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domenica 5 marzo 2017

Lettera aperta di Christoph Butterwegge a Martin Schulz

Christoph Butterwegge, professore di scienze politiche, ricercatore sul tema della povertà e recentemente candidato alla Presidenza della Repubblica per la Linke, scrive una lettera aperta al candidato alla Cancelleria della SPD, Martin Schulz: c'è bisogno di una coalizione rosso-rosso-verde per rimettere in discussione l'Agenda 2010 e superare gli errori del passato. Dal Kölner Stadt-Anzeiger. 


Lieber Martin Schulz,

pochi giorni fà Lei era seduto vicino a me in prima fila all'Assemblea Federale. Entrambi abbiamo scelto di fare della giustizia sociale il faro della nostra azione politica, per questo io ripongo in lei la speranza di un grande cambiamento politico nel nostro paese. Non posso tuttavia farmi illusioni su di un partito da cui nel 2005 sono uscito a causa dell'Agenda 2010 e delle leggi Hartz, e che nonostante all'epoca al Bundestag ci fosse una maggioranza rosso-rosso-verde abbia preferito dare vita ad una "Große Koalition" con la CDU.

Per queste ragioni molti militanti profondamente frustrati e milioni di ex elettori della SPD oggi proiettano le loro speranze e i loro desideri su di lei, sebbene negli anni passati la leadership del partito li abbia sempre delusi. Lei puo' essere orgoglioso delle migliaia di nuovi tesserati che dopo la sua nomina a candidato SPD - intelligentemente messa in scena da Gabriel - hanno scelto di entrare nel partito. Nel 1972, l'anno della campagna elettorale di "Willy", ci furono piu' di 100.000 nuovi tesserati sotto i 35 anni. Peccato che nonostante cio', il partito, che poco dopo avrebbe superato il milione di tesserati, oggi non abbia nemmeno la metà delle tessere che aveva allora. Da quando lei ha deciso di sfidare Angela Merkel sono soprattutto i giovani a voler entrare nella SPD, e questo ci mostra l'enorme fascino che gli ideali di solidarietà e giustizia sociale continuano ad avere in un periodo in cui il divario fra i ricchi e i poveri si è fatto sempre piu' profondo.

Mi pare che lei abbia riconosciuto la crescente disuguaglianza sociale come il problema principale nello sviluppo della nostra società, tuttavia non è andato oltre qualche accenno sul modo in cui i rapporti di distribuzione attuali potrebbero essere corretti. Se mettesse in discussione Hartz IV dovrebbe mettere in discussione il cuore delle riforme che Gerhard Schröder nel suo famoso discorso sull'Agenda 2010  all'epoca aveva ben illustrato. Le regole rigide e le sanzioni draconiane dei Jobcenter, soprattutto per gli under 35, non solo sono vessatorie per chi le subisce, ma hanno costretto i lavoratori, i consigli di cogestione e i sindacati ad accettare condizioni di lavoro peggiori e salari piu' bassi. Sono molto curioso di conoscere le sue proposte di modifica.

Quale vantaggio avrebbero i disoccupati dal prolungamento dell'indennità di disoccupazione per gli ultra-cinquantenni, se un quarto di tutti i nuovi disoccupati nemmeno ne ha diritto e la grande maggioranza dei disoccupati riceve un sussidio Hartz IV? Con le riforme Hartz, le indennità per i disoccupati di lungo periodo (erano tra il 53 e il 57% del salario netto) sono state sostituite da un'indennità di sussistenza minima, il sussidio Hartz IV appunto. Questo è stato di gran lunga il provvedimento piu' drastico nella storia del diritto sociale e del lavoro della Repubblica Federale. Su questo argomento non si puo' tacere se si vuole essere credibili quando si parla di giustizia sociale.

