domenica 15 luglio 2018

Thomas Mayer: verso il Target 3

Thomas Mayer, professore di economia, ex capo-economista di Deutsche Bank nonché abituale commentatore sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, nella sua rubrica settimanale sulla FAZ getta altra benzina sul fuoco del ben noto dibattito sui saldi Target. Per Mayer la Bundesbank dovrebbe forzare un'uscita dal Target 2 e imporre un nuovo sistema Target 3 in cui i debitori del sud dovrebbero garantire con l'oro o altre riserve i trasferimenti fra le banche centrali dell'eurosistema.. Dalla FAZ.net


In quale altra banca i clienti possono ottenere un credito di qualsiasi importo senza nessuna garanzia, senza scadenza e a tasso zero? Si dovrebbe pensare, da nessuna parte. Ma invece questo è proprio quello che la BCE offre ai suoi membri. Nel sistema di pagamento interbancario Target2 i membri del sistema europeo delle banche centrali possono finanziare il loro paese per un tempo illimitato, senza alcun limite e a tasso zero. In questo sistema la Bundesbank tedesca si è involontariamente trasformata nel principale creditore: alla fine del mese scorso aveva prestato 976 miliardi di euro alla BCE. Banca d'Italia è invece il piu' grande debitore. A fine maggio aveva 465 miliardi di debito verso la BCE.

Le voci equilibrate della BCE cercano di calmare le acque. Secondo queste voci si tratterebbe solo di saldi contabili di compensazione senza alcun significato economico. Non è vero. I saldi Target riflettono i differenziali di tasso di interesse fra i paesi della zona euro, che sono molto piu' bassi rispetto alla valutazione del rischio data dagli investitori. L'Italia è il caso piu' evidente.

Poiché il livello dei rendimenti sui  titoli di stato italiani a 10 anni non compensa l'esposizione al rischio degli investitori, essi utilizzano il programma di acquisto della BCE per scambiare un rischio di credito italiano con uno tedesco. Per fare questo offrono un bond italiano alla BCE a Francoforte. Una banca tedesca accredita il denaro al cliente e in cambio del titolo ottiene il denaro della riserva della Bunesbank. La Bundesbank trasferisce quindi il titolo a Banca d'Italia. In cambio riceve un credito della BCE mentre per Banca d'Italia si crea un debito corrispondente, un debito che non fa male. L'investitore si è liberato del rischio italiano, che ora invece è in carico alla BCE. Poiché questa non ha abbastanza capitale proprio per coprire il rischio di un default italiano, il rischio resta in capo alla Bundesbank. All'interno dell'eurozona tramite il sistema Target 2 vengono quindi redistribuiti rischi per importi giganteschi a scapito della Bundesbank.

Il meccanismo di trasferimento del rischio incorporato nel sistema Target 2 è unico e probabilmente in un primo momento non è stato compreso a fondo da nessun politico tedesco. Perché altrimenti non si spiega come mai la parte tedesca abbia accettato che nel copiare il sistema di pagamento americano Fedwire sia stata omessa la parte che limita questi trasferimenti. Nel Fedwire infatti i saldi derivanti dai pagamenti fra le diverse regioni americane ogni anno devono essere saldati con trasferimenti di attività da parte delle banche centrali la cui regione ha accumulato un deficit. Questo incentiva le banche centrali regionali a fare in modo che le banche della loro area di responsabilità non prestino troppo facilmente denaro ai clienti a rischio.

La BCE non ha le risorse necessarie e non sarà in grado di incassarle dai propri debitori per poter estinguere i suoi debiti nei confronti della Bundesbank. Questa pertanto probabilmente resterà con il cerino in mano di tutti i crediti maturati in passato. Tuttavia c'è un modo per impedire alla montagna di continuare a crescere: in futuro dovrà insistere per ottenere un saldo annuale delle posizioni. A tal fine le banche centrali dei paesi della zona euro con un deficit delle partite correnti dovrebbero su base mensile impegnare presso la BCE riserve e capitale proprio per un valore equivalente al deficit. Per arrestare la fuga di capitali e per non perdere quanto versato in pegno, queste banche centrali dovrebbero fare in modo che le banche commerciali sotto il loro controllo aumentino il premio al rischio sui loro tassi di prestito e deposito. Gli investitori che oggi per i loro affari evitano alcune borse, perché li' possono scambiare solo obbligazioni rischiose in cambio di depositi bancari ancora piu' rischiosi, verrebbero attratti da un tasso di interesse piu' allettante. In altre parole sarebbe piu' lucrativo vendere titoli di stato italiani a Milano rispetto a Francoforte.

