mercoledì 24 ottobre 2012

Campagna elettorale senza Euro?


E' iniziata la campagna elettorale, la maggioranza abbassa i toni, e nessuno parla piu' di un'uscita di Atene dall'Euro, tema popolarissimo fino a qualche settimana fa. La cancelliera per vincere le elezioni ha bisogno di una tregua fino a settembre 2013. Un'analisi sui temi della prossima campagna elettorale da FAZ.NET.
La crisi Euro durerà ancora a lungo, e nient'altro rende i cittadini piu' incerti. Per questo i partiti vogliono evitare ogni scontro sull'argomento. Inizia una insolita campagna elettorale.

E' stato un duello? Era già campagna elettorale? Anche Carstend Linnemann non lo sa. Il giovane deputato CDU ha appena finito di ascoltare il dibattito al Bundestag, il primo da quando la SPD ha indicato il suo candidato alla cancelleria. Ma giovedì scorso per fortuna non si è votato. Linnemann non ha dovuto decidere fra il suo scetticismo verso i salvataggi Euro e la lealtà al partito. Ha votato per i primi aiuti alla Grecia nel 2010, ma da allora su tutti gli ulteriori pacchetti di salvataggio ha votato no.

La cancelliera non ha tuttavia impressionato Linnemann. E' stata chiara come mai fino ad ora e si è pronunciata per la permanenza della Grecia nell'Unione monetaria: "nell'interesse della Grecia, dell'Eurozona e dell'Unione Europea intera". Ha parlato di "una nuovo livello di cooperazione in politica economica all'interno dell'Eurozona". Peer Steinbrück non l'ha contraddetta sui punti piu' importanti. In sostanza il candidato SPD ha criticato solo il momento in cui è arrivata l'ammissione: "avrebbe potuto fare questo discorso e questa descrizione dell'Europa 2 anni fa", ha detto.

Inizia una campagna elettorale curiosa.

Il presidente del gruppo SPD Frank-Walter Steinmeier l'ha detto ancora piu' chiaramente. In quasi ogni paese europeo, le opposizioni cercano "di cavalcare lo scetticismo verso le attuali misure di salvataggio, per poterlo trasformare in un atteggiamento di sfiducia verso l'Europa" dichiara alla FAZ. "La SPD ha resistito a questa tentazione". "La dicussione sugli strumenti non deve suscitare irritazione nei confronti del sentimento tedesco di amicizia verso l'Europa". 

Così quasi ad un anno dalle elezioni federali, inizia una curiosa campagna elettorale. La crisi Euro è sicuramente il tema dominante, ma nessuno fra i maggiori partiti ha intenzione di fare la guerra sull'argomento.

Fino alla Linke sono tutti d'accordo: la cancelliera è la grande domatrice nel circo dei vertici europei, e su questo punto è inattaccabile. Dà l'impressione che tutto sia sotto controllo. Ai sostenitori dell'integrazione europea regala dichiarazioni appassionate sulla coesione del continente, agli scettici verso la politica dei salvataggi si presenta come la signora d'acciaio capace di imporre ai paesi in crisi la sua volontà di riforme. "L'Euro è per Merkel la questione chiave, la prova della sua capacità di leadership", sostiene l'esperto di comunicazione politica Michael Spreng, "Sarebbe attaccabile, solo se con la sua politica europea causasse un disastro".

Sulla questione Euro gli elettori sono molto incerti

Merkel in questo modo cerca di dare risposte ad una popolazione che sulla questione Euro è molto divisa. Da un lato le misure di salvataggio ora come prima suscitano grande scetticismo. Nel barometro politico della ZDF di settembre, il 62% degli intervistati si è dichiarto contrario al fondo ESM, nel Deutschlandtrend della ARD il 50 % degli intervistati criticava l'acquisto di titoli pubblici di stato da parte della BCE. Tutti i sondaggi mostrano una chiara maggioranza contraria al trasferimento di ulteriori competenze a livello europeo.