Mi conceda di dire che la SPD nell'ambito delle politiche dell'Agenda ha fatto diversi errori, che lei dopo l'elezione a Cancelliere vorrebbe correggere. In verità l'errore decisivo è stato proprio l'Agenda 2010 con il concetto collegato di stato sociale "attivante". I disoccupati sono stati messi in una posizione subordinata e passiva, si è cercato di farli sentire colpevoli per la loro condizione. Al contrario la politica dello stato sociale attivo, come fino ad allora lo avevamo conosciuto, si basa sulla convinzione che non sono le persone colpite ad essere pigre, ma l'economia e il sistema sociale nel quale esse vivono.

Lei, gentile Martin Schulz, limita la solidarietà in maniera eccessiva alla parte centrale della società e chiede giustizia sociale "per le persone che lavorano duramente e che rispettano le regole", come Bill Clinton aveva già fatto anni fà negli Stati Uniti, prima di sopprimere gli aiuti sociali. Milioni di disoccupati lavorerebbero molto volentieri, anche duramente, tuttavia non lo possono fare - in alcuni casi da decenni - a causa delle loro basse qualificazioni professionali, della chiusura di una fabbrica, o di una grave malattia. Il prossimo governo - si spera guidato da lei - dovrebbe prima di tutto occuparsi di queste persone disoccupate, per lo piu' svantaggiate e destinatarie di un sussidio, perché tutte le persone - non solo gli occupati e le persone rispettose della legge - hanno il diritto di vivere in condizioni dignitose.

Lo stesso vale per le piccole pensioni. La sua annunciata "stabilizzazione del livello delle pensioni" per milioni di lavoratori non servirà a molto, perché con i tagli introdotti dal governo rosso-verde, molti pensionati ormai sono vicini alla soglia di povertà. E' necessario ritornare al livello delle pensioni di fine anni '90 e quindi alla possibilità di garantire un tenore di vita dignitoso a chi ha decenni di anzianità lavorativa. Il rafforzamento della previdenza integrativa, recentemente introdotto dalla Große Koalition, indebolisce la previdenza obbligatoria pubblica ed espone i lavoratori al rischio dei mercati finanziari.

E' necessario rifiutare il concetto neo-liberale di giustizia sociale espresso dal precedente candidato SPD Peer Steinbrück, che nel 2003 si era pronunciato a favore di una giustizia sociale basata "sulla performance", posizione ribadita poco prima delle elezioni del 2013 con queste parole: "giustizia sociale significa fare una politica per coloro che si impegnano per il futuro del nostro paese: che apprendono e si riqualificano, che lavorano, che fanno figli e li educano, che fanno impresa e creano lavoro, in altre parole, di coloro che fanno qualcosa per sé e per la società. La politica deve occuparsi di loro". No, il nostro stato sociale deve occuparsi di tutti, anche di coloro che hanno problemi, anche e soprattutto di queste persone; dei disabili, dei senza tetto, dei tossicodipendenti, di tutti coloro che secondo le parole di Steinbruch non possono essere considerati dei "fornitori di prestazioni".

Negli ultimi sondaggi il suo partito è davanti alla CDU/CSU. Per mantenere fino al giorno delle elezioni del 24 settembre l'ondata di ottimismo scaturita dalla sua candidatura, oltre ad una leadership simpatica e divertente, saranno necessari un programma attraente, la prospettiva di una maggioranza credibile per la SPD e un progetto comune con i futuri partner di governo. In caso di una coalizione con la CDU, anche se Lei fosse il Cancelliere, non ci sarebbe alcuna speranza di trasformare in realtà un'agenda politica fondata sulla solidarietà e la giustizia sociale. Per fare cio' Lei avrà bisogno di una coalizione rosso-rosso-verde e di un ampio supporto nella società civile. SPD, Verdi e Linke sono uniti dalla richiesta comune di un'assicurazione sanitaria unica che dia allo stato sociale un nuovo e piu' solido fondamento e che possa rappresentare una piattaforma programmatica unitaria per la coalizione rosso-rosso-verde (SPD, LINKE e Verdi).

