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venerdì 18 ottobre 2013

Piu' indifferenza che leadership

Quali sono gli elementi chiave del successo economico tedesco? Risponde un francese, Guillaume Duval, direttore di  Alternatives économiques, rivista francese di economia, e autore del libro Made in Germany. Intervistato da Ragemag.fr
Nel suo libro dedicato al modello tedesco lei è stato molto critico nei confronti delle riforme realizzate dal predecessore di Angela Merkel, il socialdemocratico Schröder, perché?

Duval: Se oggi la Germania si trova in una buona situazione economica, dovremmo dire malgrado Schröder e non grazie a Schröder. Bisogna capire bene che cosa è stato Schröder. Noi francesi abbiamo la tendenza a considerare la Germania come un grande paese social-democratico sul modello scandinavo. Questa visione è totalmente falsa. La Germania è un paese conservatore, che è stato governato quasi ininterrottamente dalla destra. La SPD è un partito forte, ma che ha esercitato il suo potere per un breve periodo. Dopo la seconda guerra mondiale ad esempio ha governato con Helmut Schmidt e Willy Brandt, ma sempre in coalizione con altri partiti di destra, CDU e FDP.

Quando Schröder arriva al potere, è la prima volta che la sinistra - SPD e Verdi - ha una vera maggioranza. Paradossalmente questa situazione è stata l'occasione per realizzare una politica anti-sociale, come la Germania non aveva mai visto prima. In 7 anni di governo Schröder è riuscito a fare della Germania un paese piu' ineguale della Francia; la situazione di partenza era l'opposto.

Per questa ragione la destra in Europa lo considera un riferimento. Ma non credo che Schröder abbia fatto gli interessi di lungo periodo della Germania. Al contrario, ha indebolito uno dei punti di forza del modello tedesco: il suo livello di coesione sociale.

Inoltre, se è riuscito a fare questa politica, l'ha fatta esercitando una forte pressione sulla spesa pubblica. Sotto la sua guida, la SPD ha rinunciato a realizzare una parte del suo programma, vale a dire trovare un rimedio all'assenza di strutture per accogliere i bambini. In Germania, a causa della mancanza di queste strutture, molte donne sono costrette a scegliere fra lavorare o avere dei figli. Fatto che contribuisce al pesante problema demografico che il paese sta vivendo.

Un'altra conseguenza di questa pressione al ribasso sulla spesa pubblica: la Germania è il solo paese OCSE a trovarsi in una situazione di disinvestimento pubblico. Detto altrimenti, le spese per la manutenzione delle strade e degli edifici pubblici sono insufficienti per compensare l'usura delle attrezzature. Dall'inizio degli anni 2000, il livello degli investimenti pubblici tedeschi è meno della metà di quello francese. E' lecito avere qualche dubbio sul fatto che questo sia un buon modo per pensare al futuro di un paese...

Infine, questa politica ha generato dei grandi deficit pubblici. Durante i primi 12 anni della zona Euro, la Germania non è stata capace di raggiungere il criterio del 3% almeno per 7 anni, e quello del debito pubblico per 11 anni. Un cattivo scolaro per il patto di stabilità. Ed è un peccato che Schröder, che ha aggiunto 390 miliardi di Euro al debito tedesco, oggi sia considerato un modello per la gestione delle finanze pubbliche.

Ma quando François Hollande è andato in Germania per celebrare i 150 anni della SPD, si è affrettato a lodare le riforme coraggiose di Schröder...

Duval: Si'. Ma la considero cortesia. Se fosse convinto che tali riforme sono realmente auspicabili anche in Francia, ci starebbe portando su di una strada molto pericolosa.

Le riforme Schröder per i lavoratori tedeschi sono state molto costose in termini di salario: oggi hanno lo stesso potere d'acquisto del 2000. Sono costate care anche in termini di occupazione: la Germania ha ritrovato solo nel 2010 lo stesso livello di occupazione che aveva nel 2000, se si considerano solo i lavori per i quali è previsto l'obbligo di assicurazione sociale.

Oltre a questi, sotto la guida di Schröder, si sono sviluppate anche delle forme di sotto-occupazione, i ben noti mini-job. Contratti di lavoro privi di ogni assicurazione sociale per chi guadagna meno di 400 € al mese. In cambio non avranno alcuna pensione...oggi circa 5 milioni di persone subiscono questa situazione.

