giovedì 24 maggio 2018

Heiner Flassbeck: le nuove idee italiane sono ragionevoli e i tedeschi devono avviare un dialogo con il nuovo governo

Per il grande economista Heiner Flassbeck le nuove idee italiane sono ragionevoli e giuste mentre i leader politici del nuovo governo hanno gli attributi per sfidare l'arroganza tedesca. Frau Merkel farebbe bene ad aprire un dialogo con gli italiani, prima che sia troppo tardi, per la Germania e per l'Europa. Da Makroskop.eu


Non è chiaro se Petra Gerster fosse consapevole di cio' che stava dicendo durante la trasmissione Heute della ZDF (qui) quando ha aperto il primo servizio affermando che l'Italia ha attualmente 2.300 miliardi di euro di debito e i nuovi populisti, arrivati al potere a Roma, in realtà vorrebbero fare solo delle riforme molto costose. Il suo collega Claus Kleber, con il suo ineguagliabile mix di ignoranza e arroganza, un po' piu' tardi ha detto che gli italiani dovranno essere "messi alla briglia" da Bruxelles, se vogliamo che l'eurozona continui ad esistere.

In questi giorni la stupidità macroeconomica ancora una volta celebra il suo momento piu' alto. E chiamarla stupidità non è un eccesso, piuttosto un eufemismo. Certo, si tratta ancora della stupidità della casalinga sveva che non riesce a capire che non puo' esserci alcun miglioramento economico senza un aumento del debito. In particolare non vuole capire che anche in Germania la situazione economica migliora solo quando il debito aumenta. Ma per noi è indifferente, ci arrabbiamo solo quando - oh orrore - improvvisamente ci rendiamo conto che gli altri sono ancora piu' indebitati di prima.

E' molto pericoloso

Fino ad ora per le persone illuminate questo dibattito era stato piu' che altro una ragione sufficiente per lamentarsi dell'ignoranza della politica e della società in materia di economia, ma ora il senso del dibattito sta cambiando radicalmente. Perché ora la stupidità collettiva del nord Europa, massicciamente rafforzata dai media, degenera in una controversia politica che potrebbe danneggiare non solo l'Europa, ma presumibilmente anche la democrazia, se non addirittura finire per distruggerla.

Le sciocchezze strombazzate ogni giorno nei "moralissimi" e "avanzatissimi" paesi del nord, questa volta non riguardano un piccolo governo ingenuo e alla fine arrendevole come quello greco. Questa volta si tratta del governo di un grande paese che è stato esplicitamente votato dai cittadini per rivedere il coinvolgimento dell'Italia in Europa ed eventualmente metterlo in discussione nel caso in cui non sia piu' possibile negoziare una modifica di tale coinvolgimento. E si tratta - almeno nel caso della Lega - di un partito che ha le competenze economiche per misurarsi anche intellettualmente con l'Europa tradizionale, il che non significa altro che poter chiamare apertamente la stupidità nordica per quello che è, appunto stupidità.

Quando gli "estremisti di destra" sono spinti al radicalismo

Ancora piu' importante è che la Lega di Matteo Salvini ha un segretario con la faccia tosta e la brutalità necessaria per non farsi intimidire dai burocrati di Bruxelles e dai diplomatici degli altri paesi. Per lui la resistenza del Nord Europa significa solo affidarsi alla prossima opportunità, vale a dire nuove elezioni, per diventare cosi' forte da non doversi piu' interessare degli appellativi del nord, come "xenofobo" o "radicale di destra".

Non voglio ripetere quello che ho detto altrove sulla situazione economica italiana e sulle sue prospettive (link). Tuttavia, il rifiuto da parte del nord di riflettere sulle legittime preoccupazioni del sud ci ha portato esattamente al punto in cui ci troviamo oggi.

E questo era chiaramente prevedibile il 5.12 del 2016 (dopo il referendum) quando scrivevo:

"La Germania, con la sua insistenza sulle regole del patto di stabilità e crescita, per ragioni puramente ideologiche blocca ogni tentativo di uscire dalla crisi dal lato della domanda.