Non appena hanno sentito il suo appello per una maggiore giustizia sociale e intuito la possibilità di un reale cambiamento di direzione politica, i lobbisti, gli economisti neo-liberali e gli altri opinionisti ci hanno immediatamente messo in guardia: c'è il rischio di un crollo del sistema produttivo tedesco affondato dal peso crescente delle prestazioni sociali e del welfare. Considerando le reazioni rabbiose delle associazioni degli industriali, Lei avrà bisogno di piu' coraggio, come del resto ha chiesto anche il Presidente della Repubblica neo-eletto Frank-Walter Steinmeier nel suo recente discorso all'Assemblea Federale. Anche nel caso in cui Lei fosse eletto Cancelliere, senza una proposta politica di ambia portata non Le sarà possibile superare le fratture sociali e le aberrazioni politiche sviluppatesi a partire dall'inizio dello scorso decennio.

Mit solidarischen Grüßen

Ihr Christoph Butterwegge 

venerdì 9 settembre 2016

AfD è il figlio tardivo dell'Agenda 2010

Christoph Butterwegge, professore all'Università di Colonia, politologo e ricercatore sul tema della povertà, politicamente vicino alla Linke, intervistato da deutschlandfunk.de prova a spiegare le ragioni della rapida ascesa di AfD. Da deutschlandfunk.de



AfD in forte ascesa, la SPD perde voti. Per il politologo Christoph Butterwegge c'è un collegamento diretto. "AfD è il figlio tardivo dell'Agenda 2010", ne parla il professore di Colonia in un'intervista a Deutschlandfunk (DLF). Il salario minimo o la pensione a 63 anni non cambieranno la situazione, queste riforme molto spesso non raggiungono le persone per le quali erano state pensate.

DLF: La SPD nei sondaggi raggiunge il minimo storico del 21 %. Questo dato esprime probabilmente gli effetti di una politica sociale sbagliata, di questo parlero' con il professor Christoph Butterwegge, politologo e ricercatore sul tema della povertà all'Università di Colonia che recentemente ha pubblicato anche un libro sul tema: "Reichtumsförderung statt Armutsbekämpfung". La SPD celebra se stessa per i suoi successi politici - è stato introdotto un salario minimo, la pensione a 63 anni e recentemente sono stati proposti miglioramenti per i contratti interinali. Anche questa è politica sociale - perché il messaggio non arriva agli elettori?

Butterwegge: Sono miglioramenti solo marginali. Il salario minimo ad esempio non cambia la situazione per la maggior parte dei percettori di un sussidio Hartz IV. Riesce forse a migliorare le condizioni in alcuni casi, nelle fasce salariali piu' basse, ma il cosiddetto settore a basso salario (Niedriglohnsektor) comprende ormai quasi un quarto dei lavoratori. E questa situazione non è cambiata con il salario minimo, per questa ragione non c'è fiducia nella SPD e nella sua capacità di fare qualcosa per i piu’ bisognosi. Anche le politiche di contenimento degli affitti (Mietpreisbremse) sono modeste, la pensione a 63 anni di cui lei parlava è un provvedimento che riguarda i lavoratori con 40 anni di contributi, vale a dire persone che sono state impiegate continuativamente per 40 anni, con tutti i contributi previdenziali pagati per decenni, e che non sono minacciate dalla povertà. Per evitare che nella nostra società aumenti il rischio povertà, soprattutto fra gli anziani, la SPD non ha fatto niente. Al contrario, con la riforma delle pensioni questa paura si è ulteriormente diffusa. Per me AfD è il figlio tardivo di questa agenda di riforme.

DLF: di questi dubbi, di queste paure, sta beneficiando AfD, almeno questo è quanto lei ci fa intendere. La SPD è quindi il principale responsabile dell'ascesa di AfD?

