mercoledì 4 luglio 2012

Disoccupati del sud-Europa, studiate il tedesco!


In Germania, nonostante i milioni di disoccupati e sottoccupati, mancano lavoratori qualificati e allora si cercano nei paesi in crisi. L'ostacolo resta la conoscenza della lingua: un mercato del lavoro europeo resta un miraggio. Da Welt.de
Alle imprese nazionali mancano nuove leve. I candidati del sud-Europa dovrebbero sopperire alle mancanze. Nelle agenzie federali per il lavoro (Arbeitsagentur) il numero di candidati si è quadruplicato - ma molti non sono adatti.

Francesca Lopez-Tomasety negli ultimi 5 anni ha lavorato solo la metà del tempo. A volte una settimana, a volte per tre mesi. "Ho lavorato in molte cliniche", ci racconta l'infermiera. La maggior parte del tempo è stata però disoccupata. Da poco Francesca ha un nuovo datore di lavoro - non in Spagna, ma in Germania.

Lopez-Tomasety è una delle 27 infermiere spagnole, che in queste settimane hanno iniziato presso la clinica universitaria di Erlangen, in Franconia. La clinica universitaria all'inizio dell'anno ha pubblicato un annuncio in Spagna - in meno di 4 settimane sono arrivate piu' di 1000 candidature. "Questo è il numero di candidature che normalmente riceviamo in un anno", ci dice il direttore Reiner Schrüfer. E in Spagna si trovano dei profili molto specializzati, che nel nostro paese sono difficili da trovare. 

"La Germania è molto attrattiva per i paesi del sud Europa", ci conferma Raimund Becker, responsabile per i lavoratori specializzati dell'agenzia federale per il lavoro (Bundesagentur für Arbeit). L'agenzia federale sta sempre piu' cercando forza lavoro qualificata in Portogallo, Spagna, Italia e Grecia.

Il numero dei candidati esteri è quadruplicato

Nei primi 5 mesi si è quadruplicato il numero dei candidati provenienti dai paesi in crisi. Si cercano soprattutto ingegneri, medici, infermieri ma anche lavoratori per gli alberghi e i ristoranti e nel settore metalmeccanico ed elettronico. La Zentralstelle für Arbeitsvermittlung (ZAV) a Bonn ha raddoppiato il numero dei suoi dipendenti per il recruiting di personale qualificato dall'estero, da 50 a 100.

Di un cambio di paradigma nella gestione del lavoro ci parla anche Becker. "Prima si proponevano i disoccupati tedeschi per posizioni all'estero, oggi invece reclutiamo professionisti per portarli in Germania". L'agenzia sta reclutando nei paesi con un surplus di manodopera qualificata. Nelle fiere specializzate e nei recruiting day, le Arbeitsagenturen insieme ai datori di lavoro reclutano all'estero i tanto ricercati lavoratori specializzati.

L'ostacolo principale è la scarsa conoscenza del tedesco

L'agenzia per il lavoro di Stuttgart è riuscita a trovare in Spagna per le medie imprese del Baden-Württemberg 33 ingegneri. "L'interesse per la Germania è grande", ci dice Becker. Ma di 300 interessati restano solo dai 20 ai 30 candidati qualificati. L'ostacolo principale è la mancanza di conoscenza della lingua tedesca. Il numero degli occupati dai 4 stati sud Europei in crisi è cresciuto fino ad aprile 2012, in rapporto all'anno precedente, di circa 26.500 unità, o del 6.3 %. "E' evidente", dice Becker.

Invece il numero degli occupati dall'Europa dell'est è cresciuto di 103.700 unità, il 45.7% in piu'. Gli est europei dal primo di maggio 2011 hanno la totale libertà di movimento nella EU. L'aumento è stato in linea con quanto la Bundesagentur si aspettava prima dell'apertura dei confini ad est. Altre istituzioni avevano previsto l'arrivo di un milione di lavoratori. 