La via di uscita dalla crisi europea porta direttamente al nazionalismo. Per questo non è esagerato dire che la Germania è direttamente responsabile del nazionalismo nel sud-Europa. Del nazionalismo del nord è responsabile solo indirettamente: soprattutto per aver mentito ai tedeschi raccontando che il sud pigro dipende dai trasferimenti del nord, aprendo quindi la strada ai partiti di destra. 

Ora bisogna guardare a come i politici e i media tedeschi, considerando questi fatti, gestiranno la questione europea e le responsabilità tedesche. Potremo cosi' capire qual'è il livello di confusione in Europa. Unire i punti che permettono alla politica di fare qualche passo nella giusta direzione è un compito molto difficile. Il terremoto italiano e l'ascesa del nazionalismo austriaco con un po' piu' di lungimiranza potevano essere evitati. Ma la lungimiranza e la comprensione non sono qualcosa che possiamo aspettarci dal sistema politico, mediatico ed accademico, in Germania e in Europa" 

Ed è andata esattamente cosi'. Ma di una tale riflessione nel nord non c'è alcuna traccia. Sempre la stessa attitudine testarda, l'insistere sempre sulle stesse regole (obiettivamente false), ignorando pero' quelle che invece riguardano la Germania stessa. Ma il modo in cui la Germania, insieme alla sua "stampa libera" e alla sua "scienza libera" continua a non tenere affatto conto delle regole previste in merito alla limitazione degli avanzi delle partite correnti, difficilmente puo' essere espresso a parole.

Siamo certamente l'incarnazione della saggezza e della solidità e per questo ci guardiamo bene anche solo dall'avviare un dialogo con gli altri sui possibili errori del passato. Ma chi oggi si rifiuta di entrare in un dialogo dal risultato aperto con un nuovo governo eletto democraticamente, di qualsiasi colore esso sia, nonostante la richiesta sia economicamente motivata, finirà per raccogliere una tempesta fascio-nazionalista, che a confronto, cio' che stiamo vivendo ora è solo una leggera brezza.

16 commenti:

  1. Quindi hanno AMMESSO (Kleber) che il problema è loro: far restare in vita l'euro serve a loro, altro che espellere l'Italia. La vogliono dentro, non fuori.

    Vài che adesso arriva l'eterno trollino verboso.

    Complimenti peraltro all'autore per avere osato dire quello che è Salvini: brutale. Balza agli occhi. In Italia nessuno l'avrebbe riconosciuto ed è un male, perché impedisce di confrontarsi con una parte della realtà.
    Stessa audacia quando parla della testardaggine ottusa dei suoi connazionali, cosa che posso confermare a livello aneddotico. Ho avuto l'occasione di parlare con diversi tedeschi in anni e contesti diversi e su toni pacifici di argomenti che nulla avevano a che fare con l'UE. Qualsiasi discussione andava così: loro esponevano le loro posizioni, io o altri argomentavamo, venendo ascoltati in religioso silenzio. Dopodiché loro ribattevano: "Zzziii, maaaa" e ripetevano esattamente lo stesso identico discorso di prima, da cima a fondo, senza minimamente prendere in conto gli argomenti portati.
    Rigore o appunto ottusità?

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  2. "La Germania, con la sua insistenza sulle regole del patto di stabilità e crescita, per ragioni puramente ideologiche blocca ogni tentativo di uscita dalla crisi dal lato della domanda."
    Strano che abbia affermato ciò il 'grande economista' perché DAL 2011 AL 2017 è proprio la domanda interna da parte privata che ha dato slancio alla crescita: +11% nell'eurozona e +16% in Germania. L'Italia? Appena poco più del 4% dato che il settore pubblico continua a dissanguare i redditi.

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    1. A me pare proprio questo invece il punto centrale del dibattito intorno all'euro, ed è semplicemente il fatto che pur avendo una enorme disoccupazione e capacità produttive inutilizzate, francesi e italiani, ma soprattutto gli italiani, non possono fare una manovra espansiva senza la cooperazione dei tedeschi, proprio perché gli aumenti di spesa si trasfomano direttamente in un aumento di importazioni e quindi in ulteriore debito estero. Infatti dati alla mano, e tu i dati li conosci meglio di me, il saldo commerciale fra italia e germania continua a peggiorare, dando un contributo negativo alla crescita italiana (dal punto di vista contabile). Mi pare questo sia il senso del ragionamento del sig. Flassbeck, che peraltro resta un grande economista, senza alcun dubbio.

