sabato 20 giugno 2020

I media mainstream tacciono mentre il Bundestag approva l'europeizzazione della cassa integrazione tedesca

"Se gli italiani, che sono mediamente più ricchi, si permettono uno Stato povero, è perfettamente legittimo ed è un loro diritto, ma non hanno il diritto di ricevere prestazioni che non hanno finanziato. E i tedeschi, che invece sono più poveri, e si possono permettere uno Stato piu' ricco, non sono obbligati a pagare due volte", scrive il grande intellettuale e pubblicista tedesco Klaus-Rüdiger Mai in riferimento alla recente approvazione da parte del Bundestag della legge per il finanziamento del SURE, il piano per una cassa integrazione europea. Per Klaus-Rüdiger Mai il silenzio dei media mainstream sull'argomento è molto grave ed è un segnale di complicità. Klaus-Rüdiger Mai da Tichys Einblick.


Anche se fino ad ora è stata poco commentata dai media, tra mercoledì e giovedì è stata spianata la strada per l'europeizzazione del sistema tedesco di assicurazione contro la disoccupazione. La crisi causata dal Coronavirus sarà usata come un pretesto per privare dei loro diritti i contribuenti e i lavoratori tedeschi coperti da un'assicurazione sociale, per togliere poteri al Bundestag e per superare gli ultimi ostacoli che impediscono di finanziare gli Stati lungo la strada che porta alla messa in comune dei debiti.

Già approvata dal Bundesrat, mercoledi al Bundestag c'è stata la prima lettura della legge sulla garanzia SURE, dopo di che il progetto passerà alle commissioni. Non ci si aspetta tuttavia una discussione più approfondita e responsabile da parte dei parlamentari membri delle commissioni, dato che la seconda e la terza lettura nonché l'approvazione del disegno di legge sono già state fissate per venerdì. Coerentemente con la grande trasformazione annunciata da Angela Merkel al World Economic Forum di Davos, questa legge rappresenta un ingresso massiccio nella sfera dei diritti fondamentali dei lavoratori, nella loro sicurezza sociale e in quella delle loro famiglie.

La legge sulla garanzia SURE consente all'UE di contrarre prestiti fino a 100 miliardi di euro sui mercati finanziari per pagare la cassa integrazione nei diversi Stati membri. Questi fondi dovranno essere distribuiti a determinati paesi membri dell'UE sotto forma di prestiti. La legge non specifica le condizioni alle quali questi "prestiti" saranno "concessi", ma stabilisce che per l'emissione del debito è necessaria una garanzia comunitaria di 25 miliardi di euro. Un quarto delle garanzie arriverà dalla Germania per un valore di circa 6.4 miliardi di euro.

"La presente legge autorizza il governo federale ad emettere la relativa garanzia". Pienamente nello stile di Merkel, il punto C recita infatti: "Alternative: Nessuna". La legge inoltre non contiene alcuna regolamentazione nel caso alquanto probabile di una inadempienza nel rimborso dei prestiti, le cui condizioni non vengono neppure menzionate; il governo tedesco, infine, considera poco probabile "l'utilizzo da parte della Repubblica Federale delle garanzie emesse". Se il governo federale avesse voluto adempiere all'obbligo di evitare dei danni per i cittadini, avrebbe almeno fatto uno sforzo per prendere in considerazione il livello del debito nazionale degli Stati beneficiari dei "prestiti" che saranno finanziati in misura considerevole dai tedeschi. Immaginate un banchiere che concede un prestito a un cliente già molto indebitato, che poi va a gravare sul conto di un altro cliente, il quale invece ha un rating creditizio migliore perché il cliente è stato più parsimonioso.



Nel testo della legge approvata il governo sostiene che non verranno introdotti nuovi impegni finanziari per i cittadini, che per l'economia non ci saranno ulteriori costi, comprese le piccole e medie imprese, e che non bisogna aspettarsi effetti sul livello dei prezzi. Il governo del bel tempo, in ogni caso, non si aspetta brutte notizie.

Non è un buon segnale per lo stato della democrazia, se i politici non notano nemmeno l'eufemismo "le finanze dell'Unione Europea". Dopotutto, il debito è finanziato principalmente dai contribuenti dei paesi dell'Unione Europea che pagano le tasse. Ma cosa ci si può mai aspettare se anche un leader della SPD con la sua indennità parlamentare pensa di sostenere le piccole e medie imprese, come se invece non fossero proprio le piccole e medie imprese a pagare la maggior parte delle tasse grazie alle quali Saskia Esken può vivere cosi' comodamente.

Ci si chiede allora perché la cassa integrazione debba essere finanziata dall'UE, dato che l'indennità di per sé non è legata alla performance economica dello Stato e non ha nulla a che vedere con la crisi causata dal Coronavirus. L'indennità di cassa integrazione è un sussidio assicurativo creato per prevenire la disoccupazione nelle crisi economiche e per aiutare i lavoratori e i datori di lavoro a superare la crisi.