Sarebbe da ingenui aspettarsi che le altre banche centrali e i loro governi possano acconsentire volontariamente alla sostituzione del sistema Target 2 con un sistema esteso per la liquidazione dei saldi, chiamiamolo Target 3. Per poterlo imporre la Bundesbank dovrebbe dichiarare unilateralmente di voler uscire dal Target 2 e che i pagamenti futuri saranno gestiti solo attraverso il Target 3. Per fare cio' tuttavia ci sarebbe bisogno del sostegno della politica.

Nella loro "dichiarazione di Meseberg" la Cancelliera e il presidente francese hanno sproloquiato di un "meccanismo di riassicurazione", di una "garanzia congiunta sui depositi" e di un "budget per l'eurozona". Della piu' grande pentola finanziaria, Target 2 appunto, non se ne è parlato affatto. Di fatto non si puo' parlare di "condivisione del rischio" e di "solidarietà" all'interno dell'eurozona, senza prendere in considerazione questo polipo finanziario.

11 commenti:

  1. Fortuna che (a tuo dire) è un economista di spicco. Da come si esprime non ha capito di cosa parla ("I saldi Target riflettono i differenziali di tasso di interesse fra i Paesi della zona euro"). Ma la domanda che sarebbe da porre è (non solo a costui): perché mai la Banca d'Italia, in caso di dissoluzione o uscita dall'eurozona (dell'Italia), non dovrebbe pagare la passività verso il sistema di banche centrali dell'eurozona stessa?

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    1. Ho controllato la traduzione ed è corretta, scrive infatti Mayer: "die Targetsalden spiegeln Zinsdifferenzen zwischen Euroländern wider". Diciamo che riprende idee che circolano già da tempo, non dice nulla di particolarmente nuovo, interessante invece è il fatto che il tema dei saldi Target, di cui in Italia non si parla affatto, sulla stampa tedesca continui ad essere molto seguito.

      Si tratta senza dubbio di un economista di spicco, visto che è stato capo-economista di DB quando la banca era ancora una delle banche piu' potenti al mondo. Si tratta senza dubbio di una voce molto ascoltata in Germania, e scrivere sulla FAZ non equivale certo a scrivere sul Gazzettino della Franconia, per fare un paragone.

      Difficile sapere o anche solo immaginare cosa potrebbe accadere in caso di rottura della zona euro, ci sarebbero ritorsioni economiche e finanziarie e si aprirebbe probabilmente una lunga conferenza fra creditori e debitori in cui si cercherebbe di trovare un punto di incontro, sicuramente i saldi target sarebbero uno dei capitoli della negoziazione, ma ci troveremmo in acque inesplorate, difficile sapere come potrebbe andare a finire. Per ora si tratta di scenari alquanto improbabili, in futuro chissà...

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    2. Appunto, non ha ben chiare le ragioni. Il "perché" se ne parla in Germania (e neppure tanto per la verità) è perché non hanno di meglio di cui parlare! Le ragioni di questo incremento dei saldi sono ben speigate dalla BCE, dalla Banca d'Italia:
      https://www.bancaditalia.it/media/views/2017/target2/ e dalla stessa Bundesbank:
      https://www.bundesbank.de/Redaktion/EN/Downloads/Tasks/Payment_systems/Target2/2016_03_mb_target2_balance.pdf?__blob=publicationFile
      Comunque sia se io mi trovassi a confronto con Sinn (o altri) chiederei per quale ragione la Banca d'Italia non dovrebbe provvedere alla risoluzione della posizione in passivo. Se guardi il bilancio di Bankitalia 2017, alla voce 9.3 (oramai lo ricordo a memoria) del passivo dello stato patrimoniale è riportato quello relativo al TARGET2, cioè con le banche centrali dell'eurozona, ma il passivo totale è ben coperto dall'attivo tanto che si è registrato un utile (come ogni anno del resto) non indifferente di alcuni miliardi di euro. Pertanto mi devi spiegare, tu che segui con tanta attenzione questi dibattiti del tutto inutili, per quale ragione la Banca d'Italia o il Banco de España non dovrebbero procedere al pagamento, anche se a fronte di una ipotesi del tutto remota.

