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venerdì 24 maggio 2019

Il doppio voto e l'apparente disinteresse del legislatore

Nel 2014 il direttore di "Die Zeit", l'italo-tedesco Giovanni Di Lorenzo, ha pubblicamente confessato di aver votato 2 volte alle elezioni europee: il sabato con il passaporto italiano al consolato di Amburgo e la domenica con la scheda elettorale tedesca. L'ammissione gli è costata un'indagine della procura, subito archiviata, e una piccola multa. In Germania circa un milione di elettori oltre alla cittadinanza tedesca ha anche un'altra cittadinanza UE. Una riflessione molto interessante di Martin Höpner su Makroskop.de


Nei giorni scorsi, insieme a due miei buoni conoscenti, mi sono immerso in un problema che è alquanto lontano dalle mie abituali aree di ricerca. Tutto è iniziato in maniera abbastanza innocente: il mio collega Salvatore Mancuso, il politico della CDU Martin Heipertz ed io abbiamo scoperto che nel nostro ambiente di lavoro ci sono colleghi e colleghe che per le prossime elezioni del Parlamento europeo hanno ricevuto una doppia notifica elettorale.

Come può essere? In quali costellazioni si pone il problema? È possibile impedire a queste persone di votare due volte? Chi decide dove votare e come viene effettivamente calcolato il voto non dato? Come funziona il tutto se spostiamo il nostro sguardo dal diritto di voto attivo a quello passivo?


Avremmo fatto meglio a non porci queste domande, perché in seguito a cascata c'è stata tutta una serie non prevista di domande fatte nei nostri ambienti personali, di ricerche sulla copertura mediatica e sullo stato della legge in questione, di richieste all'ufficio elettorale federale e di discussioni tra di noi, che hanno deviato la nostra attenzione da altri temi relativamente piu' interessanti. Ciò che abbiamo scoperto ci sembra così interessante che pensiamo valga la pena di scriverne. Ora tocca a voi leggere, cari lettori.

Ma vorrei prima di tutto presentare un disclaimer molto chiaro: qui non si tratta di voler affermare a tutti i costi che a causa di quanto scritto qui sotto le elezioni per il Parlamento europeo siano antidemocratiche o simili. Come sanno i lettori di Makroskop, ci sono buone ragioni per discutere del contenuto democratico dell'UE - ma per ragioni diverse e non a causa della sabbia negli ingranaggi con cui abbiamo avuto a che fare negli ultimi giorni. E del resto non voglio o non vorremmo in alcun modo suggerire che all'ufficio elettorale del ministero c'è qualcosa che non funziona. Al contrario, abbiamo avuto l'impressione che i problemi siano problemi derivanti dalla legge esistente, sulla base della quale le autorità agiscono in maniera corretta.

Ma ora andiamo al punto. Come segnalato dalla FAZ il 15 maggio 2019 a pagina 4, per le persone con due passaporti di 2 diversi paesi dell'UE si presenta un problema: vengono invitati 2 volte a votare. Il doppio voto è illegale, ma in questa costellazione difficilmente può essere punito e controllato efficacemente. Le città e i distretti non hanno informazioni sulla doppia nazionalità. Una decisione del Consiglio dell'UE del 13.7.2018 tenta di porre rimedio a questa situazione, istituendo un meccanismo di coordinamento che impedisca in maniera efficace il doppio voto. La decisione tuttavia non è stata ancora ratificata e quindi non è ancora entrata in vigore. Il numero di persone che si trova in questa costellazione è stimato in circa 1 milione. Si tratta di qualcosa di piu' di  un piccolo difetto estetico.

Le autorità hanno lanciato un appello ai titolari di "doppia cittadinanza" chiedendo loro di comportarsi secondo la legge e di andare a votare solo una volta. Anche chi sceglie di fare uso del proprio diritto di voto in uno dei due paesi in definitiva ha un vantaggio strategico, dato che può votare laddove si aspetta dei risultati più risicati, ad esempio a causa dell'effetto dello sbarramento previsto dalla legge elettorale. Ancora più chiaro è il vantaggio strategico nel caso del diritto di voto passivo, su cui torneremo piu' avanti.

