venerdì 1 giugno 2012

Cittadini contro l'Euro -parte seconda-

Continua il racconto di Handelsblatt.de sui movimenti anti-Euro tedeschi. Prima parte qui
Ispirata dalla dichiarazione di Bogenberg, a febbraio è stata fondata la "Bündnis Bürgerwille" (alleanza di cittadini), una coalizione piuttosto ampia di euro-critici. Il leader dell'alleanza è Bernd Lucke, professore di economia ad Amburgo. Ha già ottenuto l'appoggio di altri 30 professori e colleghi, fra questi Charles Blankart e Carl-Christian von Weizsäcker. Si sono uniti all'alleanza anche veterani politici come Georg Milbradt, Burkhard Hirsch e il presidente federale della "Mittelstandsvereinigung der Union", Josef Schlarmann, e il presidente di Foodwatch Thilo Bode.

Piu' di 10.000 firmatari hanno sostenuto una petizione contro il passaggio da una unione monetaria ad una unione di trasferimento. L'azione è stata finanziata con le donazioni dell'alleanza e con il sostegno dei lobbysti dell'Associazione dei contribuenti (Bundes der Steuerzahler).

Al momento l'associazione si concentra sull'obiettivo di influenzare con le proprie tesi i deputati al Bundestag. Per l'autunno Lucke prepara una grossa campagna pubblica degli euro-critici. "E' un po' come negli anni '60 con le leggi di emergenza o negli anni '70 con il movimento anti-atomo o il movimento per la pace", dichiara Lucke ad Handelsblatt. "Nessun partito affronta realmente questo tema".

Nella campagna pianficata, l'alleanza intende lavorare con la ben organizzata "Zivile Koalition" . La sua portavoce, Beatrix von Storch, ci dice: "La via verso la costituzione di un partito è ben definita". "Il nostro compito è rafforzare il movimento". La Zivile Koalition avrebbe già raggruppato 60.000 sostenitori per la campagna contro i salvataggi Euro, secondo quanto sostiene Storch. I membri della "Zivile Koalition" hanno già inviato un milione di email ai deputati del Bundestag, per impedire l'approvazione dell'ESM. Il gruppo appartiene ad una ben strutturata piccola organizzazione di protesta con 14 dipendenti a Berlino, di cui fanno parte anche "Institut für Strategische Studien", la "Initiative Familienschutz" e il giornale online "FreieWelt.de". 

Un piano per una futura politica fiscale in Europa, per sua stessa ammissione, Storch ancora non ce l'ha. "Vogliamo prima di tutto affermare, che ci sono delle alternative alla politica dei salvataggi", ci dice. Insieme ai Freie Wähler, e all'associzione dei contribuenti "Steuerzahlerbund" la "Zivile Koalition" ha indetto una grande dimostrazione contro l'ESM a Monaco per il 2 giugno. 

Hans-Olaf Henkel ha una grande considerazione di Beatrix von Storch. "E' una grande donna, che fa tutto questo per convinzione personale". L'associazione dei cittadini è guidata "da persone istruite e riflessive", che "hanno intenzione di uscire dal gregge", ci dice Henkel.

Henkel stesso ha sostenuto il liberale ribelle Frank Schäffler (FDP) - nella speranza di poter portare i liberali su posizioni anti-Euro. Ma non c'è riuscito, e ora spera nei Freie Wähler, che al di fuori della Baviera sono una forza presente solo a livello comunale ed eterogenea. Henkel viagga nelle associazioni regionali e si impegna in un'opera di convincimento. "Io non voglio nessun ufficio politico" afferma. Il futuro ci mostrerà se il capo dell'istituto di ricerca sociale Forsa, Manfred Güllner, ha ragione quando sostiene che Henkel "non è in grado di mobilitare le masse".

Un ruolo centrale nella lotta contro gli euro-salvataggi lo gioca anche l'associzione delle imprese familiari (Familienunternehmer) guidata da Lutz Goebel. Goebel e la sua associzione hanno chiesto ai debutati al Bundestag "di non approvare in nessun modo l'ESM nella sua forma attuale". Le imprese familiari "condividono con gli economisti le grosse preoccupazioni sulla nostra moneta comune", afferma Goebel. Sostiene infatti che i rischi finanziari associati al fondo di salvataggio ESM e al suo precedente EFSF crescerebbero in maniera esorbitante. La BCE dovrà essere chiaramente indirizzata al mantenimento della stabilità finanziaria. 

