venerdì 17 maggio 2013

Bofinger: è l'ora degli Eurobond!


Il grande economista tedesco Peter Bofinger, intervistato da Der Tagesspiegel, rilancia la sua proposta di un fondo per messa in comune del debito oltre il 60% del PIL e propone una politica fiscale europea comune. E' arrivata l'ora delle colombe? Da tagesspiegel.de
Peter Bofinger, 58 anni, è uno dei "cinque saggi", è fra i piu importanti economisti tedeschi ed è professore all'università di Würzburg. Il suo ultimo libro è: "Zurück zur D-Mark?“

Herr Bofinger, all'Euro quanto resta ancora da vivere?

Avremo l'Euro anche fra 20 anni. E' una danza macabra sul precipizio.

Ci aveva già messo in guardia lo scorso anno: "se andiamo avanti cosi', finirà in un disastro".

Se i paesi in crisi nel pieno di una recessione continuano a tagliare la spesa pubblica, il loro declino sarà sempre piu' rapido, crescerà la disoccupazione, e presto i governi non riusciranno piu' a portare avanti i loro programmi di risparmio.

Vale a dire?

O usciranno volontariamente dall'Euro, perché preferiscono una nuova valuta deprezzata del 20 % rispetto ad un taglio dei salari di eguale misura. E cio' aumenterebbe in un colpo solo la loro competitività e reindirizzerebbe la domanda interna verso i prodotti nazionali. Oppure, se le cose andranno avanti in questo modo, dovranno uscire e scivolare verso l'insolvenza, la BCE infatti ha detto: difenderemo i paesi in crisi con l'acquisto delle loro obbligazioni, ma solo in cambio di ulteriori misure di austerità.

Perché sarebbe un evento cosi' negativo?

Una rottura incontrollata dell'unione monetaria causerebbe una enorme incertezza. Pensi alle migliaia di contratti transfrontalieri. Lo stato spagnolo potrebee decidere: dove prima c'era un Euro, adesso ci sono 10 Peseta. Ma i tedeschi, come da contratto, per i loro beni vorranno essere pagati in Euro! Come potrebbe funzionare? Nel sistema bancario sarebbe ancora peggio, perché le banche spagnole hanno una grande quantità di debiti in Euro. Che cosa succederebbe? Non c'è alcun piano.

La sua previsione: una frenata generale per l'economia?

Certo, e la Germania pagherebbe il conto piu' salato. Solo le nostre banche hanno 900 miliardi di crediti Euro verso l'Eurozona, e i tedeschi nel complesso detengono all'estero un patrimonio ancora piu' grande. Se un paese come la Spagna dovesse uscire, sarebbe la rottura di un tabu'. Si inizierebbe a speculare sull'Italia. Sarebbe una reazione a catena non controllabile.

Perchè allora non possiamo dire: hey, ragazzi, l'Euro era un esperimento. Purtroppo è andata male. Torniamo in maniera ordinata alla Lira, al Marco, alla Drachma...

Si potrebbe fare teoricamente, ma in questo modo i diversi paesi tornerebbero nelle mani dei mercati finanziari. Con il Marco, la Lira, il Franco, o la Peseta tornerebbe la speculazione valutaria, scomparsa con la creazione dell'Euro.

I tedeschi vivevano abbastanza bene anche prima dell'Euro

Ma c'erano grandi tensioni. La Francia subiva forti attacchi speculativi contro il Franco. I francesi e gli altri paesi Euro dovevano pagare un tasso d'interesse piu' alto rispetto ai tedeschi: le loro monete erano sempre a rischio svalutazione nei confronti del D-mark. Per questo motivo gli investitori chiedevano tassi superiori, e questo rallentava considerevolmente lo sviluppo dell'economia europea.

In che modo?

Dopo la riunificazione in Germania i prezzi sono cresciuti con forza e la Bundesbank ha dovuto aumentare drasticamente i tassi di interesse, sebbene questo contribuisse a soffocare l'economia. Gli speculatori hanno avuto gioco facile nello scommettere sulla svalutazione. Faremmo uscire un'altra volta dalla lampada questo fantasma. Tutta l'Europa di nuovo esposta al rischio dei mercati valutari, sarebbe davvero una conclusione sbagliata.

I fondatori di „Alternative für Deutschland“ (AfD), fra questi ci sono anche professori di macroeconomia come lei, promettono che con la dissoluzione della zona Euro staremo tutti meglio. Sono degli incompetenti?