Butterwegge: Se non è colpevole è comunque responsabile, assistiamo a due curve che si muovono in maniera opposta, da un lato l’ascesa di AfD e dall’altro la caduta della SPD. E’ evidente che una parte degli elettori della SPD si sono spostati verso AfD: persone senza un lavoro, lavoratori non specializzati, persone che non hanno più fiducia nella SPD e nella sua capacità di garantire la giustizia sociale e di contrastare le disuguaglianze sociali. A causa della loro delusione si rivolgono ad AfD, sebbene io non credo che questa forza politica sia per una maggiore giustizia sociale.

DLF: volevo chiederle anche questo, se c’è un legame con il voto dei poveri, dei disoccupati e degli Hartz IV – si puo’ dire che votano per AfD?

Butterwegge: soprattutto se e quando vanno a votare – e questo fra gli Hartz IV e fra gli indigenti delle grandi città non accade spesso. La partecipazione al voto è scesa di molto, ma se e quando vanno a votare, sono naturalmente molto frustrati, e guardando al risultato elettorale in Sachsen-Anhalt, è facile capire che i disoccupati e i lavoratori non specializzati hanno votato anche per AfD, e che la SPD, che un tempo era il partito dei lavoratori, oggi non lo è piu’. E’ un trend naturalmente presente anche in altri paesi europei. Se penso all’Austria, anche la FPÖ a Vienna, da sempre la capitale della socialdemocrazia, prende molti voti dai lavoratori. E’ ormai evidente: dalla SPD o dalla SPO in Austria gli elettori non si aspettano molto. A causa di questa delusione ci si rivolge a una forza nuova, AfD, perché si spera che possa opporsi all’establishment. Io non credo che questi elettori possano realmente credere ad una effettiva capacità di AfD di difendere i loro interessi, perchè leggendo il programma politico, è chiaro che non c'è nulla per gli indigenti, per i disoccupati e per le persone socialmente svantaggiate.

DLF: ma leggendo il programma AfD potrebbe anche sembrare un partito per le persone svantaggiate? Per quanto riesco a capire, propongono ad esempio un salario minimo, la difesa dello stato sociale, l'ammodernamento di Hartz IV con ulteriori possibilità di guadagno - non suona poi cosi' male.

Butterwegge: se si guardano le altri parti del programma, si nota subito l'abolizione della tassa di successione. Si tratta di un punto evidentemente a favore delle persone abbienti, non certo dei nullatenenti. Soprattutto per gli imprenditori, che potranno ereditare aziende intere senza dover pagare alcuna tassa. Sono punti del programma che mi fanno pensare che AfD è il partito di chi ha paura di perdere la propria situazione privilegiata. Un partito della piccola borghesia che nella crisi teme di finire schiacciata dall'alto e dal basso. Posso fare un parallelo storico con la Repubblica di Weimar, senza voler fare un paragone con l'ascesa dei nazisti, è evidente che la piccola borghesia in Germania, quando è travolta dalla paura, si sposta politicamente a destra. Io penso che nell'Ovest, mi riferisco alle elezioni regionali del Baden-Württemberg, non sono stati i disoccupati a dare slancio elettorale alla AfD, sono stati soprattutto gli elettori della classe media, della piccola borghesia, che temono di perdere il loro benessere.

DLF: ma le paure sono veramente così grandi? Se guardiamo agli ultimi dati, l'economia tedesca e i consumi crescono, i timori non dovrebbero essere poi cosi' fondati.

Butterwegge: beh ma queste statistiche e queste indagini ci dicono che le prospettive per l'economia e per l'industria sono positive. Ma lo stato d'animo personale e la paura di una vecchiaia in povertà, dovuta all'indebolimento del sistema pensionistico, questi timori sono presenti. E' piu' probabile che le persone votino secondo il loro stato d'animo che non secondo le stime sugli utili di Siemens, di Allianz o Daimler. Probabilmente è cosi'...

DLF: e questo secondo le sue valutazioni significa che AfD ha ancora un grande potenziale ed è qui per rimanere a lungo.

