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lunedì 27 luglio 2020

Il vero motivo della profonda disuguaglianza sociale in Germania

"In Germania ci sono poco meno di un milione di milionari, vale a dire circa l'1,5% di tutti gli adulti del paese. All'altro estremo, ci sono invece circa 16 milioni di cittadini che non hanno risparmi netti o sono addirittura indebitati. È giusto?", si chiede il grande economista tedesco Marcel Fratzscher, direttore del prestigioso DIW di Berlino, che su Die Zeit ci spiega perché la disuguaglianza sociale in Germania è così estrema. Da Die Zeit

disuguaglianza sociale in Germania

La distribuzione dei patrimoni privati in Germania è molto piu' disomogenea rispetto a quanto accade negli altri paesi europei. Nel commento precedente ho parlato di alcuni dati recenti, i quali ci mostrano come in Germania la ricchezza reale dei milionari sia molto più alta di quanto si pensasse e che di conseguenza, anche la disuguaglianza complessiva nella distribuzione dei patrimoni è molto più alta di quanto ipotizzato finora. Ciò che in Germania rende così insolita la distribuzione della ricchezza è il fatto che moltissime persone hanno pochi o nessun risparmio, oppure si trovano addirittura in una situazione di indebitamento netto. E per questa ragione devono necessariamente fare affidamento sullo Stato sociale. Hanno relativamente poca responsabilità personale e poco spazio di manovra per se stessi e per le loro famiglie - soprattutto ora, nella crisi causata dal coronavirus. Ma questa elevata disuguaglianza in termini di patrimonio è un problema? E per chi? Per rispondere, abbiamo bisogno di saperne di più sulla distribuzione e sulla natura di questa ricchezza. 

In Germania ci sono poco meno di un milione di milionari, vale a dire circa l'1,5% di tutti gli adulti del paese. All'altro estremo, ci sono invece circa 16 milioni di cittadini che non hanno risparmi netti o sono addirittura indebitati. È giusto? Molti studi dimostrano che noi tedeschi associamo la giustizia sociale principalmente con i risultati raggiunti e con un adeguato soddisfacimento dei bisogni. Per contro, la stragrande maggioranza dei tedeschi non considererebbe equa una distribuzione uniforme degli asset o del reddito. Ciò significa che molti considerano equo un elevato livello di ricchezza, se questo è dovuto essenzialmente alle prestazioni e al merito dell'individuo.

Un nuovo studio del DIW di Berlino ci mostra che i milionari in Germania hanno sei caratteristiche comuni: sono insolitamente molto spesso maschi, di mezza età o più anziani, non hanno un background migratorio, provengono dalla Germania occidentale, sono ben istruiti e spesso lavorano in proprio. Tre di queste caratteristiche sono molto compatibili con il principio del merito: se le persone si impegnano per raggiungere un buon livello di istruzione e formazione e corrono il rischio di mettersi in proprio (la maggior parte di coloro che ci provano poi fallisce, spesso anche più di una volta), allora il patrimonio sarà il risultato di una prestazione individuale. Inoltre, il fatto che le persone possano accumulare una fortuna solo nella mezza età o in vecchiaia sembrerebbe logico e di per sé non è ingiusto.

Ad essere problematiche sono invece altre 3 caratteristiche. Perché non c'è assolutamente nessuna buona ragione perché il genere, la provenienza geografica o il background migratorio di per sé - se si tralasciano tutti gli altri fattori di influenza rilevanti come l'istruzione - debbano influenzare il patrimonio o il reddito. Ci sono molti studi scientifici a dimostrare che queste tre caratteristiche giocano un ruolo determinante anche nel mercato del lavoro. Ma la ragione più importante delle grandi differenze patrimoniali in Germania è un'altra: la ricchezza ereditata.

ricchezza e povertà in Germania
Ricchezza e povertà in Germania



Le eredità in contraddizione con il principio del merito

Più della metà di tutta la ricchezza privata nella Germania di oggi, non è stata guadagnata o creata con le proprie mani, ma è frutto di eredità e donazioni. E questo contraddice con il principio del merito (e naturalmente con il principio della necessità). Infatti, solo poco più di una persona su tre eredita un patrimonio.

