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venerdì 26 maggio 2023

Lidl conviene sempre? Ma anche no

In soli 50 anni il discount Lidl è diventato leader indiscusso in Germania e il quarto gruppo a livello mondiale in termini di fatturato, come ha fatto il gruppo di Heilbronn a scavalcare il rivale Aldi e ad imporsi a livello continentale? La chiave del successo probabilmente sta nel generale processo di impoverimento che ha caratterizzato le classi lavoratrici negli ultimi 30 anni, ne scrive Ralf Wurzbacher sulle Nachdenkseiten.de


Lidl compie 50 anni. La catena di discount ha aperto la sua prima filiale Il 16 maggio 1973 a Ludwigshafen-Mundenheim. E secondo la dirigenza aziendale, questa ricorrenza deve essere festeggiata in modo adeguato. La festa, infatti, si protrarrà per ben "20 settimane" con "numerose e allettanti offerte di compleanno, sconti, concorsi, eventi e collezioni retrò". Inoltre, saranno presenti "importanti personalità", fra queste l'intrattenitrice Barbara Schöneberger e la star della commedia Max Giermann, e soprattutto la regina del pop tedesco Helene Fischer. Nel ruolo di volto radioso di una campagna pubblicitaria enorme e certamente non economica, diventerà un'ospite fissa nei nostri salotti di casa. Oh, cielo!

Ma non ce lo meritiamo? Dopo tutto, senza di noi, i clienti, Lidl non sarebbe quello che è oggi: un impero del commercio, il quarto più grande al mondo, con 13.300 filiali (compreso Kaufland), 550.000 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 133 miliardi di euro. Una mega-corporation che di recente si è addirittura promossa come "motore di innovazione" per spingere la zoppicante digitalizzazione del Paese e sfidare i giganti tecnologici di Stati Uniti e Cina in termini di intelligenza artificiale (AI).


Spaghetti Milionario

Tutti noi abbiamo contribuito a renderlo possibile, forse è iniziato mezzo secolo fa, quando volevamo pagare un pacco di pasta solo la metà rispetto al negozio dietro l'angolo. E che oggi dovremmo essere felici di non pagare più 99 centesimi per un pacco di spaghetti a marchio Lidl, ma 79 centesimi. Merito di una "battaglia degli sconti" all'interno del settore, che da oltre un anno sta facendo cassa sui consumatori con la sua politica dei prezzi lunari, che non sembra essere dovuta solo all'inflazione. Tanto per ricordare: prima della guerra in Ucraina, da Lidl, Aldi e simili gli spaghetti si vendevano ancora a 49 centesimi. 

Soprattutto, abbiamo reso il fondatore di Lidl e patriarca dell'azienda Dieter Schwarz il tedesco più ricco, con una fortuna stimata, all'ultimo ricalcolo, di 43 miliardi di euro. Per dare un'idea delle dimensioni del suo malloppo: nove anni fa, l'allora 75enne a suo nome aveva "solo" 15 miliardi di euro. Oggi, a 83 anni, non gli resta molto tempo per spendere tutti quei soldi, si potrebbe pensare. Ma sicuramente le sue due figlie  un giorno troveranno il modo per spendere tutto questo denaro.

Ci sono persone che trovano tanta ricchezza indecente, oscena e antisociale e che sostengono che queste cose dovrebbero essere vietate, cioè politicamente proibite, non solo perché una casta numericamente minuscola si trova di fronte a un esercito globale di miliardi di persone povere e sfruttate. Troppo denaro è anche associato a troppo potere e influenza, che di solito funzionano in modo da esacerbare ulteriormente le disuguaglianze e le ingiustizie, aumentando la povertà e la sofferenza in tutto il mondo. E poi ci sono contemporanei attenti che non credono a Schwarz, ai fratelli Aldi e ai boss di Penny nella loro presunta strategia a basso costo, perché i prezzi dei discount si stanno avvicinando sempre più a quelli della concorrenza cosiddetta ad alto prezzo, e questo accade non solo dall'inizio delle grandi crisi dei nostri tempi. Tanto più che se Schwarz fosse davvero lo zio simpatico della porta accanto, come avrebbe potuto accumulare così tanti beni?


