sabato 19 maggio 2018

La ragionevolezza delle nuove idee italiane e la ricattabilità dei tedeschi

A parlare di Italia sulla stampa tedesca non ci sono solo i fenomeni alla Piller e Gumpel ma si trovano anche opinionisti di rango come Daniel Stelter che su una rivista prestigiosa come Manager Magazin non ha alcun problema a schierarsi a favore della proposta italiana per la cancellazione del debito. Oltre 10 anni di bugie da parte della politica tedesca non solo hanno reso la Germania ricattabile ma è arrivato il momento di dire che presto o tardi il paese dei primi della Klasse andrà a sbattere contro una montagna di crediti esteri inesigibili. Meglio agire per tempo mettendo in discussione la moneta unica. Da Manager Magazin


Solo gli osservatori piu' creduloni e quelli che si lasciano cullare dalle dichiarazioni ufficiali dei dirigenti della BCE sono rimasti sorpresi. L'euro resta una costruzione che ha aumentato le differenze economiche invece di promuovere la convergenza dei paesi coinvolti, come ci era stato promesso. Dice il FMI.

E non puo' essere stabilizzato con maggiori trasferimenti fra i paesi. Dice ancora il FMI.

La situazione negli ultimi anni è peggiorata sotto ogni aspetto. Solo in riferimento all'indebitamento del settore privato e a quello complessivo, alcuni paesi come il Portogallo o la Spagna hanno fatto alcuni piccoli progressi. Cio' è dovuto in parte al miglioramento della congiuntura globale e soprattutto alla banca centrale europea che con la sua aggressiva politica del denaro a costo zero e con l'acquisto massiccio di titoli di stato ha dato l'illusione di un miglioramento. Come si fa con i malati terminali: per ottenere un certo livello di euforia la BCE ha somministrato grandi quantità di morfina. Tuttavia non è possibile curare con la morfina.

La Germania è il vero vincitore dell'euro? Una leggenda

L'Europa ha bisogno di un processo ordinato per gestire l'uscita dalla situazione di indebitamento eccessivo degli stati e dei privati. A tal fine i creditori, soprattutto la Germania, e i debitori dovrebbero trovare un accordo su una combinazione fra: taglio del debito, socializzazione dei debiti e allungamento delle scadenze. Senza una pulizia dai crediti deterioriati l'eurozona resterà intrappolata in uno scenario giapponese. 


La soluzione dovrebbe essere un fondo per il rimborso del debito pubblico e privato, i cui pagamenti dovrebbero essere prolungati per decenni e per il quale i paesi creditori dovrebbero dare il contributo maggiore. Il piano per il fondo esiste già da diversi anni. Dopo di cio' si potrebbe anche decidere in pace quali paesi possono restare nell'euro: Italia, Portogallo e Grecia sicuramente no.

Il rifiuto dei politici tedeschi di riconoscere questa situazione agendo di conseguenza, aumenta ogni giorno il danno finanziario, economico e politico. Insistere sulle politiche di austerità e sulle riforme è teoricamente anche corretto, ma in una situazione di eccessivo indebitamento è controproducente. L'europolitica tedesca è andata a sbattere. La responsabilità di tutto cio' è di chi ci ha governato negli ultimi 10 anni, di chi per paura degli elettori ha fatto affidamento sull'insabbiamento, la repressione e sul principio della speranza.

Allo stesso tempo è stato ripetutamente sottolineato quanto l'euro sia importante per la Germania e che noi saremmo i veri beneficiari della moneta unica. In verità l'euro è un programma di sovvenzioni su larga scala erogate all'industria dell'export nazionale, che come sempre accade quando ci sono tali sovvenzioni, sta vivendo una pseudo-fioritura, mentre gli aumenti di produttività sono in calo. Inoltre siamo noi a pagare questi sussidi. Ed è una favola quella secondo cui i veri vincitori dell'euro saremmo noi tedeschi.