Butterwegge: temo di sì, anche perché si stanno muovendo in maniera molto professionale. Basta guardare al modo in cui con la loro politica anti-euro sono riusciti a raccogliere consenso sulla paura che i paesi in crisi ci portino via i nostri risparmi e il nostro benessere, oppure la campagna anti-rifugiati e la capacità di catalizzare le paure di una invasione straniera. Oppure in primavera quando hanno avviato un nuovo corso politico anti-islam dopo aver preso atto che la politica anti-rifugiati non tirava piu' come prima, visto che ne arrivavano sempre meno. E' evidente che la politica viene fatta in maniera professionale, per questo credo che AfD non sia un partito effimero destinato a scomparire in fretta.

venerdì 12 aprile 2013

Agenda 2010 per tutta l'Europa?


Non è un segreto: i merkeliani vogliono estendere l'Agenda 2010 a tutta l'Europa. Sulla Süddeutsche Zeitung, il professore di scienze politiche Christoph Butterwegge, ex SPD, oggi vicino alla Linke, propone un'analisi delle riforme lanciate da Schröder, a 10 anni dalla loro introduzione. Da Süddeutsche Zeitung


Hartz IV ha portato la povertà al centro della società e ha approfondito il divario fra ricchi e poveri. L'Agenda 2010 ha mostrato quanto sia facile e rapido per le persone scendere verso il basso - anche se il decimo anniversario delle riforme è stato festeggiato per giorni.


Chi festeggia gli anniversari di solito non sempre ama dire tutta la verità. Dopo tutto si tratta di riempire il festeggiato di complimenti e celebrarlo in considerazione di quanto ha fatto. E' andata cosi' anche qualche settimana fa, quando Gerhard Schröder ha celebrato i 10 anni dall'introduzione dell'Agenda 2010.

Date le numerose felicitazioni arrivate da tutto il mondo economico, la narrazione delle riforme di Schröder è già un luogo comune: sono la madre di tutti i  successi raccolti dalla Repubblica Federale sui mercati mondiali negli ultimi anni. Mentre Schröder pronunciava il suo discorso di presentazione dell'Agenda 2010, la Germania sottraeva agli USA il ruolo di primo esportatore mondiale. Nel 2009 tornava al secondo posto dietro la Cina. "Il malato d'Europa", come spesso si diceva allora, l'economia della Repubblica Federale non lo era mai stato. In realtà restava l'economia piu' grande e piu' forte di tutto il continente.

Sicuramente dopo l'entrata in vigore delle riforme il numero degli occupati è cresciuto mentre quello dei disoccupati ufficiali è sceso. Ma cio' è probabilmente dovuto anche all'andamento della congiuntura internazionale. Inoltre, molti impieghi spesso sono stati solo smontati senza aumentare il volume del lavoro, mentre molte donne sono tornate a lavorare ma solo con impieghi a tempo determinato.

Ma se anche la presunta maggiore resistenza alla crisi  rispetto ai vicini europei mostrata dall'economia tedesca fosse da ricondurre all'Agenda 2010, il prezzo pagato sarebbe comunque troppo alto: soprattutto per i cittadini non privilegiati. Per tutti coloro che già avevano un basso reddito, il salario reale è diminuito. A causa della precarizzazione del lavoro, la qualità dei rapporti di lavoro per molti è peggiorata: sono milioni i tedeschi che oggi non hanno alcuna assicurazione sociale che possa proteggerli dai rischi elementari della vita. E se un lavoro c'è, molto spesso si tratta di un lavoro interinale o di un part-time forzato.

Strumento di intimidazione e minaccia

Accanto all'Agenda 2010, Hartz IV è l'altra parola per comprendere la  piu' importante rottura nel modello sociale tedesco dopo il 1945. Che il numero dei destinatari di aiuti negli ultimi tempi sia addirittura sceso insieme al livello medio dei contributi, non è dovuto ad una riduzione della povertà, ma solo ai  controlli piu' rigidi e agli strumenti di repressione di cui i Jobcenter e gli uffici di sicurezza sociale dispongono dopo le riforme. Sia l'Agenda 2010 che Hartz IV hanno funzionato come uno strumento di disciplina e di minaccia.

