mercoledì 28 novembre 2012

Appello alla cancelliera

Il deputato ribelle FDP Frank Schäffler scrive un appello alla cancelliera per fermare l'ennesimo salvataggio greco: stiamo andando verso una costosa unione di trasferimento. La maggioranza nero-gialla sempre piu' inquieta. Da Die Welt
Le politiche di salvataggio in Europa hanno portato ad una sfiducia reciproca. Se pensiamo che prestando denaro diventeremo dei benefattori, ci stiamo ingannando. Accadrà il contrario.


Sehr geehrte Frau Bundeskanzlerin,

ancora una volta noi membri del Parlamento ci troviamo a votare sugli aiuti alla Grecia. Molte cose sono successe dal primo salvataggio del maggio 2010. Nel frattempo le decisioni del Bundestag non sono piu' solo una prassi, ma sono diventate costituzionali. La Grecia sotto la guida della Troika ha  fatto progressi nel risanamento del bilancio, questo è innegabile. 

Ancora nel 2009 aveva uscite per quasi 125 miliardi di Euro. Per quest'anno sono previsti 98.5 miliardi di Euro, molto meno. Innegabile è anche il fatto che il programma di salvataggio è fallito: nel risanamento del bilancio pubblico greco non c'è stato alcun successo. 

Il deficit di bilancio era al 15.6 % nel 2009 e nel 2012 dovrebbe scendere intorno al 7%. La Grecia non è nemmeno vicina ai criteri di Maastricht. Quasi nulla è stato privatizzato. L'economia sta crollando, il tasso di disoccupazione cresce di un punto percentuale al mese. 

Nonostante il taglio del debito di marzo, il denaro promesso alla Grecia non basterà. Ci sarà bisogno di molti piu' soldi. Con la decisione sui nuovi prestiti alla Grecia, diamo una valutazione anche su cosa nei salvataggi è andato bene e cosa invece no.

La crisi suscita diffidenza

La politica di salvataggio ipotizzava di superare le crisi di finanziamento con dei prestiti, in modo da poter sfruttare il tempo guadagnato per fare le riforme richieste dall'esterno. Questo approccio soffre di un errore fondamentale: voler sostituire attraverso un accordo politico l'incentivo al consolidamento determinato dagli alti tassi.

L'applicazione di questi accordi politici dà ad una parte il ruolo del supervisore e all'altra quello dello scolaro svogliato. Il denaro prestato ci trasforma da buoni vicini di casa in creditori e debitori. Questo conduce ad una sfiducia reciproca. Mai dalla fine della seconda guerra mondiale ci si era offesi in questo modo l'uno con l'altro come dall'inizio della missione della Troika.

E questo dovrebbe preoccupare soprattutto noi tedeschi. Non siamo percepiti come dei salvatori accorsi in aiuto, ma come una forza che vuole danneggiare gli stati indebitati a proprio vantaggio. 

Una politica di umiliazione

Stiamo mentendo a noi stessi se con i prestiti crediamo di diventare dei benefattori. E' vero il contrario: sullo zuccherino dei crediti a tassi agevolati sbatte la frusta della Troika, con la quale stiamo spingendo per l'attuazione dei programmi di adeguamento. Questa è una politica di umiliazione.

Come ci sentiremmo noi tedeschi, se fossimo costretti a votare un governo, fino a quando questo non è in grado di implementare determinate condizioni? E in quanto parlamentari come ci sentiremmo, se non potessimo definire il contenuto delle leggi da noi votate?

I parlamenti dei paesi in crisi sono stati privati dei loro diritti. Non è un errore pensare ad una minaccia alle istituzioni democratiche. In Grecia l'estrema destra è il terzo partito, l'estrema sinistra il secondo partito.

La strada verso una unione di trasferimento illimitata

Sarebbe necessaria l'onestà anche nelle premesse non scritte della politica di salvataggio: se l'Euro è irreversibile, allora la presunta condizionalità degli aiuti non è vera.  Se gli aiuti si fermassero, la Grecia uscirebbe immediatamente dall'Euro. Chi considera l'Euro irreversibile, allora sarebbe disposto a finanziare in maniera illimitata la Grecia, e gli altri paesi in crisi.