Nessuno sa cosa succederebbe. Non c'è mai stato niente del genere. Non si puo' fare affidamento a valori empirici. Tuttavia è noto che nel momento in cui si decide di abbandonare un regime a cambi fissi, come è l'Euro per i paesi membri, potrebbero esserci forti turbolenze. Quando è venuto meno l'aggancio al dollaro durante la crisi asiatica, le valute dell'area sono letteralmente implose. La Rupia indonesiana ha perso tre quarti del suo valore.

AfD appartiene al campo conservatore, ora anche Oskar Lafontaine chiede un ritorno al D-Mark

La Linke dovrebbe riflettere attentamente sull'argomento. E poi la Bundesbank tornerebbe al vecchio splendore dettando a tutta l'Europa la politica dei tassi. Che cosa ci sia di sinistra in tutto questo, Herr Lafontaine dovrebbe chiarirlo.

La Cancelliera e il suo Ministro delle finanze dal 2010 promettono di voler salvare l'Euro. Sono andati molto in là, perché ora i contribuenti tedeschi temono di dover pagare per i debiti fatti dagli altri. Merkel e Schäuble hanno agito in senso europeo?

Senza i piani di salvataggio oggi non ci sarebbe piu 'l'Euro, questo è vero. Ai paesi in crisi sono stati forniti dei crediti a tassi convenienti, che non avrebbero mai ottenuto sui mercati. Ma le condizioni per la riduzione della spesa pubblica, dei salari e delle pensioni erano eccessive e hanno reso la crisi ancora peggiore. E tutto cio' non ha fatto saltare l'intera Eurozona solo perché il presidente BCE Mario Draghi, lo scorso luglio, ha promesso di acquistare obbligazioni in quantità illimitata e di voler salvare l'Euro "whatever it takes".

Quando uno stato è troppo indebitato e non riceve piu' credito, deve risparmiare...

Ma non in questo modo, perchè le entrate fiscali scendono piu' rapidamente di quanto lo stato non riesca a risparmiare, di fatto l'economia crolla.

Come si potrebbe fare allora?

Gli Usa ci mostrano la via. Dopo la crisi finanziaria la situazione era la stessa dell'Europa: entrambi avevano una bolla immobiliare esplosa e una crisi bancaria, ed entrambi avevano una disoccupazione al 10%. Da allora pero' gli americani hanno fatto il doppio del deficit pubblico fatto dall'Eurozona. Come risultato negli Stati Uniti la disoccupazione è scesa di nuovo sotto l'8%, nella zona Euro è salita oltre il 12%.

Ma in questo modo l'America ha accumulato una montagna di debiti.

E allora? Da noi si dice sempre: non si possono pagare i debiti con nuovi debiti. E' sbagliato. Il problema è l'eccessivo risparmio di denaro dei privati, che comprime la domanda privata e rallenta l'economia. Gli americani giustamente lo combattono con un livello maggiore di indebitamento pubblico. Se il settore privato normalizza la sua spesa, lo stato potrà ridurre il deficit.

L'America sta facendo meglio?

Chiaramente, e noi ne traiamo un grande vantaggio. Gli Stati Uniti sono il solo grande paese dove il nostro export sta andando molto bene. Ogni giorno dovremmo accendere una candela agli americani, stanno facendo la politica che il nostro governo considera sbagliata.

Anche se volessero, i paesi in crisi dell'Eurozona non potrebbero seguire l'esempio degli Stati Uniti. E' difficile ricevere denaro aggiuntivo, e se riescono a farlo è a tassi molto alti.

Si', dobbiamo finalmente avere il coraggio di correggere gli errori di progettazione dell'Euro, vale a dire una politica fiscale nazionale in ognuno dei 17 paesi. Già molto tempo fa avremmo dovuto dire: se volete l'Euro, allora dovremo avere un certo livello di integrazione, in modo da rendere stabile il sistema.

Come potrebbe funzionare?

Abbiamo bisogno di una garanzia comune sui debiti. Insieme i paesi della zona Euro hanno la stessa forza economica degli Stati Uniti. Su questo tema, come comitato dei saggi (Sachverständigenrat), alla fine del 2011 abbiamo proposto un patto per la messa in comune dei debiti: il debito pubblico oltre il 60% del PIL dovrà essere trasferito ad un fondo per il rimborso, sul quale ci sarà una garanzia comune. In questo modo il rischio insolvenza per i singoli stati verrebbe meno. 