In generale si dovrebbe notare che l'errore - la distorsione potenziale del risultato causata dal doppio voto - non è condivisa in maniera uguale da tutti gli schieramentei politici. Alcuni rappresentanti avranno una maggiore probabilità di ricevere una preferenza rispetto ad altri. Ad esempio, le persone con due passaporti hanno una maggiore probabilità di avere un profilo cosmopolita (gli „anywheres“) e godranno in questo modo di un vantaggio nei confronti dei soggetti con atteggiamenti locali-comunitari (i cosiddetti "somewheres"). Anche questa precisa caratteristica politica della potenziale distorsione rende tutto ciò qualcosa di piu' di un piccolo difetto superficiale.

Un'altra conseguenza degna di nota riguarda l'effetto dell'astensione. Alle persone che si trovano nella costellazione dei due passaporti viene chiesto di votare solo in uno stato membro dell'UE. Tuttavia, a causa della mancanza di allineamento delle liste elettorali, ciò non significa che le persone interessate vengano anche rimosse dalla circoscrizione elettorale nel loro secondo paese d'origine. Piuttosto, in un paese vengono considerate come - indifferenti, disinteressate o come non voto finalizzato alla protesta - cioè astenuti. Puoi avere buone ragioni per non volere che ciò accada. Tuttavia resta da precisare: chi lo vuole evitare con il doppio voto, commette qualcosa di illegale.

Dalla costellazione del cittadino UE con due passaporti si differenzia la costellazione, molto più frequente, del cittadino UE di uno Stato membro diverso dalla Germania, ma al momento residente in Germania. All'articolo 22, paragrafo 2, prima frase del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) è previsto che tali persone possano votare nel loro paese di residenza, nel nostro esempio quindi in Germania. Per impedire loro di votare anche nel loro paese, in conformità alla direttiva 93/109 dovrebbe essere realizzato un riallineamento dei registri elettorali, non appena lo straniero UE si iscrive nelle liste elettorali locali.

Anche in questa costellazione tuttavia ci sono probabilmente dei casi di invio di due avvisi elettorali. Non sappiamo se in questa costellazione e in questa fase ci sia ancora la possibilità di prevenire efficacemente (o punire in seguito) il doppio voto illegale. Inoltre, non sappiamo con quale frequenza si verifichi il problema. Su questo punto vogliamo comportarci con la massima cautela e limitarci a dire che abbiamo l'impressione che il problema del potenziale doppio voto potrebbe addirittura andare al di là di quello nella costellazione dei "due passaporti".

In entrambi i casi, le persone che si trovano nella costellazione "un passaporto, residenza al di fuori del paese d'origine" hanno il vantaggio strategico di poter scegliere in quale luogo votare. Non si tratta affatto di un elemento banale soprattutto nel caso del diritto di voto passivo - dell'eleggibilità - e ha come risultato il fatto che i candidati sono liberi di correre nel paese dell'UE in cui ritengono di avere le probabilità più alte, a condizione che siano disposti a spostare la loro residenza. L'esempio più noto è quello dell'ex ministro delle finanze greco Varoufakis con la sua candidatura per "Democrazia in Europa".

Proprio per questa ragione eravamo interessati a conoscere quali fossero i criteri di prova effettivamente applicati a questa costellazione - e dobbiamo essere grati ai dipendenti dell'ufficio elettorale federale  per la pazienza con cui hanno risposto alle nostre domande. Come è emerso, la registrazione di una residenza presso l'ufficio elettorale locale è abusiva se viene fatta con il solo scopo di esercitare il diritto di voto passivo. L'abitazione deve essere effettivamente occupata. Risparmiamo ai lettori l'indicazione delle basi legali. Che il rispetto delle condizioni legali non può essere efficacemente controllato dai comuni , tuttavia, dovrebbe essere già sufficientemente chiaro.


giovedì 16 maggio 2019

Volkswagen vota Europa

Le élite industriali tedesche lanciano una campagna congiunta e una serie di accorati appelli in favore di questa Europa, che a loro evidentemente non dispiace. La grande industria celebra l'Europa tedesca per convincere i suoi numerosi dipendenti, non solo in Germania ma in tutta Europa, a non votare per i populisti e i partiti di protesta. Ne scrive Die Welt


Mai prima d'ora le aziende e le associazioni imprenditoriali tedesche avevano fatto una campagna elettorale così forte per l'Europa. Pensano che i loro dipendenti alle prossime elezioni siano in qualche modo obbligati. Soprattutto c'è una preoccupazione che non dà pace agli amministratori delegati.

