mercoledì 18 settembre 2013

Cosa possiamo aspettarci dalla SPD?

Risponde l'economista tedesca Friederike Spiecker dalle pagine del blog di Heiner Flassbeck: non molto, alla SPD mancano le proposte e le idee per una diversa gestione della crisi Euro. Da flassbeck-economics.de
Nei giorni scorsi Peer Steinbrück è stato intervistato dall'emittente radiofonico Deutschlandfunk. Sulla base di questa intervista voglio analizzare la prospettiva politica che il candidato SPD alla cancelleria puo' offrire. Mi interessano prima di tutto le sue posizioni in materia di politica economica europea, poiché ritengo che il nostro sviluppo economico e quello dei nostri vicini abbiano la priorità assoluta rispetto a tutti gli altri temi. Sebbene il tema Eurocrisi non attiri l'attenzione della massa degli elettori, continuo tuttavia a considerarlo un argomento di primaria importanza.

Non che la politica energetica, l'istruzione oppure le infrastrutture pubbliche del nostro paese non siano importanti, tutt'altro: le evidenti carenze in questi ambiti sono collegate con il malessere europeo. Basta riflettere sul fatto che gli sforzi per il consolidamento del bilancio pubblico seguiti all'introduzione in costituzione di un limite all'indebitamento (Schuldenbremse), hanno condotto ad una bassa domanda e alla riduzione delle importazioni. Ma anche se in questo ambito tornassimo sul sentiero della ragione, ormai non sarebbe piu' possibile arrestare la crisi europea. Anche se in Germania fossero adottate misure efficaci e di lungo periodo nel campo degli investimenti pubblici, sarebbe difficile arrestare la spirale verso il basso causata da una errata politica anticrisi. Per poter cambiare davvero le cose è necessario un approccio completamente diverso e misure conseguenti. E le tracce di questo nuovo approccio le cerco nell'intervista allo sfidante della Cancelliera, Peer Steinbrück.

Ritengo che valga la pena rileggere con attenzione i passaggi importanti di questa intervista. Perché Steinbruck sul tema Eurocrisi dice molte cose giuste; ad es. sul sistema bancario, oppure sulla mancanza di stimoli per la crescita e sulle errate politiche di consolidamento fiscale. Tuttavia è troppo breve quando considera la crisi Euro in prima linea una crisi bancaria, e sostiene di poterne combattere le conseguenze con gli introiti di una tassa sulle transazioni finanziarie. Perché se il gettito fiscale garantito da questa tassa dovesse essere cospicuo, allora significherebbe che gli affari della speculazione, che Peer Steinbrück considera i veri responsabili della crisi, proseguono indisturbati e creano le condizioni per una nuova crisi - un circolo vizioso senza senso. Se invece questa fonte di gettito non fosse poi cosi' significativa, vorrebbe dire che la speculazione continua in un ambito non raggiungibile dal fisco (il peggiore di tutti gli scenari), oppure che ha avuto un effetto proibitivo sulla speculazione fine a se stessa (che dovrebbe essere l'obiettivo piu' evidente di una tale imposta). Quindi: con quali risorse si dovrebbero finanziare gli stimoli alla crescita e i programmi contro la disoccupazione giovanile? 

E qui emerge chiaramente una grave carenza nel pensiero economico della SPD: chi ha introdotto un tetto all'indebitamento in costituzione - non importa se per convinzione oppure per populismo - avrà difficoltà a concepire un impulso economico fatto di domanda pubblica che possa fermare la spirale recessiva. Per questa ragione è in cerca di una fonte per finanziare queste misure. Non ha molto senso far partecipare lo stato in qualità di croupier al casinò dei mercati finanziari, per poi farlo diventare il soccorritore dei danni causati dal casino' stesso. Lo stato dovrebbe chiudere la sala da gioco. Ma questo significa che non potrà poi contare sulle entrate del casino'.