Dall'Europa dell'est sono arrivati soprattutto lavoratori non qualificati.

Becker sottolinea che dall'Europa dell'est non "sono arrivati i lavoratori piu' qualificati", piuttosto lavoratori non specializzati impiegati nel lavoro temporaneo, nelle costruzioni, nell'agricoltura e nell'industria. Da oggi al 2025 sarà necessario reclutare all'estero fino a 800.000 lavoratori qualificati, calcola la Bundesagentur, per poter sopperire alla mancanza di personale specializzato.

Fra i target delle agenzie per il lavoro ci sono gli studenti stranieri nelle università tedesche. Ogni 100 studenti, solo il 25% dopo la loro formazione decide di tornare nel proprio paese, il 25% resta in Germania, la metà decide invece di trasferirsi in un altro paese. E sono questi studenti che dovranno essere sempre piu' l'obiettivo per la Germania. 

martedì 3 luglio 2012

Sinn: la stabilità finanziaria tedesca è in pericolo


H.W. Sinn attacca le recenti decisioni del vertice UE e ricorda ai tedeschi: i vostri patrimoni serviranno a rimborsare le banche americane e britanniche. L'ultima difesa è la corte costituzionale. Da Handelsblatt.de

Dopo il vertice Euro, gli investitori sembrano di nuovo soddisfatti. Ma a quale prezzo? La Germania è sempre piu' coinvolta nella crisi debitoria, avverte il presidente IFO Hans Werner Sinn.

Secondo H.W. Sinn, con il vertice UE di Brussel, non si è fatto alcun passo in avanti nel salvataggio dell'Euro - la Germania invece è stata tirata dentro la crisi. "Wall Street, la City di Londra, e le banche di Parigi sono state salvate. Ci siamo impegnati a rimborsare i debiti delle banche del sud-Europa", ha dichiarato l'economista ad Handelsblatt. "Lo stato tedesco è stato trascinato nella crisi del sud-Europa, e gli investitori di tutto il mondo, che hanno speculato, possono uscire dal vortice all'ultimo momento", ha dichiarato Sinn. I mercati finanziari sembrano ora tranquilli, quasi euforici, perchè è stato trovato un modo per usare i patrimoni tedeschi. "La stabilità finanziaria tedesca è in pericolo", ha avvertito Sinn.

Su Angela Merkel è stata fatta piu' pressione di quanta ne abbia mai dovuta sopportare un cancelliere dalla fine della seconda guerra. "Si è organizzata una caccia spietata. Per poter arrivare al nostro denaro, si è accusato la Germania di avere ambizioni imperiali, e profetizzato l'odio dei popoli nei nostri confronti", ha detto Sinn. Angela Merkel non è stata in grado di reggere la pressione e si è arresa. "Ora i cittadini, al cui patrimonio si vuole arrivare, possono sperare solo nella corte costituzionale". L'errore era già stato fatto nel maggio 2010 con il fondo EFSF. "La suscettibilità tedesca per la pressione esterna, è stato l'invito per poter estorcerce con sempre maggiore pressione, sempre piu' denaro".

I crediti concessi dall'ESM non avranno uno status privilegiato, ma saranno alla pari degli altri: secondo Sinn questa decisione ci porterà verso una situazione di pericolo. "La status di creditore privilegiato del salvatore è l'essenza di ogni procedura di fallimento", ha detto. Anche il FMI concede aiuti a queste condizioni. La posizione della Germania era sempre stata quella di organizzare i salvataggi con il FMI e secondo le sue regole. "La condizione secondo cui possiamo concedere denaro solo quando lo fa anche il FMI, era già stata rimossa dal trattato ESM". Ora sono state rimosse anche le condizioni per concedere gli aiuti secondo le regole del FMI.  Sinn: "I trattati europei sono già obsoleti, prima che l'inchiostro si sia asciugato".