Non c'è da stupirsi se la cancelliera rimanda al dopo elezioni le decisioni su una ulteriore messa in comune dei debiti. Il Fikalpakt, che prevede un tale trasferimento di competenze, ha ricevuto nel sondaccio ZDF un'approvazione del 78% - perché dovrebbe costringere i paesi indebitati ad una maggiore disciplina.

Un dilemma

Dall'altra parte c'è una maggioranza secondo la quale il governo federale dovrebbe fare il possibile per salvare l'Euro. Compresa la permanenza della Grecia nell'Unione monetaria: nell'attuale barometro politico il 46% degli intervistati è a favore, il 45% è contrario. In agosto il rapporto era di 31 a 61%. Dopo un picco di euroscetticismo intorno al periodo sul voto dell'ESM, in questa fase una piccola minoranza del 21% ritiene che l'Unione Europea abbia solo svantaggi per la Germania.

Questo si riflette anche nella casella di posta del deputato Linnemann, che la scorsa estate era piena di messaggi di protesta contro il piano di salvataggio. "Non ricevo piu' valanghe di messaggi", ci dice. "Naturalmente i cittadini non fanno applausi. Si sentono molto insicuri". Per questa ragione nella campagna elettorale la domanda piu' importante è: "In una situazione che non si riesce a comprendere, in chi si può avere fiducia?". E su questo punto, anche il deputato ribelle che giudica con scetticismo la politica del governo, individua la carta vincente della cancelliera.

E la SPD? Non ha nessun interesse ad una campagna elettorale sull'Europa, per il motivo opposto: sa bene che non potrà raggiungere e superare la cancelliera - se non altro perchè Steinbrück non può ottenere un effetto mediatico partecipando ai vertici europei. Per questo  il candidato SPD non ha iniziato la sua campagna con dei nuovi programmi di salvataggio o dei piani per una maggiore integrazione, piuttosto attaccando le banche. La richiesta di maggiori imposte, il salario minimo e un'assicurazione contro la povertà in vecchiaia dettano il tono: la SPD cerca il confronto sulle questioni della disuguaglianza sociale, non sulla politica europea.

Ancora piu' pacata sull'argomento è diventata la FDP. Il leader del partito Philipp Rösler di tanto in tanto si fa sentire con il suo scetticismo sulla Grecia. Il capogruppo FDP Rainer Brüderle, sempre piu' probabile successore di Rösler, ha detto che un allungamento dei tempi per Atene appare sensato - "soprattutto se in questo modo fosse possibile ottenere un miglior risultato".

Anche su possibili ulteriori voti europei al Bundestag, la coalizione zoppicante potrebbe resistere con sorprendente disinvoltura. Sicuramente sarà molto difficile trovare una propria maggioranza per ulteriori aiuti alla Grecia. Per questa ragione si sta già cercando una soluzione pacchetto: che cosa accadrebbe, se insieme alla Grecia contemporaneamente si votasse anche per gli aiuti alla Spagna, a Cipro o anche Slovenia, per la quale gli abituali euroscettici bavaresi invece hanno una forte simpatia? O se invece una nuova votazione parlamentare sulla Grecia potesse essere ritardata di un anno? Fino alle elezioni federali del settembre 2013 basterà il denaro del secondo pacchetto di aiuti, che ufficialmente dovrebbe essere valido fino al 2014 - anche se i pagamenti fossero piu' alti del previsto.

Nessuna prospettiva di successo per un partito euroscettico.

Ad una rottura della coalizione su questo tema non crede affatto Peter Radusnki, per molti anni manager delle campagne elettorali CDU e ora senior advisor presso l'agenzia MSL: "Per la FDP sarebbe un suicidio per paura di morire", ci dice. Sicuramente in Germania per un partito euroscettico ci sarebbe un potenziale elettorale dal 6 all'8%, ma al momento non è possibile individuare una tale formazione con prospettive di successo. "Solo una piccola minoranza al momento è euroscettica, e per questa ragione non vota CDU", ci dice. Fino alle elezioni Merkel cercherà di barcamenarsi con lo status quo. "Il pericolo è che arrivi ad un punto in cui non può piu' andare avanti". Come nel 2010, quando la crisi greca ebbe una escalation pochi giorni prima delle elezioni in Nordrhein-Westfalen.