Nel frattempo, anche alcun veterani della lotta anti-Euro, come il quartetto Joachim Starbatty, Dieter Spethmann, Wilhelm Nölling und Karl Albrecht Schachtschneider cercano un collegamento con il nuovo movimento. Starbatty e gli altri, senza successo, hanno già portato la decisione di introdurre l'Euro davanti alla corte costituzionale di Karlsruhe.

Ora sperano che la nuova opposizione extra-parlamentare proveniente dalla società civile possa spingere verso la "fine di questa unione monetaria mal costruita". Gli euroscettici di lunga data sperano inoltre in una nuova chance per una unione monetaria che non comprenda i paesi iperindebitati del sud Europa.

Le indagini demoscopiche giudicano le possibilità di successo dei partiti anti Euro in maniera molto diversa: "il 15-20 % degli elettori sarebbe disponibile a votare per  un partito di protesta fatto da cittadini", ci dice helmut Jung della società di ricerca di mercato GMS. Per il nuovo partito questi dati sono un forte incentivo ad andare avanti.

Il successo dei Freie Wähler come partito di protesta nelle elezioni del Bundestag , Richard Hilmer, direttore di Infratest Dimap, lo vede con un certo scetticismo: "In Germania c'è già un partito di protesta di successo, e sono i Pirati", dice Hilmer ad Handeslbatt. Laddove i Pirati si sono già insediati, non rimane spazio per un altro partito di protesta. Inoltre, anche "die Linke" viene considerato fra i partiti anti-Euro.

Secondo le valutazioni di Helmer, la cancelliera Merkel (CDU) non lascia molto spazio per proteste anti-Euro. "Affronta in Europa un percorso molto impegnativo" ci dice Hilmer. Inoltre, "gli elettori sanno che un'uscita dall'Euro porta con sé dei rischi". E improbabile che per un compito del genere, gli elettori possano avere fiduca in Aiwanger e Henkel.

Tuttavia i Freie Wähler potrebbero diventare un vero problema per la maggioranza giallo-nera (CDU-FDP). Soprattuto in Baviera dove i Freie Wähler sotto la guida di Aiwanger si lanceranno  fra un anno nella corsa per la presidenza del Lander, che si terrà in concomitanza con le elezioni federali, dando una mano a SPD e Verdi. L'alleanza a tre potrebbe rompere il dominio della CSU. Con la politica anti-Euro non sarà tuttavia molto semplice :"I Freie Wähler perderanno tutta la  credibilità della loro retorica anti-Euro, se intendono fare politica insieme all'allenza del debito SPD e Verdi" ha dichiarato il segretario generale della CSU Alexander Dobrindt ad Handelsblatt.

giovedì 31 maggio 2012

Cittadini contro l'Euro

Handelsblatt.de ci racconta che in Germania, il paese vincitore dell'unione monetaria, si rafforzano i movimenti anti-Euro, che ora vogliono entrare al Bundestag. Prima parte
Quando la  rabbia diventa politica: un'alleanza di cittadini mette sotto pressione le politiche di salvataggio di Berlino. Il movimento è guidato dai Freie Wähler, che con una politca anti-Euro voglino entrare al Bundestag.

Raramente il successo di un best seller era stato così prevedibile. Il nuovo libro di Thilo Sarrazin "Europa braucht den Euro nicht" in Germania incontra un sentimento diffuso. Secondo un recente sondaggio della N-TV, circa il 41% della popolazione vuole tornare al D-Mark. Questo sentimento anti-Euro, ora vuole fondare un partito - e con l'aiuto di una grossa coalizione di imprenditori, professori, e cittadini impegnati vuole diventare, dopo i pirati, il nuovo grande partito della protesta.

La frustrazione dei cittadini si dirige prima di tutto verso la Grosse Koalition, dalla CSU fino ai Verdi, che hanno approvato un piano di salvataggio dietro l'altro. La critica dei ribelli all'interno della FDP e dell'Unione, da Frank Schäffler a Klaus-Peter Willsch, con la loro "Alleanza contro l'ESM" sembra scomparsa senza aver lasciato grandi risultati. La frustrazione sul tema, ora inizia a produrre aggregazione.