Anche il Fiskalpakt secondo Sinn è una protezione contro le perdite patrimoniali: "Il patto sarà preso seriamente solo in Germania", ci dice l'economista. "E' un placebo - come a suo tempo  - il patto di stabilità e crescita". Per i paesi che non hanno la fiducia del mercato dei capitali, non c'è bisogno di mettere un limite politico all'indebitamento. "Se si vuole limitare il loro indebitamento, è sufficiente, concedere meno credito pubblico". Nuove regole di condotta causano insoddisfazione e portano solo rabbia. "La Germania non avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa". Gli ammonimenti tedeschi hanno avvelenato l'atmosfera del vertice e contribuito alla determinazione degli altri paesi di far uscire sconfitta la Germania.

domenica 1 luglio 2012

La corte costituzionale e il self-service


E' la paura tedesca del momento: il fondo ESM potrebbe diventare il self-service delle banche spagnole. Nel frattempo la corte costituzionale di Karlsruhe esamina 4 ricorsi contro le leggi appena approvate al Bundestag: il futuro europeo dipende dalla decisione dei giudici costituzionali tedeschi? Da Handelsblatt.de
Sono 4 i ricorsi presentati alla corte costituzionale di Karlsruhe in merito al fondo di salvataggio Euro e al Fiskalpakt. I ricorrenti sostengono che le leggi sui salvataggi siano in contrasto con la costituzione.  Lunedi sapremo se saranno esaminati dalla corte.

Presso la corte costituzionale di Karlsruhe sono pervenuti 4 ricorsi urgenti contro il meccanismo di stabilità europeo (ESM) e il Fiskalpakt. Lo ha confermato sabato il portavoce della corte, Judith Blohm.

A presentare un ricorso per incostituzionalità alla corte di Karlsruhe sono stati sia il gruppo parlamentare della Linke che il deputato CSU Peter Gauwelier: oltre a loro, un gruppo di professori e l'associazione "Mehr Demokratie".

Come da comunicazione della corte, il deputato SPD Peter Danckert è fra i 12.000 firmatari che sostengono l'iniziativa presentata dalle associazioni di cittadini. L'iniziativa è  guidata dal precedente ministro della giustizia Herta Däubler-Gmelin (SPD).

I ricorrenti con la loro azione intendono bloccare l'adozione dei nuovi trattati UE: per loro il fondo di salvataggio ESM e il Fiskalpakt sarebbero incostituzionali.

Gli otto giudici competenti possono decidere di aprire un'udienza sui ricorsi presentati. Oppure è possibile che sia lo "Zweite Senat" a pronunciarsi. Se ci sarà o meno una discussione dei ricorsi presentati, la corte lo comunicherà all'inizio della prossima settimana.

Le accuse di incostituzionalità si rivolgono alle nuove competenze degli organi UE, e all'impossibilità per il Bundestag di decidere sull'utilizzo del denaro dei contribuenti.  La tesi principale: se i cittadini con il loro voto non potessero piu' influenzare importanti decisioni politiche, la democrazia sarebbe compromessa.

I deputati del Bundestag hanno presentato un ricorso sia come gruppo sia in forma personale. La Linke ha fatto ricorso sia come gruppo parlamentare, sia attraverso i singoli deputati in qualità di cittadini coinvolti dalle decisioni. Anche Gauwelier ha optato per entrambe le modalità di presentazione. Ci sarebbe anche un singolo cittadino ad aver presentato un ricorso costituzionale urgente contro le nuove competenze UE, dichiara Blohm.