Oppure, non sarà forse Angela Merkel che sta facendo un po' meglio dei suoi predecessori?

Si, paradossalmente. La sua politica è stata un po' meno anti-sociale. Ha corretto certi eccessi, per esempio nelle riforme Hartz IV. Recentemente ha fatto sforzi significativi per mettere in piedi degli asili o delle strutture di accoglienza che permettano ai genitori con bambini di continuare a lavorare

Il suo successo elettorale non è quindi una sorpresa...

Durante il periodo Schröder l'economia tedesca è andata molto male. C'erano piu' di 5 milioni di disoccupati quando ha lasciato il governo. Tuttavia, l'economia ha iniziato a recuperare all'incirca nel 2005, e ha resistito piuttosto bene durante la crisi del 2008-2009. I tedeschi sono tentati di attribuire il successo a Merkel. Secondo me ci sono altri elementi che possono spiegare il successo economico, fra cui tre cose già esistenti prima della crisi, e 3 invece che si rivelano durante la crisi.

Prima della crisi - e paradossalmente - è la sua depressione demografica che permette alla Germania di andare abbastanza bene. In effetti, se i francesi tendono a vedere solo gli aspetti positivi dell'alta natalità, bisogna sapere che l'educazione dei figli ha un costo. Bisogna nutrirli, dargli una casa, abbigliarli, prendersene cura, educarli...tutte spese a cui i tedeschi non hanno dovuto far fronte.

La conseguenza principale si fa sentire in un ambito particolare: quello degli alloggi. La Germania, che ha perso oltre 500.000 abitanti dall'inizio degli anni 2000, ha un mercato immobiliare meno caro di quello francese. Dal 1995, il prezzo degli immobili in Francia si è moltiplicato di 2.5 volte, mentre in Germania non si sono mossi di un millimetro. Un alloggio a Parigi costa 8.000 € al mq, contro i 2.300 € mq di Francoforte.

Questi due fattori - spese piu' contenute per le abitazioni, minori spese legate ai figli - spiega perché i tedeschi per un lungo periodo hanno accettato delle politiche di moderazione salariale. Altro fattore di buona salute economica prima della crisi: la caduta del muro di Berlino. I tedeschi si sono lamentati molto per i costi della riunificazione. E' vero, è costata molto ed è stata difficile. Ma per la Germania non è stata solo un fatto negativo. All'inizio gli ha dato un mercato interno piu' ampio. Poi, noi europei, con le politiche condotte dalla Bundesbank, abbiamo largamente finanziato la riunificazione .

Infine e soprattutto, i tedeschi sono stati i veri vincitori della reintegrazione dei paesi dell'Europa centrale e orientale nel contesto europeo. Li hanno incorporati molto rapidamente nel loro tessuto produttivo. Prima della caduta del muro, il principale paese  fornitore della Germania in subappalto era la Francia. Oggi invece è stata sostituita dalla Polonia, dalla Rep. Ceca, dalla Slovacchia e dall'Ungheria. E se si considera che fra il costo del lavoro in Francia e in Polonia c'è ancora un rapporto di 5 a 1, si puo' facilmente capire quello che la Germania ha ottenuto in termini di competitività dei suoi prodotti.

Inoltre, alcune caratteristiche del modello tedesco permettono di capire perché la base industriale tedesca non si è ristretta. La delocalizzazione a est è stata solo parziale. Per una ragione essenziale: l'industria tedesca funziona sulla base della codeterminazione. I datori di lavoro devono negoziare tutto con i sindacati. Per questa ragione si è arrivati a delle delocalizzazioni solo parziali.

Infine, la Germania ha visto esplodere la domanda dei paesi emergenti nei settori in cui è specializzata. Soprattutto le macchine utensili, molto popolari nei paesi in cui le fabbriche nascono come funghi. Oppure le auto di fascia superiore, che si esportano bene nei paesi in cui emerge una vera e propria classe media.

Quali sono i fattori che hanno permesso alla Germania di resistere durante la crisi?

