domenica 10 febbraio 2013

La Germania si emancipa dall'Eurozona


I dati sulla bilancia commerciale del 2012 mostrano un sostanziale pareggio con l'Eurozona, l'export verso l'unione monetaria scende al 37.4 % del totale. Forte crescita delle esportazioni verso i paesi non EU, resta intatto il gigantesco avanzo commerciale. Destatis.de 
Nel 2012 la Germania ha esportato merci per un valore di 1097,4 miliardi di Euro e importato merci per un valore di 909,2 miliardi di Euro. Secondo i dati  dell'ufficio statistico (Destatis) nel 2012, rispetto all'anno da record 2011, le esportazioni sono cresciute del 3.4% e le importazioni dello 0.7%.

Il saldo commerciale del 2012 è stato il secondo piu' alto di sempre dall'avvio delle rilevazioni statitistiche del 1950, pari a 188.1 miliardi di Euro. Nel 2011 il saldo commerciale estero era stato positivo per 158.7 miliardi di euro. L'avanzo piu' grande di sempre è stato raggiunto nel 2007 con un valore di 195.3 miliardi di Euro.

Insieme al saldo della bilancia dei servizi (-6.7 miliardi), dei redditi da capitale e da lavoro ( + 51.8 miliardi), dei trasferimenti correnti (37.1 miliardi di euro), e il completamento del commercio estero ( -29.2 miliardi di Euro) - secondo i calcoli preliminari della Bundesbank - le partite correnti nel 2012 sono state positive per 166.9 miliardi di Euro. Nel 2011 le partite correnti tedesche erano state positive per 147.2 miliardi di Euro.

Nel 2012 sono state esportate verso i paesi EU merci per un valore di 625.7 miliardi di Euro e acquistate merci per un valore di 577,1 milardi di Euro. Rispetto al 2011 le spedizioni verso i paesi EU sono scese dello 0.3 %, mentre le importazioni  da questi paesi sono cresciute dello 0.9 %. Nei paesi dell'Eurozona nel 2012 sono state esportate merci per un valore di 411.9 miliardi di Euro (-2.1%) e importate merci per 404.2 miliardi di Euro (+0.7%). Nei paesi EU che non appartengono alla zona Euro, sono state spedite merci per un valore di 213.8 miliardi di Euro (+3.3%) e importate merci per un valore di 172.9 miliardi di Euro (+1.4 %). Nei paesi non EU (paesi terzi) nel 2012 sono state esportate merci per 471.7 miliardi di Euro e importate merci per un valore di 332,1 miliardi di Euro.

Nel 2012, rispetto all'anno precedente, l'export verso i paesi terzi è cresciuto dell'8.8% e l'import dello 0.4%.

2 commenti:

  1. Scusate, io di economia non ci capisco niente, ma tralasciando i dati, come hanno fatto i tedeschi ad ottenere una forte crescita dell'export verso i paesi non EU? Non potevano farlo prima?
    Non è che prima compravano titoli di stato dei piigs e adesso...???

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    1. E' semplice: negli altri paesi non c'è la crisi-recessione intenzionalmente indotta dall'austerity e perciò la loro domanda interna cresce e con essa le importazioni. Comunque, poi, le esportazioni dipendono dai tassi di cambio reale (che determinano, in funzione di una minore inflazione comparata, costi "relativi" inferiori): questo vantaggio però si "stabilizza" solo in presenza di cambi fissi (nominali: come è con l'euro), non nel caso di cambi flessibili, nel quale un paese che esporta vede aumentare il corso della sua moneta in quanto questa viene crescentemente domandata per effettuare i pagamenti delle sue merci.
      Ma USA e Giappone, diretti concorrenti della Germania sulla maggior parte dei settori industriali, stanno ora facendo politiche di reflazione, cioè opposte a quelle seguite dalla germania, politiche che, in assenza di cambio fisso, determinano la minor convenienza all'importazione di merci che verrebbero pagate con moneta svalutata rispetto all'euro. Cioè il fenomeno non può durare a lungo e le aree interessate stanno già prendendo le contromisure.
      Il "brutto" è che la politica tedesca, cioè la rivalutazione della moneta comune, coinvolge tutti gli altri paesi dell'area euro, che non possono deflazionare nella stessa misura, perchè ciò richiederebbe un sostegno statale alla crescente disoccupazione, (e quindi alla domanda-consumi interni), che la deflazione provoca. Quindi la germania sta vivendo una fiammata che, peraltro, indebolirà ulteriormente le economie UEM in difficoltà.
      Tanto che Hollande ha già iniziato a "protestare" perchè sa che la sua posizione potrebbe farsi presto insostenibile, dovendo sia deflazionare ancora che raggiungere il rientro del deficit pubblico nei limiti imposti dal fiscal compact: cioè due cose che, messe insieme, provocano recessione e non consentono sufficienti interventi a sostegno della disoccupazione...

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