Ma una responsabilità comune sui debiti non farà diminuire il livello di indebitamento!

Ma riduce i tassi per i paesi in crisi. Se l'Italia deve pagare il 3% di interessi, non è un problema. Ma il 6 o il 7% metterebbe in difficoltà le casse dello stato. Non ci sono limiti oggettivi per il debito pubblico.

Ma se le garanzie sono comuni, allora i paesi in crisi potrebbero fare nuovo debito scaricando il rischio sugli altri.

Se vogliamo mantenere l'Euro in vita, dovremmo introdurre un processo decisionale a livello europeo. E' necessario un ministro delle finanze per tutti gli stati. Allora potremmo dire ad un paese come l'Italia: non accettiamo il vostro budget, o ne fate uno nuovo oppure decidiamo che da voi l'IVA sarà aumentata di 3 punti percentuali.

Sarebbe una sorta di governo centrale europeo. Dovrebbe essere eletto e controllato dal Parlamento, come lei ha proposto insieme al filosofo Jürgen Habermas. Ma per farlo si dovrebbero modificare anche i trattati europei e indire dei referendum in tutti i paesi - con risultati molto incerti.

Forse, ma qual'è l'alternativa? Rimane solo il ritorno alle vecchie valute. Dovremmo smetterla con tutte queste discussioni inutili. La zona Euro è già nel secondo anno di recessione, che ora sta arrivano con forza anche in Germania.

Recentemente anche il Fondo monetario internazionale ha stabilito che l'austerità non funziona, e che l'unico effetto è la crescita del rapporto debito/pil. Perchè allora continuiamo in questa direzione?

Lo si puo' spiegare con il rapporto nevrotico fra i tedeschi e l'indebitamento pubblico. Viene sempre spiegato con l'iperinflazione del 1923 e con le riforme valutarie del 1948. Il danno peggiore è stato pero' fatto dalle politiche di austerità del cancelliere Brüning negli anni '30. La politica attuale segue lo stesso corso, ma con una certa dose di follia.

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18 commenti:

  1. Bofinger dimentica che le speculazioni sulle valute in Europa sono avvenute nel regime di cambi (quasi) fissi dello SME, e *perché* i cambi erano vincolati. E procedere ad un'integrazione politica solo sui bilanci mette le basi per ulteriori problemi sempre più drammatici, prima di tutti quelli di autorità dotate di poteri immensi senza nessun contropotere e senza controlli democratici. Procedere verso un'integrazione politica totale significa gli Stati Uniti d'Europa, in compenso una cosa impossibile. E la cosa peggiore da augurarsi è un altro aborto lungo la strada.

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  2. L'€uro ha impedito le speculazione sui mercati dei cambi. Beh, è vero, giacché non esiste più un mercato dei cambi. In compenso, però, ha fatto spostare gli speculatori sui titoli di stato. Ora, io non so se questo dice le cose che dice perché ci crede, perché le deve dire, o perché è semplicemente folle come i folli di cui accenna alla fine dell'intervista...secondo voi?

    Ma davvero vogliamo che degli stranieri decidano del nostro paese in maniera così diretta? Davvero la ESP (Encefalopatia Spongiforme Piddina) è arrivata a diffondersi così tanto?

    Non ce la possiamo fare...

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  3. Gli Eurobond potrebbere anche placare, dal punto di vista "tecnico", i problemi di bilancio pubblico della periferia, ma a quale prezzo? Di fatto saremmo tutti annessi alla Germania più di quanto non lo siamo adesso, la quale deciderebbe per noi su tutto quanto riguarda la spesa pubblica e la politica fiscale. Senza considerare il fatto che potrebbe dare luogo ad ulteriori e più pericolose tensione sociali, a partire dalla Germania stessa.

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    1. ma infatti io ascrivere questi personaggi tra i consiglieri interessati, un po' come nel dualismo del poliziotto buono - poliziotto cattivo.

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  4. Ed ecco un altro bel tedescone che ha paura che le sue banche saltino in aria in seguito alla ridenominazione dei crediti dei PIGS! Inoltre, tutti questi qui omettono sempre un "dettaglio" essenziale, ossia che la crisi che vivono i paesi del sud è una crisi da bilancia dei pagamenti, dovuta a squilibri REGIONALI all'interno dell'eurozona. Non esistono eurobond al mondo in grado di correggere questi squilibri. Con gli eurobond si prolungherebbe l'agonia, ma l'esito non cambierebbe.