Un'opposizione extraparlamentare contro le attuali politiche europee inizia a formarsi. Non è né chiassosa né violenta. La sua forma di azione preferita è la raccolta di firme piu' che i sit-in di protesta, preferisce le tavole rotonde agli scontri di strada. Tuttavia, la nuova opposizione potrebbe mettere in difficoltà l'intera struttura politica della Repubblica federale.

Al centro del nuovo movimento ci sono i  Freie Wähler, che fino ad ora hanno avuto un ruolo significativo solo in Baviera - e ora con l'appoggio degli eurocritici vogliono svilupparsi in un partito federale anti-Euro. Una riunione federale prevista il 16 giugno, deciderà sulla partecipazione per la prima volta dei  Freie Wähler alle elezioni politiche del 2013. L'ha confermato ad Handelsblatt il presidente federale dei  Freie Wähler, Hubert Aiwanger. Molto vicino al movimento è anche Hans-Olaf Henkel, ex presidente della BDI (Confindustria tedesca).

" Il rifiuto delle politiche di salvataggio Euro sarà la proposta politica centrale per le elezioni del Bundestag", ha dichiarato Aiwanger. A livello federale il movimento punta al 5% - in Baviera nel 2008 il partito è entrato nel parlamento regionale con quasi il 10% dei voti. In molte città - fra queste ULM, Görlitz, Zittau, e Pirna - i Freie Wähler sono entrati nei parlamenti comunali con oltre il 10% dei voti.

Nelle elezioni regionali del Nordrhein-Westfalen i Freie Wähler hanno ottenuto solo 17.722 voti (0.2%), nello Schleswig-Holstein 7.823 voti (0.6%) e in Saarland 4173 voti (0.9%). Dall'altro lato, l'associazione federale dei Freien Wähler ha già raccolto 280.000 cittadini - ad esempio la FDP ha solamente 63.000 membri.

Le rivendicazioni politiche dei Freie Wähler sono state formulate in una petizione al Bundestag. Hanno infatti chiesto ai deputati di votare contro il meccanismo di stabilità europeo da 500 miliardi e contro il Fiskalpakt. I Freie Wähler vogliono bloccare il passaggio da una unione monetaria ad una unione delle garanzie. L'ESM "non è né legittimato democraticamente, né vi è un controllo parlamentare", si dice nella petizione.

"Il Fiskalpakt, sulla politica fiscale, limita  la sovranità dei parlamenti nazionali e dei suoi membri eletti democraticamente". Il 16 giugno i Freie Wähler intendono presentare le loro posizioni ufficiali sulla politica europea. Henkel, che lavora al progetto, spera di convincere i Freie Wähler a condividere la sua proposta di spezzare l'unione monetaria in un Euro-nord e in un Euro-sud.

Ma i Freie Wähler sono solo la punta di un movimento, che si è formato contro la politica europea tedesca. Sempre piu' professori, imprenditori, cittadini impegnati, sono dell'opinione che la cosiddetta politica "senza alternative" della cancelliera, non può rimanere davvero senza alternative. Si riuniscono in coalizioni e allenze abbastanza fluide, dove la distinzione fra forze parlamentari, extraparlamentari e lobby di interessi non è molto semplice. La "Bündnis Bürgerwille" ad esempio appartiene alla "Allenza contro l'ESM" a cui appartengono anche il ribelle FDP Frank Schäffler, il deputato CDU Klaus-Peter Willsch, l'associzione dei contribuenti (Steuerzahlerbund), l'associazione delle imprese familiari (Familienunternehmer-Verband) e l'associazione dei Giovani imprenditori.

I critici delle attuali politiche di salvataggio Euro vogliono ad ogni costo evitare che la Germania accetti ulteriori garanzie verso i paesi iperindebitati come la Grecia e il Portogallo. I padri spirituali del movimento non sono Karl Marx e Herbert Marcuse. I padri del movimento sono il presidente dell'Istituto IFO Hans-Werner Sinn, la cui critica agli euro-salvataggi è stata la prima chiamata alla resistenza, e l'ex presidente BDI Hans Olaf Henkel, sostenitore di una separazione dell'unione monetaria in un Euro-nord e in un Euro-sud.