Ma se non si arrivasse a tanto, la CDU può solo felicitarsi per qualche critica. Quando il segretario generale Hermann Gröhe ha visitato il partito fratello bavarese (CSU), un ospite gli si è avvicinato. Era un medico e voleva consigliare alla cancelliera di dormire un po' di piu'. Prima di iniziare i lunghi vertici europei sulla crisi, la cancelliera non sembrerebbe in ottima forma. Gröhe sembrava soddisfatto. La cancelliera che si ammazza di lavoro giorno e notte per l'Europa: è proprio questa l'immagine che in campagna elettorale vuole trasmettere.

11 commenti:

  1. “Nessuna prospettiva di successo per un partito euroscettico”, per un paese dove la concretezza e il realismo sono la sua cifra, non c’è spazio per il populismo.

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    1. Infatti, l'ipotesi la "Germania segherà il ramo su cui è seduta" è sempre piu' improbabile. Diciamo che CDU e FDP hanno bulleggiato la Grecia negli ultimi 2 anni a fini elettorali, per portare a casa consensi facili. Sopratto la FDP nei mesi scorsi ha picchiato molto duro sull'argomento. Ora invece sembra tutto molto calmo, il mobbing verso Atene si è fermato.
      Le forze di governo sono andate forse troppo in là, la strategia è cambiata.
      Di fatto dietro le quinte noi sappianmo che una unione di trasferimento è già in corso: sia chiama sistema Target2.

      Come faranno a spiegarlo ai loro elettori?

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    2. E Infatti mica scemi, a loro conviene, no come in Italia che vogliono l'euro per poi fallite....

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    3. TARGET2 è il sistema automatico di regolamento e compensazione dei pagamenti fra le banche centrali e commerciali dei 17 stati membri dell’eurozona ed è stato introdotto il 19 novembre 2007 in sostituzione della precedente piattaforma TARGET (Trans European Automated Real Time Gross Settlement Express Transfer System) e delle varie stanze di compensazione private (clearing house) che ancora collegavano alcune delle principali banche fra di loro. Diciamo pure che, rispetto ai vecchi sistemi, TARGET2 ha offerto maggiore affidabilità, omogeneità, armonizzazione, sicurezza, rapidità e efficacia nell’esecuzione dei regolamenti finanziari in tempo reale.
      Quando nel 2008 scoppiò la bolla finanziaria USA e la questione dell’insostenibilità dei conti pubblici greci (per i meccanismi cds ben noti da molto prima e diffusi in tutta UE), le banche tedesche furono fra le prime a farsi prendere dal panico e non solo non acquistarono più titoli finanziari dai paesi PIIGS (che "pareggiavano" momentaneamente i saldi target2), ma cominciarono pure a vendere istericamente i titoli già acquistati peggiorando la risoluzione della crisi stessa. In questo modo tutte le magagne nascoste artificialmente all’interno del sistema TARGET2 cominciarono a venire a galla e la forchetta fra la Germania che è il maggiore detentore di crediti TARGET (perché i tedeschi hanno mantenuto pressoché costante...fino all'anno scorso, i volumi di esportazioni di beni materiali verso l’eurozona) e i paesi in sofferenza della periferia che hanno accumulato la medesima quantità di debiti TARGET (i PIIGS nazioni tipicamente importatrici di beni e prodotti industriali: in assenza di finanziamenti esterni, sono per forza di cose costrette ad indebitarsi con il sistema TARGET2), è aumentata vertiginosamente.
      Target2 è quindi solo una fotografia che illustra gli squilibri strutturali dell'econmia reale UEM, determinati essenzialmente dalla mancanza di meccanismi di coordinamento delle politiche economiche e dall'alterazione intenzionale tedesca dei tassi di cambio reale (entrambi violazioni del trattato): per sua funzione e finalità non può diventare un meccanismo di "trasferimenti" all'economia reale, rendendo conto solo dei dare\avere della "moneta di banca centrale" che non si trasmette all'economia reale e neppure agli Stati ed è diversa dalla moneta bancaria commerciale (che rimane nella discrezionale disponibilità delle banche, attraverso il sistema delle riserve ed è ferma a causa della paralisi del sistema interbancario, il che certifica la già avvenuta morte "tecnica" di una moneta fiat come l'euro)