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    3. Visto che sei spesso in Germania, che parli tedesco e che sei molto convinto delle tue posizioni, la prossima volta che passi da Francoforte prova a fermarti davanti alla sede della FAZ, chiedi di parlare con qualcuno della redazione economica e fai presente che i loro opinionisti e redattori non hanno ben chiara la natura dei saldi Target, magari ti danno anche ragione, (difficile che un tedesco dia ragione a un italiano), se argomenti bene hai qualche chance, wer weiss....

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    4. Francamente non ne vedo la ragione, è un tema che non mi appassiona. Non preoccupa i 5 consiglieri economici del governo tedesco e addirittura la Bundesbank figurati se può interessare il sottoscritto. Le tesi che sostiene questo Mayer sono smentite dalla BCE (e lo menziona lui stesso dicendo di non trovarsi d'accordo) come dalla stessa Banca d'Italia con tanto di disegnino che sapendolo leggere ed interpretare smentisce quanto afferma costui che di disegnini non ne ha portato nemmeno uno in questo articolo. Aggiungo che di tutte le analisi, da Hans-Werner Sinn in poi, non troverai un solo elemento a supporto della ragione per cui la Banca d'Italia (o il Banco de España) non dovrebbe saldare il passivo nei confronti delle altre banche centrali in caso di dissoluzione dell'eurozona o di uscita dell'Italia, e non lo trovi nemmeno affidandoti alla nuova app "Google pensaci tu" perché non esiste. L'unico scenario è quello che io trovo fastidioso se non addirittura offensivo. La Banca d'Italia è da sempre una prestigiosa istituzione riconosciuta a livello internazionale e ipotizzare che un domani possano comportarsi da 'lazzaroni' (senza contare le conseguenze a livello internazionale) è da cialtroni, a prescindere da chi lo sottintenda.

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    5. Lazzaroni? Perché saremmo in passivo?
      Bah....non ti sfuggirà che qui la querelle è tutta politica....parte dei tedeschi as usual vogliono addebitare responsabilità e, se riescono, costi di un'eventuale dissoluzione ....l´altra parte non si preoccupa perché foraggiata da quella parte che vuole l´euro indissolubile....

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  2. Come riportato dal grande economista-imprenditore italiano Marco Cattaneo laureato alla Bocconi e rappresentante di fondi d investimento,( che ne capira' di piu' di pseudo-esperti tipo Cocucci brutto quanto un australopiteco :) ), non esistono debiti tra stato italiano e tedesco e l Italia e' l unico paese europeo ad avere da 30 anni un avanzo primario, io poi non capisco come possa l Italia prendere lezioni da un paese che non rispetta le regole ( surplus commerciale al 7% ) e che negl ultimi 100 anni e' fallito 4 volte, si la Germania e' andata in default ben 4 volte 2 volte dopo le guerre mondiali e 2 volte i debiti condonati nel 1953 e dopo la riunificazione, come possiamo prendere lezioni da un popolo del genere che ha provocato 2 guerre mondiali e massacrato milioni di persone senza motivo e che adesso pretende di comandare ? Tra l altro le banche tedesche sono piene di titoli derivati rischiossimi essendo scommesse sull andamento futuro di un determinato bene/titolo molto peggiori dei crediti deteriorati npl delle banche italiane, perche' i nostri cazzari politici non lo ricordano mai ai bevi-latte mangia-patate !!! ??

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    1. L ultimo commento l ho fatto io.
      Luca il KAKAKATSO PATRIOTA

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  3. "Thomas Mayer, professore di economia, ex capo-economista di Deutsche Bank".
    Stiamo parlando dell'ex-capo economista di una banca che ha visto le sue ultime dirigenze guidarla verso un' improvvisa accumulazione di cartolarizzazione di mutui sub-prime americani, che è stata condannata perché manipolava il libor, la stessa che, unica, non ha passato gli stress test US?
    No perché nel caso mi domando quanto titolo possa aver nel "fare le bucce" alla bce e agli Stati del sud su questo controverso tema dei target2...

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  4. Io ho smesso di leggere al punto in cui dice che la "...[la BCE] non ha abbastanza capitale proprio per coprire il rischio di un default italiano".
    Costui non sa -o fa finta di non sapere- che una BC creatrice di moneta, come è la BCE, ha capacità liquidatoria _infinita_.

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    1. Carissimo anonimo, sarebbe desiderabile un nickname, tuttavia non ti sfuggirà che dal punto di vista tedesco tra il far crescere i saldi target italiani, spagnoli etc. all'infinito, oppure esigere che la BCE una volta crollato l'euro si metta a creare nuova moneta dal nulla per rimborsare i tedeschi, non c'è una grande differenza. Si tratta sempre di crediti puramente contabili.

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