando le procedure di approvazione e attuazione fino alla riduzione delle imposte sulle società.
L'esperienza della Svizzera inoltre ci mostra che diversamente da quanto previsto, anche degli specialisti ben qualificati, motivati e adeguatamente pagati possono avere un effetto positivo sulle decisioni di investimento. "Successo e decenza" pagano sia a livello micro che macro.
Non è il prodotto interno lordo (PIL) che determina la ricchezza di una società, ma il PIL pro capite. La crescita in termini reali del PIL tedesco tra il 2014 e il 2017 è stata del 6,3%. Al contrario, nello stesso periodo il PIL pro capite è aumentato solo del 4,2%, dato che la popolazione è cresciuta del 2%.
Da una crescita economica generata attraverso un aumento della popolazione - cioè dall'immigrazione - la società, almeno inizialmente, ottiene solo un limitato aumento della ricchezza. Ma la focalizzazione sul "totale" copre comunque ogni possibile effetto redistribuivo. Tali effetti sono causati dal fatto che "una crescita estensiva dovuta all'immigrazione" crea una pressione al ribasso sui salari, il che significa che i salari restano relativamente piu' bassi rispetto a quanto si verificherebbe con "una crescita intensiva spinta dalla digitalizzazione".
Una politica dell'immigrazione intelligente dovrebbe servire al benessere di tutti
Chi in Germania in quanto lavoratore specializzato subisce la concorrenza da parte degli immigrati difficilmente trarrà beneficio dalla crescita del PIL, oppure lo farà solo in maniera indiretta. Al contrario, si rallenta ogni possibile aumento dei salari. Dall'altro lato, grazie all'immigrazione di lavoratori qualificati e alla conseguente modesta crescita dei salari, aumenterà il rendimento del capitale.
In breve: i lavoratori qualificati tedeschi beneficeranno meno della "crescita generata mediante l'immigrazione", ma tutti gli altri, in particolare i datori di lavoro, ne trarranno molto piu' vantaggio. Non c'è da stupirsi, quindi, che la denuncia di una presunta carenza di lavoratori qualificati sia particolarmente forte da parte delle aziende.
Tuttavia, una politica migratoria e di integrazione intelligente dovrebbe servire al benessere di tutti - sia dei capitalisti che dei lavoratori. Diversamente si dovrà mettere in conto una forte divergenza nello sviluppo dei redditi, una polarizzazione e ulteriori tensioni sociali e quindi una crescente resistenza all'immigrazione da parte della popolazione.