Il disincantatore di Aldi

Tali obiezioni e contestazioni tuttavia non risuonano negli omaggi dei principali media in occasione del 50° anniversario dell'azienda. Il tono dominante invece è quello dell'ammirazione, del rispetto per un uomo d'affari accorto che ha trasformato Lidl in un marchio globale con abilità, diligenza e perseveranza. Soprattutto, a Schwarz viene riconosciuto il massimo merito per come è riuscito a scavalcare Aldi, che inizialmente era il suo cane da guardia, e a farlo retrocedere al secondo posto nel cosiddetto segmento dei bassi prezzi qui in Germania, lasciandolo quattro posizioni dietro di sé nella classifica delle catene con il piu' alto volume di vendita a livello globale.

"Cosi' come Dieter Schwarz ha insegnato ad Aldi la paura", titolava l'Handelsblatt, rivelando i "sette segreti del successo dell'eccezionale imprenditore". WirtschaftsWoche ha rivelato solo "sei segreti del successo" del "re dei discount", uno dei quali è: "Proteggi la tua privacy! E questo si riferisce alla sua timidezza davanti ai riflettori, alla sua stretta solitudine, che gli permette, in quanto "tedesco più ricco, di passeggiare senza troppe preoccupazioni nella sua città natale di Heilbronn", indisturbato da "fastidiose offerte commerciali e dubbie richieste di donazioni o altre intrusioni".

"Eccessivo profitto"

È stato questo programma di impoverimento generale nel segno delle riforme Hartz applicate al mercato del lavoro, unito a una redistribuzione senza precedenti dal basso verso l'alto (parole chiave: riforma dell'imposta sulle società, deregolamentazione, privatizzazione), a preparare il terreno per la grande "storia di successo" di Dieter Schwarz. La spesa a basso costo era già di moda a quell'epoca, e Aldi e Lidl ne erano i pionieri. Dall'inizio degli anni 2000, tuttavia, lo shopping a basso costo per molti è diventato una necessità e sempre più una questione esistenziale. I discount ne hanno tratto profitto e continuano a farlo oggi, perché oltre alla clientela classica, anche la classe media, ora a rischio declassamento, affolla i loro negozi.


Il fatto che Schwarz abbia colto il cambiamento più rapidamente di quanto abbiano fatto i suoi concorrenti, ad esempio puntando prima su un assortimento integrato fatto da articoli di marca o sul commercio online, può essere attribuito al suo istinto commerciale. Tuttavia, il fatto di averne fatto un superuomo trascura le circostanze politico-economiche e il contributo dei suoi "sostenitori" politici. Soprattutto, si ignorano i numerosi sacrifici su cui si è basato il suo trionfo. Non c'è solo la folla di clienti che, in quanto impoveriti, non possono fare a meno del low cost, e che tuttavia già da diversi mesi si sono visti applicare dal loro discount preferito prezzi poco caritatevoli che, secondo gli esperti del settore, indicano "una presa di profitto eccessiva".

A ciò si aggiungono altre gravi conseguenze che colpiscono il genere umano e la natura nel suo complesso e che sono da addebitare anche e soprattutto ai discount: il consumo eccessivo di carne e verdura a basso costo, l'allevamento in fabbrica alla Tönnies con gabbie e pulcini in batteria, il turbo-allevamento, le montagne di rifiuti da imballaggio e i danni alla salute e all'ambiente che ne conseguono. Per non parlare della forte marginalizzazione delle professioni tradizionali, come i panettieri, i macellai e i fiorai, in favore di una sempre maggiore concentrazione del mercato, con una tendenza all'aumento dei prezzi e alla diminuzione della qualità. Il tutto è reso ancora più devastante dal fatto che il modello dei discount tedeschi, con tutti i suoi lati oscuri, da tempo ha varcato le frontiere all'interno e all'esterno dell'Europa, con Lidl in particolare che ha attirato l'attenzione con la sua aggressiva espansione all'estero.


Campus formativo alle porte di casa

Tutto questo fa parte del curriculum complessivo di Dieter Schwarz. Come gli attacchi alla codeterminazione all'interno delle aziende documentati dal sindacato Ver.di nel 2004 nel "Libro nero di Lidl" e i casi di spionaggio, pressione sul lavoro, straordinari non pagati e carenze nella tutela della salute. Oppure lo scandalo venuto alla luce nel 2008 sulla sorveglianza sistematica dei dipendenti attraverso telecamere e detective che spiavano addirittura le relazioni amorose all'interno della forza lavoro.