Sinn nell'ottobre 2011 ha pubblicato "La dichiarazione di Bogenberg". "Siamo preoccupati per l'Europa e la Germania" dichiara il documento, l'Euro non soffre di una crisi di fiducia temporanea, "ma di una profonda crisi strutturale, che con l'ampliamento degli aiuti finanziari pubblici sarà solamente prolungata". Il consiglio BCE, ammoniscono Sinn e i vertici dell'IFO Institute, ha superato il proprio mandato, quando ha trasferito alle banche centrali  il compito di finanziare i debiti privati e pubblici dei paesi in crisi.

"Solo una politica restrittiva, fatta di poco denaro per i salvataggi", scrivono gli autori, "offre agli stati superindebitati degli incentivi al risparmio e la possibilità d migliorare la competitività di prezzo attraverso una riduzione dei prezzi e la moderazione dei salari" - una posizione, che anche l'ex presidente Bundesbank Alex Weber e l'ex capo-economista BCE Jürgen Stark condividono.

Top manager come l'ex presidente di Metro Eckhard Cordes, Roland Berger,  Klaus Mangold, il capo della catena di drogherie Dirk Roßmann e Peter-Alexander Wacker, presidente di Wacker-Chemie AG, hanno firmato la dichiarazione, in cui si sostiene, che la Germania con l'approvazione di una unione di trasferimento "accetterebbe un impegno finanziariamente troppo gravoso" visto che il 40% della popolazione dell'Eurozona vive nei paesi in crisi.  ---CONTINUA--

mercoledì 30 maggio 2012

Stark: chi propone gli Eurobond lo fa solo per egoismo

Jürgen Stark, ex membro tedesco della BCE, ricorda ai suoi connazionali quanto potrebbero essere pericolosi gli Eurobond per la Germania: perderemmo la tripla A e faremmo un regalo ai francesi.  Da Handelsblatt.de
Gli Eurobond, che il presidente francese richiede in continuazione, nascondono rischi - soprattutto per la Germania. Ne trarrebbero vantaggio in primo luogo i paesi in difficoltà. Inoltre sarebbero in violazione del trattato di Maastricht.

Il nuovo presidente francese durante la campagna elettorale ha fatto delle promesse molto impegnative. Tuttavia, l'attuazione del suo programma politico, anche se con delle rinunce, potrebbe ulteriormente peggiorare lo stato delle finanze pubbliche francesi. Senza una credibile strategia di consolidamento, la Francia presto dovrà pagare un rischio di premio sul suo debito superiore a quello attuale, dopo aver già perso la tripla A.

Hollande ha reso di nuovo attuale la discussione sugli Eurobond. Senza dover aspettare molto, ha ricevuto l'approvazione dai governi dei paesi in crisi: paesi con una elevato indebitamento pubblico e con un deficit in crescita. La proposta di Hollande è un segnale di solidarietà ai paesi periferici? Il nuovo presidente francese ha veramente intenzione di spianare la strada ad una unione del debito, in cui la Francia dovrà garantire per i debiti degli altri paesi Euro? La Francia sarà in grado di sopportare tutti gli oneri finanziari aggiuntivi?

Bisogna essere daccordo con la cancelliera, quando dice che gli Eurobond violano la clausola di no-bail out del trattato di Maastricht. Ma che cosa significa questo dopo le ripetute violazioni dei trattati operate dai leader europei? Gli Eurobond sono attrattivi per tutti quei paesi che non dispongono della tripla A.

Anche gli operatori finanziari appoggiano la creazione di obbligazioni europee comuni, in quanto potrebbero creare un mercato del debito molto piu' liquido. Ma gli Eurobond non risolvano nessuno dei problemi strutturali dei paesi indebitati. Al contrario, forniscono gli incentivi sbagliati. La disponibilità alle riforme sarebbe indebolita, e l'indebitamento pubblico riprenderebbe a correre.

Gli Eurobond rappresentano un enorme trasferimento di ricchezza da un paese all'altro. La Germania perderebbe la propria tripla A. L'istituto IFO di Monaco prevede per la Germania costi aggiuntivi di finanziamento per decine di miliardi di Euro. E questo in aggiunta alle garanzie che il  Bundestag ha già approvato.