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    2. Il debito estero non è legato ai consumi, bensì ai prestiti pubblici e privati (banche). Se all'aumento dei consumi segue un aumento delle importazioni è per una parte una conseguenza del fatto che molti beni sono realizzati all'estero anche da imprese italiane che hanno delocalizzato e per il resto dal fatto che il consumatore sceglie tra beni italiani e stranieri e comprensibilmente una parte ricade su questi ultimi. Per migliorare l'export occorre favorire le imprese consentendo loro di concorrere alla pari, ovvero in un contesto simile a quello della principale concorrenza.

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    3. Mi spiace ma non funziona cosi', nel dorato mondo ell'euro, per rilanciare l'economia e ridurre la disoccupazione italiani, spagnoli e francesi dovrebbero procurarsi capitali che poi finirebbero in parte all'estero e quindi ripartirebbe il giro dell'indebitamento estero, basta andare su eurostat e dare un'occhiata, basta davvero poco, ma non ce ne è nemmeno bisogno, perché è chiaro. Per ovviare a questo problema fondamentale, qualcuno sostiene i CCF (certificato di credito fiscale) perché dice che smontare l'euro è troppo rischioso e finirebbe a mazzate, qualcun'altro invece propone i mini-bot come inizio, tanto per vedere l'effetto che fa e non trovarsi impreparati. Io vedo che sulla stampa tedesca chi dice cose ben note come il sig. Flassbeck viene marginalizzato, nella migliore delle ipotesi, oppure insultato, e la cosa non mi piace affatto. Io credo che nei prossimi mesi si tornerà a insultarci e dalla Germania arriveranno offese pesanti, con i peggiori cliché, come di solito accade a chi mette in discussione gli interessi del paese dominante. Siamo tornati al punto di partenza. Penso anche che il sig. Flassbeck abbia ragione quando scrive che i tedeschi con la loro testardaggine alimentano i peggiori nazionalismi, con AfD che nei sondaggi viene data davanti alla SPD, non ci sono parole. L'euro onestamente mi pare sia messo molto male, spiace molto per gli importatori, davvero...

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    4. spiace molto per gli importatori, davvero... :D:D :D

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    5. Lasciamo perdere CCF e minibot, rimaniamo sulle cose serie...semmai vorrò tanto vedere Claudio Borghi pagare una corsa in Taxi con i minibot ad un tassista romano di quelli gajardi trasteverini!
      Parliamo di disoccupazione. Se ci si sofferma al dato generale si commette l'errore di valutazione. Gli ultimi dati Istat danno un tasso del 6,7% nel settentrione, del 9,7% al centro e (naturale) 19,3% al sud. Come mai questa differenza? E' recente? Allora, se nel meridione il tasso è così alto è conseguenza della scarsa predisposizione all'iniziativa imprenditoriale che regna in quelle regioni. Tra l'altro è possibile che sempre in quelle regioni non c'è settore pubblico allo stesso livello di qualità dei servizi che c'è nelle regioni al di sopra della linea gotica? E' una coincidenza? E' colpa della partecipazione alla UE e euro? Ditemi una università di alta qualità che si trovi in una città al di sotto di Napoli. Oppure una struttura ospedaliera. Eppure i trasferimenti ci sono stati e negli anni sono stati ingenti. Il meridione ha la possibilità di diventare ricco quanto il nord se sfruttasse quello che ha naturalmente: l'ambiente!
      Non serve stare a guardare all'estero, basta leggere la storia di Trentino Alto-Adige e Veneto ad esempio. Due regioni che hanno fatto del turismo il volano per l'economia fatta più di imprese artigianali che di industria, imprese che sono sorte sollecitate appunto dal turismo. Insomam basti sapere che il Veneto accoglie più turisti di tutto il meridione. Eppure da un lato ci sono città d'arte, montagne e mare (di certo non all'altezza di quello a sud del Paese) nel meridione non mancano certo luoghi in grado di attrarre turisti. Ma serve volerlo e possedere spirito di impresa. Altro che assistenzialismo.