Il CEO di Lufthansa Carsten Spohr ha fatto dipingere bello grande su un Airbus lo slogan: "Say Yes to Europe". È l’esortazione volante fatta a tutti i dipendenti e ai clienti di andare a votare alle elezioni europee. Anche il collega di Spohr, Richard Lutz di Deutsche Bahn, per la comunità dei 28 paesi è diventato un esempio da imitare. Fino alle elezioni del 26 maggio la principale stazione ferroviaria di Berlino ogni notte si illuminerà di una luce "blu Europa". E anche all'Europa Park di Rust, nel Baden-Württemberg, nelle prossime settimane il nome stesso del parco sarà più del solito all'interno del programma. Roland Mack, fondatore e socio, infatti, ha predisposto che gli schermi nella hall ricordino a ogni visitatore di andare a votare.

Per l'economia tedesca il blu Europa è il colore del momento . Mai fino ad ora le associazioni imprenditoriali, le aziende e i loro manager, si erano pronunciati così in favore dell'Europa. Sui cartelloni e nelle pubblicità, agli eventi e sui social media, si danno da fare affinché il maggior numero possibile di persone partecipi al voto. Tutti perseguono lo stesso obiettivo: un'alta affluenza alle urne dovrebbe impedire ai partiti populisti di raggiungere dei buoni risultati.

"Vogliamo un'Europa forte, diversificata e competitiva", scrivono ad esempio in un appello congiunto le principali associazioni dei datori di lavoro (BDA), dell'industria (BDI), delle camere di commercio (DIHK) e dell'artigianato (ZDH). Solo un'Unione Europea unita sarà in grado di negoziare alla pari con le altre potenze mondiali e di "difendere i valori e gli interessi economici che ci uniscono". Uno stato singolo come la Germania sarebbe troppo piccolo per farlo.

Nell'appello al voto lanciato dalle banche private si legge invece: "usa il tuo diritto di voto democratico e conferisci al Parlamento europeo una forte legittimità". L'appello oltre al CEO di Deutsche Bank Christian Sewing e al collega di Commerzbank Martin Zielke, vede fra i firmatari più di 100 manager di grandi e piccoli istituti di credito. E' necessario rafforzare il potenziale di crescita dell'economia sociale di mercato e promuovere dei processi non burocratici, secondo l'appello.

Con i loro appelli, i manager vorrebbero raggiungere soprattutto i loro dipendenti e renderli consapevoli dell'importanza della comunità internazionale per il successo dell'azienda e quindi per il loro posto di lavoro.

Guido Kerkhoff, CEO di ThyssenKrupp, afferma: "è incredibile quanto sia facile per alcuni nascondere ciò che l'Europa significa per noi”. Egli ritiene infatti che il suo compito oggi sia quello di spiegare ai suoi 90.000 dipendenti "perché l'Europa per noi è importante, perché per il nostro successo abbiamo bisogno di mercati liberi e di libero scambio - e non del ritorno al guscio di lumaca nazionale".

Anche il Betriebsrat e la dirigenza di Volkswagen hanno lanciato un appello congiunto alla forza lavoro, e in questo modo un impegno nei confronti dell'Europa e dell'Unione europea. I destinatari sono i 490.000 dipendenti attualmente impiegati dal gruppo nei 29 paesi dell'UE.

"Le elezioni per il Parlamento europeo si svolgeranno dal 23 al 26 maggio. Queste elezioni rappresentano un momento fondamentale per il futuro dell'Europa", si legge nell'appello; indipendentemente dal paese in cui ci si trova, nessuno deve mancare l'appuntamento elettorale e restarsene a casa.

Il consiglio di amministrazione e il Betriebsrat poi danno un altro paio di motivi per andare alle urne: il mercato interno europeo, il commercio transfrontaliero, la libertà di movimento per i lavoratori e lo scambio di conoscenze sono le condizioni di base per la competitività del gruppo. Dopo tutto, circa la metà del fatturato, viene realizzato in Europa.