Ma Schwarz non solo è stato ampiamente risparmiato da queste critiche. Al contrario, i "media di qualità" lo hanno acclamato come un generoso mecenate e filantropo, ad esempio per il fatto che la fondazione che porta il suo nome, in collaborazione con la Technische Universität, ha fatto costruire un campus per l'istruzione informatica davanti alla sua porta di casa a Heilbronn e ha "donato" 20 cattedre alla TU in questo contesto. Si dice che un'attenzione particolare sia rivolta alle "medie imprese" e alle "aziende high-tech a conduzione familiare", mentre i critici sospettano che Schwarz qui gestisca la sua scuola professionale Lidl. Inoltre, con il sostegno dello Stato del Baden-Württemberg, sta costruendo un parco scientifico per l'intelligenza artificiale dove in futuro lavoreranno 5.000 persone per competere quanto prima con Google, Windows e Amazon. La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) lo ha recentemente definito "un UFO di intelligenza artificiale per Heilbronn".

Tutto per una buona causa? Secondo l'auto-rappresentazione di Schwarz, la sua fondazione "senza scopo di lucro" è attiva "laddove le imprese e la società fanno richieste che gli enti governativi non possono o non riescono a soddisfare adeguatamente". Il suo "altruismo" si colloca esattamente dove la privatizzazione della politica praticata per decenni ha lasciato terribili crateri nel tessuto sociale, trasformando proprio questi vuoti - soprattutto nell'istruzione e nella scienza - in miniere d'oro da cui il Gruppo Schwarz in futuro trarrà valore.

Indubbiamente si possono immaginare imprese decisamente piu' altruiste. Che ne dite di questa? Fare la spesa gratis da Lidl per una settimana. Dieter Schwarz potrebbe farlo abbastanza facilmente. Ma non ne vale la pena.



lunedì 15 giugno 2020

Come hanno fatto i grandi discount tedeschi a invadere il mercato con la loro carne di maiale a prezzi stracciati?

Dietro c'è una storia di animali maltrattati, di sfruttamento dei lavoratori nei grandi macelli del nord e una guerra dei prezzi che ha fatto arricchire a dismisura i signori della carne di maiale a basso costo. Questa storia molto interessante ce la racconta Jürgen Glaubitz, sindacalista del grande sindacato tedesco Ver.di

discount tedeschi con carne di maiale a prezzi stracciati


Pochi giorni dopo che centinaia di dipendenti della Westfleisch di Coesfeld sono risultati positivi al test per il Covid-19, e la stampa (ancora una volta!) ha riferito delle scandalose condizioni in cui versano molte fabbriche tedesche per la lavorazione della carne, Aldi ha avviato una nuova trattativa per ottenere dei ribassi sul prezzo della carne di maiale. Indipendentemente dalla discussione in corso sull'industria della carne, Aldi chiede una rapida riduzione dei prezzi della carne suina.

Così, in concomitanza con l'avvio della stagione delle grigliate, sul mercato viene lanciata della carne ancora piu' economica. Dopo tutto, sostengono i supermercati, è nell'interesse del consumatore. Al tedesco piace grigliare, ha speso molti soldi per il suo nuovo barbecue, ma vuole spendere il meno possibile per quello che ci deve mettere sopra. E' fondamentale che sia economico.

Le cose stanno davvero così? I tedeschi vogliono veramente avere sempre piu' carne a buon mercato - ad ogni costo? Aldi, Lidl & Co. vogliono davvero viziare il "re cliente" con dei prezzi sempre piu' bassi? Oppure hanno obiettivi completamente diversi, diciamo meno nobili?


Qual'è il vero "prezzo" da pagare per avere questa carne cosi' economica? Ad essere colpiti non ci sono solo i poveri maiali negli allevamenti per l'ingrasso e gli operai nelle fabbriche di Tönnies, Vion, Westfleisch & Co. A subirne le conseguenze alla fine sono anche i consumatori, perché il consumo di carne a basso costo è tutt'altro che salutare...