La politica tedesca ci ha reso ricattabili

A causa del rifiuto della politica tedesca di sostenere un corso politico costruttivo - ma sicuramente costoso - ci siamo trovati in una situazione di ricattabilità. La parola chiave sono gli esplosivi saldi Target II della Bundesbank, che si stanno avvicinando ai 1.000 miliardi di euro. Si tratta di oltre 12.000 euro a testa per ogni residente in Germania, denaro che prestiamo senza interessi, senza una scadenza e senza alcuna garanzia a dei paesi con un rating creditizio molto debole. Altri paesi come la Norvegia, Singapore e persino la Svizzera (attraverso la banca centrale) investono i loro soldi nel modo piu' proficuo possibile. Noi invece i nostri soldi potremmo anche regalarli.

Sebbene Mario Draghi sottolinei che un paese che esce dall'euro deve "naturalmente" rimborsare i suoi debiti Target, sarebbe piu' o meno come cercare di mettere le mani nelle tasche di un uomo nudo. L'Italia dichiarerebbe semplicemente la bancarotta. Problema risolto. Allora cosa dovremmo fare?

La situazione speciale dell'Italia

E gli italiani naturalmente questo lo sanno. Ho già spiegato piu' volte perché l'Italia rimane il primo candidato per un'uscita dall'euro. La recessione è durata piu' a lungo di quella degli anni '30. La performance economica è ben al di sotto del livello già non brillante del 2008.  La disoccupazione è elevata e il debito pubblico è fuori controllo. Il recupero del 30% di svantaggio in termini di costo del lavoro per unità di prodotto nei confronti della Germania tramite una svalutazione interna, vale a dire la riduzione dei salari, è del tutto illusorio.

L'Italia potrebbe salvare una parte della sua base industriale uscendo dall'eurozona. Con una lira svalutata il paese tornerebbe competitivo da un giorno all'altro.

I politici italiani hanno imparato dagli errori della Grecia. La semplice minaccia di un'uscita non funziona. E' meglio prepararla con una valuta parallela, contro la cui introduzione né Bruxelles né la BCE potranno fare molto.

Una volta che la nuova lira è in circolazione sarà sufficiente un decreto e l'euro in Italia sarà storia. Sarà quindi possibile convertire una buona parte del debito nella nuova valuta. I creditori a cui cio' non è piaciuto potranno lamentarsi a Londra. Ma ci vorrà del tempo.

La coalizione fra Lega e Cinque Stelle voleva andare direttamente in questa direzione. Ma anche con il passaggio all'euro resterebbe il problema dell'alto indebitamento. Poiché la maggior parte dei creditori risiede nel paese - le ricche famiglie italiane - quella di annullare i crediti in mano alla BCE è una buona idea. Solo il momento della pubblicazione è stato infelice. Il governo probabilmente voleva uscire allo scoperto un po' piu' avanti.

Cancellazione del debito - perché no?

E' importante sapere che l'annullamento del debito detenuto dalla BCE non è nemmeno una cattiva idea, a condizione che sia legato ad alcune premesse. Io mi immagino già le urla di chi sostiene che si tratta del vietatissimo finanziamento agli stati da parte della banca centrale, il quale contraddice qualsiasi trattato dell'UE e dell'Eurozona.

Sull'argomento bisogna dire una cosa: non sarebbe certo il primo né l'ultimo trattato violato dai politici - nel tentativo disperato di far quadrare un progetto politico che economicamente non funziona ed è contrario ad ogni logica. 

L'idea della cancellazione del debito non è nuova. In Gran Bretagna, in considerazione della situazione debitoria del paese, se ne parla da anni. L'ex capo di McKinsey Lord Adair Turner ne ha parlato come della sola possibilità per il mondo occidentale di uscire dalla trappola del debito.