La Francia deve aver paura, di finire sotto l'attenzione dei mercati.

La Francia sarebbe davvero pronta a garantire per i debiti di altri paesi membri e ad accettare ulteriori rischi finanziari? Oppure Parigi solidarizza con i paesi in crisi per spostare il rischio su soggetti terzi e rendere gli altri responsabili delle promesse elettorali fatte?

Il motivo è comprensibile, se si segue lo sviluppo delle finanze francesi e lo stato dell'economia. La dinamica del debito è in crescita costante, le necessità di riforma dell'economia sono urgenti. Secondo i dati della commissione europea, il debito pubblico nel 2012 raggiungerà il 90.5 % del PIL  e nel 2013 salirà al 92.5 %. La quota dello stato nell'economia è del 56 %, di gran lunga la piu' alta nell'area Euro. La Francia non ha una forte classe media. Con una crescita dei salari dal 1999 di circa il 20% superiore rispetto a quella tedesca, la Francia ha perso competitività di prezzo; la disoccupazione è quasi il doppio che sull'altra sponda del Reno.

La Francia teme di dover pagare premi di rischio significativamente piu' alti  sui suoi futuri titoli di stato e di finire sotto l'attenzione dei mercati finanziari. Al momento gli interessi sulle obbligazioni francesi decennali sono di 135 punti superiori a quelli tedeschi.  Gli Eurobond potrebbero limitare il rischio di un ulteriore significativo aumento dei rendimenti. Questo signfica tuttavia, che gli altri stati membri dovrebbero accettare una responsabilità illimitata, senza avere alcun controllo sulle spese dei paesi beneficiari. Oltre a fornire gli incentivi sbagliati, per gli Eurobond non esiste alcuna legittimazione democratica. 

Con una ulteriore tassazione del settore finanziario non si otterrà molto fino a quando governi e i parlamenti spenderanno piu' di quanto incassano con le tasse. Questa differenza fra entrate e uscite deve essere colmata con il ricorso al mercato - secondo le condizioni dettate dal mercato. E ora, proprio questo correttivo del mercato,  verrebbe scardinato dagli Eurobond.

martedì 29 maggio 2012

I rischi spagnoli delle banche tedesche

Faz.de (Frankfurter Allgemeine Zeitung) ci dà i numeri sull'esposizione bancaria tedesca verso la Spagna. 112 miliardi sono ancora nel paese iberico, ma il disimpegno è in corso. Cosa sarebbe successo a questi crediti se la BCE non avesse fornito liquidità illimitata?
Dopo lo scoppio della bolla immobiliare le banche tedesche hanno ridotto la loro esposizione in Spagna, hanno ancora tuttavia 112 miliardi di Euro al fuoco. I prestiti piu' grandi li ha fatti la Deutsche Bank. Anche lo stato federale tedesco sarebbe colpito dalla crisi spagnola

Il presidente dell'Associazione delle banche tedesche  (BDB), Andreaz Schmitz parla di un'esposizione significativa delle banche tedesche in Spagna. I dati appena pubblicati della Bundesbank, tuttavia, mostrano che il termine significativo è un po' riduttivo. Alla fine di febbraio le banche tedesche avevano un'esposizione verso la Spagna per 112 miliardi di Euro. E' il volume di credito piu' alto che le banche tedesche hanno verso un paese europeo in crisi. In Italia sono 100 miliardi di Euro, in Irlanda 71 miliardi, in Portogallo e Grecia 22 miliardi ciascuno. Nell'unione monetaria il settore bancario tedesco è esposto per una cifra maggiore solo verso la Francia (146 miliardi di Euro), e verso l'Olanda (121 miliardi di Euro).

Dopo lo scoppio della bolla e l'escalation della crisi, le banche tedesche hanno fatto rientrare parte dei loro capitali dalla Spagna. Nei 12 mesi precedenti al febbraio 2012 il rischio è stato ridotto del 14%.  I crediti verso le banche spagnole sono stati ridotti del 19%, fino a 42 miliardi, quelli verso le imprese del 9.5% fino a 52 miliardi di Euro, e nei confronti del settore pubblico del 15 % fino a 18 miliardi di Euro. Il valore dei crediti immobiliari, quelli piu' a rischio, non è individuabile dai dati della Bundesbank. Dovrebbero tuttavia entrare nel settore dei crediti alle imprese. 