Dopo che Il Bundestag e il Bundesrat hanno approvato l'ESM e il Fiskalpakt, i provvedimenti per i salvataggi Euro dipendono ora dalle decisioni della corte costituzionale. Il leader del gruppo parlamentare dell'Unione Volker Kauder (CDU) ha respinto l'accusa che attraverso l'ESM si potrà utilizzare il denaro dei contribuenti con leggerezza. I fondi saranno concessi solo se i paesi indebitati faranno degli sforzi di risanamento, ha detto Kauder a Die Welt. Questo vale sia per l'acquisto diretto di titoli del debito pubblico, che per il sostegno diretto delle banche in difficoltà attraverso il fondo ESM. "Il Bundestag avrà sempre l'ultima parola", ha dichiarato. "Con noi, il meccanismo ESM non diverrà certo un self -service", ha continuato Kauder.

ESM e Fiskalpakt sono stati approvati venerdi al Bundestag e al Bundesrat con i voti contrari della Linke e con una maggioranza di due terzi. Al Bundesrat solo il governo rosso-rosso del Brandeburgo ha espresso un voto contrario.

Gauwelier vede una violazione dei principi democratici

Nella votazione al Bundestag la maggioranza nero-gialla non ha avuto tutti i voti della sua coalizione. Il leader del gruppo parlamentare SPD Oppermann ha dichiarato sabato: "Angela Merkel, nelle votazioni sull'ESM, per 3 volte consecutive non ha avuto la sua maggioranza". E' avvenuto nella votazione di venerdi sulla ratifica dell'ESM, sulla legge per il finanziamento dell'ESM e sulle modifiche al funzionamento dell'UE. "Non è stato un incidente. Angela Merkel non ha piu' una propria maggioranza per la sua politica". In un cancellierato, su tutte le questioni fondamentali, la cancelliera dovrebbe avere l'appoggio della propria maggioranza. "Stiamo assistendo all'inizio della fine dell'era Merkel", ci dice Oppermann.

Il Fiskalpakt obbliga la Germania, a livello federale, nelle regioni e nei comuni, ad avere un bilancio in pareggio. Gli stati firmatari dovranno introdurre un freno all'indebitamento - e in caso di spesa eccessiva, la Germania potrebbe essere citata in giudizio alla corte di giustizia europea. Il fondo ESM con un capitale permanente di 700 miliardi di Euro dovrebbe sostenere i paesi europei in difficoltà - la Germania garantisce con 200 miliardi di Euro.

A causa dei ricorsi costituzionali, l'ESM non potrà essere in vigore  dal primo luglio come previsto. Se i giudici di Karlsruhe decidessero di affondare il provvedimento, si potrebbero avere delle turbolenze nell'Eurozona. Anche nell'Unione e nella FDP le conclusioni del vertice europeo causano molte preoccupazioni. In futuro anche banche in difficoltà potranno essere salvate con i fondi ESM, e quindi con il denaro dei contribuenti. 

Gauweiler ha sottolineato che il Fiskalpakt e l'ESM "sarebbero una grave violazione del principio democratico". Däubler-Gmelin ha invece dichiarato: "Ricorriamo contro i trattati, perchè rappresentano una doppio smantellamento della democrazia. Da un lato le competenze di bilancio e i diritti di sovranità del Bundestag vengono trasferiti a Brussel. In questo modo il diritto di voto per il Bundestag viene svalutato". Da un altro, la ratifica del trattato è stata fatta in fretta senza aver chiesto ai cittadini cosa ne pensano. Anche il leader della Linke Gregor Gysi ha ammonito al Bundestag: il potere legislativo del parlamento in materia di bilancio viene gravemente limitato.

Secondo Angela Merkel, nel suo discorso prima della votazione, il Bundestag con l'approvazione avrebbe mandato un messaggio chiaro al mondo intero: "siamo per l'Euro". 

sabato 30 giugno 2012

L'uscita temporanea

Hans Werner Sinn, ripreso da Die Welt, rilancia una sua vecchia proposta: facciamo uscire temporaneamente dall'Euro i paesi in crisi, e dopo una svalutazione, facciamoli rientrare. Ma perché dovrebbero scegliere una seconda volta il suicidio economico?
Il presidente IFO Hans Werner Sinn mette in guardia: la Germania potrebbe diventare responsabile per i debiti dei paesi in crisi. Grecia e Spagna possono recuperare competitività solo con un periodo fuori dalla moneta unica.