Sono soprattutto i milionari ad aver ereditato gran parte del loro patrimonio, di solito sotto forma di beni aziendali e immobili. Due terzi delle eredità fatte di società trasferite in esenzione d'imposta vanno agli eredi maschi, solo un terzo agli eredi di sesso femminile. Il 41 % del patrimonio dei milionari è costituito da immobili, il 43 % da attività commerciali. Al contrario, le persone con pochi beni di solito non possiedono una casa di proprietà, hanno pochi risparmi sul loro conto e forse neanche un'auto. Gli adulti nella metà inferiore della distribuzione della ricchezza, in Germania hanno in media una ricchezza netta di circa 3.600 euro.

Per molti un'eredità è una grande fortuna. Significa sicurezza, apre nuove opportunità professionali oppure la possibilità di continuare le vecchie tradizioni familiari. Soprattutto per le famiglie piu' giovani nelle grandi città, un'eredità a volte è l'unica possibilità per potersi permettere un buon appartamento in una buona posizione. Non deve quindi sorprendere che i sondaggi mostrano chiaramente che molti tedeschi sono contrari ad un aumento dell'imposta di successione.

Qui sorgono tuttavia due problemi fondamentali. Da un lato, le grandi eredità pagano un'imposta di successione notevolmente inferiore rispetto a quelle relativamente più piccole. In caso di successione, inoltre, i beni aziendali per lo più non vengono tassati. Questo spiega anche perché, prima della riforma dell'imposta sulle successioni, i tedeschi con più di 20 milioni di euro di eredità pagavano meno del 2% di imposta di successione, mentre le persone con una eredità fino a 500.000 euro pagavano più del 10%.

La riforma delle successioni può aver ridotto un po' questo problema, che tuttavia è ben lungi dall'essere risolto. Prima o poi la questione dell'imposta di successione diventerà il pomo della discordia nel dibattito politico tedesco. Una radicale semplificazione dell'imposta di successione, ad esempio un'imposta del 10% su tutti i patrimoni, dopo le necessarie esenzioni, e senza eccezioni, sarebbe una soluzione saggia che verrebbe probabilmente percepita dalla società come equa.

Il secondo problema fondamentale è che molte persone con un basso reddito, poca istruzione e poche opportunità non hanno la fortuna di poter incassare un'eredità, ma dipendono completamente dal sistema della sicurezza sociale dello Stato. Lo Stato sociale tuttavia è una polizza assicurativa che protegge le persone dai rischi come la malattia o la disoccupazione, non uno strumento per lo sviluppo delle persone.

Il problema centrale: la mancanza di pari opportunità

Se le eredità sono così importanti, perché allora non dovrebbero essere tutte le persone ad avere la fortuna di ricevere un'eredità? L'idea di un'eredità come opportunità per la vita, che ho ripreso qualche tempo fa in questa rubrica, darebbe a ogni giovane un'eredità di 30.000 euro al completamento della propria formazione. Questi soldi potrebbero poi essere utilizzati liberamente da chiunque, ad esempio per un cambio di carriera, per un periodo di congedo dal lavoro per occuaparsi dei parenti o per altri compiti socialmente importanti.

La mancanza di giustizia sociale percepita da molti in Germania, non riguarda tanto il fatto che in pochi possiedono molti beni, ma che molti abbiano così poco. Il problema centrale è e rimane che non ci sono pari opportunità: durante la loro vita lavorativa, molte persone non hanno neanche la possibilità di costruirsi un piccolo patrimonio e di poter programmare la propria vita al di là degli aiuti dello stato sociale. Eppure il denaro e l'indipendenza, come mostrerò nel prossimo commento, rendono le persone senza dubbio piu' felici.



mercoledì 22 maggio 2019

La trappola dei bassi salari

Otto milioni di persone in Germania si guadagnano da vivere con un lavoro a basso salario, cioè per meno di 10.80 € lordi l'ora. Ad attenderli c'è una vecchiaia in povertà. Ne scrive su Die Zeit Marcel Fratzscher, il direttore del prestigioso DIW di Berlino.


La Germania ha uno dei più grandi settori a basso salario in Europa. Nonostante il boom dell'occupazione e la forte crescita economica, in questo paese un dipendente su quattro - circa otto milioni di persone - guadagna meno di € 10,80 lordi l'ora, vale a dire la soglia al di sotto della quale si percepisce un basso salario. A livello europeo la proporzione è di uno a sei. In Germania ad essere colpiti sono soprattutto i genitori single, i tedeschi dell'est, le donne e i migranti.