A fine marzo la Commerzbank ha dichiarato di avere 4 miliardi di crediti verso il settore immobiliare spagnolo. Questo è il volume piu' alto conosciuto per una banca tedesca. Motivo di preoccupazione per Commerzbank è la controllata Eurohypo, concentrata sul finanziamento immobiliare e statale. Nel complesso la Commerzbank ha concesso in Spagna crediti per 14.2 miliardi di Euro. Di questi 4.4 miliardi alle banche, 2.9 miliardi allo stato e 3 miliardi alle imprese. 

I crediti piu' rilevanti verso la Spagna li ha Deutsche Bank (DB). Il volume a fine marzo era pari a 29 miliardi di Euro. Da sola Deutsche Bank ha prestato 11.4 miliardi di Euro a privati cittadini. A causa della recesione e dell'alta disoccupazione la banca dovrà fare i conti con probabili perdite. Anche nei confronti delle banche, con 6.4 miliardi DB è l'istituto tedesco con la maggiore esposizione; verso le imprese spagnole ha 9.7 miliardi di crediti, e nei confronti dello stato 1.4 miliardi. Queste sono tuttavia cifre lorde. Attraverso garanzie, assicurazioni e coperture, il rischio spagnolo si riduce da 29 a 14 miliardi di Euro. Vistosa è la riduzione del rischio verso le persone private, che passa da 11.4 miliardi a 1.9 miliardi di Euro.

Anche lo stato tedesco potrebbe essere coinvolto dalla crisi spagnola. Il fondo per lo sviluppo della nazionalizzata Hypo Real Estate, la FMS Wertmanagement, a fine giugno 2011 aveva verso la Spagna crediti per 11 miliardi di Euro. Il maggiore importo è  per 9.9 miliardi di Euro verso il settore pubblico. I finanziamenti verso il settore immobiliare ammontano a 900 milioni di Euro. Per i rischi della FMS Wertmanagement garantisce il fondo statale per il salvataggio bancario Soffin.

La terza banca tedesca, la DZ Bank, alla fine del 2011 aveva crediti verso la Spagna pari a 7.6 miliardi di Euro. Le obbligazioni rappresentavano la parte principale, con una somma pari a 7.1 miliardi. 3.1 miliardi di Euro sono verso il settore pubblico, e 4 miliardi verso le imprese o le banche. La Landesbank Baden-Württemberg (LBBW) all'inizio del 2011 aveva un impegno verso la Spagna per 5.9 miliardi di Euro, 2.6 di questi verso le banche. 

Gli Eurobond sono il socialismo degli interessi

Rainer Brüderle, il capogruppo FDP (liberali) al Bundestag prende al volo l'occasione e si lancia in un attacco contro gli Eurobond. Da Welt Online.
Il capogruppo della FDP Rainer Brüderle in un'intervista a Welt Online si è espresso chiaramente contro l'emissione di obbligazioni comuni nell'Euro zona. Che i paesi di successo devano pagare per i paesi viziosi, "posso escludere che accadrà".

Il leader FDP Rainer Brüderle ha escluso categoricamente l'introduzione delle obbligazioni europee comuni proposte dal presidente francese.

"Gli Eurobond sono il socialismo del debito, che la Germania e gli altri paesi virtuosi pagherebbero molto caro", ha detto al quotidiano Die Welt. "Con noi non sarà fatto". 

"Savoir vivre, non puo' significare che solo pochi pagano e tutti gli altri se la spassano. Ci dobbiamo concentrare sulla giusta politica di crescita. Solo allora i desideri di crescita di Hollande si potranno coniugare con la cultura della stabilità tedesca", ha sottolinato Brüderle.

Per stimolare la crescita, senza fare nuovi debiti, Brüderle ha proposto un nuovo mercato europeo del lavoro. "La Germania non ha un numero sufficiente di tirocinanti, Francia e Spagna invece hanno un'alta disoccupazione giovanile. Per questo potremmo offrire ai giovani francesi e spagnoli un tirocinio in Germania", ha dichiarato il leader FDP. "Questo aiuterebbe i giovani, e aiuterebbe la Germania".