Il suo libro "Debt and the Devil" merita di essere letto. In esso chiede che le banche centrali acquistino gran parte del debito pubblico e poi semplicemente lo azzerino. Dal momento che le banche centrali non possono fallire non sarebbe particolarmente problematico, a patto pero' che si tratti di un caso unico.

E questo è davvero il punto critico. Se venisse ripetuto, la fiducia nel valore del denaro scomparirebbe e ci troveremmo nuovamente nelle condizioni di Weimar.

La questione dell'effetto sul valore della moneta è decisiva. Mentre alcuni economisti si aspettano sin da subito un'inflazione elevata, altri sottolineano che non ci sarebbe la creazione di nuovo denaro, perché è già in circolazione. 

Se ora noi in Europa volessimo andare in questa direzione, avremmo naturalmente un problema di redistribuzione. I paesi che hanno mantenuto basso il debito, come la Germania, avrebbero dei vantaggi inferiori rispetto ai paesi con un debito piu' alto.

Tuttavia dovremmo farlo in maniera complessiva e comprendere nella cancellazione anche il debito di tutti gli altri paesi e al tempo stesso l'eccesso di debito privato che si nasconde dietro gli oltre 1.000 miliardi di crediti deteriorati nei bilanci delle banche europee. Parliamo di una somma complessiva di oltre 3 trilioni.

Gli italiani possono essere accusati solo di non aver pensato abbastanza in grande. Cosa sono 250 miliardi per l'Italia? Se vuoi davvero farlo, fallo per bene e fallo per tutti.

Usciamo prima che a farlo sia l'Italia

"Usciamo prima che a farlo sia l'Italia", era il mio consiglio nell'agosto del 2015. Si' ancora una volta arrivava in anticipo ed è probabile che anche questa volta sia in anticipo. L'Italia avvierà sicuramente un'ampia azione diplomatica alla ricerca di altra morfina per ritardare la bancarotta. Il nostro governo continuerà senza dubbio a insistere nella stessa direzione, a prescindere dal costo delle misure.

Gli italiani, a differenza di noi, almeno sembra che abbiano una strategia. Sarebbe molto meglio avvicinarci all'uscita. Un'eurozona senza la Germania sarebbe sicuramente piu' omogenea e funzionerebbe meglio. Se fino ad allora sarà possibile spillare soldi alla Germania, tanto meglio. Già sei anni fa la Bank of America ipotizzava che dal punto di vista della teoria dei giochi per l'Italia sarebbe stato ottimale estorcere quanto piu' denaro possibile alla Germania, per poi uscire. Ancora meglio sarebbe se ad uscire fossimo noi. 

Se tanto alla fine si arriverà comunque a questo sviluppo, perchè allora non sarebbe preferibile farlo oggi, invece di domani?

13 commenti:

  1. Voci dall'Italia: la (stupidaggine) proposta di chiedere alla BCE (?) di cancellare 250 mld di euro in titoli di Stato era una scemenza talmente grossa che si sono affrettati a cancellarla poche ore dopo. Rimane tema prettamente accademico o per riviste come "Manager Magazin". :)

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    1. Mi pare tu sia ormai in modalità trolleggio...cmq l'articolo è valido e la riflessione interessante, l'autore estremamente ragionevole. La proposta non è piu' nell'accordo ma sicuramente piu' avanti verrà tirata di nuovo fuori, questione di opportunità politica, una cosa alla volta.