Ancora più deprimente è il fatto che per queste persone la mobilità sociale sia insolitamente bassa e che la stragrande maggioranza abbia poche possibilità di uscire dal settore a basso salario e di migliorare la propria condizione. Si tratta del risultato centrale di uno studio condotto da due dei miei colleghi del DIW di Berlino.


La politica da tempo discute di come si possa riformare e migliorare il welfare state tedesco. Il governo federale sta mettendo mano al portafoglio per aumentare le pensioni dei redditi piu' bassi e per ampliare le prestazioni sociali - dai sussidi per l'alloggio, al miglioramento delle prestazioni per i genitori single.

Il lavoro deve essere retribuito in maniera adeguata

Ma la politica spesso si trova ad affrontare solo i sintomi di un problema che ha le sue radici da qualche altra parte, vale a dire nel mercato del lavoro e nel fatto che stranamente in Germania molti lavoratori percepiscono un basso salario orario. Chi percepisce un basso stipendio ha difficoltà a pagare l'affitto e dipenderà quindi dai sussidi per l'alloggio. Salari bassi implicano anche delle pensioni basse in età avanzata. A ciò bisogna aggiungere che molti in Germania lavorano part-time e hanno delle carriere lavorative discontinue.

Se non si riesce a vivere del proprio lavoro, allora non bisogna sorprendersi se sempre più persone dipendono dai sussidi dello stato sociale. Ma allo stesso tempo lo stato sociale per il singolo individuo è sempre meno efficiente. Il lavoro deve essere adeguatamente remunerato sia per poter fornire alle persone una maggiore sicurezza e autosufficienza, che per alleggerire il peso che grava sullo stato sociale.

I dati relativi al settore a basso salario tedesco sono preoccupanti: ci sono nove milioni di posti di lavoro a bassa retribuzione, di cui circa otto milioni sono lavori principali. In altre parole, otto milioni di persone devono guadagnarsi da vivere con questi bassi salari. L'argomento secondo il quale il fenomeno del basso salario colpirebbe principalmente i lavoratori part-time o gli studenti non corrisponde alla verità.

La percentuale di coloro che a metà degli anni '90 lavoravano nel settore a bassa retribuzione era del 16% sul totale dei dipendenti, oggi è del 24%. Ciò non è dovuto al fatto che la mediana, cioè il valore di riferimento per i salari orari, sia cresciuta e le persone con un basso salario siano rimaste indietro. È vero il contrario: il salario orario reale della mediana degli anni '90 è cresciuto a malapena. La forte espansione del settore a basso reddito è  dovuta piuttosto ad una riduzione dei salari reali in quel terzo dei dipendenti con i salari orari più bassi. Dal 1995 ad oggi i salari reali del 10% dei dipendenti con i salari orari più bassi sono diminuiti del 10%. Al contrario, i salari reali del 50% superiore sono cresciuti in maniera significativa.



Non bisogna dimenticare che l'introduzione del salario minimo nel 2015 ha contribuito a ridurre, almeno temporaneamente, il settore a basso salario. Anche per molti di coloro che all'epoca guadagnavano piu' del salario minimo iniziale di 8,50 euro lordi l'ora, il salario orario di fatto è aumentato. Questo miglioramento tuttavia sembra essere stato solo temporaneo, nel 2017 il settore a basso salario ha ripreso a crescere.

Chi percepisce un basso salario? Sono soprattutto donne - il 28 % delle donne lavoratrici, il 17 % degli uomini. Inoltre, nel settore a basso salario si possono facilmente trovare il 40% di tutti i genitori single, il 30% dei dipendenti con un background di immigrazione, un terzo dei lavoratori dipendenti della Germania dell'est e le persone con un basso livello di istruzione.

Lo studio mostra anche che fra i lavoratori con un basso salario, due su tre rimangono in questo settore a basso reddito anche nel medio termine. Ciò confuta la tesi di coloro i quali sostengono che molte persone riceverebbero un basso salario solo transitoriamente e che in seguito riuscirebbero ad uscirne. Basso salario come trampolino di lancio, per così dire. È vero il contrario, dal momento che sono pochissimi quelli che grazie ad una qualifica professionale riescono ad uscire dal settore a basso salario o a migliorare la propria situazione finanziaria. E per la maggior parte delle persone l'impiego a basso salario non è un secondo lavoro.