Il presidente dell'IFO di Monaco, Werner Sinn, propone un'uscita temporanea dall'Euro per i paesi Euro indebitati. Si potrebbe pensare ad un "centro di riabilitazione" per i paesi come Grecia e Spagna, ci dice Sinn.

"L'Euro dovrebbe essere mantenuto, ma non con tutti i paesi". I paesi in crisi devono avere la possibilità di risanarsi, cosa che non può accadere all'interno della moneta unica. La fase di riabilitazione potrebbe far tornare i prezzi e i salari competitivi: "Uscire, svalutare e tornare di nuovo dentro", dovrebbe essere il nuovo motto. L'economista ci dice: "descrivere l'uscita di un paese come una catastrofe, è un errore gigantesco".

La messa in comune dei debiti in Europa, al contrario, avrebbe conseguenze imprevedbili. Se tutti i debiti fossero messi nella stesso pentolone, e i diversi paesi non fossero piu' responsabili singolarmente per le loro passività, il massimo rating per la Germania sarebbe in pericolo.

La caduta dell'Europa

"Se accadesse saremmo risucchiati nel vortice. Allora la caduta dell'Europa sarebbe sicura". In questo senso devono essere assolutamente evitati nuovi incentivi che favoriscano un ulteriore indebitamento. Sinn appoggia la politica di Angela Merkel. Merkel si è espressa abbastanza chiaramente e su questo punto non dovrebbe fare alcun compromesso.

Sinn ci avverte anche dei pericoli di un trasferimento della responsabilità sui debiti bancari a livello europeo: quello di cui al momento si discute nella UE. Anche in questo caso gli oneri non dovrebbero essere socializzati. E nel complesso, le passività finanziarie degli istituti di credito sono circa tre volte i debiti pubblici. "Se avverrà, alla fine sarà a carico dei contribuenti". Gli istituti del sud Europa coinvolti, con i loro proprietari, dovrebbero farsi carico delle necessarie perdite. "Non c'è da girarci intorno. Si tratta di somme, che superano ampiamente le nostre capacità".

Trappole francesi per la cancelliera


Holger Steltzner, vicedirettore di Frankfurter Allgemeine Zeitung, ci regala una riflessione post vertice: la cancelliera ha commesso un errore, colpa dei ricatti italiani e spagnoli e delle trappole francesi. Siamo nei guai.
I leader di governo hanno trasformato il meccanismo di stabilità europeo in uno strumento di garanzia comune per le banche dell'Eurozona. E' incredbile. Se la Spagna e l'Italia non sono pronte per le riforme, perché il Nord deve pagare con i trasferimenti?

Il Bundestag si è preparato a votare un fondo di salvataggio permanente, che tuttavia nella forma approvata già non esiste piu'. La notte precedente, i capi di governo europei in un memorabile vertice hanno trasformato il fondo ESM in uno strumento per la condivisione delle garanzie verso le banche dell'Eurozona. E' incredibile. Forse i capi di governo pensano che se con il fondo ESM hanno potuto violare le clausole di no bail-out, allora possono anche ignorare le regole di un trattato, prima che questo sia approvato.

Con una manovra politica ricattatoria, il presidente italiano Monti e quello spagnolo Rajoy hanno posto come condizione per l'approvazione del patto di crescita proposto da Hollande, la possibilità per il fondo ESM di finanziare direttamente le banche. Italia e Spagna hanno minacciato di non accettare il patto per la crescita, se si fosse resa obbligatoria l'accettazione di dure condizioni per l'utilizzo dei fondi e se ai salvataggi avesse preso parte anche il FMI.