Brüderle ha infine caldeggiato la candidatura di Schäuble (CDU) come nuovo capo dell'Eurogruppo: "Schäuble è un grande esperto e un grande europeista. E' conosciuto e rispettato in tutta Europa".

lunedì 28 maggio 2012

Null komma null!

Su Handelsblatt.de scopriamo che lo stato tedesco ormai prende a prestito allo 0.0% (Null komma null). E' abbastanza chiaro perchè Berlino non vuol sentire parlare di Eurobond.
Gli assurdi della Eurocrisi: gli investori si contendono obbligazioni, per le quali sono disposti a regalare il denaro. Ne approfitta lo stato tedesco, che  per la prima volta nella storia prende del denaro a prestito senza pagare interessi.

Nessuno prima di Wofgang Schauble (CDU) era riuscito a fare nuovi debiti a tassi cosi' bassi: per la prima volta lo stato tedesco prende denaro a prestito, senza dover pagare un singolo centesimo di interessi. Nonostante ciò, gli investitori si contendono le obbligazioni a durata biennale. 

L'asta di titoli del debito pubblico con un cedola dello 0.0 % ha portato nelle casse dello stato 4.6 miliardi di Euro, come annunciato dal ministero. La domanda di obbligazioni è stata robusta: ha superato l'offerta di 1.7 volte. Il governo federale ha valutato il risultato "economicamente molto buono", secondo quanto dichiarato da un portavoce del ministero. "La ricerca di qualità è stata premiata". 

Il motivo del forte interesse per l'obbligazione senza cedola è il suo status di porto sicuro. "Chi cerca un parcheggio per il proprio denaro, non può evitare le obbligazioni tedesche", ha detto l'analista di Commerzbank David Schnautz. "Per gli investitori si tratta del solo mantenimento del capitale. Con le obbligazioni tedesche, infatti, possono essere sicuri di ottenere indietro tutto il denaro investito". La vede nello stesso modo l'esperto di obbligazioni Richard McGuire di Rabobank, che da Londra ci dice: "Per gli investitori spaventati dalla crisi, la restituzione del capitale è piu' importante della rendita".

Per gli obbligazionisiti c'è perfino la possibilità di rivendere i titoli sul mercato realizzando un guadagno. "Se la crisi del debito dovesse continuare a peggiorare, ulteriori investitori si sposterebbero verso le obbligazioni tedesche", ha detto Schnautz. " I loro corsi a causa della forte domanda potrebbero crescere ulteriormente, in modo da ottenere alla fine una buona rendita".

La Repubblica Federale quest'anno deve prendere a prestito 252 miliardi, per rimborsare le vecchie obbligazioni e finanziare i nuovi debiti. Mentre Schauble risparmia miliardi di costi per gli interessi, i tassi bassi rappresentano un problema per le assicurazioni sulla vita e per i fondi pensione. Sono infatti prudenzialmente obbligati a investire una parte dei loro guadagni in obbligazioni sicure. Poiché il tasso di inflazione in Germania è di un 2% abbondante, i tassi reali sono in area negativa. Per le assicurazioni sarà quindi difficile, mantenere le promesse di alti rendimenti. 

Anche se l'agenzia del debito si è orientata verso una cedola dello 0.0%, "La Repubblica Federale non intende collocare obbligazioni con un tasso negativo", ha dicharato il portavoce del ministero. "La cedola dello 0.0% rappresenta il limite verso il basso".

Dello status di porto sicuro garantito dal Bund, ha approfittato anche la banca di stato KFW (Kreditanstalt für Wiederaufbau): ha infatti raccolto 5 miliardi sul mercato. Il tasso per le obbligazioni triennali è stato dello 0.625 %, livello mai raggiunto in precedenza. 

A gennaio invece allo stato era perfino riuscito il capolavoro, di guadagnare denaro facendo debito. Con la vendita di obbligazioni a sei mesi, lo stato ha raccolto 3.9 miliardi ad un tasso negativo dello - 0.0122 %. Secondo i calcoli di Reuters lo stato ha ottenuto un premio di circa 242.000 €.