Povero maiale

I bassi prezzi nella grande distribuzione hanno anche un lato oscuro. I maiali da ingrasso vivono in stallini angusti con pavimenti di tavole. Nell'ingrasso convenzionale dei suini, gli animali vengono fatti crescere senza tregua e senza pietà. Lesioni e disturbi comportamentali come i morsi alle orecchie e alla coda ne sono spesso le conseguenze. Particolarmente negativa è l'immobilità degli animali nelle piccole casse.

discount tedeschi in Italia



L'allevamento in batteria tipico dela carne a basso costo spesso implica un'indicibile tortura per gli animali. In Germania un maiale su cinque nato per alimentare l'industria della carne "non raggiunge nemmeno l'età di macellazione perché si ammala o si ferisce prima". Più di 13 milioni di suini, infatti, vengono uccisi prematuramente "per necessità" (spiegel.de del 22.10.2019).

L'anno scorso in questo paese sono stati macellati 55 milioni di maiali. La maggior parte di loro proviene da allevamenti sul territorio nazionle. Un maiale su tre viene macellato dall'azienda Tönnies, a Rheda-Wiedenbrück


Tutto per il benessere degli animali?

Quando vengono criticate queste condizioni vergognose, spesso si fa riferimento all'etichetta sul benessere degli animali. Si tratta di un marchio di garanzia che ha lo scopo di aiutare a valutare le condizioni in cui gli animali vengono allevati, trasportati e macellati. È stata presentata per la prima volta nel 2018, e poi in seguito modificata.

L'etichetta sul benessere degli animali viene criticata sin dalla sua introduzione. Stern l'ha definita "una delle più grandi bugie create negli ultimi anni dalle pubbliche relazioni" (stern.de 29.5.2017). I critici hanno parlato di una "etichetta come un alibi". E anche la nuova versione non apporta alcun reale miglioramento in merito all'allevamento degli animali. Un maiale del peso di 110 kg avrebbe a disposizione 0,90 metri quadrati di spazio, invece degli 0,75 metri quadrati di cui disponeva finora. I critici considerano l'etichetta di "benessere degli animali" come un altro marchio di qualità che non apporta nessun miglioramento concreto. La partecipazione all'etichettatura, inoltre, resta volontaria. 

"La carne di maiale a basso costo è il risultato di una politica agricola che non introduce un'etichetta vincolante per il benessere degli animali. Con la carne industriale pompata grazie ai farmaci, non dobbiamo nemmeno porci la domanda: è questo il benessere degli animali? La domanda piuttosto è un'altra: "è un bene per gli animali?" (extra 3, dal 23.1.2020)



Il duro lavoro di manovalanza nelle fabbriche per la produzione di carne

Per qualche giorno c'è stata una grande indignazione in merito alle condizioni scandalose in cui i lavoratori stranieri a basso salario sono costretti a lavorare e vivere nel nostro Paese. Del resto non è un argomento nuovo. Già nel 2016 Die Zeit scriveva: "Dormono in quattro su dei materassi sottili, lavorano più di 12 ore al giorno e guadagnano poco più di 1.000 euro al mese" (zeit.de dal 3.4.2016). Tre anni fa, lo stesso giornale riportava su Clemens Tönnies, il più grande macellatore di maiali in Germania (e part-time ancora presidente dello Schalke 04): "Migliaia di lavoratori provenienti da Polonia, Romania e Ungheria lavorano appena sopra gli zero gradi, e guadagnano solo pochi euro l'ora. Queste persone hanno reso ricco Tönnies".

"Il re dei maiali" (zeit.de, dal 5.11.2017).

Il Süddeutsche scriveva un anno dopo: "Vengono dalla Bulgaria, dalla Romania o dall'Ucraina, lavorano nei macelli, scannano e sezionano maiali o bovini a cottimo. Con questo esercito di lavoratori, la ricca Germania è diventato un paese con manodopera a basso costo per i macelli" (SZ del 13.12.2018).

A proposito, le prime critiche massicce all'industria della carne sono arrivate proprio dall'America. Upton Sinclair nel suo romanzo bestseller "La giungla" del 1906 parlava delle scandalose condizioni igieniche nei macelli americani e del destino degli immigrati europei costretti a sgobbare come schiavi nelle fabbriche di carne di Chicago. Il protagonista è Jurgis Rudkus, un immigrato lituano... sostanzialmente non sembra essere cambiato molto da allora.