Nella trappola di Hollande

Ma perchè la cancelliera ha accettato che questo accadesse? Prima di tutto, le è stato strappato (con il forte aiuto dell'opposizione tedesca) il consenso per qualcosa che lei non voleva affatto (patto di crescita). La signora Merkel è finita nella trappola di Hollande: e per questo è diventata ricattabile a livello europeo. Monti e Rajoy hanno saputo usare la situazione e hanno costretto la signora Merkel a fare il contrario di quello che nel discorso al Bundestag prima del vertice EU aveva affermato: una messa in comune dei debiti nella zona euro non ci sarebbe mai stata, per ragioni costituzionali, ma anche, perchè la ritiene economicamente sbagliata e controproducente.

Il circolo vizioso fra banche e debito pubblico deve essere rotto, si dice nella prima fase della dichiarazione. Per questo l'ESM sarà autorizzato a ricapitalizzare direttamente le banche.   Questo significa che non saranno piu' solo gli stati a ricevere i fondi per salvare le banche, come si puo' leggere nella legge sull'ESM approvata dal Bundestag. Ma in futuro, il fondo di bail-out diventerà azionista delle barcollanti casse di risparmio spagnole.

Strumento di responsabilità comune

Cosi l'ESM è diventato un potente strumento per la messa in comune del debito: potenzialmente per tutti i depositi bancari e tutti i rischi bancari della zona Euro, oltre ogni frontiera. La responsabilità limitata del fondo di bail-out ci inganna. Se il fondo ESM diventa un fondo di garanzia dei depositi delle banche Euro, non potrà limitare il suo rischio come co-proprietario di banche in difficoltà. Se la banca A ricapitalizza, non potrà negare il suo aiuto alla banca B. E dove i rischi sono maggiori di quelli ipotizzati, dovrà versare di piu'. Significativamente, quello che si legge nella dichiarazione sulle condizioni per gli aiuti bancari è ("nel rispetto delle norme sugli aiuti di stato"). Da quando è una condizione, attenersi alle leggi e al diritto?

La signora Merkel ha evitato (ancora) l'introduzione degli Euro-bonds. Ma ha accettato che il fondo ESM diventi la bad bank europea. E questo alla fine potrebbe essere piu' costoso degli Euro-bonds, perché i depositi bancari nella zona euro sono maggiori dei debiti pubblici. L'aumento dei fondi di salvataggio sarà piu' facile politicamente, perchè a causa della progressiva condivisione della responsabilità, il numero sempre maggiore dei riceventi potrà facilmente ricattare il sempre piu' ristretto numero di donatori.

Secondo le conclusioni del vertice, la BCE avrà anche la responsabilità della sorveglianza bancaria. Il classico conflitto di interessi fra politica monetaria e controllo bancario verrà messo da parte, come del resto i fondi di bail-out hanno scardinato un principio costitutivo dell'economia di mercato: l'unità fra la decisione e sue conseguenze. La BCE dovrebbe in futuro prendere in considerazione un po' piu' di inflazione per stabilizzare il sistema bancario? Chiuderà un occhio sui livelli di capitalizzazione di una banca traballante, per evitare una tempesta sulla banca? Oppure la BCE si precipiterà in soccorso, laddove manca capitale?

La gestione della crisi Euro mette in discussione anche l'UE come comunità giuridica. Perché non si pretendono da Spagna e Italia le stesse riforme strutturali come dagli altri paesi? Perché i progressi di Irlanda e Portogallo non vengono riconosciuti? Se Italia e Spagna non sono pronte per delle vere riforme, come si potranno convincere i contribuenti del nord Europa dei presunti benefici della responsabilità comune e dei conseguenti trasferimenti? Una messa in comune dei debiti non ci sarebbe stata, fino a quando vivrà, aveva detto questa settimana la cancelliera. E ora, prima del fine settimana, la Germania ci è andata molto vicina.

giovedì 28 giugno 2012

Gli industriali tifano Euro

Su Deutsche Mittelstands Nachrichten scopriamo che gli industriali tedeschi spingono verso una rapida unione politica. L'obiettivo è chiaro: non perdere i vantaggi ottenuti grazie al cambio bloccato con i vicini di casa.
Il presidente della BDI (Confindustria tedesca), Hans Peter Keitel, con una lettere alle associazioni confederate, ha richiesto una unione politica in Europa. Sarà necessario gestire a livello europeo la politica di bilancio. Un Euro possibilmente piu' debole sarebbe di grande aiuto per le esportazioni tedesche. 