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    4. Grazie ancora Quarantotto per il tuo prezioso contributo. Diciamo che l'ipotesi del sistema Target come unione di trasferimento dietro le quinte è stato utilizzata da HW Sinn in piu' occasioni ed è uno dei temi principali della SPD in campagna elettorale: CDU e FDP in pubblico bullizzano il sud europa, ma poi dietro le quinte permettono che sia la BCE, senza nessun mandato democratico, a tenere in piedi l'unione monetaria.
      La mia osservazione sulla natura del sistema Target come nucleo di una unione di trasferimento nasceva dalla considerazione che l'Eurosistema ha di fatto sostenuto le partite correnti negative del sud europa.
      Se poi si va a vedere questo link:

      http://www.querschuesse.de/target2-salden/

      Si scopre che da settembre, per la prima volta in contemporanea i saldi target di tutte le banche centrali stanno rientrando. E' il segno che l'ESM e lo scudo anti spread stanno andando nella direzione ipotizzata. I capitali stanno tornando verso il sud Europa.

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    5. Conosco la posizione "prospettata" attualmente da Sinn (in contraddizione con le sue precedenti esposizioni del sistema, più scientificamente corrette). Però rimane il fatto che, target2 è un sistema di "registrazione" di fatti BC-bancari inter-euro e, alla base, di squilibri commerciali "a monte".
      L'eurosistema, tecnicamente, non ha "sostenuto" le partite correnti negative del sud europa, semmai ha trasferito la titolarità del credito, a livello della sola moneta delle banche centrali, in capo alla BCE (che diviene così debitrice del sistema tedesco peraltro). Per questo si ha l'impressione di rientro dei saldi delle BC "core" rispetto al sud-europa: ma è solo una partita di giro, con spostamento formale del rischio di default.
      Insomma target2 non agisce a livello di economie reali (ovviamente) e nemmeno di interbancario (anzi ne registra la paralisi), e la liquidità che consente lo shift del credito in capo a BCE avvantaggia soli i sistemi bancari, mentre la copertura del debito rimane intatta in capo agli stati debitori e quindi, in "ultima istanza" dei loro cittadini (contribuenti e crescenti disoccupati)

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    6. Se avessi qualche dubbio leggiti questo, tratto dal sole24h:
      http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/in-spagna-in-grecia-e-in-italia-la-gente-ricomincia-timidamente-a-depositare-i-45928.htm
      Cioè le banche nazionali soltanto acquistano il debito pubblico rispettivo, M3 alle stelle e tutti insieme strozzano l'economica reale (Stati con austerity e banche col credit crunch obbligato dal mark to market, anch'esso imposta dalla germania, e dalla paralisi dell'interbancario: una moneta fiat senza "fiducia" è già morta)

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  2. Ma come hanno commentato la comparsata di Draghi al perlamento?

    Ricordo che nell'onda anti-sudista qlk addirittura parlò di "arroganza" di Draghi nel proporsi al parlamento tedesco...

    Ed ora come valutano il suo intervento?

    MArioC

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    1. Come al solito la stampa conservatrice lo ha trattato con freddezza, quella progressista lo ha lodato. Devo dire che gli è stato dedicato poco spazio sui giornali. Dalle file della CDU qualcuno lo ha definito il "prussiano sudeuropeo", quindi direi che è andato piuttosto bene, non è da tutti essere prussiani...

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    2. Anche qui in Italia si è dato poco spazio alla visita del presidente della BCE Mario Draghi al Bundestag, probabilmente ci sono ragioni di ordine politico: conferire a un Parlamento nazionale (Germania) un ruolo e un peso che non hanno altri, tuttavia all’insegna del pragmatismo sia Mario Draghi che il Parlamento tedesco hanno convenuto parlarsi e affrontarsi; d’altronde “il pragmatismo è per definizione un difetto pieno di virtù”.

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    3. ...Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino...

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