Sotto le premesse dell'irreversibilità dell'Euro, non ci sarà fine ai trasferimenti verso la Grecia o verso ogni altro paese - non importa se i requisiti siano soddisfatti o meno. Onestà significa anche affermare chiaramente che questa è la strada verso una unione di trasferimento illimitata.

Grandi rischi per la stabilità monetaria

Si dovrebbe allora spiegare all'elettore che la presunta politica di salvataggio in ultima analisi ci porterà ad una unione di trasferimento e del debito. E' molto piu' vicina ai desideri socialdemocratici che non ai nostri ideali di politica economica. Dobbiamo denunciare pubblicamente anche la strumentalizzazione della politica monetaria ai fini fiscali.

Le dimensioni dei fondi di salvataggio non saranno sufficienti per garantire i debiti dei paesi sotto copertura e della Spagna. E' solo una questione di tempo: il Bundestag sarà chiamato a decidere sull'acquisto di titoli sul mercato primario, affinché la BCE possa agire sul mercato secondario.

Dovremmo pero' dire all'elettore: ogni economista onesto vede nell'acquisto di titoli da parte della BCE un grande pericolo per la stabilità monetaria. I nostri risparmi oggi sono messi in pericolo! Anche le pensioni non sono al sicuro!

Non dobbiamo sottovalutare gli elettori

Non dovremmo fare l'errore di credere che l'elettore non conosca questi pericoli. Come politici, non dovremmo sottovalutare i nostri elettori, oppure considerarli naive. Molti hanno già percepito il livello di pericolo per le istituzioni democratiche, la nostra reputazione e il nostro denaro.

Il successo elettorale non deve essere basato sul calmare queste preoccupazioni in maniera paternalistica o sull'occultamento delle informazioni. Gli elettori vogliono parole chiare. Pertanto dovremmo ammettere: 

non esiste piu' una soluzione facile per la crisi. Abbiamo solo la scelta fra una soluzione dolorosa e costosa e un'altra catastrofale.

Dovremmo consentire alla Grecia di uscire

Il tentativo di superare una crisi di debito sistemica, creando nuovo debito, finirà con una catastrofe. Questo è il passo verso un socialismo del debito. Una economia sana non puo' essere basata sul debito, piuttosto ha bisogno di un rapporto sano fra debiti e capitale proprio.

Dovranno percio' essere possibili i fallimenti - di stati e banche. Dovremmo consentire alla Grecia di uscire, affinché si possa ottenere una Eurozona in grado di respirare, dove il divieto di bail-out viene applicato.

Per l'Europa abbiamo bisogno di un ritorno ad una responsabilità dei singoli paesi sul bilancio. Cio' è doloroso, ma almeno non catastrofico. In caso contrario, il downgrade del rating non minaccerà solamente la Francia, ma anche la Germania.

Abbiamo bisogno di una cultura del risparmio

Signora Cancelliera, se questa è una crisi di debito, la nostra risposta dovrebbe essere una cultura del risparmio. Se andiamo avanti così, avremo solo ricchezza apparente costruita sulla sabbia. Il castello di carte crollerà. Dovrebbe prendere ad esempio il suo predecessore Ludwig Erhard, il padre del nostro sistema di mercato. 

Nel 1963 a Stoccolma disse :" Guai a chi crede che l'Europa possa diventare un governo centralizzato, o che la si possa mettere sotto un'autorità piu' o meno centrale. No - questa Europa ha il suo valore anche per il resto del mondo nella sua diversità, nella varietà e nella raffinatezza della vita".

1 commento:

  1. E' un'analisi più equilibrata e corretta di quella effettuata dalla maggior parte dei commentatori tedeschi. Ma al penultimo paragrafo salta fuori la "cultura del risparmio": come fargli capire che se qualcuno produce più di quanto spende, qualcun altro per definizione deve fare il contrario ?
    E chissà se Schaffler crede davvero all'uscita della Grecia... veramente non ha capito che non la permettono perchè immediatamente dopo si smonta tutto e con la Germania rimangono solo (forse) Olanda Austria Lussemburgo e Finlandia ?

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