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    6. "Gli ultimi dati Istat danno un tasso del 6,7% nel settentrione, del 9,7% al centro e (naturale) 19,3% al sud. Come mai questa differenza? E' recente? Allora, se nel meridione il tasso è così alto è conseguenza della scarsa predisposizione all'iniziativa imprenditoriale che regna in quelle regioni."
      Ma cosa dici... Come al solito ti atteggi ad esperto e poi cadi su banalità come queste...
      Il Sud Italia, da una posizione di minore competitività, ha subito l'Unità d'Italia così come l'Italia ha subito la UE... E infatti il percorso è stato il medesimo: deindustrializzazione della periferia, aumento vertiginoso della disoccupazione.
      La UE e l'Euro sono totalmente disfunzionali rispetto all'obiettivo di una crescita condivisa e solidale.

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    7. "L'Italia? Appena poco più del 4% dato che il settore pubblico continua a dissanguare i redditi"
      La contabilità nazionale secondo il finanziere Cocucci... Tu dov'eri tra il 2011 e il 2017? Non ti ricordi l'emergenza del debito estero italiano del 2011 e il "fate presto" dei giornali? Non te lo ricordi Monti che arriva col preciso scopo di demolire la domanda interna italiana (e quindi le potenzialità di crescita) per riequilibrare la bilancia dei pagamenti e tranquillizzare i creditori esteri? Infatti l'Italia è l'unico paese che dopo il 2011 non è praticamente cresciuto, e grazie tante, quando hai un primo ministro che fa gli interessi degli altri paesi invece del proprio... Non hai fatto caso che la ricetta "europeista" chiesta all'Italia va esattamente nella direzione opposta a quella che le garantirebbe di ripartire? Cioè diminuire ancora la spesa pubblica, portando il paese ancora più in recessione, e questo solo per diminuire il debito pubblico? E senza contare che l'Italia dal 2011 è il paese che aumentato DI MENO la spesa pubblica! Ti sembra che ottenere degli avanzi primari del 5% annuo possa rilanciare la nostra economia?
      La tua narrazione è vergognosa e falsa, non hai nemmeno un minimo di amor proprio da cittadino italiano. Non ti fai scrupolo a mentire spudoratamente pur di sostenere interessi altrui. Ma si può sapere chi te lo fa fare? Che cosa ti ha fatto di male l'Italia? Che ha già abbastanza problemi senza bisogno di inventarne altri pur di affossarla?

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    8. @ Cocucci
      "E' colpa della partecipazione alla UE e euro?"
      Ignoranza vergognosa. Studia la storia, 150 anni di storia dell'annessione del Sud al Nord Italia che spiegano perfettamente la tragedia dell'annessione dell'Italia alla UE. E poi ti permetti anche di fare discorsi da economista, quando non capisci nemmeno i fondamentali. Economia da primo anno di università. Ciclo di Frenkel, parità del cambio con paesi più forti, disastro economico.

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    9. Ecco bravo, ripassa un po' di Storia d'Italia cominciando da questo articolo:
      https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/25/divario-nord-sud-tutto-inizio-con-lunita-ditalia-lincapacita-genetica-non-centra/1535817/

      PS. Se non capisci le figure dimmelo che te le spiego come ti spiego anche la loro dinamica nel tempo.

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    10. Sì Maurizio, il tuo articolo dice esattamente quel che dico io, e cioè che l'Unità di Italia ha massacrato il vaso di coccio, cioè l'Italia del Sud, così come l'unità tedesca ha massacrato senza ritorno la Germania Est.
      Se volevi dire che ho ragione ti ringrazio. Forse allora sei tu a dover studiare meglio la storia... Probabilmente hai letto l'articolo ma ci hai capito poco.