Il presidente di BDI Hans Peter Keitel in una lettera alle associazioni aderenti ha indicato i capisaldi della nuova unione economica: "ci sono motivi politici ed economici tangibili" per il mantenimento della moneta unica.

Dal punto di vista dell'industria orientata all'export, grazie all'Euro il commercio è cresciuto: le barriere come i rischi di cambio sono state annullate. Questo per la Germania ha avuto una grande importanza. I fatti indicati da Keitels: "Solo l'anno scorso, l'export nell'area Euro è cresciuto dell'8.6%. In totale nel 2011 circa il 40% dell'export tedesco è andato nell'Eurozona...circa 3 milioni di posti di lavoro in Germania dipendono dall'export verso la zona Euro".

Keitel ritiene che il D-mark avrebbe dato la possibilità ai sud-europei di rendere i prodotti tedeschi piu' cari attraverso una svalutazione. Questo ora non puo' piu' accadere. Anche in rapporto al dollaro, l'Euro è in una migliore condizione di quella del D-mark. La tesi di Keitel: "L'Euro ha effetti asimmettrici: se il suo valore scende sotto il valore dei suoi fondamentali, si hanno effetti positivi per l'economia tedesca. Al contrario se cresce, ci sono effetti negativi per le imprese tedesche nella competizione internazionale".

Anche per quanto riguarda l'inflazione, la Germania avrebbe avuto dei vantaggi: "Di fatto, con l'introduzione dell'Euro, l'inflazione in Germania dal 1999 al 2011 è rimasta vicina all'1.5% annuo. In confronto, i prezzi al consumo con il D-mark negli anni '70 erano cresciuti di oltre il 5%, negli anni '80 e '90 del 2.6 % annuo".

I bassi tassi di interesse sono stati positivi per l'economia, scrive Keitel; anche se il capo della BDI ammette che questo ha portato gli stati e i privati ad un "eccessivo consumo a debito". Keitel sulla situazione attuale del mercato obbligazionario: "I mercati ritenevano la clausola di No-bailout non applicabile a causa degli effetti potenzialmenti disastrosi di una bancarotta statale. Dall'inizio della crisi del debito, i tassi nei paesi della periferia sono cresciuti molto. Non è chiaro quale effetto avrà l'aumento dei tassi sulla crescita futura dell'Eurozona. In ogni caso le possibilità di una politica finanziaria responsabile, durante la crisi sono cresciute. Queste opportunità devono essere utilizzate consequentemente".

E' interessante come Keitel veda la situazione della Germania ad una svolta cruciale, che a lui non appare così rosea: l'Euro non ha dato alla Germania il peso economico per poter plasmare in ambito internazionale il futuro politico. "La percentuale tedesca sul PIL globale è in diminuzione. Mentre la quota tedesca sul totale mondiale è solo del 4%, la quota dell'Eurozona è del 14.5 %. Nel nostro continente solo la EU può essere un vero competitore globale: con circa mezzo miliardo di cittadini, produce un quarto del PIL mondiale. Ogni paese singolo non può diventare un player globale, anche la stessa Germania".