Le aziende sono preoccupate per la forza economica del continente

Anche per Tim Höttges, il capo di Telekom, alle elezioni europee in gioco ci sarà niente di meno che la comunità europea. "Dobbiamo pronunciarci in favore dell'Europa e votare per l'Europa", dice il manager in un video. Pensare a livello nazionale non è di aiuto nelle crisi finanziarie o dei rifugiati. E non serve nemmeno alla competizione internazionale, specialmente con il Nord America e l'Asia. La sua visione per l'Europa è digitale, fondata sui valori della competitività e della comunità economica, afferma il manager. Deutsche Telekom in Europa ha più di 110.000 dipendenti - 60.000 di questi sono in Germania.

Anche gli imprenditori di medie dimensioni come Mack dell'Europa-Park vedono per loro stessi e per i loro dipendenti, soprattutto in queste elezioni, un obbligo. "Alle prossimi elezioni sarà importante difendere il progetto di pace europeo dal populismo e dall'isolazionismo", dice l'amministratore del parco, che durante la stagione occupa circa 3.500 dipendenti. Il pensiero europeista nel suo parco ha sempre avuto un ruolo centrale. Da lui si incontrano i giovani e le famiglie provenienti da paesi e culture diverse e insieme imparano a conoscere giocosamente l'Europa delle frontiere aperte e della diversità culturale, spiega l'imprenditore. L'Europa-Park ogni stagione conta oltre cinque milioni di visitatori (...)

L'economia tedesca è fortemente dipendente dalle esportazioni

È una miscela di paura e fiducia quella che emerge dalle parole di molti imprenditori quando vengono loro poste delle domande sull'Europa. Gli "ultimi sviluppi negativi come il nazionalismo, l'isolamente e il protezionismo" agitano anche Spohr, il CEO  di Lufthansa, ad esempio. Per decenni Lufthansa ha beneficiato dei mercati aperti e ora è una società ampiamente presente in tutta Europa. L'azienda ora vorrebbe mostrare la propria convinzione e difendere l'idea di un'Europa unita e libera, dice Spohr.

Con oltre 3.000 voli intra-europei giornalieri, il gruppo contribuisce allo scambio culturale e alla comprensione fra i popoli. Perfino il direttore della Deutsche Bahn Richard Lutz fa affidamento sulle frontiere aperte. "Le frontiere aperte e una rete di trasporti ben sviluppata consentono la libertà di viaggio e lo scambio di beni e servizi", afferma. Le ferrovie sono la spina dorsale della mobilità in Europa; la mobilità e la logistica su rotaia sono le basi della crescita nazionale ed europea.

Soprattutto le industrie che dipendono dalle esportazioni e che in Germania rivestono un ruolo particolarmente importante per la forza economica del paese sono alquanto preoccupate per il loro futuro. "Certo le PMI hanno beneficiato immensamente dalla creazione del mercato unico", dice Karl Haeusgen, vice presidente dell'associazione di ingegneria VDMA e proprietario di HAWE Hydraulik a Monaco di Baviera, un produttore di componenti idraulici con un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro. Il settore non deve più fabbricare macchine in 28 varianti diverse, ma può servire il mercato europeo con un'unica "macchina europea". "Ci ha permesso di crescere e di riuscire ad aprire nuovi mercati in altre regioni del mondo". Anche in futuro in considerazione del processo di digitalizzazione, l'Europa unita sarà necessaria per sviluppare ulteriormente il mercato unico.

Ai manager per lanciare i loro appelli piace anche utilizzare i social media. Sabine Herold, ad esempio, a capo del produttore di colla Delo, ha lanciato su Twitter il suo appello elettorale. "Mi scontro spesso con la burocrazia europea, ma 70 anni di pace valgono ogni singolo euro. Andare a votare per me è sottinteso e per questo incoraggio tutti i colleghi di DELO  a partecipare al voto", ha scritto. Se l'appello dell'élite imprenditoriale tedesca sarà efficace, lo vedremo entro la fine di maggio.

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