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    11. Tu sei l'esempio lampante di analfabetismo funzionale. L'articolo dice che al momento dell'Unità d'Italia le regioni meridionali non erano arretrate rispetto a quelle settentrionali come lo sono oggi, anzi erano in condizioni abbastanza simili. Forse anche meglio dal punto di vista finanziario dato che il Regno delle Due Sicilie non se la passava bene sotto questo punto di vista. L'analaogia con la riunificazione tedesca è del tutto fuori luogo come il Ciclo di Frenkel. Poi l'articolo parla chiaramente che a seguito di politiche a discapito del meridione si è andato via via accentuando la differenza. Esattamente il contrario di ciò che è avvenuto tra i Länder ex DDR e quelli RFT. Non mi sorprende quindi che non hai fatto caso che nell'immediato dopoguerra (II Guerra Mondiale) il nord-est era ancora arretrato ma ad iniziare dagli anni '70 si è registrata una eccezionale crescita fino ad arrivare al vertice della ricchezza prodotta tra le regioni italiane. Se quindi inizialmente il meridione può chiamare in causa la cattiva politica, negli ultimi decenni questa tesi non regge più, è proprio una carenza di predisposizione al rischio di impresa.

      Ma tu continua a credere che sia colpa dell'euro e della UE cattiva.

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    12. E' molto divertente notare come lo stesso giornale da te citato, in altro articolo, mette in luce come molto probabilmente l'unione monetaria sia risultata inefficace nel garantire uno sviluppo equilibrato nel paese, e anzi, come la debolezza politica del Sud e le politiche predatorie del Nord (esattamente come successo in Germania) abbiano poi via via acuito il divario.
      https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/28/moneta-unica-e-mezzogiorno-la-lira-piemontese-e-la-causa-del-divario-nord-sud/3881910/
      L'articolo prosegue in modo interessante qui:
      http://www.economiaepolitica.it/industria-e-mercati/mezzogiorno/lunificazione-monetaria-italiana-e-il-divario-nord-sud/
      "l'articolo parla chiaramente che a seguito di politiche a discapito del meridione si è andato via via accentuando la differenza"
      E infatti la moneta unica non è stata in grado di correggere quella rotta, impedendo al Sud di poter rispondere efficacemente agli shock asimmetrici, come l'articolo da me citato spiega.
      "Esattamente il contrario di ciò che è avvenuto tra i Länder ex DDR e quelli RFT"
      Certo come no. La RFT ha fatto politiche di sviluppo per i cugini dell'Est! Mai letto Anschluss di Giacchè? Il livello di predazione dell'Est da parte dell'Ovest ha raggiunto livelli inimmaginabili!
      "Se quindi inizialmente il meridione può chiamare in causa la cattiva politica, negli ultimi decenni questa tesi non regge più"
      Considerazione infantile: una volta innescato il divario di sviluppo tra le aree, in condizione di unità politica e monetaria è praticamente impossibile recuperare il divario, non è difficile da capire.
      Riassumendo: nei primi anni dell'Unità si lavora politicamente per innescare un divario economico tra Nord e Sud, e poi l'unione monetaria farà il suo sporco lavoro, impedendo al Sud di ripigliarsi.
      "Ma tu continua a credere che sia colpa dell'euro e della UE cattiva."
      Vabbè, direi che se a 18 anni dalla nascita dell'Euro e con tutta la letteratura e i dati a disposizione non si è ancora in grado di riconoscere la disfunzionalità della moneta unica, resta solo la camicia di forza... Mancata convergenza dei tassi di interesse, mancata convergenza del tasso di inflazione, eccesso di afflusso di capitali privati nei paesi periferici, accumulo in questi paesi di elevato debito privato estero, "sudden stop" del ciclo di acquisto di beni estri e indebitamento a causa della crisi Lehman, accumulo di debito pubblico per ripianare la crisi delle banche private, riallineamento (parziale) della competitività via deflazione salariale, ricerca di nuovi mercati di sbocco da parte della Germania attraverso la svalutazione competitiva dell'Euro, reazione protezionista dei mercati mondiali.
      Non so, ti serve altro per vedere la trave che hai nell'occhio?
      Io posso capire che sull'argomento si possa discutere nelle più varie maniere, ma arrivare a negare che ci sia un problema legato alla moneta unica è puro servilismo ideologico (o malafede prezzolata?)

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