Le condizioni di lavoro e di vita precarie dei lavoratori stranieri sono note da anni e ricordano in gran parte gli albori del capitalismo. Il sindacato NGG critica i datori di lavoro dell'industria della carne per "lo sfruttamento degli animali e degli esseri umani". Questa rovinosa guerra dei prezzi si sta svolgendo sulle spalle degli animali e degli esseri umani. E' dal 2013 che la NGGG richiama l'attenzione sull'abuso dei contratti d'opera. Questi contratti vengono "siglati con aziende spesso dubbie, allo scopo di poter liquidare i dipendenti stranieri con dei bassi salari". Il subappalto è la radice del male...

Il governo federale finalmente ha reagito e a partire dal 2021 ha deciso di vietare i contratti d'opera nel settore della carne. Secondo il ministro del lavoro Hubertus Heil (SPD), in Germania non ci potrà piu' essere alcuna tolleranza per un modello di business che si rassegna e accetta lo sfruttamento e la diffusione delle pandemie

Secondo la NGGG si tratta comunque di un buon inizio per porre fine all'abuso dei contratti d'opera nell'industria della carne e allo sfruttamento dei lavoratori in subappalto. Tuttavia, ora saranno necessari dei controlli più severi (NGG, comunicato stampa del 20.5.2020).



"Carne a buon mercato": la guerra dei prezzi 

Ad essere corresponsabili di questi abusi sono i Big Four della grande distribuzione: Aldi, Lidl, Edeka e Rewe. Insieme controllano l'85% dell'intera distribuzione di prodotti alimentari. Con il loro enorme potere d'acquisto, infatti, controllano l'intera catena di approvvigionamento, mettono i fornitori e i produttori sotto una enorme pressione riuscendo in questo modo a ridurre i prezzi d'acquisto.

Si tratta - nel vero senso della parola - della salsiccia! L'obiettivo è quello di espandere sempre di piu' la loro quota di mercato. Lo strumento più importante a tal fine è il prezzo. Aldi e Lidl si battono per la leadership di prezzo nel segmento dei discount. Un importante "campo di battaglia" è la carne, mentre le cotolette a prezzo stracciato e i bratwurst oscenamente economici sono le esche.

Le conseguenze per i terzi non interessano quasi a nessuno! Le procedure sono sempre le stesse: non appena uno fa un passo in avanti, gli altri tre seguono. E in questo modo si apre un nuovo round nella guerra dei prezzi. L'obiettivo è quello di guadagnare quote di mercato. E un modo per farlo è la carne a basso prezzo.

Alla grande distribuzione piace prendere come pretesto il consumatore finale, il quale chiederebbe semplicemente delle offerte a basso prezzo. Ma non è il cliente a fare il prezzo, sono Aldi, Lidl & Co. E sono anche responsabili delle conseguenze di questa politica! Fare una concorrenza fondata sul dumping dei prodotti a base di carne di maiale è una porcata. Tali guerre di prezzo si svolgono solo a scapito di uomini e animali.

Ultimo ma non meno importante: probabilmente non è un caso che le tre persone più ricche in questo paese siano i proprietari di Aldi-Nord, Aldi-Süd e Lidl. Insieme, i due clan di Aldi piu' Dieter Schwarz (Lidl), hanno accumulato una fortuna di oltre 70 miliardi di dollari (forbes list 2020).

Un'enorme fortuna, creata attraverso una rigorosa gestione dei costi, una brutale e spietata concorrenza e delle  guerre di prezzo costanti. Le conseguenze negative le pagano gli altri!

Una parte di questa gigantesca fortuna è stata creata grazie al fatto che la carne (e quindi gli animali) vengono letteralmente svenduti

Non si può andare avanti così! Le guerre di prezzo a spese degli esseri umani e degli animali devono cessare. È ora che i super ricchi e gli imperatori dei discount facciano qualcosa di buono, almeno per una volta! Per il bene degli animali e degli esseri umani.

Probabilmente sarebbe una grande idea!

Dr. Jürgen Glaubitz