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  2. Ero in modalità "sarcasmo" a dire la verità. Allora, ciò che ha scritto costui ha davvero dell'assurdo oltre che mostrare di non sapere di cosa parla (anche se non è l'unico) riguardo la presunta richiesta inserita in una prima bozza di accordo M5S-Lega.
    I 'famosi' 250 mld di titoli da 'bruciare' non li ha la BCE, bensì la Banca d'Italia, per l'esattezza per € 357.677.002.655 al 31.12.2017. La BCE, sempre al 31.12.2017, aveva all'attivo titoli per € 228.386.260.874 che non sono di soli titoli italiani ma di tutti i Paesi (o quasi) della zona euro. Di italiani ne avrà si e no per 30-35 mld. Ergo, se si vuole chiederne la cancellazione suonare il campanello di Ignazio Visco e non di Mario Draghi. Basta saper leggere i bilanci e costui non l'ha fatto nè tantomeno sa come funziona il famoso Quantitative Easing dove la BCE si impegnava ad acquistare l'8% dei titoli di Stato mentre il restante 92% era di competenza delle singole banche centrali nazionali. Ora, chiedere di cancellare una voce all'attivo di 250 mld ad una società, una banca anche centrale che sia, che ha un patrimonio (al 31.12.2017) di 25,6 mld (cioè un decimo) è roba che fa sbellicare dalle risate o suscitare compassione per la demenzialità della proposta. Tra l'altro costui ipotizza perfino di spingersi oltre: "Was sind schon die 250 Milliarden für Italien? Wenn man es schon machen will, dann aber richtig und für alle!". Calo un velo pietoso ed evito ogni commento al riguardo...
    Costui poi sostiene che l'eurozona ha amplificato le differenze tra nazioni. Ebbene credo che abbia davvero le idee confuse perché a guardare i dati veri (non quelli che avrà sognato) le nazioni della zona euro meno ricche hanno registrato crescite superiori alla media: dal 2010 (indice 100) la crescita media ponderata della zona euro a 19 è stata al 2017 del 8,3% (indice 108,3). Le nazioni che hanno registrato crescite superiori sono state in ordine decrescente: Irlanda (61%), Malta (45%), Estonia (28%), Lituania (28%), Lettonia (27%), Slovacchia (21%), Slovenia (10%), tra queste poi Germania (13%), Austria (10%), Paesi Bassi (10%) e Belgio (8%). Se guardiamo agli Stati Uniti, che spesso vengono menzionati quando si invocano i trasferimenti fiscali quale 'elisir toccasana', la situazione è ben differente: gli stati più ricchi crescono a ritmi maggiori della media mentre il contrario per quelli meno ricchi e quindi il divario aumenta costantemente. Ma non serve girare il mondo per realizzare che la moneta non c'entra e non risolve nulla così come i trasferimenti fiscali, basta guardare all'Italia, non dell'euro periodo ma proprio dei 'favolosi anni della lira', quando non si è mai registrata una crescita del meridione maggiore di quella del settentrione.
    Sul Target2 mi esimo dal dire alcunché, se costui confonde un puro effetto contabile causato dal programma PSPP (Public Sector Purchase Programme), al secolo Quantitative Easing, da quello derivante dall'acquisto di beni e servizi significa che farebbe bene a dedicarsi ad altro anche se non è l'unico in Germania a 'sclerare' su questo tema.
    Ora vedi tu chi è il "troll".
    Ti auguro comunque una buona domenica! :)

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    1. Da un punto di vista tecnico la ricontabilizzazione del debito detenuto dalle banche centrali non è una bestemmia, e lo ammette anche Perotti su Rai 3. Si tratta di una partita di giro, nella misura in cui notoriamente Banca d'Italia distribuisce l'utile proveniente dalle cedole allo stato italiano e sulla liquidità per l'acquisto dei titoli non viene corrisposto nessun interesse alle altre banche dell'eurosistema, ed è esattamente il motivo per cui i tedeschi sono alquanto nervosi per l'importo raggiunto dai saldi Target. Non vedo nessun ostacolo di natura tecnica. Sul piano politico mi sembra tutto un po' piu' complesso, visto che i tedeschi per ragioni di politica interna e per i loro limiti congeniti difficilmente riuscirebbero ad andare incontro ad una simile richiesta. Nel frattempo AfD continua a crescere mentre la SPD ormai ha un ruolo di pura testimonianza politica. Bisogna anche dire che per Frau Merkel e Herr Scholz il sentiero è sempre piu' stretto, da un lato l'insostenibilità politica dell'unione di trasferimento, dall'altro la consapevolezza che non possono assumersi la responsabilità storica di aver fatto fallire l'unione moenetaria e l'UE, dopo la prima e la seconda guerra mondiale e l'olocausto. L'Italia non è la Grecia, se il governo italiano cercasse di far salire il livello dello scontro con Bruxelles, Francoforte e Berlino, difficilmente Frau Merkel potrebbe comportarsi come all'epoca fece con Tsipras. Ovviamente si tratta di uno scenario in cui si aprono autostrade elettorali per AfD.