In Germania, il Kurzarbeitergeld è stato introdotto il 1° gennaio 1957 con l'articolo II della legge che modifica e integra la legge sul collocamento e l'assicurazione contro la disoccupazione del 23 dicembre 1956. Lì si legge chiaramente al paragrafo 130: "L'indennità di cassa integrazione viene concessa ai lavoratori dipendenti soggetti all'assicurazione obbligatoria tramite le casse sociali per l'assicurazione contro la disoccupazione nel settore privato". L'indennità tedesca per il lavoro a tempo ridotto non viene quindi pagata dal bilancio dell'UE, né dai prestiti dell'UE, né dal gettito fiscale tedesco, ma fa parte dell'assicurazione contro la disoccupazione tedesca, in cui versano i loro contributi i dipendenti e i datori di lavoro tedeschi ed è uno dei contributi previdenziali piu' ampi. Se gli italiani, che sono mediamente più ricchi, si permettono uno Stato povero, è perfettamente legittimo ed è un loro diritto, ma non hanno il diritto di ricevere prestazioni che non hanno finanziato. E i tedeschi, che invece sono più poveri, e si possono permettere uno Stato piu' ricco, non sono obbligati a pagare due volte. L'Italia poi, ha già qualcosa di simile allo strumento del Kurzarbeitergeld tedesco (cassa integrazione).

La legge sulle garanzie per il fondo europeo SURE introdurrà un'indennità europea per il lavoro a orario ridotto basata non sul principio dell'assicurazione, ma del credito: prestiti che sostanzialmente sono già garantiti da coloro che pagano imposte e contributi sociali di per sé già troppo elevati, e ai quali la politica dei tassi d'interesse a zero finalizzata al finanziamento degli stati, di fatto sta svalutando i risparmi.

L'introduzione dell'indennità per la cassa integrazione europea avrà una funzione di ponte verso l'avvio di una assicurazione europea contro la disoccupazione, tramite la quale si finirà per europeizzare l'assicurazione tedesca contro la disoccupazione. Il livello delle prestazioni dell'assicurazione contro la disoccupazione tedesca quindi diminuirà, nonostante l'aumento dei contributi versati. L'obiettivo resta comunque quello di introdurre un'assicurazione europea contro la disoccupazione, dato che al momento la situazione è favorevole per ingannare i cittadini tedeschi, tramite una legislazione rapida, che non vogliono nemmeno più  chiamare procedimento, con il pretesto della solidarietà e della crisi causata dal Coronavirus. Il governo finalmente può contare sulla complicità di una larga parte dei media per mantenere il silenzio su questi e altri progetti.

Gli Stati che saranno generosamente foraggiati con questi prestiti, inoltre, non saranno nemmeno obbligati a spendere il denaro esclusivamente per la cassa integrazione, ma potranno utilizzarlo anche per "misure comparabili e misure di sostegno al settore sanitario, soprattutto per la tutela della salute sul luogo di lavoro". E poiché, come tutti noi ben sappiamo, è tutto collegato, non ci sarà alcun limite all'immaginazione quando si parlerà del modo in cui potranno essere spesi questi 100 miliardi di euro. Se si considera poi che Ursula von der Leyen già ora sta parlando di spendere miliardi di euro, si ha come l'impressione che Bruxelles abbia perso il contatto con la realtà e probabilmente ha anche perso la cognizione di quello che sta accadendo. Sul piatto ci sono già 750 miliardi di euro per qualche tipo di obbligazione, un aumento del bilancio dell'UE, che farà salire il contributo tedesco di un altro misero 43%, e qui poi abbiamo un prestito per finanziare una cassa integrazione europea.

L'unica cosa certa è che è già iniziato un nuovo grande party e l'industria finanziaria è già in vena di festeggiare - perché i soldi dei contribuenti tedeschi per loro sono già certi. L'UE sta lavorando al più grande programma di redistribuzione nella storia dell'umanità. E si riserva il diritto di stabilirne le regole.

Secondo quanto riferiscono le cronache, tuttavia, la bozza nel gruppo parlamentare della CDU/CSU resta controversa. Forse alla fine accadrà un miracolo, e ci sarà un numero sufficiente di deputati pronti a difendere gli interessi di chi li ha eletti per rappresentarli.



3 commenti:

  1. Il pacchetto SURE è un intervento costituito da prestiti a condizioni favorevoli, non trasferimenti a fondo perduto, con denaro raccolto dalla Commissione UE tramite emissione di obbligazioni con garanzie da parte degli Stati. I contribuenti tutti, quindi anche tedeschi, non verseranno nemmeno un 'centesimo bucato'.

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    1. Infatti, e mi pare che l'articolo non dica nulla di diverso, visto che si parla ovunque di garanzie. Questo è il dibattito sulla stampa tedesca, e mi pare plausibile che nel silenzio dei media mainstream, ci sia anche qualche testata online un po' piu' libera, magari vicina ad AfD o alla FDP che fa un po' di opposizione seria al "there is no alternative" della coalizione di governo.

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    2. L'articolo include la solita litania dei contribuenti tedeschi che intervengono a favore di altri. L'hai tradotto ed evidenziato in grassetto. Il SURE arriva al massimo a 100 mld per i quali è prevista una garanzia del 25% dell'importo raccolto a fronte dei prestiti concessi, quindi 25 mld massimo. La quota della Germania è circa il 16% pertanto al massimo dovrà garantire 4 mld. Di che parliamo?! Questo l'articolo non lo riporta.

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