Duval: Il fattore piu' importante non sono state le riforme del lavoro realizzate da Schröder, ma il fatto che non abbiano funzionato. La Germania nel 2009 ha avuto una recessione quasi doppia rispetto alla nostra. Noi in quell'anno abbiamo perso 350.000 occupati, i tedeschi nessuno. Nonostante le nuove possibilità offerte dalle leggi Schröder, nessuno ha licenziato. Le imprese hanno gestito la situazione internamente, come è sempre accaduto, utilizzando il lavoro a tempo ridotto.

Secondo fattore: la Germania ha ampiamente beneficiato della crisi del debito. I tassi di interesse sono rimasti eccessivamente bassi. Gli investitori sono arrivati addirittura a pagare pur di avere il suo debito, poiché questo sarebbe piu' sicuro rispetto a quello degli altri paesi della zona Euro.

E' stato fatto il seguente calcolo: la riduzione degli interessi fra il 2008 e il 2012 ha permesso un risparmio di 70 miliardi di € di interessi sul debito. Piu' di quanto la Germania abbia dovuto sborsare per aiutare i paesi in difficoltà attraverso il fondo EFSF/ESM. 55 miliardi di € che del resto non sono dei costi secchi, ma dei prestiti al 4%...e di cui ci si puo' aspettare che la maggior parte possa essere rimborsata. Niente a che vedere con la situazione dell'Italia, che ha un impegno di 40 miliardi di € per l'EFSF/ESM, che presta al 4%, ma che prende in prestito a tassi molto piu' alti...

Infine, terzo fattore di buona salute relativa nonostante la crisi: la debolezza dell'Euro in rapporto al dollaro. L'Euro forte, arrivato a 1.6 $ per 1 € nel 2008, ha liquidato una gran parte dell'industria europea. Poi è tornato a circa 1.35 $ per 1€, come oggi. E' ancora troppo per il Portogallo, la Spagna o la Grecia, ma l'industria tedesca, ne trae beneficio. E' stato un grande aiuto per le esportazioni al di fuori dell'Eurozona.

In che misura le esportazioni tedesche al di fuori della zona Euro compensano la perdita nei mercati di sbocco dell'Eurozona legata alla crisi e alla compressione della domanda europea?

Grazie alla relativa debolezza dell'Euro negli ultimi tempi, il calo è già stato compensato. L'avanzo commerciale tedesco è stato di 170 miliardi nel 2007, realizzato per 3/4 nella zona Euro. Nel 2012, l'avanzo era sempre di 180 miliardi di Euro, ma realizzato per 3/4 fuori dalla zona Euro. 

Non pensa ci sia quindi una forma di indifferenza tedesca nei confronti della crisi?

Duval: Si', esattamente. Si parla molto di leadership tedesca, ma in verità c'è piuttosto un'assenza di leadership. La Germania ha ottenuto una leadership economica di fatto, ma non sa cosa farne sul piano politico. Si comporta come una gallina che ha trovato un coltello.

A cio' si aggiunge un tratto del carattere di Angela Merkel. Abbiamo a che fare con una tedesca dell'est che ha scoperto l'UE a l'età di 35 anni, che prima non aveva mai viaggiato in Italia, Spagna o Grecia, e che ha scoperto tutto questo attraverso dei viaggi ufficiali e dei vertici europei. Io credo che lei non stia realmente capendo molto di quello che succede in Europa.

In sintesi, l'ipotesi di un egoismo tedesco non la seduce. Secondo lei si tratta molto piu' di inerzia.

Duval: Si'. Il rimprovero fatto a Merkel in un certo documento del Partito socialista mi sembra totalmente inefficace. Accusare un leader politico di essere concentrato piu' sugli interessi del suo popolo che verso quelli degli altri, tende a rafforzare la fiducia dei suoi elettori.

Ma soprattutto è falso. La vera critica che si puo' fare a Merkel è di condurre una politica contraria agli interessi tedeschi. Compresi quelli degli investitori, i cui risparmi sono investiti in larga parte fuori dalla Germania, nel resto d'Europa. Vale a dire, se i paesi europei resteranno in recessione, se per questa ragione non riusciranno a ridurre l'indebitamento e se finiscono per fallire annullando il loro debito, i risparmiatori tedeschi saranno i primi a perdere una parte dei loro averi...

Cosa potrebbe fare la Francia per rilanciare l'asse franco-tedesco?

Duval: Si tratta di una coppia che per la Germania è molto meno importante che per la Francia, soprattutto da quando ha ritrovato la sua unità e la sua centralità in Europa...