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  5. "Il problema è l'eccessivo risparmio di denaro dei privati, che comprime la domanda privata e rallenta l'economia".
    Trovo questa affermazione quantomeno inquietante...ma questo "economista tedesco" lo sa come funziona l'economia??

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  6. "Il problema è l'eccessivo risparmio di denaro dei privati"

    Taaaaaac!! Leggasi: prelievo dai conti correnti! Non c'è niente da fare... sono crucchi.

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  7. Con il Marco, la Lira, il Franco, o la Peseta tornerebbe la speculazione valutaria, scomparsa con la creazione dell'Euro.

    ahahahah " scomparsa con la creazione dell' euro " !

    Ora secondo voi questa clamorosa cazzata classifica questo " autorevole" economista piu ' come un "autorevole" cretino o come un " autorevole" kapo' ? :-)

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    1. di fatto con il cambio fisso non c'è piu' la possibilità di sfruttare i disallineamenti fra le valute nazionali per fare un trading. Ovviamente resta la possibilità di fare trading sullo spread dei titoli di stato, ma c'è sempre il rischio di farsi molto male...

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    2. mi sembra banale dover ricordare che con le valute nazionali "la speculazione" aveva vita grama finche' i governi potevano svalutare. ( se lo volevano).

      La " grande abbuffata" del '92 sulla lira avvenne solo perche' il "signor ciampi" invece che svalutare SUBITO difese la sua " quota 90" arricchendo i suoi fratelli di loggia .
      ma ciampi non poteva tradire il paese senza la complicita' di una classe politica che si era legata mani e piedi nello SME.
      E quello fu il primo assaggio per noi delle attuali "delizie" europee. Ma siccome poi , avendo ancora una nostra moneta , svalutammo , pur rapinati , allora almeno salvammo l' economia di questo paese.
      Adesso invece non piu' :-(

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    3. Ma quanti sanno che i massoni regnano in Italia alla grande da circa 30 anni ( non perchè prima non ci fossero!!!) ??
      Il governo è pieno di massoni e di P2isti il che è tutto dire.

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  8. Bofinger difende gli agganci valutari del dollaro, ma si dimentica che proprio l'aggancio valutaria dollaro peso argentino, ha portato al default il Paese sud americano nel 2001

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  9. Articolo perfetto. Bofinger centra tutti i problemi che affliggono la zona euro e ne indica le soluzioni realistiche. Anche perchè, è evidente, che tra 25 anni l'euro esisterà ancora. Nessuno potrà permettersi il salto nel buio della sua disgregazione. Sarebbe un Lehman moment all'ennesima potenza. I mercati hanno iniziato a realizzare che l'euro continuerà la sua storia. Gli spread si stanno restringendo drammaticamente e continueranno a farlo. Le borse periferiche stanno ricominciando a dare segni di vita. La ragionevolezza suggerita da Bofinger, anche obtorto collo, prenderà progressivamente strada. Indietro non si torna

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    1. Le borse periferiche stanno ricominciando a dare segni di vita
      quindi un grande futuro per i rentiers ..:-)

      purtroppo invece sono le " economie " che continuano a "dare segni di morte", quindi se anche tu e' con " le borse" che vivi, per la stragrande maggioranza di tutti noi sara' morte certa se " indietro non si torna ".

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    2. Guarda che gli spread si stanno riducendo perché dall'estero (soprattutto Giappone) stanno comprando i nostri titoli a piene mani. In questo modo svalutano la loro valuta ottenendo maggiore competitività e i risultati si vedono: Giappone +3.5%

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    3. Non c'è stato alcun acquisto da parte del Giappone di titoli italiani. Lo spread sta scendendo perché l'Italia ha azzerato il deficit di partite correnti. Anzi a fine 2013 il nostro Paese avrà circa 30 miliardi di surplus. Questo significa che l'Italia sta accumulando posizioni creditorie con l'estero, ribaltando la situazione precedente. Ecco perché lo spread sta calando e continuerà a farlo.

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  10. Articolo perfetto se lo si legge e basta, se ci si fa qualche domandina di quelle giuste, scema il perfetto. Tipo... "I francesi e gli altri paesi Euro dovevano pagare un tasso d'interesse piu' alto rispetto ai tedeschi: le loro monete erano sempre a rischio svalutazione nei confronti del D-mark"... un tasso di interesse più alto in virtù di un aggancio valutario tipo SME perchè il marco era sempre a rischio rivalutazione?

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