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venerdì 14 settembre 2018

Vita di una giovane Hartz IV

Sarah è una studentessa diciassettenne del Nord Reno-Westfalia e insieme a sua madre sopravvive con un sussidio Hartz. La sua testimonianza diretta ci spiega perché molto spesso la burocrazia degli Arbeitsamt, invece di aiutare i giovani ad uscire dalla povertà, impedisce di pianificare un futuro normale e dignitoso. Da Vice.com la lettera di Sarah Heinrich


Lavorare per 450 euro al mese e tenere per sé solo 170 euro? Sembrerebbe una tassazione sul reddito estrema - come si potrebbe sospettare dai numeri - ma con i ricchi non ha nulla a che fare, al contrario. Si tratta invece dei figli dei sussidiati Hartz IV.

Sono Sarah, ho 17 anni e sono la figlia di un Hartz IV. L'anno prossimo farò la maturità nel Nord Reno-Westfalia, e vorrei poter mettere da parte qualche soldo per il periodo che seguirà. Per viaggiare con gli amici, per i mobili del primo appartamento, o forse solo per avere un piccolo cuscinetto se dovesse accadere qualche imprevisto e se dovessi avere bisogno di un po' di denaro.

Ma il problema è che fino a quando vivo a casa, difficilmente riuscirò a mettere da parte qualcosa.

Poiché mia madre percepisce un sussidio Hartz IV, secondo la lingua dei burocrati formiamo una cosiddetta "comunità di bisogno" (Bedarfsgemeinschaft). Altri la chiamerebbero una famiglia, una comunità in cui ci si sostiene l'un l'altro. L'agenzia federale per l'impiego inquadra la situazione in maniera molto precisa. Tutto ciò che io, figlia diciassettenne, guadagno oltre i 100 euro al mese, viene detratto all'80% dal sussidio Hartz IV della nostra "comunità di bisogno". L'Arbeitsamt ci darà quindi di meno, perché io appunto guadagno una parte dei soldi che secondo l'ufficio ci spettano.


Di per sé è logico che in una famiglia ci si prenda cura dell'altro, ma i minorenni devono provvedere anche ai loro genitori? Io non credo sia così.

Piuttosto, dovremmo fare in modo che i figli non vadano a finire nella stessa situazione di povertà finanziaria dei genitori. Perché questa spesso passa di generazione in generazione.

Ho escluso sin dall'inizio la possibilità di partecipare con la mia classe alla gita scolastica di fine anno. Certamente ci sono ragazzi con dei genitori ricchi che possono permettersela. Ma ci sono anche molti adolescenti che hanno dei genitori che non possono permettersi con facilità nulla del genere. Ma almeno hanno la possibilità di fare qualche lavoretto per un paio di mesi e di mettere da parte qualche soldo. Io non posso farlo, proprio come molti altri figli di sussidiati Hartz IV.

La povertà fa ammalare le persone, questo è noto, e anche i bambini e gli adolescenti ne sono colpiti. La marginalizzazione è fatale per la loro psiche, sebbene non possano fare molto per la situazione in cui si trovano.

I primi 100 euro che i giovani come me possono guadagnare e tenere per sé spesso vengono spesi nelle associazioni sportive, nei viaggi del fine settimana o anche in attività banali come il cinema, il cibo o fare festa. Non si tratta di uno spreco, ma del tentativo di vivere una vita come quella gli altri.

Molti adolescenti sognano di lasciare definitivamente la casa dei genitori dopo aver terminato la scuola. Per me invece non è un sogno, perché so che dovrò uscire di casa il prima possibile se non voglio restare legata all'Arbeitsamt ancora a lungo. Il pensiero di dover traslocare tuttavia mi spaventa.

Posso richiedere al Jobcenter una sovvenzione con la quale poter arredare il mio appartamento o la mia stanza in un appartamento condiviso. Tuttavia l'ufficio può anche rifiutare la richiesta se ritiene che il mio trasloco non sia necessario. E poi c'è la cauzione. Su cui io non posso risparmiare e per la quale il Jobcenter dovrebbe decidere se vuole concedermi o meno un prestito.

Dopo il diploma mi piacerebbe molto fare un anno di servizio sociale volontario, ma per farlo dovrei trasferirmi. Perché vivo in campagna, e i lavori del FSJ (Freiwilliges Soziales Jahr) sono disponibili solo nelle città. L'unica alternativa sarebbe un'auto privata. Se rimanessi con mia madre, sarei autorizzata a tenere fino ad un massimo di 200 euro dalla paga che prenderei come volontaria. Ma quei soldi servirebbero solo per coprire i costi per l'auto e il carburante. Senza considerare che non posso risparmiare denaro nemmeno per comprare una piccola auto usata.

Se dopo aver finito la scuola o dopo il FSJ decidessi di andare all'università avrei diritto al BAföG (borsta di studio), ma mi troverei immediatamente di fronte alla prossima sfida finanziaria: pagare le tasse del primo semestre (Semesterbeitrag). Nelle università piu' vicine, quelle di Dortmund e Duisburg-Essen, sono 291 o 305 euro. Soldi che dovrei mettere da parte, se solo potessi.

Ancora una volta il primo passo è il più difficile. Ma senza questo io non posso uscire dalla mia situazione.

Spesso si dice che i figli dei destinatari di Hartz IV mancano di esempi positivi nella vita. Per questo motivo spesso finiscono essi stessi a condurre una vita in povertà. Crescono senza considerare normale il fatto di dover lavorare otto ore al giorno. Non possono vedere i loro genitori mentre si felicitano per una promozione lavorativa oppure godersi una vacanza pagata con i soldi risparmiati. In breve: non imparano che il lavoro è utile.

Ma se questi figli decidessero di fare diversamente dai loro genitori - che forse nella loro adolescenza non potevano o non volevano guadagnare qualche soldo, verrebbero puniti.

In che modo dovremmo sviluppare una relazione positiva con il lavoro se il denaro ci viene semplicemente sottratto? È quasi impossibile trovare un annuncio di lavoro per 100 euro al mese, e poi oltre alla scuola, ai compiti a casa e soprattutto allo studio per il diploma, chi è disposto a lavorare molte più ore senza alla fine essere pagato? Non si dovrebbe forse sostenere proprio questi ragazzi a cui fin dall'inizio si prospettava una vita in povertà e che invece stanno cercando di intraprendere una strada diversa?

Dovreste essere contenti se ancora riusciamo a trovare la motivazione per uscirne con le nostre forze!

Non si dice sempre: chi è diligente e si dà da fare dovrebbe avere la possibilità di condurre una buona vita? Il lavoro deve essere utile? Se ci viene negato di fare esattamente ciò, allora è la dimostrazione che a molti non interessa il fatto che tutti possano avere le stesse opportunità. E forse a molti non interessa nemmeno se alcune persone restano  povere per sempre.

Le ragioni per le quali le persone fanno domanda per i sussidi di disoccupazione sono molteplici, e far sentire le persone in colpa è inappropriato. Ma ovviamente so che ci sono persone che la pensano in maniera diversa. Che considerano i percettori di Hartz IV come dei parassiti sociali. Ma anche loro sembrano essere d'accordo con il punto fondamentale secondo il quale i ragazzi non possono farci nulla se sono nati in condizioni sfavorevoli. Non è un caso che ogni partito scriva sulla propria bandiera di voler ridurre la povertà infantile e garantire le pari opportunità.

Dovremmo stimare questi ragazzi perché cercano di sfuggire alla povertà finanziaria, sostenerli e incoraggiarli. E non rendere ancora più difficile la loro strada già lunga e complicata.