      Per quanto riguarda la natura dei saldi Target, non fare troppo il professore, visto che anche il prof. Sinn ripete da anni che i saldi target riflettono i disavanzi commerciali ed ovviamente la liquidità che l'eurosistema mette a disposizione delle banche centrali per l'acquisto dei titoli di stato.

      Sugli effetti della moneta unica in termini di divergenza o convergenza mi astengo, mi sembra un dibattito onestamente molto lungo e oggi è domenica.

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    2. Infatti sui saldi Target mi riferivo soprattutto a lui ed a questa sua ossessione che va avanti da anni sebbene pure la Bundesbank, con le dovute cautele ed il rispetto per una figura come la sua, gli ha risposto che non è esattamente come lui la presenta. Innanzi tutto è una questione tra banche centrali e come sappiamo sono entità ben differenti in quanto essendo le uniche a poter creare denaro non possono per definizione fallire anche con patrimonio negativo. Però vorrei capire perché Banca d'Italia, per fare un esempio, in caso di uscita dall'eurozona non dovrebbe saldare la situazione (in passivo) con l'Eurosistema. E' come se io anziché pagare volta per volta il conto al supermercato ottenessi un credito e il giorno in cui mi volessi trasferire decidessi di non pagare il totale dovuto pur disponendo di denaro sufficiente sul conto corrente. Ma ipotizziamo pure che in Banca d'Italia siedano un domani dei 'lazzaroni' e decidessero di non pagare, cosa accadrebbe? Che la BCE subirebbe una perdita e la Bundesbank si accollerebbe la quota di competenza (non tutto l'ammontare!) ma trattandosi di banche centrali dove sta il dramma? Mica falliscono e i cittadini tedeschi, come degli altri Paesi, non subirebbero alcuna perdita.
      Lo stesso discorso per una cancellazione del debito espresso in obbligazioni del governo detenute dalla banca centrale, come scritto essa può operare anche con un patrimonio netto negativo ma è una tale 'strampalaggine' che vedrai tra poco cadrà nel nulla. Il prossimo 14 giugno ci sarà la riunione del Consiglio Direttivo della BCE a cui seguirà la conferenza stampa di Draghi, sicuramente ci sarà un giornalista che non si lascerà scappare l'opportunità di chiedergli di questa ipotesi e sarà interessante ascoltare la sua risposta.

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    3. Vorresti fare il tedesco ma si vede che sei mediterraneo quando scrivi: "ma trattandosi di banche centrali dove sta il dramma? Mica falliscono e i cittadini tedeschi, come degli altri Paesi, non subirebbero alcuna perdita."

      Per i tedeschi significherebbe di fatto aver regalato per 10 anni BMW e VW agli italiani e agli spagnoli e soprattutto aver regalato agli irresponsabili latini una macchina per stampare denaro fresco fresco con cui acquistare beni tedeschi, notoriamente i migliori del mondo, ma anche no. Ma soprattutto a causa dei tassi a zero, che di fatto sono una enorme unione di trasferimento, aver perso 10 anni di remunerazione sul risparmio e le pensioni. Anche per quanto riguarda il tema dei titoli di stato in mano a Banca d'Italia, di fatto il QE è un programma di ristrutturazione del debito italiano e spagnolo a spese dei risparmiatori tedeschi, scrive il prof Sinn: "In realtà l'opinione pubblica avrebbe tutte le ragioni per essere preoccupata: la nuova crescita dei saldi Target è il risultato di un gigantesco programma di ristrutturazione del debito in cui i creditori privati sono stati sostituiti dalle banche centrali degli altri paesi".
      E' brutale ma è difficile dargli torto