Per la società e lo stato sociale questa mancanza di mobilità è un boomerang. Le persone che per un lungo periodo di tempo lavorano per un basso salario finiscono in una situazione di dipendenza permanente dallo stato sociale. Nel corso della loro vita lavorativa dipendono fortemente dai servizi sociali e in età avanzata dovranno subire un ulteriore taglio al loro tenore di vita, perché difficilmente potranno permettersi di fare della previdenza sociale integrativa e nel corso della vita lavorativa hanno acquisito solo i requisiti pensionistici minimi.

Nessun contratto collettivo

Perché così tante persone in Germania lavorano così a lungo per degli stipendi così bassi? Un motivo importante sono i minijob, che da un lato sono prevedono una paga insolitamente bassa e dall'altro, tengono imprigionati molti lavoratori dipendenti in un rapporto lavorativo minore. In termini di reddito lordo i lavoratori coinvolti dovrebbero fare un grande balzo in avanti, affinché per loro possa diventare finanziariamente vantaggioso.

Anche l'importanza decrescente delle parti sociali gioca un ruolo importante. Nel settore a basso reddito quasi nessun rapporto di lavoro ha un contratto collettivo alle spalle e molti dipendenti di fatto hanno poco potere contrattuale nei confronti dei loro datori di lavoro. A ciò bisogna aggiungere la scarsa qualificazione di molte persone che lavorano per un basso salario. Troppe persone non hanno alcuna qualifica professionale o lavorano in occupazioni per le quali non sono previste qualifiche.

Anche se la qualificazione e la formazione sono misure essenziali, non bisogna comunque aspettarsi dei miracoli. Il successo registrato con l'introduzione del salario minimo - tre milioni di lavoratori hanno sperimentato un aumento sostanziale del loro stipendio, e contro tutti gli allarmismi non è stato distrutto quasi nessun posto di lavoro - ci mostra che per far uscire le persone dal cosiddetto settore a basso salario sono necessarie delle parti sociali forti.

L'ampio settore a basso salario è sicuramente uno dei punti deboli più problematici per la nostra economia sociale di mercato. Sociale non è ciò che crea lavoro, sociale è ciò che crea un buon lavoro. L'aspirazione ad un buon lavoro dovrebbe includere sia il salario con il quale le persone possono guadagnarsi da vivere, che l'opportunità di un avanzamento professionale e sociale. Diversamente la nostra economia di mercato non merita piu' il titolo di economia sociale di mercato.




venerdì 17 agosto 2018

Marcel Fratzscher: "potrebbe accadere anche in Germania"

Marcel Fratzscher è il presidente del prestigioso Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung e conosce molto bene la situazione delle infrastrutture tedesche. In un commento su Die Zeit ci spiega perché dopo anni di austerità un crollo simile a quello di Genova potrebbe accadere anche in Germania e perché non fare gli investimenti pubblici necessari per ammodernare il paese è un crimine a danni delle generazioni future: è necessario fermare la follia del pareggio di bilancio. Un ottimo Marcel Fratzscher su Die Zeit

infrastrutture tedesche necessitano di interventi

La tragedia di Genova ha scioccato molti. La triste verità è che non solo in Italia, ma anche in Germania, l'infrastruttura pubblica si trova in condizioni sempre peggiori. In nessun'altro paese industrializzato occidentale lo stato investe cosi' poco come in Germania. Per questo il crollo del ponte di Genova dovrebbe essere un campanello d'allarme affinché la politica tedesca possa finalmente prendere sul serio la questione della mancanza di investimenti pubblici e avviare una svolta politica. La debolezza degli investimenti pubblici polarizza il paese e la società ed è in definitiva responsabile per il divario crescente fra il sud e il nord e per le condizioni di vita sempre piu' disuguali. Si tratta inoltre di una minaccia per l'attrattività economica e produttiva della Germania e quindi per il lavoro, il reddito e il benessere nel nostro paese.

