Dopo aver incassato centinaia di milioni di euro dal governo federale sotto forma di sovvenzioni per il Kurzarbeit (cassa integrazione), Daimler e BMW stanno per distribuire miliardi di euro di dividendi ai loro azionisti, ovviamente a spese del contribuente tedesco, visto che il Kurzarbeit è stato finanziato ricorrendo al bilancio pubblico. Ne scrive Kontext
Il CEO di Daimler Ola Källenius ha annunciato buone notizie in vista della riunione degli azionisti di questo mercoledì. Nonostante la crisi, infatti, l'azienda è riuscita a "superare in maniera significativa" le aspettative per l'anno finanziario 2020. E come riportato da "Handelsblatt", anche il presidente del Consiglio di Sorveglianza sembra assecondarlo: Manfred Bischoff infatti dichiara che il gruppo "ha superato a pieni voti lo stress test della crisi pandemica" e che l'azienda è "ottimamente posizionata per il futuro". In cifre, questo significa che gli azionisti riceveranno una quota di 1,44 miliardi di euro di utili per l'anno di crisi, quasi il 50% in più dell'ultima volta. Anche le azioni stanno volando alto. Mentre a dicembre 2019 - prima dell'arrivo del Coronavirus - erano ancora valutate poco meno di 50 euro l'una, attualmente sono arrivate a quasi 75 euro.
Come è riuscita questa impresa in tempi di crisi? In ogni caso, un po' di aiuti ricevuti non sembrano aver fatto danni. Nel marzo 2020, ad esempio, Källenius aveva sottolineato che Daimler non aveva bisogno di aiuti di Stato. Ma poco dopo l'azienda ha mandato decine di migliaia di dipendenti in Kurzarbeit, con l'Agenzia Federale per l'Impiego che ha contribuito con 700 milioni di euro per il suo finanziamento. Invece di restituire il denaro della crisi ai contribuenti, questo ora viene trasferito per vie traverse agli investitori, i piu' grandi dei quali attualmente arrivano dalla Cina e dal Kuwait.
Un attimo però! Il Kurzarbeit non è forse una prestazione assicurativa? E in questo contesto, Daimler, che ha versato contributi per molti anni, non avrebbe forse diritto a ricevere questi pagamenti?
Non è solo moralmente discutibile
Sembrerebbe tutto normale. Ma il movimento Finanzwende non intende lasciar passare indisturbato questo argomento. L'organizzazione non governativa, infatti, sottolinea che attualmente le prestazioni di lavoro a orario ridotto (cassa integrazione) non vengono più pagate dai contributi dei lavoratori, ma sono finanziate dalle tasse: "dato che la spesa per le prestazioni di cassa integrazione è esplosa passando da 157 milioni di euro nel 2019 a oltre 20 miliardi di euro nel 2020", si legge infatti nel testo che accompagna la campagna per il blocco di tali dividendi, che diversamente sarebbero cofinanziati dallo Stato. Per far fronte agli alti costi dovuti alla cassa integrazione, infatti, l'agenzia per l'impiego ha esaurito le sue riserve finanziarie. Anche il governo federale è dovuto intervenire fornendo un'iniezione di denaro. Inizialmente sotto forma di prestito, ma con una caratteristica speciale, come sottolinea Finanzwende: "Se [la Agentur für Arbeit] non dovesse rimborsare i circa 10 miliardi di euro entro la fine del 2021, l'aiuto sarà convertito in sovvenzioni che non dovranno essere rimborsate".
Essere sostenuti con fondi del bilancio statale e allo stesso tempo distribuire profitti è senza dubbio moralmente riprovevole, dice Lena Blanken, che dirige la campagna di Finanzwende. Nel caso di Daimler, tuttavia, lo considera "anche discutibile dal punto di vista del business". Da un lato, infatti, la pandemia e la crisi economica non sono ancora finite, quindi disporre di un solido cuscinetto finanziario non farebbe male. E d'altra parte, l'azienda avrà probabilmente bisogno di tutte le risorse di cui dispone per gestire al meglio il passaggio verso l'elettromobilità. Mentre una sontuosa distribuzione di profitti andrà verso gli azionisti, l'azienda sta anche pensando di tagliare migliaia di posti di lavoro. Nell'ambito di ampie misure di riduzione dei costi, l'anno scorso, infatti, il budget per ricerca e sviluppo era già stato tagliato di un miliardo di euro.
Miliardi di profitti nonostante la pandemia
(...) In questo senso Daimler non è un caso isolato. Anche BMW la scorsa primavera ha mandato 30.000 dipendenti in Kurzarbeit - allo stesso tempo Susanne Klatten e Stefan Quandt, che hanno ereditato le loro partecipazioni nell'azienda, hanno incassato quasi 800 milioni di euro di utili.
Anche se i danni economici della pandemia continueranno a riverberarsi per molto tempo ancora e lo Stato sta cercando di stabilizzare l'economia con trilioni di euro, le 100 maggiori aziende quotate hanno intenzione di dare ai loro azionisti 40 miliardi di euro dei loro profitti nonostante la pandemia. Tuttavia, come critica il movimento Finanzwende, "non sono ancora previste condizionalità per le aziende che hanno beneficiato dell'indennità di cassa integrazione".
Ricevere un aiuto, trattenerlo per poi pagare il doppio dell'importo agli azionisti può significare due cose - entrambe le quali non danno una buona immagine della società che li percepisce: o non aveva davvero bisogno dell'aiuto e questo è stato usato per la massimizzazione del profitto in chiave antisociale. Oppure l'azienda potrebbe effettivamente fare buonuso degli aiuti - ma gli azionisti hanno un interesse personale di breve termine maggiore rispetto al benessere di lungo periodo dell'azienda.
In vista della prevista distribuzione degli utili, Lena Blanken e Finanzwende hanno scritto una lettera aperta al CEO di Daimler Källenius. "Un tale comportamento", scrivono, "si fa beffa dello spirito di solidarietà, senza il quale una società non può superare unita una crisi". Ma Daimler non sembra essere interessata ad avviare un dibattito pubblico. La risposta dell'azienda è molto breve: il consiglio di amministrazione e il consiglio di sorveglianza avevano presentato una proposta per la distribuzione degli utili, proposta che sarebbe stata spiegata e giustificata all'assemblea generale annuale. "Vi prego di capire che non stiamo anticipando questo punto dell'ordine del giorno". Osiamo fare una previsione: appare alquanto improbabile che oggi gli azionisti votino contro un sontuoso pagamento degli utili.