Si nascondono soprattutto le conseguenze psico-sociali, sanitarie e socio-culturali dell'Agenda. Viene violato il senso di giustizia della maggioranza: lavoratori con decenni di lavoro alle spalle, dopo un breve periodo di disoccupazione vengono riportati agli stessi livelli di reddito di coloro che non hanno mai lavorato in vita loro. 

La fusione fra indennità di disoccupazione e aiuti sociali (al livello di questi ultimi) secondo Schröder avrebbe dovuto separare coloro che hanno ancora voglia di lavorare da coloro che invece non ne hanno. L'ipotesi era che il sussidio sarebbe stato percepito come una presa in giro. Con l'abolizione dei sussidi per la disoccupazione (dopo 12 mesi di disoccupazione), di fatto si ignora un principio molto importante: è compito dello stato sociale assicurare uno standard di vita minimo.

L'arbeistlosengeld II (Hartz IV), introdotto come sostituto, non è legato all'ultimo stipendio netto percepito dal disoccupato di lunga durata. L'effetto è stato quello di portare al livello degli aiuti sociali chi fino a poco prima apparteneva al ceto medio, come ad esempio i lavoratori specializzati o gli ingegneri 

Il nuovo e piu' duro regime del lavoro ha aumentato la pressione esercitata sui sindacati e sui consigli di fabbrica per far accettare condizioni di lavoro peggiorative e salari piu' bassi. E' stato il punto di partenza verso l'impoverimento dei lavoratori e dei pensionati. Nella Repubblica Federale la povertà per un lungo periodo era rimasta un fenomeno per gruppi marginali, ma grazie ad Hartz IV è tornata a minacciare il centro della società.

Non c'è stato l'effetto ascensore sociale: tutti salgono insieme verso l'alto. Piuttosto c'è stato l'effetto paternoster: mentre pochi salivano verso l'altro, tutti gli altri stavano andando verso il basso. Le riforme hanno approfondito la divisione sociale fra ricchi e poveri. I bassi salari hanno reso possibile grandi guadagni. La riforma fiscale, che dell'Agenda 2010 era parte integrante e il cui effetto in termini di redistribuzione viene sottovalutato, ha ridotto il carico fiscale sui redditi da capitale e sui redditi piu' alti.

La competitività al centro

Accanto ai tagli materiali per milioni di persone, l'Agenda 2010 ha portato con sé importanti processi mentali di cambiamento. Ha peggiorato il clima sociale e danneggiato la cultura politica della Repubblica federale. I disoccupati, i poveri e le minoranze etniche hanno incontrato sempre maggiori difficoltà, mentre il mercato e la concorrenza sono diventati il punto centrale dello sviluppo sociale.

Oggi la massima "Se ognuno si prende cura si sé, andrà bene per tutti" è molto piu' popolare rispetto a quando la SPD rappresentava ancora gli interessi delle persone meno abbienti. Di fatto la distanza fra governanti e governati è cresciuta, perché chi è stato colpito dalla riforme, non a torto, ritiene di non essere piu' rappresentato in parlamento. E se cio' non viene affrontato democraticamente potrà portare ad una crisi della democrazia.

L'obiettivo dell'Agenda 2010, garantire l'egemonia economica della Germania in Europa, è stato raggiunto. Per il governo federale percio' dovrebbe essere ancora piu' facile fare piu' di quanto è stato fatto fin ad ora per i perdenti di queste politiche di riforma. Invece di lanciare un appello per una Riforma 2020, come fanno molti celebratori, bisognerebbe riportare l'uguaglianza e la coesione sociale  al centro dell'azione politica.