I fatti parlano da soli: gli investimenti pubblici netti in Germania sono negativi, pertanto i costi di ammortamento dei ponti, delle strade e di ogni altra infrastruttura sono superiori rispetto agli investimenti pubblici effettuati ogni anno. Solo per le infrastrutture di trasporto in Germania ogni anno mancano tra i 7 e i 10 miliardi di euro. E' soprattutto il 30% dei comuni finanziariamente piu' deboli a non poter fare abbastanza investimenti. Cosi' secondo i calcoli del panel comunale della KfW (Kreditanstalt für Wiederaufbau) nei comuni si è formato un collo di bottiglia di investimenti pari a 159 miliardi di euro, di cui 47 miliardi di euro per le scuole e 38 miliardi di euro per le infrastrutture di trasporto comunali.

La preoccupazione tuttavia non è solo per l'infrastruttura pubblica che in molte zone è in piena decadenza, ma anche per la ulteriore crescita del divario fra la Germania del nord e quella del sud. Cosi' i comuni della Germania meridionale, ad esempio, hanno notevoli avanzi di bilancio e in alcuni casi i loro investimenti pro-capite sono piu' di cinque volte superiori rispetto ai comuni del nord. Non si tratta di una divisione est-ovest - anche i comuni della Nordrhein-Westfalen e della Bassa Sassonia hanno problemi crescenti.

Le ragioni di questa situazione spesso non risiedono nel potere decisionale dei comuni, ma nel fatto che questi spesso devono far fronte a delle spese sociali elevate per le quali non vengono adeguatamente compensati. Perciò' questi comuni diventano sempre meno attraenti per le imprese e per i giovani altamente qualificati e disposti a spostarsi che spesso preferiscono migrare verso sud, mettendo in moto un circolo vizioso, con comunità deboli che diventano sempre piu' deboli e comunità forti che diventano economicamente sempre piu' forti.

In questo modo lo stato fallisce in uno dei suoi compiti centrali, e cioè garantire condizioni di vita uguali per tutti in Germania. Il risultato sarà una ulteriore polarizzazione politica, economica e sociale.

La politica dovrebbe affrontare la mancanza di investimenti pubblici attraverso 3 misure. Da un lato dovrebbe avviare una nuova riforma della perequazione finanziaria fra governo centrale e regioni (Bund-Länder-Finanzausgleich), in modo che i comuni finanziariamente più' deboli possano essere meglio equipaggiati e assumersi maggiori responsabilità. Se vogliamo che il federalismo tedesco funzioni è necessaria una maggiore solidarietà fra le regioni e i comuni.

Lo Schuldenbremse (pareggio di bilancio) ha una parte importante della colpa nella difficile situazione di mancanza di investimenti in cui si sono trovati molti comuni e molte regioni. Perché nei momenti difficili molti enti hanno dovuto fare dei tagli finanziari cosi' forti che ora negli uffici di costruzione e pianificazione manca il personale per poter colmare le lacune. Per questo lo Schuldenbremse deve essere integrato da una norma sugli investimenti che garantisca a ciascun comune e regione almeno la possibilità di pareggiare il calo del valore dell'infrastruttura.

I comuni sovra-indebitati devono essere alleggeriti

Come terzo punto il governo centrale e le regioni dovrebbero alleggerire le condizioni dei comuni sovra-indebitati con un taglio del debito, affinché questi possano di nuovo avere la possibilità di investire nelle loro infrastrutture e tornare ad essere attrattivi per le persone e le imprese. Recentemente alla Grecia è stato accordato un taglio del debito. Perché non farlo anche con i comuni tedeschi affinché questi possano rimettersi in piedi e tornare ad agire sotto la propria responsabilità?

Lo stato tedesco vive della sua sostanza. Il deterioramento delle infrastrutture pubbliche è soprattutto un crimine ai danni delle generazioni future. Perché un'infrastruttura forte ed efficiente è essenziale per l'attrattività del territorio tedesco come luogo di insediamento economico e in definitiva per la competitività e la prosperità del nostro paese. Cio' richiede tuttavia un ripensamento fondamentale della dotazione finanziaria dei comuni, della legge sul pareggio di bilancio (Schuldenbremse) e della perequazione finanziaria fra stato e regioni. E' il momento di invertire la rotta nella politica di investimento del governo federale.

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Se ne era parlato anche qui:

L'incubo dello Schwarze Null

Lo Schwarze Null e il fallimento della democrazia

Tutti i danni fatti dallo Schuldenbremse