Per questo motivo una forte unione politica è nell'interesse dell'industria tedesca: "Noi europei dobbiamo trasformare l'unione monetaria in una unione politca. Solo attraverso l'inserimento in un quadro istituzionale stabile, le misure di stabilizzazione potranno far crescere la fiducia. La crisi ha mostrato che una politica monetaria comune richiede la messa in comune di importanti elementi di politica economica e finanziaria. L'obiettivo centrale del trasferimento di ulteriori competenze nazionali a livello europeo è quello di promuovere il consolidamento delle politiche di bilancio e delle riforme strutturali". Secondo Keitel, queste misure comprendono il Fiskalpakt, l'ESM e il freno all'indebitamento (Schuldenbremse).

Keitel vuole che queste misure vengano adottate rapidamente. Il leader BDI è inoltre consapevole " che lo sviluppo ulteriore del processo di integrazione europeo deve essere accompagnato  da una legittimazione democratica". 

mercoledì 27 giugno 2012

Fronte unito contro gli Euro-bonds


Handelsblatt.de ci ricorda quanto è forte l'opposizione agli Euro-bonds fra le forze di governo tedesche.
Poco prima del Vertice UE sulla crisi del debito, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann si è di nuovo pronunciato chiaramente contro una rapida introduzione degli Euro-bonds - e dalla sua parte ha Angela Merkel.

Crisi politica senza fine: un giorno prima del vertice di Brussel, Merkel ha presentato al Bundestag la posizione del governo sulla crisi Euro, questa serà vedrà il presidente francese a Parigi. E già da giovedi sarà al vertice di UE di Brussel.

Markel ha dei dubbi sul documento redatto dal presidente del consiglio europeo Van Rompuy. La proposta per risolvere la crisi contiene una ulteriore riduzione della sovranità nazionale a favore delle istituzioni europee. Anche prima del suo attesissimo discorso al Bundestag, la cancelliera aveva già espresso il suo chiaro rifiuto verso una responsabilità comune sui debiti. Una responsabilità comune sul debito non ci sarà "fino a quando io vivrò", ha detto Merkel durante una riunione del gruppo parlamentare FDP.

Anche il presidente Bundesbank Jens Weidmann mette in guardia da una rapida introduzione dei cosiddetti Euro-bonds o Euro-bills. Nell'attuale discussione molti spingono per  l'introduzione di una responsabilità comune sui debiti, ha scritto mercoledi Weidmann in un commento sulla "Süddeutsche Zeitung". Il tentativo "di voler fare all'inizio,  l'ultimo passo di un processo di profonda integrazione, e di lasciar indietro gli altri", minaccia di compromettere l'unione monetaria.

Weidmann ha avvertito, che la necessaria rinuncia di sovranità degli stati membri e i necessari adeguamenti nei trattati UE e nelle costituzioni nazionali potrebbero essere annacquati: "Tentativi di aggirare gli impegni, minano sempre di piu' il futuro di fiducia di cui l'unione monetaria ha bisogno", ha continuato Weidmann. Pertanto come prossimo passo  nell'unione monetaria, sarebbe necessario un voto popolare in tutti i paesi. 

Il vice capo gruppo CDU al Bundestag ha messo in guardia da una unione bancaria "a qualsiasi prezzo". Su questo tema ci sarebbero "possibilità e rischi", ha detto il politico al "Neuen Osnabrücker Zeitung". Un maggiore controllo sugli istituti di credito, causato dalle esperienze negative durante la crisi, arriverebbe assolutamente in ritardo. Una responsabilità comune per i rischi assunti dagli istituti finanziari viene respinta anche dal politico CDU: "Questa proposta deve essere rinchiusa nell'armadio dei veleni".

 Gunther Krichbaum (CDU), presidente della commissione sugli affari europei al Bundestag, si è detto d'accordo con la proposta di Schauble di un voto popolare sui salvataggi Euro. Per risolvere la crisi, "è necessario che ci sia una maggiore cessione di sovranità, fatto che entrerebbe in conflitto con la costituzione" ha dichiarato Krichbaum al „Rheinischen Post“. "Per questo motivo sono completamente d'accordo con Schäuble: in tempi ragionevoli abbiamo bisogno di un voto popolare".