Eurobond: whisky per l'alcolizzato

Sulla Sueddeutsche Zeitung, quotidiano progressista di Monaco, scopriamo che Brüderle, leader liberale, definisce gli Eurobond come il "whisky per l'alcolizzato". Al di là dell'espressione da campagna elettorale, anche il quotidiano bavarese si allinea alle posizioni di Berlino e rifiuta la proposta di Hollande. Un commento di Claus Hulverscheidt, capo redattore Economia.
"Stupidaggini" o "socialismo degli interessi" ha definto Brüderle, capogruppo della FDP, la richiesta di emettere obbligazioni europee comuni  - i cosiddetti Eurobond. Anche se ormai se ne discute, e non sono piu' un tabu. Ci sono argomenti a loro favore, ma anche contro. Per questo gli Eurobond non devono essere all'inizio, ma alla fine del processo di integrazione.

Rainer Brüderle mercoledi ha preso una lunga rincorsa, prima di riuscire a dire una verità sorprendente. La richiesta del presidente Hollande, di emettere Euro-bond, è una "stupidaggine" e un "socialismo degli interessi", ha detto il capo del gruppo liberale in un'intervista alla radio.

Si potrebbe allora "regalare ad un alcolizzato una cassa di whisky". E questo lo sapevamo. Ma poi ha aggiunto con naturalezza: "Non escludo, che alla fine uno sviluppo ci possa essere". E questo giunge nuovo.

Ora bisognerebbe dire che la frase di Brüderle era un po' lunga e conteneva una lista di cautele. E' tuttavia sorprendente la dichiarazione, che la FDP fino ad ora aveva considerato gli Eurobond un tabu'.

Nel merito ci sono molte buone argomentazioni contro gli Eurobond. E queste possono essere formulate solamente da chi prende parte al dibattito, e non da chi cerca di soffocare la discussione. Se sempre piu' stati chiedono alla Germania di emettere gli Eurobond, allora la saggezza politica consiglerebbe, di discuterne con i paesi che si fanno portatori della proposta, Francia e Italia prima di tutto, invece di ignorarli.

Che cosa sono gli Eurobond? Detto in parole semplici, la Germania deve offrire degli interessi molto bassi, la Spagna al contrario molto alti. Se in futuro gli stati potessero vendere titoli del debito comuni, per alcuni paesi i costi di finanziamento salirebbero, per altri scenderebbero. E i mercati finanziari inoltre non potrebbero speculare contro i singoli stati. 

Inoltre, un altro problema di mercato sarebbe eliminato: i paesi Euro offrono le loro obbligazioni in una moneta straniera, in Euro esattamente. Poichè alla loro banca centrale manca la sovranità monetaria, in caso di insolvenza non possono semplicemente stampare denaro. Gli investitori non hanno la sicurezza al 100% di rivedere il loro capitale per intero. 

Tutto questo parla a favore degli Eurobond. Ci sono tuttavia degli argomenti contrari molto forti. Una condivisione del debito per paesi come la Germania, i cui costi di finanziamento crescerebbero, è accettabile solo nella misura in cui gli altri partner si obbligano ad una stretta disciplina di bilancio. Volersi opporre al Fiskalpakt come fa Hollande, e nello stesso momento chiedere gli Eurobond - non può funzionare.

Di piu': chi vuole gli Eurobond deve essere pronto a trasferire a livello UE il controllo sulle entrate e le uscite del proprio stato. Altrimenti potrebbe accadere, che al contribuente francese un giorno venga presentato il conto di un abbassamento delle tasse in Grecia finanziato con il ricorso al debito. 

Per un tale trasferimento di competenze - per quello che sappiamo - anche Hollande non è pronto. Infine: gli Eurobond libererebbero i paesi oggi in difficoltà dalla pressione di realizzare delle riforme dolorose ma necessarie. Detto altrimenti: le turbolenze non sarebbero eliminate, ma addirittura prolungate.

Da tutto questo segue, che le obbligazioni europee comuni, non dovranno essere all'inizio - come anche Brüderle dice giustamente - ma alla fine di un ulteriore processo di integrazione europeo. La loro introduzione allora sarebbe anche logica. La cancelliera Merkel dovrebbe inviare questo segnale anche nelle altre capitali europee: la Germania è pronta a parlarne - sei il percorso per arrivarvi è quello giusto.