H. W. Sinn anticipa su Focus.de i contenuti del suo nuovo libro: giugno 2016 un mese decisivo per il futuro della Germania e dell'Europa.
Brexit, ondata di profughi, Euro-disastro - il progetto europeo sta fallendo? Considerando il sempre maggiore numero di crisi non lo si puo' escludere.
E' accaduto intorno al solstizio del 2016. Dovrebbero essere i giorni piu' luminosi dell'anno, ma in realtà sono stati i piu' bui. Il 23 giugno la Gran Bretagna ha espresso il suo voto di sfiducia nei confronti dell'UE e ha deciso di uscirne. Invece del tanto temuto Grexit - che per il bene della Grecia e dell'Europa sarebbe stato meglio ci fosse stato - ora si sta preparando il Brexit. E questo è accaduto anche perché i britannici, in considerazione della grande ondata di profughi che ha invaso l'Europa, sono giunti alla conclusione che l'Europa ha perso il controllo della situazione.
Difficile da credere: la Cancelliera ha combattuto per tenere la Grecia nell'Euro e ha dovuto perfino fermare il suo Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, che invece era per la Grexit. L'uscita della Gran Bretagna, che in termini economici equivale all'uscita dei 20 membri piu' piccoli dell'UE, invece viene vissuta come se in fondo non riguardasse la Germania. Ora la Cancelliera è in difficoltà sui migranti e aspetta invano che gli altri paesi se ne prendano almeno una parte. La sua fortuna è stata che la recinzione macedone, almeno per ora, ha fermato l'ondata.
E solo 2 giorni prima del voto sul Brexit, il 21 di giugno, è successo qualcosa che per il futuro della Germania sarà molto problematico: la Corte Costituzionale tedesca con il suo cosiddetto "giudizio OMT" si è sottomessa alle politiche di salvataggio della BCE e al pieno sostegno che queste hanno ricevuto dalla Corte di Giustizia europea.
Anche su questo voto la politica tedesca ha preferito non commentare. Sembra che preferiscano mantenere il silenzio sul tema. I giudici di Karlsruhe con la loro sentenza hanno di fatto dato il via libera ad una politica di messa in comune delle garanzie sui debiti, perché è proprio questo il significato del "whatever it takes" che la BCE sotto la guida di Mario Draghi nel 2012 ha annunciato con il nome tecnico di Outright Monetary Transaction (OMT). I beneficiari di questa politica sono prima di tutto i paesi del sud in crisi e la Francia, gli ufficiali pagatori sono i paesi del nord ancora economicamente in salute, prima fra tutti la Germania.
La Corte Costituzionale tedesca, 2 anni dopo la decisione sull'OMT, aveva accusato le autorità monetarie europee di aver oltrepassato il loro mandato e in questo contesto aveva parlato di "usurpazione di potere". In una svolta senza precedenti tuttavia ora la Corte Costituzionale scrive nel suo giudizio che è possibile accettare la sentenza della Corte di Giustizia secondo la quale il programma OMT della BCE è compatibile con il diritto europeo.
Entrambe le decisioni di mezza estate sono di importanza epocale per il futuro d'Europa e della Germania. Rappresentano una svolta. Soprattutto dal punto di vista tedesco hanno trasformato giugno in un mese molto buio.
La Brexit imminente significa che la Germania perderà nell'UE il suo principale alleato da sempre orientato verso una politica commerciale aperta e fondata sul libero scambio, senza la quale l'economia dell'export tedesca non sarebbe piu' in grado di funzionare. Molto piu' concretamente la Germania perderà, come gli altri paesi orientati al libero scambio, la minoranza di blocco sulle decisioni del Consiglio Europeo.
Insieme alla Gran Bretagna e agli altri paesi della cosiddetta area del Marco, Olanda, Austria e Finlandia, aveva potuto difendere i suoi interessi ed imporre una politica commerciale europea aperta al mondo e al libero scambio. Ora invece è finita. I paesi del Mediterraneo, prima fra tutti la Francia, seguono una politica commerciale protezionista, credono piu nell'intervento dello stato che nel libero gioco delle forze di mercato e faranno di tutto affinché l'Europa cambi direzione sui temi dell'economia e del commercio internazionale. Se i protezionisti riusciranno ad imporsi, il modello di sviluppo tedesco basato sull'export subirà gravi danni.
Inoltre, l'Eurozona, senza il contrappeso britannico, si trasformerà ancora piu' rapidamente in una unione fiscale, come vorrebbero i paesi del sud-Europa e la Francia che in questo modo potrebbero compensare la loro perdita di competitività con i trasferimenti dal Nord. Una unione fiscale non significa solamente che ci sarà un budget europeo comune ed eventualmente un ministro delle finanze unico. Significa anche che dovranno essere definiti dei meccanismi di redistribuzione - da un'assicurazione sui depositi bancari per le banche in difficoltà fino ad un'assicurazione contro la disoccupazione a livello europeo - e cioe' istituzionalizzare, sotto forma di diritto garantito, un meccanismo di compensazione dei redditi e di aiuti per i paesi del sud-Europa che hanno perso la loro competitività.
Trasformare l'Eurozona in una unione fiscale per la Germania non sarà solo costoso. Questo passo è anche problematico perché implicitamente significa che sarà sempre piu' improbabile che i paesi dell'Est, oppure la Svezia, decidano di adottare l'Euro come valuta.
In questo contesto la decisione sull'OMT della Corte Europea e della Corte Costituzionale tedesca è disastrosa, perché una volta per tutte fa chiarezza su quello che la BCE non era riuscita ad ottenere con mezzi legali. La BCE di fatto potrà d'ora in poi acquistare senza limiti i titoli di stato dei paesi in crisi e in questo modo proteggere i loro creditori, come se ci si fosse indebitati con una garanzia comune attraverso gli Eurobond. Gli acquisti spingono verso il basso i tassi di interesse e privano i risparmiatori dei loro guadagni, sebbene gli stessi risparmiatori in qualità di contribuenti e proprietari impliciti della BCE continuino a garantire per le perdite. Cosi' molti paesi della zona Euro sprofonderanno sempre di piu' nel pantano del debito, senza che sia possibile offrire giuridicamente un limite al loro indebitamento.
Senza dubbio l'Europa si trova nella sua piu' grande crisi dalla seconda guerra mondiale. Le sfide che deve affrontare sono enormi, soprattutto l'Euro-disastro, l'ondata di profughi e la Brexit. Il disagio, il risentimento, l'aggressività e la paura crescono in tutta Europa. E naturalmente non sono buoni consiglieri. La rapida crescita dei partiti estremisti con i loro programmi massimalisti fanno intuire ovunque sul continente, con quale velocità cose normali a cui ci siamo abituati come il benessere e la pace possano scomparire rapidamente. La rifondazione dell'Europa deve avere successo. Non abbiamo altra scelta.
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