      L'articolo completo:

      http://vocidallagermania.blogspot.de/2017/08/hans-werner-sinn-il-qe-della-bce-per-la.html

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    4. La tesi di Sinn la conosco a memoria avendola seguita sin dagli albori e la trovo inconsistente nella gran parte. Come ho scritto persino la Bundesbank l'ha ridimensionata. Ho poi già fatto l'esempio che se si acquista un bene o un servizio all'estero ma in un Paese della zona euro l'importo mi viene tolto mentre viene accreditato al venditore. Quindi non c'è nessun credito da parte di Volkswagen, BMW o altri, è solo una questione di scrittura contabile tra banche centrali. E ripeto: perché non dovrebbero pagare le banche centrali che si trovano in passivo? Boh...
      Quanto alla parte successiva, anche qui ci sono tedeschi che non vedono al di là del proprio naso. Quanto è stata l'inflazione durante il periodo di bassi tassi? quanto hanno risparmiato il governo ed i Länder in interessi facilitando il pareggio di bilancio (Schwarze Null) ed il calo del debito? Quanto ha favorito il sistema economico con aumento di occupati e quindi di contributi?

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    5. Essendo tu importatore dalla Germania dovresti conoscere molto bene il tema. Se vai al bar e continui a bere e fai segnare sul conto della banca centrale ma poi la banca a un certo punto dice chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, puoi trovare tutte le giustificazioni che vuoi ma il barista ti ha dato da bere gratis. Per quanto riguarda i basdi tassi, se hai 1500 miliardi di euro di crediti esteri espressi in euro e la banca centrale ti tiene artificialmente i tassi a zero tu perdi 15 miliardi di euro di interesdi per ogni punto percentuale di abbassamento dei tassi, fai tu il conto su quanto la Germania ha perso. La Bundesbank agisce in chiave politica e non può gettare altra benzina dul fuoco visto che Weidmann vuole diventare presidente Bce,sempre che nel 2019 ci sia ancora la Bce. Grazie comunque per il contributo

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  3. Scrive il Colucci:
    Sul Target2 mi esimo dal dire alcunché, se costui confonde un puro effetto contabile causato dal programma PSPP (Public Sector Purchase Programme), al secolo Quantitative Easing, da quello derivante dall'acquisto di beni e servizi significa che farebbe bene a dedicarsi ad altro anche se non è l'unico in Germania a 'sclerare' su questo tema.

    Dico che ha ragione, i dati del Target 2 esprimono solo le diverse efficienze delle economie degli Stati che hanno adottato l'Euro, non certo debiti e crediti degli stessi, perchè chi dovevava qualcosa lo ha già sborsato e chi era in credito lo ha già incassato.
    Lo spiega bene Borghi Aquilini in questo video dal minuto 7.00: On. Claudio Borghi: perchè la Germania reclama dei crediti nei nostri confronti? Cos'è Target2

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  4. Anche Borghi fa un po' di confusione ma in qualche modo dice una cosa vera, se io acquisto un bene o un serizio da VdG che risiede in Germania il corrispettivo mi viene addebitato e quell'importo non è più tra le mie competenze. Viceversa per lui che dal giorno dell'acredito può usare a suo piacimento il controvalore della vendita. La questione è puramente contabile e tra banche centrali, io tutta questa attenzione francamente non la capisco.

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  5. https://www.google.it/amp/amp.ilsole24ore.com/pagina/AEr8WtF

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  7. Cari VdG e Cocucci, mi sembra di assistere a un dibattito su : " Dio esiste? ".
    Cmq sempre 1000 grazie per tutto il vostro lavoro.

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