Anche sui temi economici, come sul tema Eurocrisi, dal candidato SPD non possiamo aspettarci molto. Cosi' Peer Steinbrück chiarisce di essere ancora un sostenitore dell'Agenda 2010. Ma si mostra tuttavia disposto a correggerne le conseguenze indesiderate, come ad esempio i bassi salari. Stiamo vedendo la prima luce nell'orizzonte economico della SPD? Letteralmente: "L'intelligenza politica impone di correggere gli sviluppi errati nel mercato del lavoro". Come scusi? Non si tratta forse di saggezza economica? Oppure di una visione matura dei rapporti economici? Non della coscienza sociale? Bene, ognuno avrà la propria idea di cosa sia "l'intelligenza politica" ad es. la responsabilità sociale oppure la lungimiranza. Molti, tuttavia, a pochi giorni dalle elezioni, considerano una simile formulazione come una mera tattica elettorale, e diverranno inevitabilmente piu' sospettosi. 

Molto simile mi sembra la frase che arriva subito dopo: "In questo paese, forse, abbiamo bisogno di tornare all'economia sociale di mercato, e ad una maggiore equità". Forse? No, sicuramente ne abbiamo bisogno, ai miei occhi il forse non ha alcuna ragione di essere li'. E' un'espressione troppo timida, simile a quella che Steinbrück mette nella sua richiesta di una separazione del sistema bancario: "per non spaventare nessuno, non ho intenzione di rivoluzionare il sistema bancario universale tedesco. Potrà continuare ad essere gestito nella sua attuale struttura di holding". Ancora, o c'è un sistema bancario separato, nel quale le banche d'investimento sono separate e non possono accedere ai depositi delle banche ordinare, oppure questo sistema non c'è. A me pare che si stia solo cercando di fare contenti un po' tutti; si vorrebbe "la botte piena e la moglie ubriaca".

Ancora sull'Agenda 2010, che Heiner Flassbeck ed io da molti anni consideriamo la principale causa di erosione salariale in Germania e una delle ragioni della crisi Euro. Se Peer Steinbrück considera il boom dei bassi salari non come una conseguenza diretta dell'Agenda 2010, ma solo un danno collaterale, è il segno evidente di una mancanza di sincerità oppure di una scarsa conoscenza delle relazioni macroeconomiche internazionali.

Non è un rimprovero troppo duro? Durante la campagna elettorale non è forse necessario essere un po' indulgenti, soprattutto quando c'è da interpretare il passato? Beh, non si tratta di fare dell'autoaccusa il metro della credibilità, bensi' di capire che cosa significhi la volontà di Steinbrück di "correggere gli sviluppi sbagliati", e di portare avanti una politica europea diversa. Voglio supporre, anche solo per un momento, che possa capire il ruolo essenziale svolto dai salari nello sviluppo di un'economia e quanto sia sbagliato pensare di aumentare la competitività di un paese attraverso la loro erosione. Allora come è possibile che, interrogato sulla possibile funzione di esempio del presidente francese Hollande, abbia risposto in questo modo: "Hollande fa un'analisi molto dettagliata. Si è dato l'obiettivo di reindustrializzare la Francia. Vuole soprattutto realizzare le riforme del mercato del lavoro, e sta portando avanti in Francia una nuova fase di concertazione sociale...". Si tratta di un'Agenda 2010 reloaded, questa volta pero' in Francia? Con tutte le conseguenze sbagliate, ma questa volta a casa del nostro vicino? Sarebbe questa la gestione della crisi proposta dalla SPD? Dov'è la differenza con il governo tedesco attuale? Che cosa aggiunge lo zuccherino della tassa sulle transazioni finanziarie, ad un cocktail di proposte difficilmente digeribile?

Tutti coloro che nel nostro paese soffrono per le conseguenze economiche dell'Agenda 2010 e hanno compreso il legame economico fra la crisi Euro e quelle riforme, saranno senza dubbio delusi e si allontaneranno dalla SPD: in essa riconosceranno il lupo della politica economica travestito da pecora. Chi dovrebbe esserne sorpreso?

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