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sabato 23 marzo 2019

Cosa c'è dietro il Trattato di Aachen

Sevim Dagdelen, vice capo-gruppo della Linke al Bundestag, ci spiega perché l'attuazione del trattato franco-tedesco di Aachen procede spedita e perché a beneficiarne sarebbero soprattutto i produttori di armi. Ne scrive Sevim Dagdelen su Telepolis


Oggi il Bundestag ha approvato a larga maggioranza l'accordo parlamentare franco-tedesco. Unione, SPD, FDP e Verdi si sono uniti  sulla mozione e hanno convenuto di dotare l'accordo stesso con un impegno per il riarmo e una cooperazione militare più stretta. "Restare atlantisti, diventare europeisti", così la zelante definizione dell'attuale politica per la NATO e la militarizzazione dell'UE dei quattro gruppi parlamentari. Alle voci critiche potrebbero rispondere: cosa c'é di male in un nuovo organo parlamentare? Cosa ci sarebbe da obiettare nei confronti di una intensificazione della cooperazione franco-tedesca? 

Con l'accordo parlamentare nasce un nuovo organo il cui compito sarà quello di  "accompagnare l'attuazione" (Niels Schmidt, SPD) del Trattato di Aachen. Il punto centrale del trattato di Aachen tuttavia riguarda una più stretta cooperazione militare e in particolare l'avanzamento dei progetti di riarmo congiunto. Si dovrà pertanto creare una nuova assemblea che "vigili" sull'attuazione del trattato, ma che secondo l'accordo non dovrà disporre dei diritti di controllo democratico. Lo scopo di questa organo sarà soltanto quello di monitorare l'attuazione dei progetti di riarmo congiunti e gli sforzi militari all'interno della NATO e dell'UE. Con questa restrizione auto-imposta, il nuovo organo si configura come un servizio di accompagnamento per una politica sempre più orientata verso il riarmo e l'esportazione di armi.

È stata la stessa Cancelliera Angela Merkel a sottolineare il valore aggiunto del trattato franco-tedesco di Aachen per l'industria della difesa. La cooperazione con la Francia sugli armamenti sarà utilizzata per allentare le già deboli norme tedesche in materia di esportazione di armi e rendere impossibile in futuro un blocco delle consegne come quello attuale nei confronti dell'Arabia Saudita. A tal fine al trattato di Aachen è stato aggiunto un allegato segreto, che non è mai stato nemmeno presentato al Bundestag.

Con l'obbligo parlamentare di attuare le disposizioni sulla militarizzazione previste dal Trattato di Aachen viene minato anche il dettame di pace previsto dalla Costituzione. Nel quadro della responsabilità tedesca per le due guerre mondiali, i padri costituenti avevano tracciato delle chiare linee costituzionali contro la preparazione della guerra e le esportazioni di armi senza restrizioni. Queste linee di arresto rischiano ora di essere spazzate via dal trattato di Aquisgrana e da un organo parlamentare che ne deve solo accompagnare e monitorare l'attuazione.

L'insegnamento di due guerre mondiali perse non può essere quello di voler costruire portaerei franco-tedesche per una nuova proiezione globale di potenza, di vendere insieme ai francesi armi da guerra in tutto il mondo, oppure trasformare la Germania, con la Francia, nella più forte potenza militare del continente, davanti perfino alla Russia. Invece di un sostegno franco-tedesco in favore dei profitti dei produttori di armi, c'è bisogno di attuare i dettami di pace contenuti nella Legge fondamentale: basta con il riarmo, che serve solo a prepararsi per la guerra! Basta con le micidiali esportazioni di armi da guerra!


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